TuttoBallo20 - MarzoAprile 2023 EnjoyArt
Cari amici e lettori, ecco il nuovo numero di Tuttoballo, ricco, come sempre di curiosità, notizie ed interviste molto molto interessanti. E’ un numero, questo, che abbraccia un periodo pieno di avvenimenti e di date importanti celebrate e da celebrare: il Festival di Sanremo appena concluso, la festa della donna, la festa del papà, la Pasqua, l’arrivo della primavera, la giornata mondiale della Danza…tutto sotto il segno dell’Arte. E mentre ci accingiamo a parlarvi di tante cose belle, giunge una notizia inaspettata: ci ha lasciato Maurizio Costanzo, un pilastro del giornalismo di cui tutti noi artigiani dell’Arte ci sentiamo figli. Noi della Redazione abbiamo deciso di non scrivere articoli a Lui dedicati…lo hanno già fatto in tanti e le nostre potrebbero essere l’ennesima copia delle tante parole dette, testimonianze preziose della Sua grandezza. Tuttoballo20 vuole omaggiare Maurizio Costanzo, dedicandoGli interamente e semplicemente questo numero, segno e frutto degli insegnamenti che ci ha trasmesso! A Te Maurizio che, sicuramente, ci stai leggendo da lassù!
Cari amici e lettori, ecco il nuovo numero di Tuttoballo, ricco, come sempre di curiosità, notizie ed interviste molto molto interessanti.
E’ un numero, questo, che abbraccia un periodo pieno di avvenimenti e di date importanti celebrate e da celebrare: il Festival di Sanremo appena concluso, la festa della donna, la festa del papà, la Pasqua, l’arrivo della primavera, la giornata mondiale della Danza…tutto sotto il segno dell’Arte.
E mentre ci accingiamo a parlarvi di tante cose belle, giunge una notizia inaspettata: ci ha lasciato Maurizio Costanzo, un pilastro del giornalismo di cui tutti noi artigiani dell’Arte ci sentiamo figli.
Noi della Redazione abbiamo deciso di non scrivere articoli a Lui dedicati…lo hanno già fatto in tanti e le nostre potrebbero essere l’ennesima copia delle tante parole dette, testimonianze preziose della Sua grandezza.
Tuttoballo20 vuole omaggiare Maurizio Costanzo, dedicandoGli interamente e semplicemente questo numero, segno e frutto degli insegnamenti che ci ha trasmesso!
A Te Maurizio che, sicuramente, ci stai leggendo da lassù!
Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!
Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.
M a r z o - A p r i l e 2 0 2 3 33<br />
<br />
P h G i a n n i B r u c c u l e r i<br />
I Cugini di Campagna<br />
© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r y "
Registrati prima di<br />
tutti<br />
alla XLI Giornata<br />
internazionale della<br />
Danza.<br />
Il 29 Aprile<br />
festeggia con noi<br />
al MAAM Museo<br />
dell'Altro e<br />
dell'Altrove di<br />
Metropoliz - Città<br />
Meticcia!<br />
dilloalladanza@gmail.com<br />
+39 335 435168<br />
Con una piccola donazione puoi<br />
anche tu sostenere, promuovere e<br />
divulgare l'arte in ogni sua forma.<br />
Diventa mecenate dell'arte con<br />
l'associazione "Stefano Francia<br />
<strong>EnjoyArt</strong>".<br />
Puoi sostenerci anche tramite paypal<br />
ass.stefanofranciaenjoyart@gmail.com<br />
oppure :<br />
ass. STEFANO FRANCIA ENJOYART<br />
Iban: IT24I0760103600001039059199<br />
C/C: 1039059199<br />
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com
TuttoBallo - Marzo/Aprile <strong>2023</strong> - n. 33<br />
Copertina: I Cugini di Campagna - Ph ©Gianni Brucculeri<br />
Contro Copertina: Les Ballets Trockadero De Monte Carlo . Tournèe Italiana<br />
Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />
Direttore - Fabrizio Silvestri<br />
Vice direttore - Eugenia Galimi<br />
Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />
Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />
COLLABORATORI: Maria Luisa Bossone, Antonio Desiderio, Francesco<br />
Fileccia, David Bilancia, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Sandro Mallamaci,<br />
Walter Garibaldi, David Iori, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Lara Gatto,<br />
Lucia Martinelli, Patrizia Mior, Ivan Cribiú, Danilo Pentivolpe, Alessia<br />
Pentivolpe, Carlo De Palma, Rita Martinelli, Assia Karaguiozova, Federico<br />
Vassile, Elza De Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci,<br />
Alberto Ventimiglia.<br />
Fotografi: Luca Di Bartolo, Monica Irma Ricci, Elena Ghini, Cosimo Mirco<br />
Magliocca Photographe Paris, Luca Valletta, Raul Duran, DsPhopto, Raul,<br />
Alessio Buccafusca, Alessandro Canestrelli, Alessandro Risuleo. Altre foto<br />
pubblicate sono state concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine<br />
social dei protagonisti.<br />
Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto d’autore,<br />
vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65<br />
comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />
É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />
É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />
direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />
Testata giornalistica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />
per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />
Contro Copertina<br />
Cari amici e lettori, ecco il nuovo numero di Tuttoballo,<br />
ricco, come sempre di curiosità, notizie ed interviste<br />
molto molto interessanti.<br />
E’ un numero, questo, che abbraccia un periodo pieno di<br />
avvenimenti e di date importanti celebrate e da<br />
celebrare: il Festival di Sanremo appena concluso, la<br />
festa della donna, la festa del papà, la Pasqua, l’arrivo<br />
della primavera, la giornata mondiale della Danza…tutto<br />
sotto il segno dell’Arte.<br />
E mentre ci accingiamo a parlarvi di tante cose belle,<br />
giunge una notizia inaspettata: ci ha lasciato Maurizio<br />
Costanzo, un pilastro del giornalismo di cui tutti noi<br />
artigiani dell’Arte ci sentiamo figli.<br />
Noi della Redazione abbiamo deciso di non scrivere<br />
articoli a Lui dedicati…lo hanno già fatto in tantie le<br />
nostre potrebbero essere l’ennesima copia delle tante<br />
parole dette, testimonianze preziose della Sua<br />
grandezza.<br />
Tuttoballo20 vuole omaggiare Maurizio Costanzo,<br />
dedicandoGli interamente e semplicemente questo<br />
numero, segno e frutto degli insegnamenti che ci ha<br />
trasmesso!<br />
A Te Maurizio che, sicuramente, ci stai leggendo da<br />
lassù!<br />
© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "
8 MARZO - FESTA DELLA DONNA<br />
Gli auguri alle donne questa volta non li<br />
porgiamo con mimose, frasi fatte o scatole di<br />
cioccolatini; non vogliamo cadere nella retorica<br />
parlando di temi oramai affrontati e riaffrontati,<br />
di cui non neghiamo l’importanza ma che<br />
necessitano di spazi e tempi adeguati. Il nostro<br />
è un augurio alla positività , attraverso le parole<br />
di Alda Merini, diretto alla donna ma esteso a<br />
tutta l’umanità, generata dalle donne, in un<br />
momento, per tanti motivi,storicamente difficile<br />
come quello che stiamo vivendo: auguri a voi!<br />
SORRIDI DONNA<br />
<br />
SORRIDI DONNA<br />
SORRIDI SEMPRE ALLA VITA<br />
ANCHE SE LEI NON TI SORRIDE.<br />
SORRIDI AGLI AMORI FINITI<br />
SORRIDI AI TUOI DOLORI<br />
SORRIDI COMUNQUE.<br />
IL TUO SORRISO SARÀ<br />
LUCE PER IL TUO CAMMINO<br />
FARO PER NAVIGANTI SPERDUTI.<br />
IL TUO SORRISO SARÀ<br />
UN BACIO DI MAMMA,<br />
UN BATTITO D’ALI,<br />
UN RAGGIO DI SOLE PER TUTTI.<br />
<br />
(ALDA MERINI)
WILLY, LA TESTIMONIANZA DEL SORRISO.<br />
QUANDO UN’ESPRESSIONE BELLISSIMA VEICOLA RISPOSTE<br />
Nunzia Latini<br />
Sullo sfondo della cronaca nera più<br />
buia, dentro la camera dei pensieri<br />
privati e dietro la tenda trasparente e<br />
scura della tristezza, resta latente<br />
l’eco di quel profondo senso di rifiuto<br />
rinforzato all’ennesima potenza per<br />
la violenza inaudita e ingiustificata,<br />
per il modo efferato e inutile, per la<br />
giovane età e per il non abuso di<br />
sostanze alteranti che per lo meno<br />
alla peggio avrebbero giustificato.<br />
Parliamo di Willy, fatto che già<br />
conosciamo e ha toccato<br />
direttamente Artena, oltre Paliano e<br />
Colleferro, un paese destinato per<br />
una iattura storica a un senso di<br />
inadeguatezza la cui voglia di<br />
riscatto non riesce a ergersi ritto per<br />
dichiarare solennemente e di nuovo<br />
‘Ex cinere resurgo.’<br />
Inerzia o ignoranza? Forse<br />
entrambe, visto che c’è chi accusa i<br />
rei artenesi anche del sentito dire<br />
come raccontato nel libro e lascia la<br />
notorietà di sé solo alle brutture di<br />
una stampa spesso poco attenta.<br />
Spero per essa che arrivi un vento<br />
nuovo che ne rispolveri le strade e<br />
lucidi i ciottoli che è bella davvero:<br />
piena di volontà e volontariato, di<br />
sapori genuini e giochi, di natura e<br />
spazi ed è un presepe naturale con<br />
le luci di notte, ispirazione per<br />
aspirare a un proprio natale reale.<br />
Artena non vuole essere identificata<br />
con quei due violenti e gli altri due<br />
che non erano neanche una banda,<br />
uno dei quali con una lacrima tatuata<br />
sotto l’occhio, simbolo per<br />
distinguersi per aver ucciso. Lì, li<br />
conoscevano, li evitavano. Forse<br />
pure tra loro si sarebbero evitati dato<br />
l’addossarsi il fatto reciprocamente;<br />
ragazzi con l’unica idea che al<br />
sabato si può finalmente bere dopo<br />
una settimana di lavoro; ragazzi che<br />
al processo “descriveranno cosa li<br />
ha spinti a vestirsi da lottatori e a<br />
picchiare a più non posso ma non<br />
sapranno spiegare e non diranno<br />
mai, seppur sollecitati da giudice e<br />
pubblici ministeri, per quale motivo<br />
proprio Willy.”<br />
Il cuore di Willy è stato spaccato a<br />
metà come altri organi con colpi<br />
assestati tecnicamente appresi per<br />
difendere usati per offendere; il<br />
cuore di tutti noi si è fermato in un<br />
sobbalzo di repulsione e dolore ma<br />
per lui batterà con più<br />
determinazione.<br />
Sì, perché non è accettabile che si<br />
arrivi sulla scena di una discussione<br />
che “in fase di spontanea<br />
risoluzione, fungeva da detonatore di<br />
una cieca furia.”<br />
Realistica, puntuale e attenta a ogni<br />
particolare e a ogni persona<br />
coinvolta è la storia nel libro di<br />
Federica Angeli, 40 secondi Willy<br />
Monteiro Duarte: La luce del<br />
coraggio e il buio della violenza,<br />
Baldini+Castoldi, ma l’autrice<br />
trasmette molto di più.<br />
La dualità della vita dentro il nero o<br />
nel bianco, nello spento o<br />
nell’acceso, nella luce o nel buio. È<br />
un testo che si fa racconto di nera; è<br />
un volume documento dei fatti; è il<br />
registro delle voci delle<br />
testimonianze; è un floema sociale;<br />
è un tomo denso per uno studio di<br />
psicologia e psicopatologia criminale<br />
e fortuna, è stato ispirazione per<br />
opera filmica già ottima idea come<br />
schermo di schemi di formazione per<br />
elicitare i valori veri e far muovere<br />
incontro a essi le platee, le classi, i<br />
figli di tutti con la speranza che non<br />
rimangano pubblico ma si facciano<br />
attori e incarnino il messaggio.<br />
È un messaggio forte perché ciò che<br />
scaturisce dalla vicenda è l’invito<br />
della vita a testimoniare la via al<br />
bene come in modo spontaneo i<br />
giovani hanno fatto perché<br />
rimanesse un messaggio sempre più<br />
forte, forte di verità. Federica Angeli<br />
non poteva non raccogliere per<br />
come ne rimane colpita<br />
personalmente e professionalmente.<br />
Lei, strumento di un’informazione<br />
che la paura troppo spesso<br />
ammutolisce, che non si può<br />
scrivere, di cui non si deve parlare<br />
perché altrimenti una testata in<br />
fronte non è niente. Lei, testimone in<br />
prima persona di questo significato<br />
con la propria vita sotto scorta da<br />
quasi dieci anni e che per la forza<br />
del coraggio diviene gioco a punti<br />
per i figli a cui si può solo augurare<br />
di vincere il premio che desiderano<br />
tanto. A Lei va riconoscenza.<br />
I Comuni di Colleferro, Paliano e<br />
Artena si sono costituiti parte civile e<br />
la Regione Lazio; a Willy è stata<br />
conferita dal presidente della<br />
Repubblica, Sergio Mattarella, la<br />
medaglia d’oro al valor civile per<br />
«l’eccezionale slancio altruistico e<br />
straordinaria determinazione, dando<br />
prova di spiccata sensibilità e di<br />
attenzione ai bisogni del prossimo,<br />
interveniva in difesa di un amico in<br />
difficoltà, cercando di favorire la<br />
soluzione pacifica di un’accesa<br />
discussione». Tutto ciò rafforza un<br />
unico verdetto, come naturale che<br />
sia e così è stato.<br />
La violenza per la violenza deve<br />
essere esorcizzata perché è troppa<br />
‘pura cattiveria’ e dentro il proprio sé,<br />
ai più, muove forte il dilemma<br />
morale: perché?<br />
Cosa possiamo fare? Come non<br />
dimenticare? Come non girarsi<br />
dall'altra parte?<br />
E allora immediata è la risposta<br />
fattiva che acquieta l’anima della<br />
gente sensibile: si sono organizzate<br />
fiaccolate di solidarietà e vicinanza<br />
alla famiglia, partecipate ed<br />
emozionanti; sono stati elaborati<br />
idee, pensieri, dipinti; ha ispirato<br />
canzoni, poesie, murales, premi e<br />
borsa di studio, luoghi denominati<br />
per la memoria; il libro viene<br />
presentato in primis a Colleferro e ad<br />
Artena per poi essere in altre<br />
cittadine e le scuole lo prendono<br />
come spunto per discutere del<br />
bullismo; sono stati istituiti fondi per<br />
iniziative e aiuto alla famiglia; chissà<br />
se quella notte potrà essere<br />
ricorrenza per un concerto contro le<br />
prepotenze e con il sorriso di Willy.<br />
Sono stati intitolati giardini e piazze<br />
per non dare spazio al male ormai<br />
chiuso per sempre in cella, perché in<br />
egual modo non potrà che essere il<br />
verdetto atteso e prossimo al<br />
secondo grado. E la Grazia non<br />
potrà esserci e neanche la riduzione<br />
di pena visto che mai la colpa è<br />
sentita per l’efferata uccisione di un<br />
ragazzo della stessa età, come<br />
dimostra la lettera dal carcere di uno<br />
di loro.<br />
Dunque, il pentimento?<br />
Nonostante nessun risarcimento<br />
riceverà e nessuno riporterà Willy a<br />
casa, c’è una meravigliosa famiglia<br />
capoverdiana piena di umanità e<br />
bontà nelle parole di Milena, la<br />
sorella ventenne di Willy “speriamo<br />
che pensino a quello che hanno fatto<br />
e si pentano,” e profonde quelle<br />
della Signora mamma: “Questi<br />
ragazzi non devono chiedere<br />
perdono a me né alla mia famiglia.
Devono chiederlo a loro stessi. Se un giorno ci riusciranno vuol dire che ci sarà un vero pentimento per quello che hanno<br />
fatto. Soltanto allora avrò la speranza che Willy non è morto invano.”<br />
Ma non è morto invano perché i coetanei lo hanno dimostrato.<br />
Gli amici si sono mossi con umanità vera, la speranza e la testimonianza del giusto vivere finché giustizia sia fatta. Si legge<br />
nel libro che i giovani testimoni “Tutti sono andati a dire quello che avevano visto,” nessuno si è escluso dalla responsabilità,<br />
non hanno avuto paura, hanno testimoniato e dato coraggio o attenzione anche ai molti altri che negli anni precedenti<br />
avevano subito violenza dai rei.<br />
La forza di rialzare la testa che restituisce dignità, non purtroppo la vita a un ragazzo che meritava di viversela tutta.<br />
Denunciare per non ricevere o far ricevere altro male, per non fare gl’indifferenti, per bloccare la prepotenza, per usare parole<br />
giuste, per lottare l'indifferenza, per contrastare il bullo. I giovani lo sanno fare, parliamo con il linguaggio dei giovani.<br />
È un fiume in piena Vinicio Marchioni su Instagram che sentita la notizia scrive al giovane di oggi le bellissime parole di ‘Note<br />
a margine di un dolore amaro e muto:’ “[…] Rivendica la possibilità̀ di essere fragile […] Rivendica gli abbracci, chiedili<br />
quando ti mancano, quando ne hai bisogno. […] rivendica il diritto di piangere. […] Rivendica il diritto di frequentare la<br />
bellezza, non quella estetica, ma l’ideale della bellezza. […] Sii gentile con te stesso, e con gli altri. Vai a cercare la parola<br />
compassione. Senti che effetto fa dentro di te. Domandati cos’è la forza per te, il coraggio per te, la resistenza per te,<br />
l’appartenenza per te. […] Siamo nati per conoscere noi stessi e, se possibile, migliorarci. E perdonaci se ti stiamo facendo<br />
crescere in un mondo così confuso e mediocre. C’è sempre una speranza, nonostante tutto, quella speranza sei tu. Abbi cura<br />
di te."<br />
Questi occhi dolcissimi su questo sorriso fresco e sincero sono un pugno allo stomaco.<br />
È qui la risposta: quel viso è la risposta che per sempre Willy darà alle nostre lacrime e a cui trasmettere una carezza di luce<br />
insieme all’autrice perché “Willy è ovunque:” sì Milena, è vero, è entrato nei cuori ed è preghiera. Questo viso ci sta pregando<br />
di insegnare i sorrisi sinceri e gli occhi dolcissimi sui bellissimi volti dei figli o degli studenti e sembra proprio dirci: “che<br />
nessuno possa più dire che ero al posto sbagliato al momento sbagliato: io ero lì, stavo lì e sono andato incontro al mio<br />
amico come ho fatto sempre e anche domani lo avrei fatto, mi sarei fermato e avrei chiesto: ‘tutto bene?”
Se ti appassiona la danza,<br />
Se riesci ad immaginarti sul gradino più alto del podio;<br />
Se riesci a sentire gli applausi e riesci a riconoscere il tuo nome tra le urla della folla;<br />
Se dalla prima nota senti in ogni fibra del tuo corpo l’adrenalina scorrere verso le tue gambe;<br />
Se il tuo cuore e quello del tuo/a partner battono all’unisono sulla pista da ballo,<br />
Allora… Sei un ballerino!<br />
Ma se vuoi diventare un campione, ti serve Top Dance Alliance!<br />
Fidati di noi… Siamo, Giordano Vanone & Katia Antonelli, coppia di vita e di ballo.<br />
Abbiamo iniziato a ballare nel 1985 in Italia, quando il ballo era considerato un’attività da balera<br />
con pochi sbocchi professionali.<br />
Nel corso degli anni, abbiamo studiato con i migliori maestri al mondo, con i quali abbiamo<br />
perfezionato la nostra tecnica, creato il nostro stile fondendo tecnica, emozione e personalità.<br />
Vincitori per tre anni consecutivi del campionato italiano di danze Standard.<br />
Una volta raggiunti gli alti livelli della danza sportiva sia in Italia che all’estero abbiamo sentito<br />
l’esigenza di metterci alla prova in un progetto più ambizioso, la Formazione.<br />
Formare nuove generazioni di danzatori, donando loro sia la tecnica per potersi affermare in<br />
competizione, sia gli strumenti per poter sviluppare la propria personalità.<br />
Ad oggi abbiamo formato campioni in tutto il mondo, in ogni categoria: Juveniles, Junior, Youth,<br />
Amatori e professionisti. Ad ognuno di loro è stato riservato un percorso unico, personalizzato e cucito<br />
addosso alla propria personalità proprio come un abito di alta sartoria, e con ogni singola coppia<br />
abbiamo lavorato in empatia per poter comprendere il loro mondo.<br />
Lavorare con ognuno di loro è stato un viaggio pazzesco. Un viaggio fatto di emozioni, fatica, successo.<br />
Tutti, in pista raccontiamo la nostra storia usando il linguaggio del corpo.<br />
AI nostri allievi, abbiamo insegnato ad essere sempre sé stessi, fuori e dentro la pista, incoraggiandoli<br />
a far emergere le loro personalità, rendendoli unici, determinati, ambiziosi, gentili, eleganti e forti.<br />
Oggi siamo “travolti” dall’omologazione; ognuno, per sentirsi parte di un gruppo tende a somigliare<br />
alla “massa”, perdendo, così, la propria, individualità e, sacrificando a volte le proprie qualità con<br />
inevitabili impatti negativi sulla propria autostima.<br />
Ognuno di noi è speciale e unico.<br />
Ognuno di noi è inimitabile.<br />
Ognuno di noi ha sempre qualcosa da raccontare.<br />
E noi, per comunicare questa unicità, dobbiamo conoscere e usare al meglio il linguaggio del corpo.<br />
E noi insegniamo a comunicare con la danza.<br />
Questa è la nostra forza, questa è la forza di Top Dance Alliance!
Pina delle Site<br />
UTO UGHI VS MANESKIN: DOV’È L’ARTE?<br />
Nei giorni pre-festival e post-festival, abbiamo<br />
assistito a non poche polemiche riguardanti diversi<br />
artisti che si sono schierati a favore/contro, alcuni altri<br />
artisti, ritenuti o non, degni di questo nome.<br />
La polemica è stata innescata dal maestro Uto Ughi,<br />
che si è espresso nei confronti dell’ oramai noto, a<br />
livello mondiale, gruppo rock dei Maneskin.<br />
“Sono un insulto all’Arte e alla cultura”, ha<br />
dichiarato Uto Ughi, evidenziando come la loro<br />
musica sia solo un susseguisi di urla che “cozza”<br />
con quella che, secondo lui è l’unica vera Arte,<br />
quella di Vivaldi&Co.<br />
Molti si sono schierati dalla parte del grande maestro<br />
violinista, sostenendo che i Maneskin sono solo un<br />
gruppo che “urla”, eccessivamente stravagante non<br />
solo nel modo di cantare e suonare, ma nel modo di<br />
vestire, di presentarsi sul palcoscenico, stravagante a<br />
tal punto da essersi reso protagonista di una vera e<br />
propria “carnevalata” come la sfilata fatta per le vie<br />
del centro di Roma e conclusasi con tanto di<br />
matrimonio con la musica.; il “bel canto”, dunque e<br />
l’Arte vera, quella bella, sono tutt’altra costa!<br />
…” Il messaggio che vogliamo diffondere con la<br />
nostra musica è l’esaltazione dell’uomo tramite la<br />
propria libertà e come potremmo parlare di<br />
espressione del proprio sé legandoci a qualcosa<br />
che rende, invece, dipendenti, schiavi?” afferma<br />
Damiano, frontman dei Maneskin.<br />
E come dargli torto? Da sempre noi “artigiani<br />
dell’arte” abbiamo sostenuto che l’Arte è espressione<br />
individuale, è libertà, è poliedrica, rifiuta qualsiasi<br />
stereotipo proprio perché ci libera dall’omologazione<br />
rendendoci anime libere, uniche, senza alcun vincolo<br />
… cancellare le “urla” dei Maneskin e deliziarsi solo<br />
di Vivaldi risponde al nostro concetto di Arte?<br />
Vero è che dietro ogni espressione d’Arte deve<br />
esserci anche un pensiero, e non sterile stravaganza;<br />
il discorso si estende, infatti, oltre la posizione di Uto<br />
Ughi e dei Maneskin, da cui abbiamo tratto spunto.<br />
Esistono, ed è inutile negarlo, molti artisti, non solo<br />
musicisti, che non hanno un pensiero, non hanno un<br />
reale messaggio da trasmettere ma, pur di apparire<br />
ed avere successo, si mascherano dietro la “scusa”<br />
che quello è il loro modo di fare Arte, non facendola,<br />
non vivendola, non trasmettendola…e allora chi si<br />
schiera dalla parte di Uto Ughi, ha tutte le ragioni per<br />
rinnegare quella che Arte non è!<br />
Ma qual è allora il confine che divide l’Arte vera, che<br />
ti fa vivere, ti fa commuovere, ti fa evadere, dalla non<br />
Arte che nasconde solo voglia di vanità, di successi<br />
effimeri, di apparire senza essenza?<br />
Noi di Tuttoballo ci battiamo per difendere l’Arte in<br />
tutte le sue forme, e siamo aperti a qualsiasi opinione<br />
ci possa aiutare ad ampliare le nostre vedute; questa<br />
divergenza di posizioni/opinioni tra due figure<br />
artistiche, da cui abbiamo tratto spunto, in un certo<br />
senso ci arricchisce … cari amici lettori, è proprio<br />
questo che Vi chiediamo: dopo aver letto queste<br />
righe, qual è il Vostro pensiero in merito?<br />
E soprattutto cos’è per Voi l’Arte?
Sandro Mallamaci<br />
FACCIAMO fESTA?<br />
LI giorni di festa, si sa, sono giorni speciali.<br />
Giorni diversi dai giorni di routine, ma non sono uguali per tutti. Ci sono feste che sono vissute intimamente<br />
da chi crede, freneticamente da chi consuma, gioiosamente da chi si può divertire. La stessa festa ha un<br />
significato per i grandi ed un altro per i piccini. Il carnevale non fa eccezione.<br />
Poco importa quale sia la sua origine, da cosa deriva il suo nome. Per chi è praticante della religione<br />
cattolica ha un significato ben preciso, per i bambini è un giorno in cui ci si può divertire a fare scherzi.<br />
Per l'economia è il periodo del mercato delle maschere e degli accessori a tema.<br />
In ogni luogo si vivono giornate in spensieratezza, ma in tanti modi diversi.<br />
Pensiamo ai carnevali più famosi al mondo: Venezia, Rio de Janeiro, in testa, ma anche in Canada,<br />
Svizzera, Francia, Spagna, Caraibi, India, insomma in ogni angolo del pianeta sono giorni presi a pretesto<br />
per dare sfogo all'allegria. Parola d'ordine: divertimento Tra sfilate di carri allegorici, stelle filanti e<br />
coriandoli. Caratteristica principale è la maschera. In Italia nascono nel 500 in piena commedia dell'arte.<br />
Ogni città, ogni regione ne ha una rappresentativa. Le più famose sono Brighella e Arlecchino Bergamo,<br />
Colombina e Pantalone a Venezia, Meneghino a Milano, Balanzone a Bologna, Rugantino a Roma e<br />
l'irriverente Pulcinella a Napoli. Ma non tutti sanno che anche in fondo alla punta dell'Italia sul palco della<br />
commedia dell'arte saliva un personaggio nato per sbeffeggiare gli arroganti capitani dell'esercito degli<br />
spagnoli invasori: Giangurgolo, servo chiacchierone e ingordo di Reggio Calabria.<br />
Come le maschere il carnevale è anche legato ai dolci. Pignolata al miele o glassata, castagnole,<br />
chiacchiere, zeppole, graffe, krapfen. Tutti dolcissimi vietatissimi ai diabetici ma vere e proprie droghe che<br />
agiscono sul sistema nervoso centrale.<br />
È risaputo infatti che i cibi dolci sono in grado di aumentare la serotonina, e quindi il buon umore. Insomma<br />
non c'è carnevale senza i suoi particolari dolci. Ma anche le sfilate di carri sono comuni caratteristiche dei<br />
vari carnevali in tutto il mondo.<br />
In Italia famoso è quello di Viareggio in Toscana o di Acireale in Sicilia. Meno famose, ma non per questo<br />
meno belle, sono le sfilate organizzate in tantissime altre località, che sono comunque attrazioni per le<br />
popolazioni locali. In Calabria ve ne sono diverse. Una tra le più conosciute è quella di Cittanova, nella<br />
piana di Gioia Tauro. Con la scusa di andare a degustare i menù a base di stoccafisso, prodotto tipico di<br />
questa cittadina calabrese, si può trascorrere un pomeriggio in allegria perché in questi giorni di festa in<br />
paese si intrattengono i tanti visitatori provenienti da tutta la Calabria, ma anche dalla vicina Sicilia, facendo<br />
sfilare i carri allegorici con al seguito gruppi folkloristici e musicanti per le strade principali.<br />
La regola unica è: a carnevale ogni scherzo vale, per ricordarci che ci sono le occasioni per scherzare, ma<br />
anche quelle che richiedono serietà.<br />
Sfoghiamoci con cappellini in testa e lingue di Menelik per stordire le orecchie degli amici: a pensare ai<br />
problemi importanti c'è sempre tempo.
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
<br />
https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT
Ricomincio da me: la bellezza che aiuta il<br />
prossimo…<br />
MARIA CONSIGLIA IZZO<br />
Myriam Mazza, oltre ad essere una farmacista specializzata, è<br />
anche una professionista in dermocosmesi. Ha deciso di mettere<br />
il suo know how a servizio del prossimo, ovvero dei malati<br />
oncologici, dei bambini, delle donne svantaggiate e dei caregiver<br />
attraverso l’associazione “Ricomincio da me”, di cui è fondatrice<br />
e presidente.<br />
Myriam, di cosa si occupa l’associazione?<br />
“Ricomincio da me” è un progetto di cosmetica ed estetica<br />
sociale ed oncologica. Ha come obiettivo prendersi cura di chi<br />
vive la cura, ovvero tutte quelle persone che seguono le terapie<br />
oncologiche seguendo al contempo anche i caregiver.<br />
In che modo riuscite a realizzare tutto ciò?<br />
La dermocosmesi ha un ruolo fondamentale nella vita di quelle<br />
persone che affrontano le terapie oncologiche, proprio perché<br />
esse lasciano dei segni evidenti sulla pelle che possono<br />
diventare un elemento invalidante per la vita quotidiana.<br />
Ricomincio da me, in sinergia con altre figure professionali,<br />
invoglia tutte queste persone a non rinunciare alla cura di sé<br />
durante un periodo così difficile. I laboratori di “Ricomincio da<br />
me” sono suddivisi in due momenti in cui sono fondamentali due<br />
figure professionali: quella del farmacista specializzato e quella<br />
dell’estetista professionista. C’è un primo momento teorico –<br />
didattico durante il quale le persone vengono informate ed<br />
educate al concetto di bellezza come prevenzione, proprio<br />
perché è fondamentale prevenire i danni che le terapie possono<br />
causare. Ed un secondo momento pratico durante il quale<br />
vengono donati trattamenti estetici a cura di un farmacista<br />
specializzato.<br />
RDM non si occupa solo della prevenzione e della cura della<br />
pelle di pazienti onclogici….<br />
Ricomincio da me negli anni ha ottenuto un grande riscontro, e<br />
questa cosa ha portato alla nascita di un altro grande progetto<br />
che ha l’obiettivo di affermare la bellezza come un bene<br />
accessibile, un bene dal forte valore inclusivo. Abbiamo allargato<br />
il target: le cure sono state rivolte a giovani mamme italiane e<br />
straniere che vivono la complessità della periferia. Abbiamo<br />
iniziato una collaborazione con diverse associazioni e<br />
cooperative di Napoli con cui abbiamo organizzato sedute di<br />
dermocosmesi, etnocosmesi e paidocosmesi. Abbiamo spronato<br />
tutte le persone che vi hanno partecipato non solo a prendersi<br />
cura di sé, ma a sviluppare un proprio empowerment. Siamo<br />
partiti da Napoli, ma oggi siamo attivi in Sicilia, Toscana, Veneto,<br />
Piemonte. Durante il periodo pandemico abbiamo creato una<br />
piattaforma virtuale attraverso la quale ancora seguiamo online le<br />
persone (prima, durante e dopo le terapie).<br />
Che cosa è per te la bellezza?<br />
La bellezza è un bene comune. Il radicamento di questo concetto<br />
è la missione principale di RDM. La nostra pelle non è solo un<br />
organo inerte o un organo di confine, ma è uno dei primi<br />
strumenti di comunicazione. Per questo va curata! Ecco perché<br />
noi utilizziamo la bellezza come uno strumento per far stare<br />
meglio le persone.<br />
CONSIGLIA.IZZO@GMAIL.COM<br />
WWW.VANITYHER.COM<br />
WWW.GNAMGNAMSTYLE.IT
KING PRINCESS<br />
12 LUGLIO<strong>2023</strong> AL LUCCA SUMMER FESTIVAL<br />
Il cartellone di Lucca Summer Festival si arricchisce di un altro<br />
grande nome della scena internazionale con King Princess che<br />
aprirà la serata del 12 Luglio che vedrà poi sul palco i Sigur<br />
Rós. Nata e cresciuta a Brooklyn, New York, King Princess è<br />
una cantante, polistrumentista, cantautrice e produttrice il cui<br />
singolo di debutto, un'ode a storie queer non raccontate intitolato<br />
1950, è diventato un successo immediato con oltre 600 milioni di<br />
stream ottenendo lo status di platino negli Stati Uniti e in<br />
Australia. Il suo album di debutto Cheap Queen è stato<br />
pubblicato nel 2019 tramite la Zelig Records/Columbia Records<br />
di Mark Ronson riscuotendo un ampio successo di critica da<br />
parte di The New York Times,Pitchfork, NPR, RollingStone e<br />
altri,e si è esibita al "Saturday NightLive” e al "The Late Show"<br />
con Stephen Colbert. I suoi tour sold-out l'hanno portata in giro<br />
per il mondo dal Coachella al Glastonbury, al Governors Ball e al<br />
Bonnaroo e l'hanno portatasulla copertina di V Magazine,GQ<br />
Style UK, Highsnobiety e altro ancora. Nel luglio 2022, ha<br />
pubblicato il suo secondo album Hold On Baby, condividendo i<br />
compiti di produzione con Ethan Gruska,Aaron Dessner, Dave<br />
Hamelin e Mark Ronson.L'album presenta contributi di Justin<br />
Vernon, Bryce Dessner, James Krivchenia e la batteria di Taylor<br />
Hawkins nell'epico brano Let Us Die. Negli ultimi anni è stata<br />
openingact di band prestigiose come Florence+The<br />
Machine,The Strokes e Red Hot Chili Peppers.
STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />
presentano<br />
la collana musicale<br />
<strong>EnjoyArt</strong><br />
DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL DOWNLOAD<br />
HTTPS://SHARE.AMUSE.IO/VJCNW-F5RMZ4
Danza, musica, spettacoli, concerti, mostre, parate, animazione, intrattenimento, enogastronomia. Gli<br />
ingredienti ci sono tutti per la più gioiosa festa di primavera, il Mandorlo in Fiore, che si svolgerà ad<br />
Agrigento dal 5 al 12 marzo, e sarà ricchissimo di eventi ed emozioni. La manifestazione, giunta alla 75^<br />
edizione, saluta il risveglio della natura con i mandorli in fiore e diffonde messaggi di speranza, di fratellanza<br />
e di amore, nella città siciliana in cui svetta maestoso da secoli nella Valle dei Templi, il Tempio della<br />
Concordia. Il Mandorlo in Fiore presenterà i Patrimoni Immateriali Unesco e le tradizioni popolari di ogni<br />
parte del mondo, oltreché una serie di mostre e approfondimenti sul tema della mandorla e dei suoi derivati.<br />
Tra gli eventi di spicco, non può di certo mancare l’emozionante “Fiaccolata dell’Amicizia”, in calendario<br />
venerdì 10 marzo, che suggella la partecipazione in pace, fratellanza e amicizia dei gruppi rappresentanti di<br />
una trentina di nazioni di Africa, America, Asia, Europa. Tanto lo spazio riservato anche all'enogastronomia<br />
con la terza edizione del contest “Agrigento Cooking Show“ - in collaborazione con Valle dei Templi Film<br />
Commision – a cui saranno presenti ospiti di spicco del panorama gastronomico nazionale come Giorgio<br />
Barchiesi, oste più amato d’Italia e protagonista del famoso programma televisivo “Giorgione - Orto e<br />
Cucina”. E poi Mandorlara alla 14° ediizione, lo show cooking "La mandorla a tavola" e per tutti i buongustai,<br />
anche il Mandorlo in Fiore Village Food in centro città. E poi ancora le parate e gli spettacoli del “75° Festival<br />
Internazionale del Folklore” con Albania, Armenia, Bulgaria, Cile, Costa d’Avorio, Croazia, Georgia,<br />
Giappone, Grecia, India, Italia, Kenya, Kirghizistan, Korea, Malesia, Macedonia, Messico, Polonia, Scozia,<br />
Serbia, Spagna, Stati Uniti d’America, Thailandia, Uzbekistan. Il Mandorlo in Fiore è organizzato dal Comune<br />
di Agrigento con il Parco Archeologico della Valle dei Templi, la DMO Distretto Turistico Valle dei Templi, la<br />
Fondazione Teatro Luigi Pirandello e con il sostegno del Ministero del Turismo e della Regione Siciliana.<br />
“Agrigento Cooking Show” 3^ Edizione<br />
Il racconto del territorio attraverso le sue eccellenze enogastronomiche. Una straordinaria occasione di<br />
valorizzazione del lavoro dei cuochi, i ristoratori agrigentini e i videomaker che con le immagini proiettano<br />
"oltre il piatto" l’essenza dei piatti della tradizione siciliana. Ecco in sintesi la ‘mission’ di “Agrigento Cooking<br />
Show”, al Palacongressi, dove la terza edizione del contest enogastronomico si concluderà martedì 7 marzo,<br />
quando, nella serata finale, saranno alla ribalta ristoratori e videomaker che, unendo le proprie abilità e<br />
competenze, dovranno raccontare e comunicare la storia di un piatto, tradizionale o rivisitato in chiave<br />
moderna ma che si attenga alla tradizione siciliana, tramite un video della durata massima di 3 minuti. Il<br />
debutto del contest nella scuola professionale dei mestieri “Euroform” con la cosiddetta “Prima Fase”, in cui i<br />
dieci ristoratori concorrenti si presenteranno con i loro piatti alla giuria enogastronomica, capitanata da Chef<br />
Salvatore Gambuzza e composta dagli Chef Giovanni Montemaggiore, Giovanni Chianetta, Mario Ciulla e<br />
Mario Consentino e da membri della rivista All Food Sicily, che sarà pronta a degustarli e assegnare i voti.<br />
Nei giorni successivi, i membri della giuria tecnica si occuperanno della supervisione e dell’assegnazione del<br />
punteggio che riguarda i video. La somma dei voti delle due giurie decreterà le tre coppie di ristoratori e<br />
videomaker che potranno accedere alla serata finale del 7 marzo. Saranno presenti ospiti di spicco del<br />
panorama gastronomico nazionale come Giorgio Barchiesi, oste più amato d’Italia e protagonista del famoso<br />
programma televisivo “Giorgione - Orto e Cucina”. Il vincitore di “Agrigento Cooking Show” della categoria<br />
dei ristoratori si aggiudicherà un premio e un premio al miglior videomaker. Prima della cerimonia ufficiale<br />
sarà allestito il “Villaggio di Agrigento Cooking Show” dove i partner che hanno contribuito alla realizzazione<br />
dell’evento e alcune delle migliori aziende siciliane esporranno i propri prodotti e delizieranno il pubblico.<br />
Fondatore e direttore artistico dell’evento è il regista Marco Gallo, da anni impegnato nella promozione del<br />
territorio agrigentino e delle sue bellezze, Tutte le informazioni e gli aggiornamenti saranno pubblicati sui<br />
canali ufficiali Instagram e Facebook e sul sito ufficiale di Agrigento Cooking Show<br />
https://www.agrigentocookingshow.it/<br />
Tutti i dettagli sugli spettacoli, le parate e sui Patrimoni Unesco sono disponibili su<br />
www.mandorloinfioreagrigento.com
MANDORLARA
TURISMO<br />
I CAMMINI PER<br />
ASPETTARE LA<br />
PRIMAVERA<br />
ASSISTERE AL RISVEGLIO DELLA NATURA LUNGO LA VIA AMERINA, SUL CAMMINO<br />
MATERANO, IN CALABRIA, IN SALENTO E IN TANTI ALTRI POSTI
Anche se l’inverno non è ancora finito e sferra gli ultimi colpi di gelo con bruschi cali di temperatura, le giornate si sono<br />
già allungate e la luce è cambiata: una brezza di primavera già si respira alle porte. Si affaccia così la voglia di<br />
viaggiare, di uscire dal torpore invernale e godere della bella stagione tornando ad immergersi nella natura. Camminare<br />
in questa stagione vuol dire assistere allo sbocciare dei primi germogli precoci e al risveglio degli animali nelle tane, un<br />
atmosfera di fermento che vale la pena di godere.<br />
Per aspettare la primavera La Compagnia dei Cammini suggerisce il Cammino Materano: da Brindisi a Crispiano,<br />
lungo il tratto della Via Ellenica che attraversa la Valle d’Itria, questo cammino richiede già un buon allenamento e<br />
percorre una terra dai toni contrastanti tanto quanto i suoi colori: il verde degli ulivi, dei mandorli e dei piccoli boschi, il<br />
rosso della terra che si calpesta, il bianco delle masserie e dei trulli che spuntano tra i muretti a secco: un cromatismo<br />
che ci accompagna borgo dopo borgo alla scoperta di antiche tradizioni e nuove contraddizioni. Estesa da Brindisi, porto<br />
d’Oriente, a Taranto, centro culturale della Magna Grecia, la Valle d’Itria risuona ancora oggi degli echi delle popolazioni<br />
che l’hanno vissuta per millenni: pellegrinaggi, migrazioni antiche e recenti, incontri tra culture diverse hanno fatto di<br />
questa valle uno dei territori di maggior carattere della nostra penisola. Il cammino offre la possibilità di scoprire alcuni<br />
tra i borghi più affascinanti della regione, fuori dai flussi turistici che si fanno eccessivi in altri periodi dell’anno e che, nel<br />
bene e nel male, stanno trasformando il territorio: un Sud che costruisce sé stesso sul filo che si estende tra virtù e<br />
necessità.<br />
Nel caldo Lazio si può percorrere L’antica Via Amerina un cammino abbastanza facile nel centro Italia più nascosto e<br />
intimo, sulle tracce dell’antico popolo dei Falisci, che insieme a Etruschi, Sabini, Piceni e Umbri vivevano questi territori<br />
prima della colonizzazione romana. La Via Amerina è una delle strade consolari romane che, a partire dal IV secolo<br />
a.C., ha rappresentato per secoli la via più diretta per raggiungere da Roma i territori umbri e per poi innestarsi sulle vie<br />
romee che risalivano l’Italia verso nord-est. Fu poi l’asse portante del cosiddetto "corridoio bizantino", quella fascia di<br />
territori che collegavano Roma a Ravenna a difesa dai Longobardi, nella fase ormai di decadenza dell’Impero romano.<br />
Dall’antica città di Veio, alle porte di Roma, il cammino percorre sentieri e stradelli che risalgono l’Antiappennino del<br />
Lazio dei Monti Cimini e Sabatini, attraversando l’agro falisco, la terra dei Falisci, raggiungendo l’antica città di Ameria<br />
(l’attuale Amelia) e toccando per la via necropoli e catacombe e i tanti paesi poggiati su speroni di tufo: Nepi, Falerii,<br />
Calcata Vecchia – il paese degli artisti, Corchiano, Gallese, Orte e Amelia.<br />
Si tratta di un’area geografica naturalmente vocata al biologico, in cui agricoltori, cittadini, operatori turistici e<br />
associazioni hanno stretto un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, attraverso la creazione del "BioDistretto<br />
della Via Amerina e delle Forre", nella difesa del territorio su diversi fronti, in primis per contrastare la crescente<br />
monocoltura dei noccioleti (molti dei quali producono le nocciole per la Nutella!); un sistema di produzione e consumo<br />
che tenta di far valere il modello della filiera corta, dei gruppi di acquisto e delle mense pubbliche bio.<br />
Per chi vuole già godere di un sole tiepido e luminoso c'è il Salento a passo lento. Una settimana di cammino con<br />
dislivelli molto modesti, in parte vicino al mare, affacciati sulle magnifiche scogliere da cui si vede l’Est, la Grecia e<br />
l’Albania, in parte nell’entroterra, tra oliveti, terrazzamenti, macchia mediterranea, muretti a secco e segni dell’uomo. Si<br />
parte da Torre Sant’Andrea e si prosegue sulla costa fino a Otranto, cittadella fortificata carica di storia. Poi sarà ancora<br />
costa, la più a oriente d’Italia, le torri a protezione dai saraceni, i segni dei recenti sbarchi migranti, l’incontro con le<br />
capre joniche dalle lunghe orecchie. A Tricase, per vie tra muretti a secco, tra boschi di quercia vallonea, l’albero dalle<br />
grandi ghiande simbolo di questa parte di Puglia. E poi giù, sempre verso sud, fino a quando la penisola si stringe, e i<br />
mari diventano due, uno a Est e uno a Ovest, Adriatico e Jonio. Si stringe fino a diventare un punto, il nostro punto di<br />
arrivo, la fine della terra, “finibus terrae” il capo di Leuca, il faro, e il Santuario che ci ricorda che questa via era anche<br />
meta di un antico pellegrinaggio, ora in via di recupero. È un viaggio speciale, questo in Salento, a ritmi lenti, di quei<br />
viaggi che ti rimangono dentro. In marzo il posto migliore in cui farsi viandanti. Assaporando la terra salentina anche<br />
grazie ai suoi sapori, che sapori!
Stocco di Mammola, eccellenza calabrese… dalla Norvegia<br />
di Eugenia Galimi<br />
vice direttrice<br />
Quando si parla della zona di Reggio Calabria e di cibo, non si<br />
può non citare lo stocco di Mammola, uno dei prodotti<br />
agroalimentari a base di pesce della tradizione reggina. Parte<br />
integrante della cucina tipica della dieta mediterranea, lo stocco<br />
di Mammola è stato incluso nell’Elenco Nazionale dei Prodotti<br />
Agroalimentari Tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole<br />
e Forestali.<br />
Lo stocco di Mammola, una sorta di merluzzo essiccato (per<br />
produrre 1 chilogrammo di stocco sono necessari ben cinque<br />
chilogrammi di merluzzo fresco), è un piatto le cui origini si<br />
perdono nella notte dei tempi; considerato un piatto povero,<br />
veniva preparato e consumato da contadini e braccianti, molto<br />
proteico (povero di grassi, ricco anche di vitamine e sali<br />
minerali), infatti, forniva l’apporto energetico necessario per<br />
affrontare il duro lavoro nei campi.<br />
Nella zona della locride lo stocco, come tradizione vuole, è il<br />
piatto tipico del Venerdì Santo e della vigilia di Natale.<br />
Mammola, la patria dello Stocco<br />
Mammola è un piccolo comune di Reggio Calabria posto sul<br />
versante ionico della Calabria, tra l'Aspromonte e le serre<br />
calabresi, qui, da oltre quarant’anni, il 9 agosto viene<br />
organizzata la tradizionale Sagra dello Stocco: nelle piazzette<br />
del borgo antico viene degustato lo stocco preparato in diversi<br />
modi e servito in tegami di terracotta (tianeji). La sagra per la<br />
sua tipicità è tra le più importanti manifestazioni di gastronomia<br />
della Calabria e richiama migliaia di turisti tra canti, balli, suoni<br />
e varie altre attrazioni.<br />
Come viene preparato lo Stocco di Mammola<br />
Il merluzzo pescato nei Paesi del Nord Europa viene salato ed<br />
essiccato al sole appeso su apposite intelaiature di legno; alla<br />
fine di questo processo di conservazione naturale, lo stocco<br />
viene accuratamente pulito e reidratato per diversi giorni, in<br />
questo processo l’acqua assume un ruolo importantissimo e<br />
quella che sgorga a Mammola è particolarmente ricca di tutti<br />
quegli oligo elementi utili a esaltarne il gusto. Lo stocco<br />
mammolese, una volta reidratato, viene preparato con<br />
pomodori pelati, olive, peperoni e patate a spicchi e<br />
generalmente accompagnato da vino rosso locale o di Cirò.
Nasce a Fano il primo circuito dei migliori ristoranti a base di pesce a miglio zero: una rete che riunisce i locali dedicati alla<br />
ristorazione di qualità e della tradizione, al fine di innalzare lo standard dell'offerta, tutelare i consumatori e valorizzare chi<br />
lavora tanto e bene, secondo i canoni che rispettano le tipicità ittiche locali. E' il progetto della 'Fano Gastronomica', promossa<br />
dal Comune di Fano, Assessorato al Turismo, con il quale si punta a promuovere la sostenibilità della filiera corta e a miglio<br />
zero. Attraverso la 'Rete dei ristoranti del mare di Fano' si propongono piatti a base di pescato locale e ricette che seguono la<br />
tradizione fanese, anche interpretandole in modo innovativo. Sono i ristoranti 'Alla Lanterna', 'AlMare, 'Caffè del porto',<br />
'Goodies', 'La Liscia da Ori', 'La Taverna dei Pescatori', 'La Tressa, 'La Quinta', 'Villa Marina', 'Il Galeone'.<br />
'La Strada dei Ristoranti del Mare di Fano' porta in tavola i sapori originali del pescato locale selezionato, proveniente<br />
dall’attività di pesca artigianale e dall’acquacultura del territorio. Il disciplinare prevede che nel menu siano proposti almeno tre<br />
piatti a base di pescato locale e almeno due ricette della tradizione tra cui: 'vongole alla puretta', lo 'spaghetto alle vongole', il<br />
'Brodetto', i 'bombolini in porchetta', la 'razza con i peperoni', la 'tagliatella con sugo di sogliola', la 'grigliata' (rustita), la 'frittura<br />
di paranza'.<br />
L’adesione dei ristoranti avviene con l’impegno ufficiale al rispetto delle norme previste dal Disciplinare redatto dal Comune di<br />
Fano, con lo scopo di promuovere la sostenibilità e la valorizzazione dei mestieri legati al mare e al cibo. Tutti gli aderenti alla<br />
Rete rispettano i valori del Disciplinare e con la supervisione del Comune di Fano, si impegnano ad offrire la massima<br />
valorizzazione del prodotto ittico locale.
Il Comune di Fano attiverà l'animazione territoriale sia verso la Rete 'Le Strade dei Ristoranti al Mare di Fano', per creare<br />
collaborazione, sia verso l’esterno, al fine di strutturare una rete di contatti trasversale e si occuperà anche delle attività di<br />
comunicazione e promozione.<br />
Il progetto 'Fano Gastronomica' si inserisce nella nuova offerta turistica promossa dal Comune di Fano su impulso del Piano<br />
strategico per il turismo, parallelamente al nuovo percorso turistico sul Porto di Fano 'Fano Marinara', con l’obiettivo di<br />
promuovere la sostenibilità e la valorizzazione dei mestieri legati al mare e al cibo.<br />
Il porto di Fano è un luogo che custodisce la storia della città e che, con la sua evoluzione nel tempo, ne testimonia i<br />
cambiamenti culturali, commerciali, sociali ed economici.<br />
Fano Marinara, iniziativa promossa dal Comune di Fano, prevede l’organizzazione di visite guidate alla scoperta della<br />
marineria e del mondo della pesca tipica di questa località.<br />
Passeggiando per le rive e le banchine del porto è possibile immergersi nell’atmosfera della vita marittima dei pescatori per<br />
conoscerne la storia e le attività quotidiane. Sul percorso, otto totem informativi fissati nei punti di interesse consentono di<br />
accedere a contenuti testuali e video.
Farm Food Festival a Merano<br />
25 marzo <strong>2023</strong>: 1 Edizione<br />
Si chiamerà Farm Food Festival l’evento organizzato da Gallo<br />
Rosso, l’associazione che si occupa di promuovere l’attività di oltre<br />
1600 masi altoatesini, in collaborazione con il Merano Wine<br />
Festival.<br />
La prima edizione del Farm Food Festival si terrà il prossimo 25<br />
marzo, dalle 10, con festosa inaugurazione, alle 17 al Kurhaus di<br />
Merano (ingresso libero), anche se l’intento è che ci sia poi un<br />
seguito, diventando un appuntamento fisso di fine marzo per gli<br />
anni a seguire.<br />
Durante la manifestazione, 83 contadini produttori, riconosciuti dal<br />
marchio di qualità “Gallo Rosso”, avranno l’occasione,<br />
nell’esclusiva cornice del Kurhaus di Merano, di presentare i loro<br />
prodotti di qualità, di offrirli in degustazione e di venderli. Lo scopo<br />
del Festival, infatti, è di sensibilizzare verso l’eccellenza dei<br />
prodotti della terra dell’Alto Adige, coltivati e lavorati da mani<br />
esperte con passione, cura e attenzione per gli alimenti sani,<br />
senza coloranti e conservanti artificiali, all’insegna della regionalità<br />
e della stagionalità. Solo i migliori prodotti di qualità, al 100%<br />
direttamente dai masi.<br />
Il Farm Food Festival, in sostanza, è proprio questo: il meglio dei<br />
masi altoatesini.<br />
Il marchio di qualità “Gallo Rosso” garantisce che l’intera catena<br />
che coinvolge il prodotto agricolo, dalla produzione delle materie<br />
prime alla lavorazione e commercializzazione, avvenga<br />
direttamente al maso. Inoltre, ogni prodotto deve superare una<br />
degustazione alla cieca da parte di una commissione di esperti,<br />
esterni all’associazione.<br />
Parallelamente alla degustazione e alla vendita dei prodotti di<br />
qualità Gallo Rosso, è previsto un programma collaterale con<br />
degustazioni alla cieca di “formaggi e yogurt” alle ore 11 e di<br />
“succo di mela e sidro” alle ore 14, show cooking dello chef stellato<br />
Chris Oberhammer (Ristorante Tilia a Dobbiaco) e consegna di<br />
premi (“prodotto dell’anno” alle ore 12 e “venditore diretto<br />
dell’anno” alle ore 16).<br />
Per iscriversi e partecipare all’evento: farmfoodfestival.it
Gallo Rosso è il nome del marchio che dal 1998<br />
promuove e favorisce l’attività di ormai 1.600 agriturismi<br />
in Alto Adige e che appartiene all’Unione Agricoltori e<br />
Coltivatori Diretti Sudtirolesi (Südtiroler Bauernbund). Sin<br />
dalle origini lo scopo principale di Gallo Rosso è<br />
sostenere i contadini dei masi nello sviluppo di attività da<br />
affiancare all’agricoltura. La filosofia dell’Associazione<br />
Gallo Rosso è “Avvicinare le persone allo stile di vita<br />
degli agricoltori altoatesini”. L’obiettivo di questo progetto<br />
è da un lato aprire agli agricoltori altoatesini nuove fonti<br />
di reddito e dall’altro dare ai consumatori la possibilità di<br />
conoscere il mondo contadino dell’Alto Adige. La<br />
classificazione dei masi che offrono alloggio (Agriturismo<br />
in Alto Adige) è organizzata in fiori, da 1 a 5; più alto è il<br />
numero dei fiori, più numerosi sono i criteri soddisfatti<br />
dalla struttura. Inoltre, attraverso standard qualitativi<br />
elevati e criteri severissimi, l’Associazione sostiene il<br />
lavoro di oltre 100 masi che si dedicano alla ristorazione<br />
contadina (Masi con Gusto), all’artigianato autentico<br />
(Artigianato contadino) e alla produzione di prodotti<br />
gastronomici genuini (Sapori del maso).
FORMATICUM: DARE VOCE AGLI ULTIMI E<br />
SALVAGUARDARE IL FUTURO<br />
Sabato 4 e domenica 5 marzo <strong>2023</strong> riapre i battenti a Roma<br />
il primo salone del formaggio italiano e delle rarità casearie.<br />
Formaticum è un appuntamento imperdibile per tutti gli<br />
appassionati di formaggio, per gli operatori del settore e per i<br />
ristoratori che possono degustare e acquistare i prodotti<br />
esposti.<br />
Grande novità di Formaticum <strong>2023</strong> è la nuova location: la<br />
Città dell’Altra Economia, un ampio spazio recuperato<br />
dall’edificio delle antiche pese del bestiame e ristrutturato<br />
con soluzioni innovative, che ospiterà la quarta edizione<br />
della manifestazione dedicata ai formaggi. Dotata di<br />
parcheggio, la Città dell’Altra Economia è all’interno del<br />
Campo Boario dell’Ex-Mattatoio ed è facilmente<br />
raggiungibile con la macchina e anche con i mezzi pubblici.<br />
Ideato da La Pecora Nera Editore - casa editrice attiva nel<br />
mondo dell’enogastronomia, specializzata nella<br />
realizzazione di guide ed eventi – e Vincenzo Mancino,<br />
esperto conoscitore della produzione e lavorazione dei<br />
latticini, Formaticum è un evento di riferimento per<br />
conoscere i piccoli produttori italiani e assaporare le loro<br />
specialità.<br />
La produzione casearia italiana, ricchissima per<br />
varietà e unicità, è frutto del lavoro di artigiani che si<br />
dedicano ad ogni aspetto della produzione, a partire<br />
dalla cura delle terre che li ospitano, all’alimentazione<br />
degli animali che allevano fino all’accurato processo di<br />
trasformazione, frutto di secolare competenze a<br />
rischio di estinzione.<br />
“Formaticum vuole essere la voce o meglio il grido di<br />
questi ultimi: ULTIMI, bensì PRIMI di una catena che,<br />
a causa della globalizzazione dell’industria alimentare,<br />
ci porta a non osservare con attenzione la<br />
trasformazione delle nostre abitudini alimentari,<br />
quotidiane e del nostro territorio” dichiara Vincenzo<br />
Mancino.<br />
Accuratamente selezionate dagli organizzatori, tutte le<br />
aziende partecipanti alla manifestazione hanno come<br />
comune denominatore il grande lavoro di qualità, il<br />
rispetto per l’ambiente, la lotta alla standardizzazione<br />
e all’omologazione dei gusti.
TuttoBallo<br />
Sta arrivando la primavera! E’ ora di uscire all’aria aperta per una gita fuori porta, immersi nella natura in tutto il suo<br />
splendore. Ci lasciamo alle spalle un inverno pieno di tepore e ci immergiamo nella stagione del rinnovo con lunghe<br />
giornate di sole, dove una delle festività più sentite del periodo, la Pasqua, ci riserva grandi pranzi all’aperto.<br />
L’Umbria è una regione di rara bellezza, una regione con una natura meravigliosa al cui interno sorgono dei borghi<br />
che sono dei veri e propri capolavori architettonici. Tra questi, devo senza dubbio ricordare Montegabbione. Si<br />
sviluppa sopra una collina, tra Perugia e Terni, ad una altezza di 594 m dal livello del mare, da cui domina un vasto<br />
panorama che si estende dalla Val di Chiana al Monte Cetona fino a Città della Pieve. Immerso in un contesto<br />
silenzioso e lento, dove il tempo sembra essersi fermato. Risalente all’epoca etrusco/romana, il borgo fortificato di<br />
Montegabbione sorse intorno all’XI sec. e appartenne a potenti famiglie (Montemarte, Filippeschi, Monaldeschi). In<br />
seguito entrò a far parte dello Stato Pontificio di cui seguì le vicende sino all’Unità d’Italia.<br />
Montegabbione è un borgo fortificato di grande valore storico e architettonico che si sviluppa attorno al suo castello.<br />
Passeggiare per le sue vie è come ritornare indietro nel tempo, dove l’incedere ci trasporta in un viaggio incantevole<br />
verso il passato. Piccolo paese ma grande cultura, tanti sono i luoghi da visitare, tra i quali non posso che<br />
consigliarvi la famosa Torre, elemento simbolo del borgo, che risale al XV secolo, di chiara impostazione<br />
architettonica militare con il basamento a tronco di piramide, costruita con pietra viva martellinata e squadrata e con<br />
strette feritoie. La chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo in stile bizantino, è stata decorata dagli artisti perugini<br />
Francesco Biscarìni e Raffaele Angeletti. Fuori dalle mura troviamo la chiesa della Madonna delle Grazie, che risale<br />
al 1625. All’interno della chiesa è visibile un affresco della Madonna del Latte del XVI secolo. Nei dintorni da vedere i<br />
ruderi dell'Abbazia di Acqua Alta, il Castello di Casteldifiori, e in località Montegiove il Castello e il suggestivo<br />
Convento francescano della Scarzuola, fondato da San Francesco d'Assisi nel 1218. Nel 1956 il complesso fu<br />
acquistato e restaurato dall'architetto milanese Tomaso Buzzi che, tra il 1958 e il 1971, al fianco del convento,<br />
progettò ed edificò la sua “Città Ideale”, concepita come "macchina teatrale". La gigantesca scenografia teatrale che<br />
oggi viene chiamata “Città Buzziana”, è una sorta di via di mezzo tra un parco ed un'Acropoli, caratterizzata da<br />
decine di elementi dalle fortissime valenze esoteriche, che comprende un insieme di 7 teatri.<br />
Che si tratti di escursioni o uscite in bicicletta, nella natura vicino a Montegabbione potrete trovare cascate, corsi<br />
d’acqua e torrenti sul vostro cammino che rendono le passeggiate nel verde ancora più ricche ed emozionanti.<br />
Il territorio è caratterizzato da un sistema collinare spettacolare: le pendici sono ricoperte da ulivi e vigneti che,<br />
grazie al suolo fertile, forniscono prodotti di alta qualità. La sua economia si basa in prevalenza sull’allevamento del<br />
bestiame (specialmente suini) e sulla produzione di salumi, vino e olio. L’olio, caratterizzato da acidità molto bassa e<br />
dal sapore intenso, denota un buon contenuto di sostanze fenoliche, antiossidanti, molti sono gli olivi secolari. Tra i<br />
vigneti domina il Sangiovese, accompagnato da Cabernet, Pinot Nero, per le varietà a bacca nera, mentre per quelle<br />
a bacca bianca si trova il Trebbiano, il Sauvignon, il Grechetto.<br />
Ovunque deciderete di fermarvi, potete stare certi che avrete la possibilità di gustare alcuni dei piatti tipici<br />
dell’Umbria, piatti semplici che traggono ispirazione dalla tradizione contadina, preparati ancora oggi seguendo le più<br />
antiche ricette. Non dimenticare di assaggiare il pan pepato, dolce superbo di fattura umbra con nocciole, noci,<br />
mandorle, noce moscata, cannella, cioccolato, mele e uvetta.<br />
Se vi capita di passare a Montegabbione, fate un fischio, che ci facciamo un happy hour in puro Umbria style…
TuttoBallo<br />
AGNELLO AL TARTUFO NERO<br />
INGREDIENTI<br />
1 KG DI POLPA DI AGNELLO<br />
50 GR DI TARTUFO NERO DI NORCIA<br />
1 LIMONE<br />
AGLIO E ROSMARINO<br />
CAPPERI SOTTO SALE UN CUCCHIAIO<br />
OLIO EVO QB<br />
ACETO DI VINO BIANCO UN CUCCHIAIO<br />
100 ML VINO BIANCO<br />
SALE E PEPE QB<br />
PROCEDIMENTO<br />
Tagliare a coltello la polpa di agnello in pezzi grossolani (come fosse uno spezzatino). Scaldare in un’ampia<br />
padella l’olio con l’aglio, aggiungere la carne di agnello e fare rosolare per qualche minuto fino a darle un colore<br />
dorato. Bagnare con il vino e lasciare evaporare, coprire con un coperchio e lasciare cuocere per 20 minuti circa.<br />
A parte pestare uno spicchio di aglio con i capperi (precedentemente sciacquati sotto acqua fredda corrente) e<br />
l’aceto. Unire il composto ottenuto allo spezzatino e finire la cottura per altri 10 minuti circa (nel caso aggiungere<br />
poca acqua) aggiustando di sale e pepe.<br />
Preparare la salsa: pestare i tartufi aggiungendo poco olio evo, qualche goccia di limone, sale e pepe.<br />
A cottura ultimata dell’agnello, servire ben caldo cosparso con la salsa tartufata.
TuttoBallo<br />
TORTA DI PASQUA<br />
INGREDIENTI<br />
500 GR DI FARINA 0<br />
125 ML DI OLIO EVO<br />
100 GR DI PECORINO TENERO<br />
100 GR DI PARMIGIANO GRATTUGIATO<br />
5 UOVA<br />
40 GR DI PASTA PER PANE LIEVITATA<br />
5 GR DI LIEVITO DI BIRRA<br />
SALE QB<br />
STRUTTO QB<br />
PROCEDIMENTO<br />
In una terrina rompere tre uova e due tuorli, sbattere leggermente e aggiungere il sale, il pecorino tagliato a cubetti<br />
ed il parmigiano grattugiato. Mescolare il composto con l’olio e lasciare riposare per circa 3 ore.<br />
Su una spianatoia unire la pasta per pane e la farina, impastare leggermente. Formare una cavità al centro dentro il<br />
quale versare il composto di uova e pecorino ed amalgamare il tutto con le mani, lavorare l’impasto per circa 10<br />
minuti fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, quindi lasciare riposare per 2 ore in una ciotola coperta di<br />
pellicola.<br />
Ungere con lo strutto una tortiera alta e larga. Riempire la tortiera per 1/3 con l’impasto e cuocere in forno caldo a<br />
190° C per 40 minuti circa controllando con uno stuzzicadenti la cottura interna.<br />
A cottura ultimata estrarre dal forno e servire ben calda.<br />
(si può servire con salumi o verdure alla griglia)
18 giugno <strong>2023</strong><br />
Categorie:<br />
Miglior Ballerino<br />
Miglior Ballerina<br />
Miglior Coppia<br />
Miglior Maestro<br />
Miglior Spettacolo Classico<br />
Miglior Musical<br />
Miglior TV DanceShow,<br />
<br />
Miglior Coreografo<br />
Miglior Dance Movie<br />
Premio alla Carriera<br />
ph Monica Irma Ricci<br />
modella Camilla Mancuso<br />
Grafica: Sara Galentino<br />
Premio Speciale alle Arti<br />
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
le candidature devono essere presentate<br />
entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />
ass.stefanofrancia@gmail.com<br />
whatsapp + 39 335 435168
SABRINA<br />
MASSIGNANI<br />
" N E L L E M I E C O R E O G R A F I E M E T T O S O L O L A<br />
M I A P E R S O N A L I T À E T U T T A M E S T E S S A , I L M I O<br />
S A P E R E E L E M I E E S P E R I E N Z E "
Come e quando nasce l’amore per la Danza?<br />
Risposta: Inizio innanzitutto col dirle che non amo molto parlare di me e faccio fatica a fare queste interviste, però<br />
proverò lo stesso a raccontarle un po’ di cose. Io, fin da bambina, ho ricevuto una formazione principalmente<br />
classica. Ho studiato con diversi maestri e docenti, grazie anche alle numerose borse di studio in Italia e all’estero<br />
vinte. Preferisco non fare una vera e propria lista di docenti, in quanto i nomi degli insegnanti che dovrei elencare<br />
sono davvero tanti e per mia grande fortuna sono stati tutti di grande spessore e livello. Ho studiato grazie alle borse<br />
di studio internazionali al Centro Studi Danza di Rovigno (Croazia), al Federation Nationale Interprofessionnelle de la<br />
Danse Garches (Francia), al Broadway Dance Center (New York) e all’American Ballet Theatre. Questa formazione<br />
mi ha dato la possibilità di diventare la persona, la ballerina e l’insegnante che sono oggi. Sono stati maestri di<br />
grande esempio, quelli dei tempi favolosi della danza, facenti parte di quella che considero io “la grande Danza”,<br />
dove la disciplina e la passione assieme al rispetto per il maestro erano fondamentali.<br />
Apro una piccola parentesi a riguardo e la chiudo: oggi noto che è un po’ più complicato comprendere appieno la<br />
figura del maestro, anche se sono consapevole del fatto che sono altri tempi con altre difficoltà. Rimanendo su ciò<br />
che è stata la mia evoluzione e il mio percorso, come dicevo, io ho studiato sempre e solo danza classica fino ai 18<br />
anni. Da lì in poi ho iniziato a studiare e praticare anche danza contemporanea e moderna. Fondamentali per la mia<br />
formazione sono stati anche i numerosi spettacoli teatrali e televisivi a cui ho partecipato. Successivamente, molto<br />
presto, ho aperto la mia scuola di danza, che mi ha portato ad una grande crescita professionale.<br />
Lo sviluppo del mio lavoro di coreografia risente molto della mia formazione, in quanto le mie creazioni si servono di<br />
un linguaggio assieme classico e contemporaneo, che si alterna continuamente e sono di grande importanza.<br />
Il rapporto con la danza suo e della sua famiglia come è stato?<br />
Risposta: Il mio rapporto con la danza fin da piccola è stato magico. Devo dire che questo interesse è partito dalla<br />
passione che mia madre ha sempre avuto per il balletto classico: è stata lei che all’inizio mi ha portata a danza e<br />
questo mondo mi ha appassionato immediatamente.<br />
La danza mi ha arricchito molto: ha potenziato il mio carattere e ha riempito di emozioni la mia persona. Devo dire<br />
che, però, è stata anche un bel banco di prova. Ai miei tempi era davvero molto dura studiare e lavorare nella danza:<br />
i maestri erano severi e rigidi, coordinarsi tra scuola e danza non era per niente facile. Per me la danza è davvero<br />
gioia di vita, anche se, ripeto, c’è stata sicuramente molta fatica, molto stress. Non sono mancate le porte chiuse in<br />
faccia, sono state tante, le delusioni altrettante; ma la sua bellezza, la sua pienezza, la sua purezza sono talmente<br />
forti che chi le conosce bene e vive la danza con grande passione, non può che lasciarsi accadere e ricevere<br />
qualcosa di speciale che dura per tutta la vita.<br />
La mia famiglia, soprattutto mia madre come dicevo, mi ha accompagnato per tutto questo mio percorso, anche se<br />
purtroppo (ai miei tempi succedeva spesso), quando fui presa per andare in Russia o alla Scala di Milano, i miei<br />
genitori non mi lasciarono andare, un po’ per paura, un po’ perché non volevano abbandonare la loro figlia in un<br />
ambiente così difficile e lontano. Quindi se da una parte loro mi hanno sempre accompagnatone e sostenuto,<br />
dall’altra, in questi momenti, non mi hanno saputa lasciare andare. Ma io credo anche nelle cose scritte, nel destino,<br />
perché questi errori inconsapevoli mi hanno portato a diventare piano piano un’insegnante, ad aprire il mio centro e a<br />
fare della danza il mio lavoro. Ho creato qualcosa di altrettanto bello e oggi posso essere serena nel dire che, grazie<br />
al mio percorso, ho sempre dato il massimo a tutti i miei ragazzi: è anche attraverso loro che io ho continuato a<br />
ballare.<br />
I suoi primi lavori professionali.<br />
Risposta: I miei primi lavori professionali non sono stati dei grandi lavori da curriculum. Come ho accennato poco fa,<br />
non ho avuto la fortuna di accedere ad un’accademia e di potermi formare in un determinato modo, con tutte le<br />
attestazioni e i diplomi del caso. Avevo tra le mani solo il mio talento, che a detta di molti era un grande talento che<br />
non ha avuto la fortuna di trovare la strada giusta.<br />
In ogni caso ho lavorato a livello professionale in molti teatri e in televisione, per numerose produzioni, spettacoli ed<br />
eventi.
I miei primi lavori professionali importanti sono stati invece come coreografa. Nel 2008 ho coreografato per la<br />
compagnia “Astra Roma Ballet” diretta da Diana Ferrara per lo spettacolo “Pulcinella un, due, tre”; nel 2011 ho<br />
coreografato “Passio” per l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Con la coreografia in stile neoclassico del<br />
“Concerto n.2” ho vinto un premio speciale per la migliore qualità performativa al Concorso Internazionale Mab<br />
2011. Successivamente ho lavorato nel 2012 su commissione di Diana Ferrara per la compagnia Astra Roma<br />
Ballet con la produzione dal titolo “Eleonora Duse: arte, passione e mito”: spettacolo che ha toccato molti teatri<br />
italiani ed esterni riscuotendo molto successo. Nel 2016 la mia creazione “George Sand: “uomo” e libertà”, sempre<br />
per la compagnia Astra Roma Ballet, vede come protagonisti Sabrina Brazzo ed Andrea Volpintesta. Molti sono i<br />
premi vinti ed i riconoscimenti raggiunti che mi scaldano il cuore.<br />
Col tempo, ho aperto molto giovane la mia scuola di danza ed è da lì che la mia crescita professionale ha preso il<br />
via. Ho cominciato ad insegnare effettivamente molto presto, un po’ per necessità, un po’ perché anche la passione<br />
per l’insegnamento è per me qualcosa di innato: fin da giovane mi ritrovavo ad aiutare gli insegnati e li assistevo<br />
durante le lezioni.<br />
Lei dirige da tempo il Centro di Alta Formazione Venezia Balletto, che rappresenta uno dei punti più<br />
importanti di formazione coreutica in Italia. Cosa guarda in un allievo che si forma nella sua struttura?<br />
Risposta: Si, io dirigo da più di 35 anni il mio Centro. È da qui che si avvia davvero il mio grande lavoro nella danza,<br />
come docente e coreografa.<br />
In un allievo che si forma nella mia struttura, fin da quando sono piccoli cerco innanzitutto di trasmettere tanta<br />
tecnica di balletto classico, in quanto, pur avendo fatto molti lavori di danza contemporanea riconosciuti, considero<br />
la danza classica come la base di tutto. La formazione che i nostri ragazzi hanno è quindi assolutamente classica e<br />
successivamente, quando crescono, vengono inserite materie di danza contemporanea e danza moderna.<br />
È chiaro che le esigenze del balletto sono anche fisiche. Quando si forma un allievo, si ricerca anche una<br />
predisposizione fisica, in quanto non possiamo mettere in secondo piano questo aspetto. Naturalmente, oggi le<br />
opportunità sono davvero tante e accolgono ogni tipo di fisicità, ma a me piace seguire molto i canoni del balletto<br />
classico. Un allievo che ha il minimo necessario (doti fisiche, aperure, gambe lunghe, rotazioni, linee del corpo)<br />
soprattutto se vuole diventare un professionista, ha dei canoni fisici dai quali non può scindere.<br />
Tuttavia, ci tengo a precisare che, per esperienza e per certezza, la cosa più importante in assoluto che guardo in<br />
un allievo è il suo sguardo: la sua passione vera, la sua dedizione per questo lavoro, la forza di carattere, la testa<br />
per poter sopportare e saper gioire di tutto ciò che la danza gli può dare. È fondamentale saper assimilare le<br />
correzioni dei maestri, metterle nel proprio corpo, ascoltarlo e mettere in pratica le correzioni di ogni docente,<br />
facendole proprie e creandosi un bagaglio da portare sempre con sé. Se non c’è una mente attenta, una vera<br />
concentrazione, una mente che lavora, non ci sarà mai un bravo allievo né tantomeno un bravo ballerino.<br />
Quindi, è importantissimo avere delle qualità fisiche, perlomeno sufficienti per iniziare questo duro percorso, ma la<br />
cosa più importante è proprio la “testa”, quella che mi piace definire come “intelligenza della danza”, che scinde<br />
dalla bravura a scuola.<br />
Lei è anche un’eccellente coreografa. Cosa porta dentro le sue creazioni?<br />
Risposta: Innanzitutto la ringrazio tantissimo per l’eccellenza che mi riconosce nella coreografia. Mi è spesso<br />
difficile riconoscermi dei meriti: penso di non essere mai abbastanza, di non aver creato qualcosa di bello, e non<br />
perché non credo in me stessa (sono conscia di quelle che sono le mie qualità) ma ho un livello molto alto a cui mi<br />
paragono, per quanto riguarda la genialità e la bellezza di un coreografo. La mia asticella è molto alta, sia con i miei<br />
ragazzi che con me stessa. Lascio giudicare agli altri.<br />
Di solito, nella mia sala prove, parto e creo senza sosta, costruendo sui miei ragazzi. Nelle mie creazioni porto tutta<br />
me stessa, tutta l’emozione possibile: è una cosa fondamentale per me, è motrice di qualsiasi mia coreografia, sia<br />
questa astratta o con un tema specifico. Mi accorgo sempre che quando lavoro con i ragazzi o con compagnie<br />
esterne, mi affido sempre per necessità a qualcosa di intimo che il movimento deve raccontare. Ogni movimento<br />
deve avere un significato, una parola.
Sabrina Massignami
Naturalmente, quando ho in mano un testo coreografico la situazione cambia, perché si va a comprendere meglio la<br />
storia del testo, con una regia ed una produzione specifica, e oltre alla musicalità, all’emotività e alla tecnica, entrano<br />
in campo tanti altri ingredienti.<br />
Coreografare mi piace molto, creare e sperimentare sono una necessità. Non mi sento di incasellarmi in stili che<br />
siano classico, contemporaneo o neoclassico: mi piace pensare di creare una coreografia di vera danza, di balletto,<br />
in cui inserisco tutto ciò che è stata la mia esperienza ed il mio bagaglio personale. Sperimento con tutti gli stili di<br />
danza, senza cliché e senza distinzione, servendomi di tutte le forme del balletto classico, per poi romperle,<br />
dinamicizzarle, con ritmi diversi. Mi piace molto utilizzare e giocare con gli stili che ho potuto sperimentare nel mio<br />
percorso.<br />
A quali coreografi si ispira?<br />
Risposta: Questa è una domanda molto difficile. Come precedentemente detto, credo di aver vissuto la Grande<br />
danza, tra virgolette. Sono stati gli anni più fertili e belli della danza, con dei grandi geni della coreografia, tra cui<br />
Forsythe, Balanchine, Bejart che tutti conosciamo. La mia generazione li ha vissuti tutti. Forse è anche per questo<br />
che qualsiasi cosa io faccia, la sento piccola e banale rispetto a questi giganti.<br />
Mi sento di dire che non mi ispiro a nessuno perché mi piacerebbe anche solo essere una piccola parte di questi<br />
geni.<br />
Per cui, nelle mie coreografie metto solo la mia personalità e tutta me stessa, il mio sapere e le mie esperienze:<br />
diciamo che sono aiutata dal cielo. Quando mi fermo e riguardare i miei pezzi non sempre li riconosco come miei, per<br />
quanto siano una parte di me molto viscerale.<br />
Il suo rapporto tra creazione e musica come viene gestito?<br />
Risposta: L’ascolto della musica è per me fondamentale. Per musica io intendo qualsiasi cosa che ascoltandola mi<br />
trasmette qualcosa di speciale.<br />
Quando ascolto un pezzo la mia mente parte velocissima, costruisce, vede delle cose e la musica scaturisce in me<br />
delle sensazioni che mi portano a creare, spesso molto velocemente (infatti, in sala prove i miei ragazzi sono molto<br />
abituati a dover correre nell’apprendere i passi).<br />
Il movimento per me non deve correre dietro alla musica, ma bisogna imparare a farlo diventare musica vera e<br />
propria: il ballerino deve quasi guidare la musica, il movimento deve accompagnarla senza “correrle” dietro.<br />
Una volta che io creo, il passaggio successivo fondamentale è l’ascolto più approfondito della musica, analizzando<br />
tempi, contrattempi, sincronie. Questo perché una cosa che non mi piace sicuramente è vedere che in una<br />
coreografia i ballerini vanno in un tempo musicale statico e senza ricerca di sfumature: per me deve essere sempre<br />
molto vario. La musica ci permette di muoverci con molte possibilità, con accenti e ritmi musicali diversi e saperli<br />
ascoltare e utilizzare per me è fondamentale.<br />
In sostanza, la mia maniera di gestire la musica e la creazione è un po’ questo. Il mio movimento parte da ciò che la<br />
musica in quel momento mi trasmette. Una cosa curiosa è che io per musica intendo anche il silenzio: devo dire che<br />
mi piace molto, da molto tempo, lo feci tanti anni fa e oggi lo uso spesso nelle mie coreografie. Il silenzio è una<br />
grande musica, basta saperlo percepire.<br />
Cosa rappresenta per Lei la danza?<br />
Risposta: Credo che questa sia un’altra delle domande più difficili da fare a qualcuno del settore. La risposta è<br />
sempre scontata: per noi la danza è la nostra vita. Noi abbiamo passato tutta la nostra infanzia a studiare, poi a<br />
ballare, ed infine ad insegnare e a creare coreografie. Le posso dire quindi che ovviamente anche per me la danza è<br />
vita. Ma la danza per me è anche la possibilità di esprimere dei sentimenti non solo con le parole ma con il corpo:<br />
credo che sia la cosa più difficile da fare. Il corpo parla di verità: quando non sei in sintonia, quando qualcosa non va,<br />
anche se ci si muove, per conoscenza o inerzia, si vede subito su di un ballerino che c’è qualcosa che non va. Il<br />
corpo lo trasmette subito. La danza è un’esigenza di espressione, di bellezza. La danza è tutto questo per me.
P h G i a n n i B r u c c u l e r i<br />
I Cugini di Campagna<br />
La vera trasgressione di Sanremo.<br />
ph. Monica Irma Ricci<br />
INTERVISTA DI FABRIZIO SILVESTRI
Ogni volta che appaiano in Tv è come rivedere un lontano cugino...<br />
Da oltre 50 anni i Cugini di Campanga sono fedeli alla loro immagine e cifra musicale. Falsetto, tute luccicanti e zatteroni.<br />
Un look fuori dallo stereotipo mainstreaming festivaliero, dove tutti sembravano una copia di tutti.<br />
I cugini di Campagna, invece sono rimasti anni settanta, diventando così la vera trasgressione del festival. Nati nel 1970,<br />
il gruppo romano è stato il più longevo che si è esibito sul palco dell'Ariston. La loro prima partecipazione, con la<br />
bellissima canzone Lettera 23, scritta dalla Rappresentante di Lista, ha sapccato...<br />
Esordienti a Sanremo dopo 50 anni di carriera, per quanti anni ci avete provato?<br />
Negli anni ’70 non era una kermesse così importante; in seguito abbiamo provato una sola volta con un brano che era una<br />
poesia di Giovanni Paolo II con l’approvazione del Vaticano, ma hanno ritenuto che il Papa non fosse cittadino italiano,<br />
nonostante fosse Vescovo di Roma…<br />
Cosa è accaduto, quest’anno?<br />
Anima Mia è stata scritta nel ’73 e noi abbiamo partecipato come “esordienti” in gara al 73° Festival di Sanremo, dove,<br />
nell’ultima serata, io e Ivano, che si definisce gemello diverso, abbiamo compiuto gli anni (ndr 11 febbraio)… Cosa<br />
potevamo desiderare di più? E’ stata una bellissima esperienza e l’abbraccio del pubblico che ovunque, nel vederci<br />
arrivare, intonava le nostre canzoni…impagabile! Volevamo portare la nostra musica, nella speranza che qualche nota<br />
della nostra Lettera 22, rimanesse nell’aria: missione compiuta! Ora abbiamo la consapevolezza e la certezza che è stato<br />
così, si sente nelle radio, entra in testa e siamo certi che l’ascolteremo ancora per molto.<br />
Voi siete la band icona della musica italiana dallo stile inconfondibile. Zeppe e Giacche colorate… Chi ha curato il<br />
vostro look per questo Sanremo?<br />
Per il Festival di Sanremo ci siamo affidati al grande Al Pacino e al suo bravissimo team, che ha saputo elaborare le<br />
nostre idee, contestualizzando il nostro look con il <strong>2023</strong>, senza tuttavia stravolgere quello che è sempre stato il nostro stile<br />
da cinquant’anni a questa parte. Un gruppo di professionisti che ci ha seguito giorno dopo giorno e un ringraziamento<br />
particolare alla sarta Monica La Barbera che ha reso unici i nostri abiti.<br />
Salto indietro nel tempo... chi vi suggerì questo look?<br />
Nessuno, ma un’ispirazione di mio fratello Ivano che, ancora bambino nel coro delle voci bianche della Cappella Sistina,<br />
proprio ammirando quel capolavoro di Michelangelo cominciò a sognare grazie a quei colori. Abbiamo sempre avuto le<br />
idee chiare a riguardo e nel tempo, benché ci abbiano provato in tanti, non abbiamo mai cambiato.<br />
P h G i a n n i B r u c c u l e r i
A proposito di look, come è finita la controversia tra Voi<br />
e i Måneskin? A Sanremo vi siete incontrati?<br />
A tarallucci e vino! Scherzi a parte, non c’è mai stata<br />
polemica, anzi, siamo lusingati anche perché ci separano<br />
cinquant’anni e pensare che in qualche modo il nostro look<br />
può averli ispirati come tanti altri, non può che farci piacere.<br />
Noi li ammiriamo moltissimo, sono davvero in gamba e<br />
faranno ancora tanta strada. Ci siamo visti di sfuggita ,<br />
perché Sanremo è Sanremo e si corre, ma Fedez quando<br />
siamo stati ospiti a Muschio Selvaggio, ha chiamato<br />
Damiano e ci siamo salutati per telefono ricevendo anche il<br />
suo apprezzamento per Lettera 22.<br />
Lettera 22 è una canzone scritta da La Rappresentante<br />
di Lista. Come nasce questa collaborazione?<br />
Volevamo portare la nostra musica a Sanremo, consapevoli<br />
anche del fatto che ci volesse qualcosa di contemporaneo.<br />
Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina e Fabio Gargiulo,<br />
che ha anche diretto l’orchestra, hanno saputo trovare il<br />
giusto compromesso tra il nostro stile e una modernità che<br />
era necessaria per stare al passo con i tempi. Ci abbiamo<br />
lavorato poi insieme e grazie a una melodia corale, con<br />
l’arrangiamento magistrale di Fabio, Lettera 22 ha preso<br />
forma.<br />
Con Sanremo vi siete tolti qualche sassolino dalle<br />
Zeppe?<br />
Qualcuno sì, siamo sempre andati avanti grazie al sostegno<br />
del nostro pubblico, che ci ama, ma non abbiamo mai avuto<br />
delle major. Abbiamo dimostrato grazie alla nostra tenacia e<br />
al gradimento ottenuto, grazie anche al grande Pasquale<br />
Mammaro l’uomo che a Sanremo, con Il Volo e Diodato (da<br />
editore) e con Orietta Berti e Donatella Rettore (da<br />
produttore e editore) in ordine di tempo, ha dimostrato di<br />
avere un intuito infallibile e anche quest’anno non ha<br />
sbagliato, dandoci l’opportunità di dimostrare che siamo<br />
ancora sul pezzo!<br />
E dopo Sanremo, cosa dobbiamo aspettarci dai Cugini<br />
di Campagna?<br />
Ora siamo molto impegnati a fare promozione, tanti concerti<br />
non solo in Italia, ma anche all’estero: Australia, Belgio Stati<br />
Uniti per incominciare. La linea è stata tracciata, il nostro<br />
“volo” continua con la nostra musica e la passione che fanno<br />
parte di noi, come i capelli direbbe Ivano!<br />
P h G i a n n i B r u c c u l e r i<br />
ph. Giovanni Brucculeri<br />
www.giannibrucculeri.it<br />
MAD 164 – Global Communicationhttp://www.mad164.com
COSIMO MEROLLA E NELLO AMATO CANTANO IL MONDO DEI CLOCHARD<br />
MARIA CONSIGLIA IZZO<br />
COSIMO MEROLLA<br />
COSIMO E NELLO<br />
E’ online e su tutti i digital store il singolo “Le notti di cartone” (video sul<br />
canale Youtube "Napoli Production)) scritto da Cosimo Merolla – in arte<br />
“Cosimo Livello Alto” – e interpretato dallo stesso cantautore e dal<br />
cantante partenopeo Nello Amato.<br />
“Durante il periodo pandemico mi sono avvicinato al mondo dei<br />
clochard, ho cercato di dare loro una mano – racconta Cosimo Merolla -.<br />
Terminata l’emergenza ho continuato a prodigarmi per loro, ma sentivo<br />
di dover fare qualcosa in più: ho notato che sono pochi gli artisti che<br />
hanno dedicato un brano ai senzatetto. Lo ha fatto Fabio Concato con la<br />
canzone “Il barbone”, Jannacci con “El purtava i scarp del tennis” e il<br />
grande Phil Collins con “Another Day In Paradise”. Nel panorama<br />
neomelodico non c’è nessuna canzone che descrive la vita dei senza<br />
fissa dimora. Mi è venuto spontaneo scrivere “Le notti di cartone”, che<br />
ho poi ceduto all’interpretazione di Nello Amato. Quest’ultimo, grande<br />
protagonista della musica napoletana da oltre quarant’anni, mi ha<br />
invitato a cantarla con lui” “E’ difficile non restare affascinati dal testo di<br />
questa canzone – spiega Nello Amato -. E’ un brano ricco di significato.<br />
Quello dei senzatetto è un argomento importante, attuale e purtroppo<br />
sempre più indifferente a molti”. “Sono onorato che artisti del calibro di<br />
Nello Amato e Francesco Merola non solo abbiano accettato di cantare<br />
dei miei brani, ma addirittura abbiano voluto che li cantassi con loro –<br />
continua Cosimo “Livello Alto” -. Mi sorprende come il cantautorato<br />
napoletano prima, e quello italiano poi, non punti su argomenti di forte<br />
valenza sociale come quello dei senzatetto. Capisco che brani come “Le<br />
notti di cartone” non sono adatti per allietare cerimonie ed eventi vari,<br />
ma è pur vero che la musica non può e non deve essere prodotta solo<br />
per essere venduta. Deve avere anche una funzione educativa,<br />
soprattutto nei confronti dei giovanissimi. Gli artisti con un grande<br />
seguito potrebbero sacrificare annualmente almeno uno delle decine di<br />
brani che scrivono e pubblicano ad argomenti con una forte valenza<br />
sociale”.<br />
Insomma, il brano scritto da Cosimo Merolla denuncia l'indifferenza<br />
metropolitana e del mondo della musica per i senzatetto e per le<br />
tematiche sociali in generale. In esso c'è tutta la tenerezza per la vita<br />
sfortunata e dura dei clochard. Cosimo Livello Alto non è nuovo per<br />
quanto riguarda i brani “impegnati”: ha scritto e cantato con Francesco<br />
Merola il brano “Napule nun cagnà”, un testo sulle Quattro Giornate di<br />
Napoli che rappresenta a pieno la città genuina che rischia di<br />
scomparire a causa dei pregiudizi, e che invece bisogna ritrovare; ed è<br />
suo il testo “'E vele senza nu' mare” ove paragona le vele di Scampia a<br />
quelle di Villeneuve-Loubet (in Costa Azzurra). “Spero che questo ultimo<br />
mio singolo, ovvero “Le notti di cartone” – conclude Cosimo – possa<br />
essere d’ispirazione per tanti altri artisti del panorama partenopeo che a<br />
loro volta influenzano milioni di persone”.<br />
NELLO AMATO<br />
CONSIGLIA.IZZO@GMAIL.COM<br />
WWW.VANITYHER.COM<br />
WWW.GNAMGNAMSTYLE.IT
TuttoBallo<br />
Claudio<br />
Baglioni<br />
"DODICI NOTE SOLO" TOUR<br />
“Dodici Note Solo Bis”, il tour dei record di Claudio<br />
BaglioniI, si concluderà con 155 concerti in 400 giorni, nei<br />
maggiori teatri lirici e di tradizione d’Italia.<br />
A grande richiesta, infatti, il tour si arricchisce delle ultime<br />
date: 8 marzo ad Adria (RO) - Teatro Comunale, 9 marzo<br />
a Rovigo - Teatro Sociale, 10 marzo a Bellunoi - Teatro<br />
Comunale, 11 marzo a Conegliano (TV) - Teatro<br />
Accademia.<br />
Dopo il grandissimo successo della prima parte, le 71 date<br />
che hanno composto Dodici Note Solo”, gli appuntamenti<br />
di “Dodici Note Solo Bis” vedono nuovamente Baglioni -<br />
voce, pianoforte e altri strumenti - con le composizioni più<br />
preziose del suo repertorio, protagonista assoluto del<br />
concerto più appassionante della straordinaria carriera di<br />
un artista sinonimo di grande musica e poesia, vincitore<br />
del Premio Tenco 2022
L’Arte come comunione con la natura.<br />
Intervista a Mitsuki Akiyama<br />
di Pina delle Site<br />
L’Arte è tante cose, un insieme di concetti, raffigurazioni,<br />
pensieri e forme finalizzate ad uno scopo universale: farci<br />
sentire liberi di esprimerci e, dunque, farci stare bene.<br />
L’intervista che Vi proponiamo è qualcosa di particolare, a<br />
cui, confesso, tenevo molto, in quanto trattasi di una<br />
testimonianza molto bella di fare, vivere e trasmettere<br />
Arte; e questo per tanti motivi: per la provenienza, sia<br />
geografica che culturale e formativa dell’Artista che Vi<br />
presentiamo, Mtsuki Akiyama, per il materiale utilizzato<br />
nelle proprie opere, per il significato dell’opera stessa …<br />
motivo per cui ho volutamente espresso il desiderio che<br />
fosse lui a raccontarsi, durante un nostro incontro, durante<br />
una piacevole cena, davanti ad una pizza un sabato sera!<br />
Parlaci di te<br />
Mi chiamo Mitsuki Akiyama, sono giapponese ma sono nato e cresciuto a Roma.<br />
Entrambi i miei genitori sono giapponesi, per cui la mia cultura si è divisa a metà con<br />
amici italiani e famiglia giapponese. Ho frequentato la University of the Ryukyus in<br />
Okinawa e la Hiroshima City University, studiando Educazione Artistica nella<br />
quadriennale e Scultura nella specialistica. Per concludere il mio pacco di esperienze<br />
ho sentito il bisogno di tornare in Italia dove frequento tutt’ora l’Accademia di Belle<br />
Arti di Roma.<br />
Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?<br />
Sicuramente i miei genitori, in particolare mio padre Nobushige, sono artisti e nello<br />
specifico scultori, quindi sono cresciuto tra calchi in gesso e sculture in svariati<br />
materiali. Ma devo ringraziare anche il mio professore referente di Okinawa, Yoichi<br />
Kamei, che mi ha insegnato il rigore e il rispetto per i materiali e il processo artistico.<br />
Conservo dei frammenti di conoscenza di tutti coloro che mi hanno aiutato a crescere<br />
e che continuano a farlo.<br />
In che cosa consiste la tua arte e a che cosa ti ispiri?<br />
Ho basato le mie ultime ricerche sullo studio di due movimenti artistici, uno italiano e<br />
uno giapponese, che si sviluppano quasi contemporaneamente senza avere contatti<br />
diretti. Sono l’Arte Povera e il Monoha. Entrambe si mobilitano intorno agli anni ’70 e<br />
nonostante abbiano svariate tematiche, molti degli artisti si riuniscono intorno a dei<br />
concetti comuni come l’ambiente, la natura, la materia e infine l’uomo. Si tratta di un<br />
momento storico particolare quando il capitalismo comincia a mostrare i suoi limiti e la<br />
pesante industrializzazione porta inesorabilmente a poggiare lo sguardo verso i temi<br />
ambientali. È interessante vedere come culture così diverse siano giunte alla stessa<br />
conclusione e che hanno sentito il bisogno di creare un’arte che ponga l’uomo in<br />
relazione con la natura e con la sua stessa natura. Personalmente credo che proprio<br />
in un’era in cui ci dirigiamo verso il digitale, sia importante ricordare di che cosa<br />
siamo fatti e che molti dei pensieri e delle percezioni di cui ci circondiamo non sono<br />
mai discostati dalla loro realtà fisica e materica, che ci rende infine “in natura”. Nelle<br />
mie ultime opere cerco di utilizzare questa “realtà materica” per esprimere dei temi a<br />
me cari, come la ricerca sull’identità personale e l’introspezione. Uno dei motivi<br />
principali per cui ho deciso di studiare in Giappone è legato alla scoperta delle mie<br />
origini e in un certo senso di “cercare un posto posto di appartenenza”.
Siccome burocraticamente ero (e sono tutt’ora) giapponese, ho<br />
sempre pensato di essere, nel profondo, un giapponese. Ma non<br />
essendo mai stato ad abitare lì, ho colto l’opportunità con<br />
l’università. Molto presto però mi sono accorto che il “sentirsi a<br />
casa” non è affatto dato dal luogo (o almeno non del tutto), ma<br />
dalle persone di cui ti circondi, famiglia, amici. Casa è quel posto<br />
in cui corpo e spirito sono in perfetta sintonia con le persone e le<br />
cose. Dopo questa realizzazione ho avuto un’idea più chiara della<br />
mia identità culturale. Anche se apparentemente è costruita su<br />
contraddizioni o dualismi, che nel mio caso sono l’Italia e il<br />
Giappone, adesso la intendo come una realtà unica che vive<br />
dentro di me ed è proprio la mia esistenza a giustificare qualsiasi<br />
contraddizione. Così “Italia” e “Giappone” non diventano altro che<br />
parole che rappresentano le esperienze che ho vissuto, senza<br />
doverle necessariamente scindere. Credo che ogni persona<br />
possieda queste contraddizioni, nel mio caso si è semplicemente<br />
trattato di un caso molto evidente. Dunque nelle mie opere credo<br />
che esistano contemporaneamente sia l’occidente che l’oriente.<br />
Invece dal punto di vista formale, prendo molto ispirazione dalle<br />
forme semplici e dirette della natura e tendenzialmente preferisco<br />
usare materiali naturali come il legno e la resina naturale. Uno dei<br />
miei recenti studi mi ha portato a fare un mix tra questi ultimi due,<br />
in una sorta di contenitore-fontana che racchiude il corpo (legno) e<br />
a linfa (resina) di quello che una volta è stato l’albero. La scelta<br />
dei materiali e dei temi è sempre un invito a vedere quello che<br />
succede dentro le nostre menti e i nostri cuori.<br />
Progetti immediati e futuri.<br />
Tra pochissimo, il 17 marzo, parteciperò ad una mostra tra i<br />
vincitori della borsa di studio POLA Art Foundation che si terrà a<br />
Tokyo (Ginza) per circa un mese. La borsa finanzia lo studio di<br />
giovani artisti giapponesi desiderosi di studiare all’estero e ogni<br />
anno (tranne gli ultimi a causa del Covid) organizzano una mostra<br />
per mostrare i loro progressi nella ricerca artistica. Sono stato<br />
fortunato ad essere selezionato! Invece verso l’estate ho<br />
intenzione di partecipare ad un evento organizzato da una mia<br />
collega e curatrice Ilaria Riccardi. L’evento si chiama ArTevere ed<br />
è una residenza artistica nella città di Capena dove l’arte si lega al<br />
territorio. Finanziato tramite bando della Regione Lazio e il Museo<br />
Wurth Capena, l’evento sarà una mostra collettiva tra i vari artisti<br />
partecipanti e (probabilmente) dei workshop nel territorio.<br />
Continuerei ad ascoltare Mitsuki per ore, in quanto sono<br />
affascinata da tutto ciò che dice e che fa, per il Suo modo di<br />
vivere e sentire l’Arte e ci lasciamo con la promessa di ritrovarci<br />
al suo ritorno dal Giappone perché continui a raccontarci ancora<br />
le tante cose che ha da dire attraverso le Sue opere, ed a parlarci<br />
di tutti i suoi progetti in via di realizzazione.<br />
Ci avviciniamo, così, verso l’uscita del locale e, a sorpresa, mi fa<br />
dono di una Sua opera dal significato molto particolare, che mi<br />
lascia meravigliosamente stupita e che custodisco gelosamente…<br />
volete sapere cosa? Beh sarà lo stesso Mitsuki a raccontarvelo<br />
quando rientrerà dal Giappone.
Asad Raza:<br />
Plot<br />
Mostra interdisciplinare realizzata con<br />
Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava (BB) ,<br />
Lydia Ourahmane e Moriah Evans al Museion<br />
di Bolzano dal 23 marzo al 3 settembre<br />
<br />
A proposito di look, come è finita la controversia tra Voi e i<br />
Måneskin? A Sanremo vi siete incontrati? A tarallucci e vino!<br />
Scherzi a parte, non c’è mai stata polemica, anzi, siamo<br />
lusingati anche perché ci separano cinquant’anni e pensare che<br />
in qualche modo il nostro look può averli ispirati come tanti altri,<br />
non può che farci piacere. Noi li ammiriamo moltissimo, sono<br />
davvero in gamba e faranno ancora tanta strada. Ci siamo visti<br />
di sfuggita , perché Sanremo è Sanremo e si corre, ma Fedez<br />
quando siamo stati ospiti a Muschio Selvaggio, ha chiamato<br />
Damiano e ci siamo salutati per telefono ricevendo anche il suo<br />
apprezzamento per Lettera 22. Lettera 22 è una canzone scritta<br />
da La Rappresentante di Lista. Come nasce questa<br />
collaborazione? Volevamo portare la nostra musica a Sanremo,<br />
consapevoli anche del fatto che ci volesse qualcosa di<br />
contemporaneo. Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina e<br />
Fabio Gargiulo, che ha anche diretto l’orchestra, hanno saputo<br />
trovare il giusto compromesso tra il nostro stile e una modernità<br />
che era necessaria per stare al passo con i tempi. Ci abbiamo<br />
lavorato poi insieme e grazie a una melodia corale, con<br />
l’arrangiamento magistrale di Fabio, Lettera 22 ha preso forma.<br />
Con Sanremo vi siete tolti qualche sassolino dalle Zeppe?<br />
Qualcuno sì, siamo sempre andati avanti grazie al sostegno del<br />
nostro pubblico, che ci ama, ma non abbiamo mai avuto delle<br />
major. Abbiamo dimostrato grazie alla nostra tenacia e al<br />
gradimento ottenuto, grazie anche al grande Pasquale<br />
Mammaro l’uomo che a Sanremo, con Il Volo e Diodato (da<br />
editore) e con Orietta Berti e Donatella Rettore (da produttore e<br />
editore) in ordine di tempo, ha dimostrato di avere un intuito<br />
infallibile e anche quest’anno non ha sbagliato, dandoci<br />
l’opportunità di dimostrare che siamo ancora sul pezzo! E dopo<br />
Sanremo, cosa dobbiamo aspettarci dai Cugini di Campagna?<br />
Ora siamo molto impegnati a fare promozione, tanti concerti<br />
non solo in Italia, ma anche all’estero: Australia, Belgio Stati<br />
Uniti per incominciare. La linea è stata tracciata, il nostro “volo”<br />
continua con la nostra musica e la passione che fanno parte di<br />
noi, come i capelli direbbe Ivano!<br />
ASAD RAZA PHOTO CREDIT LAURA COOPER<br />
2019-05_RAZA_ABSORPTION_KALDOR-PUBLIC-ARTS-PROJECT_190426_268_WEB 2<br />
2019-05_RAZA_ABSORPTION_KALDOR-PUBLIC-ARTS-PROJECT_190426_129_WEB
ASSIA KARAGUIOZOVA<br />
BURANO MERLETTO<br />
Orgoglio del Made in Italy<br />
Il Museo del Merletto di Burano<br />
Fondazione Musei Civici di Venezia
Il Marmo<br />
come la seta<br />
Assia Karaguiozova<br />
Io, Canova,<br />
Genio<br />
Europeo<br />
Bassano<br />
fino al<br />
12 marzo
ASSIA KARAGUIOZOVA<br />
Assia Karaguiozova<br />
MURANO - VETRO<br />
Simon Berger al Museo del Vetro rompe gli schemi e crea distruggendo<br />
SHATTERING BEAUTY - Fino al 7 Maggio <strong>2023</strong><br />
A cura di Sandrine Welte e di Chiara Squarcina<br />
Fondazione Musei Civici di Venezia con Berengo Studio
OVER DANCE. QUAL È LA<br />
VERA ETÀ DEL CORPO?<br />
Un jour nouveau | Birthday Party, spettacolo firmato da due star della coreografia,<br />
Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj, prima mondiale il 12 marzo a Bologna<br />
Sta per arrivare al debutto anche in Italia Over dance, uno dei progetti di danza più attesi<br />
dell’anno, una creazione doppia dedicata all’ageing e al welfare culturale, un esperimento che<br />
celebra i corpi nella terza età. A firmare lo spettacolo, intitolato Un jour nouveau | Birthday<br />
Party, sono due star della coreografia, Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj. La prima<br />
nazionale è all’Arena del Sole di Bologna il 12 marzo alle 16, nell’ambito del Focus Carne.<br />
La questione dell’invecchiamento è sicuramente una questione centrale del presente, tanto più<br />
in un continente e in un paese con una popolazione sempre più over. La danza può offrire però<br />
un punto di vista del tutto originale rispetto all’ageing. E infatti riscrivere i limiti del corpo che<br />
danza è esattamente quello che fa Birthday Party (creazione di 50 minuti per otto danzatori,<br />
seconda parte dello spettacolo) di Preljocaj, in cui il coreografo mostra come l’energia vitale<br />
della danza sappia prendere vie e forme diverse che fanno capo, innanzitutto, alla poesia…
ANGELIN PRELJOCAJ MYTHOLOGIES
73RD BERLINALE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL<br />
STEVEN SPIELBERG ORSO D'ORO ALLA CARRIERA<br />
La 73.ma edizione della Berlinale ha deciso di omaggiare il regista, sceneggiatore e produttore Steven Spielberg<br />
con l’Orso d’Oro alla carriera.<br />
Nell'ambito della cerimonia di premiazione al Berlinale Palast, il festival proietterà il suo lavoro più recente, The<br />
Fabelmans. Un riconoscimento che si va ad aggiungere alle 19 nomination agli Oscar (tre trasformate in<br />
statuette), numerosi Golden Globe ed Emmy per il suo cinema, oltre a una serie di onorificenze per il suo<br />
impegno nelle cause sociali. Ad esempio, nel 1998 è stato insignito della Gran Croce con Stella dell'Ordine al<br />
Merito della Repubblica Federale di Germania per il suo film Schindler's List (guarda la video recensione). Nel<br />
2001, la Regina Elisabetta II lo ha nominato Cavaliere Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (KBE). Nel<br />
2015 ha ricevuto la medaglia presidenziale della libertà dal presidente degli Stati Uniti da Barack Obama. “Con<br />
una carriera incredibile, Steven Spielberg non solo ha incantato generazioni di spettatori in tutto il mondo, ma<br />
ha anche dato un nuovo significato al 'cinema' come fabbrica dei sogni. Che sia nell'eterno magico mondo degli<br />
adolescenti o nella realtà che la storia ha scolpito per sempre, i suoi film ci portano a un livello diverso, dove il<br />
grande schermo diventa la superficie adeguata per la realizzazione delle nostre emozioni. Se la Berlinale <strong>2023</strong><br />
rappresenta un nuovo inizio, non potremmo trovare un inizio migliore di quello offerto dal grande lavoro di<br />
Spielberg” hanno affermato Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian
EDUCAZIONE<br />
FISICA<br />
REGIA DI STEFANO CIPANI<br />
Verità e giudizio, in un duello tra genitori, preside, accettazione e<br />
omissione.
La palestra – opera teatrale di Giorgio Scianna, da cui la sceneggiatura dei fratelli<br />
D’Innocenzo – come un tribunale, di quelli alla JFK di Oliver Stone o Parola ai<br />
giurati di Sidney Lumet, propri del gusto del regista, Stefano Cipani (Mio Fratello<br />
Rincorre i Dinosauri) che ha diretto Educazione Fisica, un concetto che si<br />
destreggia tra verità e giudizio, in un duello tra genitori, preside, accettazione e<br />
omissione.<br />
Il desiderio di Cipani era di “realizzare un film intelligente, scioccante, emotivo,<br />
vicino al pubblico e al contempo personale, personalizzato; un classico senza<br />
fronzoli, dove tutto è rivolto alla discussione”.<br />
“Ho letto la pièce nel 2014 e ho trovato fosse perfetta per un film da camera. Mi<br />
interessava l'assunzione della responsabilità e già la pièce denunciava<br />
l'atteggiamento da branco di questi genitori. Per la scrittura ho coinvolto i fratelli<br />
D'Innocenzo, dal talento inaudito: loro erano le persone giuste per dare coerenza<br />
stilistica ai miei personaggi. È stato un lavoro molto di squadra, con mie direzioni<br />
molto precise: c'è un personaggio in più, un cane in più e un finale diverso. Buñuel<br />
e il cinema rotoscope Anni '70 sono stati riferimenti filosofici, per riuscire anche a<br />
bilanciare il mio retropensiero, per cui desideravo fosse mantenuta una cinica<br />
ironia”, spiega Cipani.<br />
L’unità di luogo – la palestra appunto, completamente allestita negli Studi di<br />
Cinecittà – è il “ring” – o anche la terra comune di un duello “western”, genere che<br />
viene chiamato alla mente anche dalla musica, iniziale soprattutto - che stringe<br />
sempre più forte i genitori dei tre alunni, chiamati dalla preside della media di<br />
provincia che frequentano, per via di una questione ostica, uno stupro reiterato<br />
alla compagnia Sonia, che “ha detto che sono stati i vostri figli … era sicura”. Il<br />
nucleo unico dello svolgimento fa crescere la ferocia reciproca e la mostruosità<br />
umana, mettendo in atto la manipolazione della verità.<br />
EDUCAZIONE FISICA<br />
REGIA<br />
STEFANO CIPANI<br />
CAST<br />
ANGELA FINOCCHIARO, GIOVANNA<br />
MEZZOGIORNO, RAFFAELLA REA,<br />
SERGIO RUBINI, CLAUDIO SANTAMARIA<br />
<br />
SINOSSI<br />
I GENITORI DI TRE ALUNNI VENGONO<br />
CONVOCATI DALLA PRESIDE DI UNA<br />
SCUOLA MEDIA DI PROVINCIA: È<br />
SUCCESSO UN FATTACCIO, DI CUI I LORO<br />
FIGLI SONO I RESPONSABILI. MA È<br />
DIFFICILE DA CREDERE E DA<br />
ACCETTARE. LA PALESTRA SI<br />
TRASFORMA IN UN’AULA DI TRIBUNALE<br />
IMPROVVISATA, DOVE HA INIZIO UN<br />
PROCESSO FEROCE NEL TENTATIVO<br />
OSTINATO DI SMENTIRE E NA<br />
SCONDERE LA VERITÀ.<br />
<br />
GENERE<br />
COMMEDIA<br />
<br />
PRODOTTO DA ARTURO PAGLIA,<br />
ISABELLA COCUZZA, ALESSANDRO<br />
LEONE (II), SARÀ DISTRIBUITO DA 01<br />
DISTRIBUTION.<br />
<br />
FONTE CINECITTA' NEWS
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
<br />
https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT
JOHN WICK 4<br />
Il 23 marzo arriva in Italia John Wick 4 con Keanu Reeves, sequel di John Wick 3 –<br />
Parabellum del 2019. Il più lungo capitolo del franchise dura 2 ore e 49' minuti,
John Wick 4”, nuovo capitolo della saga d’azione con protagonista Keanu Reeves al cinema dal 23 marzo <strong>2023</strong>. Il<br />
film è il sequel di John Wick 3 – Parabellum del 2019 è diretto da Chad Stahelski, con una sceneggiatura scritta<br />
da Shay Hatten e Michael Finch, e basato sui personaggi creati da Derek Kolstad.<br />
John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Gran Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick<br />
deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi<br />
amici in nuovi nemici.<br />
Il cast di “John Wick 4” include Lawrence Fishburne, Ian McShane, Donnie Yen, Bill Skarsgård, Hiroyuki Sanada,<br />
Shamier Anderson, Scott Adkins, Lance Reddick, Rina Sawayama, Marko Zaror, Natalia Tena e Clancy Brown<br />
meglio noto come il Kurgan del film “Highlander”.<br />
Inizialmente il film doveva essere rilasciato lo stesso giorno di Matrix Resurrections, altro film interpretato da<br />
Keanu Reeves, ma l’uscita è slittata insieme alle riprese, a causa della pandemia di COVID-19. La produzione è<br />
iniziata il 28 giugno 2021 a Berlino e Parigi, durante la pandemia di COVID-19, con ulteriori riprese in Giappone e<br />
New York. Nell’ottobre 2021, le riprese principali erano ufficialmente terminate. La serie era stata concepita come<br />
una trilogia durante o subito dopo la realizzazione dell’originale John Wick (2014). Visto il suo crescente<br />
successo, i realizzatori hanno voluto assicurarsi di continuare ad espandere l’universo in cui si svolgono i film.<br />
“John Wick” è un franchise di thriller d’azione neo-noir creato dallo sceneggiatore Derek Kolstad e interpretato<br />
da Keanu Reeves nei panni di John Wick, un ex sicario che è costretto a tornare nel mondo criminale che ha<br />
abbandonato.Il franchise, di proprietà di Lionsgate, è iniziato con l’uscita di John Wick nel 2014, seguito da due<br />
sequel, John Wick – Capitolo 2 il 10 febbraio 2017 e “John Wick 3 – Parabellum” il 17 maggio 2019. Tutti e tre i film<br />
sono stati considerati un successo di critica e commerciale, con un incasso complessivo di oltre 587 milioni in<br />
tutto il mondo. Una quarta puntata, “John Wick 4”, è in post-produzione e ha una data di uscita del 24 marzo<br />
<strong>2023</strong>. È in fase di sviluppo anche una quinta puntata, originariamente destinata a essere girata “back-to-back”<br />
con il quarto film.
JOHN WICK 4<br />
<br />
REGIA<br />
CHAD STAHELSKI<br />
<br />
CAST<br />
KEANU REEVES, DONNIE YEN, BILL<br />
SKARSGÅRD, LAURENCE FISHBURNE,<br />
HIROYUKI SANADA, SHAMIER ANDERSON,<br />
LANCE REDDICK, RINA SAWAYAMA, SCOTT<br />
ADKINS, IAN MCSHANE<br />
<br />
GENERE<br />
AZIONE<br />
<br />
LIONSGATE FILMS<br />
KEANU REEVES<br />
JOHN WICK
19 MARZO<br />
FESTA DEL PAPA'<br />
Uno dei tanti eventi che caratterizza questo<br />
periodo, è la festa del papà; Tuttoballo,<br />
naturalmente, invia un grande abbraccio a tutti i<br />
papà che sono fisicamente presenti vicino ai<br />
propri figli, ed a tutti i papà che lo sono in forma<br />
diversa ma, che ci piace pensare, siano<br />
comunque con noi.<br />
Ognuno esprime con parole e pensieri propri gli<br />
auguri per il proprio papà, noi lo abbiamo fatto<br />
così:<br />
PADRE. LA MIA STORIA<br />
“Ti guardo nella penombra dell’età Padre,<br />
in Te custodita tutta la mia storia,<br />
la mia prima età che non mi è dato ricordare,<br />
ma che Tu mi fai conoscere perché l’hai vissuta<br />
insieme a me…<br />
Ti penso quando siamo lontani Padre,<br />
Tu, fonte di affetto, rabbia, scontri ed abbracci,<br />
momenti di incomprensione ma di ritrovi,<br />
allontanamenti e ritorni sempre più forti,<br />
Tu, che nei tuoi errori imparavi a fare il padre ed io<br />
nei miei imparavo ad essere figlia.<br />
Ti osservo oggi, Padre, stanco del peso dei tanti anni<br />
che ti porti dietro,<br />
Padre che oramai sei diventato mio figlio.<br />
Tu, Padre, se avrai passi più veloci dei miei nel<br />
cammino naturale degli eventi,<br />
in quel momento intriso di lacrime tornerai ad essere<br />
Padre ed allora sarò per sempre Tua figlia!<br />
(P. Delle Site)
Bassam Abou Diab<br />
Con il linguaggio del corpo racconto le atrocità<br />
della guerra: Minaccia, Carcerazione, Tortura<br />
BASSAM ABOU DIAB_UNDER THE FLESH
“Per me la danza, la mia danza, è un movimento politico. Il modo in cui affronto un sistema autoritario è<br />
danzando”.<br />
È una vera e propria frase-manifesto quella pronunciata da Bassam Abou Diab, il primo dei coreografi<br />
dell’area mediorientale a Diafanie. Materia e Luce – la stagione danza <strong>2023</strong> realizzata dal Centro<br />
Nazionale di Produzione della Danza ORBITA | Spellbound – che riflettono sulle relazioni fra il corpo, i<br />
regimi politici e le identità socioculturali e geografiche. Fondatore del Beirut Physical Lab, per anni<br />
danzatore stabile della compagnia di Omar Rajeh e fra i protagonisti, nel 2017, della prima edizione del<br />
progetto Focus Young Arab Choreographers, il coreografo libanese, all’ ORBITA | Spellbound Centro<br />
Nazionale di Produzione della Danza ha presentato due lavori che indagano il corpo rispetto alla<br />
prigionia, alla tortura e alla guerra: Pina My Love e Under The Flesh, entrambi al Teatro Biblioteca<br />
Quarticciolo. Una prigione rappresenta una potente condanna e una limitazione forzata della libertà. I<br />
regimi totalitari hanno utilizzato questa istituzione per soggiogare la libertà di parola attraverso<br />
intimidazioni e torture. Come può una tale esperienza influenzare la percezione che si ha del proprio<br />
corpo, dei propri movimenti e delle proprie reazioni? Nato da una serie di interviste realizzate da Diab,<br />
Pina My Love racconta una storia di prigionia e dolore nel tentativo di riflettere sulla situazione delle<br />
carceri e le pratiche brutali disumane a cui sono sottoposti i prigionieri e per esaminare i meccanismi di<br />
difesa psicologica e fisiologica che il corpo innesca quando è sottoposto a tortura per preservare la<br />
propria esistenza.<br />
Under The Flesh solleva invece la questione del ruolo del corpo in situazioni di guerra. Come può la<br />
reazione del corpo a una minaccia di morte trasformarsi in danza? Bassam Abou Diab racconta una<br />
storia immaginaria ma che nasce dalla propria esperienza personale: è la storia di un corpo<br />
sopravvissuto a quattro guerre consecutive. “Ripercorrendo la mia infanzia e, in generale, tutta la mia<br />
vita, ho capito che la cosa che ha colpito di più il mio corpo è la guerra, i suoni della guerra. Penso che<br />
siano nei miei muscoli, la guerra è ancora nella memoria del mio corpo” afferma il coreografo<br />
raccontando la genesi di uno spettacolo che si sviluppa come una conversazione circolare fra testo,<br />
movimento e suono. Quella di Under The Flesh è una danza basata su regole e tecniche immaginarie,<br />
meticolosamente concepite come una favola, dimensione necessaria a superare la macchina della<br />
guerra. Come dire, danzare e sognare per sopravvivere al dolore. Lo sguardo sul Libano si è allargato<br />
con la proiezione di The Odor of Elephants After the Rain, film documentario commissionato dal Festival<br />
di Edimburgo e coprodotto da CND Centre National de la Danse à Lyon. Diretto dal celebre coreografo<br />
Omar Rajeh, direttore artistico della compagnia Maqamat in Libano e fondatore del festival Beirut<br />
International Platform of Dance, il film è stato girato a Beirut nel 2021, poco dopo l'esplosione del 4<br />
agosto e le manifestazioni del 17 ottobre, testimoniando l'esperienza di dolore, perdita e disillusione<br />
profondamente radicati nella città. Luoghi cari ridotti in cenere, ricordi sfigurati, sogni calpestati e<br />
speranze deluse.<br />
“Pensando alle migliaia di prigionieri presenti nella nostra zona, la prima cosa che ho sentito è stata<br />
l'urgenza di approfondire questi temi. Ho iniziato a chiedermi: cosa succederebbe se vivessi la stessa<br />
situazione? Così ho scoperto che, in una condizione di questo tipo, il corpo inizia ad essere più chiuso, il<br />
movimento inizia ad essere più pesante, tutto inizia a contrarsi. Allo stesso tempo però questa<br />
contrazione, tutto ciò che il corpo fa con il proprio sistema muscolare è qualcosa di utile per sopravvivere,<br />
per poter andare oltre, per restare in vita”.
BASSAM ABOU DIAB_UNDER THE FLESH - FOTO DI D_MATVEJEV
Samuele Arisci<br />
ph Luca Di Bartolo
A dicembre incontro Samuele Arisci, danzatore Cagliaritano che vive a<br />
Bologna , danzatore freelance che lavora anche per la compagnia<br />
Artemis Danza di Monica Casadei.<br />
Il contesto è l’installazione “Di Terra e di Cielo” a cura di Marina Cuccus.<br />
Ci eravamo in realtà già ‘incontrati’ in passato sul palco del Teatro Galli<br />
a Rimini, proprio in occasione di uno spettacolo di Artemis Danza,<br />
senza conoscerci.<br />
Abbiamo deciso di realizzare un cortometraggio, tanto per cambiare<br />
dico a me stesso!<br />
Il luogo delle riprese è ancora una volta un sito industriale abbandonato,<br />
già interessato dal progetto realizzato con Theo Più, che avere avuto<br />
modo di conoscere qui su TuttoBallo.<br />
Che fare? …decidiamo di esplorare lo spazio sia con inseguimenti<br />
diSamuele che danza sia con inquadrature più statiche delle sue<br />
apparizioni da porte o finestre. Poi si vedrà il da farsi una volta in fase di<br />
montaggio.<br />
Mi piace creare liberamente, senza schemi precostituiti; guardo il girato<br />
e mi torna alla mente DOOM, uno tra primi video giochi con grafica 3D<br />
della serie vai avanti e ammazza mostri!<br />
Si dai, che ideona: un video di danza simil videogioco, con grafiche<br />
sovrapposte e alert in caso di pericolo!<br />
Ma il processo creativo ha i suoi tempi, individuare le parti giuste dal<br />
girato, decidere l’ordine, studiare la parte sonora: realizzata in casa con<br />
un vaso di coccio, un cucchiaio e delle registrazioni realizzare sul posto<br />
con delle porte di metallo abbandonate a terra.<br />
Ma poi perché un videogioco, come lo giustifico in fase di<br />
sceneggiatura!<br />
Ed ecco un’altra idea: un giocatore incallito che non abbandona mai il<br />
suo portatile, neppure per andare in bagno a notte fonda!<br />
Cosa ne sarà di lui!<br />
Il corto uscirà pronto a Marzo.
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
<br />
https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT
la danza è vita e<br />
regala emozioni<br />
uniche che<br />
appagano<br />
l’anima.<br />
<br />
PH MONICA IRMA RICCI - WWW.MONICAIRMARICCI.COM - WWW.ISTAGRAM.COM/I.R.M.A19/<br />
DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/
Sono Emma Fazzi, ho 20 anni e sono una ballerina professionista all’Opéra National De Bordeaux. Ho iniziato a<br />
studiare danza quando avevo 4 anni, accompagnavo mia sorella più grande a scuola di danza e sognavo di fare la<br />
ballerina. All’età di 10 anni la mia insegnante consigliò a mia madre di farmi iniziare un percorso accademico<br />
professionale, così feci il provino all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e dopo qualche mi ritrovai a studiare al<br />
Teatro dell’Opera di Roma, dove nel 2020, all’ età di 18 anni, mi sono diplomata.<br />
l mio percorso accademico è stato molto intenso, pieno di sorprese e grandi soddisfazioni. I primi anni, quando ero più<br />
piccola, mi ricordo che ho lavorato tanto per migliorare le mie doti fisiche e dimostrare di essere valida per restare in<br />
quella scuola così prestigiosa. Grazie al duro lavoro, alla costanza e alla passione sono riuscita ad avere sempre<br />
riscontri positivi e anche molte soddisfazioni. A 14 anni mi hanno assegnato il mio primo ruolo da solista in una<br />
creazione di Luciano Cannito, “Bottega Fantastica”, un piccolo passo a due che per me era molto impegnativo non<br />
avendolo mai studiato prima. L’anno successivo ho ricevuto invece il ruolo di Fata Confetto nello “Schiaccianoci”, una<br />
gioia immensa e inaspettata che mi ha fatto crescere moltissimo e maturare sia come ballerina che come ragazza. Gli<br />
anni successivi ho riavuto l’opportunità di ballare nuovamente questo ruolo, insieme ad altri, come la solista di Danza<br />
Araba sempre nello Schiaccianoci.<br />
PH MONICA IRMA RICCI - WWW.MONICAIRMARICCI.COM - WWW.ISTAGRAM.COM/I.R.M.A19/<br />
DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/
Ho avuto poi l’onore di essere scelta dal coreografo e grande artista Mauro<br />
Bigonzetti in una sua creazione “TurnPike”, coreografia meravigliosa e molto<br />
complessa.<br />
Durante l’ultimo anno del diploma ho fatto le mie prime audizioni, nonostante<br />
fosse il periodo inziale del Covid-19. Volai ad Amsterdam per la Dutch<br />
National Ballet con riscontro positivo , e poi a Bordeaux per l’Opèra National<br />
dove mi trovo attualmente.<br />
Qui ho ballato in molte produzioni: classiche, neoclassiche e contemporanee,<br />
avendo anche l’opportunità di fare ruoli da solista in alcune creazioni.<br />
PH MONICA IRMA RICCI - WWW.MONICAIRMARICCI.COM - WWW.ISTAGRAM.COM/I.R.M.A19/<br />
DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/
Anche io nella mia vita ho avuto dei<br />
momenti no, causati principalmente da due<br />
infortuni, dall’ultimo ne sono appena uscita,<br />
un’operazione chirurgica con uno stop dalla<br />
danza di molti mesi. Per un ballerino<br />
l’infortunio equivale a smettere di ballare per<br />
lungo tempo. In quel momento tutto ti<br />
sembra negativo, difficile da affrontare, ma<br />
la consapevolezza che anche questo è<br />
parte dell’essere un ballerino ti da una<br />
spinta a rialzarti tornare più forte di prima<br />
con la maggior consapevolezza di<br />
conoscere meglio il tuo proprio corpo.<br />
La scelta di lavorare all’estero è stato l’<br />
avveramento del mio sogno da bambina.<br />
L’idea di viaggiare mi entusiasma, la<br />
possibilità di conoscere e apprendere varie<br />
culture della danza mi carica…<br />
Quando smetterò di danzare sicuramente mi<br />
piacerebbe molto insegnare, e fare un<br />
lavoro che riguardi l’uso del corpo come le<br />
tecniche del Pilates e del Gyrotonic e Yoga<br />
di cui sono molto appassionata e che mi<br />
piace praticare tutt’ora.<br />
Ai giovani ballerini e ballerine dico non<br />
smettete mai di credere e sognare nella<br />
danza, anche se è un cammino duro , pieno<br />
di sacrifici e spesso sofferenze, bisogna<br />
ricordarsi che la danza non deve mai<br />
diventare nostra nemica ma che bisogna<br />
viverla in tutte le sue sfumature ed essere<br />
sempre determinati nel riuscire a<br />
sconfiggere le difficoltà e far uscire l’artista<br />
che è dentro di noi, perché la danza è vita e<br />
regala emozioni uniche che appagano<br />
l’anima.<br />
PH MONICA IRMA RICCI - WWW.MONICAIRMARICCI.COM - WWW.ISTAGRAM.COM/I.R.M.A19/<br />
DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/
EMANUELA<br />
CAMPICIANO<br />
LIVE FOR DANCE
Maestra coreografa e event manager.<br />
Emanuela ha inizato a studiare danza giovanissima.<br />
Nel 2009 si laurea in danza contemporanea presso<br />
l'Accademia Nazionale di Danza di Roma. Ballerina<br />
solista e prima ballerina della Labat Contemporary<br />
Dance Company, con la quale continua a collaborare<br />
nel ruolo di coreografa insieme al maestro Gino<br />
Labate.<br />
Nella 2016 Emanuela è stata una delle prime<br />
coreografe a scrivere "Oltre il Buio" un progetto di<br />
sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro<br />
la violenza sulle donne.<br />
Oggi è una eccellente direttrice artistica del Barcelona<br />
Ballet Project - International Dance Center Catalunya<br />
e ideatrice di 意 識 Ishiki - Conscious Movement<br />
Method...
WWW.BARCELONABALLETPROJECT.NET
GALA RUDOLF NUREYEV<br />
"IL PREZZO DELLA LIBERTÀ"<br />
Kimin Kim<br />
Teatro Mariinsky di San Pietroburgo<br />
A trent’anni dalla scomparsa Rudolf Nureyev, il Teatro Arcimboldi di Milano ha presentato a febbraio un appuntamento<br />
straordinario per rivivere il più grande ballerino di tutti i tempi. Il Gala con grandi star della danza ha permesso al pubblico di<br />
assistere ai celebri pas de deux del repertorio classico come Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Diana e Atteone,<br />
Don Chisciotte, Le Corsaire, La Bayadère e incantevoli assoli.<br />
Ad arricchire la serata c'era una delle più grandi stelle della danza mondiale, Kimin Kim dal Teatro Mariinsky di San<br />
Pietroburgo, che oltre a sbalordinre la platea con degli assoli memorabili ha ballato in coppia con la bravissima ballerina<br />
Letizia Masini del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.<br />
PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM
Rudolf Nureyev rimane ancora oggi<br />
ineguagliato, ha segnato un’epoca dal<br />
punto di vista interpretativo e creativo<br />
nella storia della danza. Eccelso<br />
danzatore, le cui doti espressive e<br />
virtuosistiche hanno esaltato talento ed<br />
irrequieta genialità, unendosi ad un<br />
incredibile carisma ed una presenza<br />
scenica unica.<br />
Le sue coreografie, hanno saputo<br />
infondere nuova linfa ai classici del<br />
repertorio, rivitalizzandoli con un perfetto<br />
equilibrio tra modernità e tradizione.<br />
Nureyev ha saputo motivare alla passione<br />
per la danza e alla ricerca per la<br />
perfezione tecnica tante giovani<br />
promesse, che oggi, arricchite dal suo<br />
prezioso bagaglio artistico, gli rendono<br />
omaggio nel “Gala in onore di Rudolf<br />
Nureyev”.<br />
Il pubblico ha assistito ai celebri pas de<br />
deux del repertorio classico come Il Lago<br />
dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Diana e<br />
Atteone, Don Chisciotte, Le Corsaire, La<br />
Bayadère, La Bella Addormentata nel<br />
Bosco e assoli contemporanei portati in<br />
scena da étoiles e primi ballerini<br />
provenienti dalle principali compagnie di<br />
balletto.<br />
Ad arricchire la serata la straordinaria<br />
partecipazione della grande stella della<br />
danza mondiale, Kimin Kim dal Teatro<br />
Mariinsky di San Pietroburgo. Sul palco<br />
del TAM si sono esibiti in ruotine di danza<br />
anche altri danceur come:<br />
Letizia Masini Teatro alla Scala<br />
Jovanka Zarić National Opera of Greece<br />
Leonard Cela Nuovo Balletto Classico<br />
Viktor Ishchuk National Opera Ballet of<br />
Ukraine Kiev<br />
Oleksii Schvydkyi,<br />
Olaf Kifiak,<br />
Victor Finnaurini,<br />
Emma Castellani,<br />
Likollari Leonardo<br />
PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM
LETIZIA MASINI & KIMIN KIM<br />
PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM<br />
GALA RUDOLF NUREYEV<br />
"IL PREZZO DELLA LIBERTÀ"<br />
PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM
La mia passione principale è l'encausto, che<br />
ho scoperto in Canada dove ho vissuto per<br />
molti anni, una tecnica pittorica in cui una<br />
speciale cera raffinata funge da legante, che<br />
conferisce al dipinto profondità e luminosità.<br />
La luce viene rifratta in modo speciale in strati<br />
trasparenti di cera, che fanno sembrare<br />
l'immagine illuminata dall'interno.<br />
Alcune icone paleocristiane così come i famosi<br />
ritratti del Fayum egiziano, sono state<br />
realizzate con questa tecnica, che ho sempre<br />
ammirato, ho capito che l'encaustomi era<br />
congeniale, un amore a prima vista.<br />
La cera è un materiale organico, racchiude la<br />
forza primordiale della natura, e la tecnica<br />
dell'encausto ha molti modi di essere<br />
utilizzata, io uso una combinazione di pittura e<br />
graffiatura (grattage). Riscaldo la cera e la<br />
metto sulla superficie della base, e quando si<br />
raffredda, uso uno scalpello speciale per<br />
incidere immagini, che scolpisco in parte sulla<br />
superficie della cera, in parte sulla superficie<br />
del legno. A volte lavoro per strati, cioè metto<br />
un nuovo strato di cera sulle immagini già<br />
tracciate e uso la trasparenza della cera,<br />
lavorando sulla superficie del nuovo strato,<br />
attraverso il quale traspaiono gli strati<br />
precedenti. Ciò consente di creare una<br />
profondità e un volume speciali dell'immagine.<br />
Preferisco usare il legno per la base, che è un altro materiale<br />
naturale per me preferito. Apprezzo particolarmente il legno<br />
vecchio, con una "storia" e spesso raccolgo legname lavato<br />
sulla riva dei bacini. Spesso mi viene chiesto da dove<br />
provengono le immagini dei miei lavori, cosa mi ispira.<br />
Per quanto strano possa sembrare, io stesso a volte mi pongo<br />
la medesima domanda. Personalmente non trovo risposta<br />
migliore che rispondere così: ciò che mi ispira di più sono i miei<br />
primi ricordi d'infanzia, i momenti della prima esperienza diretta<br />
di confronto con la realtà.<br />
Anche la costa del Mar Nero della Russia meridionale, con una<br />
natura atipica per la Russia e un clima quasi subtropicale,<br />
pioppi piramidali e case imbiancate a due piani, ha avuto<br />
l'influenza più diretta sul mio lavoro, ma non l'unica fonte di<br />
ispirazione. In gioventù, dopo essermi trasferito a San<br />
Pietroburgo, ho scoperto l'Ermitage con il suo Rembrandt e la<br />
collezione dei Piccoli Olandesi con la loro sofisticata tavolozza<br />
nobile, i dipinti misticamente ultraterreni di Chagall, immagini<br />
dure e quasi aggressive di artisti espressionisti tedeschi,<br />
vecchi manoscritti scritti a mano sull'alchimia e le scienze<br />
naturali, il cui stile mi è ancora così vicino. La stessa città di<br />
San Pietroburgo mi ha formato a livello professionale: una<br />
miscela inimmaginabile di architettura barocca, cupi cortili<br />
descritti da Dostoevskij e grattacieli del periodo sovietico.<br />
Lì ho iniziato la mia educazione artistica, prima nella bottega di<br />
Suvorov artista e noto insegnante di quegli anni, e<br />
successivamente all'Università Herzen. Nel 1989 sono<br />
diventato membro dell'Associazione degli artisti liberi, una delle<br />
prime cooperative di artisti a San Pietroburgo, che aveva una<br />
propria sala espositiva presso la biblioteca Blok, attirava un<br />
numero enorme di persone, inclusi galleristi e mercanti d'arte<br />
dall'Europa e dall'America. dal 1991 si è svolta la mia prima<br />
mostra all'estero, in Germania a Berlino, successivamente a<br />
Londra, in Canada, ad Amburgo, e Nancy. Dopo essermi<br />
stabilito a Toronto, ho iniziato a esporre regolarmente sia in<br />
Canada che negli Stati Uniti: in seguito ho iniziato a illustrare<br />
con Three In A Box, dove ho lavorato per il WALL Street<br />
Journal, Chicago Tribune, Toronto National Post, Reader<br />
Digest Montreal, Cambridge University Press, Maclliland &<br />
Stuward e altri con Progressive Fine Art, di Toronto, che da 7<br />
anni presenta il mio lavoro all'Expo annuale di New York al<br />
Jacob Javits Centre.<br />
I miei ultimi progetti sono una serie di illustrazioni per la rivista<br />
della Yale University, per il quotidiano Boston Globe.<br />
Un momento speciale della mia carriera è stata la mia mostra<br />
"Dialoghi Culturali" in Italia, nell’ambito di uno scambio<br />
culturale, tra la Russia e l’Italia a Gubbio, nella cappella di S<br />
Maria dei laici, successivamente a Lucca e Genova. Nel mio<br />
lavoro cerco di trovare quello spazio che si trova tra l'astratto e<br />
il rappresentativo, tra la figura-simbolo carica di significato e il<br />
trionfo non oggettivo della trama, di una superficie densa di<br />
colore.
ll prossimo 7 Aprile <strong>2023</strong> nella prestigiosa galleria di arte contemporanea – MONOGRAMMA – in Via Margutta 102, la via<br />
degli artisti a Roma, torna ad esporre con una sua personale Giovannino Montanari. Nel registro dell'anagrafe di Terni è i<br />
stato registrato come Giovanni Vianello, ma le sue opere le ama firmarle come Giovannino Montanari, un omaggio alla<br />
sua mamma; enfant prodige, inizia a dipingere come autodidatta, e lascia gli studi universitari per dedicarsi al suo immenso<br />
amore per i viaggi, intraprendendo la carriera all’interno di Alitalia. Vive in molte città del mondo, dove prende anche parte<br />
ad alcune azioni umanitarie. Casualmente notato da Giuseppina Travaglio dell’Associazione Culturale "Zoe" di Potenza<br />
della quale fa parte anche Teknè, galleria che si occupa di mostre ed esposizioni di arte moderna.<br />
Giuseppina Travaglio di lui scriverà: "Un incontro casuale ed inaspettato. L’arte voleva un altro attore. Un fortunato, nonché<br />
fortuito incontro, nel bellissimo e storico palazzo di Cesi in Umbria mi permetteva di ammirare un’opera molto materica ma<br />
resa “leggera” da pochi tratti decisi. Un’opera realizzata da un giovane studente di liceo di qualche anno fa e tenuta in un<br />
angolo come dolce ricordo di gioventù. Giovannino Montanari è di animo sensibile e spirito modesto. Il suo lavoro ed i<br />
molti viaggi effettuati nel corso della sua vita, gli hanno consentito di riprendere in mano i colori e riportare sulla tela il<br />
bagaglio di bellezza ed emozioni che, fino ad anni fa, non aveva condiviso con nessuno. Le sue opere, che parlano di<br />
bellezza, di architetture, di amore, di voglia di vivere, incantano e fanno sognare".<br />
La rete, poi, gli apre le strade, e Montanari è conosciuto ed apprezzato dalla prestigiosa Associazione "ItaliaArte" di Guido<br />
Folco, con sede a Torino partecipando a numerose mostre e con la quale tuttora collabora.<br />
Ricomincia a viaggiare ma, stavolta, in compagnia<br />
delle sue tele e per importanti mostre in Italia e<br />
all'estero... É presidente della "MOWI Art<br />
Communication", associazione no profit per<br />
divulgare l'arte nel mondo, supportando artisti dei<br />
quattro continenti; promuove mostre d'arte nei più<br />
bei musei in Italia e nel mondo. Attualmente la<br />
MoWi Art è impegnata ad organizzare una mostra<br />
itinerante in Russia, ma i ben noti eventi hanno<br />
bloccato tutte le opere a San Pietroburgo.<br />
É vice presidente dell'Associazione "Arte per l'Arte"<br />
una no profit, formata da un affiatato team di<br />
professionisti, in grado di promuovere con<br />
competenza e passione la raffinatezza del Made in<br />
Italy, che rappresenta una sintesi unica di arte,<br />
cultura, storia... ma soprattutto "modo di essere e di<br />
vivere" Arte in tutta la sua bellezza: pittori, scultori,<br />
cantanti, ballerini, artisti di strada, circensi...un<br />
progetto ardito che da anni viene seguito da un<br />
team di amici dell'artista. Vive e lavora in Germania,<br />
a Bamberga, città compresa nell'elenco del<br />
patrimonio UNESCO.<br />
Dal 2010 ad oggi ha esposto le sue opere nelle più<br />
grandi città italiane e nel mondo fin nella lontana<br />
Cina assicurandosi un notevole successo di<br />
pubblico e di critica. Per saperne di più sul pittore<br />
Montanari vi invitiamo a visitare il suo sito web:<br />
www.giovanninomontanari.de<br />
FB – INSTAGRAM – YOUTUBE<br />
Maria Giovanna Elmi, Fabrizio Silvestri, Giovannino Montanari. "Dillo Alla Danza" Terni 2022
Montanari viene alla luce a Terni nel<br />
1954, la sua vita è un crogiolo<br />
magmatico in cui emozioni<br />
compresse e seppellite dall'ordinario<br />
sono eruttate improvvisamente<br />
trasportando la calda energia che ci<br />
investe durante l'osservazione delle<br />
sue opere. Montanari è l'anti-artista<br />
mediatico: schivo come pochi dosa<br />
atteggiamenti e parole per lui canta<br />
entusiasta la materia. Il demiurgo<br />
Montanari mescola atomi in un<br />
concerto tra il mistico e l'onirico oltre<br />
la visione soggettiva<br />
dell'osservatore. Montanari è un<br />
alchimista dell'immaginario collettivo<br />
a cui sottrae elementi e possibilità<br />
sconosciute ai più che prendono vita<br />
nelle sue creazioni.<br />
Il piano artistico di Monatanari è<br />
universale, i colori trascinano l'anima<br />
dell'osservatore nella dimensione<br />
della luce ove turchesi dalle<br />
sfumature infinite si mescolano<br />
all'oro delle famose cupole per cui<br />
l'artista è conosciuto nel mondo.<br />
Ogni quadro di Montanari è un<br />
viaggio a tratti un delirio positivo al<br />
quale non sottrarsi ma anzi tuffarsi<br />
per goderlo. C'è perfino dell'eros<br />
nelle rotondità che emergono dalle<br />
tele magiche di Giovannino<br />
Montanari. Così una farfalla diventa<br />
atollo e San Marco diventa<br />
l'espressione lucida e stupefacente<br />
del genio.<br />
Fermatevi davanti a un opera di<br />
Montanari e riemergerà la<br />
dimensione esotica dimenticata negli<br />
strati più profondi del nostro io.<br />
L'artista è colui che esprime il tutto<br />
rappresentandone solo una parte.<br />
Montanari è davvero l'artista.<br />
Gioacchino Musumeci, scrittore e<br />
poeta<br />
TuttoBallo
18 giugno <strong>2023</strong><br />
Categorie:<br />
Miglior Ballerino<br />
Miglior Ballerina<br />
Miglior Coppia<br />
Miglior Maestro<br />
Miglior Spettacolo Classico<br />
Miglior Musical<br />
Miglior TV DanceShow,<br />
<br />
Miglior Coreografo<br />
Miglior Dance Movie<br />
Premio alla Carriera<br />
ph Monica Irma Ricci<br />
modella Camilla Mancuso<br />
Grafica: Sara Galentino<br />
Premio Speciale alle Arti<br />
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
le candidature devono essere presentate<br />
entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />
ass.stefanofrancia@gmail.com<br />
whatsapp + 39 335 435168
STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />
presentano<br />
la collana musicale<br />
<strong>EnjoyArt</strong><br />
DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL DOWNLOAD<br />
HTTPS://SHARE.AMUSE.IO/VJCNW-F5RMZ4
TuttoBallo<br />
PICCOLO PRINCIPE<br />
La Storia più amata di tutti i tempi è uno spettacolo teatrale,<br />
prodotto da Razmataz Live e diretto da Stefano Genovese. dal 2<br />
al 5 marzo al Tuscany Hall di Firenze, e dal 23 marzo al 2 aprile al<br />
Teatro Repower di Milano, per poi approdare in Francia il<br />
prossimo autunno e ad Amsterdam, Berlino, Dublino, Lisbona e<br />
Madrid nel 2024.<br />
F A B R I Z O S I L V E S T R I
IL PICCOLO PRINCE ( GABRIELE TONTI)<br />
PH @ROAR STUDIO
A 80 anni dalla pubblicazione, debutto nazionale per “IL PICCOLO PRINCIPE” di Antoine de Saint-Exupéry, la<br />
storia più letta e amata di tutti i tempi, sarà in scena a Firenze dal 2 al 5 marzo la Tuscany Hall e poi a Milano<br />
dal 23 marzo al 2 aprile al Teatro Repower, per poi approdare in Francia il prossimo autunno e ad Amsterdam,<br />
Berlino, Dublino, Lisbona e Madrid nel 2024.<br />
“IL PICCOLO PRINCIPE” è la storia che tutti conoscono ma nessuno ricorda, quasi a provare che quanto dice<br />
il suo autore corrisponde a verità: gli adulti non pensano mai alle cose veramente importanti. E quali sono<br />
queste cose? Quelle che ci insegnano da piccoli e che dimentichiamo una volta diventati grandi. Spetta proprio<br />
al Piccolo Principe, eterno bambino, rinfrescarci la memoria.<br />
Pubblicato nel 1943, “IL PICCOLO PRINCIPE” è un racconto senza tempo, che ha incantato grandi e piccini<br />
per generazioni. È il libro più tradotto dopo la Bibbia (oltre 500 lingue e dialetti) e ha venduto più di 200 milioni<br />
di copie in tutto il mondo (19 milioni solo in Italia). Un’opera fortemente trans-mediale, che negli anni è stata<br />
adattata e declinata in innumerevoli forme, dai fumetti, ai film, dalle serie animate al balletto.
Lo show firmato Razmataz Live è una<br />
rappresentazione unica nel suo genere,<br />
che si snoda attraverso gli<br />
innumerevoli linguaggi che la<br />
narrazione, la musica, il canto, la<br />
scenografia e, più in generale, la<br />
performance offrono. In equilibrio tra<br />
prosa, musical, nouveau cirque e<br />
installazione, ogni significato, ogni<br />
personaggio, ogni snodo della vicenda<br />
attinge al codice più adatto ad arrivare<br />
allo spettatore. «Ciascuna scena non si<br />
ferma agli occhi o alle orecchie o<br />
all’olfatto» – racconta il regista Stefano<br />
Genovese – «Quelli sono solo porte<br />
sensoriali per arrivare alla destinazione<br />
finale: il cuore di ogni spettatore».<br />
Fedele allo stile dell’opera originale,<br />
nel mettere in scena “IL PICCOLO<br />
PRINCIPE” Stefano Genovese ha<br />
deciso di non lasciare alle parole il<br />
ruolo centrale, ma di affidare il<br />
racconto<br />
all’immaginazione,<br />
traducendolo in un’esperienza<br />
spettacolistica evocativa che solo il<br />
teatro, per sua stessa natura, è in<br />
grado di restituire.<br />
Le verità sono semplici e diventano<br />
assolute proprio in virtù della loro<br />
essenzialità. Le immagini – come<br />
sosteneva lo stesso Antoine de Saint-<br />
Exupéry – aiutano a non dimenticare, a<br />
rendere reale ciò che, se fosse solo<br />
raccontato, non sarebbe creduto. Un<br />
pensiero molto attuale, estremamente<br />
all’avanguardia in un’epoca in cui<br />
ancora la fotografia era agli albori,<br />
quasi a predire l’importanza che essa,<br />
un secolo dopo, avrebbe iniziato ad<br />
avere nelle vite di ciascuno di noi.<br />
“IL PICCOLO PRINCIPE” vanta un cast<br />
creativo di prim’ordine: Stefano<br />
Genovese (Regia), Carmelo Giammello<br />
(Scene), Paolo Silvestri (Direzione e<br />
arrangiamenti musicali), Guido Fiorato<br />
(Costumi) e Giovanni Pinna (Disegno<br />
luci). Uno spettacolo imperdibile,<br />
pronto a incantare il pubblico di tutte le<br />
età, che non appena annunciato ha<br />
attirato su di sé grandissima<br />
attenzione, tanto da raccogliere, per i<br />
casting svolti tra Roma e Milano, oltre<br />
1650 richieste e curricula, 380 dei quali<br />
di bambini.<br />
IL PICCOLO PRINCE ( GABRIELE TONTI) E L'AVIATORE (DAVIDE PACIOLLA) PH @ROAR STUDIO
Prosegue la tournée dello show rock-sinfonico Queen At The<br />
Opera, spettacolo nato da un’idea del produttore musicale e<br />
direttore artistico Simone Scorcelletti e, dal suo esordio nel<br />
2015, ha raccolto standing ovation e registrato sold out in Italia<br />
e in Europa.<br />
Ritorna nei teatri più importanti d’Italia QUEEN AT THE OPERA<br />
lo show rock-sinfonico basato sulle musiche dei Queen. Sul<br />
palco oltre 40 musicisti, le grandi voci di LUCA MARCONI,<br />
VALENTINA FERRARI, ALESSANDRO MARCHI, LUANA<br />
FRACCALVIERI e del soprano lirico GIADA SABELLICO.<br />
Prodotto da DuncanEventi, Queen At The Opera nasce da<br />
un’idea del produttore musicale e direttore artistico Simone<br />
Scorcelletti e, dal suo esordio nel 2015, ha raccolto standing<br />
ovation e registrato sold out in Italia e in Europa.<br />
Classici indimenticabili e senza tempo come We Are The<br />
Champions, Bohemian Rhapsody, We Will Rock You, The Show<br />
Must Go On, Radio Ga Ga, Another One Bites The Dust<br />
saranno protagonisti assoluti dello show diretto dal Maestro<br />
Isabella Turso, in cui il pubblico diventerà parte integrante di<br />
un’esperienza unica. Uno spettacolo di rilievo artistico e<br />
culturale che rende omaggio alla band londinese che ha fatto la<br />
storia, in cui si incontrano la musica sinfonica e il rock, la<br />
delicatezza degli archi con i riff della chitarra elettrica. A dare<br />
ancora più pathos alla scena un suggestivo visual show, che<br />
emozionerà e coinvolgerà a pieno il<br />
7 ANNI DI<br />
ATTIVITÀ<br />
210 CREW 235 SHOW<br />
5000000<br />
CONTACTS P.Y.<br />
<br />
4 MARZO – TEATRO MODERNO DI GROSSETO;<br />
16 MARZO – CINEMA TEATRO ORFEO DI TARANTO;<br />
17 MARZO – TEATRO TEAM DI BARI;<br />
18 MARZO – TEATRO POLITEAMA GRECO DI LECCE;<br />
24 MARZO – TEATRO ARISTON DI SANREMO;<br />
25 E 26 MARZO – POLITEAMA GENOVESE DI GENOVA;<br />
15 APRILE – PALARIVIERA DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO;<br />
28 APRILE – TEATRO EUROPAUDITORIUM DI BOLOGNA (NUOVA DATA);<br />
29 APRILE – TEATRO PALAPARTENOPE DI NAPOLI;<br />
6 E 7 MAGGIO – TEATRO GOLDONI DI LIVORNO.
LA COMPAGNIA DI DANZA MASCHILE PIÙ<br />
IRRIVERENTE E DISSACRANTE AL<br />
MONDO È PRONTA A CONQUISTARE<br />
NUOVAMENTE L’ITALIA.
Tornano in Italia Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, la straordinaria compagnia americana, composta da<br />
soli uomini, che sa coniugare tecnica impeccabile e incontenibile comicità.<br />
Il tratto distintivo dei loro spettacoli è il saper accentuare con affetto, ironia e intelligenza i tratti più iconici del<br />
balletto classico, gli incidenti più comuni, le isterie delle più celebri étoiles ottenendo un risultato esilarante e<br />
irresistibile.<br />
All’ironia si affianca una tecnica impeccabile in uno spettacolo di danza curato alla perfezione, eseguito da<br />
ballerini che, senza apparente fatica e difficoltà, volteggiano su scarpette da punta giganti con le loro solide<br />
fisicità maschili avvolte in vaporosi tutù. Interpretano tutti i ruoli possibili, trasformandosi in cigni, silfidi,<br />
spiritelli acquatici, romantiche principesse, principi maldestri o angosciate dame vittoriane.<br />
Valorizzano e celebrano lo spirito della danza come forma d’arte, deliziando gli spettatori.<br />
Nati nel 1974 in una sala “off-off- Broadway” dalla passione di un gruppo di danzatori che si divertivano a<br />
mettere in scena la parodia di balletti tradizionali “en travesti”, i Trocks hanno presto conquistato la ribalta<br />
internazionale, e da oltre quarant’anni sono ammirati da pubblico e stampa per l’originalità e per il loro<br />
eccellente spessore artistico. C<br />
on le loro tournée hanno portato la loro arte e regalato momenti indimenticabili al pubblico di oltre 600 città e<br />
40 paesi in tutto il mondo.<br />
In Italia Les Ballets Trockadero de Monte Carlo presenteranno un repertorio arricchito da nuove rivisitazioni in<br />
uno show che sarà sicuramente intenso, frizzante, divertente e leggero allo stesso tempo. Un piacere per lo<br />
spirito e per gli occhi. Let’s TROCKS!
Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza che si divertivano a mettere in scena in modo scherzoso<br />
il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia e en travesti, LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE<br />
CARLO presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway a tarda sera. Ben presto, i Trocks, come vengono<br />
affettuosamente chiamati, si sono guadagnati un’ottima recensione di Arlene Croce sul New Yorker; questa,<br />
insieme alle successive entusiastiche critiche sul New York Times e sul The Village Voice, permise loro di<br />
conquistare il consenso del pubblico e della critica.<br />
A metà del 1975, il loro amore nei confronti della danza, il loro approccio comico e la scoperta che gli uomini<br />
riescano a danzare sulle punte senza cadere rovinosamente a terra, viene notato non solo a New York ma ben<br />
oltre. Articoli ed interviste pubblicati su Variety, Oui, The London Daily Telegraph e le foto di Richard Avedon su<br />
Vogue, rendono la Compagnia famosa a livello nazionale ed internazionale.<br />
La stagione 1975-76 è caratterizzata da una piena crescita professionale. La Compagnia viene inserita nel<br />
National Endowment for the Arts Touring Program e assume a tempo pieno un maestro di ballo per le classi e le<br />
prove quotidiane. Sempre in questa stagione intraprendono i loro primi tour negli Stati Uniti e in Canada. Da allora<br />
fare e disfare valigie, impacchettando grossi tutù e scarpette da punta giganti, correndo tra un<br />
aereo e l'altro e tra un pullman e l'altro; questa è la routine quotidiana della Compagnia.<br />
Fin dagli inizi i Trocks si affermano in tutto il mondo come un nuovo fenomeno nella danza e partecipano a<br />
numerosi festival di danza e programmi televisivi in tutto il mondo come il “Shirley MacLaine Special”, il "Dick<br />
Cavett Show”, "What's My Line?", "Real People", "On-Stage America", "Muppet Babies” con Kermit e Miss Piggy e<br />
uno speciale BBC Omnibus di Jennifer Saunders sul mondo del balletto. Si sono esibiti sui network nazionali<br />
giapponesi e tedeschi, e in uno speciale di Julia Migenes per la televisione francese. Un documentario del “South<br />
Bank Show” sulla Compagnia è stato girato e trasmesso a livello internazionale; inoltre la Compagnia ha fatto la<br />
sua apparizione in un programma della PBS intitolato “The Egg” dedicato alle arti in America, ricevendo un Emmy<br />
award; e in un frammento di Nightline nel 2008. Un consorzio composto dalle televisioni olandese, francese e<br />
giapponese ha registrato numerose rappresentazioni della Compagnia presentate alla Maison de la Danse di<br />
Lione e ne ha realizzato un DVD distribuito a livello internazionale.
Le numerose tournée dei Trocks ottengono ovunque un enorme successo di pubblico e critica. La loro<br />
frenetica programmazione annuale include apparizioni in oltre 35 paesi e 600 città in tutto il mondo.<br />
La Compagnia si esibisce regolarmente anche per serate di beneficenza a favore delle associazioni per la<br />
lotta all'AIDS come il DRA (Dancers Responding to AIDS), il Classical Action di New York, il Life Ball di<br />
Vienna, il Dancers for Life di Toronto e il Stonewall Gala di Londra ed il Gala in Germania “AIDS Tanz”.<br />
In tutti questi anni lo scopo originario de LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO non è cambiato.<br />
La Compagnia è sempre e comunque formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto<br />
repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico<br />
tradizionale. L'aspetto comico nei loro spettacoli viene raggiunto esagerando le manie, gli incidenti ed<br />
esasperando le caratteristiche tipiche della danza rigorosa.<br />
Vedere degli uomini danzare in tutti i ruoli possibili - con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano<br />
sulle punte come cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, angosciate donne Vittoriane, ecc. -<br />
valorizza lo spirito della danza come forma d'arte, deliziando e divertendo gli spettatori.<br />
Per il futuro, la Compagnia sta lavorando all'inserimento di nuovi balletti nel suo repertorio, si sta preparando<br />
per esibirsi in nuove città e Nazioni e per mantenere il proprio proposito originario: divertire con la danza un<br />
pubblico il più vasto possibile. Come hanno fatto per tutti questi anni; per dirla con parole loro....they will Keep<br />
on Trockin’.
Priscilla<br />
la Regina del Deserto<br />
Il musical dei record torna in scena a MIlano<br />
SIMONE LEONARDI BERNADETTE<br />
ANTONELLO ANGIOLILLO TICK/MITZI<br />
MIRKO RANÙ ADAM/FELICIA<br />
© LUCA VANTUSSO
"Priscilla La Regina del Deserto” il musical dei record,<br />
torna a Milano, al Teatro Arcimboldi, dall' 1 marzo per<br />
celebrare, insieme ai suoi fans, i 10 anni dal debutto<br />
italiano. 10 anni di teatri pieni di energia, di platee<br />
gremite, scenografie scintillanti e coreografie esplosive.<br />
10 anni di risate fragorose ma anche di grandi emozioni<br />
in una cornice ricca di musiche coinvolgenti e di<br />
canzoni tra le più cantate di sempre. E torna in gran<br />
spolvero riportando in scena i tre disinvolti protagonisti<br />
che debuttarono in prima nazionale al Teatro Ciak<br />
Webank di Milano: Simone Leonardi del ruolo di<br />
Ralph/Bernadette, Antonello Angiolillo nel ruolo di<br />
Tick/Mitzi e Mirko Ranù nel ruolo di Adam/Felicia.<br />
Un musical sfavillante, una sceneggiatura esilarante e<br />
un’intramontabile colonna sonora.<br />
Tratto dall'omonimo film cult " Le Avventure di Priscilla<br />
La Regina del Deserto" - vincitore di un Premio Oscar e<br />
del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes -<br />
Priscilla è una travolgente avventura "on the road" di tre<br />
amici che, a bordo di un vecchio bus rosa<br />
soprannominato Priscilla, partono per un viaggio<br />
attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e<br />
di amicizia fra musica, ricordi anche dolorosi, incontri,<br />
imprevisti, svelandosi l’un l’altro tra fragilità e<br />
sentimento, senza paura di essere così come sono.<br />
Priscilla è una festa, un inno ai valori della diversità,<br />
dell’inclusività e dei rapporti umani.<br />
© LUCA VANTUSSO<br />
SIMONE LEONARDI BERNADETTE<br />
ANTONELLO ANGIOLILLO TICK/MITZI<br />
MIRKO RANÙ ADAM/FELICIA
© LUCA VANTUSSO<br />
SIMONE LEONARDI BERNADETTE<br />
ANTONELLO ANGIOLILLO TICK/MITZI<br />
MIRKO RANÙ ADAM/FELICIA<br />
10 anni di Priscilla<br />
26 performer sul palcoscenico<br />
500 magnifici costumi ricchi di piume e paillettes, 60 parrucche, 150 paia di scarpe, 200 cappelli<br />
25 strepitosi successi musicali internazionali<br />
Più di 10.000.000 di spettatori in tutto il mondo<br />
vincitore di 2 Tony Awards<br />
© LUCA VANTUSSO<br />
CLARISSA BALLERINI DIVA 1<br />
ARIANNA TALÈ DIVA 2<br />
ELISA MARANGON DIVA 3
18 giugno <strong>2023</strong><br />
Categorie:<br />
Miglior Ballerino<br />
Miglior Ballerina<br />
Miglior Coppia<br />
Miglior Maestro<br />
Miglior Spettacolo Classico<br />
Miglior Musical<br />
Miglior TV DanceShow,<br />
<br />
Miglior Coreografo<br />
Miglior Dance Movie<br />
Premio alla Carriera<br />
ph Monica Irma Ricci<br />
modella Camilla Mancuso<br />
Grafica: Sara Galentino<br />
Premio Speciale alle Arti<br />
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
le candidature devono essere presentate<br />
entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />
ass.stefanofrancia@gmail.com<br />
whatsapp + 39 335 435168
“RUGANTINO”<br />
Ph Gianmarco Chieregato
Ph Gianmarco Chieregato<br />
Ph Gianmarco Chieregato<br />
ph Antonio Agostini<br />
ph Antonio Agostini
ph Antonio Agostini<br />
Per la gioia del pubblico rivive una pagina indimenticabile della lunga e gloriosa storia del Teatro Sistina: dopo il<br />
successo della scorsa Stagione, dal prossimo giovedì 2 e fino al 26 marzo, sarà di nuovo in scena, con la<br />
supervisione di Massimo Romeo Piparo, la maschera amara e dissacrante di "Rugantino" dei mitici Garinei &<br />
Giovannini. Lo spettacolo, che fonde mirabilmente tradizione e modernità, viene presentato nella sua versione<br />
storica originale, con la regia di Pietro Garinei, le splendide musiche del M° Armando Trovajoli, le preziose scene<br />
e i bellissimi costumi originali firmati da Giulio Coltellacci: un imperdibile ritorno alle radici e un'occasione per<br />
riscoprire un classico del teatro musicale italiano.<br />
Sul palco, la splendida Serena Autieri, ancora una volta straordinaria interprete dell'intrigante personaggio di<br />
Rosetta, donna bella altera e irraggiungibile, che fa battere il cuore di Rugantino, un ruolo in cui l’attrice<br />
napoletana dà prova di grande maturità artistica. Al suo fianco, Michele La Ginestra, che torna a vestire i panni<br />
del celebre personaggio indossati, dopo 21 anni, nella scorsa Stagione. Nel ruolo di Eusebia e Mastro Titta, Edy<br />
Angelillo e Massimo Wertmuller.<br />
Ancora una volta, dunque, il palcoscenico si trasformerà nella Roma papalina ottocentesca grazie a una storia<br />
commovente, ironica e nostalgica, in cui brillano personaggi scritti magistralmente, che emozionano e fanno<br />
ancora riflettere. E, seguendo le vicende di Rugantino, chiacchierone e sbruffone dall'animo nobile e dalla<br />
impareggiabile verve, fino al triste ma edificante epilogo, il pubblico tornerà a cantare successi famosi in tutto il<br />
mondo e che non subiscono lo scorrere del tempo, da “Roma nun fa la stupida stasera” a “Ciummachella” a<br />
“Tirollallero” sulle musiche del Maestro Armando Trovajoli
La trama:<br />
Roma, 1830, sotto il papato di Pio VIII: Rugantino, giovane popolano un po' spaccone e nullafacente, vive di<br />
espedienti aiutato da Eusebia, che lui spaccia per sua sorella. I due riescono a ottenere vitto e alloggio prima di<br />
un anziano prelato che quando muore non lascia loro nulla, poi dal boia dello Stato Pontificio Mastro Titta, che si<br />
innamora di Eusebia e ne è presto ricambiato. Rugantino invece brucia di passione per la bella Rosetta, moglie<br />
del violento e gelosissimo Gnecco Er Matriciano, e scommette che riuscirà a sedurla prima della Sera dei<br />
Lanternoni. Dopo varie peripezie e stratagemmi, Rugantino seduce la ragazza ma imprevedibilmente se ne<br />
innamora: per questo in un primo momento non fa parola con gli amici della sua impresa, poi però cede alla<br />
vanagloria ferendo i sentimenti di Rosetta. Quando Gnecco viene ucciso da un criminale, Rugantino si fa trovare<br />
accanto al cadavere e si autoaccusa dell'omicidio, affermando di aver compiuto il fatto per amore di Rosetta. Il<br />
protagonista, imprigionato e condannato a morte, sarà giustiziato da Mastro Titta: forte dell'amore di Rosetta,<br />
Rugantino dimostrerà affrontando la morte di essere un vero uomo.<br />
ph Antonio Agostini<br />
ph Antonio Agostini<br />
“RUGANTINO”<br />
COMMEDIA MUSICALE DI GARINEI E GIOVANNINI<br />
SCRITTA CON PASQUALE FESTA CAMPANILE E<br />
MASSIMO FRANCIOSA<br />
COLLABORAZIONE ARTISTICA DI GIGI MAGNI<br />
SCENE E COSTUMI ORIGINALI DI GIULIO<br />
COLTELLACCI<br />
MUSICHE DI ARMANDO TROVAJOLI<br />
VERSIONE STORICA ORIGINALE<br />
REGIA DI PIETRO GARINEI<br />
SUPERVISIONE DI MASSIMO ROMEO PIPARO<br />
CON<br />
SERENA AUTIERI / ROSETTA<br />
MICHELE LA GINESTRA / RUGANTINO<br />
EDY ANGELILLO/ EUSEBIA<br />
MASSIMO WERTMULLER/ MASTRO TITTA
Lili Elbe Show<br />
Ph PAOLO LAUDICINA
Ph PAOLO LAUDICINA
Ph PAOLO LAUDICINA
Ph PAOLO LAUDICINA
Einar (Sasha Riva)<br />
Gerda (Silvia Azzoni)<br />
Ph PAOLO LAUDICINA
18 giugno <strong>2023</strong><br />
Categorie:<br />
Miglior Ballerino<br />
Miglior Ballerina<br />
Miglior Coppia<br />
Miglior Maestro<br />
Miglior Spettacolo Classico<br />
Miglior Musical<br />
Miglior TV DanceShow,<br />
<br />
Miglior Coreografo<br />
Miglior Dance Movie<br />
Premio alla Carriera<br />
Premio Speciale alle Arti<br />
ph Monica Irma Ricci<br />
modella Camilla Mancuso<br />
Grafica: Sara Galentino<br />
le candidature devono essere presentate<br />
entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />
ass.stefanofrancia@gmail.com<br />
whatsapp + 39 335 435168
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
<br />
https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT
2 APRILE<br />
Giornata<br />
internazionale del<br />
libro per Bambini<br />
La giornata internazionale del libro per bambini viene celebrata ogni anno,<br />
dal 1967, il 2 aprile, data scelta in quanto coincide con il giorno del<br />
compleanno del poeta e scrittore danese Hans Christian Andersen, autore<br />
delle celebri Fiabe note in tutto il mondo e tradotte in più di 80 lingue.<br />
La giornata viene celebrata per ispirare l'amore per la lettura e per<br />
richiamare l'attenzione sui libri per bambini.<br />
La giornata è stata istituita dal Consiglio internazionale per i giovani (IBBY).<br />
Ogni anno una diversa Sezione Nazionale di IBBY ha l'opportunità di essere<br />
lo sponsor internazionale della giornata. Lo sponsor decide un tema e invita<br />
un autore di spicco del paese ospitante a scrivere un messaggio ai bambini<br />
del mondo e un noto illustratore a disegnare un poster. Questi materiali<br />
vengono utilizzati in diversi modi per promuovere libri e lettura. Molte sezioni<br />
IBBY promuovono la giornata internazionale del libro per bambini attraverso i<br />
media e organizzano attività nelle scuole e nelle biblioteche pubbliche.<br />
Spesso la giornata internazionale del libro per bambini è collegata a diversi<br />
celebrazioni intorno i libri per bambini. Ad esempio incontri con autori e<br />
illustratori per bambini, concorsi di scrittura o annunci di premi. Nel contesto<br />
della letteratura per l'infanzia, nel 1956 è stato istituito il premio Hans<br />
Christian Andersen, per gli autori che si sono fatti maggiormente apprezzare<br />
verso una letteratura giovanile.<br />
Dopo tutto, non dovremmo sottovalutare l'importanza della Giornata del libro<br />
per bambini. Ci sono una serie di vantaggi associati alla lettura nel suo<br />
insieme. Ciò include la promozione dell'immaginazione e dell'empatia. La<br />
lettura apre i bambini a nuovi orizzonti. Li aiuta a pensare fuori dagli schemi,<br />
interagendo con il mondo esterno in modi che non avevano fatto in<br />
precedenza.<br />
I libri ispirano, istruiscono e incoraggiano i bambini ad esercitare la mente.<br />
La lettura aiuta a migliorare il proprio vocabolario. La quantità di terminologia<br />
usata da un bambino aumenterà con la lettura frequente. La lettura è anche<br />
un importante esercizio cerebrale. Coinvolge ed esercita il cervello in modo<br />
che possa migliorare le connessioni neurali.<br />
Festeggiamo la giornata anche noi leggendo un libro al nostro figlio. E<br />
leggiamo anche noi stessi. Così, ispiriamo i giovani a dedicare il tempo alla<br />
lettura. E non solo il 2 aprile.
IL PICCOLO<br />
PRINCIPE<br />
DI ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY<br />
Un titolo che vi abbiamo già propostoin versione live. E prima di andare a<br />
vedere il musical "IL PICCOLO PRINCIPE", sarebbe bello leggerlo insieme ai<br />
bambini, allievi, figli, nipoti...<br />
Un aviatore in volo sopra il deserto del Sahara è costretto da un'avaria ad<br />
atterrare nel mezzo del nulla. Pensa di essere solo sotto il cielo trapunto di<br />
stelle, lontano mille miglia dalla civiltà. Quando all'improvviso, una voce lo<br />
sorprende: «Disegnami una pecora!». A parlare è un bambino, il principe del<br />
lontano asteroide B 612, su cui viveva in compagnia di tre vulcani e una rosa,<br />
piccola e vanitosa. Di lì è partito per un lungo viaggio attraverso il cosmo,<br />
durante il quale ha incontrato tanti bizzarri personaggi – un re solitario, un<br />
vanitoso che loda solo sé stesso, un arido businessman, un ubriacone che<br />
beve per dimenticare, uno zelante lampionaio e un geografo – imparando da<br />
ciascuno le piccole grandi verità che compongono il mosaico della saggezza<br />
umana. Approdato infine sulla terra viene avvicinato da una volpe che gli<br />
chiede di essere addomesticata e gli rivela il segreto più prezioso: quello<br />
dell'amicizia. Ma al termine del racconto è tempo per l'uomo e per il bambino<br />
di separarsi: il piccolo principe deve far ritorno alla sua rosa. Non prima di<br />
aver fatto dono al pilota del suo sorriso e di un confortante messaggio: ogni<br />
volta che alzerà lo sguardo verso le stelle saprà che lassù c'è un piccolo<br />
principe che veglia la sua rosa.
IL MALE CHE GLI UOMINI FANNO DI SANDRONE DAZIERI<br />
RECENSIONE DI PAOLA CLERICO<br />
<br />
Trama<br />
Trent’anni fa Itala Caruso, poliziotta<br />
soprannominata la Regina e a capo di<br />
un giro di corruzione, viene incaricata di<br />
trovare le prove per mandare in carcere<br />
l’uomo accusato di essere il Persico,<br />
l’assassino che ha rapito e strangolato<br />
tre ragazze adolescenti. Itala non può<br />
rifiutare, ma sa che sta facendo la scelta<br />
sbagliata. Oggi, un uomo dai lunghi<br />
capelli bianchi rapisce sul cancello di<br />
casa la sedicenne Amala Cavalcante e<br />
la imprigiona nel sotterraneo di un<br />
vecchio edificio. Amala capisce che non<br />
uscirà viva da lì, a meno che non trovi il<br />
modo di fuggire. Francesca Cavalcante<br />
è la zia di Amala ed è un avvocato.<br />
Trent’anni prima ha difeso senza<br />
successo l’uomo accusato di essere il<br />
Persico. Lei sa che il suo cliente era<br />
innocente, e che il vero assassino è<br />
ancora in giro. E che forse è stato lui a<br />
rapire sua nipote. Gershom Peretz, detto<br />
Gerry, dichiara di essere un turista<br />
israeliano, ma è arrivato subito dopo il<br />
rapimento di Amala e sembra disposto a<br />
tutto pur di ritrovarla. Anche a uccidere.<br />
PREZZO: 20,00 €<br />
EBOOK: 10,99 €<br />
PAGINE: 544<br />
GENERE: THRILLER<br />
EDITORE: HARPERCOLLINS ITALIA<br />
HTTP://ILCOLOREDEILIBRI.BLOGSPOT.COM/<br />
Sandrone Dazieri è una certezza. Si tuffa nell’animo umano con<br />
una capacità di sondarlo e comprenderlo davvero notevole: compie<br />
un viaggio fino all’abisso e ritorno, per scovare le nefandezze e i<br />
punti oscuri, il dolore, i sentimenti negativi, … il MALE, insomma. Il<br />
male dell’uomo è infatti un argomento ricorrente nei suoi romanzi,<br />
lo studia in ogni aspetto, non solo quello più spregevole e corrotto<br />
dei criminali, ma anche quello più normale, causato dalla sete di<br />
potere e denaro, un male che non conosce fine, e riesce così a<br />
creare questi personaggi poliedrici, fatti di luci e ombre: forse vuole<br />
dirci che siamo un po’ tutti divisi tra bene e male?! Il male è<br />
dappertutto, più o meno grande e le sue conseguenze hanno un<br />
effetto domino: anche un’azione apparentemente poco grave e con<br />
conseguenze modeste può amplificarsi nel percorso degli eventi e<br />
dare effetti anche gravi. Qualche volta chi sbaglia cerca di<br />
rimediare, con il desiderio di ricominciare, ma il confine tra il senso<br />
di colpa reale e la paura delle conseguenze personali è molto<br />
sottile e sfumato. Molto interessante anche l’immagine finale del<br />
fango che ricopre tutto, che distrugge, sfonda, abbatte e<br />
sommerge: metafora del male che avanza inesorabile e<br />
inarrestabile. Il meccanismo narrativo è complesso, brutale e<br />
crudele e l’indagine è intricata e intrigante, e, anche se portata<br />
avanti da civili parallelamente a quella della polizia, ufficiosamente<br />
e solo grazie a conoscenze, favori, mezzi illegali, si rivela più<br />
efficace, poiché il focus è su Francesca e Gerry. Intenso, cupo, dal<br />
ritmo serrato e ricco di colpi di scena che non lasciano spazio al<br />
lettore per riprendere fiato. Una trama fitta e complessa, piena di<br />
punti ciechi, labirinti e false piste che confondono le acque: il<br />
lettore come i personaggi sbagliano e tornano indietro nella ricerca<br />
verso la verità. Sembra di raggiungerla, ma in un attimo cambia<br />
tutto e ci si ritrova a un punto morto. Due storie che corrono<br />
parallele, distanti trent’anni l’una dall’altra, si toccano appena e poi<br />
si sovrappongono, alla fine, in un crescendo di particolari solo<br />
accennati, sospesi che si rivelano piano piano. Molti i particolari<br />
accessori che non c’entrano direttamente con le vicende ma ne<br />
fanno da contorno, e le descrizioni dettagliate ma non ridondanti:<br />
elementi che danno spessore e lo rendono più efficace. Incalzante<br />
e avvincente, tuttavia a tratti inverosimile e un po’ macchinoso: per<br />
esempio, Amala è una ragazzina, ma è super-intelligente,<br />
operativa, ed è estremamente intuitiva, ok che in situazioni di<br />
stress si fa di necessità virtù, ma non è troppo per una<br />
diciassettenne che proviene da una famiglia ricca? Non è vissuta in<br />
strada, situazione che potrebbe in parte giustificare il suo sangue<br />
freddo e la sua capacità di muoversi in situazioni difficili. Inoltre,<br />
alcune “americanate” lo rendono un po’ esagerato, ma quando inizi<br />
un romanzo di Dazieri sai che può succedere e va bene così,<br />
anche perché la trama è originale e mai banale! Dolore,<br />
abbandono, bugie, morte, psicosi, delirio, spionaggio, complotti,<br />
politica e violenza: un mix esplosivo che lo rende irresistibile e<br />
cattura il lettore che lo divora, senza riuscire a smettere di leggere.<br />
Io l’ho letto in cinque giorni!! Tanti sono i personaggi, e tutti legati<br />
tra loro, e la loro psiche è sondata da Dazieri che ne analizza le<br />
varie sfaccettature: l’essere umano può essere abietto e<br />
pericoloso. Per esempio, il sovrintendente capo Itala Caruso è un<br />
personaggio in contrasto rispetto agli eroi polizieschi a cui siamo<br />
abituati: è l’opposto degli investigatori a volte stropicciati e<br />
sbeccati ma con morale solida. Lei è corrotta in un ambiente di<br />
corrotti, non è bella, non è affascinante, non è sexy né atletica e<br />
non brilla nelle indagini, anche se ha qualche buona intuizione.<br />
Una storia complessa, che fa anche riflettere, ma da leggere
SONIA LIPPI<br />
ʟΑ ɢIТΕЯЯΑПТΕ<br />
HTTP://GITERRANDOBLOG.BLOGSPOT.COM/
Premetto che la Grecia è una nazione che amo, e Salonicco è una città<br />
che ho sempre voluto visitare, quindi la scelta è stata casuale si, ma<br />
felice.<br />
Il primo Febbraio, alle 3.00 di mattina suona la sveglia. Il volo parte alle<br />
6.00 da Ciampino e abbiamo poco tempo per prepararci. Alle 4.30<br />
arriviamo all’aeroporto, il freddo è pungente, ma confidiamo che a<br />
Salonicco, visto che è posta più o meno all’altezza di Lecce, le<br />
temperature siano più miti. Il volo è tranquillo, il cielo terso e il panorama<br />
incantevole. L’alba vista dall’aereo è spettacolare, ogni volta rimango<br />
incantata dalla varietà di colori e di sfumature che invadono il cielo, e<br />
penso che il creato è la forma d’arte più alta in assoluto, un’arte che<br />
l’uomo può solo copiare ma mai uguagliare.<br />
Appena atterrati ci rendiamo conto che Salonicco è una città fredda, il<br />
vento di tramontana ci arrossa la faccia ma il sole splende e la giornata<br />
è luminosa. Prendiamo un autobus che con un euro e ottanta centesimi<br />
ci porta dall’aeroporto al centro città, ne rimango sorpresa, visto i costi<br />
che hanno i biglietti in Italia, per esempio da Roma all’aeroporto di<br />
Ciampino, il costo minimo è quattro euro, mentre per l’aeroporto di<br />
Fiumicino i costi variano da otto a undici euro. Dopo circa trenta minuti di<br />
viaggio, scendiamo a piazza Aristotelos, e veniamo accolti da un volo di<br />
centinaia di piccioni. Sin da subito ci rendiamo conto che la città è<br />
tranquilla, poche macchine in giro e tanta gente a piedi e con i mezzi, ci<br />
avviamo verso il nostro albergo “Polis Apartments” in via Karaoli &<br />
Dimitriou ton Kiprion a pochi passi dal centro. L’accoglienza è calorosa,<br />
la stanza bella e funzionale, con un comodo mobile cucina per ogni<br />
evenienza. Visto l’alzataccia ci riposiamo un pochino, ma la giornata è<br />
bella e la voglia di visitare la città incombe, così, dopo esserci preparati<br />
una buona e calda tisana, decidiamo di andare alla scoperta di<br />
Salonicco, ma non verso il centro storico della città bassa, bensì verso<br />
l’Hectapyrgion di Tessalonica, ovvero una fortezza di epoca bizantina<br />
affacciata sull’ acropoli della città. Dal nostro albergo è distante circa<br />
trenta minuti a piedi, ovviamente in salita, ma attraversare un antico<br />
quartiere della città ci stuzzica. Ci avviamo e subito ci rendiamo conto<br />
che la parte in cui ci stiamo dirigendo è sicuramente una parte antica. Le<br />
case abitate sono restaurate, ma troviamo anche tante case diroccate,<br />
dove gli abitanti principali sono i gatti. Qui è giusto che parli dell’estrema<br />
sensibilità che gli abitanti di Salonicco hanno per i gatti: in ogni angolo<br />
spuntano ciotole piene di croccantini o di acqua, e ovunque si vedono<br />
passeggiare gatti di ogni grandezza e colore, uomini e gatti convivono<br />
serenamente, e anzi, sembra quasi<br />
che questi splendidi felini siano i guardiani indiscussi delle bellezze di<br />
Salonicco. Arriviamo finalmente all’Hectapyrgion, i ruderi della fortezza<br />
sono affascinanti e il panorama è pazzesco. Da quell’altezza si vede<br />
tutta l’estensione di Salonicco, il mare e le montagne di fronte alla città.<br />
Godiamo per qualche minuto di quella bellezza, del sole, del vento che ci<br />
scompiglia i capelli, del silenzio irreale che avvolge quel luogo, e come<br />
ogni volta che vengo in Grecia, mi sento accolta e coccolata come se<br />
fossi arrivata a casa dopo un lungo viaggio.
Dopo esserci riempiti gli occhi e il cuore di bellezza, ci avviamo<br />
nuovamente verso il centro storico, ma veniamo distratti da un’altro<br />
belvedere, e da li ci godiamo l’inizio del tramonto. Ripercorrendo la<br />
strada a ritroso, entriamo in un cancello che delimita un’antica chiesa<br />
ortodossa, sfoderando la mia stentata conoscenza delle lettere greche,<br />
leggo che dovrebbe essere la chiesa dei dodici apostoli. Il luogo è molto<br />
bello e antico, purtroppo la chiesa è chiusa, ma da fuori si possono<br />
ammirare alcuni dipinti di chiara origine bizantina. I gatti come al solito,<br />
la fanno da padrone, ma dopo poco ci rendiamo conto che in realtà, molti<br />
sono gli animali che vivono nella tenuta della chiesa: pavoni bianchi e<br />
colorati, piccioni, asini e un recinto di giovani cervi. L’incontro con i cervi<br />
è magico, sei paia di occhioni da bambi ci guardano incuriositi e noi non<br />
possiamo far altro che raccogliere erba fresca per offrirla in dono a<br />
questi stupendi animali. Nel frattempo il sole sta scendendo dietro<br />
l’orizzonte, il cielo si colora di rosso e arancione e noi, sazi di emozioni,<br />
riprendiamo a camminare, in silenzio, in quelle bellissime e tortuose<br />
strade dell’Ano poli. Senza volerlo ci ritroviamo nella via delle taverne e<br />
ci accorgiamo di avere fame, visto che non abbiamo pranzato. Dopo<br />
qualche minuto di incertezza, entriamo in una taverna che sembra uscita<br />
direttamente dagli anni ottanta, ma che su tripadvisor è recensita come<br />
una delle migliori.Con l’anziano proprietario scatta subito una simpatia, il<br />
cibo è buono e il prezzo davvero sorprendente, tra l’altro ci viene offerto<br />
anche due pezzi di dolce e due belle grappe greche.Soddisfatti torniamo<br />
verso la parte bassa di Salonicco e ci accorgiamo che è piena di locali,<br />
ristoranti, locande, pub e centri culturali. La serata passa serena, ma la<br />
stanchezza ci invade, così decidiamo di avviarci all’hotel. Al rientro mi<br />
ritrovo a pensare che Salonicco ha molto in comune con la nostra Napoli:<br />
ha il mare in città, le colline, vicoli antichi e caratteristici, e le persone<br />
sono veramente gioviali.<br />
Certo, Napoli è Napoli ed è unica al mondo, ma l’atmosfera di Salonicco<br />
mi ha ricordato in qualche maniera quella di Napoli. Il giorno dopo il sole<br />
splende e per fortuna il vento si è attenuato, sperimentiamo per<br />
colazione il mitico caffè greco e ci sorprendiamo, perché oltre al caffè, ci<br />
regalano una bottiglietta d’acqua a testa. Ci dirigiamo al mercato Kapani,<br />
il mercato più grande di Salonicco, e veniamo proiettati in un attimo in<br />
un’atmosfera di altri tempi. Spezie, frutta secca, olive, dolci, carni,<br />
pesce, un misto di odori ci invade le narici, personalmente mi sembra di<br />
ritrovarmi nel vecchio mercato coperto di Follonica, quello di quaranta<br />
anni fa, dove i negozietti dei detersivi si mescolavano alle salsicce<br />
appese. Dal mercato ci spostiamo sul mare e decidiamo di visitare la<br />
Torre bianca, il simbolo di Salonicco.La Torre bianca è stata costruita nel<br />
quindicesimo secolo per sostituire una torre bizantina del dodicesimo, fu<br />
usata come fortezza e come prigione per i condannati a morte, oggi è<br />
sede di un museo interattivo interessante ma, purtroppo, nelle traduzioni<br />
non c’è la lingua italiana.
A pranzo decidiamo di fermarci in un fast food tipico greco, così<br />
ordiniamo una gyros pita e un souvlaki davvero buoni e gustosi, e<br />
continuamo a passeggiare nel centro di Salonicco. Noto che i prezzi nei<br />
negozi sono più bassi rispetto all’Italia di almeno un terzo, in alcuni casi<br />
anche della metà, e non comprendo il perché in Italia le stesse cose le<br />
paghiamo così tanto. Passeggiando ci troviamo davanti alla “Tomba di<br />
Galerio”, un mausoleo romano di forma circolare trasformato in chiesa, e<br />
dopo qualche centinaio di metri troviamo l’arco di trionfo di Galerio.<br />
Galerio era un imperatore Romano durante la tetrarchia dal 293 fino alla<br />
sua morte e, nonostante siano passati quasi due secoli, i due monumenti<br />
risultano perfettamente conservati. Serata con musica live Rebetiko, che<br />
è un tipo di musica nata agli inizi del novecento nei bassifondi dei<br />
quartieri greci, poiché vi era la necessità di raccontare i propri disagi<br />
tramite la musica. Ovviamente il locale è pienissimo e<br />
sorprendentemente lo è di giovani, segno che le tradizioni sono ben<br />
tenute in considerazione anche dalle nuove generazioni.Gli altri due<br />
giorni scorrono così, visitando il porto, la bellissima mostra fotografica di<br />
Frederic Boissonnas, (un fantastico fotografo nato nella metà dell’800),<br />
cibo buonissimo, musica tradizionale, e visita alle varie chiese<br />
ortodosse, che sono tutte molto belle, piene di mosaici e scranni in<br />
legno, e impregnate di un buonissimo profumo di cera d’api; luoghi molto<br />
lontani dalle nostre chiese, certamente bellissime, ma fredde, piene di<br />
immagini di sofferenza e spesso invase da un profumo di incenso misto a<br />
quello di stearina e paraffina bruciacchiata delle nostre candele.<br />
Insomma una città piacevole, sorridente e gentile come i suoi abitanti,<br />
sempre pronti adaiutare chiunque e in particolare gli italiani, che loro<br />
sentono molto vicini: “stessa faccia, stessa razza”, sono soliti ripetere, e<br />
sinceramente devo confermare che a Salonicco mi sembrava di<br />
conoscere ogni persona, ognuno assomigliava a qualcuno che conosco<br />
in Italia, addirittura in un pub, abbiamo fatto una foto a una ragazza che<br />
era molto somigliante alla sorella di mio marito.<br />
Insomma stessa faccia, stessa razza, ma speriamo che almeno i giovani<br />
greci, non seguano la stessa sorte dell’Italia in fatto di musica e di<br />
rispetto dell’identità delle proprie radici, perché sarebbe davvero un gran<br />
peccato. Al prossimo viaggio.
STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />
presentano<br />
la collana musicale<br />
<strong>EnjoyArt</strong><br />
DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL STORE
Domenica 12 e lunedì 13 marzo <strong>2023</strong> da Spazio Novecento, nel cuore<br />
dell’Eur, prende il via la quarta edizione della Fiera Indipendente<br />
dedicata ai produttori di vini naturali, artigianali e a basso<br />
intervento.In degustazione oltre 900 vini naturali provenienti<br />
dall’Italia e dall’estero.<br />
Le novità del <strong>2023</strong><br />
Oltre la metà dei produttori presenti alla nuova<br />
edizione di Vini Selvaggi saranno alla loro prima<br />
partecipazione: “La selezione che effettuiamo è<br />
basata su una ricerca approfondita volta a<br />
schivare preconcetti sul mondo del vino”<br />
dichiarano gli organizzatori.<br />
Nell'area riservata agli operatori professionali,<br />
dove si potrà accedere solo con il relativo pass<br />
Il vino naturale: un trend in crescita<br />
Aumenta l’attenzione per il vino naturale, un vino<br />
che non ricorre agli eccessi della tecnica<br />
enologica per modificare o migliorare il prodotto<br />
ma si basa sui principi artigianali di produzione in<br />
piccole quantità e di non replicabilità tra<br />
un'annata e l'altra.<br />
Sempre di più molte realtà della ristorazione e<br />
tanti appassionati scelgono di bere vino naturale.<br />
A confermarlo i numeri di Vino Selvaggi: lo<br />
scorso anno la Fiera ha registrato 2500 presenze<br />
in due giorni, con sold outgià dal primo giorno.<br />
Nelle tre edizioni precedenti, svoltesi tra Roma<br />
(in tempo di pandemia) e Sannicandro di Bari, la<br />
Fiera Indipendente ha totalizzato circa 6.000<br />
presenze da oltre 30 paesi di tutto il mondo:<br />
Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Austria,<br />
Grecia, Georgia, Ucraina, Russia, Polonia,<br />
dedicato, sarà possibile intrattenersi con i<br />
distributori e gli importatori. La Terrazza di<br />
Spazio Novecento sarà invece dedicata all'area<br />
ristoro e si potranno assaporare le preparazioni<br />
di aziende agricole e ristoratori partner tra cui:<br />
Trapizzino, Ritmo, Azienda Agricola Janas,<br />
Capriss.<br />
Per celebrare la nuova edizione della Fiera,<br />
venerdì 10 marzo si potrà partecipare a Ritmi<br />
Selvaggi, un warm-up party con musica e<br />
degustazione di bollicine che si svolgerà al<br />
Rashomon Club, dalle ore 19.00 alle ore 24.00.<br />
Cosa fare per partecipare a Vini Selvaggi<br />
Gli operatori professionali titolari di partita iva<br />
hanno la possibilità di acquistare il biglietto<br />
ridotto, a loro dedicato, collegandosi al seguente<br />
link:<br />
https://viniselvaggi.com/shop-vini-selvaggi/<br />
Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta,<br />
Croazia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia,<br />
Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Germania,<br />
Israele, Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile,<br />
Australia, Corea del Sud, Giappone.<br />
I dati raccolti negli anni evidenziano che il 38%<br />
dei visitatori sono operatori della ristorazione<br />
(titolari, cuochi, camerieri, sommelier).L’età<br />
media degli appassionati di vini naturali è di 34<br />
anni. Il 91% è interessato a mangiare prodotti<br />
provenienti da una filiera sana e controllata e il<br />
72% va alle fiere per assaggiare nuovi vini da<br />
chiedere poi all’enoteca di fiducia.
DOLOMITES Dirndl Ski Day<br />
I N G A R D E N A L A F E S T A D E L L A D O N N A S I C E L E B R A S U G L I S C I ; I N I Z I A T I V A<br />
B E N E F I C A A F A V O R E D E L L ’ A S S O C I A Z I O N E “ D O N N E A I U T A N O D O N N E “ .
Val Gardena, l‘ 8 marzo <strong>2023</strong> si svolgerà la prima edizione di un<br />
divertente evento riservato alle donne, proprio in occasione della<br />
giornata internazionale della donna, e parte dell’incasso sarà<br />
devoluto all’Associazione “Donne aiutano Donne“.<br />
Si tratta di un divertente e coloratissimo evento sportivo: il primo<br />
slalom parallelo femminile in cui tutte le partecipanti<br />
indosseranno un "dirndl" (abito tradizionale altoatesino) e si<br />
sfideranno sulla pista Fermeda, presso il Seceda.<br />
Dolomites Dirndl Ski Day è il nome della prima edizione di<br />
questa simpatica gara e prevede il ritrovo presso la Baita Daniel<br />
alle ore 9:30 e l’inizio della gara stessa – uno slalom parallelo<br />
facile – alle ore 11:00.<br />
Prima della manifestazione sportiva, ci sarà un aperitivo con<br />
intrattenimento musicale con il DJ Simon. Alle ore 16:00 ci sarà<br />
un concerto del gruppo Volxrock, presso la baita Val d’Anna e<br />
alle ore 17:00 la premiazione.<br />
Potranno partecipare solo ed esclusivamente team da 2 donne<br />
(amiche, sorelle, madre/figlia, etc.) di età compresa tra i 18 e i 99<br />
anni. Una parte dell’iscrizione e la quota intera dei Charity<br />
Teams sarà donata alla fondazione “Donne aiutano Donne“,<br />
un’organizzazione dell’Alto Adige che assiste donne in cerca<br />
d’aiuto, guidandole verso forme di autosostegno, nel rispetto<br />
della discrezione e dell'anonimato.<br />
Informazioni e iscrizioni presso l’Associazione Turistica Ortisei:<br />
ortisei@valgardena.it<br />
Il Dirndl è un abito tradizionale ispirato al costume<br />
tradizionale delle classi elevate, diffuso nella parte<br />
meridionale della Germania, in Austria, nella<br />
Svizzera di lingua tedesca e nella regione dell’Alto<br />
Adige. Dirndl deriva da Dirn che vuol dire fanciulla<br />
ed è formato da un corpetto, una gonna, un<br />
grembiule, una camicetta e un giacchino.
TuttoBallo<br />
Festival di Sanremo <strong>2023</strong><br />
I COLLA ZIO<br />
Al loro primo festival il gruppo romano conquista il Premio Enzo Iannacci,<br />
I COLLA ZIO giovani ventenni che si affacciano per la<br />
prima volta a Sanremo passando dalla porta priniciaple,<br />
quella delle selizioni di Sanremo Giovani. Loro si<br />
presentano così: "Mettete insieme cinque ventenni con le<br />
facce di quelli che stanno sempre all'ultimo banco in<br />
classe, che probabilmente li immagineresti ovunque tranne<br />
che su un palco. Solo che loro se lo mangiano, e se li metti<br />
insieme fanno un casino che o chiami la polizia o ti diverti<br />
come pochi: ecco la formula di Armo, Mala, Glampo, Berna<br />
e Petta, tra chitarre e barre senza prendersi troppo sul<br />
serio." Hanno esordito nel 2019 col doppio singolo "Bibite"/<br />
"Americana", poi sono tornati nel 2021 col singolo<br />
"Gremolada" che ha anticipato l'EP "Zafferano". Il Festival<br />
li ha promossi a pieni voti, assegnando loro il Premio Enzo<br />
Jannacci Nuovo IMAIE per il brano “Non Mi Va”. La band<br />
milanese ha ricevuto il riconoscimento oggi, venerdì 10<br />
febbraio, nella Sala Stampa Rai del Casinò di Sanremo.<br />
La giuria, composta da Dodi Battaglia, Paolo Jannacci e<br />
Yuman, ha avuto il compito di valutare i pezzi e le<br />
esibizioni in gara di Colla Zio, gIANMARIA, Olly, Sethu,<br />
Shari e Will per individuare lo stile, gli accenti e l’acume<br />
che più si avvicinano all’indimenticabile Enzo Jannacci a<br />
cui il NUOVO IMAIE ha deciso di intitolare questo premio<br />
rivolto ai giovani talenti.<br />
Secondo la giuria del premio “i Colla Zio" hanno dimostrato<br />
di far emergere una grande energia, simpatia e<br />
spontaneità, utilizzando il loro gusto musicale originale,<br />
con la consapevolezza della cultura funk e rhythm & blues.<br />
Giovanissimi, non hanno paura di far emergere nella<br />
performance e nel testo le preziose ingenuità della loro<br />
generazione”.<br />
I vincitori delle passate edizioni sono: Maldestro (2017),<br />
Mirkoeilcane (2018), Mahmood (2019), Tecla (2020),<br />
Davide Shorty (2021), Yuman (2022).<br />
NUOVOIMAIE, Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti<br />
Esecutori, è una collecting nata nel 2010. Fondata e<br />
gestita da artisti, si occupa della tutela dei diritti connessi<br />
dovuti allo sfruttamento di opere audiovisive e musicali che<br />
vengono trasmesse via radio, tv, web, esercizi pubblici.<br />
Intermedia i diritti che spettano agli Artisti Interpreti<br />
Esecutori, come attori, doppiatori, cantanti, musicisti,<br />
direttori d’orchestra e di coro.
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
<br />
https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT
TuttoBallo<br />
RENGA & NEK<br />
INSIEME ALL'ARENA DI VERONA
TuttoBallo<br />
FRANCESCO RENGA e NEK Filippo Neviani nel <strong>2023</strong><br />
saranno protagonisti di un evento unico all’Arena di<br />
Verona, il 5 settembre, per celebrare insieme sul palco<br />
rispettivamente i 40 e i 30 anni di carriera artistica: due<br />
anniversari tutti da cantare!<br />
“RENGA NEK”: una serata che si preannuncia unica e<br />
irripetibile, per ripercorrere le incredibili carriere di due<br />
artisti che con la loro musica hanno segnato intere<br />
generazioni.<br />
Da “Laura non c’è” ad “Angelo”, da “Fatti avanti amore”<br />
a “Il mio giorno più bello nel mondo”, sono solo alcuni<br />
dei brani che Renga e Nek porteranno sul palco<br />
dell’Arena. L’Arena di Verona è un luogo caro ad<br />
entrambi gli artisti: tutti e due infatti hanno già vissuto,<br />
singolarmente, l’abbraccio e il calore dell’Arena.<br />
Francesco Renga nel 2015 e nel 2019, Nek nel 2017 e<br />
nel 2019: quattro concerti sold out in una delle più<br />
importanti location italiane.<br />
Tra le più grandi voci del panorama musicale italiano, Francesco Renga quest’anno celebra 40 anni di<br />
straordinaria carriera con all’attivo 8 album d’inediti, 1 album con orchestra, 2 album dal vivo (di cui uno insieme<br />
a Max Pezzali e Nek), ha totalizzato oltre 1 milione di copie vendute, 9 certificazioni di platino e 8 d’oro.<br />
Colleziona singoli di grande successo, da “Raccontami” a “La tua bellezza”, da “Angelo” (brano vincitore del<br />
Festival di Sanremo 2005) a “Meravigliosa (la Luna)”, da “Il mio giorno più bello del mondo” a “Guardami amore”<br />
e tantissimi altri. Nel corso della sua carriera Francesco ha realizzato più di 1900 concerti tra palasport, teatri e<br />
location mozzafiato come l’Arena di Verona e il Teatro Antico di Taormina. Ha alle spalle 9 partecipazioni al<br />
Festival di Sanremo come concorrente in gara, 1 vittoria nel 2005 con il brano “Angelo” e 2 premi della critica,<br />
con i brani “L’uomo che ride” e “Raccontami”.<br />
Cantante e polistrumentista, con alle spalle oltre 10 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e 18 album in<br />
studio, Nek è una delle voci maschili più interessanti e amate del panorama musicale italiano. Dopo l’esordio nel<br />
1992 con l’album “Nek”, tantissimi i successi che si sono susseguiti nei suoi 30 anni di carriera, da “Laura non<br />
c’è” a “Se io non avessi te”, da “Almeno stavolta” a “Lascia che io sia”, o ancora “Fatti avanti amore” e “Se una<br />
regola c’è”, senza dimenticare la cover di “Se telefonando”, eseguita sul palco del Festival di Sanremo nel 2015.<br />
Negli ultimi anni è stato impegnato nella conduzione di fortunati programmi televisivi, ultimo dei quali “Dalla<br />
Strada Al Palco”, in prima serata su Rai Due, che ha raccolto straordinari consensi di pubblico e critica. Nel 2022<br />
è uscito l’album celebrativo “5030”, che racconta i 30 anni di carriera e i suoi 50 anni di età.<br />
L’appuntamento all’Arena di Verona sarà solo uno dei tanti progetti insieme che vedranno coinvolti Renga e Nek<br />
nel corso di questo <strong>2023</strong>.
TuttoBallo<br />
Bologna 2 Marzo<br />
CIAO<br />
RASSEGNA LUCIO DALLA<br />
In occasione degli 80 anni dalla nascita di Lucio<br />
Dalla, il 2 marzo alle ore 21.00 al Teatro<br />
Celebrazioni di Bologna si terrà la 1ª edizione di<br />
“CIAO – Rassegna LUCIO DALLA, per le forme<br />
innovative di musica e creatività”.<br />
Una serata speciale di musica, nuove idee e<br />
nuovi progetti, dedicata al grande artista e<br />
ispirata alla sua straordinaria capacità di visione,<br />
che diverrà a Bologna l’appuntamento annuale<br />
con l’innovazione musicale.<br />
Nel corso della serata saranno assegnati tanti<br />
riconoscimenti agli artisti, alle opere, oltre che ai<br />
producer e ai talent scout, che hanno contribuito<br />
a innovare il panorama musicale italiano<br />
incarnando e interpretando l’approccio visionario,<br />
sperimentale ma anche pop che ha guidato la<br />
lunga carriera di Lucio Dalla.<br />
I premi saranno conferiti per le categorie<br />
“artista”, “canzone”, “producer/talent scout”,<br />
“colonna sonora” e “progetto”. Gli artisti vincitori<br />
si esibiranno live regalando al pubblico uno<br />
spettacolo emozionante.<br />
Lo stesso evento sarà inoltre un’importante<br />
vetrina per nuovi progetti e artisti emergenti<br />
selezionati attraverso il concorso “CIAO Contest.<br />
La musica di domani” che decreterà due vincitori<br />
per le categorie “canzone” e “producer”, che<br />
avranno la possibilità di esibirsi sul palco del<br />
Teatro Celebrazioni il 2 marzo.<br />
A selezionare i vincitori una giura composta da<br />
massimi esperti del settore.<br />
Nel corso della serata, sarà assegnato anche il<br />
Premio QN il Resto del Carlino, dedicato al<br />
talento locale/bolognese. L’evento, ideato da<br />
Pressing Line e iCompany e da quest’ultima<br />
realizzato con la direzione artistica di Massimo<br />
Bonelli, è promosso da Fondazione Lucio Dalla,<br />
in collaborazione con il Comune di Bologna e<br />
sostenuto da Banca di Bologna.
Le collane musicali per la cura del copro, dell’anima e della mente. Prodotte<br />
dall’associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>, Pomodoro Studio Edizioni<br />
Musicale - Always Record e composte dalla compositrice americana Judie<br />
Collins e dal maestro Ciro Vinci. Ultima produzione "Dillo Alla Danza 2002"<br />
In arrivo "Dillo Alla Danza vol 3" pubblicazione dei musicisti che hanno partecipato alla<br />
Giornata Mondiale della Danza del 30 Aprile a Terni. Con la copertina realizzata con<br />
l'opera del vincitore della sezione visiva del concorso "Dillo Alla Danza", Pierangeli<br />
Antonio, con il quadro "il mio paese", la compilation contiene 11 tracce che comprendono<br />
8 inediti e 3 bonus track, musica d'ascolto e relaxing che spazia dal pop alle ballate rock,<br />
alla new age.<br />
01. Giulia Muti – Opera d’Arte<br />
02. Neroelettrico – La Stanza Favola<br />
03. Roberto Funaro – Come Se<br />
04. Massimo Zanetti - The Old New York<br />
05. Movie Brass Quintet - Clash on Mars<br />
06. Lorenzo Sebastianelli - Carnevale Romano<br />
07. Piera Mussardo - Swing Blues on a Winter Afternoon<br />
08. INK- Bisogna Solo credersi<br />
09. Julie Collins – Happy Feet – Bonus Track<br />
10. Julie Collins – Sweethearts – Bonus Track<br />
11. Ciro Vinci – Iris – Bonus Track<br />
L'associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>, con la produzione discografica vuole offrire una<br />
vetrina agli artisti emergenti e non, promuovendo la loro arte, pubblicando stili e generi<br />
diversi. Il listino delle produzioni ALWAYS Pomodoro Studio Edizioni Musicali e Stefano<br />
Francia <strong>EnjoyArt</strong> è disponibile su tutti i digital store (Spotify, Deezer, Amazon Music,<br />
Apple Music… ) è comprende vari volumi, ognuno dei quali presentano i generi che<br />
spaziano dal pop al rock, dalla Dance to Rhythm al Relaxing.<br />
"Rhythm" è un progetto discografico creato dalla ALWAYS Pomodoro Studio e al quale<br />
l'associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong> ha aderito subito. Bernando Lafonte ideatore dei<br />
progetti insieme all'artista americana Julie Collis, hanno studiato i ritmi di tutti i balli<br />
proponendo tracce dedicate al Cha Cha Cha, Rumba, Bachata, ritmi che permettono ai<br />
danzatori di esercitarsi e studiare attraverso i battiti della musica.<br />
La musica e la danza aiutano a conoscersi meglio, sondando con cautela e tranquillità le<br />
fragili pieghe del nostro corpo psichico. Secondo la Federazione Italiana Musicoterapia<br />
(FEDIM) “le motivazioni che muovono le persone ad ascoltare o a produrre musica<br />
nascono per lo più dalla necessità pressante di entrare in una dimensione mentale che<br />
permetta il contatto con la propria sfera emotiva, dove è possibile la strutturazione di uno<br />
spazio immateriale gestibile secondo le regole della propria fantasia”. Una serie di<br />
concetti importanti che vanno ad avvalorare il nostro valore della musica: ascoltare<br />
(oppure fare) della musica è una vera a propria attività artistica. Per questo abbiamo<br />
deciso di divulgare anche la collana musicale "Relaxing", brani composti da esperti<br />
esperti in musicoterapia: Julie Collins e Ciro Vinci. I due compositori con le loro<br />
musiche accompagnano chiunque, ballerini e non, nell’attività di rilassamento quotidiano<br />
e meditazione. I brani inclusi nei volumi sono composti a 432 Hz. L’accordo a 432 Hertz<br />
(Hz) risuona con le frequenze fondamentali del vivente: battito cardiaco, replicazione del<br />
DNA, sincronizzazione cerebrale, e con la Risonanza di Schumann e la geometria della<br />
creazione. Le pubblicazioni discografiche prodotte dalla Always - pomodoro studio<br />
edizioni musicali e Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong> sono state realizzate per divulgare suoni in<br />
grado di influenzare tutte le cose con le quali vengono in contatto. L'esperienza musicale<br />
può influenzare, infatti, molteplici ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie,<br />
lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e la qualità della vita.<br />
Le varie produzioni psono scaricabili direttamente dai digital store.
TRUCCO DA SPOSA<br />
Make Up Artist Mauri Menga<br />
Ci si avvicina al periodo delle spose ed i preparativi e la tensione iniziano a farsi sentire,<br />
così come i dubbi su come truccarsi; non tutte le spose sono uguali e non tutte hanno le<br />
stesse esigenze e gli stessi gusti : fisicità e caratteristiche del viso sono diverse, e allora<br />
ecco a voi qualche consiglio che potrà offrirvi qualche idea per lo splendido ed<br />
indimenticabile giorno…
TuttoBallo<br />
La Sposa Romantica<br />
La sposa romantica è quella che ha sempre immaginato il<br />
matrimonio come fosse una favola. Fiori, ambientazioni magiche,<br />
acconciatura fiabesca.<br />
Il make up della sposa classica prevede un incarnato chiaro e<br />
luminoso, quasi etereo. Gli occhi saranno i grandi protagonisti con<br />
colori neutri o tonalità del rosa chiaro, e tenui per il giorno, un po’<br />
più intensi e strutturati per la sera ma, allo stesso tempo, luminosi<br />
dai colori lilla e viola. Lo sguardo viene intensificato dal mascara e<br />
dalle ciglia finte che renderanno il make up ancora più romantico.<br />
Per le labbra andremo a scegliere delle tonalità neutre, matte,<br />
rosa o un velo di gloss.<br />
Sposa Glamour<br />
La sposa glamour è una sposa alla quale piace<br />
apparire, piace stare al centro dell’attenzione con<br />
particolari e dettagli che la rendono una vera regina.<br />
Il suo make up sarà sicuramente più intenso rispetto a<br />
quello della sposa romantica. Gli occhi sono<br />
sicuramente i protagonisti e si può osare anche con<br />
uno smokey eyes sui toni del marrone che allunga lo<br />
sguardo, conferendogli un’aria elegante, o ombretti<br />
totalmente marroni chiari , con eyeliner graficho e<br />
contorno occhio ben definito o potremmo anche usare<br />
un kajal . Non devono assolutamente mancare, inoltre,<br />
mascara e ciglia finte che tendono ad aprire lo<br />
sguardo. Le sopracciglia rispecchiano la moda attuale:<br />
estremamente curate e disegnate. Per le labbra, altre<br />
grandi protagoniste per questa tipologia di make up,<br />
viene scelto o un colore intenso come il rosso o un<br />
colore nude.<br />
Sposa Naturale<br />
La sposa naturale è la sposa che vuole esaltare la propria<br />
bellezza, ma vuole apparire più naturale possibile con un trucco<br />
che c’è ma non si vede: nude make up!<br />
Gli ombretti abbracceranno gamme cromatiche calde e neutre,<br />
come l’albicocca, il beige e diverse tonalità di marrone. Il fard da<br />
utilizzare sarà di color pesca, o comunque colori terra<br />
chiarissimi, per far esaltare gli zigomi possibilmente in crema<br />
per dare quell’ effetto fresco e delicato Per le labbra si<br />
utilizzeranno colori nella tonalità dell’albicocca, con un accenno<br />
di gloss al centro labbra, nell’intento di conferire solarità, senza<br />
creare troppa demarcazione. È una sposa che potremmo<br />
definire essenziale e la sua acconciatura sarà pulita o<br />
sicuramente non sfarzosa.
TuttoBallo<br />
Sposa Alternativa<br />
La sposa alternativa avrà caratteristiche di eccentricità e nel<br />
giorno del matrimonio vorrà suscitare stupore, eccedendo in tutto.<br />
Avremo, pertanto, l‘immagine di una sposa piuttosto aggressiva,<br />
che non dà niente per scontato, e conseguentemente, privilegerà<br />
un make up che richiederà sfumature accentuate, labbra dai<br />
colori più svariati, acconciature fantasiose ed estremamente<br />
elaborate. In sostanza, sarà un tipo di sposa che non si concilierà<br />
con il concetto limite.<br />
Sposa Etnica<br />
La sposa etnica è la sposa con i tratti non occidentali.<br />
Quando si parla di una sposa etnica bisogna porre<br />
estrema attenzione alle tradizioni e ai colori che sono i<br />
più grandi alleati per un make up di successo. È una<br />
tipologia di trucco basato su colori caldi e bruciati per<br />
creare dei perfetti contrasti; mascara e ciglia finte<br />
doneranno maggiore intensità allo sguardo. Le<br />
sopracciglia sono naturali: pettinate e riempite, laddove<br />
si necessita. L’incarnato sarà luminoso con l’uso di<br />
illuminanti più ambrati che risalteranno sulle carnagioni<br />
etniche. Le labbra sono sicuramente grandi<br />
protagoniste ed è possibile spaziare con dei rossetti<br />
dal finish matte o con il glow.<br />
Sposa Abbronzata<br />
La sposa abbronzata è una sposa che ama il bel colorito.<br />
Con questa sposa si gioca con colori caldi, per cui si cerca di<br />
armonizzare il trucco con il suo incarnato abbronzato. I colori<br />
andranno scelti nelle tonalità calde, tipo dorate, caramello, corallo<br />
e color terracotta, a seconda dell’intensità dell’abbronzatura;<br />
sfumature col nero saranno d' obbligo per far sì che l'occhio risalti<br />
mostrando uno sguardo seducente.Le labbra sempre in tonalità<br />
degli ombretti possibilmente luminosi; per gli zigomi potremmo<br />
utilizzare degli illuminanti. Da evitare assolutamente i colori chiari<br />
e freddi, che su una carnagione abbronzata risulteranno grigi.
TuttoBallo<br />
Sposa in Municipio<br />
La sposa in municipio, si sa, è la<br />
sposa che consacra il suo<br />
matrimonio non con il rito religioso.<br />
Si tratterà di una donna che, quasi<br />
sicuramente, come abito nuziale<br />
sceglierà un tailleur, un tubino o un<br />
abito scivolato. Si dovrà, pertanto,<br />
adottare un trucco sobrio,<br />
praticamente un trucco da giorno<br />
personalizzato però più intenso , i<br />
colori saranno scelti in base alla<br />
tipologia dei colori dell’ incarnato e<br />
abbinabile al colore del suo abito. Si<br />
consiglia come acconciatura una<br />
capigliatura sciolta se il matrimonio<br />
avverrà di mattina, raccolta se<br />
avverrà di pomeriggio.<br />
TAILLEUR SPOSA BY MAX-MARA
Pensiero del mese<br />
DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />
https://www.solomente.it<br />
L'anno scorso ho rotto un malleolo. Era inizio<br />
marzo, e fino a giugno non ne sono uscita.<br />
Detesto gli ospedali e tutto ciò che ci gira<br />
intorno, ma ci sono dovuta stare 5 giorni con<br />
operazione inclusa. Un dramma? No, anzi.<br />
Con la mia vicina di pronto soccorso e<br />
degenza ci siamo sbellicate dalle risate. È<br />
stata un'esperienza assurdamente divertente.<br />
Perché la capacità di sdrammatizzare e<br />
ridere delle avversità non mi ha mai<br />
abbandonato.<br />
La mente e i pensieri possono fare miracoli.<br />
Dal mio letto, immobilizzata, viaggiavo nei<br />
luoghi che mi piacciono. Immaginavo spiagge<br />
bianche, acqua cristallina, natura<br />
incontaminata, anche in sala operatoria.<br />
Nuotavo. Camminavo a piedi nudi. Addirittura<br />
correvo!<br />
Se state male (fisicamente o mentalmente)<br />
provate a pensare alle cose che vi fanno<br />
stare bene. Provate a immaginare che tutto si<br />
risolverà. Poi magari i vostri problemi non si<br />
risolvono come volete voi, ma nel frattempo<br />
vivete meglio. Buoni pensieri a tutte e tutti.<br />
https://www.solomente.it
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com<br />
<br />
https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT
Registrati prima di<br />
tutti<br />
alla XLI Giornata<br />
internazionale della<br />
Danza.<br />
Il 29 Aprile<br />
festeggia con noi<br />
al MAAM Museo<br />
dell'Altro e<br />
dell'Altrove di<br />
Metropoliz - Città<br />
Meticcia!<br />
dilloalladanza@gmail.com<br />
+39 335 435168<br />
Con una piccola donazione puoi<br />
anche tu sostenere, promuovere e<br />
divulgare l'arte in ogni sua forma.<br />
Diventa mecenate dell'arte con<br />
l'associazione "Stefano Francia<br />
<strong>EnjoyArt</strong>".<br />
Puoi sostenerci anche tramite paypal<br />
ass.stefanofranciaenjoyart@gmail.com<br />
oppure :<br />
ass. STEFANO FRANCIA ENJOYART<br />
Iban: IT24I0760103600001039059199<br />
C/C: 1039059199<br />
www.stefanofrancia.com<br />
www.tuttoballo20.com
TuttoBallo<br />
<br />
<br />
dalla redazione
33<br />
29 APRILE<br />
GI0RNATA INTERNAZIONALE DELLA DANZA<br />
DILLO ALLA DANZA<br />
Museo MAAM Roma<br />
VERONICA TUNDIS E FEDERICO RUIZ<br />
PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM<br />
© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r y "