Cosenza sostiene il coraggio di Mary Garret - People Life Magazine
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46<br />
“Last Minute”:<br />
la guerriera<br />
Maria Antonietta<br />
Dopamina<br />
I<br />
suoi testi non chiedono affatto <strong>il</strong> permesso <strong>di</strong><br />
entrare. Graffiano con veemenza l’anima in un<br />
guizzo, rimembrando la seduzione <strong>di</strong> una sirena<br />
rock che all’improvviso trascina le sue prede nel<br />
torbido ed oscuro verde marino. Le sue sono personalissime<br />
visioni quoti<strong>di</strong>ane dalle tinte intense,<br />
come quelle oro e porpora klimtiane, con le quali<br />
rappresentava le sue adolescenti lolite. Letizia Cesarini,<br />
o meglio Maria Antonietta è una cantautrice<br />
pop-punk <strong>di</strong> soli 24 anni, ma <strong>il</strong> talento non le faglia,<br />
<strong>di</strong>cono gli addetti ai lavori. Cresciuta a Pesaro, bersagliata<br />
sin da piccina da visite ad antiche abbazie,<br />
libri d’arte me<strong>di</strong>evale ed immagini sacre che <strong>il</strong> padre<br />
<strong>di</strong>pingeva, debutta 2 estati fa, autoproducendosi “I<br />
want to suck your young blood”, con la bene<strong>di</strong>zione<br />
eccellente <strong>di</strong> Bob Corn, incontrato in un tour<br />
dei Parenthetical Girls e <strong>di</strong>venuto suo mentore. Un<br />
anno <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>il</strong> suo, che la getta tra le braccia <strong>di</strong> fac<strong>il</strong>i<br />
ed inette vie <strong>di</strong> fuga, ma verso la santificazione<br />
l’anima umana deve toccare <strong>il</strong> fondo per poi rialzarsi<br />
come l’araba fenice. Purificata dal fuoco curativo,<br />
rinasce prendendo come esempio <strong>di</strong> vita la passione<br />
delle Sante, che la conduce per tutto <strong>il</strong> 2011 in un<br />
lungo tour, tra pubblico <strong>di</strong> nicchia e sontuosi palchi.<br />
Le sue pala<strong>di</strong>ne non sono certo le sante ascetiche ed<br />
aleatorie, bensì quelle guerriere, fatte <strong>di</strong> idee e sangue,<br />
come Santa<br />
Caterina,<br />
che con la<br />
forza della sua<br />
scrittura intimoriva<br />
ed imponeva<br />
or<strong>di</strong>ni<br />
persino ai re, o<br />
la redenta Maria<br />
Maddalena.<br />
La sua è una<br />
<strong>People</strong> Teatro<br />
trama sintetica senza sfumature delicate: ama, urla,<br />
sussurra, vive. E quest’anno, dopo un’esigenze bulimica<br />
<strong>di</strong> massima espressione riguardo i suoi dolori<br />
e i suoi traumi, narra la nuova sé stessa nel suo ultimo<br />
album, uscito per Picicca Dischi non a caso <strong>il</strong><br />
6 gennaio, giorno della nascita dell’eroina Giovanna<br />
D’Arco, che tanto ispira questa singer dal caschetto<br />
fulvo e variopinti tatuaggi. Questa volta si esprime<br />
in italiano e si affida alle sapienti mani del talento<br />
bruzio Dario Brunori, che le registra e le produce<br />
<strong>il</strong> <strong>di</strong>sco e al regista Giacomo Triglia che la <strong>di</strong>rige<br />
nel suo primo video del singolo “Quanto eri bello”. E<br />
la ritroviamo a fine marzo al Piccolo Teatro Unical,<br />
dentro <strong>il</strong> ricco carnet <strong>di</strong> “Last Minute 2012”, sintonizzandoci<br />
tra i suoi respiri e le sue note intense,<br />
o<strong>di</strong>andola o amandola poco importa, l’essenziale è<br />
“sentirla”: ha indossato la sua armatura, lo stendardo<br />
bianco e un fiore tra i capelli. Coraggiosamente<br />
pronta a raccontarsi.