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syndicom rivista N.24

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 24 Agosto-Settembre 2021<br />

<strong>rivista</strong><br />

In cantiere<br />

pensioni<br />

dignitose<br />

ed eque


Ritrovo: 13:30, Schützenmatte<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/18settembre


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: Previdenza<br />

16 Dalle professioni<br />

20 Calcolatore salariale USS<br />

22 Politica<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Il miraggio del terzo, l’incertezza del secondo,<br />

la garanzia del primo<br />

Esistono delle garanzie per il mantenimento del<br />

potere d’acquisto in pensione? Il legislatore si<br />

era posto l’obiettivo del 60% dell’ultimo reddito<br />

cumulando le rendite del primo e secondo pilastro,<br />

ma questo è un miraggio per la maggior<br />

parte delle categorie professionali. Ed è una<br />

vera e propria disillusione che attende i lavoratori.<br />

Troppo spesso la pensione non è sufficiente.<br />

Realtà ancor più marcata per i migranti e per<br />

chi ha salari bassi o percorsi professionali non<br />

lineari. Una prima misura da prendere sarebbe<br />

quella di eliminare la nozione di salario coordinato<br />

del secondo pilastro e pagare dal primo<br />

franco, come l’AVS! Abbiamo portato questa<br />

rivendicazione nei consigli di fondazione delle<br />

casse pensioni dove siamo eletti. Per ora<br />

l’obiettivo è parzialmente raggiunto ma bisogna<br />

essere perseveranti. <strong>syndicom</strong> si presenterà<br />

ancora una volta con una lista competente alle<br />

prossime elezioni del consiglio di fondazione<br />

della CP Posta. In questo organo paritetico la<br />

nostra opinione e i vostri bisogni hanno un peso<br />

specifico che vogliamo continuare a mantenere<br />

anche nella prossima legislatura. Grazie per il<br />

vostro sostegno! Per ora nella previdenza professionale<br />

prevalgono altri interessi che ci allontanano<br />

dall’obiettivo. E quando si afferma<br />

che la sicurezza passa dal terzo pilastro, la<br />

previdenza individuale troppo spesso non ha<br />

l’onestà di arrendersi all’evidenza che questo<br />

terzo pilastro resta per molti una chimera.<br />

4<br />

8<br />

30<br />

Matteo Antonini, responsabile settore Logistica


4<br />

Team vincenti<br />

«Chi non vota, rischia di ritrovarsi<br />

con una rendita più bassa»<br />

Reto Clavadetscher (nuovo), responsabile<br />

regionale recapito lettere (Servizi<br />

logistici, Biel-Bienne): «Sono abituato<br />

a collaborare in gruppi di lavoro e mi<br />

impegno attivamente»<br />

Matteo Antonini (uscente), responsabile<br />

settore Logistica <strong>syndicom</strong>: «Desidero<br />

contribuire a mantenere una CP<br />

attrattiva per i lavoratori della Posta»<br />

Daniela Wenger (uscente), specialista<br />

immobiliare (Posta CH Rete SA, Olten):<br />

«È proprio in un contesto difficile come<br />

quello attuale che è importante che<br />

qualcuno si impegni con determinazione<br />

a favore degli interessi delle persone<br />

assicurate»<br />

Thomas Neuhaus (nuovo), impiegato di<br />

aiuto alla condotta (Servizi logistici,<br />

Thun): «È fondamentale che i lavoratori<br />

abbiano una rappresentanza importante<br />

nel consiglio di fondazione»<br />

René Frey (nuovo), consulente alla<br />

clientela (PostFinance, Horgen): «Voglio<br />

soluzioni eque e buone per tutti gli<br />

assicurati della CP della Posta in modo<br />

che tutti possano mantenere il nostro<br />

abituale standard di vita»<br />

Testo: Matthias Loosli<br />

Foto: Alexander Egger<br />

«Dacci il tuo voto e noi<br />

ti rappresenteremo nel<br />

consiglio di fondazione<br />

della CP Posta»<br />

Per «noi», in questo caso, si intende<br />

la «lista <strong>syndicom</strong>». Siamo i cinque<br />

candidati di <strong>syndicom</strong> per le elezioni<br />

dell’organo supremo della Cassa<br />

pensioni della Posta (CP Posta), la<br />

«Lista 1». Vogliamo far parte del consiglio<br />

di fondazione, l’organo direttivo<br />

dell’istituto previdenziale della<br />

Posta. L’organo presso cui vengono<br />

gestiti i fondi previdenziali di tutti i<br />

dipendenti della Posta; una somma<br />

che ci viene detratta mensilmente<br />

dallo stipendio, un bel po’ di denaro.<br />

Il nostro denaro. Ciò che vi viene deciso<br />

influisce direttamente sull’importo<br />

delle nostre rendite. Ed è proprio<br />

in questa sede che dobbiamo<br />

discutere e decidere insieme.<br />

Siamo cinque membri di <strong>syndicom</strong>.<br />

Quattro di noi lavorano da anni<br />

per la Posta Svizzera. Insieme accumuliamo<br />

oltre 130 anni di esperienza<br />

aziendale. Abbiamo lavorato come<br />

addetti al recapito, assistenti del servizio<br />

dei conti correnti postali, presso<br />

il servizio ambulante, come direttori<br />

di uffici postali, collaboratori del<br />

servizio esterno, impiegati della logistica,<br />

addetti al recapito pacchi, postini<br />

e molto altro. Conosciamo ogni<br />

angolo più nascosto di questa grande<br />

azienda. Ma, cosa ancora più importante,<br />

conosciamo le preoccupazioni<br />

e le necessità dei dipendenti della<br />

Posta. E conosciamo anche le loro richieste<br />

e desideri. È per loro che vogliamo<br />

impegnarci con la massima<br />

forza, con tattica e abilità negoziale.<br />

Il quinto del nostro gruppo è il<br />

nostro sindacalista per eccellenza,<br />

Matteo Antonini. Si impegna a tempo<br />

pieno, e ogni giorno, per il bene di<br />

noi lavoratori della Posta. E ci completa<br />

alla perfezione.<br />

Pertanto quando alla fine di settembre<br />

riceverete i documenti per le<br />

votazioni: eleggeteci nel consiglio<br />

di fondazione della Cassa pensioni<br />

della Posta (CP Posta). I cinque rappresentanti<br />

del datore di lavoro sono<br />

tenuti a generare reddito per la compagnia.<br />

Noi della lista «<strong>syndicom</strong>»<br />

siamo però tenuti a difendere gli interessi<br />

dei dipendenti della Posta.<br />

Queste elezioni offrono la possibilità<br />

di contribuire a determinare direttamente<br />

la rendita. Saremmo pertanto<br />

felici se continuaste a eleggere la<br />

lista <strong>syndicom</strong>. Ovvero, noi.<br />

(altre info su <strong>syndicom</strong>.ch/CPposta)


Brevi ma utili<br />

Incontri a CH Media Print \ Prolungate le IPG COVID-19 \ Nuovo<br />

contratto Sunrise UPC \ Privatizzare PostFinance? \ COFEM,<br />

nuova presidente \ Il denaro non lavora, tu sì! \ Contatti<br />

5<br />

Incontri a CH Media Print<br />

L’annuncio di CH Media Print AG di abbandonare<br />

il CCL il 31 dicembre 2021 è<br />

stato seguito da una prima riunione con<br />

la direzione a gennaio. Un sondaggio<br />

interno organizzato da <strong>syndicom</strong> ha<br />

dimostrato che i dipendenti desiderano<br />

che l’azienda torni sui suoi passi o che<br />

negozi un CCL aziendale con <strong>syndicom</strong>.<br />

Una seconda riunione si è tenuta a fine<br />

giugno e un’altra seguirà alla fine di<br />

agosto. Nel frattempo alcuni clienti del<br />

centro di stampa hanno scritto all’azienda<br />

per sostenere le rivendicazioni<br />

dei lavoratori.<br />

Prolungate le IPG COVID-19<br />

Il Consiglio federale ha deciso di prolungare<br />

la durata di validità delle<br />

dis posizioni sull’indennità per perdita di<br />

guadagno COVID-19 dal 30 giugno al<br />

31 dicembre 2021. Il termine per le richieste<br />

di prestazioni è ormai fissato al<br />

31 marzo 2022. Inoltre, a partire dal<br />

1° luglio 2021, gli importi delle future<br />

indennità per perdita di guadagno<br />

COVID-19 potranno essere calcolate<br />

sulla base del reddito dell’imposizione<br />

fiscale 2019.<br />

Nuovo contratto Sunrise UPC<br />

Una volta terminata la ristrutturazione,<br />

Sunrise UPC ha lavorato in stretta collaborazione<br />

con il sindacato per armonizzare<br />

e far evolvere positivamente le<br />

condizioni di lavoro consentendo di<br />

mettere a punto il nuovo CCL che pone<br />

l’accento sulla gestione personale del<br />

tempo e sull’autonomia nel lavoro. I dipendenti<br />

otterranno un nuovo contratto<br />

da metà agosto, che entrerà in vigore<br />

il 1° gennaio 2022. La massa salariale di<br />

base per gli anni 2021–2022 aumenterà<br />

complessivamente dell’1,8%.<br />

Privatizzare PostFinance?<br />

Il Consiglio federale ha recentemente<br />

presentato il suo messaggio di revisione<br />

parziale della legge sull’organizzazione<br />

della Posta proponendo di privatizzare<br />

integralmente PostFinance. Il<br />

Consiglio federale mette a repentaglio<br />

il servizio universale sul mercato postale<br />

e compromette l’accesso vantaggioso<br />

alle prestazioni finanziarie per<br />

ampie fasce della popolazione. <strong>syndicom</strong><br />

combatterà con fermezza questo<br />

progetto, se necessario tramite un referendum.<br />

COFEM, nuova presidente<br />

Dal 1° ottobre, Anna Jobin sarà la nuova<br />

presidente della Commissione federale<br />

dei media (COFEM), la commissione<br />

extraparlamentare indipendente che<br />

formula raccomandazioni sulla politica<br />

dei media. 38 anni, ricercatrice<br />

all’STSLab dell’Università di Losanna e<br />

collaboratrice scientifica all’Alexander<br />

Humboldt Institut für Internet und<br />

Gesellschaft di Berlino, Anna Jobin si<br />

occupa di digitalizzazione ed etica<br />

dell’intelligenza artificiale. Competenze<br />

importanti per affrontare le sfide del<br />

settore.<br />

Il denaro non lavora, tu sì!<br />

In Svizzera, la ricchezza è creata dal<br />

lavoro, non dai super-ricchi che lasciano<br />

che sia il loro capitale a fruttare per<br />

loro, senza lavorare. Per questo l’iniziativa<br />

99% chiede che i redditi da capitale<br />

siano tassati 1,5 volte di più che<br />

i redditi da salari. Le entrate supplementari<br />

verranno impiegate per ridurre<br />

il carico fiscale sui redditi da lavoro<br />

bassi e medi, con maggiori sussidi per<br />

i premi delle casse malati e un servizio<br />

pubblico forte. Sostieni l’iniziativa su<br />

99percento.ch<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Agosto<br />

1<br />

Omaggio / Hommage / Omagi<br />

2021<br />

Locarno, Museo Casorella<br />

Ritratti di 52 personalità femminili che<br />

si sono battute per la creazione di una<br />

società più libera. Fino al 1° novembre.<br />

www.museocasorella.ch<br />

Settembre<br />

18<br />

Giù le mani dalle nostre<br />

pensioni!<br />

Berna. Grande manifestazione<br />

nazionale contro l’innalzamento<br />

dell’età pensionabile per le donne.<br />

Info: <strong>syndicom</strong>.ch/18settembre<br />

24<br />

CCL AutoPostale 2021<br />

Bellinzona, Casa del Popolo<br />

Corso sul nuovo contratto collettivo.<br />

Gratuito per i dipendenti AutoPostale.<br />

Informazioni presso il segretariato.<br />

Ottobre<br />

1<br />

Campagna CP Posta<br />

Campagna telefonica per sostenere i<br />

candidati <strong>syndicom</strong> all’elezione del<br />

Consiglio di fondazione della Cassa<br />

Pensione della Posta. Fino al 9 ottobre.<br />

Per info: logistik@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Novembre<br />

26-27<br />

Congresso <strong>syndicom</strong><br />

Langenthal, Parkhotel & Westhalle<br />

Info: <strong>syndicom</strong>.ch/congresso21<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Pierre-Alain Perren è responsabile di esercizio del settore ovest<br />

degli altri<br />

di AutoPostale. Ha partecipato alle trattative e all’elaborazione<br />

del nuovo CCL, che verrà prossimamente ratificato dagli organi<br />

competenti ed entrerà in vigore dal primo gennaio 2022.<br />

1<br />

In quanto rappresentante di AutoPostale,<br />

come ha affrontato le trattative<br />

del nuovo Contratto collettivo?<br />

AutoPostale desidera mantenere la<br />

propria attrattività per i suoi dipendenti<br />

e per i suoi clienti. Il nuovo CCL<br />

è un elemento importante per raggiungere<br />

questo obiettivo. Le persone<br />

che si sono impegnate nelle trattative<br />

ne erano consapevoli e sapevano sin<br />

dall’inizio che solo il dialogo e l’apertura<br />

potevano portare al successo. Ho<br />

percepito, da ambo le parti, una reale<br />

volontà di trovare delle soluzioni.<br />

2<br />

Quali sono i requisiti richiesti al tavolo<br />

dei negoziati?<br />

In una trattativa di questa importanza,<br />

ogni parte deve conoscere bene le<br />

proprie preoccupazioni, definire le<br />

priorità, formulare domande chiare e<br />

argomentarle in modo comprensibile.<br />

Ma non basta: bisogna capire la<br />

posizione della controparte ed essere<br />

pronti a tenerne conto nell’elaborazione<br />

delle soluzioni comuni. Penso<br />

tra l’altro che <strong>syndicom</strong> si sia assunto<br />

molto bene le proprie responsabilità<br />

e che abbia ottenuto importanti conquiste<br />

per i suoi membri.<br />

3<br />

Lei incoraggia i suoi dipendenti a<br />

iscriversi al sindacato? E l’avrebbe<br />

fatto anche in un altro contesto?<br />

Sono membro di diverse associazioni<br />

e gruppi che difendono ciò che mi<br />

stata a cuore. Incoraggio ogni persona<br />

ad agire in piena coscienza per<br />

difendere le proprie idee e le proprie<br />

convinzioni. In ambito professionale,<br />

le strutture sindacali possono essere<br />

un mezzo per far questo, ma ne esistono<br />

altri, ad esempio la commissione<br />

del personale.<br />

4<br />

La sua tesi di laurea in storia era tra<br />

l’altro dedicata a una tematica sindacale.<br />

Da dove le viene questo interesse<br />

per il ruolo delle parti sociali?<br />

I sindacati sono dei luoghi di scambio<br />

e di dialogo. È lì che nascono idee<br />

che danno a loro volta vita a delle<br />

azioni concrete sul campo. Questo influenza<br />

il modo in cui la popolazione<br />

pensa e riflette. I sindacati hanno un<br />

ruolo importante nello sviluppo della<br />

nostra società. Senza prendere posizione<br />

sull’adeguatezza e correttezza<br />

di queste idee, trovo questo processo<br />

molto interessante.<br />

5<br />

AutoPostale si muove in un mercato<br />

molto concorrenziale. Un partenariato<br />

sociale forte come quello vissuto<br />

con <strong>syndicom</strong> è un vantaggio oppure<br />

uno svantaggio nei confronti della<br />

concorrenza?<br />

Le nostre attività sono ampiamente<br />

sovvenzionate dai Cantoni e dalla<br />

Confederazione. Questi organi si<br />

aspettano che AutoPostale offra delle<br />

condizioni di lavoro rispettose e moderne,<br />

ma anche finanziariamente<br />

sostenibili. Per raggiungere un tale<br />

obiettivo, è a mio avviso indispensabile<br />

un partenariato sociale forte.<br />

6<br />

Quali sfide attendono AutoPostale nei<br />

prossimi anni?<br />

AutoPostale intende mantenere la<br />

propria posizione sul mercato. Nei<br />

prossimi anni saranno appaltate numerose<br />

linee: se vogliamo mantenerle,<br />

dobbiamo contenere i costi, diventare<br />

più flessibili e svolgere un ruolo<br />

di primo piano nella svolta energetica.<br />

Queste sfide potranno essere vinte<br />

solo se ogni lavoratore darà il proprio<br />

contributo nel quotidiano.<br />

Testo: Robin Moret<br />

Foto: Léonard Rossi


L’ospite<br />

In Svizzera siamo orgogliosi del sistema<br />

dei tre pilastri. Immaginiamo di poter vivere<br />

durante la vecchiaia di tre entrate equivalenti:<br />

una rendita AVS, una della cassa pensioni e il<br />

patrimonio del 3° pilastro. Nella vita reale questi<br />

pilastri non sono però uguali, ma formano una piramide<br />

o una sorta di cappuccino. L’AVS alla base<br />

è come un forte espresso che assicura gusto ed<br />

energia. Ma attenzione che l’AVS non diventi un<br />

ristretto arrancando sempre più rispetto all’evoluzione<br />

dei prezzi e dei salari. All’espresso dell’A-<br />

VS si aggiunge il latte della previdenza professionale.<br />

La tazza si riempie grazie alla rendita della<br />

cassa pensioni. Ma non in modo uguale per tutti.<br />

Le donne non hanno molta schiuma. Le loro rendite<br />

sono di circa il 60% più basse rispetto a quelle<br />

degli uomini. I salari più bassi, il lavoro a tempo<br />

parziale e le interruzioni dell’attività lavorativa<br />

impediscono di accantonare quanto basta per<br />

una buona rendita della cassa pensioni. Il prezzo<br />

della mancata parità nella vita professionale viene<br />

pagato dalle donne durante la vecchiaia con<br />

rendite più basse. È qui che deve intervenire la<br />

politica: le rendite delle donne devono essere<br />

l’obiettivo primario. Anche le parti sociali sono<br />

chiamate a intervenire. La lotta contro la disparità<br />

salariale, la valorizzazione delle professioni<br />

femminili e una migliore conciliabilità tra lavoro e<br />

famiglia contribuiscono a incrementare le rendite<br />

della cassa pensioni delle donne. Ma anche nei<br />

consigli di fondazione delle casse pensioni le parti<br />

sociali possono svolgere un ruolo importante<br />

per migliorare le rendite delle donne. Chi lo desidera<br />

può aggiungere del cacao sul cappuccino.<br />

Ma nella previdenza privata non si tratta di ciò<br />

che si desidera ma di ciò che si possiede. Più di<br />

un terzo dei lavoratori non ha un 3° pilastro e<br />

l’importo è legato alle loro possibilità finanziarie.<br />

Per il finanziamento della maggioranza delle persone<br />

anziane il 3° pilastro riveste poca importanza.<br />

Durante la vecchiaia la gente vive principalmente<br />

delle rendite. Ed è necessario rafforzarle<br />

per garantire un buon cappuccino per tutti.<br />

Un cappuccino,<br />

per favore!<br />

Dal 1° novembre 2020 Doris Bianchi è<br />

direttrice della Cassa pensioni della<br />

Confederazione PUBLICA. Prima era<br />

stata collaboratrice personale del consigliere<br />

federale Alain Berset e segretaria<br />

dirigente dell’USS. In qualità di giurista<br />

laureata, Doris Bianchi dispone di<br />

eccellenti conoscenze nell’ambito del<br />

secondo pilastro. Ha presieduto il consiglio<br />

di fondazione dell’istituto collettore<br />

LPP. Abita a Berna e ha due figli.<br />

7


Dossier<br />

10 Difendere l’AVS, anzi rafforzarla<br />

13 Pensioni, cosa si sta muovendo<br />

14 Come si stanno giocando il secondo pilastro<br />

Previdenza,<br />

fondamenta


in bilico<br />

9


10 Dossier<br />

Cementare l’AVS, l’unico pilastro equo<br />

Le banche e i loro partiti attaccano l’AVS.<br />

Inoltre, le casse pensioni versano sempre<br />

meno denaro. Ormai la povertà durante<br />

la vecchiaia rischia di aggravarsi. Ma<br />

i sindacati contrattaccano con un’iniziativa<br />

popolare e una riforma delle rendite.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Foto: Sandro Mahler<br />

Cresce la rabbia. «È assurdo parlare di uno smantellamento<br />

delle rendite [per le donne]!» ha urlato la copresidente<br />

del PS Mattea Meyer al Consiglio nazionale lo scorso giugno.<br />

UDC e PLR sono stati messi in guardia: «State superando<br />

la linea rossa». Il Consiglio federale farebbe bene ad<br />

ascoltare l’avvertimento. Si sta preparando un conflitto<br />

esplosivo. Le donne e le persone con redditi bassi sono peraltro<br />

già discriminate nella previdenza di vecchiaia. Ora i<br />

partiti delle banche e dei ricchi si spingono ancora più<br />

lontano: con la riforma «AVS21» vogliono innalzare l’età<br />

AVS per le donne e peggiorare la situazione di metà della<br />

società. Agiscono senza necessità perché l’AVS è finanziariamente<br />

solida.<br />

Non se ne parla, reagisce Patrizia Mordini, responsabile<br />

delle pari opportunità di <strong>syndicom</strong>: «Sono furibonda. Le<br />

donne ricevono già oggi un terzo di rendita in meno rispetto<br />

agli uomini. Questo spalanca loro la porta verso la miseria<br />

durante la vecchiaia, la dipendenza dagli uomini e<br />

l’assistenza sociale». Due anni fa, mezzo milione di persone<br />

si erano battute in occasione dello sciopero delle donne<br />

per pari opportunità, salari equi e rendite eque. Mordini<br />

denuncia: «Il nuovo smantellamento delle rendite è un<br />

affronto. Calpesta il nostro diritto».<br />

Quando la pazienza ha un limite<br />

Alla discriminazione salariale si aggiunge un’ulteriore riduzione<br />

delle rendite: le donne sono al limite della sopportazione.<br />

Considerano l’«AVS21» come una sfida. Il referendum<br />

contro l’età pensionabile di 65 anni è certo. «È<br />

impensabile vivere ancora 80 anni con delle lacune previdenziali»<br />

hanno constatato Mordini, la presidente Unia<br />

Vania Alleva, Gabriela Medici dell’USS, la presidente<br />

VPOD Katharina Prelicz-Huber e altri sindacalisti che mobilitano<br />

un’ampia alleanza sociale («Giù le mani dalle rendite<br />

delle donne!»). Programma: «Resistenza agguerrita<br />

alle urne e sulla strada». Patrizia Mordini è decisa: «Troveremo<br />

dei mezzi per farci rispettare. Facciamo sul serio!».<br />

La lotta per una vecchiaia sicura e vivibile dopo una<br />

vita di lavoro potrebbe diventare la prova di forza per la<br />

Svizzera, proprio come nel 1947. La destra, le lobby delle<br />

multinazionali e le banche tormentano l’AVS con odio e<br />

diffamazione da quando i sindacati hanno imposto le assicurazioni<br />

sociali con la votazione popolare del 6 luglio<br />

1947. Da allora i borghesi non hanno osato reclamare<br />

apertamente l’abolizione dell’AVS, ma lo smantellamento<br />

fa parte del loro programma.<br />

L’ultimo attacco è una provocazione che mira ad annientare<br />

il fiore all’occhiello delle assicurazioni sociali<br />

svizzere e persegue l’obiettivo di innalzare ad almeno 69<br />

anni o oltre l’età pensionabile – per tutti. In tal caso sarebbe<br />

effettivamente la fine per l’AVS. La controversia si spinge<br />

ben oltre le rendite delle donne.<br />

Ciò che i nemici dell’AVS odiano, sono proprio le sue<br />

qualità: è sicura, economica, poco burocratica ed efficace.<br />

Quasi ogni franco di contribuzione diventa un franco di<br />

rendita. In cifre: nel 2020 l’AVS ha incassato 47,1 miliardi<br />

di franchi e ne ha spesi 46 per rendite e prestazioni materiali.<br />

L’utile di quasi 2 miliardi (compresi i redditi di capitali)<br />

alimentava le riserve e il fondo AVS per futuri pagamenti<br />

delle rendite. Le spese amministrative e di<br />

esecuzione erano nettamente inferiori a un mezzo punto<br />

percentuale, molto meno del costo di gestione delle casse<br />

pensioni.<br />

Ma l’AVS garantisce soprattutto l’equilibrio sociale,<br />

come effettivamente ci si aspetta da un’assicurazione sociale.<br />

Perché tutti versano le stesse percentuali salariali,<br />

indipendentemente da quanto guadagnano. Alla fine della<br />

vita lavorativa, la rendita mensile è limitata al massimo<br />

a 2’390 franchi. I milionari pagano quindi per le rendite<br />

degli altri. Un sistema equo.<br />

Una ricchezza miliardaria ma rendite in calo<br />

Il problema è un altro: le rendite AVS sono troppo basse.<br />

La metà delle persone andate in pensione nel 2018 deve<br />

sbarcare il lunario con meno di 1’772 franchi. Troppo<br />

poco per vivere - anche se qualcuno può aggiungervi la<br />

rendita del secondo pilastro - già solo per il caro affitti e i<br />

premi delle casse malati. Nel frattempo, 1 pensionato su<br />

11 e 1 pensionata su 9 devono fare richiesta di prestazioni<br />

complementari.<br />

La maggioranza borghese è sin dall’inizio la promotrice<br />

di questa avarizia. L’AVS non era destinata a diventare<br />

un’assicurazione popolare. I dirigenti di banche e assicurazioni<br />

avevano infatti scoperto una manna di diversi miliardi:<br />

l’«oro delle pensioni». Quello che le persone accantonano<br />

per la vecchiaia è un affare enorme. I calcoli hanno<br />

dimostrato che se si costringessero le persone a risparmiare<br />

per la loro vecchiaia, nelle casse pensioni si accumulerebbero<br />

enormi capitali. Bisognava quindi affamare<br />

l’AVS (e con essa i pensionati).<br />

L’ultimo aumento sostanziale delle rendite AVS risale<br />

a mezzo secolo fa, al 1972, con l’ottava revisione dell’AVS.<br />

Essa prometteva nientemeno che un raddoppio delle rendite.<br />

Un caso? No. Il Consiglio federale aveva voluto così<br />

scardinare l’iniziativa popolare del Partito del lavoro per<br />

una pensione popolare effettivamente sufficiente per vivere.<br />

Dibattiti vivaci che si sono protratti per mesi, che<br />

hanno diviso anche i sindacati e il PS, avevano dimostrato<br />

quanto popolare fosse la pensione del popolo.<br />

Il flop del secondo pilastro<br />

Contemporaneamente all’ottava revisione dell’AVS, il<br />

Consiglio federale aveva modificato la Costituzione istituendo<br />

il sistema dei 3 pilastri. La combinazione di AVS e<br />

previdenza professionale dichiarata obbligatoria (2° pilastro)<br />

dovrebbe rendere possibile «l’adeguata continuazione<br />

del tenore di vita abituale». È quanto recita l’articolo<br />

113 della Costituzione.<br />

Per portare adeguatamente avanti il proprio tenore di<br />

vita servirebbe circa l’80% del reddito precedente. In realtà<br />

molti oggi non raggiungono neppure il 60%. Perché il 2°<br />

pilastro è un flop. Le pensioni della previdenza professionale<br />

sono da anni in calo, sebbene le detrazioni salariali<br />

siano sempre più alte. In media, dal 2005, le rendite delle


casse pensioni hanno perso l’8%. Questa tendenza verso il<br />

basso si sta accentuando.<br />

Chi ha una carriera professionale non lineare, si guadagna<br />

da vivere in maniera atipica (ad esempio attraverso<br />

le piattaforme), lavora volontariamente o meno a tempo<br />

parziale è totalmente sfavorito dal 2° pilastro. Problema:<br />

queste forme di lavoro saranno sempre di più la norma.<br />

Mentre l’AVS garantisce l’equilibrio sociale, il 2° pilastro<br />

accentua la ripartizione dal basso verso l’alto ed<br />

esclude intere fasce di popolazione. In questo modo un<br />

terzo delle donne non percepisce una rendita del 2° pilastro.<br />

Inoltre, se hanno una cassa pensioni, le loro rendite<br />

sono in media la metà rispetto a quelle degli uomini. Questo<br />

rispecchia la costante discriminazione salariale, la<br />

sottoccupazione forzata e carriere professionali interrotte<br />

(ad esempio perché il lavoro familiare necessario è tuttora<br />

ripartito in modo diseguale tra uomo e donna).<br />

Casse pensioni traballanti e inique, un’AVS che non<br />

basta per vivere, una sola soluzione: il rafforzamento<br />

dell’AVS.<br />

Un primo passo: la tredicesima AVS<br />

Un primo passo i sindacati lo hanno appena fatto: la loro<br />

iniziativa popolare «Vivere meglio la pensione» rivendica<br />

il versamento di una tredicesima rendita. Proprio come<br />

avviene generalmente durante la vita lavorativa con la tredicesima<br />

mensilità. Un’ulteriore rendita mette fine allo<br />

smantellamento, compensa i costi della vita più elevati e<br />

corregge la lacuna previdenziale delle donne. Ma soprattutto<br />

è più affidabile della rendita della cassa pensioni.<br />

Con questa iniziativa i sindacati spiegano chiaramente<br />

cosa è in gioco in questa lotta intorno all’AVS: la promessa<br />

di vivere una vecchiaia sicura dopo decenni di lavoro<br />

salariato non è questione di beneficenza ma fa parte del<br />

Niente panico:<br />

l’AVS è solida<br />

contratto sociale. La solidarietà organizzata ci tira fuori<br />

dal «fango della misericordia» (Pestalozzi), dal dispotismo<br />

e dalla dipendenza. Ci rende più liberi. Questo elemento<br />

essenziale scompare generalmente nelle discussioni grottesche<br />

sulle assicurazioni sociali e sul servizio pubblico.<br />

40 anni di ininterrotta propaganda neoliberale hanno fatto<br />

scomparire le fondamenta della pace sociale: nelle società<br />

capitalistiche essa dipende dalle assicurazioni sociali<br />

e da una forte funzione pubblica. Se non ho più la<br />

prospettiva di una pensione, se vengo lasciato solo in caso<br />

di malattia, disoccupazione e miseria o se devo corrompere<br />

un funzionario per ottenere il passaporto, non avrei più<br />

alcun motivo per andare a votare, lavorare sodo o rispettare<br />

le leggi. Eppure già questo piccolo ma necessario miglioramento<br />

di una tredicesima rendita sarà fortemente<br />

combattuto dai partiti di destra e dalle associazioni economiche.<br />

Come sempre, dal 1947, intoneranno il loro<br />

eterno ritornello: i costi.<br />

Questo è allarmismo. L’AVS è stata denigrata centinaia<br />

di volte, anche dal Consiglio federale – come del resto l’intero<br />

bilancio statale –, prospettando terribili scenari apocalittici.<br />

Scenari smentiti centinaia di volte dalla realtà.<br />

D’altro canto, se economia e governo garantiscono sufficienti<br />

posti di lavoro, ogni assicurazione sociale risulterà<br />

sufficientemente finanziata.<br />

Pertanto il piano segreto della destra di portare l’età<br />

AVS a 69 anni può essere considerato disonesto. Oggi, già<br />

i 50enni fanno fatica a trovare un lavoro. Ciò che le statistiche<br />

ufficiali sulla disoccupazione tacciono è che in Svizzera<br />

regna la sottoccupazione. Molte persone che desiderano<br />

lavorare vengono escluse dal mercato del lavoro.<br />

L’unico effetto di un innalzamento dell’età pensionabile<br />

sarebbe quindi che l’economia potrebbe spingere le generazioni<br />

più vecchie nella cassa di disoccupazione e poi<br />

nell’assistenza sociale.<br />

L’allarmismo non funziona!<br />

In concreto, una tredicesima rendita costerebbe 2,7 miliardi<br />

di franchi. Questa è solo una piccola parte di ciò che<br />

la Banca nazionale incassa in interessi negativi da tutti coloro<br />

che depositano (devono depositare) il loro denaro<br />

presso la stessa. Ma se si finanziasse l’AVS migliorata tramite<br />

percentuali salariali, un polimeccanico di 50 anni co-


12 Dossier<br />

Se l’AVS è forte,<br />

ai giovani resta più<br />

denaro per vivere<br />

niugato verserebbe ad esempio 56 franchi in più per usufruire<br />

di un’intera rendita mensile supplementare – invece,<br />

se volesse usufruire di una tredicesima rendita tramite il<br />

3° pilastro, dovrebbe sborsare 580 franchi al mese.<br />

In economia non si applicano i conti della massaia. Il<br />

presunto conflitto generazionale resta una finzione: se<br />

rafforziamo l’AVS, i lavoratori dovranno risparmiare<br />

meno per la vecchiaia, quindi avrebbero di più per vivere.<br />

Un maggiore potere d’acquisto stimola l’economia...<br />

I «baby boomer» (ovvero, i nati tra il 1946 e il 1964) sono<br />

l’ultimo stratagemma dei sabotatori dell’AVS. Temporaneamente,<br />

l’AVS ha effettivamente bisogno di più denaro<br />

per finanziare il loro pensionamento. La Confederazione<br />

vede nuovamente tutto nero: Ueli Maurer & Co. hanno calcolato<br />

che la percentuale di contribuzione salariale supplementare<br />

ammonterebbe al 2,4%. Un controllo dell’USS<br />

dimostra invece che si tratta al massimo di circa l’1,8%.<br />

Ma anche quello non sarà necessario. Con lo 0,5% di contribuzione<br />

salariale e 350mila nuovi posti a tempo pieno,<br />

anche i «baby boomer» sarebbero finanziati.<br />

I principali istituti previdenziali potrebbero anche essere<br />

alimentati in modo completamente diverso, ad esempio<br />

con un regime fiscale più equo senza scappatoie per i<br />

ricchi e le multinazionali, con una tassa sui robot oppure<br />

con una micro-imposta altamente redditizia sulle transazioni<br />

finanziarie. Tutti questi modelli porterebbero decine<br />

di miliardi. La vera questione non è il denaro, ma la volontà<br />

politica. È interessante constatare come i borghesi<br />

reclamino a gran voce misure di risparmio, ma che allo<br />

stesso tempo vogliano abolire la tassa di bollo che attualmente<br />

frutta alle casse della Confederazione 2,4 miliardi<br />

(vedi articolo a pag. 24).<br />

In pensione a 85 anni<br />

Quanto sia brutale la controversia sull’AVS, lo dimostra<br />

una proposta dei Giovani liberali radicali. Essi intendono<br />

collegare l’età pensionabile all’aspettativa di vita. Ovvero<br />

all’ipotetica vita rimanente. Una vecchia argomentazione<br />

della destra per portare l’età AVS delle donne a 74 anni,<br />

come aveva proposto il settimanale dell’UDC «Weltwoche».<br />

Strana idea. In tal caso i commessi potrebbero andare<br />

in pensione a 50 anni, i lavoratori edili e i camionisti a<br />

35, le guardie forestali subito dopo l’apprendistato. I banchieri<br />

e altri colletti bianchi però non prima degli 85 anni...<br />

L’iniziativa per una tredicesima mensilità AVS<br />

it.avsx13.ch<br />

Previdenza, il punto sulle misure attuali e sulle iniziative in corso<br />

AVS 21, una riforma fuori dalla realtà<br />

Nonostante le rendite delle donne siano di un terzo inferiori<br />

rispetto a quelle degli uomini, il Parlamento ha recentemente<br />

adottato una riforma AVS a scapito delle donne. L’innalzamento<br />

dell’età pensionabile delle donne a 65 anni, con il conseguente<br />

smantellamento delle rendite, non può essere accettato.<br />

Inoltre, le varie misure proposte per la generazione di<br />

transizione sono un affronto. Dopo una vita di lavoro, ogni<br />

persona merita una buona rendita. Non è possibile riformare<br />

l’AVS senza tener conto dei veri problemi. L’AVS 21, che<br />

implicherà per le donne delle perdite annuali sulle rendite<br />

fino a 1’200 franchi, sarà quindi combattuta alle urne e sulle<br />

strade da <strong>syndicom</strong> e dai suoi partner (pag. 2).<br />

Tredicesima mensilità AVS<br />

Le rendite AVS non permettono di vivere decorosamente e non<br />

cessano di svalutarsi. Quelle del 2° pilastro, inoltre, perdono<br />

di valore ancora più rapidamente. L’iniziativa per una 13esima<br />

rendita AVS, presentata a maggio 2021 da una vasta alleanza<br />

costituita da sindacati, partiti politici, associazioni e organizzazioni<br />

di pensionati nonché da organizzazioni femminili,<br />

consente di rafforzare il 1° pilastro correggendo il livello troppo<br />

basso delle rendite delle donne. La votazione popolare si<br />

terrà probabilmente nel corso del 2022.<br />

rendite-delle-donne.ch<br />

LPP 21, il compromesso delle parti sociali<br />

Come dimostra il nostro articolo a pagina 13, il 2° pilastro<br />

deve affrontare sfide importanti, mentre la legge attuale<br />

non rispecchia più l’evoluzione della società e del mondo del<br />

lavoro. Ne sono emerse importanti lacune di previdenza, in<br />

particolare per le persone dai redditi bassi e per coloro che<br />

lavorano a tempo parziale – quindi in particolare per le donne.<br />

Dopo intense negoziazioni, l’Unione svizzera degli imprenditori<br />

(USI), Travail.Suisse e l’USS hanno trovato una soluzione:<br />

il compromesso delle parti sociali (LPP 21). Con il progetto<br />

di riforma della LPP 21, il tasso di conversione sarà abbassato<br />

mantenendo però interamente il livello attuale delle prestazioni.<br />

Grazie a delle misure in materia di contributi e prestazioni,<br />

le persone assicurate che hanno salari bassi e i lavoratori<br />

a tempo parziale, soprattutto le donne, riceveranno in futuro<br />

una rendita più elevata. Questo è possibile grazie alla combinazione<br />

di soli due accrediti di vecchiaia, di una deduzione<br />

di coordinamento inferiore e di un supplemento di rendita<br />

finanziato in modo solidale che garantisce allo stesso tempo<br />

il livello di prestazione precedente per la generazione di transizione.<br />

Mentre la Commissione della sicurezza sociale e della<br />

sanità del Consiglio nazionale sta formulando le proprie raccomandazioni,<br />

la riforma sarà discussa prossimamente dal<br />

Parlamento in occasione della sessione autunnale che si terrà<br />

dal 13 settembre al 1° ottobre 2021.<br />

uss.ch/actuel/lpp-21


Dossier<br />

1’200 miliardi dei lavoratori<br />

sul tappeto verde<br />

13<br />

Il paradosso: la previdenza professionale<br />

mette a repentaglio le nostre pensioni. Per<br />

ristrutturare il 2° pilastro servono sindacati<br />

forti e consiglieri di fondazione decisi.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

È il giorno in cui si sono accese tutte le spie. Il 13 marzo<br />

2020 le borse hanno subito un nuovo crollo. L’indice Dow<br />

Jones aveva già perso il 12,93 per cento quando i sistemi<br />

di sicurezza automatici avevano bloccato le contrattazioni.<br />

La sera stessa il presidente francese Macron ha annunciato<br />

che anche stavolta si sarebbe salvato il sistema capitalista<br />

«costi quel che costi». Da allora le banche centrali<br />

hanno inondato il mondo con miliardi di nuovi capitali.<br />

L’economia – e le nostre rendite – sono attaccati alla flebo<br />

dei poteri pubblici.<br />

Il 13 marzo ha fatto riaffiorare ricordi di esistenze distrutte,<br />

fallimenti delle casse pensioni e costosi risanamenti.<br />

Nella crisi finanziaria del 2008, i pensionati statunitensi<br />

avevano perso da soli duemila miliardi di dollari.<br />

In Florida, una casa su due aveva affisso il cartello «Vendesi».<br />

All’inizio del 2009 le casse pensioni svizzere hanno annunciato<br />

un buco di (almeno) 60 miliardi di franchi.<br />

Il nostro risparmio di vecchiaia evapora nelle speculazioni<br />

di borsa a causa di una frode di vasta portata che i<br />

sindacati hanno riconosciuto troppo tardi. Anziché trasformare<br />

l’AVS in una vera pensione popolare, all’inizio<br />

degli Anni Settanta hanno approvato il progetto di far poggiare<br />

la previdenza di vecchiaia su 3 pilastri: un’AVS tenuta<br />

volutamente all’osso, una previdenza professionale –<br />

per così dire– paritetica e un risparmio privato. Al centro<br />

c’era il secondo pilastro, obbligatorio dal 1985. Il modello<br />

ha sedotto l’USS. Le casse pensioni, più di 15mila, esistevano<br />

da tempo nelle aziende, associazioni professionali e<br />

amministrazioni pubbliche. Il risparmio organizzato legalmente<br />

avrebbe dovuto rafforzarle e riorganizzarle. La<br />

promessa: grazie alle azioni e obbligazioni acquistate dalle<br />

casse pensioni, le rendite avrebbero beneficiato di incrementi<br />

di valore dell’economia. Inoltre, i sindacati pensavano<br />

che nei consigli di fondazione avrebbero<br />

acquistato più potere. Ad alcuni è addirittura venuta in<br />

mente la vecchia idea della socialdemocrazia svedese che<br />

consisteva nell’acquisire attraverso le casse pensioni il<br />

controllo sulle aziende, ovvero sul capitalismo.<br />

Era naïf. Il capitale ha visto prospettive molto diverse.<br />

Aveva iniziato a liberare i mercati finanziari come primo<br />

passo della rivoluzione neoliberale. Le contribuzioni salariali<br />

LPP dovevano fornire alle banche e ai fondi nuovo carburante<br />

per il loro capitalismo finanziario, una fonte abbondante<br />

di capitale fresco.<br />

Errori di sistema<br />

In effetti, nel 2° pilastro si sono nel frattempo accumulati<br />

1’200 miliardi di franchi, una cifra a 12 zeri. Questa gigantesca<br />

montagna di denaro costituisce un problema esistenziale<br />

per la nostra sicurezza sociale. Ecco tre motivi:<br />

• Errore di sistema 1: le nostre future rendite sono diventate<br />

estremamente insicure perché sono totalmente in balia<br />

della speculazione del capitalismo finanziario. Questa<br />

speculazione si è sempre più disaccoppiata dalla reale<br />

I nostri risparmi per<br />

la vecchiaia evaporano<br />

nelle speculazioni<br />

borsistiche dei fondi


14<br />

Dossier<br />

economia ed è diventata poco trasparente. Banche e fondi<br />

emettono costantemente nuovi «prodotti finanziari» ad<br />

alto rischio. Lo dimostrano le recenti perdite nell’ordine<br />

di miliardi di Credit Suisse. Attualmente le casse pensioni<br />

vivono ancora della fase di rialzo delle azioni. Tuttavia, in<br />

piena crisi, questo rialzo viene sostenuto solo dai fondi di<br />

salvataggio delle banche centrali. Riducendo la loro liquidità,<br />

le borse, ovvero le casse pensioni, rischiano il crash.<br />

• Errore di sistema 2: nel frattempo, con i loro 1’200 miliardi,<br />

le casse pensioni contribuiscono fortemente alla<br />

speculazione. Siccome i vecchi investimenti «assicurati»,<br />

come ad esempio le obbligazioni della Confederazione,<br />

non generano attualmente né interessi né rendite, le casse<br />

pensioni impiegano denaro in investimenti ad alto rischio,<br />

materie prime e immobili – alimentando in questo<br />

modo tra l’altro i prezzi degli affitti. Per i consiglieri di<br />

fondazione, il 2° pilastro comporta un conflitto di obiettivi<br />

sistematico. Da un lato, a differenza dell’AVS, devono<br />

realizzare rendimenti elevati per pagare le rendite, dall’altro<br />

in questo modo compromettono il potere d’acquisto e<br />

talvolta addirittura i posti di lavoro dei contribuenti. Questo<br />

avviene ad esempio quando una fondazione acquista<br />

titoli di un fondo speculativo che successivamente depreda<br />

la stessa azienda, come fanno solitamente questi fondi.<br />

• Errore di sistema 3: il 2° pilastro è inefficace e costoso. I<br />

nostri contributi LPP fanno la fortuna degli azionisti di<br />

banche e assicurazioni e di un’ampia schiera di intermediari,<br />

consulenti, fiduciari e agenti immobiliari. Per farlo<br />

ricorrono a centinaia di stratagemmi. Il monitoraggio delle<br />

casse pensioni del 2021 di Swisscanto, l’istituto di previdenza<br />

delle banche cantonali, stima che questi intermediari<br />

finanziari si intaschino in media circa 350 franchi<br />

per ogni assicurato all’anno. Spesso anche molto di più<br />

perché questo riguarda solo gli emolumenti. Va meglio<br />

solo per gli assicurati delle casse pensioni pubbliche. Il<br />

problema è noto, ma UDC e PLR proteggono queste pratiche<br />

vergognose: recentemente al Consiglio degli Stati<br />

hanno respinto ancora una volta la regolamentazione delle<br />

commissioni dei mediatori.<br />

Nella campagna antecedente la votazione del 1972, il PS<br />

aveva promesso che il 2° pilastro avrebbe generato rendite<br />

più elevate rispetto all’AVS e questo con contributi ridotti<br />

dei lavoratori. È avvenuto esattamente il contrario. I lavoratori<br />

pagano, a seconda dell’età, fino a quattro volte in più<br />

rispetto all’AVS. Eppure le rendite delle casse pensioni diminuiscono,<br />

e questo da più di un decennio. Questa tendenza<br />

si sta accelerando e rende la situazione critica.<br />

Per motivi tattici quasi nessuno esprime ciò che è evidente<br />

a tutti i sindacalisti informati: dobbiamo uscire dal<br />

2° pilastro e garantire che le grandi somme accumulate<br />

rafforzino l’AVS. In un sistema politico come quello della<br />

Svizzera si tratta di un progetto di decenni. È in corso una<br />

dura lotta per diversi compromessi (almeno finché qualche<br />

iniziativa popolare porterà a condizioni completamente<br />

nuove). Il 28 maggio l’assemblea dei delegati dell’USS ha<br />

se non altro preteso un «cambio di rotta fondamentale».<br />

La riforma «LPP21» è un primo compromesso. Le parti<br />

sociali lo hanno negoziato, ora la «LPP21» deve passare in<br />

Parlamento. Punti chiave: il tasso di conversione viene abbassato.<br />

In compenso sono stati apportati diversi miglioramenti,<br />

tra l’altro, per i lavoratori a tempo parziale e le<br />

donne vittime della discriminazione. Ma soprattutto tutti<br />

i nuovi pensionati percepiranno un supplemento fisso, disaccoppiato<br />

dal rendimento generato dalla cassa pensioni.<br />

Un conoscitore della materia dichiara: «Un pezzo di<br />

AVS è stato in qualche modo introdotto nel 2° pilastro».<br />

Nel frattempo, sul tavolo ci sono diverse altre idee. Ad<br />

esempio, il finanziamento di un fondo per la riconversione<br />

sociale ed ecologica della Svizzera attraverso i fondi<br />

delle casse pensioni. Oppure il trasferimento di una parte<br />

dei 1’200 miliardi in un fondo statale...<br />

Ma per il momento la partita si gioca nei consigli di<br />

fondazione. Si tratta di un lavoro difficile per i rappresentanti<br />

dei lavoratori eletti. Pertanto dovrebbero essere protetti<br />

dal licenziamento nei CCL, se necessario anche per<br />

legge. I sindacati hanno il dovere di fornire loro sostegno<br />

e una formazione intensa. Poiché i rappresentanti dei lavoratori<br />

devono avere il sangue freddo di rivendicare la totale<br />

trasparenza su tutti gli investimenti e i costi, se necessario<br />

presso banche, assicurazioni, fondi giganti come<br />

«BlackRock» e consulenti finanziari potenti. Devono valutare<br />

criticamente questi investimenti, in termini di sicurezza,<br />

ma anche di conseguenze sociali. Devono far affermare<br />

il loro diritto di partecipazione alle decisioni, in<br />

particolare per quanto riguarda le dilaganti fusioni e cambiamenti<br />

di casse pensioni. Oppure ritirare i loro investimenti<br />

in fonti fossili dal loro portafoglio. Il 2° pilastro non<br />

è una passeggiata.<br />

Fotoreportage<br />

Come illustrare l’attacco alle nostre pensioni? Come mostrare<br />

la sproporzione fra i tre pilastri del sistema pensionistico<br />

svizzero? La sfida non era semplice, ma è stata colta dal<br />

fotografo luganese Sandro Mahler. Ispirandosi ai lavori<br />

dell’artista Mark Hogancamp (la cui storia è stata raccontata<br />

qualche anno fa nel film Benvenuti a Marwen), ha raffigurato<br />

la scalata del parlamento borghese alle rendite AVS attraverso<br />

figurine umane. Allo stesso modo ha illustrato la speculazione<br />

sul secondo pilastro attraverso la roulette, in un percorso<br />

che assomiglia al famoso Monopoli.<br />

Dopo il diploma all’Istituto Europeo di Design a Milano,<br />

Sandro Mahler ha frequentato il Brooks Institute of Photography,<br />

prima di aprire il suo studio fotografico a Lugano nel<br />

1994. Dal 2001 è anche docente di fotografia al CSIA (Centro<br />

Scolastico Industrie Artistiche) di Lugano.<br />

Membro di <strong>syndicom</strong>, Mahler collabora con il settimanale<br />

Cooperazione e realizza reportage per aziende e istituzioni.<br />

www.fotomiller.ch


Il nostro lavoro vale<br />

delle rendite migliori<br />

Chi ha lavorato tutta una vita merita una buona pensione. Eppure le rendite AVS<br />

sono troppo basse e il salario differito versato delle casse pensioni è in caduta<br />

libera. Allo stesso tempo, aumentano gli affitti e i premi delle casse malati.<br />

Resta sempre di meno per vivere. Per le donne, il grande divario pensionistico è<br />

particolarmente discriminante.<br />

In pensione, meno potere d’acquisto<br />

Evoluzione dell’AVS rispetto all’aumento delle spese sanitarie e ai<br />

salari.<br />

Premi casse malati<br />

Evoluzione salariale<br />

140 %<br />

120 %<br />

100 %<br />

80 %<br />

60 %<br />

40 %<br />

20 %<br />

0 %<br />

1996<br />

Parità delle rendite? Un’utopia<br />

Media AVS<br />

Media LPP<br />

Media AVS<br />

2000<br />

Fonte: UST, UFSP, UFAS & Banca Migros<br />

Uomini (di tutte le età)<br />

Donne (di tutte le età)<br />

2004<br />

Costi casa di cura per abitante<br />

Rendite AVS<br />

2008<br />

2012<br />

Importo del nuovo ammontare AVS e LPP per genere, in franchi al<br />

mese, 2019<br />

2016<br />

2019<br />

Il budget (in deficit) di un pensionato<br />

Rendita AVS e LPP media 2018:<br />

3449<br />

Imposte: 266<br />

Affitti e spese accessorie (a pers.): 1035<br />

Premi della cassa malati: 408<br />

Emolumenti vari: 25<br />

di cui reddito disponibile: 1715<br />

Cibo/bevande: 422<br />

Abbigliamento/calzature: 59<br />

Spese sanitarie: 216<br />

Assicurazioni: 268<br />

Arredamento e varie: 96<br />

Altre spese di bilancio: 85<br />

Telefono/Internet/posta: 89<br />

Computer/radio e televisioni e altro: 45<br />

Riviste/libri/abbonamenti: 42<br />

Mezzi di trasporto: 172<br />

Cura del corpo e altro: 65<br />

di cui reddito disponibile restante:<br />

156<br />

Ristoranti/hotel: 133<br />

Relax/cultura: 212<br />

Regali/donazioni: 40<br />

Media LPP<br />

0 500 1000 1500 2000 2500<br />

Deficit: –229<br />

Fonte: Statistica delle nuove rendite UST Fonte: Statistica delle nuove rendite UST, HABE 2015–2017<br />

Come funziona il 2° pilastro?<br />

La rendita della previdenza professionale dipende da molti parametri complessi, regolamentati per legge (LPP).<br />

Accantonamento del risparmio durante l’attività lavorativa<br />

Consumo della disponibilità durante il pensionamento<br />

Da 25 anni<br />

Da 64 anni (F), 65 anni (M)<br />

Contributo di risparmio<br />

È assicurato obbligatoriamente<br />

il salario annuo compreso tra<br />

CHF 21 510 e CHF 86 040. Il<br />

contributo minimo di risparmio,<br />

corrisposto per metà dai datori<br />

di lavoro e per metà dai lavo -<br />

ratori, aumenta con l’età. Le<br />

casse pensioni possono stabilire<br />

un’aliquota contributiva più alta<br />

oppure assicurare la parte sotto<br />

e sovraobbligatoria.<br />

Interesse accreditato<br />

Fissato dal Consiglio federale,<br />

il tasso d’interesse minimo LPP<br />

definisce il tasso d’interesse<br />

annuo della parte obbligatoria.<br />

Questo tasso d’interesse deve<br />

essere accreditato al capitale<br />

rendita dell’assicurato. In calo<br />

costante dagli anni 2000, è ora<br />

fissato all’1 %.<br />

Tasso di conversione<br />

Percentuale che viene impiegata<br />

al momento del pensionamento<br />

per la conversione della parte<br />

obbligatoria dell’avere di<br />

vecchiaia in una rendita di<br />

vecchiaia annua. Attualmente<br />

ammonta al 6,8 %.<br />

Tasso d’interesse tecnico<br />

Tasso d’interesse proiettato al<br />

quale sarà remunerato l’avere di<br />

vecchiaia. Le casse pensioni in<br />

cui hanno una rappresentanza<br />

anche i lavoratori (v. pagine 4 e<br />

16) amministrano i fondi prima e<br />

durante il pensionamento.<br />

Fonte: CIEPP & UFAS


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

A chi affidare i tuoi fondi previdenziali? Alla Posta<br />

lo deciderà l’elezione del Consiglio di fondazione<br />

della Cassa pensioni, il prossimo ottobre.<br />

A primavera si è visto ancora una volta<br />

dove vengono prese le decisioni quando<br />

si tratta delle pensioni dei dipendenti<br />

della Posta. Chi decide è il<br />

Consiglio di fondazione della Cassa<br />

pensioni della Posta. A causa di problemi<br />

strutturali (tassi bassi, oscillazioni<br />

nei mercati finanziari), il Consiglio<br />

di fondazione ha approvato un<br />

pacchetto di misure che si ripercuote<br />

direttamente sugli importi delle rendite.<br />

In questo modo, nel 2022, viene<br />

ad esempio ridotto il tasso d’interesse<br />

tecnico. Un altro esempio: il tasso di<br />

conversione per le donne viene adeguato<br />

all’età ordinaria di pensionamento<br />

AVS. Le misure deliberate hanno<br />

complessivamente conseguenze<br />

dirette sui costi. Questo significa che<br />

devono essere finanziate. Grazie alla<br />

forte rappresentanza di <strong>syndicom</strong> nel<br />

Consiglio di fondazione, questo finanziamento<br />

non avviene unilateralmente<br />

a spese dei dipendenti della Posta<br />

(aumentando i contributi di risparmio),<br />

ma è soprattutto il datore di lavoro,<br />

la Posta svizzera SA, a pagare 200<br />

milioni di franchi per il finanziamento<br />

reciproco. Questa è musica per le<br />

orecchie dei dipendenti della Posta.<br />

Questo tipo di decisioni viene preso<br />

nei consigli di fondazione delle<br />

casse pensioni. Quello della Posta è su<br />

base paritetica. I dipendenti possono<br />

ripartirsi cinque seggi, e questo avviene<br />

ogni quattro anni tramite votazione.<br />

E sono esattamente queste le<br />

elezioni previste per ottobre (v. i candidati<br />

di <strong>syndicom</strong> nel ritratto del<br />

team a pagina 4). Può votare qualsiasi<br />

dipendente della Posta, delle affiliate<br />

e degli IP (purché assicurato), anche<br />

chi non ha un passaporto svizzero!<br />

<strong>syndicom</strong> promuoverà con grande impegno<br />

una campagna elettorale a favore<br />

dei suoi candidati. Vogliamo convincere<br />

personalmente ogni membro<br />

per telefono a votare la lista <strong>syndicom</strong>.<br />

Dal primo al 9 ottobre si svolgeranno<br />

campagne telefoniche nella tua regione.<br />

Vuoi contribuire, affinché la direzione<br />

nel Consiglio di fondazione della<br />

CP Posta continui a prendere le<br />

decisioni giuste per te?<br />

Contattaci: logistik@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Come eleggo i candidati<br />

di <strong>syndicom</strong>?<br />

1) Inserire la lista n. 01 «<strong>syndicom</strong>»<br />

nella busta fornita in dotazione e<br />

chiudere la busta! (Fig. 1)<br />

2) Firmare il certificato elettorale!<br />

(Fig. 2)<br />

3) Inserire la busta e la tessera elettorale<br />

nella busta di risposta ufficiale.<br />

La busta di risposta deve pervenire<br />

presso la CP della Posta entro e non<br />

oltre il 29 ottobre 2021.<br />

A ottobre, alla Posta si gioca una partita fondamentale per le pensioni dei lavoratori. (© Keystone-ATS)<br />

Ulteriori informazioni su<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/CPposta


«2/3 degli addetti al recapito prestano ore straordinarie,<br />

il 60% da una a due al giorno. Il restante anche di più» Urs Zbinden<br />

17<br />

Quando gli straordinari<br />

non pagati diventano la regola<br />

Nella logistica le ore straordinarie sono all’ordine del giorno.<br />

Lo dimostra un sondaggio di <strong>syndicom</strong> condotto presso gli<br />

addetti al recapito degli operatori postali privati.<br />

Il lungo viaggio dei pacchi è iniziato: l’ultimo miglio tocca ai lavoratori più sfruttati. (© Keystone-ATS)<br />

Le giornate di lavoro nella logistica<br />

sono lunghe. In particolare, gli addetti<br />

al recapito dei subappaltatori nel settore<br />

CEP (Corriere, Espresso e Pacchi)<br />

& Mail iniziano a lavorare la mattina<br />

presto e rientrano al deposito tardi<br />

la sera. Giornate lavorative di 10 ore<br />

costituiscono la regola piuttosto che<br />

l’eccezione. Anche se, secondo l’autorità<br />

di regolazione, la normale settimana<br />

lavorativa nel settore degli operatori<br />

postali è già pari a ben 44 ore,<br />

questa situazione crea delle ore straordinarie.<br />

In un’economia globale sempre<br />

più subordinata alle catene di<br />

approvvigionamento e pertanto alla<br />

logistica, il fenomeno del lavoro supplementare<br />

non retribuito nell’«ultimo<br />

miglio» (consegna dal magazzino<br />

al cliente) si riscontra ovunque. La<br />

pressione della concorrenza è enorme<br />

e i costi possono essere tagliati<br />

nell’«ultimo miglio» solo a scapito dei<br />

lavoratori. La parte principale dei costi<br />

deriva dal salario e nel traffico intenso<br />

non sono ancora immaginabili<br />

delle innovazioni tecnologiche. Ecco<br />

perché i mandati vengono esternalizzati<br />

a un determinato prezzo ai subappaltatori<br />

che poi devono ricorrere al<br />

lavoro supplementare non retribuito<br />

per evitare che i costi della forza lavoro<br />

superino il prezzo.<br />

Il diritto di far valere gli straordinari<br />

Durante le visite ai depositi di operatori<br />

postali privati come DPD o DHL è<br />

spesso emerso il tema delle ore straordinarie<br />

durante i colloqui con gli addetti<br />

al recapito. <strong>syndicom</strong> ha voluto<br />

vederci chiaro e questa primavera ha<br />

condotto un sondaggio sul tema. Abbiamo<br />

chiesto agli addetti se prestano<br />

regolarmente straordinari, se sì, quante<br />

ore al giorno. E se queste vengono<br />

retribuite. I risultati del sondaggio<br />

hanno confermato la nostra impressione.<br />

Il lavoro straordinario non retribuito<br />

è un tema importante nel settore:<br />

i 2/3 degli intervistati prestano<br />

regolarmente delle ore straordinarie.<br />

Il 60% da una a due ore al giorno, il restante<br />

addirittura di più. Nella grande<br />

maggioranza dei casi, ovvero il 76%,<br />

queste non vengono retribuite.<br />

Secondo la legge esiste però un diritto<br />

alle ore straordinarie che devono<br />

addirittura essere pagate con un supplemento<br />

del 25%. L’ideale, per chi intende<br />

far valere le proprie ore, è documentarle<br />

tramite un’app gratuita<br />

(disponibile sul nostro sito). <strong>syndicom</strong><br />

ha già fatto valere con successo le<br />

ore straordinarie e noi supportiamo i<br />

nostri membri nel farlo.<br />

Urs Zbinden<br />

La app di <strong>syndicom</strong><br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/logistica/cep-mail<br />

Il partenariato sociale<br />

in tribunale<br />

David Roth è segretario centrale del settore<br />

Logistica<br />

Eccoci qua! Un sabato soleggiato di<br />

fine maggio, nel grande auditorium<br />

sulla Wankdorfstrasse, sede principale<br />

della Posta. I rappresentanti della<br />

Posta con i loro avvocati, le delegazioni<br />

di <strong>syndicom</strong> e transfair con il proprio<br />

avvocato e la commissione paritetica<br />

di conciliazione composta da cinque<br />

membri: il tribunale del partenariato<br />

sociale. Partenariato sociale significa<br />

prendere sul serio le argomentazioni<br />

della controparte, cercare di capire le<br />

richieste e riuscire a conciliarle con le<br />

proprie esigenze. Spesso si riesce, ma<br />

non sempre.<br />

Ma che fare se l’interpretazione di<br />

un accordo è diversa? Che fare se le<br />

parti sociali non riescono ad accordarsi<br />

sul corretto aumento salariale? In<br />

ultima istanza, sia <strong>syndicom</strong> sia la<br />

Posta possono rivolgersi a una conciliazione<br />

esterna. Presso la Posta questo<br />

si è verificato recentemente in due<br />

casi: l’applicazione del piano sociale<br />

presso RetePostale e le trattative salariali<br />

per i dipendenti di Posta, PostFinance,<br />

AutoPostale e IMS.<br />

I risultati sono noti: 0,5 per cento<br />

di aumento salariale e un incremento<br />

degli stipendi minimi. Noi avremmo<br />

desiderato di più, la Posta di meno.<br />

Molto più soddisfacente il risultato<br />

presso RetePostale: continueranno a<br />

esserci misure d’accompagnamento<br />

in caso di taglio dei posti di lavoro. Oltre<br />

al piano sociale già in vigore, l’offerta<br />

di pensionamento anticipato per<br />

almeno due altri anni. Si sono così<br />

concluse due lotte che duravano da<br />

più di sei mesi.


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«L’azienda conduce una politica di austerità basata su<br />

fusioni, soppressioni di testate e licenziamenti» Melina Schröter<br />

Dialogo sociale ai minimi termini<br />

Un anno fa, TX Group aveva annunciato un piano di risparmio di<br />

70 milioni per i suoi media. In seguito, ha assicurato di voler avviare<br />

un dialogo con le redazioni e i partner sociali per un piano<br />

sociale quadro. Ma queste promesse sembrano più un’azione di<br />

marketing che la volontà di assumersi le proprie responsabilità.<br />

Politica di austerità e nient’altro<br />

Nella Svizzera romanda, dove sono<br />

stati soppressi 5 posti equivalenti a<br />

tempo pieno, la rappresentanza del<br />

personale e la direzione di Tamedia<br />

sono finalmente riuscite ad accordarsi<br />

su un piano sociale quadro di tre anni.<br />

L’editore zurighese ha anche promesso<br />

un congelamento dei licenziamenti.<br />

Ma questo piano sociale approvato<br />

dalle redazioni è stato ottenuto più<br />

grazie alla tenacia dei rappresentanti<br />

del personale che a una vera volontà di<br />

dialogo sociale di un’azienda che porta<br />

avanti una politica di austerità basata<br />

su fusioni, soppressioni di testate e<br />

licenziamenti.<br />

Continuano le proteste contro<br />

l’avidità di TX Group e del suo patron,<br />

Pietro Supino. (© Keystone-ATS)<br />

Ad agosto 2020, TX Group aveva annunciato<br />

tagli per 70 milioni e la volontà<br />

immediata di avviare nella Svizzera<br />

tedesca e nella Svizzera romanda<br />

delle discussioni con i partner sociali<br />

e le redazioni per la negoziazione di un<br />

piano sociale quadro. Ma da allora l’editore<br />

zurighese ha condotto le rappresentanze<br />

del personale in un lungo<br />

processo di negoziazioni fatto di una<br />

ventina di incontri durante i quali<br />

ogni piccola concessione della direzione<br />

è stata strappata con i denti. Una<br />

volta avviata la consultazione prima<br />

dei licenziamenti, i rappresentanti del<br />

personale, sostenuti in particolare da<br />

<strong>syndicom</strong>, hanno proposto numerose<br />

alternative di risparmio al fine di ridurre<br />

il numero di posti soppressi. Ma<br />

come tre anni fa in occasione della<br />

chiusura del giornale romando Le Matin,<br />

Tamedia ha respinto tutto salvo alcune<br />

partenze e riduzioni facoltative<br />

dell’orario di lavoro.<br />

A Berna, situazione scandalosa<br />

Anche nella Svizzera tedesca diverse<br />

alternative ai licenziamenti sono state<br />

proposte dalla commissione del personale<br />

di Bund e Berner Zeitung, supportate<br />

da <strong>syndicom</strong>. Le redazioni che<br />

hanno rifiutato a grande maggioranza<br />

le proposte della direzione in merito al<br />

piano sociale, si sono ormai rivolte<br />

all’Ufficio federale di conciliazione.<br />

Una situazione ancor più scandalosa<br />

in quanto è già stato avviato il licenziamento<br />

collettivo di una dozzina di dipendenti<br />

delle due redazioni bernesi,<br />

unite dal 1o ottobre. Nella lotta contro<br />

il referendum finalizzato al pacchetto<br />

di misure a favore dei media, i grandi<br />

editori farebbero bene a rinnovare il<br />

partenariato sociale.<br />

Melina Schröter<br />

Per seguire la battaglia dei quotidiani bernesi<br />

keinehalbenSachen.ch<br />

Sì al pacchetto di<br />

sostegno ai media<br />

e al maggior impegno<br />

dei Cantoni<br />

Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

e responsabile settore Stampa e media elettronici<br />

Le ultime divergenze nella promozione<br />

dei media sono state appianate. Per<br />

noi è importante che oltre ai media<br />

cartacei ottengano finalmente un sostegno<br />

finanziario anche i media online<br />

e i settori comuni del ramo (il Consiglio<br />

della stampa, la formazione,<br />

l’agenzia di stampa). In una società<br />

d’informazione democratica, ai media<br />

viene attribuito un ruolo fondamentale:<br />

riportare avvenimenti rilevanti,<br />

inquadrare i fatti, analizzare in<br />

modo critico, fare ricerche dietro le<br />

quinte dello Stato e dell’economia. I<br />

media indipendenti sono importantissimi<br />

soprattutto in un momento in<br />

cui le fake news sono in aumento.<br />

Molti media fanno fatica dal punto<br />

di vista economico anche perché stanno<br />

diminuendo pubblicità e abbonamenti.<br />

Questo si ripercuote negativamente<br />

sulla varietà di temi e opinioni,<br />

ma anche sui posti di lavoro e sulle<br />

condizioni lavorative degli operatori<br />

dei media.<br />

Ci impegniamo pertanto per potenziare<br />

la promozione dei media e diciamo<br />

no al referendum lanciato dagli<br />

ambienti di destra. Le aziende del settore<br />

dei media farebbero bene a dimostrarsi<br />

degne dei finanziamenti pubblici.<br />

Devono investire nel giornalismo<br />

indipendente e in condizioni di lavoro<br />

decorose, anziché continuare a tagliare<br />

posti.<br />

Anche i Cantoni devono promuovere<br />

il giornalismo. Ad esempio, il<br />

Canton Berna sta creando la base legale<br />

per una nuova promozione dei media.<br />

Lo apprezziamo e rivendichiamo<br />

misure dirette. Poiché a fare le spese<br />

del disinvestimento e della soppressione<br />

di posti in molte redazioni regionali,<br />

sono per lo più Comuni e Cantoni.<br />

È ora di promuovere il giornalismo<br />

anche a livello cantonale!


«Nel settore Corriere, Espresso e Pacchi solo un contratto<br />

collettivo forte può tutelare dal dumping salariale» Lena Allenspach<br />

19<br />

Subappalti, quando la catena<br />

genera dumping e lavoro nero<br />

Ci consegnano i pacchi. Si occupano della rete per le nostre<br />

telefonate. Di frequente sono subappaltatori. Una pratica sempre<br />

più diffusa nelle grandi aziende. Che spesso ha come conseguenze<br />

un minore controllo e la violazione di condizioni contrattuali<br />

vincolanti. Ecco cosa sapere sull’obbligo di diligenza.<br />

In qualità di sindacato, <strong>syndicom</strong> è<br />

specializzato nella negoziazione di<br />

Contratti collettivi di lavoro (CCL) e<br />

nel garantire standard minimi nel<br />

mondo del lavoro nonché nell’ulteriore<br />

sviluppo di migliori condizioni lavorative.<br />

Ma queste disposizioni sono<br />

davvero efficaci soltanto se le parti sociali<br />

rispettano l’obbligo di diligenza.<br />

Ovvero, se le condizioni non valgono<br />

solo per il primo appaltatore, bensì<br />

anche per tutta la catena di<br />

approvvigionamento. Per garantire le<br />

condizioni di lavoro in un intero settore,<br />

per far sottostare tutte le aziende<br />

alle stesse norme generali, ma anche<br />

per individuare eventuali violazioni<br />

alle leggi, servono Contratti collettivi<br />

di lavoro con carattere di obbligatorietà<br />

generale.<br />

Obbligo di diligenza<br />

Secondo la Segreteria di Stato dell’economia<br />

(SECO), l’obbligo di diligenza<br />

del primo appaltatore è composto in<br />

linea di principio da tre elementi,<br />

come indicato nell’ordinanza sui lavoratori<br />

distaccati. Innanzitutto, deve<br />

esserci la dimostrazione del rispetto<br />

delle condizioni salariali e lavorative:<br />

il primo appaltatore deve farsi dimostrare<br />

in modo credibile dal subappaltatore<br />

che quest’ultimo rispetta le<br />

condizioni lavorative e salariali minime.<br />

Il secondo elemento sono le disposizioni<br />

contrattuali. L’impresa appaltante<br />

deve farsi garantire dal<br />

subappaltatore, attraverso contratto,<br />

che quest’ultimo deve farsi autorizzare<br />

un eventuale trasferimento a secondi<br />

o terzi appaltatori. Infine, servono<br />

misure organizzative, ad esempio la<br />

verifica sul posto da parte del primo<br />

appaltatore al fine di garantire il rispetto<br />

delle condizioni.<br />

Subappalti nei settori di <strong>syndicom</strong><br />

Proprio nel settore dell’infrastruttura<br />

di rete molti compiti vengono svolti da<br />

subappaltatori. Sebbene i primi appaltatori<br />

siano tenuti a garantire contrattualmente<br />

il rispetto delle leggi<br />

svizzere, questo è di fatto solo difficilmente<br />

controllabile. Eventuali conseguenze<br />

sono il lavoro nero, l’assenza<br />

di contributi previdenziali, dumping<br />

salariale o massicce violazioni della<br />

legge sul lavoro. Per porre rimedio a<br />

questa situazione, nel settore dell’infrastruttura<br />

di rete c’è un CCL con carattere<br />

di obbligatorietà generale. Grazie<br />

a questo contratto, la commissione<br />

paritetica può effettuare controlli sul<br />

posto di lavoro e applicare sanzioni in<br />

caso di violazioni contro le misure<br />

contrattuali obbligatorie e intervenire<br />

presso i primi appaltatori.<br />

Settore pacchi, osservato speciale<br />

Uno scenario simile incombe anche<br />

sulla Posta. Ed è proprio anche presso<br />

il gigante giallo che un gran numero di<br />

mandati viene affidato a terzi. Sebbene<br />

il CCL Posta ponga una base solida<br />

per buone condizioni di lavoro nella<br />

logistica, nel mercato Corriere,<br />

Espresso e Pacchi (CEP & Mail) continuano<br />

a dominare condizioni di lavoro<br />

precarie. Anche nel settore CEP &<br />

Mail solo un contratto collettivo forte<br />

può fornire una protezione contro il<br />

dumping salariale. La Posta, nonché i<br />

fornitori privati come DHL, DPD, e<br />

così via, sono tenuti ad assumere il<br />

loro obbligo di diligenza nell’assegnazione<br />

di mandati a terzi.<br />

Lena Allenspach<br />

Le disposizioni della SECO<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/WuR0f<br />

Grazie all’obbligatorietà generale è possibile fare controlli, come qui nel caso dell’infrastruttura di rete. (© Demir Sönmez)


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«L’esempio di Google dimostra quanto sia alta l’esigenza<br />

di sindacalizzazione nel settore hi tech» Miriam Berger<br />

Quale salario mi spetta?<br />

Contrariamente ad altri paesi, in Svizzera non esiste un salario<br />

minimo nazionale. Il calcolatore salariale USS costituisce un utile<br />

indicatore per conoscere i compensi usuali di diversi settori.<br />

23 franchi: il salario orario minimo da poco bocciato in votazione nel Canton Basilea Città (© Keystone-ATS)<br />

Il 13 giugno scorso Basilea Città è stato<br />

il primo Cantone della Svizzera tedesca<br />

a decidere di introdurre per legge<br />

un salario minimo di 21 franchi<br />

all’ora. Gli elettori hanno sì respinto<br />

un’iniziativa lanciata dalla sinistra e<br />

dai sindacati per l’introduzione di un<br />

salario minimo di 23 franchi, ma hanno<br />

in compenso approvato la controproposta<br />

di Governo e Parlamento.<br />

Anche altri Cantoni dispongono di un<br />

salario minimo. Un precursore a livello<br />

svizzero è stato nel 2017 il Cantone<br />

di Neuchâtel, seguito dai Cantoni Giura,<br />

Ginevra e Ticino. I salari minimi variano<br />

da cantone a cantone e sono<br />

compresi tra 19 e 23 franchi per ogni<br />

ora di lavoro, anche se ci sono delle eccezioni.<br />

Attualmente nei comuni zurighesi<br />

di Kloten, Winterthur e Zurigo<br />

sono in corso corrispondenti iniziative<br />

comunali per un salario minimo di<br />

23 franchi. Questo è argomento di discussione<br />

anche in altri Cantoni.<br />

Maggiore trasparenza<br />

I salari minimi sono un elemento importante<br />

nella lotta contro bassi salari<br />

e dumping salariale. Favoriscono inoltre<br />

salari più alti e una maggiore parità<br />

salariale tra uomini e donne. In Svizzera<br />

circa la metà dei lavoratori è tutelata<br />

da un contratto collettivo di lavoro<br />

(CCL). Ma un CCL che stabilisca anche<br />

dei salari minimi è disponibile solo<br />

per 1,7 milioni dei complessivamente<br />

5 milioni di lavoratori.<br />

Un salario minimo offre un punto<br />

di partenza per dei salari equi. Ma<br />

come si fa a sapere quanto salario ci<br />

spetta? Il calcolatore salariale dell’Unione<br />

sindacale svizzera (USS) offre un<br />

orientamento pratico poiché calcola<br />

quanto i lavoratori guadagnano solitamente,<br />

con quale attività e quali qualifiche.<br />

Una banca dati affidabile<br />

Per farlo si basa su dati affidabili di salari<br />

usuali per il luogo e il ramo nonché,<br />

e questa è una novità, anche sui<br />

dati rappresentativi della rilevazione<br />

della struttura dei salari 2018 dell’Ufficio<br />

federale di statistica che registra<br />

circa 2 milioni di salari di 72 rami e 36<br />

mila aziende. Il calcolatore funziona<br />

in modo semplicissimo: si sceglie la<br />

professione nonché il ramo e si inseriscono<br />

i dati relativi all’impiego, come<br />

ad esempio la formazione conclusa<br />

oppure il numero di anni di esperienza<br />

professionale. Dopodiché si ottengono<br />

i salari usuali per il corrispondente<br />

profilo lavorativo. Inoltre, gli<br />

utenti vengono informati su eventuali<br />

contratti collettivi in vigore. Si intende<br />

così supportare i dipendenti nel calcolo<br />

individuale del salario che spetta<br />

loro e nella preparazione di rivendicazioni<br />

per le negoziazioni salariali.<br />

Eva Hirschi<br />

Il calcolatore salariale USS<br />

www.salaire-uss.ch<br />

Anche gli Zoogler hanno<br />

i loro rappresentanti<br />

Miriam Berger è segretaria centrale ICT<br />

A giugno presso Google si sono svolte<br />

per la seconda volta le elezioni di una<br />

rappresentanza del personale (RP).<br />

Mantenere la partecipazione regolamentata<br />

dei lavoratori presso Google è<br />

di grande importanza per il settore IT<br />

ancora piuttosto inesperto in materia.<br />

Due anni fa, Google Svizzera si era<br />

opposta a una RP e aveva tentato di<br />

impedire una manifestazione interna<br />

di <strong>syndicom</strong> in materia di partecipazione.<br />

Ma gli Zoogler (come vengono<br />

chiamati i dipendenti di Google a Zurigo)<br />

si sono impuntati e l’evento ha potuto<br />

comunque svolgersi. Gli Zoogler<br />

si sono alla fine conquistati la loro RP.<br />

Sindacato e rappresentanza del<br />

personale non hanno lo stesso ruolo,<br />

ma si completano mediante l’interazione<br />

e solo così riescono a essere vincenti.<br />

Da un lato la vita lavorativa dei<br />

dipendenti, dall’altro la pluriennale<br />

esperienza e la rete del sindacato.<br />

La ricetta vincente è la combinazione<br />

di impegno sul posto di lavoro e supporto<br />

indipendente da parte del sindacato.<br />

L’esempio di Google lo dimostra:<br />

l’esigenza di organizzazione sindacale<br />

nel settore tech è altrettanto acuta<br />

come del resto in tutti gli altri settori.<br />

Una rappresentanza del personale<br />

è un primo passo importante nella lotta<br />

per condizioni di lavoro migliori a<br />

livello collettivo. Questo include anche<br />

la vita attiva e l’organizzazione di<br />

istituzioni a suo tempo conquistate.<br />

In questo senso mi congratulo con tutti<br />

i membri di <strong>syndicom</strong> presso Google<br />

per la rielezione.


«Abbiamo studiato il modo di incoraggiare i lavoratori<br />

a riflettere sul loro futuro senza stress né timori» Matteo Antonini<br />

21<br />

Pronti ad affrontare l’avvenire<br />

<strong>syndicom</strong>, la Posta e Transfair lanciano insieme il programma<br />

«Fit im Beruf» attraverso il quale i lavoratori possono informarsi<br />

sulla loro situazione professionale e prepararsi alle sfide future.<br />

Il mondo del lavoro è in costante trasformazione.<br />

Una trasformazione che<br />

la digitalizzazione sta accelerando<br />

sempre più. Nascono nuove figure<br />

professionali e scompaiono altri settori<br />

lavorativi. Le carriere hanno pertanto<br />

un andamento che spesso non è<br />

lineare. Per i lavoratori, questo comporta<br />

delle opportunità, ma anche dei<br />

rischi. Presso la Posta Svizzera le cose<br />

non vanno tanto diversamente. «Dato<br />

che in futuro determinati settori sono<br />

destinati a scomparire, alcuni posti di<br />

lavoro sono in pericolo», afferma Matteo<br />

Antonini, responsabile del settore<br />

Logistica di <strong>syndicom</strong>. Insieme alla<br />

Posta, <strong>syndicom</strong> ha sviluppato il programma<br />

«Fit im Beruf» (Pronti per il<br />

mondo del lavoro), che stimola i dipendenti<br />

della Posta a confrontarsi<br />

per tempo con la propria situazione<br />

professionale e a organizzare al meglio<br />

i passi per affrontare le sfide future.<br />

E mantenere così la competitività<br />

sul mercato del lavoro.<br />

Ambasciatori del futuro<br />

Molti dipendenti si sono finora occupati<br />

troppo poco del loro sviluppo professionale,<br />

afferma Antonini. «La maggioranza<br />

vuole mantenere in primo<br />

luogo il proprio posto di lavoro attuale».<br />

Anche per questo motivo i cambiamenti<br />

nel mercato del lavoro sono causa<br />

di stress per molti dipendenti della<br />

Posta. «Abbiamo considerato in che<br />

modo poter incoraggiare i lavoratori a<br />

riflettere senza stress e senza timori<br />

sul loro sviluppo professionale», spiega<br />

Antonini. La soluzione: non sono i<br />

superiori che ti vengono a dire: «Devi<br />

fare qualcosa», bensì i colleghi. In una<br />

prima fase hanno partecipato al programma<br />

«Fit im Beruf» collaboratori<br />

esperti di diversi team. Nel Centro carriera<br />

della Posta essi hanno analizzato<br />

la loro situazione in maniera approfondita.<br />

Complessivamente, ora<br />

circolano 250 ambasciatori del futuro<br />

che trasmettono le proprie conoscenze<br />

ed esperienze ai loro colleghi motivandoli<br />

a chiedersi se sono pronti per<br />

il loro futuro professionale. Le offerte<br />

del programma sono gratuite e a disposizione<br />

di tutti.<br />

Ai blocchi di partenza, per essere competitivi sul<br />

mercato del lavoro del futuro. (© La Posta)<br />

Non solo prevenzione<br />

Il progetto delle parti sociali «Fit im<br />

Beruf» è nato durante le trattative per<br />

il nuovo CCL che è entrato in vigore<br />

all’inizio dell’anno. <strong>syndicom</strong> aveva richiesto<br />

non solo indennità ben definite<br />

nel caso di licenziamenti, bensì anche<br />

misure che impediscano in modo<br />

proattivo che le persone debbano<br />

ricorrere a un piano sociale. Ma «Fit im<br />

Beruf» non funziona solo come prevenzione<br />

delle crisi. L’offerta dà ai partecipanti<br />

anche la libertà di crearsi in<br />

modo autonomo il proprio futuro professionale.<br />

Affinché il cambiamento<br />

diventi un’opportunità.<br />

Basil Weingartner<br />

Il programma Pronti per il mondo del lavoro<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/dQqsW<br />

Matrimonio per tutti,<br />

sì lo voglio!<br />

Patrizia Mordini è membro del Comitato Direttivo<br />

e responsabile per le pari opportunità<br />

Il 26 settembre saremo chiamati a votare<br />

a favore del «matrimonio per tutti».<br />

Finalmente le coppie dello stesso<br />

sesso potranno ottenere gli stessi diritti<br />

delle coppie eterosessuali. Oggi ci<br />

sono differenze giuridiche, sebbene la<br />

Costituzione dichiari chiaramente che<br />

in Svizzera ogni persona è uguale davanti<br />

alla legge e garantisca il diritto al<br />

matrimonio. Pertanto, il matrimonio<br />

dovrà essere finalmente aperto anche<br />

alle coppie omosessuali, come avviene<br />

già da tempo in altri paesi. In Europa,<br />

16 Stati hanno introdotto il matrimonio<br />

per tutti e, fuori dall’Europa, altri<br />

12 paesi.<br />

Ulteriori diritti riguardano l’adozione<br />

di bambini, l’accesso alla medicina riproduttiva<br />

e la naturalizzazione. Le<br />

coppie di donne sposate potranno anche<br />

avere accesso alla donazione di<br />

sperma. I figli che crescono presso<br />

coppie dello stesso sesso e le famiglie<br />

arcobaleno sono oggi una realtà. La<br />

legge non nuoce a nessuno, bensì consente<br />

finalmente di eliminare l’attuale<br />

disparità di trattamento per le coppie<br />

omosessuali.<br />

La controparte ha lanciato il referendum<br />

e svolge una campagna contro il<br />

matrimonio per tutti usando false argomentazioni.<br />

È pertanto importante<br />

conoscere i fatti e informarsi bene, ad<br />

esempio sul sito www.matrimoniopertutti.ch<br />

L’Unione sindacale svizzera e <strong>syndicom</strong><br />

approvano questi adeguamenti<br />

legislativi attesi da tempo – finalmente<br />

uguaglianza per tutti!


22<br />

Politica<br />

Unione Europea,<br />

due pesi e due misure<br />

Proprio mentre si dota di una direttiva per tutelare i lavoratori<br />

all’interno dei suoi confini, l’Unione Europea pretende che<br />

la parità di trattamento non valga invece per i lavoratori<br />

distaccati in Svizzera. Questo è stato – anche – uno dei motivi<br />

che hanno portato all’interruzione dei negoziati per l’accordo<br />

quadro Svizzera-Ue.<br />

Ne abbiamo parlato con Luca Visentini, segretario generale<br />

della Confederazione europea dei sindacati (CES).<br />

Testo: Federico Franchini<br />

Foto: ETUC/CES<br />

I sindacati si sono<br />

trovati di fronte<br />

a un ricatto per far<br />

cadere le misure di<br />

accompagnamento<br />

Dal suo osservatorio europeo è stato<br />

sorpreso dalla rottura dei negoziati<br />

da parte elvetica?<br />

Ammetto che un po’ di sorpresa c’è<br />

stata. Non pensavo che la Svizzera<br />

fosse così ferma nel mantenere una<br />

posizione, quella d’interrompere il<br />

negoziato, che considero corretta.<br />

Una sorpresa positiva, quindi?<br />

Sì. È stata messa fine a un negoziato<br />

impostato in maniera sbagliata. Perché<br />

non ho mai percepito nessuna<br />

reale volontà da parte dell’Ue ad<br />

aprire su alcuni punti critici, in particolare<br />

quello sulle condizioni dei<br />

lavoratori e delle misure d’accompagnamento.<br />

Per questo temevo che il<br />

Governo svizzero avrebbe accettato<br />

questa pressione terribile che veniva<br />

dall’Ue.<br />

Quale è stato il ruolo del movimento<br />

sindacale svizzero?<br />

Non c’è dubbio che la decisione finale<br />

del Consiglio federale sia scaturita<br />

anche a seguito della ferma<br />

posizione dei sindacati che, anche<br />

con il nostro aiuto, si sono mobilitati<br />

in maniera eccezionale per evitare<br />

che si prendessero decisioni che sarebbero<br />

state molto nefaste per i lavoratori.<br />

La CES ha più volte sostenuto la posizione<br />

intransigente dei sindacati<br />

svizzeri sulla questione della protezione<br />

dei salari. Perché, dal mondo<br />

sindacale europeo era importante<br />

questo sostegno ai colleghi elvetici?<br />

Poiché noi riteniamo che le misure<br />

d’accompagnamento che esistono<br />

in Svizzera sono molto positive. Esse<br />

difendono gli interessi dei lavoratori,<br />

le condizioni di lavoro, salariali e<br />

di protezione sociale e soprattutto<br />

realizzano la parità di trattamento<br />

tra i lavoratori in Svizzera e i lavoratori<br />

europei che vanno a lavorare in<br />

Svizzera. Per noi la difesa di queste<br />

misure d’accompagnamento è stata<br />

una sorta di battaglia simbolica per<br />

poter riaffermare la necessità di avere<br />

sempre e comunque parità di<br />

trattamento e condizioni giuste di<br />

lavoro e di protezione sociale.<br />

Se la Svizzera non ha certo brillato<br />

durante queste trattative (si veda la<br />

concessione fatta da Ignazio Cassis<br />

di mettere sul tavolo negoziale le<br />

misure d’accompagnamento), come<br />

valuta l’operato dell’Europa?<br />

Siamo stati molto infastiditi dall’atteggiamento<br />

contraddittorio e schizofrenico<br />

dell’Ue. Un modo di fare<br />

che non abbiamo potuto accettare.<br />

L’Ue ha realizzato al suo interno la<br />

revisione della direttiva sul lavoro<br />

distaccato il cui elemento centrale è<br />

proprio quello di affermare la parità<br />

di trattamento salariale ed eliminare<br />

così i fenomeni di dumping e di<br />

concorrenza sleale al ribasso a danno<br />

di lavoratori distaccati all’inter-


«Speriamo che dopo un po’ di riflessione si possa tornare al tavolo il prima<br />

possibile con proposte diverse e con la capacità di far ripartire un negoziato<br />

sulla base di premesse più positive. Nel frattempo, è assolutamente necessario<br />

rispettare le norme che esistevano già prima»<br />

23<br />

no dell’Ue. Per questo trovo paradossale<br />

che in un momento in cui<br />

l’Europa ha applicato il principio<br />

della parità di trattamento al suo interno,<br />

pretende ora che questo principio<br />

sia cancellato nell’ambito<br />

dell’accordo con la Svizzera.<br />

C’è ancora lo spauracchio dell’idraulico<br />

polacco all’interno dell’Ue?<br />

La situazione è sicuramente migliorata,<br />

proprio grazie a questa direttiva<br />

e anche alla creazione dell’Autorità<br />

europea del lavoro che aiuta<br />

molto a monitorare e a sanzionare<br />

le violazioni. La concorrenza sleale<br />

tra lavoratori non esiste più. Ciò<br />

non significa che sia tutto perfetto:<br />

ci sono ancora molte violazioni, soprattutto<br />

in alcuni settori come<br />

quello dei trasporti, e resta ancora<br />

da concretizzare la parità in termini<br />

di sicurezza sociale.<br />

Come si spiega questo atteggiamento<br />

contraddittorio da parte dell’Ue?<br />

Queste contraddizioni sono dovute<br />

al fatto che i soggetti all’interno<br />

dell’Ue che hanno negoziato le direttive<br />

sul lavoro distaccato e quelli<br />

che hanno negoziato l’accordo con<br />

la Svizzera sono soggetti diversi. Un<br />

dossier è stato affrontato dalla divisione<br />

occupazione e affari sociali, la<br />

quale è molto più attenta alla tutela<br />

dei diritti dei lavoratori. D’altra parte,<br />

il ruolo della Direzione generale<br />

del commercio (DG Trade) nella negoziazione<br />

dell’accordo con la Svizzera<br />

è stato molto negativo.<br />

Quale è stata l’influenza del padronato<br />

europeo sulla DG Trade?<br />

Il mondo delle imprese ha giocato<br />

un ruolo molto importante e assai<br />

negativo. Ci sono state delle pressioni<br />

fortissime da parte delle organizzazioni<br />

imprenditoriali. Queste ultime<br />

non hanno mai digerito la<br />

revisione della direttiva distacchi e<br />

La concorrenza<br />

sleale tra lavoratori<br />

non esiste più, ma<br />

non tutto è perfetto<br />

hanno tentato in tutti i modi di bloccarla.<br />

Per fortuna non ci sono riusciti.<br />

Hanno così voluto vendicarsi di<br />

questa sconfitta pretendendo di potere<br />

fare dumping salariale e sociale<br />

almeno con la Svizzera. Inoltre, questo<br />

tipo di negoziati avviene nelle segrete<br />

stanze: non c’è un vero processo<br />

di controllo democratico e tutto<br />

viene fatto a livello di funzionari. In<br />

questo caso quelli della DG Trade,<br />

che sono sempre sotto l’influenza<br />

degli imprenditori perché tendono a<br />

tutelare gli interessi commerciali<br />

delle imprese più di altre cose.<br />

La rottura delle trattative per l’accordo<br />

quadro ha però anche impedito<br />

di estendere alcuni diritti che<br />

avrebbero avvantaggiato i lavoratori<br />

migranti (europei) in Svizzera. Penso<br />

alla questione della cittadinanza<br />

europea, uno dei punti del negoziato<br />

tanto osteggiato dalla destra. I<br />

sindacati non avrebbero potuto fare<br />

qualche compromesso in più a favore<br />

di un accordo sociale?<br />

Abbiamo seguito i negoziati da vicino<br />

e quello che posso dire è che i sindacati<br />

svizzeri hanno dato prova di<br />

grande disponibilità nell’interpretare<br />

la modalità delle misure d’accompagnamento<br />

per cercare di ridurre<br />

per quanto possibile i pesi burocratici<br />

alle imprese. Il problema è che si<br />

sono trovati di fronte a un ricatto: in<br />

cambio di belle misure come la cittadinanza<br />

europea avrebbero dovuto<br />

fare cadere le misure d’accompagnamento.<br />

Senza contare le vendette<br />

commerciali già ventilate. I sindacati<br />

sono stati molto aperti, ma hanno<br />

avuto di fronte una controparte chiusa<br />

e con atteggiamenti ricattatori.<br />

In questo momento di impasse, come<br />

può contribuire il movimento sindacale<br />

a riavvicinare Ue e Svizzera?<br />

Ci teniamo costantemente in contatto<br />

con i colleghi svizzeri e continuiamo<br />

a fare pressione sulla Commissione<br />

europea perché rivalutino<br />

il dossier in maniera più aperta e<br />

progressista. Stiamo ad esempio<br />

cercando di far pressione sulla DG<br />

Occupazione perché assuma un ruolo<br />

più attivo e più rilevante in questa<br />

discussione. Occorre infatti controbilanciare<br />

l’approccio super-neoliberista<br />

che viene portato avanti dalla<br />

DG Trade.<br />

Ue, debole coi<br />

forti e viceversa<br />

“Accordo storico”. “Risultato straordinario”.<br />

La Commissione Europea<br />

ha usato toni trionfalistici per<br />

annunciare la tassa globale. All’ultimo<br />

G20 di Venezia, le potenze mondiali<br />

hanno stabilito che le grandi<br />

aziende pagheranno una tassa minima<br />

del 15% e dovranno versare le imposte<br />

nei paesi dove vendono prodotti<br />

e servizi. I giganti del digitale<br />

(GAFAM, ovvero Google, Amazon,<br />

Facebook, Apple e Microsoft) non<br />

potranno più avere sede in Irlanda o<br />

Lussemburgo, che hanno offerto<br />

loro tassazioni di favore.<br />

Un duro colpo al dumping fiscale,<br />

quindi? Non sembra. Anche perché<br />

questa tassa – minima – verrebbe<br />

applicata soltanto alle aziende<br />

con fatturato superiore a 20 miliardi<br />

di euro e redditività superiore al 10%:<br />

clausole che potrebbero escludere<br />

addirittura Amazon! L’accordo storico<br />

si sta sgonfiando, anche nella<br />

tempistica: il piano di attuazione è<br />

stato rimandato a ottobre. L’Unione<br />

Europea non ha avuto la forza (e il<br />

coraggio) di aumentare l’aliquota<br />

minima almeno al 25%, come chiedevano<br />

l’Oxfam e la Commissione<br />

Indipendente per la Riforma della<br />

Tassazione Internazionale delle Imprese<br />

(Icrict) dell’ONU. E pensare<br />

che, fino agli Anni Ottanta, quasi<br />

metà del reddito delle grandi aziende<br />

statunitensi se ne andava in tasse.<br />

Le politiche neoliberali, secondo cui<br />

combattere la crescita delle aziende<br />

avrebbe indebolito l’economia, hanno<br />

fatto il resto. Come dice lo scrittore<br />

e attivista Cory Doctorow, “se<br />

smetti di rafforzare le norme antitrust,<br />

poi non puoi sorprenderti che<br />

si creino i monopoli: è come spargere<br />

zucchero sul pavimento e stupirsi<br />

che si riempia di formiche”. Che<br />

sono diventate sempre più grasse.<br />

Come denuncia un rapporto di Pro-<br />

Publica, le persone più ricche del<br />

mondo pagano tasse irrisorie: Bezos<br />

di Amazon l’1%, Elon Mask di Tesla<br />

il 3%. Aliquote ridicole. Se all’imposta<br />

sul reddito si sommano i contributi<br />

sociali, nei paesi del G7 i lavoratori<br />

arrivano a pagare il 20-30% e<br />

spesso il 40%. Altro che il 15% concesso<br />

ai GAFAM. (Giovanni Valerio)<br />

Comunicato stampa del Consiglio Federale<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/75nHS<br />

Il rapporto di ProPublica<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/ALhHp


24 Politica<br />

Stop all’abolizione<br />

della tassa di bollo<br />

REFERENDUM<br />

Nonostante le votazioni popolari perse, il<br />

consigliere federale Ueli Maurer fa un nuovo<br />

tentativo per favorire i ricchi e la piazza<br />

finanziaria. Ora ci prova con l’abolizione della<br />

tassa di bollo, una vecchissima rivendicazione<br />

di banche e assicurazioni.<br />

Testo: Daniel Lampart, capoeconomista USS<br />

Finora tutti i tenta tivi in Parlamento hanno potuto essere<br />

respinti, anche perché il progetto comporta perdite fiscali<br />

nell’ordine di 2-3 miliardi di franchi. Il Parlamento<br />

e il consigliere federale Maurer puntano ora su una tattica<br />

volta a essere la meno trasparente possibile: hanno<br />

suddiviso l’abolizione in diverse tappe nella speranza<br />

che le singole fasi passino inosservate. L’USS ha però<br />

avviato il referendum contro la prima tappa.<br />

Fumo negli occhi<br />

La prima tappa comprende l’abolizione della tassa<br />

d’emissione sulle azioni e sul capitale proprio generando<br />

così perdite per 200–250 milioni di franchi. La seconda<br />

parte comprende l’abolizione della tassa di negoziazione<br />

sulle obbligazioni e la soppressione dell’imposta preventiva<br />

sugli interessi obbligazionari. Qui la Confederazione<br />

calcola perdite per 200 milioni di franchi mentre l’USS<br />

ne stima oltre 500. In una terza fase si intendono sopprimere<br />

le altre tasse di negoziazione nonché la tassa di<br />

bollo sulle assicurazioni generando così un buco di ulteriori<br />

2 miliardi di franchi.<br />

NO<br />

ALLA FREGATURA<br />

DELLA TASSA DI<br />

BOLLO<br />

Una sorta di imposta sostitutiva<br />

Questo programma di riduzione delle tasse serve solo<br />

alla piazza finanziaria, ai ricchi e a chi percepisce redditi<br />

elevati. Poiché sono soprattutto le famiglie con un patrimonio<br />

di diversi milioni di franchi a possedere comunque<br />

grandi partecipazioni azionarie e altri titoli. I 50mila<br />

contribuenti più ricchi della Svizzera possiedono circa<br />

tre quarti di tutte le azioni in possesso alle famiglie svizzere.<br />

Il valore dei titoli è nettamente superiore al loro<br />

conto in banca. Lo dimostrano alcuni studi sulle tasse<br />

patrimoniali condotti in diversi Cantoni. La tassa di<br />

bollo sostituisce oggi in parte la mancante imposta sugli<br />

utili da capitale. Se viene abolita, vengono privilegiati i<br />

possessori di titoli. E se viene abolita l’imposta preventiva<br />

sui rendimenti obbligazionari, gli investitori abbienti<br />

potranno sottrarsi all’obbligo fiscale grazie al segreto<br />

bancario. I lavoratori dovrebbero invece continuare a pagare<br />

l’imposta preventiva sui loro conti correnti bancari.<br />

Abolendo la tassa di bollo verrebbe privilegiato anche il<br />

settore finanziario. Molte prestazioni di banche e assicurazioni<br />

non sono soggette all’imposta sul valore aggiunto.<br />

La tassa di bollo serve oggi come una specie di imposta<br />

sostitutiva.<br />

Perdite fiscali sottostimate<br />

Come già avvenuto nelle precedenti riforme fiscali, la<br />

Confederazione sottostima le perdite fiscali. Lo scorso<br />

anno, la tassa di bollo da sola ha apportato alla Confederazione<br />

2,42 miliardi di franchi che verrebbero meno in<br />

caso di una totale abolizione. Nel caso dell’imposta preventiva<br />

sulle obbligazioni vi si aggiungono perdite<br />

nell’ordine di diverse centinaia di milioni di franchi.<br />

Inoltre: l’abolizione della tassa sulle emissioni potrebbe<br />

comportare perdite anche presso i Cantoni e i Comuni.<br />

A causa della tassa sulle emissioni, le aziende dichiarano,<br />

ad esempio al momento della fondazione, un valore<br />

basso per gli investimenti materiali. Di conseguenza possono<br />

ammortizzare di meno e pagano un po’ più di imposte<br />

sugli utili. Senza la tassa sulle emissioni, per le<br />

aziende diventa più allettante sovrastimare il valore degli<br />

investimenti materiali con conseguenti ammortamenti<br />

più elevati e pertanto imposte sugli utili più basse.<br />

FIRMI IL REFERENDUM!<br />

Riduzioni da troppo tempo<br />

Già dalla metà degli Anni Novanta le tasse per chi guadagnava<br />

bene e per i benestanti sono state ridotte in diverse<br />

fasi. I Cantoni hanno ridotto fortemente le imposte<br />

sul reddito. In molti Cantoni le tasse patrimoniali per<br />

milionari sono state addirittura dimezzate. Nella Svizzera<br />

centrale le aliquote si attestano oggi nel frattempo<br />

all’1–2 per mille. La riforma dell’imposizione delle imprese<br />

II ha ridotto le imposte per il capitale di ulteriori<br />

1,5–2,2 miliardi di franchi all’anno. Gli oneri per i cittadini<br />

normoreddito sono invece aumentati, soprattutto a<br />

causa dell’aumento dei premi delle casse malati. Un’abolizione<br />

della tassa di bollo favorirebbe ulteriormente i<br />

ricchi.<br />

Firma il referendum su<br />

fregatura-no.ch


Diritto e diritti<br />

25<br />

Dal 1° marzo 2021 ho un nuovo impiego.<br />

Ho appena ricevuto il corrispettivo certificato<br />

della cassa pensioni e ho scoperto<br />

che l’attuale cassa pensioni presenta<br />

una sottocopertura e che, come<br />

lavoratrice, devo compensarla versando<br />

dei contributi più elevati. Posso fare<br />

qualcosa? In fondo si tratta dei miei<br />

soldi e devo pur pagare i contributi.<br />

Inoltre la rendita AVS non è sufficiente<br />

per coprire i costi della vita. Questo<br />

probabilmente non cambierà neppure<br />

con l’imminente revisione.<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

Sostanzialmente no. Ma in caso di sottocopertura il datore di<br />

lavoro non ha normalmente alcun interesse a restare in questa<br />

cassa pensioni, poiché deve pagare almeno la metà dei contributi<br />

più elevati. Se il datore di lavoro decide di cambiare cassa,<br />

potrà farlo soltanto con il consenso del personale o di una<br />

rappresentanza dei lavoratori (art. 11 cpv. 3bis legge sulla<br />

previdenza professionale e art. 10 legge sulla partecipazione).<br />

In ogni caso, la scelta della cassa pensioni spetta al datore di<br />

lavoro.<br />

Com’è possibile che una cassa pensioni<br />

presenti una sottocopertura? Non<br />

esistono delle disposizioni o un’autorità<br />

di vigilanza che prevengano investimenti<br />

sbagliati del grande capitale che<br />

hanno a disposizione?<br />

Sto riflettendo se mettermi in proprio.<br />

Posso, in qualità di persona singola,<br />

aderire a una cassa pensioni e come<br />

devo procedere?<br />

Certo, ci sono le autorità di vigilanza cantonali nonché disposizioni<br />

giuridiche su come le casse pensioni possono investire<br />

il denaro. Si punta a strategie d’investimento sicure. Solo una<br />

piccola parte può essere investita in investimenti più rischiosi.<br />

Ma le disposizioni sono vincolanti solo per la parte obbligatoria<br />

e non per quella sovraobbligatoria. Inoltre, i lavoratori<br />

hanno un diritto di partecipazione alle strategie d’investimento.<br />

Conformemente alla legge sulla previdenza professionale,<br />

lavoratori e datori di lavoro eleggono quindi uno stesso<br />

numero di rappresentanti per l’organo supremo della cassa<br />

pensioni. Quest’ultimo stabilisce gli obiettivi e i principi della<br />

gestione patrimoniale nonché dell’attuazione e del monitoraggio<br />

del processo d’investimento.<br />

Sì, a seconda del settore in cui operi, puoi aderire a una cassa<br />

pensioni collettiva della tua associazione di categoria. Oppure<br />

puoi assicurarti come persona singola presso la Fondazione<br />

istituto collettore LPP. Ci sono però anche casse pensioni che<br />

offrono soluzioni previdenziali destinate appositamente ai<br />

lavoratori indipendenti (ad es. la cassa pensioni freelance per<br />

i membri di <strong>syndicom</strong>). Altrimenti puoi informarti presso<br />

l’autorità di vigilanza cantonale su quali casse pensioni assicurano<br />

i lavoratori indipendenti e chiedere un preventivo.<br />

Tutte le precedenti rubriche su internet:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti


26 Rubriche<br />

Idee<br />

Si riparte in presenza<br />

Il primo semestre dei corsi Helias di<br />

quest’anno è stato singolare (e speriamo<br />

unico), a causa delle restrizioni<br />

legate alla situazione sanitaria.<br />

Ciò nonostante, il bilancio è positivo,<br />

secondo la coordinatrice Linda<br />

Eidenbenz: «Diversi corsi sono stati<br />

confermati e si sono potuti svolgere<br />

online. L’arrivo della bella stagione<br />

e l’allentamento delle restrizioni<br />

hanno permesso di organizzare l’ultimo<br />

corso del semestre in presenza.<br />

Molti sono sempre disponibili su<br />

richiesta: la lista aggiornata si può<br />

consultare sul sito di Helias. Una<br />

volta raggiunto il numero minimo<br />

di soli 4 iscritti, si può concordare<br />

con il docente la data e l’impostazione<br />

del corso, che in alcuni casi, a seconda<br />

degli argomenti, si può seguire<br />

anche da casa su una piattaforma<br />

online». A settembre, condizioni sanitarie<br />

permettendo, si ripartirà con<br />

le lezioni in presenza. In particolare,<br />

con un super-corso come «Social<br />

media: dalla A alla Z» (di cui abbiamo<br />

parlato sullo scorso numero), sei<br />

lezioni per muoversi con successo<br />

sulle diverse piattaforme online.<br />

A seguire, ai primi di ottobre, torna<br />

l’esperta di proprietà intellettuale<br />

Barbara Solari a trattare di copyright.<br />

Ad affiancarla, per scoprire la<br />

nuova legge europea per la gestione<br />

dei dati dei clienti (GDPR), ci sarà<br />

Andrea Tedeschi. Infine, dall’11 ottobre<br />

l’esperto di marketing Stefano<br />

Bosia spiegherà come trasformare<br />

il reclamo in vantaggio (e un cliente<br />

da insoddisfatto a fedele). Un corso<br />

adatto a tutti quelli che lavorano a<br />

contatto con la clientela, dagli indipendenti<br />

al centralino. Attraverso<br />

tecniche di ascolto attivo e di comunicazione<br />

verbale e non, si impara a<br />

gestire al meglio il reclamo, in un<br />

periodo in cui il passaparola (nella<br />

vita vera e in rete) è sempre più importante.<br />

Giovanni Valerio<br />

Conquiste sociali a venire<br />

© Mario Comensoli<br />

Prime pagine di giornali (apparsi,<br />

tra gli altri, su «Lotta Sindacale»),<br />

manifesti e locandine che illustrano<br />

le scuole serali, i pre-apprendistati e<br />

il lavoro sindacale svizzero tra gli<br />

anni ’70 e ’90: sono alcuni dei numerosi<br />

lavori di Mario Comensoli<br />

esposti alla Casa del Popolo di Bellinzona.<br />

L’artista ticinese noto per<br />

«lavoratori in blu» (scomparso nel<br />

1993) viene qui ricordato con una<br />

trentina di fogli rivolti a individui e<br />

collettività e che illustrano le diverse<br />

componenti sociali e biografiche<br />

della Svizzera – emigranti, emarginati,<br />

lavoratori e lavoratrici, giovani<br />

– i cui percorsi personali e professionali<br />

si intrecciano e, in nome della<br />

solidarietà, si legano tra loro.<br />

Come legate, in una stretta di mano,<br />

sono le tre giovani figure che appaiono<br />

nel manifesto SPE – Scuola<br />

professionale emigrati – del 1987:<br />

due ragazzi e una ragazza, con un<br />

portamento sicuro, quasi proiettati,<br />

senza disperazione, in un futuro di<br />

cui vogliono essere protagonisti. E il<br />

cui protagonismo non è da temersi.<br />

Difficile, infatti, non sentirsi spinti<br />

a socializzare con questi giovani,<br />

che abbozzano sorrisi, hanno bocche<br />

belle e carnose e aspetti curati,<br />

anche quando – come la donna vestita<br />

di blu con la divisa di chi lavora<br />

in fabbrica illustrata sulla pagina di<br />

Flel nel l’aprile del 1971 – con un microfono<br />

in mano alzano il pugno per<br />

i diritti del lavoro, oppure se ne<br />

stanno seduti, quasi accovacciati,<br />

vulnerabili, vestiti con panni scuri e<br />

troppo larghi, lo sguardo assorto.<br />

Non c’è mai spazio, nelle figure di<br />

Comensoli, per meschinità, commiserazione<br />

o compatimento, perché a<br />

essere cantata è l’epica dei lavoratori<br />

e delle lavoratrici, delle loro conquiste<br />

sociali presenti e a venire.<br />

Valeria Camia<br />

Opinioni da ascoltare<br />

© Chris Lynch/Unsplash<br />

L’anno del contagio ha rappresentato<br />

un incredibile acceleratore di<br />

processi digitali che erano già in<br />

corso da tempo. Il telelavoro, la<br />

scuola a distanza, il commercio<br />

online sono entrati prepotentemente<br />

(e forzatamente) nelle nostre vite.<br />

Ed è stato così anche per i podcast,<br />

i file audio (ma anche video) che si<br />

possono ascoltare quando si vuole e<br />

che permettono a tutti di esprimersi<br />

e di raggiungere anche un pubblico<br />

ampio. Il 2020 ha visto l’esplosione<br />

del fenomeno: nel mondo sono nati<br />

più di 900mila nuovi podcast, quasi<br />

il triplo dell’anno precedente, secondo<br />

i dati di Chartable. Molti non<br />

dureranno più di qualche episodio,<br />

anche se si stima che almeno il 25%<br />

supera la soglia dei dieci episodi. In<br />

Svizzera ne sono sorti 500, che sono<br />

andati ad aggiungersi al migliaio già<br />

esistenti, occupandosi di argomenti<br />

di tutti i tipi, dallo sport alla sessualità,<br />

anche se dominano sempre<br />

quelli culturali ed educativi. In Ticino,<br />

attivissimo è il podcast di Amalia<br />

Mirante, docente di economia<br />

alla Supsi, che ogni settimana propone<br />

brevi commenti all’attualità<br />

economica e politica, oltre a brevi<br />

«pillole» di economia. Nato da poco,<br />

ma molto presente, è il blog «Naufraghi»,<br />

creato per «affrontare il<br />

mare aperto, anche agitato, anche<br />

minaccioso di questi tempi, ma che<br />

ci impegni in una sopravvivenza più<br />

cosciente, più ragionata, più motivata.<br />

E più sociale. Sì, sociale. Collettiva».<br />

Forti della loro esperienza nella<br />

Rsi, spesso i collaboratori di «Naufraghi»<br />

propongono interviste e<br />

commenti video su YouTube, che si<br />

prestano da ascoltare come podcast<br />

(anche perché l’elemento video non<br />

è ancora particolarmente curato).<br />

Una voce controcorrente in un panorama<br />

mediatico che purtroppo si<br />

sta sempre più uniformando.<br />

Giovanni Valerio<br />

Informazioni aggiornate sui corsi Helias<br />

al sito www.helias.ch<br />

«Comensoli e la solidarietà sindacale» in<br />

mostra alla Casa del Popolo, Bellinzona<br />

economiaconamalia.com<br />

naufraghi.ch


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi Sciopero delle donne 2021, comunque in piazza / Striscioni contro un salario<br />

da miseria alla Posta / Giù le mani dalle pensioni delle donne, ci si prepara<br />

alla manifestazione nazionale del 18 settembre<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4


1-4. A Berna, Zurigo, Losanna o Bellinzona, il 14 giugno <strong>syndicom</strong> ha ricordato che ogni giorno, a partire dalle 15.19 le donne lavorano gratis.<br />

Due anni dopo lo storico Sciopero delle donne, ci sono stati ben pochi progressi nella parità salariale. Ma noi non molleremo. (© Marc Wegmüller)<br />

5-6 . Accompagnata dai rappresentanti sindacali, una delegazione di dipendenti di Epsilon, azienda di proprietà della Posta, ha recentemente protestato<br />

contro il nuovo sistema salariale che prevede un salario orario di soli 17.44 franchi. All’inizio di luglio, la Posta ha infine comunicato l’intenzione di<br />

liquidare Epsilon per integrarla nelle sue filiali per il recapito, Presto e Direct Mail Company (DMC). (© <strong>syndicom</strong>)<br />

7-8 . Altri 80 anni di disuguaglianza tra le pensioni di donne e uomini? Non se ne parla! A inizio giugno, i sindacati e i loro rappresentanti hanno indetto<br />

una conferenza stampa per ricordare tutti i passi che devono essere fatti per raggiungere l’uguaglianza pensionistica tra donne e uomini. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

Credo nelle battaglie per la giustizia»<br />

Nata in Italia, in provincia di Bari,<br />

Angela Parisi ha vissuto in Svizzera<br />

dapprima a San Gallo (con il suo ex<br />

marito) e in Ticino dal 2008. Ha lavorato<br />

in una fabbrica di cioccolata, come<br />

donna delle pulizie, portinaia, insegnante<br />

di italiano alla scuola Migros e<br />

in altre scuole private. È stata impiegata<br />

della CNA (Confederazione Nazionale<br />

dell’Artigianato) e ha fondato una<br />

cooperativa di servizi. In Italia, con la<br />

sorella, per 4 anni ha anche gestito<br />

una vineria a Senigallia. Madre di 4 figli,<br />

dal marzo 2009 lavora alla Posta.<br />

Si è subito iscritta a <strong>syndicom</strong> e ora è<br />

presidente della Commissione del<br />

Personale e membro del Comitato<br />

centrale.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Sandro Mahler<br />

L’unione fa la forza<br />

non è soltanto un<br />

proverbio, ma la realtà<br />

Le ingiustizie mi danno fastidio. Da<br />

sempre. Da quando ero ragazzina.<br />

All’ultimo anno di liceo, sono stata<br />

espulsa dopo aver organizzato uno<br />

sciopero e ho pure rischiato di<br />

non essere ammessa all’esame di<br />

maturità.<br />

Sempre da studentessa, un’estate<br />

ho lavorato in un piccolo laboratorio<br />

tessile. Ce ne sono ancora oggi in<br />

Puglia, fanno le finiture dei prodotti<br />

delle grandi marche: ad esempio,<br />

attaccano i bottoni o le cerniere. Le<br />

condizioni di lavoro erano incredibili.<br />

Queste donne, anche molto giovani,<br />

stavano tutto il giorno sedute,<br />

senza neppure alzare la testa, in vecchi<br />

capannoni. D’estate, il caldo era<br />

insopportabile: ricordo che una ragazza<br />

aveva tutto un lato ustionato<br />

dal sole. Dicevo loro di protestare:<br />

se vi ribellate tutte, si potrà ottenere<br />

qualcosa. Ma per me era più facile,<br />

dato che dopo qualche settimana<br />

sarei tornata a studiare. Per loro era<br />

lavoro e avevano paura di perderlo.<br />

Risultato? Il padrone mi ha cacciata.<br />

E ha pure detto a mio padre che non<br />

voleva una «anarchica e rivoluzionaria»<br />

come me!<br />

In fondo, sono una romantica:<br />

credo nelle battaglie per la giustizia.<br />

Penso di averlo ereditato da mia<br />

mamma: «mattarella vinciguerra», la<br />

chiamavano, per il suo carattere forte.<br />

Dopo la morte di mio padre, ha<br />

cresciuto me e mia sorella più giovane<br />

di sei anni. Per dare una mano in<br />

casa ho dovuto lasciare l’università,<br />

dove studiavo giurisprudenza, per lavorare<br />

a tempo pieno. Ho fatto tanti<br />

lavori ma non ho mai avuto paura di<br />

dire ciò che penso per difendere i<br />

miei diritti e, di riflesso, quelli delle<br />

mie colleghe e dei miei colleghi.<br />

E spesso ne pago le conseguenze.<br />

Ed è così anche alla Posta.<br />

Mi piace fare la postina. Ho lavorato<br />

anche allo sportello, ma preferisco<br />

stare fuori. Anche se i tempi sono<br />

sempre più stretti, c’è comunque un<br />

lato umano nel contatto con le persone.<br />

Per la consegna dei pacchi, il Covid<br />

ha soltanto amplificato problemi<br />

che c’erano già prima: mancanza di<br />

personale, carichi di lavoro e talvolta<br />

difficoltà di gestione da parte dei<br />

team leader. Anche nei briefing quotidiani<br />

e nelle riunioni di team, nei<br />

quali di solito si ascolta soltanto, invece<br />

io parlo e dico cosa non funziona,<br />

come ad esempio le dimensioni<br />

e i pesi dei pacchi, che negli ultimi<br />

tempi sono aumentati, talvolta ai<br />

limiti della legalità.<br />

Però non è facile coinvolgere le<br />

colleghe e i colleghi. Come le ragazze<br />

del laboratorio tessile di quando ero<br />

ragazzina: c’è paura. Paura di esporsi,<br />

di perdere il posto, di essere trasferite.<br />

Alla fine, qualcuno mi fa i<br />

complimenti e mi dice: anch’io la<br />

pensavo così! Ma non ho bisogno di<br />

questo riconoscimento, ma che combattano<br />

al mio fianco, che mi appoggino:<br />

solo insieme possiamo vincere!<br />

L’unione fa la forza non è solo un<br />

proverbio, ma la realtà!<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/chisiamo/comitato-centrale


Impressum<br />

Redazione: Robin Moret, Giovanni Valerio<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva Translations, Alexandrine Bieri<br />

Correzione bozze: Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout e stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, Berna<br />

Stampato in Svizzera con contratto collettivo (CCL)<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media e della<br />

comunicazione, Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà l’8 ottobre 2021<br />

Chiusura redazionale: 30 agosto 2021<br />

I termini riportati al maschile, laddove ambivalenti,<br />

sottintendono sempre anche il genere femminile.<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio un buono Coop del valore di<br />

40 franchi. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme al nome<br />

del vincitore.<br />

Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />

sul concorso. Sono escluse<br />

le vie legali. Inviare la soluzione entro<br />

il 30 agosto a <strong>syndicom</strong>, via Genzana 2,<br />

6900 Massagno oppure per mail a:<br />

info@<strong>syndicom</strong>.ch.<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è GENERAZIONE Z. La vincitrice è<br />

Augusta Flora di Sonvico, alla quale va il<br />

premio di un lingotto d’argento offerto<br />

da Banca CLER. Congratulazioni!<br />

Pubblicità<br />

Offerta speciale<br />

Ordinate la vostra carta AgipPLUS<br />

SCONTO: - 4,5 cts /litro di benzina SP e Diesell<br />

Tassa annuale CHF 10.- offerta<br />

-4.5<br />

Spese mensili di fatturazione CHF 2.50 offerte<br />

Ordinate la vostra richiesta di carta al nostro ufficio<br />

cts al litro<br />

+41 (0)58 817 18 18 - info@<strong>syndicom</strong>.ch


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Organizzazione internazionale del lavoro<br />

@ilo19.7.2021<br />

In tutto il mondo, tra il 2019 e il 2020 il tasso<br />

di occupazione femminile è diminuito del 4,2%,<br />

pari a una perdita di 54 milioni di posti di lavoro,<br />

mentre quello maschile è diminuito del 3%,<br />

ovvero 60 milioni. Un nuovo dossier dell’OIL<br />

dimostra che questa disparità è destinata a<br />

continuare anche in futuro. twitter.com/ilo<br />

@VPOD_Schweiz11.7.2021<br />

Prossimo#sciopero nel settore sanitario? Le nostre<br />

colleghe e i nostri colleghi di #sspfribourg hanno già<br />

esperienza. Finora il Consiglio di Stato ha sempre<br />

detto no alle richieste del personale specializzato<br />

dell’ospedale HFR, ma ha detto sì a ulteriori colloqui<br />

alla fine di agosto.<br />

#staytuned twitter.com/VPOD_Schweiz<br />

Unia 3.7.2021<br />

450 falegnami hanno oggi protestato a Zurigo.<br />

All’inizio dell’anno è scaduto il contratto collettivo<br />

di lavoro del settore; si profila la minaccia<br />

del dumping salariale e del caos. Una petizione<br />

con 2’435 firme chiede all’associazione padronale<br />

(VSSM) di tornare al tavolo dei negoziati.<br />

Il settore della falegnameria ha bisogno di un<br />

CCL forte ed equo! facebook.com/UniaSchweiz<br />

Solidar @solidar.ch20.7.2021<br />

Furti di salari nelle fabbriche tessili<br />

cambogiane: le scuse delle aziende di<br />

moda non riflettono in alcun modo la<br />

realtà. Dite alle aziende di moda di<br />

rispettare i diritti del lavoro e pagare i<br />

loro lavoratori! <strong>syndicom</strong>.ch/KEXWL<br />

facebook.com/solidar.ch<br />

Industriegewerkschaft Metall<br />

@igmetall15.7.2021<br />

Un recente studio islandese dimostra che<br />

la settimana da 4 giorni rende i lavoratori<br />

più soddisfatti e produttivi: bit.ly/2Uuy6lQ<br />

Lo pensiamo anche noi: è questo il futuro!<br />

bit.ly/3dXcUf8. facebook.com/igmetall<br />

SEV @verkehrsgewerkschaft26.6.2021<br />

NO alla privatizzazione delle pulizie delle<br />

stazioni! Il CEO delle FFS Vincent Ducrot<br />

ha rifiutato di ricevere personalmente la<br />

nostra petizione, motivo per cui il SEV gli<br />

ha fatto recapitare per posta il pacchetto<br />

con le circa 4’000 firme raccolte,<br />

spedito venerdì 18 giugno da Bellinzona.<br />

facebook.com/verkehrsgewerkschaft<br />

Public Eye @publiceye_ch26.7.2021<br />

VPOD - USS<br />

@vpodschweiz 11.7.2021<br />

Alla fine dell’estate inizierai il tuo #apprendistato<br />

nel servizio pubblico? Oppure vuoi<br />

saperne di più sui tuoi #diritti? Allora ordina<br />

la guida dell’USS «Je défends mes droits»<br />

(difendo i miei diritti). Vi troverai tutte le<br />

risposte alle tue domande. Instagram.ch/<br />

vpodschweiz<br />

P.S. puoi ordinarlo presso <strong>syndicom</strong><br />

all’indirizzo info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Centinaia di organizzazioni universitarie e della<br />

società civile si oppongono al vertice mondiale<br />

sull’alimentazione guidato dagli interessi delle<br />

multinazionali #UNFSS #FoodSystems4People<br />

#corporatecapt foodsystems4people.org<br />

Friedrich Ebert Stiftung<br />

@fesonline22.7.2021<br />

Il nostro progetto «Trade Unions in Transformation<br />

4.0» ha esaminato il modo in<br />

cui i sindacati di 4 settori si trasformano,<br />

si rinnovano e perseguono nuove strategie<br />

per affrontare il capitalismo del<br />

21° secolo. Qui le migliori pratiche del<br />

settore dei trasporti su furgoncini.<br />

twitter.com/FESonline

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