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TuttoBallo 20 n.30 SettembreOttobre 2022EnjoyArt

Settembre andiamo. É tempo di migrare. Così scriveva nel 1903 il mio corregionale Gabriele D’Annunzio. E prendendo in prestito l’inizio di questa bellissima poesia dal titolo “Pastori d’Abruzzo”, voglio presentare il nuovo numero di TuttoBallo20. L’arrivo dell’autunno saluta l’estate. Settembre porta con sé tanta malinconia, finito il tempo del riposo si prende a lavoro. Settembre, però, è anche il mese che segna un nuovo inizio. Non a caso si dice che Ferragosto è il Capodanno dell’Estate. Dopo il 15 agosto ripartono progetti, nuovi lavori perfino nuovi amori. In questo numero, ancora una volta doppio, per scelta del direttore, ossia io, Fabrizio Silvestri, vi presentiamo vari articoli legati agli ultimi eventi d’estate e ai primi dell’autunno. Partendo col Festival del cinema di Venezia, che omaggiamo dedicando la copertina a Catherine Deneuve bellezza e bravura del cinema francese e internazionale che ha ricevuto il premio alla carriera. La contro copertina invece, è dedicata alla danza con la presentazione di una dea nipponica, Yuriko Nishihara, solista del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo. Con tanta gioia vi presentiamo anche due nuove promesse della danza, i giovanissimi Emanuele Mascitti e Vittoria Baraldi, entrambi premio della critica World Dance Award – Como Lake Edition 2002, un premio conferito da Tuttoballo20, nell’evento co-diretto da Lella Colombo e ad Antonio Desiderio. I due astri nascenti sono stati fotografati in esclusiva dalla nostra magnifica fotografa Monica Irma Ricci. In questo numero troverete anche articoli sui viaggi, benessere, cucina, cocktail… molto altro. Buona lettura

Settembre andiamo. É tempo di migrare.
Così scriveva nel 1903 il mio corregionale Gabriele D’Annunzio. E prendendo in prestito l’inizio di questa bellissima poesia dal titolo “Pastori d’Abruzzo”, voglio presentare il nuovo numero di TuttoBallo20.
L’arrivo dell’autunno saluta l’estate. Settembre porta con sé tanta malinconia, finito il tempo del riposo si prende a lavoro.
Settembre, però, è anche il mese che segna un nuovo inizio. Non a caso si dice che Ferragosto è il Capodanno dell’Estate. Dopo il 15 agosto ripartono progetti, nuovi lavori perfino nuovi amori. In questo numero, ancora una volta doppio, per scelta del direttore, ossia io, Fabrizio Silvestri, vi presentiamo vari articoli legati agli ultimi eventi d’estate e ai primi dell’autunno. Partendo col Festival del cinema di Venezia, che omaggiamo dedicando la copertina a Catherine Deneuve bellezza e bravura del cinema francese e internazionale che ha ricevuto il premio alla carriera. La contro copertina invece, è dedicata alla danza con la presentazione di una dea nipponica, Yuriko Nishihara, solista del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo. Con tanta gioia vi presentiamo anche due nuove promesse della danza, i giovanissimi Emanuele Mascitti e Vittoria Baraldi, entrambi premio della critica World Dance Award – Como Lake Edition 2002, un premio conferito da Tuttoballo20, nell’evento co-diretto da Lella Colombo e ad Antonio Desiderio. I due astri nascenti sono stati fotografati in esclusiva dalla nostra magnifica fotografa Monica Irma Ricci. In questo numero troverete anche articoli sui viaggi, benessere, cucina, cocktail… molto altro. Buona lettura

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30<br />

Catherine Deneuve<br />

Venezia <strong>20</strong>22: Leone d’Oro alla Carriera<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r y "


<strong>TuttoBallo</strong> - SETTEMBRE - OTTOBRE <strong>20</strong>22 - n. 30<br />

Copertina: CATHERINE DENEUVE © ph Archivio Storico della Biennale di Venezia<br />

contro copertina . Yuriko Nishihara, ph© Monica Irma Ricci<br />

Editore "Stefano Francia" EnjoyArt<br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

COLLABORATORI: Maria Luisa Bossone, Antonio Desiderio, Francesco<br />

Fileccia, David Bilancia, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Sandro Mallamaci,<br />

Walter Garibaldi, David Iori, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Lara Gatto,<br />

Lucia Martinelli, Patrizia Mior, Ivan Cribiú, Danilo Pentivolpe, Alessia<br />

Pentivolpe, Carlo De Palma, Rita Martinelli, Assia Karaguiozova, Federico<br />

Vassile, Elza De Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci,<br />

Alberto Ventimiglia.<br />

Fotografi: Luca Di Bartolo, Monica Irma Ricci, Elena Ghini, Cosimo Mirco<br />

Magliocca Photographe Paris, Monica Irma Ricci, Luca Valletta, Raul Duran,<br />

DsPhopto, Raul, Alessio Buccafusca, Alessandro Canestrelli, Alessandro<br />

Risuleo. Altre foto pubblicate sono state concesse da uffici stampa e/o<br />

scaricate dalle pagine social dei protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto d’autore,<br />

vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65<br />

comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornalistica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt<br />

per contattare la redazione Tuttoballo<strong>20</strong>@gmail.com<br />

Contro Copertina<br />

Settembre andiamo. É tempo di migrare.<br />

Così scriveva nel 1903 il mio corregionale Gabriele<br />

D’Annunzio. E prendendo in prestito l’inizio di questa<br />

bellissima poesia dal titolo “Pastori d’Abruzzo”, voglio<br />

presentare il nuovo numero di <strong>TuttoBallo</strong><strong>20</strong>.<br />

L’arrivo dell’autunno saluta l’estate. Settembre porta con sé<br />

tanta malinconia, finito il tempo del riposo si prende a lavoro.<br />

Settembre, però, è anche il mese che segna un nuovo inizio.<br />

Non a caso si dice che Ferragosto è il Capodanno dell’Estate.<br />

Dopo il 15 agosto ripartono progetti, nuovi lavori perfino nuovi<br />

amori. In questo numero, ancora una volta doppio, per scelta<br />

del direttore, ossia io, Fabrizio Silvestri, vi presentiamo vari<br />

articoli legati agli ultimi eventi d’estate e ai primi dell’autunno.<br />

Partendo col Festival del cinema di Venezia, che omaggiamo<br />

dedicando la copertina a Catherine Deneuve bellezza e<br />

bravura del cinema francese e internazionale che ha ricevuto<br />

il premio alla carriera. La contro copertina invece, è dedicata<br />

alla danza con la presentazione di una dea nipponica, Yuriko<br />

Nishihara, solista del corpo di ballo del Teatro Massimo di<br />

Palermo. Con tanta gioia vi presentiamo anche due nuove<br />

promesse della danza, i giovanissimi Emanuele Mascitti e<br />

Vittoria Baraldi, entrambi premio della critica World Dance<br />

Award – Como Lake Edition <strong>20</strong>02, un premio conferito da<br />

Tuttoballo<strong>20</strong>, nell’evento co-diretto da Lella Colombo e ad<br />

Antonio Desiderio. I due astri nascenti sono stati fotografati in<br />

esclusiva dalla nostra magnifica fotografa Monica Irma Ricci.<br />

In questo numero troverete anche articoli sui viaggi,<br />

benessere, cucina, cocktail… molto altro. Buona lettura<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presentano<br />

la collana musicale<br />

EnjoyArt<br />

DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL STORE


Silent Waves<br />

Danza la tua danza, Vivi la tua vita<br />

La silent waves e’ una pratica di danza libera di riconnssione con se stessi e la natura.<br />

Si danza in Natura con e cuffie ognuno con la sua cuffia ma tutti con la stessa musica.<br />

Silentwaves è una pratica di danza consapevole, un viaggio musicale, un esperienza interiore per arrivare all’estasi.<br />

Danziamo con le cuffie all’aperto, ovunque ed in tutte le stagione, con qualsiasi meteo, sole o pioggia, caldo o freddo,<br />

accogliendo la vita così com’è senza resistere, fortificando copro, mente e spirito, arrivando alla nostra essenza: il silenzio.<br />

È un viaggio intimo con noi stessi e gli altri, ognuno con la sua cuffia e tutti con la stessa musica. il movimento e la musica ti<br />

porta nella leggerezza dell’intimità. La leggerezza arriva quando assapori la profondità delle cose.<br />

Silentwaves è un movimento sempre più grande di persone libere da schemi, condizionamenti del passato o passi da seguire,<br />

che si ritrovano insieme per il piacere di muovere in corpo ascoltando il momento presente e celebrando la vita.<br />

La danza è aperta a tutte le età e condizioni fisiche, dura un’ora e mezza, ed ha poche e semplici regole: non si parla e non si<br />

assumono alcolici o droghe durante la danza per favorire la connessione con noi stessi e la meditazione in movimento.<br />

Respirare, muovere, sentire, liberarsi, trasformare, ed essere miracolo della vita.<br />

Insegnante certificata di Azul Conscious Movement<br />

Cristina Crescenzi<br />

Co-fondatrice di Ecstatic Dance Italy<br />

Seguimi su FB<br />

Azul Conscious Movement con Cristina<br />

Ecstatic Dance Roma<br />

www.cristinacrescenzi.it


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REGGIO CALABRIA TORNA IN BICI<br />

"una festa per tutta la famiglia"<br />

di Eugenia Galimi<br />

vice direttrice<br />

Domenica 15 maggio si è svolta a Reggio Calabria Bicincittà, la manifestazione nazionale Uisp che ogni anno si svolge<br />

contemporaneamente in più di 60 città italiane e che quest’anno ha goduto del patrocinio del Ministero della Transizione<br />

Ecologica.<br />

La partenza è stata prevista per le ore 9,30 da Piazza Indipendenza. Tutti i partecipanti, adulti, giovani e bambini, hanno<br />

attraversato tutto il centro cittadino da sud a nord, (da Piazza Indipendenza (Lungomare Falcomatà, fino al piazzale<br />

Botteghelle), per poi andare verso il centro fino al piazzale di Pentimele e infine fare ritorno sul Lungomare al punto di partenza.<br />

Prima della partenza sono stati distribuiti a tutti i partecipanti iscritti diversi gadget ed a conclusione della manifestazione sono<br />

stati sorteggiati diversi premi.<br />

Bicincittà è mobilità alternativa, cultura urbana ed educazione ambientale e vuole offrire ai cittadini l’opportunità di vivere una<br />

giornata diversa, all’insegna dello sport, del vivere sano e della mobilità sostenibile; è una manifestazione rivolta alle famiglie<br />

con l’obiettivo di coinvolgere l’intero nucleo familiare, dai bambini agli anziani, offrendo la possibilità di riappropriarsi di spazi<br />

urbani quotidianamente invasi dalle automobili, di vivere una giornata diversa.<br />

Bicincittà è una manifestazione che affronta anche il problema dell’inquinamento nel suo complesso, infatti, come sempre,<br />

l’invito è quello di lasciare l’auto a casa e di prendere la bici per respirare un’aria più pulita e godersi davvero la città,<br />

incentivando la realizzazione di piste ciclabili e percorsi “sicuri” e sensibilizzando l’opinione pubblica sulla possibilità di usare<br />

mezzi alternativi all’automobile perché ogni giorno può diventare più “pulito”.<br />

Il Circolo Crucitti anche quest’anno, in stretta collaborazione con la Uisp Provinciale di Reggio Calabria ha rinnovato il proprio<br />

impegno nell’organizzazione e realizzazione della manifestazione.


Sandro Mallamaci<br />

successo delLa Norma all’Arena<br />

dello stretto di Reggio Calabria<br />

A dispetto delle parole, spesso usate in maniera impropria, i fatti raccontano meglio gli avvenimenti, le emozioni e le sensazioni<br />

che sono percepiti e vissuti in maniera soggettiva da ogni individuo.<br />

E allora la serata del primo agosto scorso sarà ricordata in maniera diversa da quanti si sono ritrovati all'Arena dello Stretto di<br />

Reggio Calabria per assistere alla rappresentazione della Norma di Vincenzo Bellini da parte dell'orchestra sinfonica del teatro<br />

Cilea di Reggio Calabria diretta dal maestro Alessandro Tirotta.<br />

Certo l'Arena non è un'arena, secondo il significato tecnico architettonico del termine, non è un anfiteatro, come riporta la targa<br />

che la intitola al senatore Renato Meduri, ma è uno spettacolare teatro moderno costruito sull'esempio degli antichi teatri greci,<br />

che presenta una gradinata semicircolare posta di fronte ad uno dei più suggestivi panorami italiani: lo stretto di Messina con lo<br />

skyline dei monti Peloritani fino all'inconfondibile sagoma dell'Etna.<br />

E questo spettacolo non è sempre uguale: cambia di ora in ora, dall'alba al tramonto, di giorno e di notte, d'estate e d'inverno;<br />

basta sedersi sulla gradinata e godere della vista, ma anche dell'aria, della brezza, degli odori, ma anche dei suoni della natura<br />

che qui si chiama mare.<br />

I fortunati che hanno assistito al concerto hanno potuto godere di tutto questo aggiungendo alle sensazioni, già uniche, la<br />

bellezza della musica riprodotta in un ambiente molto diverso dal classico teatro chiuso.<br />

L'esecuzione dell'opera in questo spazio particolare ha offerto allo spettatore la possibilità di ascoltare sonorità uniche miste a<br />

sensazioni fisiche capaci di suscitare emozioni intense amplificando quelle che la natura già qui suscita.<br />

Ovviamente il luogo non si può dire adatto a concerti sinfonici, per i puristi dei suoni, ma è sicuramente un posto magico che<br />

rende unici tutti gli eventi che qui si svolgono.


ASD Golden Dance Viterbo<br />

Golden Tango Viterbo<br />

V I A S . M A R I A I N S E L I C E , 1 3 V I T E R B O<br />

* 3 9 0 7 6 1 3 0 5 7 5 7 - * 3 9 3 4 7 3 8 0 9 3 4 0<br />

Direzione Artistica<br />

Massimo Polo


Fonte Tommaso Berra https://www.collater.al/<br />

È il 1970 quando nella contea di Lincoln, nel deserto del Nevada, l’artista americano Michael Heizer inizia la costruzione di<br />

quella che per dimensioni è tra le più grandi opera d’arte contemporanea site specific mai costruita, occupando un’area di<br />

2×0,4km.<br />

Il 2 settembre finalmente inaugurerà “City“, dopo mezzo secolo di lavori e 40 milioni di dollari spesi per la sua costruzione. A<br />

discapito del nome, l’opera assomiglia a una città, o solamente nel suo alternarsi di volumi, rientranze e percorsi, che inseriti<br />

nel deserto creano un’ambiente da film fantascientifico come il “Dune” di Villeneuve o Star Wars.<br />

L’ispirazione però è venuta a Michael Heizer mentre era in visita nello Yucatan, intento a studiare le costruzioni<br />

precolombiane dei Maya e in particolare Chichen Itza.


Senza paura di smentita credo che sia facilmente comprensibile a chiunque quanto le sneaker si siano trasformate in un<br />

oggetto d’arte a tutti gli effetti, che ispirano e stimolano artisti di ogni genere.<br />

Solo per fare un esempio, fino all’11 settembre allo SCAD FASH di Atlanta in Georgia, è in corso una mostra dal titolo “Face<br />

Value” e che consiste in un’esibizione delle incredibili maschere dell’artista losangelino Gary Lockwood aka Freehand Profit.<br />

Oltre 30 maschere realizzate usando esclusivamente sneaker. Un nuovo progetto intitolato “NIKE-deconstruction”, ha attirato<br />

l’attenzione del mondo delle sneaker e dell’arte.<br />

Fonte Andrea Tuzio sito Collater.al


Romaeuropa Festival<br />

FinziPasca_BiancoSuBianco<br />

Dall’8 settembre al <strong>20</strong> novembre la trentasettesima edizione del Romaeuropa<br />

Festival presenta 80 spettacoli per 155 repliche in 18 diversi spazi della<br />

capitale. Per affermare il potere del dialogo artistico.


Le prime settimane del Romaeuropa Festival, in programma dall’8<br />

settembre, puntano i riflettori su “dance reflections” di van cleef &<br />

arpels, il progetto nato dalla collaborazione fra privati e danza<br />

contemporanea. Ecco gli spettacoli da non perdere<br />

Dalle splendide “spille ballerina” alla collaborazione con George<br />

Balanchine, che il celebre coreografo così rievocò: “L’idea di un balletto<br />

nuovo i cui costumi avrebbero evocato i gioielli è nata qualche anno fa,<br />

quando il mio amico Nathan Milstein mi ha presentato il gioielliere<br />

Claude Arpels. Solo in seguito, a New York, ho visto le splendide<br />

gemme della sua collezione. Naturalmente ho sempre amato i gioielli<br />

[…]. Amo il colore e la bellezza delle pietre preziose ed è incredibile<br />

constatare come il nostro laboratorio di costumi, sotto la direzione di<br />

Madame Karinska, abbia potuto avvicinarsi tanto alla qualità delle vere<br />

pietre, che ovviamente erano troppo pesanti per essere indossate dai<br />

ballerini!”.<br />

Era il 1967 quando andò in scena Jewels, il balletto-trittico di<br />

Balanchine ispirato alle gemme preziose di Claude Arpels e che, nel<br />

<strong>20</strong>12, ispirò una nuova trilogia, Gems, creata da Benjamin Millepied<br />

ancora con il sostegno di Van Cleef & Arpels. L’armonia, la luce e la<br />

millimetrica perfezione dell’arte dell’oreficeria si rispecchiano nelle<br />

analoghe peculiarità dell’arte coreutica, convincendo dunque la nota<br />

casa parigina a istituire, nel <strong>20</strong>15, il Premio Fedora-Van Cleef & Arpels<br />

per il Balletto, destinato a celebrare l’inventiva di una nuova opera; e,<br />

nel <strong>20</strong><strong>20</strong>, a lanciare l’iniziativa Dance Reflections. Un progetto articolato<br />

in due momenti: in principio, l’accompagnamento di artisti e istituzioni<br />

nella produzione di opere nuove ma pure nella fertile manutenzione del<br />

repertorio; in seguito, l’organizzazione di appuntamenti coreografici di<br />

rilievo, in collaborazione con festival e istituzioni internazionali.<br />

Berliner ensemble 2 L'opera da tresoldi_Dreigroschenoper_foto_JR Berliner Ensemble<br />

In C_Sasha Waltz & Guests_Terry Riley_Ensemble3_©Yanina Isla<br />

LineUp!_Joan Thiele<br />

passages-noe-soulier©bruno-simao-3<br />

LineUp!ELASI_XXL_


LineUp!LNDFK_(c) Mattia Giordano<br />

La trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival (in<br />

programma dall’8 settembre al <strong>20</strong> novembre <strong>20</strong>22)<br />

esordisce con tre spettacoli di assoluta qualità, ospitati<br />

proprio nell’ambito del progetto Dance Reflections. Si<br />

parte il 13 settembre con Anna Teresa De Keersmaeker<br />

che, nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, è<br />

protagonista del riallestimento del suo storico Drumming<br />

– creato dalla coreografa e danzatrice belga nel 1998 a<br />

partire dall’omonima composizione minimalista per<br />

percussioni di Steve Reich. Nel nuovo Drumming Live la<br />

complessa costruzione della partitura musicale viene<br />

tradotta in una coreografia nitida e vitalistica, in cui ogni<br />

singola frase di movimento è spunto per un infinito<br />

numero di variazioni, nel tempo e nello spazio.<br />

Minimalismo musicale e danza si confrontano pure nel<br />

secondo appuntamento sostenuto da Van Cleef &<br />

Arpels, ovvero In C, corpo a corpo tra la coreografa<br />

tedesca Sacha Waltz e l’omonimo pezzo composto nel<br />

1964 da Terry Riley e considerato il primo esperimento<br />

di musica minimalista. In scena il 17 e 18 settembre,<br />

ancora nella Cavea dell’Auditorium, lo spettacolo si<br />

fonda su una struttura flessibile e infinitamente variabile,<br />

nata per l’esigenza di provare a distanza in epoca di<br />

pandemia e divenuta grammatica elastica e inventiva,<br />

che consente ai danzatori di apprendere<br />

autonomamente i sintagmi della coreografia e di<br />

reinventarla a ogni replica, ciascuna davvero<br />

intrinsecamente irripetibile.<br />

Unica è anche la terza performance inserita in Dance<br />

Reflections, ossia il percorso site specific ideato dal<br />

trentacinquenne coreografo francese Noé Soulier negli<br />

spazi dell’Accademia di Francia a Villa Medici e intitolato<br />

Passages (dal 23 al 25 settembre). Un itinerario che<br />

mira a esplorare le relazioni fra i corpi e i movimenti dei<br />

danzatori e le loquaci e sontuose architetture del<br />

palazzo romano, di cui evidenziare prospettive e dettagli<br />

inusuali così da stimolare l’immaginario e l’emotività<br />

degli spettatori. www.romaeuropa.net<br />

Greco _Sholten_ WE WANT IT ALL-32 ph (C) Alwin Poiana<br />

James Thierrée©_C-Richard-Haughton-2-19<strong>20</strong>x1281<br />

La Pladec_Twentyseven perspectives (c) Konstantin Lipatov<br />

Ikeda Music for percussion


INAUGURAZIONE IL 23 SETTEMBRE AL TEATRO<br />

METROPOLITAN DI CATANIA CON LA SONNAMBULA<br />

FIRMATA DA ENRICO CASTIGLIONE


Immancabile come da tredici anni, torna anche<br />

quest’anno l’atteso BELLINI FESTIVAL, il tradizionale<br />

Festival Belliniano che ogni anno dal <strong>20</strong>09 rende<br />

omaggio a Vincenzo Bellini a Catania, sua città natale,<br />

coinvolgendo i luoghi storici dove lo stesso grande<br />

compositore mosse i suoi primi passi, partendo come da<br />

tradizione nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua<br />

morte, il 23 Settembre, per poi concludersi il 3 Novembre<br />

<strong>20</strong>22 con il grande concerto al Duomo nel giorno in cui<br />

quest’anno festeggiamo il 221° anniversario dalla sua<br />

nascita.<br />

Fondato a Catania nel <strong>20</strong>09 dal regista e scenografo<br />

Enrico Castiglione insieme all’allora Provincia di Catania<br />

(oggi Città Metropolitana di Catania), in collaborazione<br />

con il Comune di Catania, la Regione Siciliana, l’E.A.R.<br />

Teatro Massimo Bellini, l’Università degli Studi di Catania,<br />

la Camera di Commercio e l’Arcivescovado, quest’anno il<br />

Bellini Festival giunge alla sua XIV edizione per offrire<br />

una nutrita serie di opere, concerti, spettacoli di danza<br />

e di teatro, mostre, incontri e tavole rotonde, nonché<br />

l’immancabile rassegna cinematografica, sempre<br />

attraverso le sue storiche sezioni: “Festival Belliniano”,<br />

“Bellini Opera Festival”, dedicate allo spettacolo dal vivo,<br />

“Bellini Renaissance”, dedicata all’approfondimento<br />

culturale e scientifico, e “Bellini International”, dedicata<br />

all’attività all’estero.<br />

Dopo tredici edizioni il Bellini Festival, manifestazione già<br />

riconosciuta di rilevanza turistica dalla Regione Siciliana<br />

Assessorato al Turismo Sport e Spettacolo e da sempre<br />

inserita nel Calendario delle grandi manifestazioni<br />

turistiche della stessa Regione Siciliana, ha ricevuto il<br />

riconoscimento ufficiale del Ministero della Cultura<br />

accedendo ufficialmente già dallo scorso anno ai fondi del<br />

F.U.S. (Fondo Unico dello Spettacolo) e da quest’anno ai<br />

fondi triennali che vengono assegnati dall’apposita<br />

commissione governativa ai grandi festival italiani di<br />

riconosciuto prestigio. Un risultato che premia il lavoro<br />

incessante portato avanti in tutti questi anni senza sosta e<br />

con crescente indiscutibile successo dal Maestro Enrico<br />

Castiglione, instancabile direttore artistico, che rende<br />

finalmente onore a Vincenzo Bellini tra i grandi<br />

compositori dotati di un proprio festival nella propria città<br />

natale: come Rossini a Pesaro, Verdi a Parma, Puccini a<br />

Torre del Lago, Donizetti a Bergamo, ma che soprattutto<br />

certifica ancora una volta come il Bellini Festival nato nel<br />

<strong>20</strong>09 sia uno dei maggiori festival italiani che abbia<br />

conquistato la scena internazionale grazie anche alle<br />

continue dirette televisive e nei cinema dei propri<br />

allestimenti operistici, alla partecipazione delle grandi star<br />

della musica e dell’opera e alle prestigiose coproduzioni<br />

operistiche internazionali. La XIV edizione del Bellini<br />

Festival, promosso dalla Fondazione Festival<br />

Belliniano insieme al portale televisivo<br />

www.musicalia.tv.


Il Bellini Festival sarà dunque inaugurato quest’anno da una<br />

nuova produzione de La Sonnambula, opera considerata tra i<br />

capolavori assoluti di Vincenzo Bellini, messa in scena con un<br />

cast di prim’ordine, tra cui Laura Esposito e Matteo Falcier,<br />

con la regia, le scene e i costumi di Enrico Castiglione. Si tratta<br />

di un nuovo attesissimo allestimento operistico che verrà messo<br />

in scena il 23 e 25 Settembre <strong>20</strong>22 al Teatro Metropolitan di<br />

Catania (il teatro più grande della Città), riportando la grande<br />

lirica al Festival Belliniano dopo gli storici allestimenti della<br />

Norma nel <strong>20</strong>09 (per l’inaugurazione del restaurato Teatro<br />

Romano di Catania con June Anderson, Gregory Kunde), della<br />

Norma nel <strong>20</strong>12 al Teatro Antico di Taormina con Daniela Dessì<br />

e Gregory Kunde (trasmessa in diretta su RAI 5 e in 700 sale<br />

cinematografiche in tutto il mondo) e ancora della Norma nel<br />

<strong>20</strong>15 al Teatro Greco di Siracusa, sempre con la regia di Enrico<br />

Castiglione unico regista ad aver firmato la regia del capolavoro<br />

belliniano nei tre massimi teatri di pietra della Sicilia.<br />

Tra i numerosi appuntamenti del Bellini Festival,<br />

particolarmente nutrito sarà il calendario dei Concerti<br />

presso la Badia di Sant’Agata, proseguendo il 24 Settembre,<br />

sempre alle ore <strong>20</strong>.00, con Roberto Abbondanza e Angela Nisi<br />

nel Concerto dal titolo “Dolente immagine”, poi il 29 Settembre<br />

con il Concerto “Allegretto” con il pianista Ruben Micieli alla<br />

scoperta della musica per pianoforte di Bellini, il 13 Ottobre con il<br />

Concerto “Vaga luna” con il soprano Gonca Dogan e il tenore<br />

Filippo Micale in omaggio a Gioavnni Pacini, il <strong>20</strong> Ottobre con<br />

l’Orchestra da Camera La Scala nel Concerto “Lo splendore del<br />

Belcanto”, alternati con i concerti alla scoperta della musica<br />

sacra di Bellini “Laudamus Te” e “Virgam Virtutis” in varie chiese<br />

di Catania, con la partecipazione dell’organista Silvano<br />

Frontalini. Il 3 Novembre <strong>20</strong>22, giorno del 221° anniversario<br />

della nascita di Vincenzo Bellini, doppio appuntamento: alle<br />

ore 17.30 il Concerto “Belliniana” alla Badia di Sant’Agata, e<br />

gran finale in serata alle ore <strong>20</strong>.00 con il tradizionale<br />

Concerto Straordinario per il 221° anniversario della nascita<br />

di Vincenzo Bellini al Duomo, con ingresso libero fino ad<br />

esaurimento dei posti disponibili: ad esibirsi il Coro e l’Orchestra<br />

del Festival Belliniano con in programma musiche belliniane e<br />

come da tradizione star internazionali che saranno annunciate<br />

come sempre il giorno prima del Concerto per ovvi motivi di<br />

capienza.<br />

Non manca poi la programmazione della sezione “Bellini<br />

Renaissance”: si inizia il 23 Settembre, alle ore 19 (e fino al 3<br />

Novembre), nei sontuosi saloni di Palazzo Biscari, con<br />

l’inaugurazione di una nuova mostra fotografica curata da<br />

Domenick Giliberto intitolata “Sulle sacre pietre: NORMA a<br />

Taormina”, dedicata alla Norma di Bellini messa in scena dal<br />

Festival Belliniano nel <strong>20</strong>12 al Teatro Antico di Taormina,<br />

trasmessa in diretta dalla RAI inaugurando la trasmissione in<br />

digitale di RAI 5 in Sicilia e in diretta via satellite in mondovisione<br />

in oltre 700 sale cinematografiche in tutta Europa con la regia e le<br />

scene di Enrico Castiglione.<br />

Un omaggio anche ai numerosi eventi e gala che il Bellini<br />

Festival ha prodotto e realizzato al Teatro Antico di Taormina<br />

negli ultimi dieci anni. Sempre per la sezione “Bellini<br />

Renaissance” si svolgerà una serie di rare proiezioni di film e<br />

filmati vari in occasione dei Concerti alla Badia di<br />

Sant’Agata. Il programma prevede il 29 Settembre, alla Badia di<br />

Sant’Agata, a seguire del Concerto, la proiezione del film di<br />

montaggio "Vi ravviso, o luoghi ameni" (<strong>20</strong>07), realizzato da<br />

Franco La Magna, contenente spezzoni di una trentina di film che<br />

fanno uso della musica di Bellini. Il 6 Ottobre sarà la volta di "Anni<br />

difficili" (1948), regia di Luigi Zampa. Il 13 Ottobre, al termine del<br />

Concerto, sempre alla Badia di Sant’Agata, verrà proiettato il<br />

documentario "Nei luoghi del melodramma" (<strong>20</strong>05), regia e<br />

montaggio di Simone Pera. Il <strong>20</strong> Ottobre, proiezione del film<br />

"Norma" (<strong>20</strong>05) per la regia di Boris Airapetian, secondo filmopera<br />

tratto dal capolavoro belliniano per eccellenza, interamente<br />

girato in Armenia ad Erevan, città natale del regista. Infine, il 27<br />

Ottobre, "Troppo tardi t'ho conosciuta" (1940), regia di Emanuele<br />

Caracciolo. Tutti i biglietti sono in vendita nelle abituali<br />

prevendite su tutto il territorio nazionale attraverso i circuiti<br />

www.vivaticket.it, Box Office Sicilia, il programma,<br />

www.bellini-festival.org e www.festivalbelliniano.org.<br />

Matteo Falcier<br />

Laura Esposito


Fino al 9 settembre le porte di Bolzano restano aperte per il Bolzano Festival<br />

Bozen, evento che ha reso il capoluogo altoatesino punto di riferimento per gli<br />

amanti della classica e per i tanti musicisti provenienti da ogni parte del mondo<br />

che qui trovano energia e stimoli per arricchire la loro carriera professionale.<br />

Come da tradizione, l’ampio cartellone del festival ha preso vita negli spazi più<br />

iconici della città: castelli, chiese, edifici storici, ma anche case e cortili di<br />

quartiere, nel segno del binomio “musica e gioventù”.<br />

Fra gli ospiti di quest’edizione stelle della direzione d’orchestra come Herbert<br />

Blomstedt, Gianandrea Noseda, Pablo Heras-Casado, Beatrice Vanezi e vere<br />

leggende viventi come Grigory Sokolov, Arcadi Volodos, Renaud Capuçon,<br />

Hopkinson Smith. In linea con lo spirito della rassegna, muovono i loro passi,<br />

accanto a questi giganti, giovani talenti come - fra gli altri - i Premi Busoni<br />

Antonii Baryshevskyi, Emanuil Ivanov e Jae Hong Park, il Primo Premio Chopin<br />

<strong>20</strong>21 Bruce Liu, Jonas Zschenderlein e Alexander von Heissen.<br />

Nel quadro di uno scenario mondiale lacerato dal dramma della guerra fra<br />

Russia e Ucraina, il Bolzano Festival Bozen desidera affermare il valore del<br />

proprio progetto culturale.<br />

Cosa significa fare musica in tempi così convulsi e dolorosi? Così, il direttore<br />

artistico della rassegna, Peter Paul Kainrath: “Desideriamo far capire che i<br />

valori della cultura non sono negoziabili e che la musica, in particolare,<br />

rappresenta uno strumento di dialogo per sua definizione capace di superare<br />

ogni barriera culturale e linguistica. Per noi, in questo particolare momento, è<br />

importante agire con determinazione e chiarezza evitando ogni<br />

strumentalizzazione e tutelando ogni artista, qualsiasi sia la sua nazionalità”.<br />

Dopo le performance dell'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano diretta da<br />

Beatrice Vanezi, EUYO European Union Youth Orchestra –guidata dal<br />

percussionista e direttore spagnolo Gustavo Gimeno che ha visto l’esecuzione<br />

in prima mondiale di Nexus, della compositrice britannica Hannah Kendall e di<br />

due veri manifesti della musica moderna, Le Sacre du printemps di Stravinskij e<br />

Rapsodia su tema di Paganini di Rachmaninov. Mahler Academy, con<br />

Originalklang-Project. É proprio la Mahler Academy sviluppa il percorso sul<br />

suono mahleriano anche con Mahler Universum, mettendo in scena il 2<br />

settembre una serie di pillole di musica da camera su strumenti originali che<br />

metteranno in scena un’ideale colonna sonora al tempo del grande compositore<br />

austriaco. L'Accademia Mahler di Bolzano ha stretto un’importante partnership<br />

con il centro culturale Euregio di Dobbiaco, che negli ultimi anni ha raccolto una<br />

collezione unica al mondo costituita dagli strumenti che Mahler aveva<br />

acquistato come direttore dell’orchestra della Wiener Hofoper. Proprio a<br />

Dobbiaco, dove Mahler compose la sua Nona Sinfonia, i musicisti avranno la<br />

possibilità unica di suonare in concerto questi strumenti (8.09) per fare poi<br />

tappa a Bolzano (9.09) e Ferrara (10.09). Ospite d’eccezione<br />

Bolzano Festival Bozen è anche l’occasione per rilanciare il Concorso Busoni<br />

che riprende il suo viaggio alla ricerca di nuove promesse del pianoforte con il<br />

Glocal Piano Project (dal 7 al 16 novembre). La formula, nata in risposta alle<br />

restrizioni imposte dalla pandemia, si è oggi rafforzata nella direzione<br />

dell’innovazione e della sostenibilità. Le sedi in cui il Glocal Piano Project si<br />

svolgerà, questa volta davanti al maggior numero possibile di spettatori<br />

fisicamente presenti, saranno definite sulla base dei luoghi di residenza e<br />

dell'ubicazione dei candidati selezionati. Le performance dei giovani artisti<br />

verranno filmate da troupe cinematografiche professionisti e messe a<br />

disposizione su diverse piattaforme online. In questo modo il Concorso si<br />

trasforma in un festival pianistico su scala globale dove il pubblico è chiamato a<br />

partecipare in modo attivo, contribuendo in prima persona a individuare e<br />

decretare il vincitore. L’edizione del <strong>20</strong>21 del Concorso pianistico internazionale<br />

Ferruccio Busoni ha visto la premiazione del giovane artista coreano Jae Hong<br />

Park.<br />

www.busoni-mahler.eu<br />

#bolzanofestivalbozen | https://www.facebook.com/BolzanoFestivalBozen<br />

#busonicompetition | www.facebook.com/Busoni.Piano


BRIAN ENO<br />

X TRENTINO<br />

Brian Eno - photo 01 © Cecily Eno<br />

Suoni e immagini in un mix coinvolgente e suggestivo che ridisegna con milioni di colori e luci i luoghi simbolo<br />

della città di Trento. Il compositore e artista visivo inglese Brian Eno (Woodbridge, 1948) approda in Trentino,<br />

negli spazi storici del Castello del Buonconsiglio e di Castel Beseno, con due installazioni multimediali che<br />

inaugureranno il 19 agosto: Audio Installation for Buonconsiglio e 77 Million Painting for Beseno.<br />

Il progetto inedito “Brian Eno x Trentino”, fortemente voluto dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato dal<br />

Centro Servizi Culturali Santa Chiara, con la collaborazione del Castello del Buonconsiglio e di Trentino Marketing<br />

e la produzione di Alessandro Albertini e Giuseppe Putignani, animerà la città di Trento fino a novembre.<br />

Vera e propria icona della cultura contemporanea internazionale, Brian Peter George St. John le Baptiste de la<br />

Salle Eno è uno dei più significativi artisti della nostra epoca. Muovendo da un’idea di arte come forma espressiva<br />

capace di dialogare con l'ambiente e lo spettatore, impiega media diversi per fondere musica e arti figurative,<br />

creando veri e propri “paesaggi sonori” in cui far immergere lo spettatore. Utilizzando display, immagini in<br />

continuo movimento e diffusori acustici, crea un gioco combinatorio a infinite varianti di forme, luci e suoni, dove<br />

non tutto è sempre come appare e ogni cosa cambia impercettibilmente, come nella vita, in modo casuale e<br />

inesorabile.<br />

Su questa scia e raccogliendo le suggestioni degli spazi del duecentesco Castello del Buonconsiglio di Trento,<br />

con i suoi splendidi Giardini di Magno Palazzo e Cortile dei Leoni, Brian Eno realizzerà l’Audio Installation for<br />

Buonconsiglio (dal 19 agosto fino al 6 novembre), un’installazione audio site-specific che si compone di opere<br />

concepite e realizzate sulla base degli spazi che le ospiteranno per creare un flusso dinamico di suoni. Installate<br />

in punti nodali del castello e in essi integrate, queste opere di musica generativa dialogheranno con gli ambienti<br />

circostanti e accompagneranno i visitatori attraverso un percorso che, sovrapposto a quello espositivo museale,<br />

offrirà un’esperienza d’ascolto sinestetica, unica e irripetibile.


Se il Castello del Buonconsiglio sarà sede di installazioni sonore, Castel Beseno sarà teatro di una spettacolare<br />

installazione audiovisiva su larga scala: 77 Million Paintings for Beseno. Brian Eno ha infatti scelto le maestose<br />

mura di Castel Beseno come “tela” su cui animare le infinite combinazioni visive della sua opera più celebre.<br />

Concepito come “musica visuale”, 77 Million Paintings nasce dalla costante ricerca di Brian Eno sulla luce come<br />

mezzo artistico e dal suo desiderio di esplorare le nuove possibilità estetiche offerte dalla tecnologia:<br />

sovrapponendo in ordine casuale i layer di 400 dipinti realizzati dallo stesso Eno, un software genera 77 milioni di<br />

combinazioni senza mai ripetersi. Sincronizzato con l’opera visiva in movimento, prende vita un tappeto sonoro<br />

unico e irripetibile, tale che nessun suono sarà udibile una seconda volta. 77 Million Paintings for Beseno è<br />

un’opera spettacolare che, attraverso la proiezione di una combinazione di quadri in continua evoluzione, creerà<br />

una "pittura di luce" sulle Mura Est di Castel Beseno (una superficie di circa 1.500 m2 – 100 m x 15 m). Ogni<br />

venerdì e sabato, fino al 10 settembre <strong>20</strong>22, saranno organizzati eventi serali di presentazione al pubblico<br />

dell'opera. Sotto il cielo stellato, gli spettatori potranno abbandonarsi e perdersi tra milioni di combinazioni di<br />

quadri e musiche.<br />

77 Million Paintings - Sydney Opera House 2<br />

77 Million Paintings - Rio de Janeiro -<br />

Brian Eno - photo 01 © Cecily Eno<br />

BRIAN ENO<br />

Compositore, produttore, artista visivo e attivista, Brian<br />

Eno è diventato famoso a livello internazionale all'inizio<br />

degli anni Settanta come membro fondatore della band<br />

britannica RoxyMusic, esperienza cui han fatto seguito<br />

una serie di album solisti e collaborazioni con altri artisti.<br />

Il suo lavoro come produttore include album con Talking<br />

Heads, Devo,U2, Laurie Anderson, Nico, Marianne<br />

Faithfull, James e Coldplay, mentre la sua lunga lista di<br />

collaborazioni include registrazioni con David Bowie, Jon<br />

Hassell, Harold Budd, John Cale, David Byrne, Grace<br />

Jones, Karl Hyde, James Blakee, più recentemente, con<br />

suo fratello Roger, in Mixing Colors(Deutsche<br />

Grammophon, <strong>20</strong><strong>20</strong>). Nell'agosto <strong>20</strong>21 i due fratelli si<br />

sono esibiti assieme per la prima volta, davanti a un<br />

pubblico estasiato all'Acropoli di Atene. Gli esperimenti<br />

visivi di Brian Eno con la luce e il video procedono in<br />

parallelo alla sua carriera musicale, con mostre e<br />

installazioni in tutto il mondo. Ad oggi ha pubblicato oltre<br />

quaranta album di sua musica ed espostole sue opere in<br />

tutto il mondo, dalla Biennale di Venezia al Ritan Park di<br />

Pechino, dal Centre Pompidou di Parigi al Marble Palace<br />

di San Pietroburgo, dagli Arcos da Lapa di Rio de<br />

Janiero alle vele della Sydney Opera House. Nell'aprile<br />

<strong>20</strong>21 ha lanciato Earth Percent, col fine di raccogliere<br />

fondi dall'industria musicale per alcuni degli enti di<br />

beneficenza di maggior impatto che lavorano<br />

sull'emergenza climatica.


Eusebio De Cristofaro<br />

La Compagnie Lesg'arts è stata creata nel <strong>20</strong>15 all'interno del bacino artificiale di Momboye nella città di Abidjan,<br />

in Costa D’Avorio. Ha presentato per la prima volta la sua creazione, “ Balle aux Pieds”, nel <strong>20</strong>15 al festival “Un<br />

pas à l’ avant”, che l'ha immediatamente lanciata al MASA IN (Mercato Africano delle Arti e dello Spettacolo),<br />

dove è stata l'unica compagnia a rappresentare la Costa d’Avorio. Nel <strong>20</strong>17 la compagnia si è esibita al Festival<br />

International de Danse de Ouagadougou (Fido) di Irene Tassembedo. Nel <strong>20</strong><strong>20</strong>, con la sua seconda creazione<br />

UNVISIBLE, inizia una tournée nazionale, si esibisce nel <strong>20</strong>21 al Festival Internazionale di Danza di<br />

Ouagadougou e alla BIENNALE DE LA DANSE del DID in Costa d'Avorio. La compagnia si esibisce in giro per il<br />

mondo sotto la direzione artistica di BROU ZEZE AHOUSSI NOEL. I suoi componenti sono AGUIE MAMBO JEAN<br />

CONSTANT, EGUE ESMEL JEAN LOUIS, KONAN TANGUY N'DA MARIUS, KOUE BI ZAN RICHARD, BROU<br />

ZEZE AHOUSSI NOEL, amministrazione di BECHIO ACHI JEAN BERENGER.


Lo spettacolo<br />

Balle au pied: è stato uno dei momenti più intensi ed<br />

originali durante il Florence Dance Festival, uno dei festival<br />

più innovativi, ospitato all’interno della splendida<br />

coreografia del Chiostro Grande di Santa Maria Novella,<br />

una delle più belle e importanti chiese della città di Firenze.<br />

E dopo lo spettacolo gli artisti mi hanno fatto compagnia<br />

nelle strade della mia città e con loro abbiamo visitato i<br />

luoghi più belli e significativi, unendo arte all’arte, in questo<br />

viaggio che ci porta a conoscere l’Africa e far conoscere il<br />

nostro paese agli artisti africani. La nostra passeggiata si<br />

conclude con una raccomandazione importante da parte di<br />

Noel e degli altri miei amici artisti della compagnia, CIE<br />

LESG'ARTS, ringraziare e salutare il loro partner “ATEKA<br />

COMPAGNIE “ del grande artista ABDOULAYE KONATÉ,<br />

un caro amico ed uno dei grandi ospiti di questa rivista.<br />

Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto e con<br />

l’invito di andare a vedere un loro spettacolo in Costa<br />

d’Avorio e conoscere le bellezze del loro paese. A presto


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presentano<br />

la collana musicale<br />

EnjoyArt<br />

DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL STORE


Torna a Pescara per la nona volta CORPOGRAFIE, una<br />

rassegna di danza intrecciata alla realtà audiovisiva che,<br />

a partire dalla performance, intercetta e convoglia<br />

pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del<br />

nostro vivere come modalità di libero sviluppo della<br />

ricerca artistica. Punto focale del tema di questo festival,<br />

la cui direzione artistica è firmata dal Gruppo Alhena e<br />

da Anouscka Brodacz, è la relazione del corpo con lo<br />

spazio, atta a stimolare un vero e proprio linguaggio del<br />

pensiero fisico e creatrice di esperienze, interferenze ed<br />

elaborazioni stimolate dal luogo con cui il corpo<br />

interagisce e diventa “paesaggio”.<br />

Ecosistema in cui accadono<br />

“cose”, la danza è la disciplina<br />

che consente ancora di<br />

sperimentare inedite soluzioni in<br />

grado di rilanciare il concetto di<br />

rappresentazione. Per tale<br />

motivo il Gruppo Alhena propone<br />

per questa sua nuova edizione di<br />

CORPOGRAFIE un calendario<br />

intriso di progetti innovativi, in<br />

collaborazione con una rete di<br />

partner strategici che vedranno,<br />

dal 1° al 18 settembre, alternare<br />

spettacoli e performance di<br />

residenza nazionali ed<br />

internazionali.


Si comincia il 1° settembre con Corpografie Off, progetto curato da Andrea Micaroni,<br />

Professore presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, che, dopo il successo del<br />

<strong>20</strong>21, si arricchisce di nuovi partner per rappresentare un punto fondamentale nel<br />

mondo della videodanza. Un concept mirato a far rianimare il palco tradizionale proprio<br />

a partire dalle potenzialità espresse dalla scena virtuale. Fondamentale, quest’anno, il<br />

partenariato con il festival CINEMATICA.<br />

Drammaturgia e virtuosismo sarà invece il tema della residenza in programma dal 2 al<br />

4 settembre, guidata dalla rinomata danzatrice francese Marion Castaillet, coreografa<br />

ispiratasi al “physical dance theatre” e ispiratrice della danza energetica “Freshmotîon”.<br />

Insieme ai danzatori Andrea Dionisi, Antonio Taurino, Valeria Russo e Marzia<br />

Turnaturi, lavorerà per creare degli “a solo” e un ensemble finale, per dare voce alle<br />

loro capacità tecniche, inseguendo racconti interiori e paesaggi coreografici. La<br />

rappresentazione finale di questo percorso avrà luogo il 4 settembre, insieme a cinque<br />

performance in prima nazionale: V di Valeria Russo, A di Antonio Taurino, M di Marzia<br />

Turnaturi, A2 di Andrea Dionisi.<br />

L’8 settembre sarà di scena per un’altra prima assoluta Wrlss, un progetto “site<br />

specific” di Andrea Micaroni con Simonetta D’Intino, Maristella Mezzapesa e Laura<br />

Petrini, produzione del Gruppo Alhena. Si tratta di una performance di Danza e Nuove<br />

Tecnologie che indaga il rapporto dell'essere umano con l’esistenza e che vede<br />

interagire i danzatori con tecnologie senza fili quali luci e musica.<br />

Venerdì 9 settembre sarà protagonista il Balletto di Sardegna con la produzione, Zatò<br />

e Ychì, interpretata da Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino: una storia ispirata a<br />

Zatoychi, Zatò, un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese, che<br />

racconta di due samurai in lotta e di un Oriente reinventato.<br />

In anteprima nella sezione “Nuove Tecnologie” l’11 settembre, Rosarosaerosae – la<br />

pelle delle immagini : un racconto multimediale, firmato da Sara Lupoli con interprete<br />

Mariz Anzivino e videoscenografie di Alessandro Papa, che indaga il concetto<br />

dell’abitare in relazione al corpo e al ricordo che in esso risiede. Una produzione<br />

ArtGarage in coproduzione con Korper e Theatre des Calanques, con il sostegno di<br />

Piano B e Accademia delle Belle Arti di Napoli, FABBRICAEUROPA, Casa del<br />

Contemporaneo, N+N Corsino, EEL a Casa Morra, FUNA.<br />

Il 15 settembre CORPOGRAFIE propone Orfeo ed Euridice uno spettacolo in cui gli<br />

acrobati, danzatori e giocolieri del gruppo Vitamina C sono alle prese con la vicenda<br />

dei due sfortunati amanti. Artemis Danza, in residenza a Pescara dal 12 al 16<br />

settembre, proporrà in prima assoluta venerdì 16 settembre DOMINA, un progetto<br />

ideato da Jessica D’Angelo, incentrato sulla messa in relazione due corpi di natura<br />

diversa in situazioni spaziali e fisiche diverse. Con Greta Puggioni.<br />

Il secondo duo, α Binary vedrà Jessica D’Angelo con Salvatore Sciancalepore.<br />

Partendo dal corpo e dalla sua anatomia, attraversando immagini e scenari, si assiste<br />

ad un incontro ed al tentativo di generare nuove corporeità che per loro stessa natura<br />

sono destinate a disgregarsi, innescando un meccanismo di decostruzione del genere<br />

e del ruolo.. Gran finale, il 18 settembre, con TOUCH in VR di Ariella Vidach/AiEP,<br />

performance fondata sul concept “Dance the Distance” che individua nella realtà<br />

virtuale lo spazio deputato a ripensare la coreografia, ad espandere le dimensioni del<br />

nostro abitare e a riflettere sulla distanza come spazio, possibilità, apertura e<br />

dimensione specifica del nostro tempo. Nello spettacolo tre interpreti, due delle quali<br />

collocate in città diverse, danzeranno una coreografia fatta di nuove modalità di<br />

intrecci, di gesti, di contatti in uno spazio virtuale creato appositamente e condiviso.<br />

Una dimensione coreografica innovativa che pone e impone delle inedite metodologie<br />

compositive e che trova il suo punto d’incontro proprio in questo festival.<br />

Le performance si svolgeranno allo Spazio Matta tranne gli spettacoli dell’8 e 15<br />

settembre in programma a Villa Sabucchi di Pescara.<br />

Prenotazione e biglietti: 347 1643014<br />

Info artistiche: 380 3322179<br />

Marion Berlin<br />

Ychì<br />

Marion Berlin<br />

Sara Lupoli


VILLA MÉDICIS<br />

ACADÉMIE DE FRANCE À ROME<br />

A Villa Medici torna Il Festival di Film con la sua seconda<br />

edizione dal 14 al 18 settembre <strong>20</strong>22<br />

FESTIVAL DI FILM DI VILLA MEDICI © M3 STUDIO


Nato nel <strong>20</strong>21, il Festival di Film di Villa Medici esplora i legami<br />

sempre più intensi tra cinema e arte contemporanea alla scoperta di<br />

nuove scritture cinematografiche. Per la sua seconda edizione, dal<br />

14 al 18 settembre <strong>20</strong>22, il Festival porta avanti il suo carattere<br />

pionieristico, favorendo l’incontro tra opere dai profili variegati che<br />

interrogano, sconvolgono, si scontrano e reinventano il nostro<br />

rapporto con l’immagine. Già dalla sua prima edizione, il Festival<br />

riunisce a Villa Medici una comunità di autori e cinefili con l’obiettivo<br />

di coltivare un pensiero collettivo intorno al cinema e alle sue<br />

evoluzioni. Artisti, cineasti e intellettuali da ogni parte del mondo si<br />

danno appuntamento il prossimo settembre a Villa Medici per<br />

celebrare la vitalità della creazione cinematografica contemporanea<br />

attraverso una selezione di film d’autore, saggi, fiction e documentari<br />

che si distinguono per l’unicità delle loro forme e propositi.<br />

Sulla scia della prima edizione, il Festival si articola in tre sezioni: la<br />

Competizione internazionale, durante la quale saranno presentati<br />

quindici film contemporanei di ogni genere e formato; la selezione<br />

Focus, con masterclass, incontri esclusivi e proiezioni fuori<br />

concorso; le grandi serate del Piazzale, che riuniscono il grande<br />

pubblico per delle proiezioni sotto le stelle di film inediti, anteprime e<br />

grandi classici in versione restaurata.<br />

Dal tuffo nella trepidazione ansiosa del movimento per la libertà a<br />

Hong Kong filmato dall’interno del Politecnico (Inside the Red Brick<br />

Wall del collettivo Hong Kong Documentary Filmmakers, vincitore<br />

del Premio Villa Medici per il migliore film <strong>20</strong>21, consegnato da Béla<br />

Tarr, Mati Diop e Teresa Castro), passando per l’universo delle<br />

miniere boliviane (El Gran Movimiento di Kiro Russo, vincitore del<br />

Premio speciale della giuria <strong>20</strong>21), questa nuova edizione del<br />

Festival ci porterà alla scoperta di mondi vicini e lontani per fare luce<br />

sulle questioni contemporanee.<br />

Elemento di spicco del Festival di Film di Villa Medici è il comitato di<br />

selezione, nominato appositamente ogni anno per scegliere i film in<br />

concorso con uno spirito aperto alla diversità delle pratiche e per<br />

tessere legami inattesi tra discipline e autori, siano questi cineasti,<br />

plastici o artisti visivi. Per questa seconda edizione, il comitato di<br />

selezione è composto da: Leonardo Bigazzi, Farah Clémentine<br />

Dramani-Issifou, Mathilde Henrot e Lili Hinstin.<br />

Franco Michieli.<br />

Nell'ambito della seconda edizione del Festival di Film di Villa Medici<br />

che si terrà a Roma da mercoledì 14 a domenica 18 settembre <strong>20</strong>22,<br />

saranno presentati quattordici film in competizione internazionale.<br />

Queste produzioni, di tutte le durate e i generi, includono 2 film<br />

presentati in prima mondiale e 9 prime italiane.<br />

Anche quest'anno, artisti, registi e pensatori di tutti i continenti si<br />

danno appuntamento a settembre a Villa Medici per celebrare la<br />

vitalità delle pratiche cinematografiche contemporanee attraverso<br />

una selezione di proposte – film d’autore, cinema d'essai, fiction o<br />

documentari – che si distinguono per l'originalità del discorso o della<br />

forma.<br />

Le proiezioni dei film in concorso saranno seguite da incontri con i<br />

registi presenti a Villa Medici e saranno completate da una<br />

programmazione parallela Focus che invita a scoprire film di artisti<br />

fuori concorso, masterclass e incontri. Infine, ogni sera, il pubblico<br />

del festival si riunirà sul Piazzale, davanti alla facciata storica e ai<br />

giardini di Villa Medici, per proiezioni all'aperto di film recenti, tra cui<br />

numerose anteprime, ma anche classici del cinema in versione<br />

restaurata. film.festival@villamedici.it<br />

FESTIVAL DI FILM DI MEDICI © M3 STUDIO<br />

FESTIVAL DI FILM DI VILLA MEDICI © M3 STUDIO<br />

FESTIVAL DI FILM DI VILLA MEDICI © M3 STUDIO<br />

L'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici<br />

Fondata nel 1666 per volontà di Luigi XIV, l’Accademia<br />

di Francia a Roma - Villa Medici è un’istituzione<br />

francese che dal 1803 ha sede a Villa Medici, un<br />

edificio risalente al XV secolo circondato da un parco di<br />

sette ettari sul colle Pincio, nel cuore di Roma.<br />

L'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici è<br />

un’istituzione pubblica nazionale sotto la tutela del<br />

Ministero della Cultura francese che persegue oggi tre<br />

missioni principali: accogliere in residenza artisti,<br />

creatori e creatrici e storici dell'arte di spicco per<br />

soggiorni brevi o annuali; promuovere programmi<br />

culturali e artistici rivolti al grande pubblico, in grado di<br />

integrare tutte le forme dell’arte e i campi della<br />

creazione artistica; conservare, restaurare, studiare e<br />

valorizzare le sue collezioni e il suo patrimonio<br />

architettonico e paesaggistico.<br />

Il cinema a Villa Medici<br />

Dal 1974, l’Accademia di Francia a Roma accoglie tra i<br />

suoi borsisti cineasti, sceneggiatori e artisti dell'arte<br />

visiva che realizzano film. Tra questi artisti ricordiamo<br />

Clément Cogitore, Mitra Farahani, Benjamin Crotty,<br />

Thomas Salvador, Nora Martirosyan, Xavier Beauvois,<br />

Éric Baudelaire, Valérie Mréjen e Lola Gonzàlez. Dagli<br />

inizi degli anni <strong>20</strong>00, Villa Medici promuove e valorizza<br />

la creazione cinematografica e la sua storia attraverso<br />

programmazioni quali Cinemondo, Re | visioni e<br />

Cinema all’aperto.


ROME INTERNATIONAL DOCUMENTARY FESTIVAL<br />

DAL 24 AL 30 SETTEMBRE AL CINEMA DELLE PROVINCIE<br />

IN PALIO PREMI IN DENARO E UNO SPECIALE PREMIO AAMOD<br />

Con l’obiettivo di diventare un punto di rifermento significativo per il documentario, nasce a Roma il RIDF, acronimo<br />

di Rome International Documentary Festival (www.ridf.it) Diretta da Emma Rossi Landi e Christian Carmosino Mereu,<br />

già artefici - dal <strong>20</strong>11 al <strong>20</strong>14 - del Mese del Documentario alla Casa del Cinema di Roma, la manifestazione vuole<br />

portare nella Capitale il meglio della produzione italiana e internazionale più recente e avrà luogo dal 24 settembre<br />

all’1 Ottobre <strong>20</strong>22. Saranno cinque i film italiani in competizione: Erasmus in Gaza di Chiara Avesani e Matteo Delbò;<br />

Kristos, l'ultimo bambino di Giulia Amati; La dernière séance di Gianluca Matarrese; Dear Mama di Alice Tomassini e<br />

Oltre le rive di Riccardo De Cal. L'altra metà dei prescelti si dipana invece su un articolato panorama internazionale:<br />

Charm Circle di Nira Burstein (USA); Once upon a time in Uganda di Cathryne Czubek (USA/Uganda); Les enfants<br />

terribles di Ahmet Cupur (Turchia/Francia); Ultraviolette et le gang des cracheuses de sang di Robin Hunzinger<br />

(Francia) e After a revolution di Giovanni Buccomino (UK/Libia)


Una scelta accuratamente ragionata dal comitato di selezione del festival, composto da Maud Corino, Sabrina Varani e<br />

Giacomo Ravesi, insieme a Leonardo Magnante, Arianna Vergari Arianna Calogero, Souhelia Soula, Francesco D'Asero, e ai<br />

due direttori artistici, Emma Rossi Landi e Christian Carmosino Mereu, che così commentano: "La prima edizione del RIDF<br />

parla di relazioni. Nella ricerca di quei dieci film che rappresentassero la nostra idea di documentario, che fossero creativi,<br />

cinematografici e narrativi, il tema delle relazioni si è imposto in modo centrale. Sono le relazioni che ci sono mancate nei due<br />

anni di pandemia. Sono le relazioni che scolpiscono e scandiscono il tempo delle nostre esistenze. È il bisogno dell’altro, che ci<br />

contraddistingue come specie, che negli intrecci che creiamo determina il significato e la qualità della nostra presenza sulla<br />

terra. Raccontare le relazioni è di solito una sfida per il documentarista. Seguendo la vita vera, ci vuole tempo, spazio, fiducia<br />

perché le relazioni umane e le emozioni che scatenano riescano a fluire naturalmente davanti ad una camera. Che sia esso<br />

ambientato in guerra, o in situazioni sociali estreme, o che si svolga nel buio di una camera da letto, quello che a nostro avviso<br />

contraddistingue un buon film documentario è proprio questo: che la visione ci faccia emozionare, che ci permetta di vivere nei<br />

panni di qualcuno che ha un sentire lontano dal nostro. Un buon film documentario secondo noi esprime una poetica, un punto<br />

di vista, una visione del mondo e arriva a raccontare le persone e le loro storie dall’interno.”<br />

I dieci lungometraggi, ognuno a modo proprio, parlano di famiglia, di coppia, di amicizia, di sesso, di solitudine. Un focus<br />

improntato sulle relazioni e i loro sgretolamenti, le moltiplicazioni, le frammentazioni, sui legami che si riversano sul territorio,<br />

che rispecchiano la Storia e la società, su amori impossibili, tensioni e connessioni tra fratelli, genitori e figli, vite plasmate dalla<br />

mancanza dell’altro. Dieci racconti intensi che delineano un affresco multicolore di cosa significhi essere umani. le dieci opere<br />

documentarie, tutte realizzate nel biennio <strong>20</strong>21-22, che concorreranno al Rome International Documentary Festival (RIDF), in<br />

programma dal 24 al 30 settembre al Cinema delle Provincie, a Roma. La manifestazione, alla sua prima edizione, si propone<br />

di festeggiare il cinema documentario e fornire occasioni di ispirazione e crescita per tutti coloro che amano questo genere<br />

cinematografico . www.ridf.it


ALEX CECCHETTI, SENTIERO, <strong>20</strong>22. PROJECT SUPPORTED BY THE ITALIAN COUNCIL (10TH EDITION, <strong>20</strong>22) BY THE DIRECTORATE GENERAL FOR CONTEMPORARY CREATIVITY OF THE ITALIAN<br />

MINISTRY OF CULTURE. PH. TIBERIO SORVILLO


Dedicata in gran parte alla commissione e all'esposizione di nuove<br />

opere d'arte, Biennale Gherdëina presenta una serie di nuove<br />

installazioni, sculture, brani sonori, performance, opere tessili ed<br />

esperienze partecipative accanto a opere esistenti e storiche, in<br />

dialogo con il paesaggio unico della Val Gardena e delle Dolomiti.<br />

"Persones Personssi muove lungo due linee. – Spiegano le curatrici<br />

Lucia Pietroiusti e Filipa Ramos – La prima prende in<br />

considerazione le forme di personalità, giuridiche e non, della<br />

natura e del paesaggio, chiedendosi in che modo le espressioni<br />

artistiche possano contribuire al riconoscimento dei diritti della<br />

Terra e alla riduzione delle barriere. L'altra si occupa delle memorie<br />

antiche e future dei percorsi delle persone, degli animali, delle<br />

piante e dei materiali attraverso sistemi di migrazione, spostamento<br />

stagionale e transumanza nella regione e nei suoi paesaggi. A<br />

come si formano e si costituiscono reciprocamente in un processo<br />

continuo di influenza e sintonia."<br />

Le artiste e gli artisti selezionati per l’ottava edizione della Biennale<br />

Gherdëina sono: Etel Adnan, Chiara Camoni, Alex Cecchetti,<br />

Gabriele Chaile, Revital Cohen e Tuur Van Balen, Jimmie Durham,<br />

Simone Fattal, Barbara Gamper, Kyriaki Goni, Judith Hopf, Ignota,<br />

Karrabing Film Collective, Britta Marakatt-Labba, Lina Lapelytė,<br />

Eduardo Navarro, Angelo Plessas, Elizabeth A. Povinelli, Tabita<br />

Rezaire, Sergio Rojas, Giles Round, Thaddäus Salcher, Martina<br />

Steckholzer, Hylozoic/Desires (Himali Singh Soin e David Soin<br />

Tappeser), Ana Vaz e Nuno da Luz, Bruno Walpoth.<br />

"Siamo davvero felici di presentare il programma completo di<br />

Biennale Gherdëina ∞ Persones Persons. – Dichiara Doris Ghetta,<br />

Direttrice di Biennale Gherdëina – Questa edizione guarda ad<br />

alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo, riunendo alcuni<br />

degli artisti e artiste più interessanti del panorama contemporaneo.<br />

Non vedo l'ora di vedere il loro lavoro svilupparsi nel nostro<br />

territorio, in relazione ai paesaggi della Ladinia e di accogliere il<br />

pubblico in Val Gardena nelle Dolomiti questa primavera e per tutta<br />

l'estate".<br />

Biennale Gherdëina ∞, per tutta la sua durata, è accompagnata da<br />

un ricco public program dedicato a grandi e piccini: workshop con<br />

artiste e artisti di intaglio del legno, di tintura naturale dei tessuti, di<br />

realizzazione di incensi e di ricamo; incontri con filosofi e pensatori<br />

per parlare di cura dell'ambiente e della comunità; letture di poesie<br />

con poeti e scrittrici per conoscere da vicino la lingua ladina;<br />

passeggiate nei boschi per scoprire la storia delle Dolomiti, delle<br />

piante e degli animali che la abitano e dei suoni che la<br />

caratterizzano. Il calendario completo è disponibile su<br />

www.biennalegherdeina.it.<br />

Sergio Rojas Chaves, Promise of a Living Fossil <strong>20</strong>22. View of Strada Rezia, Ortisei. Ph. Tiberio Sorvillo<br />

Barbara Gamper, Somatic encounters - earthly matter(s). You Mountain, You River, You Tree, <strong>20</strong>22. Performance at Vallunga, Selva Gardena. Ph. Tiberio Sorvillo (2)<br />

Angelo Plessas, The Meditation of All Beings, <strong>20</strong>22


SPRING ATTITUDE FESTIVAL<br />

RESTART THE FUTURE<br />

1 6 E 1 7 S E T T E M B R E – S T U D I C I N E M A T O G R A F I C I D I C I N E C I T T À<br />

Spring Attitude – il festival internazionale di musica e cultura contemporanea firma la sua undicesima edizione e<br />

torna venerdì 16 e sabato 17 settembre in una vera e propria scenografia cinematografica: gli Studi di Cinecittà.<br />

Dai mostri sacri dell’elettronica mondiale ai migliori rappresentanti del pop più innovativo, passando per i<br />

protagonisti della nuova scena italiana, la primavera musicale della Capitale si conferma in calendario a settembre.<br />

Una due giorni anticipata giovedì 15 settembre da una serata inaugurale all’Alcazar Live, con ingresso<br />

gratuito per tutti i possessori di full pass o ticket giornaliero fino al raggiungimento della massima<br />

capienza consentita. Anche quest’anno si rinnova la collaborazione con DICE, il ticketing londinese mobileonly<br />

fondato nel <strong>20</strong>14.<br />

Fra live e dj set, performance e musica, installazioni e arte digitale, Spring Attitude torna dopo due anni di<br />

sospensione pandemica con un titolo in sintonia con il generale clima di ripartenza e rinascita dello spettacolo dal<br />

vivo: Restart the Future. Riavviare il futuro. Ripensarlo e ridisegnarlo per immaginare orizzonti inediti attraverso la<br />

musica e l’espressione artistica, seguendo le possibili traiettorie generate da quelle parole d’ordine ormai<br />

indispensabili: inclusività, sostenibilità, internazionalizzazione.<br />

Un titolo che è un manifesto di intenzioni ma anche un invito al pubblico, nella prospettiva di ritrovare la<br />

dimensione di comunità e la volontà di muoversi insieme verso traguardi comuni.<br />

Non a caso sono stati scelti gli storici Studi cinematografici di Cinecittà, una location fortemente simbolica arrivata<br />

alla fama mondiale negli anni a ridosso del boom economico grazie alle straordinarie ricostruzioni del mondo antico<br />

nei celebri peplum movies.<br />

Il gusto per la ricerca e l’avanguardia, l’ibridazione stilistica, la contaminazione espressiva, l’internazionalità della<br />

proposta e la parità di genere sono gli elementi identitari che in oltre dieci anni di attività hanno reso Spring<br />

Attitude un punto di riferimento per le nuove sonorità di tutto il mondo, e le linee guida su cui si è costruita la<br />

programmazione del Festival, con glik artisti:<br />

72 - HOUR POST FIGHT | THE BLESSED MADONNA | CALIBRO 35 plays MORRICONE CENTOMILACARIE |<br />

CERI | COSMO | DITONELLAPIAGA | ELLEN ALLIEN | FULMINACCI | GINEVRA NERVI | IOSONOUNCANE | THE<br />

LADDER CLOUD THING | MARCO CASTELLO | NU GENEA live band | KOKOROKO | POST NEBBIA | RED AXES<br />

|TODD TERJE | VENERUS | WHITEMARY | SA SOUNDSYSTEM<br />

https://www.instagram.com/springattitudefest/<br />

https://www.facebook.com/Springattitude<br />

https://springattitude.it/


WWW.FIUMICINOJAZZFESTIVAL.COM<br />

Grandi nomi del jazz nazionale ed internazionale per<br />

la seconda edizione del Fiumicino Jazz Festival, la<br />

manifestazione ideata dal Museo del Saxofono con<br />

l'intento di promuove e di portare a Fiumicino una<br />

grande e articolata manifestazione dedicata al jazz.<br />

Quest'anno il festival sarà concentrato in due lunghi<br />

fine settimana, in programma dal 2 all'11 settembre.<br />

Attilio Berni, direttore artistico del Museo del<br />

Saxofono ha concepito una manifestazione in grado di<br />

attirare ed incuriosire un vasto pubblico, oltre a quello<br />

più specialistico del settore, contribuendo a quella<br />

caratterizzazione musicale della città di Fiumicino<br />

affinché essa possa, ancor più, essere identificata<br />

come la città del saxofono e rappresenti un forte<br />

stimolo alla crescita turistico-culturale del territorio.<br />

La rassegna prevede un ciclo di 6 eventi, che vedono<br />

in cartellone concerti al Museo del Saxofono il venerdì<br />

e sabato sera, alle ore 21:00, ed eventi organizzati<br />

nello stabilimento del Podere 676 di Testa di Lepre, in<br />

calendario la domenica, dalle ore 18:00 in poi. La<br />

collaborazione con il Birrificio Agricolo Podere 676,<br />

che si rinnova in questa edizione, vuole celebrare il<br />

forte connubio tra birra e musica, un’affinità congrua<br />

in cui visione, ascolto e degustazione si sposano e si<br />

affinano reciprocamente. In questa seconda edizione<br />

è partner della manifestazione anche la Farmacia<br />

Salvo D’acquisto di Palidoro.<br />

Il Museo ospiterà protagonisti artisti del calibro di<br />

Stefania Tallini e Franco Piana (2 settembre),<br />

Giampaolo Ascolese (3), Nina Pedersen (9) e<br />

Maurizio Giammarco (10), mentre al birrificio si<br />

potranno ascoltare i maggiori esponenti del jazz<br />

tradizionale italiano come Red Pellini, Luca Velotti,<br />

Gianluca Galvani e Bepi D’Amato.<br />

I biglietti degli spettacoli del venerdì e sabato sera<br />

sono acquistabili al Museo o sul sito Liveticket mentre<br />

gli eventi al birrificio sono prenotabili direttamente al<br />

numero +39 348 6917050. Prima di ogni concerto è<br />

prevista un’apericena opzionale. Per tutti gli eventi è<br />

suggerita la prenotazione.<br />

MAURIZIO GIAMMARCO<br />

TALLINI PIANA DUO 2 SETTEMBRE<br />

NINA PEDERSEN 9 SETTEMBRE<br />

RED PELLINI


A 30 ANNI DALL'INCONTRO CON<br />

MICHAEL JACKSON<br />

I PICCOLI CANTORI DI MILANO<br />

PRESENTANO “HEAL THE WORLD”<br />

Il coro svolge da sempre una intensa<br />

attività benefica esibendosi in ospedali,<br />

istituti geriatrici, per ciechi, per la lotta<br />

contro i tumori. Ha partecipato a numerosi<br />

concerti e trasmissioni televisive, quali:<br />

Carrà Show, Tele Mike, Bis, Tele Tris, Tutti<br />

A Scuola, Sabato Al Circo, Holiday On Ice,<br />

Festa Della Mamma con Al Bano e Romina<br />

In 2 Edizioni, L’allegria Fa 90, Risate In<br />

Famiglia, Telethon ‘90 E ’91, Luna Party,<br />

San Valentino, Viva L’allegria, Natale Sotto<br />

L’albero, Ruota Della Fortuna, Solletico,<br />

Canzoni Sotto L’albero e registrazioni con<br />

noti cantanti italiani e stranieri; ha inciso la<br />

sigla dei mondiali di calcio di Italia ’90,<br />

diretto da Giorgio Moroder ed ha<br />

accompagnato tutte le canzoni di Cristina<br />

D’Avena fino al <strong>20</strong>03. Con Fabrizio De<br />

Andrè è stato il Coro Storico nella famosa<br />

canzone “ GIROTONDO”<br />

Il coro ha cantato con Enrico Ruggeri,<br />

Ivana Spagna, I Pooh, Roberto Vecchioni,<br />

Jovannotti, Gemelli Diversi, Zucchero<br />

Fornaciari, Michael Jackson, Celentano,<br />

Sergio Endrigo, Gianna Nannini, Ornella<br />

Vanoni, Anna Oxa partecipando alle<br />

registrazioni di alcuni brani all’interno dei<br />

loro album.<br />

Nel 1997 il coro ha interpretato il jingle<br />

della Lavazza “Tanti Auguri” che ha vinto il<br />

primo premio come migliore jingle dell’anno<br />

al teatro nuovo di Milano.<br />

Tra le performances: colonna sonora di<br />

Nicola Piovani del film di Antonio Albanese<br />

“L’uomo D’acqua Dolce”; registrazione<br />

dell’album di Adriano Celentano “Arrivano<br />

Gli Uomini”; il coro ha cantato con<br />

Zucchero nel ’99 il brano natalizio “White<br />

Christmas” al Teatro Nazionale di Milano,<br />

ripreso anche da Italia1; ha cantato nel ’99<br />

con Phil Collins nella colonna sonora del<br />

film Disney “Tarzan”.<br />

www.piccolicantori.com<br />

A trent’anni dal concerto di Michael Jackson allo stadio Brianteo di Monza, I Piccoli Cantori di<br />

Milano il 4 luglio scorso hanno ricordato la loro partecipazione al Dangerous World Tour. Il 6<br />

luglio del 1992, infatti, il coro diretto da Laura Marcora affiancò il “Re del pop” sul palco della<br />

seconda tappa italiana.Chiamati da David Zard per Trident Agency, I Piccoli Cantori di Milano<br />

furono i fortunati bambini che salirono sul palco con Michael Jackson durante l’esibizione del<br />

famoso brano “Heal the World”. Nella formazione corale di allora c’era anche Ilenia Baccaro,<br />

oggi speaker radiofonica di Radio 105. Oggi, I Piccoli Cantori di Milano presentano la loro<br />

versione del brano “Heal the World” insieme a un video inedito, realizzato con l’arrangiamento<br />

di Mario Natale e la collaborazione del regista Roberto Conte. Il Coro di voci infantili è stato<br />

fondato nel 1964 da Niny Comolli, diplomata al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e per<br />

un quarto di secolo apprezzata pianista nell’Orchestra della RAI di Milano. Dal 1985 il gruppo<br />

è diretto da Laura Marcora, musicista e nipote della fondatrice Niny Comolli. Il coro è formato<br />

da un numero variabile tra i 70 e i 100 elementi, dai 5 ai 14 anni di età. Si distingue per la<br />

ricchezza e la varietà del repertorio internazionale e per la sua parte classica (Bach,<br />

Paganini, Rossini, Strauss, Vivaldi) oltre che per gli originali arrangiamenti curati da noti<br />

musicisti. Molto ricco e particolarmente curato è anche il repertorio dialettale milanese e di<br />

tutte le regioni, considerato molto importante per la continuità delle tradizioni italiane.<br />

foto concesse da<br />

Presidente: Rita Medini<br />

Direttrice Coro: Laura Marcora


SOSPENSIONE<br />

ASSIA KARAGUIOZOVA<br />

ROBERTO CIACCIO: SOGLIE DEL TEMPO<br />

ALLA BUILDING GALLERY DI MILANO<br />

8 SETTEMBRE - 15 OTTOBRE <strong>20</strong>22<br />

A CURA DI FRANCESCO TEDESCHI<br />

PHOTO CREDITS: LEONARDO MORFINI


MIRESI | RADICI<br />

À REBOURS<br />

la Scala Contarini del Bovolo<br />

8 settembre - 27 Novembre<br />

Mostra a cura di Paolo De Grandis e di Carlotta Scarpa, organizzata da PDG Arte Communications<br />

Due linguaggi di espressione attraverso la pittura, contrastanti tra di loro, ma anche molto coerenti<br />

vengono messi a confronto ed in dialogo, che condurrà lo spettatore verso un percorso emotivo<br />

individuale<br />

ASSIA KARAGUIOZOVA


A S S I A K A R A G U I O Z O V A<br />

‘DODICI LIBRI<br />

PER DODICI<br />

MESI’<br />

<br />

Olivetti al Museo Garda di Ivrea .Terza mostra del ciclo ‘Olivetti e la<br />

cultura nell’impresa responsabile’. Iniziativa del Comune di Ivrea -<br />

Capitale Italiana del Libro <strong>20</strong>22, dell’Associazione Archivio Storico<br />

Olivetti, in accordo con TIM e con Olivetti, ha l’obiettivo di valorizzare<br />

e di rendere visibili a tutti la collezione di opere d’arte dell’Azienda.<br />

Foto di Luigi Emanuele Di Marco<br />

Foto di Luigi Emanuele Di Marco


Fondazione Querini Stampalia<br />

di Assia Karaguiozova<br />

Ne è dimostrazione la<br />

mostra attuale, in<br />

concomitanza con la 59.<br />

Esposizione Internazionale<br />

d’Arte, che propone abbinati<br />

in modo perfettamente<br />

audace tre stili, autori,<br />

generi diversi. A confronto<br />

con Park Seo-Bo e con<br />

Isamu Noguchi, si è messo<br />

Danh Vō, che è anche<br />

curatore, insieme a Chiara<br />

Bertola. Aldilà della<br />

selezione delle opere in sé,<br />

va evidenziata la modalità in<br />

cui lui ha gestito e<br />

‘modellato’ gli spazi della<br />

Fondazione (nata nel 1869).<br />

Aldilà della ricchezza delle<br />

opere, collezionate tra le<br />

generazioni, spicca il<br />

connubio unico tra<br />

contemporaneità ed<br />

antichità - nell’arte e<br />

nell’architettura, nonché ogni<br />

dettaglio, curato alla<br />

perfezione.<br />

Nel cuore di Venezia, a<br />

pochi passi da San<br />

Marco, la Fondazione<br />

Querini Stampalia<br />

avvicina alla creatività un<br />

pubblico vasto, con il suo<br />

ambiente accogliente e<br />

con le numerose attività.<br />

Tra Museo, Biblioteca,<br />

l’Area progettata da Carlo<br />

Scarpa, la Collezione<br />

Intesa Sanpaolo, la<br />

dimora della nobile<br />

famiglia veneziana i<br />

Querini e la sua selezione<br />

nel tempo di opere d’arte<br />

e di libri, rappresenta una<br />

stimolante e dinamica<br />

realtà, che anche sul<br />

piano contemporaneo<br />

stupisce<br />

con<br />

accostamenti inediti.<br />

Photo: Courtesy Fondazione Querini Stampalia, Venezia


Biennale di Venezia: Leone d’Oro alla Carriera<br />

a Catherine Deneuve<br />

di Assia Karaguiozova<br />

Decisione del CDA della Biennale di Venezia, su proposta del Direttore Alberto Barbera per la 79. Mostra<br />

Internazionale d’Arte Cinematografica. L’attrice traccia un percorso di successo nella storia del Cinema mondiale<br />

con i suoi numerosissimi film durante la lunga carriera, che inizia nel 1956 con i ‘Collegiali’.Ha ricevuto parecchi<br />

riconoscimenti internazionali prestigiosi e, nel 1993, è stata candidata all’Oscar come miglior attrice<br />

protagonista. ‘Bella di Giorno’ viene premiata con il Leone d’Oro nel 1967, alla 28a edizione della Biennale<br />

Cinema.La classe unica di questa straordinaria donna traspare in tutte le vesti che interpreta, dall’incisivo ‘The<br />

Hunger’, a fianco a David Bowie e a Susan Sarandon, al divertente ‘Dio esiste e vive a Bruxelles’, in cui recita<br />

con una simpatia travolgente.


Attrice francese nata il 22 ottobre 1943 a Parigi (Francia), è la<br />

Regina Bianca del cinema francese, la sua bravura e la sua<br />

bellezza sono riconosciute in tutto il mondo. Nella sua carriera<br />

ha vinto molti premi, questa edizione del Festival del cinema la<br />

premia alla carriera dopo averle, nel 1998, assegnato il premio<br />

Volpe come migliore attrice. Molti riconoscimenti sono stati<br />

assegnati all’iconica star francese. Nel <strong>20</strong>13 premio alla carriera<br />

all’ European Film Awards EFA. Dal 1981 al <strong>20</strong>13 Catherine<br />

Deneuve ha vinto 4 premi: David di Donatello (1981), European<br />

Film Awards (<strong>20</strong>13), Festival di Cannes (<strong>20</strong>08), Festival di<br />

Venezia (1998).<br />

Oggi, Catherine Deneuve ha 79 anni e la sua bellezza non è<br />

mai sfiorita. La recitazione l'ha resa una vera e propria donna.<br />

Anima e cuore della Francia, diva per mestiere e attrice per<br />

passione, il suo nome è impresso a caratteri d'oro nella storia<br />

del cinema. Ambigua e di qualità, sa scegliere (o sa farsi<br />

scegliere) da registi come Jacques Demy o Roman Polanski.<br />

Luis Buñuel ha inventato, per la sua algida eleganza, i panni di<br />

una grande borghese, prigioniera di un'educazione cattolica e<br />

repressiva, che cerca la liberazione prostituendosi tutti i<br />

pomeriggi e sprigionando la sua elusiva e nevrotica sensualità:<br />

“Bella di giorno”. Opera che ha vinto il Leone D’Oro alla 28ª<br />

Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel<br />

1967. Film che fece scandalo per il pruriginoso tema trattato,<br />

ma fu considerato dalla critica come un prodotto d'alto valore.<br />

Chiamata da Hollywood, la Deneuve recita accanto a Jack<br />

Lemmon Ernest Borgnine, Burt Reynolds, ma non è entusiasta<br />

dei ruoli che le propongono così decide di tornare in Europa e di<br />

mettersi ancora al servizio di Buñuel nel Tristana (1970). Negli<br />

Anni Settanta, incontra sul set de La cagna (1972) di Marco<br />

Ferreri l'attore italiano Marcello Mastroianni. La Deneuve cade<br />

ai suoi piedi e, il 28 maggio 1972, mette al mondo una figlia<br />

Chiara Mastroianni. I due si ritroveranno come compagni di<br />

lavoro (oltre che di vita) anche in Niente di grave, suo marito è<br />

incinto (1973) e in Non toccate la donna bianca (1974), con Ugo<br />

Tognazzi per la regia di Marco Ferreri.<br />

Nel 1992 è nominata all'Oscar nella categoria Miglior attrice<br />

protagonista per Indocina (1992), ma non vincerà. Si consolerà<br />

con il ruolo di vice presidente della Giuria al Festival di Cannes<br />

del 1994 e poi ci sarà il fortunato e importante sodalizio artistico<br />

con Manoel De Oliveira che vedrà nella Deneuve l'ultimo<br />

barlume di un cinema che fu, inserendola nei cast di film di alto<br />

valore come Il convento (1995) con John Malkovich, Ritorno a<br />

casa (<strong>20</strong>00) e Un film parlato (<strong>20</strong>03).<br />

Nel 1998 vince la Coppa Volpi a Venezia per Place Vendome<br />

(1998) e l’Orso d'Oro onorario al Festival di Berlino. Il suo<br />

ritorno a regina del cinema francese è graffiante e canterino in<br />

“Otto donne e un mistero” (<strong>20</strong>02) per il quale vincerà l'Orso<br />

d'Argento come miglior attrice assieme alle altre 7 attrici<br />

protagoniste del film.<br />

Pochi sanno che Catherine Deneuve è anche una discreta<br />

cantante, ha duettato con Bernardette Lafont (1975), Malcolm<br />

McLaren (1993), Joe Cocker (1995) e Alain Souchoun,<br />

realizzando un album con Serge Gainsbourg nel 1981. Oltre<br />

questo, è anche una disegnatrice di gioielli, occhiali e scarpe.<br />

Definita la Regina Bianca, dice di sé e della sua vecchiaia:<br />

«Una diva non può negare i segni del tempo. Invecchiare sullo<br />

schermo, almeno mi sembra, è ancora più difficile che<br />

invecchiare nella vita. Non faccio cinema per denaro e il giorno<br />

in cui mi sembrerà di aver dato tutto, di ripetermi, mi fermerò.»<br />

Speriamo che quel giorno non arrivi mai.<br />

Foto crediti:<br />

Per le fotografie di Catherine Deneuve: Archivio Storico della Biennale di Venezia<br />

Per il Leone d’Oro: foto di Jacopo Salvi, Archivio Storico della Biennale di Venezia, Asac


Dante regia Pupi Avati.<br />

Prodotto da Antonio Avati per DUEA FILM con RAI CINEMA e con<br />

MGProductionDistribuzione 01 DISTRIBUTION Nazionalità ITALIANA<br />

Anno <strong>20</strong>21<br />

Durata 94’<br />

ALESSANDRO SPERDUTI<br />

Dante giovane<br />

Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento<br />

simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli<br />

Ulivi.<br />

Dante è morto in esilio nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione della Commedia, si è diffusa<br />

ovunque. Gli ultimi suoi vent’anni sono stati terribili, in continua fuga, cercando ospitalità presso le varie corti,<br />

con una condanna al rogo e alla decapitazione inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da<br />

Firenze.<br />

Intanto nel capoluogo toscano gli equilibri di potere sono profondamente mutati e la città cerca una<br />

riappacificazione, seppure postuma, con un concittadino di tale valore. I dieci fiorini sarebbero il risarcimento<br />

simbolico per la confisca dei beni e per la condanna ad essere arso vivo e decapitato decretata ormai quasi<br />

mezzo secolo prima dal comune fiorentino. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera la<br />

Commedia opera diabolica, Giovanni Boccaccio accetta quest’incarico nella convinzione di poter svolgere<br />

un’indagine su Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le ingiustizie patite.<br />

Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede<br />

riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e mise in fuga l’esule.<br />

Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi<br />

conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande<br />

che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci<br />

narrare la sua intera storia.<br />

Il film racconta la vicenda umana di Dante Alighieri, fra i grandi certamente il più grande e il più noto nel<br />

mondo.


ALESSANDRO SPERDUTI<br />

Dante giovane<br />

NOTE DI REGIA - PUPI AVATI<br />

A intravedere la possibilità di raccontare quell’essere umano ineffabile che è stato l’Alighieri è stata la scoperta<br />

della missione di Giovanni Boccaccio nel 1350: quella di portare a Ravenna, alla figlia di Dante, una borsa di<br />

dieci fiorini per risarcirla del tanto male che i fiorentini avevano fatto a suo padre. La gran parte della mia<br />

narrazione la debbo quindi allo stesso Boccaccio che di Dante fu biografo e appassionato divulgatore.<br />

Il resto è invece frutto di congetture e suggestioni che mi provengono da un ventennio di disparate letture, in una<br />

continua consultazione degli esimi dantisti citati in esergo.<br />

Nella realtà Dante era entrato nella mia vita dapprima attraverso la lettura di cronisti a lui coevi (Villani, Vellluti,<br />

Compagni etc) e dei tanti saggi e le tante biografie accademiche e non. Furono quelle letture a convincermi di<br />

come fosse lasciata sul fondo, sfocatissima, la sua umanità, seppure così esplicita...<br />

Più o meno in quegli anni lessi “La Vita Nova”, quel prosimetro d’amore che Dante ventenne si trovò a scrivere<br />

all’indomani della morte di Beatrice Portinari. Sufficiente a far sì che mi riconoscessi nella gran parte delle<br />

emozioni di quel giovane remoto, facessi mio il tentativo di tenere in vita, attraverso la sublimità della poesia,<br />

quell’essere celestiale che fu per lui Beatrice Portinari.<br />

Poesia il cui appalesarsi avviene in Dante attraverso la sublimazione del dolore: la perdita della madre nella sua<br />

infanzia, la morte di Beatrice nella sua giovinezza, la condanna all’esilio del migliore dei suoi amici, nell’età<br />

adulta, l’ingiusta dannazione, estesa ai suoi figli, nella maturità.<br />

E’ la conferma di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza.


ELIANA MIGLIO Badessa Santo Stefano degli Ulivi<br />

CARLOTTA GAMBA Beatrice,<br />

VALERIA D’OBICI Suor Beatrice<br />

SERGIO CASTELLITTO<br />

Giovanni Boccaccio


AFFRESCO D’AUTORE,<br />

IN BILICO TRA SORDIDO ED EPICO.


Il film “RIMINI” di ULRICH SEIDL è stato presentato in concorso<br />

all’ultima Berlinale, in anteprima italiana al Biografilm e, con grande<br />

successo di pubblico. “Rimini” è un film pungente, un ritratto<br />

spietato del mondo in cui viviamo ma sensibile alla caducità<br />

dell’esistenza. Un grande affresco d’autore, in bilico tra sordido ed<br />

epico. Il protagonista Richie Bravo (Michael Thomas), ex stella<br />

della musica tradizionale austriaca, è un attempato cantante che<br />

vive in una villa un tempo sontuosa e si esibisce per pochi soldi in<br />

tristi alberghetti di Rimini, accogliendo annoiate comitive di anziani,<br />

e arrotonda come gigolò per alcune spettatrici solitarie, spendendo<br />

le residue energie erotiche. In occasione del funerale della madre,<br />

rincontra il padre (Hans-Michael Rehberg), affetto da demenza<br />

senile, che si trova in una casa di riposo in Austria, e il fratello<br />

minore Ewald (Georg Friedrich). Ma la sorpresa arriverà con la<br />

comparsa di una ragazza, a sottolineare ancora una volta come<br />

tutti gli uomini sono prigionieri del loro passato.<br />

Ulrich Seidl (Vienna, 1952) si è fatto conoscere come uno dei<br />

registi più controversi dell’attuale panorama cinematografico con<br />

“Canicola”, Gran premio della giuria a Venezia <strong>20</strong>00, e poi con<br />

“Import/Export” e con la trilogia “Paradise” che comprende “Love”,<br />

“Faith” (Leone d'argento alla Mostra del Cinema di Venezia) e<br />

“Hope”. Al quale abbiamo rivolto tre domande.<br />

Prima di girare un film, lei dedica sempre molto tempo alla<br />

ricerca. Qual è stata la sfida più grande con RIMINI da questo<br />

punto di vista?<br />

L’idea di scegliere Rimini è dovuta al fatto che i miei genitori ci<br />

portavano a trascorrere le vacanze al mare negli anni ‚50. Vedo<br />

ancora me e mio fratello con i nostri pantaloncini neri mente<br />

giocavamo sulla spiaggia. Inoltre, a Rimini abbiamo trovato delle<br />

ambientazioni estremamente stimolanti e quasi ideali per il modo in<br />

cui ho immaginato la storia, in termini di immagini e di atmosfera.<br />

C‘è stato anche un altro fattore decisivo, che poi si è rivelato una<br />

sfida in termini di logistica e di costi di produzione. Il film doveva<br />

essere ambientato in inverno, in un periodo in cui le spiagge, il<br />

mare, le cabine e i bar sulla spiaggia scompaiono nella nebbia.<br />

Tutti noi - l‘équipe cinematografica, gli attori, le comparse - ci<br />

siamo preparati per le riprese a Rimini alla fine di novembre <strong>20</strong>17.<br />

Tutto era stato pianificato, tutto era stato prenotato, ma la nebbia<br />

non si voleva alzare e non si alzò. Un giorno di sole splendente<br />

dopo l’altro. Così, ho rimandato a casa l‘intero team e ho aspettato<br />

e aspettato. Solo all‘inizio dell‘anno successivo è arrivata la nebbia<br />

e non solo, Rimini non aveva mai visto così tanta neve come<br />

quell’interno. Questa situazione ci ha fatto sognare e la nostra gioia<br />

era immensa.<br />

L‘attore Hans-Michael Rehberg, che interpreta il padre di<br />

Richie Bravo in RIMINI, è morto nel novembre <strong>20</strong>17. Può<br />

descrivere come è nata la collaborazione con il signor<br />

Rehberg?<br />

Trovare un attore adatto non è stato facile. Quando ho conosciuto<br />

Hans-Michael Rehberg, lui era già gravemente malato e rifiutò la<br />

mia offerta. Ma dopo qualche giorno sua moglie mi ha telefonato<br />

dicendo che, nonostante la sua situazione, era interessato al ruolo.<br />

Abbiamo poi fatto l‘audizione con lui e i risultati non mi hanno molto<br />

convinto. Ero molto combattuto. Come potevo rifiutare un uomo<br />

gravemente malato che desiderava interpretare questo ruolo?<br />

Quando, dopo due settimane, finalmente trovai il coraggio di<br />

respingerlo, la telefonata andò diversamente da come avevo<br />

immaginato.


Sua moglie mi spinse a fargli fare altri provini, perché non poteva immaginare che lui non avesse soddisfatto i miei<br />

requisiti. E aveva ragione. Poche settimane prima dell‘inizio delle riprese, cioè durante il periodo più intenso della<br />

preparazione, Rehberg ha dovuto trascorrere intere giornate nella sua stanza nella location scelta, una casa di<br />

cura nel sud dell’Austria. Doveva interagire con i pazienti che vivevano lì, doveva consumare i pasti con loro e<br />

partecipare al programma di terapia occupazionale. In quei giorni era già molto indebolito e si stancava<br />

velocemente, ero molto preoccupato. Delle riprese a ritmi normali con lui sembravano impossibili. Ma le mie<br />

preoccupazioni sono state completamente spazzate via il primo giorno di riprese. Non appena è stato battuto il<br />

primo ciak, questo grande attore era un uomo completamente diverso. Non c‘era traccia di stanchezza o di<br />

affaticamento. Ha recitato la sua parte in modo estremamente disciplinato e con grande empatia. Sapendo che<br />

quello sarebbe stato il suo ultimo ruolo, ha dato tutto se stesso. Un grande regalo per me e per il film.<br />

I suoi film RIMINI e SPARTA, che sta ultimando, raccontano la storia di due fratelli che cercano fortuna<br />

lontano. Vede una parentela tra questi due progetti e la sua Trilogia del PARADISO?<br />

In definitiva, con RIMINI e SPARTA mi è „successo“ qualcosa di simile a quanto accaduto con la trilogia di<br />

PARADISE. Entrambi i progetti erano stati originariamente scritti come un unico film, i singoli filoni della trama<br />

dovevano essere raccontati parallelamente, intrecciati l‘uno all‘altro e alternati. È stato durante il processo di<br />

montaggio che è stato chiaro che le storie dovevano essere raccontate singolarmente per avere il loro pieno<br />

impatto. I tre film di PARADISE raccontano le storie di tre donne e del loro desiderio inappagato di amore,<br />

sicurezza e sessualità. I luoghi dell‘azione, un villaggio turistico sulla costa del Kenya, un campo estivo per<br />

adolescenti nella provincia austriaca e una tenuta di case unifamiliari alla periferia di Vienna, così come le singole<br />

storie sono tutte molto distinte, anche se i protagonisti sono tutti legati l‘un l‘altro. RIMINI e SPARTA sono due film<br />

con protagonisti maschili. Sono anche legati l‘uno all‘altro. Due fratelli e il loro padre. Sebbene anche questi film<br />

raccontino storie molto diverse e sono ambientati in luoghi diversi, l‘elemento unificante è la ricerca della felicità e<br />

il tentativo di lasciarsi alle spalle il passato. Ma il passato ti raggiunge, questa è l‘amara o forse liberatoria verità<br />

che i protagonisti devono affrontare. Quindi sì, c‘è una sorta di affinità̀ tra la trilogia di PARADISE. Questi film,<br />

RIMINI e SPARTA, parlano anche del desiderio d‘amore e del desiderio di essere amati, della realizzazione<br />

sessuale e del suo mancato raggiungimento e della solitudine che ne comporta.


ROCKY HORROR SHOW<br />

Arriva in Italia nell’autunno <strong>20</strong>22 lo spettacolo<br />

firmato da Richard O'Brien's.


Universalmente riconosciuto come uno degli spettacoli più amati e applauditi al mondo, “Richard O'Brien's Rocky Horror<br />

Show” arriva in Italia nell’autunno <strong>20</strong>22. La prima data sarà Milano al TAM Teatro Arcimboldi dall’11 al 23 ottobre. Poi<br />

Trieste al Politeama Rossetti per la stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal 25 al 30 ottobre. Infine Roma, al<br />

Teatro Olimpico per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, in collaborazione con LSD Edizioni, dall’1 al 6<br />

novembre. Dal 1973, The Rocky Horror Show ha sedotto con la sua trasgressività intere generazioni di spettatori,<br />

conquistando anche i benpensanti più integerrimi e trasformandoli in devoti fan con corsetto e calze a rete. Dopo oltre 45<br />

anni, la meravigliosa creatura di Richard O’Brien non smette di travolgere, coinvolgere, sovvertire le regole. Ha viaggiato in<br />

più di 30 paesi, è stata tradotta in più di <strong>20</strong> lingue e torna ora in tour con la regia di Christopher Luscombe.<br />

Migliaia di appassionati hanno creato fan club, guardano il film centinaia di volte, travestendosi e partecipando sempre<br />

attivamente allo spettacolo (come richiesto dalla filosofia del “Rocky Horror Show”).<br />

Ed è così che il Rocky, proprio per l’entusiasmo e la partecipazione del suo pubblico, ogni sera si trasforma in un grande<br />

non-stop party fatto di quei successi senza tempo da cui ognuno, almeno una volta, si è lasciato trascinare come “Sweet<br />

Transvestite”, “Damn it Janet” e “Time Warp”. Definito come “la madre di tutti i musical”, The Rocky Horror Show è uno<br />

spettacolo unico nel suo genere. È sicuramente il musical più trasgressivo e audace che sia mai stato concepito.<br />

La storia del Rocky Horror non inizia con un film, ma con una piccola produzione teatrale a Londra, scritta da Richard<br />

O'Brien per tenersi occupato mentre cercava lavoro come attore.<br />

Londra, Royal Court Theatre Upstairs, 16 giugno 1973: un fenomeno stava per nascere. Era la prima di una serie di<br />

anteprime del nuovo musical, descritto come “una mostruosa ragnatela di mutanti folli, docili travestiti e mostri muscolosi ...”.<br />

Il fenomeno cult ROCKY HORROR stava nascendo in un piccolo teatro sperimentale di soli sessanta posti. Sono previste<br />

sei settimane di rappresentazioni ma, fin dalla prima sera, il successo di critica e pubblico è tale che ben presto si crea un<br />

mercato nero di biglietti per lo spettacolo.<br />

IL TOUR INTERNAZIONALE FARÀ TAPPA A<br />

MILANO – TAM TEATRO ARCIMBOLDI MILANO DALL’11 AL 23 OTTOBRE<br />

TRIESTE – POLITEAMA ROSSETTI DAL 25 AL 30 OTTOBRE<br />

ROMA – TEATRO OLIMPICO DALL’1 AL 6 NOVEMBRE


La produzione decide quindi di spostare lo show nel King's Road Theatre dove continuerà a registrare il tutto esaurito fino<br />

al 1974, data poi del debutto americano. Fra gli spettatori celebri figurano grandi star del rock come Elvis Presley...<br />

Una nota di quella memorabile notte descrive come, benché fosse la metà di giugno, “rullassero tuoni in un cielo livido,<br />

saettassero fulmini e la pioggia avesse trasformato le strade in fiumi”. Era il giusto presagio di un successo immediato.<br />

La leggenda del The Rocky Horror Show è ancora viva ed è diventato un simbolo internazionale, un fenomeno di<br />

proporzioni mondiali seguito da innumerevoli fans. Nel 1975 dal musical ne è stata tratta una versione cinematografica. Il<br />

"Rocky Horror Picture Show" la versione cinematografica, tuttora in programmazione, detiene il record come la pellicola più<br />

proiettata della storia del cinema. Tra gli attori americani che tentarono di aggiudicarsi una parte nel film ci sono stati anche<br />

John Travolta e Richard Gere. Il ruolo principale venne però assegnato a Tim Curry.<br />

Migliaia di appassionati hanno creato fan club, continuano a vedere il film centinaia di volte, partecipano sempre<br />

attivamente allo spettacolo travestendosi (com'è filosofia del “Rocky Horror Show” e come si può anche vedere<br />

nell'omaggio che gli tributa il film “Fame”). Il Rocky è diventato oggetto di studi psicologici e sociologici, libri, tesi di laurea,<br />

trattati. E così ogni sera il Rocky si trasforma, per l'entusiasmo e la collaborazione del pubblico che rende ogni<br />

rappresentazione uno spettacolo sempre nuovo e diverso. Il film ha avuto un sequel nel 1981: "Shock Treatment" sempre<br />

diretto da Jim Sharman con Richard O'Brien e Patricia Quinn. Se la trasposizione cinematografica, "The Rocky Horror<br />

Picture Show", ha trasformato il musical scritto da Richard O'Brien in un mito, la versione teatrale si rinnova di continuo<br />

coinvolgendo gli spettatori che si lasciano trascinare nell'audience partecipation, ovvero quel fenomeno tipico del Rocky<br />

che vede il pubblico partecipare attivamente, con travestimenti a tema ma anche battute recitate in risposta a quelle degli<br />

attori e, ovviamente, ballare uno scatenato "Time Warp" sotto il palco. Questo è tutto quello che in un "Rocky Horror Show"<br />

non può mancare. La stessa produzione dello show propone a chiunque lo desideri un manuale intitolato the VIRGINS<br />

GUIDE che è possibile visualizzare a questo indirizzo: https://www.rockyhorror.co.uk/virginsguide


CORPO DI BALLO DEL<br />

TEATRO ALLA SCALA<br />

DIRETTORE MANUEL LEGRIS


Tra novità e repertorio il Balletto della Scala torna al TAM Teatro Arcimboldi con un programma che riunisce alcuni tra i titoli<br />

di più recente acquisizione, rimodulati sui talenti dei suoi artisti di punta o creati appositamente per la Compagnia.<br />

Una Compagnia che si apre all’oggi ma mantiene viva la storia, celebrata nel classicissimo finale, e che anche nelle recite al<br />

TAM vedrà impegnati i primi ballerini al gran completo - Antonella Albano, Martina Arduino, Nicoletta Manni, Alice Mariani,<br />

Virna Toppi, Marco Agostino, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Nicola Del Freo - i solisti e gli artisti del Corpo di Ballo<br />

per i quali questi lavori sono stati creati o riallestiti. Un viaggio nella bellezza della danza e nelle sue variazioni stilistiche,<br />

che si dipana attraverso la contemporaneità delle firme coreografiche, e parte da András Lukács con Movements to<br />

Stravinsky, creato nel <strong>20</strong>17 per il Wiener Staatsballett su brani da balletti e composizioni orchestrali (Pulcinella Suite, Les<br />

Cinq Doigts, Apollon Musagète, Suite Italienne). Entrata lo scorso anno nel repertorio del Balletto scaligero questa<br />

produzione elegante, minimalista e astratta, visivamente ispirata al Rinascimento, mantiene l'equilibrio tra balletto e danza<br />

contemporanea e ha permesso di conoscere il lavoro coreografico di Lukács, intrapreso con successo dal 1999. Diplomato<br />

all'Accademia di danza ungherese, già solista dell’Hungarian National Ballet, del Ballet Frankfurt, del Lyon Opéra Ballet e del<br />

Wiener Staatsballett, dal <strong>20</strong><strong>20</strong> è direttore artistico del National Ballet of Györ.<br />

Da Stravinskij a Verdi, con Verdi Suite, la prima creazione<br />

di Manuel Legris per il Balletto della Scala di cui<br />

inaugurava la direzione. Concepita appositamente per<br />

l’evento “...A riveder le stelle”, come divertissement in<br />

omaggio alla danza e alla musica italiana, e alla tecnica<br />

degli artisti scaligeri. La coreografia prende vita sulle<br />

musiche che Giuseppe Verdi scrisse per le danze nelle<br />

sue opere I vespri siciliani, Jérusalem e la versione<br />

francese di Il trovatore. Un tessuto musicale ricco di brio<br />

ed energia che si è poi ampliato con ulteriori movimenti<br />

per il corpo di ballo su estratti dal Ballo della Regina (La<br />

Peregrina) del Don Carlos.<br />

Il fascino della musica barocca permea l’intensità di The<br />

labyrinth of solitude, assolo di grande forza espressiva<br />

creato da Patrick de Bana per Ivan Vasiliev nel <strong>20</strong>11 sulla<br />

Ciaccona in sol min. di Tomaso Antonio Vitali. Principal al<br />

Béjart Ballet e alla Compañia Nacional de Danza con<br />

Nacho Duato, de Bana è tra i più interessanti autori del<br />

panorama contemporaneo, dalla personalità unica,<br />

eclettica come il suo background, ha lavorato con grandi<br />

nomi della coreografia e creato in tutto il mondo e con<br />

grandi interpreti.<br />

Sensibilità e modernità animano anche Birds walking on<br />

water, delicata ma potente creazione che Manuel Legris ha<br />

affidato lo scorso anno al talento originale di Natalia<br />

Horecna. Già danzatrice con Hamburg Ballett, Nederlands<br />

Dance Theatre, Scapino Ballet, si è distinta a livello<br />

internazionale come coreografa free lance, collaborando con<br />

importanti artisti e compagnie e con altrettanto importanti<br />

riconoscimenti; ha concepito questo lavoro sulle musiche di<br />

Arvo Pärt (Darf ich...), Jean Sibelius (il secondo e terzo<br />

movimento del Concerto per violino e orchestra op. 47) e<br />

Vladimir Martynov (Come in!,primo movimento), per tre<br />

coppie principali, cinque coppie e un “leader” del gruppo. Dal<br />

presente e futuro, le variazioni di bellezza riportano alla<br />

storia, alla tradizione, al grande repertorio, con uno dei<br />

massimi punti di riferimento nel percorso creativo: a<br />

suggellare la serata, il Divertissement da Paquita<br />

entusiasmante vetrina di grande danza, per i solisti e il corpo<br />

di ballo, nel Grand Pas e nelle variazioni del secondo atto,<br />

tra i risultati più alti mai raggiunti dell’arte di Marius Petipa.<br />

PREVENDITE<br />

BIGLIETTI DISPONIBILI SU<br />

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WWW.TICKETONE.IT


SHORT THEATRE <strong>20</strong>22<br />

¡Vibrant Matter!:<br />

CONTATTI<br />

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<br />

CINDY VAN ACKER_SHADOWPIECES@OLIVIERMICHE-50


¡Vibrant Matter! è il titolo scelto per la nuova edizione. Short<br />

Theatre <strong>20</strong>22 assembla energie, fluidi, tessuti, fibre, elementi<br />

organici e inorganici, intensità, impressioni facendo spazio al<br />

continuum di natura-cultura, per spostare l’attenzione<br />

dall’esperienza umana delle cose alle cose stesse. Il corpo —<br />

umano o non umano, fascio di relazioni col mondo, sistema aperto<br />

in continuo divenire — è il terreno per un lavoro di interferenze,<br />

nella proliferazione di soggettività inesauribili. Gli spettacoli, le<br />

performance musicali, lo scambio di pratiche, gli incontri vanno alla<br />

ricerca di una materialità vitale che lega corpi e pensieri, per<br />

generare aree di trasformazione, nell’accumulo e nella dispersione<br />

degli scambi.<br />

Short Theatre <strong>20</strong>22 è la prima edizione del festival interamente<br />

sotto la direzione artistica di Piersandra Di Matteo, curatrice,<br />

teorica, dramaturg riconosciuta internazionalmente per la capacità<br />

di tenere insieme teoria e pratica, rigore estetico e istanze<br />

politiche. Insieme con il team del festival, mette in atto un<br />

approccio curatoriale che pone al centro la prossimità ai percorsi<br />

artistici, l’intreccio e lo scambio con i processi politici e sociali, in<br />

una vasta rete di collaborazioni urbane e di sinergie internazionali.<br />

La prima settimana Short Theatre <strong>20</strong>22 (dal 6 all’11 settembre)<br />

accoglie pubblico, artisti e artiste al Mattatoio di Roma, centro<br />

nevralgico del festival e sua sede privilegiata dal <strong>20</strong>10. Nella<br />

seconda settimana (dal 12 al 18 settembre), il festival transita tra<br />

spazi e contesti differenti, portando la propria comunità ad<br />

aggregarsi in diversi punti della città, coagulandosi intorno al<br />

Teatro India e a WEGIL. Fra le nuove traiettorie disegnate da Short<br />

Theatre c’è PRISMA, progetto diffuso nella città di Roma, che apre<br />

e chiude il festival ed è dedicato a una delle figure internazionali<br />

più interessanti del panorama artistico contemporaneo: l’artista<br />

transdisciplinare franco-austriaca Gisèle Vienne, coreografa,<br />

regista, burattinaia e artista visiva che ha ripensato in maniera<br />

radicale i paradigmi della scena degli ultimi anni. Prosegue anche<br />

in questa edizione RECIPROCITY, la sezione che raccoglie<br />

progetti partecipativi, laboratori, pratiche condivise, performance<br />

workshop based, in cui rimescolare le soggettività che brulicano<br />

nella città. Short Theatre <strong>20</strong>22 dedica uno spazio rilevante alle<br />

pedagogie, intrecciando la propria proposta con quella di realtà<br />

culturali, percorsi di formazione e accademici presenti nella trama<br />

del festival, tra cui Da.Re - Dance Research, Master in Studi e<br />

Politiche di Genere di Roma Tre, Dominio Pubblico, Orbita |<br />

Spellbound, con Masterclass e laboratori per artisti e artiste in<br />

formazione. Si inserisce in questa cornice la collaborazione con<br />

PAV/Fabulamundi Playwriting Europe sul progetto PLAYGROUND,<br />

per azionare un nuovo meccanismo sinergico sul testo Deo Gratias<br />

della giovane autrice Emilia Agnesa, vincitore della prima edizione<br />

del ConTest Amleta: un affondo di tre giorni nelle strutture<br />

narrative e nella lingua del testo che si compie grazie al lavoro con<br />

la regista Lisa Ferlazzo Natoli / lacasadargilla, il drammaturgo<br />

Fabrizio Sinisi e la lettura critica di Viola Lo Moro (scheda dedicata<br />

in cartella stampa). O anche la collaborazione con l’Accademia di<br />

Belle Arti di Roma, grazie alla quale la Pelanda del Mattatoio di<br />

Roma ospiterà Multiplo di tre, istallazione video che raccoglie i<br />

lavori di tre giovani artiste – Lucia Bricco, Ola Czuba e Ambra<br />

Lupini – ex studentesse dell’Accademia (dal 7 all’11 settembre).<br />

KINKALERI_OTELLO_PHLUCADELPIA<br />

PHOTOIA1_GISELE_VIENNE(1)<br />

KATERINA ANDREOU_MOURN BABY MOURN CRÉDITS HÉLÈNE ROBERT<br />

CHERISH MENZO_DARKMATTER_C_YAQINE_HAMZAOUI_AND_YEMA_GIESKES


TICK, TICK... BOOM!<br />

Per la prima volta in Italia il musical che celebra due maestri del teatro musicale<br />

contemporaneo americano: Jonathan Larson e Stephen Sondheim .<br />

Nel ruolo del protagonista annunciato il talento italiano Nicolò Bertonelli<br />

STM Live e Fondazione Teatro Coccia sono lieti di annunciare<br />

la prima produzione italiana di tick, tick... BOOM!, il musical di<br />

Jonathan Larson – autore e compositore di RENT – che<br />

debutterà al Teatro Coccia di Novara il 24 settembre <strong>20</strong>22 e<br />

proseguirà il suo tour nei principali teatri italiani.<br />

tick, tick... BOOM! ha conquistato il grande pubblico con la<br />

recente versione cinematografica interpretata da Andrew<br />

Garfield, candidato all’Oscar <strong>20</strong>22 e premiato ai Golden Globe<br />

Awards come miglior attore protagonista. La regia del film è di<br />

Lin-Manuel Miranda (premiato ai Pulitzer e ai Tony) che aveva<br />

interpretato il ruolo del protagonista nella versione teatrale del<br />

<strong>20</strong>14.<br />

L’edizione italiana del musical vede la regia di Massimiliano<br />

Perticari e Marco Iacomelli e, nel ruolo del protagonista Jon, il<br />

giovanissimo talento italiano Nicolò Bertonelli, reduce dal<br />

successo televisivo di Braccialetti Rossi 3.<br />

Sul palco con lui ci saranno altri sei attori, dato che la<br />

produzione italiana ha eccezionalmente ottenuto dalla Larson<br />

Estate l’autorizzazione a riorchestrare la partitura con<br />

l’aggiunta di un quartetto d’archi e ad allargare il cast da tre a<br />

sette interpreti. Sul palco anche una band di otto elementi. Il<br />

pubblico potrà assistere a una vera e propria prima mondiale<br />

di una versione inedita di tick, tick... BOOM!<br />

Tick, tick... BOOM! è un musical dai tratti fortemente<br />

autobiografici: con musica e libretto di Jonathan Larson,<br />

racconta la vita di un giovane compositore che tenta di far<br />

produrre un proprio musical a Broadway nella New York del<br />

1990. Dopo essere riuscito con grande difficoltà a metterne in<br />

scena un workshop non riesce comunque a trovare produttori<br />

per il suo spettacolo e i suoi sogni si infrangono. Un<br />

messaggio del suo idolo Stephen Sondheim cambierà il corso<br />

degli eventi.<br />

NOTE DI REGIA<br />

Portare in scena tick, tick... BOOM! significa presentare per la<br />

prima volta in Italia lo spettacolo del compositore e<br />

drammaturgo statunitense Jonathan Larson, uno degli autori<br />

contemporanei di musical più innovativi. Larson, che in questa<br />

autobiografia parla in prima persona, morì a 35 anni, il giorno<br />

prima del debutto del suo spettacolo RENT per cui avrebbe<br />

vinto il Premio Pulitzer. Espressione artistica, lungimiranza,<br />

visione inclusiva del Teatro Musicale hanno permesso al<br />

compositore prematuramente scomparso di vincere tre Tony<br />

Award, il Pulitzer e lo stigma che impediva al musical di porre<br />

l’attenzione su temi sociali quali il multiculturalismo, la<br />

dipendenza dalle droghe e l’omotransfobia. Affrontare oggi in<br />

Italia le stesse tematiche, con sensibilità e con la<br />

consapevolezza di farlo attraverso un genere che continua ad<br />

essere associato esclusivamente a leggerezza e<br />

intrattenimento, fa parte della mission di STM.<br />

TRAMA<br />

Jon sta per compiere trent’anni e tenta disperatamente di<br />

trovare un produttore per il suo musical Superbia.<br />

Rendendosi conto di non essere più giovanissimo, fatica<br />

a tollerare gli anni di ripetuti insuccessi professionali e si<br />

rende conto di non voler andare avanti a vivere come un<br />

artista squattrinato. La fidanzata Susan non scoraggia<br />

apertamente Jon, ma desidera qualcosa di più dalla vita<br />

e vorrebbe avere una famiglia con lui, che però non può<br />

permetterselo. La frustrazione di Jon peggiora quando<br />

Michael, il suo amico di vecchia data, abbandona il<br />

sogno di sfondare come attore per dedicarsi a un’attività<br />

lavorativa più tradizionale. Jon presenta Superbia a<br />

numerosi compositori e produttori, ricevendo molti<br />

apprezzamenti. Tuttavia, nessuno decide di investire<br />

nello spettacolo e i suoi sogni restano frustrati.<br />

Nonostante i momenti di sconforto, Jon si riappacifica<br />

con Susan dopo un litigio e i due decidono di continuare<br />

a scriversi. Inoltre si riavvicina anche a Michael dopo<br />

aver scoperto che l’amico è risultato positivo all’HIV. La<br />

mattina del suo trentesimo compleanno riceve un<br />

messaggio dal suo idolo Stephen Sondheim che ha visto<br />

il workshop di Superbia e vorrebbe parlargli del futuro del<br />

musical. Jon allora si rende conto di essere amato e<br />

apprezzato dai suoi amici e colleghi e si prepara a<br />

festeggiare il suo compleanno.


NUOVO ARRIVO DEL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO.


Caro Rinaldo, grazie di aver accettato il nostro invito.<br />

Raccontiamo subito i tuoi primissimi approcci alla danza....<br />

Mi sono avvicinato alla danza grazie a mia sorella; guardandola<br />

ballare me ne sono innamorato e chiesi ai miei genitori di potere<br />

anche io iniziare. Da piccolo studiavo tutti gli stili, amavo ballare<br />

e muovermi con la musica.<br />

Vieni da una delle terre più belle d'Italia: la Sicilia. Quanto<br />

vive in te la tua terra?<br />

Per le scelte di vita che ho fatto non ho potuto viverla tanto<br />

quanto mi sarebbe piaciuto; nonostante ciò mi sento molto legato<br />

al calore della mia terra per i legami e i bellissimi ricordi.<br />

Dove è avvenuta la tua formazione?<br />

Ho iniziato a danzare all’età di 4 anni in una scuola privata a<br />

Catania, poi a 15 anni sono andato a Vienna alla Wiener<br />

Staatsoper Ballettakademie dove mi sono diplomato nel <strong>20</strong>14.<br />

Il tuo primo contratto importante in compagnia...<br />

Appena finita la scuola il primo contratto lavorativo l’ho avuto<br />

presso L’American Ballet Theatre Studio Company.<br />

Sei stato già in varie compagnie importanti come Varsavia...<br />

Si, ho lavorato per cinque anni con il Polish National Ballet a<br />

Varsavia, nell’arco dei quali sono stato promosso solista. Sono<br />

molto grato per questi anni perché ho avuto modo di crescere<br />

umanamente e artisticamente e ho avuto l’opportunità di ballare<br />

tanti bellissimi ruoli.<br />

Ora sei giunto al Teatro Alla Scala di Milano. Raccontaci<br />

come è successo...<br />

Ho sempre desiderato poter tornare e ballare nel mio paese<br />

dopo 10 anni vissuti all’estero e, avendo una grande stima e<br />

desiderio di poter lavorare con Manuel Legris, ho preso la<br />

decisione di fare il concorso per il Teatro alla Scala.<br />

Il tuo ruolo preferito e perché…<br />

Ci sono tantissimi ruoli che mi hanno entusiasmato e fatto<br />

crescere, tra cui quello di Birbanto nel “Corsaro” e il ruolo<br />

principale di Rubies in “Jewels” di Balanchine che ho avuto la<br />

possibilità di ballare al Teatro alla Scala . Uno dei miei sogni<br />

sarebbe quello di interpretare Romeo e ballare in una creazione<br />

di William Forsythe.<br />

La giornata tipo di Rinaldo...<br />

Mi sveglio alle 8 e dopo aver meditato e fatto colazione; mi<br />

preparo per andare in teatro dove inizio la giornata lavorativa con<br />

una lezione per poi proseguire con le prove che ci sono in<br />

programma per la giornata. Molto spesso dopo il lavoro spendo<br />

del tempo con gli amici. Ritengo che sia molto importante<br />

valorizzare la vita privata perché penso che possa essere motivo<br />

di ispirazione per il mio lavoro.<br />

Progetti futuri?<br />

Quello di creare una carriera in Italia e, quindi, crescere a livello<br />

artistico e poter essere d’ispirazione per le generazioni future.<br />

Cosa rappresenta per te la DANZA?<br />

Per me la Danza è una forma di comunicazione che mi permette<br />

di creare e condividere amore con il pubblico e con i miei<br />

colleghi.


YURIKO NISHIHARA<br />

Credit:<br />

Dancer: Yuriko Nishihara<br />

Ph: Monica Irma Ricci - www.monicairmaricci.com<br />

Make-Up Artist: Mauri Menga<br />

Studio: Linea B<br />

Dress: Store Dance


Nasce a Tokyo nel 1993, dove ha cominciato i suoi studi con la maestra Yasuko Goro. Ha fatto parte di una<br />

compagnia giovanile diretta da Asami Maki dal <strong>20</strong>05 al <strong>20</strong>07. Nel <strong>20</strong>11 si è trasferita a Losanna dove ha<br />

studiato presso l’École-Atelier Rudra Béjart Lausanne danza classica, tecnica Martha Graham, percussioni e<br />

canto. In quel periodo ha partecipato alla tournée internazionale della compagnia Béjart Ballet Lausanne: dal<br />

Teatro Bolshoi di Mosca al Regio di Torino, dal Stadsschouwburg Antwerp di Anversa al Théâtre de Beaulieu<br />

di Losanna.<br />

Credit:<br />

Dancer: Yuriko Nishihara<br />

Ph: Monica Irma Ricci - www.monicairmaricci.com<br />

Make-Up Artist: Mauri Menga<br />

Studio: Linea B<br />

Dress: Store Dance


Credit:<br />

Dancer: Yuriko Nishihara<br />

Ph: Monica Irma Ricci - www.monicairmaricci.com<br />

Make-Up Artist: Mauri Menga<br />

Studio: Linea B<br />

Dress: Store Dance<br />

Dopo il diploma ha continuato il percorso<br />

in Spagna al conservatorio superiore di<br />

danza María de Ávila a Madrid, dove ha<br />

studiato i repertori di Nacho Duato, Hans<br />

van Manen, William Forsythe e George<br />

Balanchine. Poi si è trasferita in Portogallo<br />

per far parte di una compagnia giovanile di<br />

Covilhã fino a quando ha ricevuto<br />

un’offerta di lavoro da Diana Ferrara per la<br />

sua compagnia Astra Roma Ballet a Roma.<br />

Con Diana Ferrara ha avuto l’occasione di<br />

collaborare coi coreografi italiani come<br />

Luciano Cannito, Enrico Morelli, Milena<br />

Zullo e Paolo Arcangeli.


Dal <strong>20</strong>16 fa parte del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo. Ha interpretato ruoli principali come quello<br />

della principessa Aurora nella Bella Addormentata di Matteo Levaggi, Cupido in Don Quisciotte di Lienz Chang,<br />

Blue Girl in Walking Mad di Johan Inger, Angelo in Annonciation di Angelin Preljocaj, e Libellula in Nijinsky di<br />

Marco Goecke. Ha danzato anche in If to Leave is to Remember e Wind Woman di Carolyn Carlson, Duende di<br />

Nacho Duato, SECHS TÄNZE di Jiří Kylián, Giselle di Ricardo Nuñez e Patrice Bart con ruolo di prima<br />

ballerina.<br />

Credit:<br />

Dancer: Yuriko Nishihara<br />

Ph: Monica Irma Ricci - www.monicairmaricci.com<br />

Make-Up Artist: Mauri Menga<br />

Studio: Linea B<br />

Dress: Store Dance


22 e 23 ottobre <strong>20</strong>22 si svolgerà presso lo<br />

studio Hangar 63 il Workshop fotografico di<br />

danza e ritratto organizzato dai fotografi<br />

Monica Irma Ricci e Francesco Termine.<br />

Il workshop è in partership con la Rivista<br />

<strong>TuttoBallo</strong><strong>20</strong> e per gli abiti con Store Dance.<br />

Il workshop, con la partecipazione di ballerini<br />

professionisti, è organizzato in due giornate:<br />

primo giorno sessione di scatto e secondo<br />

giorno post produzione delle fotografie<br />

realizzate. Alcune fotografie realizzate<br />

durante il workshop fotografico verranno<br />

pubblicate sulla rivista<br />

https://www.yumpu.com/it/Tuttoballo<strong>20</strong><br />

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:<br />

WWW.MONICAIRMARICCI.COM<br />

WWW.FRANCESCOTERMINE.IT<br />

Credit<br />

Ph © Monica Irma Ricci e Francesco Termine<br />

Dancer: Noemi Zappalà<br />

Make Up Artist: Mauri Menga<br />

Dress: Store Dance


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Premio della Critica<br />

World Dance Award – Como Lake Edition<br />

<strong>20</strong>02<br />

EMANUELE MASCITTI<br />

VITTORIA BARALDI.<br />

Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com<br />

Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com<br />

Il nostro direttore Fabrizio Silvestri, in occasione del World Dance Award – Como Lake Edition,<br />

co-direzione artistica affidata a Lella Colombo e ad Antonio Desiderio, ha assegnato il premio della critica a due giovani<br />

ballerini. Emanuele Mascitti e Vittoria Baraldi.<br />

In questo numero li conosceremo entrambi, attraverso gli scatti eleganti della fotografa Monica Irma Ricci, che ha regalato<br />

loro un elegante shooting fotografico.


Emanuele Mascitti<br />

Premio della critica <strong>20</strong>22<br />

World Dance Award – Como Lake Edition<br />

<br />

D. Emanuele, a quanti anni hai iniziato<br />

a danzare?<br />

Ho iniziato a ballare all’età di 7 anni, fin<br />

da piccolo mia mamma si era accorta<br />

della mia predisposizione verso la danza,<br />

in quanto in casa giravo in punta di piedi<br />

e mi divertivo saltando e facendo<br />

pirouettes. In terza elementare ho fatto la<br />

mia prima lezione di prova nella scuola di<br />

danza del paese e da quel momento non<br />

ho mai smesso. Nella mia famiglia sono<br />

in assoluto il primo che si è avvicinato al<br />

mondo della danza ma, nonostante<br />

questo, non mi è mai mancato il loro<br />

supporto. La mia formazione inizia a 7<br />

anni nella scuola di paese, frequentata<br />

fino all’estate della seconda media,<br />

quando, grazie ad un’insegnante<br />

conosciuta ad un campus estivo, sono<br />

entrato in contatto con la Maître du Ballet<br />

Sabrina Bosco. Da 5 anni frequento la<br />

Scuola Danza Accademia della maestra<br />

Bosco ad Arluno, in provincia di Milano.<br />

D. Quali sono i tuoi idoli della danza?<br />

I ballerini di cui guardo più assiduamente<br />

i video e da cui cerco di prendere<br />

ispirazione sono molti, tra loro Daniil<br />

Simkin e Michail Baryšnikov, loro sono<br />

quelli che ammiro di più. Secondo il mio<br />

parere hanno una tecnica, una presenza<br />

scenica e una capacità di entrare nel<br />

personaggio senza eguali.<br />

D. Nel tuo futuro dove è posizionata<br />

la danza?<br />

In futuro vorrei riuscire a fare della mia<br />

passione un lavoro, di poter vivere con la<br />

danza; il mio sogno è di poter far parte<br />

della compagnia del Royal Ballet o del<br />

Teatro alla Scala, seppur io sia cosciente<br />

dell’alto tasso di difficoltà. Secondo me<br />

possibili problemi potrebbero nascere se<br />

non si riesce a tenere un impegno<br />

costante, se non si ha una costante<br />

voglia di migliorarsi, se si permette alle<br />

distrazioni di prendere il sopravvento.<br />

Per tentare di intraprendere questa<br />

strada credo sia fondamentale avere<br />

tanta determinazione, ma altrettanto<br />

importante è circondarsi delle persone e<br />

dei professionisti giusti.<br />

D. Tu sei così giovane eppure già<br />

vanti un bel curriculum...<br />

Grazie!!! Tutto è iniziato nel settembre<br />

<strong>20</strong>19 ho ballato nello spettacolo "La Vie<br />

Parisienne" al teatro di Barlassina, alla<br />

presenza di Carla Fracci e il maestro<br />

Beppe Menegatti, poi sono andato in<br />

Tournée in Serbia con lo stesso<br />

spettacolo su coreografie Sabrina Bosco.<br />

Nel luglio <strong>20</strong>21 al Festival Internazionale<br />

delle Danze (Nepi) ho vinto lo<br />

Schiaccianoci d’oro Carla Fracci per i<br />

giovani, premio come miglior talento. Ho<br />

partecipato al Gran Galà in onore di<br />

Carla Fracci al teatro Carcano di Milano,<br />

poi sono stato in tournée di Lago dei<br />

Cigni in Arabia Saudita con il Romae<br />

Capital Ballet, e infine il vostro premio...<br />

Premio alla critica <strong>20</strong>22.<br />

Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com


Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com


Vittoria Baraldi<br />

Premio della critica <strong>20</strong>22 -World Dance Award – Como Lake Edition<br />

<br />

Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com<br />

Ciao Vittoria, parlaci di te. Come hai iniziato, i tuoi studi, i tuoi idoli di danza, problemi affrontati, le tue gioie, i concorsi.<br />

Sono una ragazzina di quattordici anni, ho appena terminato i miei studi alla scuola media di Mantova. Trascorro le<br />

mie giornate tra i banchi di scuola e la sala danza, il mio posto preferito.<br />

Non ho molto tempo da dedicare ad altro, in particolare quest’anno la scuola è stata molto impegnativa, la<br />

preparazione agli esami e le tante verifiche hanno reso l’ultimo periodo molto faticoso. Fortunatamente le amicizie alle<br />

quali tengo maggiormente si trovano nella mia scuola di danza, con loro posso condividere tutto e sentirmi capita nei<br />

momenti di difficoltà; per chi non vive un percorso impegnativo come il nostro risulta difficile comprendere le nostre<br />

esigenze. All’Officina delle Arti noi ragazzi amiamo chiamarci Famiglia”, anche perché passiamo la maggior parte del<br />

tempo insieme proprio come una vera famiglia.<br />

Per conciliare la scuola e le diciotto ore di danza a volte è davvero un’impresa, spesso sono rimasta sui libri fino sera<br />

molto tardi per poi ritrovarmi con la sveglia all’alba per terminare lo studio delle verifiche e interrogazioni.<br />

Ho iniziato a danzare quando ero piccola, all’età di circa sei anni, al termine della prima lezione avevo subito capito<br />

che quello era il mio posto, negli anni precedenti ho sperimentato sport di diverso tipo come il pattinaggio, la<br />

ginnastica artistica, i tuffi dai trampolini e lo sci. Provengo da una famiglia di sportivi, ho una sorella più grande che per<br />

anni ha praticato sport a livello agonistico, per questo i miei genitori hanno cercato di trovare quale fosse la soluzione<br />

più adatta a me. Il mio fisico e la coordinazione naturale mi hanno sempre avvantaggiata, ma il mondo dello sport con i<br />

ritmi e le pressioni dell’agonismo mi mettevano a disagio, in particolare la partecipazione alle gare mi creava uno stato<br />

di ansia che non mi ha mai permesso di esprimere al meglio le mie potenzialità.<br />

La danza è arrivata come ultima proposta, mia mamma ha studiato danza per molti anni ma non voleva condizionarmi<br />

o impormi una scelta, per questo l’ha lasciata come ultima soluzione.


La direttrice della mia scuola è una cara amica di famiglia,<br />

parlando con i miei genitori un giorno gli ha proposto di farmi<br />

partecipare ad una lezione di prova, da allora non ho più smesso<br />

di danzare.<br />

La base di tutto è la danza classica dalla quale ho imparato<br />

regole, disciplina e fatica, è lo stile nel quale mi identifico meno,<br />

ma sono consapevole che per crescere in quello che amo e che<br />

mi rappresenta, ovvero la danza modern/contemporaneo devo per<br />

forza continuare ed approfondire il lavoro e, per completare la mia<br />

formazione, dall’anno scorso ho inserito anche lo studio della<br />

danza hip hop.<br />

Nella danza trovo me stessa, il mio mondo, e riesco ad esprimermi<br />

facendo uscire ciò che provo ed i miei sentimenti. Ho un carattere<br />

molto timido e riservato, sono anche molto insicura, la danza è<br />

stata una cura, mi ha aiutata ad esprimermi e ad andare oltre ai<br />

miei limiti. Sul palcoscenico quando danzi puoi essere ciò che<br />

desideri, puoi indossare una maschera o puoi scegliere di essere<br />

te stesso e fare vedere chi sei veramente, io ho scelto di portare la<br />

vera me, con le sue debolezze e fragilità ma anche con la mia<br />

grande tenacia e voglia di farcela.<br />

Non ho idoli in particolare, i danzatori più famosi che conosco<br />

sono nella danza classica ma io preferisco lo stile contemporaneo,<br />

curioso spesso su Instagram dove mi capita di trovare video di<br />

bravissimi ballerini anche sconosciuti, se vedo un movimento o<br />

uno stile che mi colpisce particolarmente prendo ispirazione e<br />

cerco di usarlo quando devo eseguire una coreografia, anche gli<br />

insegnanti con i quali studio in occasione di stage particolari mi<br />

aiutano e ispirano.<br />

Nel corso degli anni ho affrontato molte difficoltà, la prima è stata il<br />

mio cambiamento fisico dopo lo sviluppo, inizialmente non riuscivo<br />

ad accettarmi, il corpo cambia e non sei più bambina, per un certo<br />

periodo sono come rimasta bloccata, le mie compagne fiorivano<br />

ed io ero ferma, non riuscivo a crescere.<br />

Manuela, la mia insegnante, mi ha supportata e spronata, ha<br />

sempre detto di avere pazienza perché ognuno ha il suo tempo<br />

che va rispettato, dice che i giardini sono belli perché hanno tanti<br />

fiori diversi. Anche il ruolo dei miei genitori è stato fondamentale,<br />

hanno sempre creduto in me, mi hanno sostenuta e consolata nei<br />

momenti di sconforto, anche da parte loro la frase più ricorrente<br />

era “abbi pazienza, fai la tua strada, non guardare gli altri, arriverà<br />

anche il tuo momento”.<br />

Partecipo ai concorsi da molti anni, ho iniziato con il gruppo e<br />

successivamente con i passi a due insieme ad una compagna.<br />

Il gruppo è più semplice si condivide il palco e ci si sente protetti, è<br />

come uno scudo.<br />

Nei passi a due la tua compagna è una spalla, non ti senti solo<br />

puoi usare la sua energia per caricarti.<br />

La vera prova è arrivata con i primi assoli, sul palco sei solo non ci<br />

sono scuse, ho iniziato durante il saggio di fine anno poi ho<br />

portato un pezzo al primo concorso a Roma, non è andata<br />

malissimo sono arrivata quarta, ma guardando gli altri concorrenti<br />

ho capito che la mia esibizione non era sufficiente.<br />

Non basta eseguire una sequenza corretta bisogna arrivare al<br />

pubblico, devi provare a far capire chi sei, devi esprimere i tuoi<br />

sentimenti.<br />

Ho cercato di cambiare il mio modo di lavorare, sono solo all’inizio<br />

ma ho capito la strada.<br />

Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com


Quest’ultimo anno è stato ricco di soddisfazioni tanti premi e riconoscimenti ai concorsi mi hanno fatto bene, soprattutto alla<br />

mia autostima che spesso è molto bassa. Ma tra tutti i premi ricevuti questo premio della critica è quello che mi ha resa più<br />

felice, non avrei mai immaginato di essere notata tra così tanti bravi danzatori, quando hanno pronunciato il mio nome ero<br />

incredula sono rimasta paralizzata qualche secondo, poi l’emozione è stata così grande che sono arrivate le lacrime.<br />

Le parole del giornalista dove diceva che ogni mio movimento sprigionava energia e passione per la danza mi hanno fatto<br />

capire che uno dei miei obiettivi era stato raggiunto, avevo tramesso le mie emozioni.<br />

Devo crescere ancora molto, gli ostacoli non mancheranno e le prove saranno sempre più difficili, la voglia di studiare non mi<br />

manca bisogna essere umili perché c’è sempre tanto da imparare, la cosa importante è che ho capito la strada da seguire.<br />

Ph. Monica Irma Ricci – www.monicairmaricci.com


“VENDITTI & DE GREGORI<br />

FALEGNAMI & FILOSOFI”<br />

UNA SERIE TV E IL TOUR NEI TEATRI ITALIANI.<br />

Dopo il grande successo di pubblico e critica ottenuto con il concerto allo Stadio Olimpico di Roma e con le prime date del<br />

tour che quest’estate che ha visto, insieme sullo stesso palco e con un un’unica band, Francesco De Gregori e Antonello<br />

Venditti, a grande richiesta, si aggiunge nuove date al tour “Venditti & De Gregori” nei principali teatri d’Italia: partendo<br />

dalla città eterna, la città nella quale i due cantautori hanno suonato le prime note dei loro successi.<br />

Il tour, prodotto e organizzato da Friends & Partners, darà al pubblico l’occasione di assistere a uno spettacolo unico ed<br />

emozionante, in cui Francesco De Gregori e Antonello Venditti daranno nuova veste ai loro più grandi successi: canzoni<br />

che sono entrate nel cuore della gente, nelle storie delle persone, che sono la colonna sonora di intere generazioni.<br />

Insieme a Francesco De Gregori e Antonello Venditti sul palco una band che unisce per la prima volta i musicisti che da<br />

anni collaborano separatamente con i due artisti: Alessandro Canini (batteria), Danilo Cherni (tastiere), Carlo Gaudiello<br />

(piano), Primiano Di Biase (hammond), Fabio Pignatelli (basso), Amedeo Bianchi (sax), Paolo Giovenchi (chitarre),<br />

Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino). Sul palco anche Fabiana Sirigu al violino e le coriste Laura Ugolini e<br />

Laura Marafioti. Il coordinamento musicale è a cura di Guido Guglielminetti e Alessandro Canini.<br />

È attualmente disponibile in binge sulla piattaforma streaming discovery+ la serie “Venditti & De Gregori - Falegnami &<br />

Filosofi”, il racconto filmato delle prove che hanno visto impegnati i due cantautori romani prima della partenza del tour.<br />

Diretta da Stefano Pistolini, la serie in 6 episodi è un progetto inedito, realizzato in collaborazione con Caravan,<br />

Friends&Partners e New Sound City, che per la prima volta apre al pubblico il cantiere musicale dei due artisti alle prese<br />

con gli arrangiamenti delle loro canzoni più famose, e svela i loro caratteri, le loro diverse personalità e i loro spigoli in una<br />

lunga storia di amicizia e complicità musicale.<br />

Francesco De Gregori e Antonello Venditti hanno di recente inciso un 45 giri che riunisce le loro voci nei due singoli<br />

proposti nelle radio, due brani che hanno segnato le loro carriere e la storia della musica italiana: “Generale” e “Ricordati di<br />

Me”.Già disponibili sulle piattaforme streaming e in digital download, i brani “Generale” (https://smi.lnk.to/generale_) e<br />

“Ricordati di Me” (https://smi.lnk.to/ricordatidime) sono contenuti in un esclusivo 45 giri da collezione disponibile su<br />

Amazon. “Venditti & De Gregori” dopo una pausa dal tuor estivo che si conclude i primi di settembre con le ultime tre date<br />

a Roma, Brescia e Verona, i padri della scuola del cantautorato romano riprenderanno il tour nei principali teatri italiani,


GITERRANDOBLOG.BLOGSPOT.COM<br />

SONIA LIPPI


“THE LAST TRIP”<br />

UNA DEDICA CANORA PER GLI AMICI A 4 ZAMPE<br />

Caterina Ponti e Gianluca Nardulli presentano “dog-lovesong”,<br />

un brano scritto e cantato in inglese, col titolo “THE<br />

LAST TRIP”. La musica è composta ed eseguita dal<br />

versatile Al Festa, ed è distribuita e disponibile su ben 22<br />

stores. Distribuita dall’etichetta musicale “Concertone”.<br />

“THE LAST TRIP” è un brano rap “hip hop” melodico che<br />

segna la rinnovata collaborazione tra Caterina Ponti,<br />

Gianluca Nardulli e il musicista Al Festa, prolifico<br />

compositore anche - ma non solo - di colonne sonore,<br />

talentuoso tastierista ed autore (nonché regista di<br />

numerosissimi videoclips e film), lo stesso che ha firmato la<br />

score del pluripremiato primo film-documentario italiano del<br />

format edutainment “Mediterraneo Mare di Vita”, prodotto e<br />

diretto da C. Ponti (disponibile per il noleggio e<br />

la vendita su Chili Tv / link:<br />

https://it.chili.com/content/mediterraneo-mare-di-vita-<br />

<strong>20</strong>13/<strong>20</strong>510d28-56a2-4a38-a<strong>20</strong>5-0c01c4f61ece).<br />

Il documentario - dichiara Nardulli – è da me co-scritto e<br />

realizzato insieme a Lei, la cui promozione, che va avanti<br />

da oltre 10 anni, ha continuamente raccolto un’ampissima<br />

eco mediatica. “THE LAST TRIP” è una delicata dedica<br />

canora, con un toccante testo in rima, diretta al cagnolino<br />

scomparso della produttrice-regista nativa di Sassari.<br />

“L’ultimo viaggio” è un’epigrafe sentimentale, espressione<br />

della sofferenza per la perdita dell’adorabile compagno di<br />

vita a quattro zampe; il testo è risultato ideale per essere<br />

eseguito in strofe calzanti sui ritmi d’una musica moderna<br />

creata dal poliedrico Festa da cui è scaturito un armonioso<br />

melange. Incarnazione di un amore incondizionato, si è<br />

rivolto con moto spontaneo un “tributo” a questo essere con<br />

cui per tanti anni si è vissuto in totale empatia e simbiosi, e<br />

che sarà ricordato per sempre come “chi” è stato, a tutti gli<br />

effetti, componente di una famiglia. Il refrain, che suona<br />

come la strofa di una gentile lullaby, cita: “Stai facendo il<br />

tuo ultimo viaggio e per noi non è cosa da poco. Il Tuo<br />

cuore era come un grande bus dove il vero Amore era<br />

l’unico carburante”. Solo chi ha avuto accanto a sé ed<br />

allevato, cresciuto ed assistito un animale domestico, può<br />

capire cosa si prova e come ci si senta quando viene reciso<br />

il filo che lo lega a quest’incarnazione di amore assoluto,<br />

che esprime sempre ed in ogni condizione sincerità e lealtà.<br />

L’interruzione del profondo legame che s’installa<br />

solidamente nel cuore sin dal primo sguardo, carezza e<br />

contatto col “migliore amico dell’uomo”, frutto di un vero<br />

gemellaggio col proprio peloso da compagnia, genera un<br />

dolore intenso che lascia il segno e cicatrici visto che<br />

quest’essere ha donato alla vita in comune, con la sua<br />

vicinanza e fida compagnia, momenti unici. Questo è il leit<br />

motiv del “saluto” in musica che i due artisti hanno voluto<br />

rivolgere all’amico dell’uomo.<br />

“THE LAST TRIP” è una canzone per tutti gli ascoltatori,<br />

grandi e piccini, e per ogni stagione, è anche su YouTube,<br />

in vari links; quello più recente, che mostra la nuova cover<br />

(che Ti invio qui allegata) realizzata per la release di<br />

carattere mondiale sugli stores a cura della label<br />

Concertone, è questo: https://m.youtube.com/watch?<br />

v=EvE2RQSR1-s&feature=youtu.be. Mi pregio inviarTi i<br />

links dei due diversi video di “backstage” ivi presenti: il<br />

primo, quello “d’esordio”, ha i sottotitoli in inglese:<br />

https://youtu.be/q1jku-6nlOY.<br />

Il secondo https://youtu.be/6Sc78TyKKVE è invece<br />

sottotitolato in italiano; inoltre, è arricchito d’immagini<br />

aggiuntive girate in diversi spettacolari, evocativi e simbolici<br />

paesaggi e scorci della Sardegna (anche ma non solo<br />

marittimi e “costacei”), terra natia della regista, produttrice<br />

ed autrice Caterina Ponti (che qui - fra l’altro - ha<br />

parzialmente ambientato il suo romanzo fictional thriller “Il<br />

pericolo non è il mio mestiere ma mi segue come un’ombra”<br />

https://www.lulu.com/shop/caterina-ponti/il-pericolo-non-<br />

%C3%A8-il-mio-mestiere-ma-mi-segue-comeunombra/ebook/product-1v97rg4q.html?<br />

page=1&pageSize=4; la Caterina, dopo aver pubblicato il<br />

libro autobiografico della mamma Simonetta Sotgiu “Ricordi<br />

ma non solo”, ambientato nella Sardegna di molti decenni<br />

addietro, ha più recentemente realizzato l’innovativo<br />

cortometraggio “Su Cantigu De Sas Criaduras De Santu<br />

Frantziscu De Assisi”, il Cantico delle Creature del Patrono<br />

d’Italia della Seraphica Civitas recitato in lingua sarda da<br />

Francesco Filia, presentato con successo in anteprima alla<br />

XXXIXª edizione di “Primo Piano sull’Autore” - “Festival<br />

Pianeta Donna”), mirate non solo a rimarcare il leit motiv<br />

del “viaggio” del cagnolino, ma anche a tradurre<br />

visualmente i nostri comuni sentimenti, memorie ed<br />

emozioni che a lui ci riportano continuamente.


“Andare oltre” una canzone nuova del cantautore Fabi, non si tratta dell’usuale brioso e disimpegnato brano ballabile,<br />

come precisa l’artista, ma di un bel mattoncino sentimentale di un certo peso. Musicalmente rappresenta il primo incontro<br />

con le orchestrazioni del prode Enrico Melozzi e il suono dell’Orchestra Notturna Clandestina.<br />

“Andare oltre” vuole accompagnare il pubblico all’inizio di un nuovo viaggio musicale che troverà la sua massima<br />

espressione durante l’evento del 2 ottobre, occasione unica per festeggiare i 25 anni di parole e musica del cantautore<br />

romano. “Andare oltre” segna il ritorno in studio di Niccolò Fabi, a distanza di 3 anni dalla pubblicazione del suo ultimo<br />

album di inediti “Tradizione e Tradimento”. Il brano sarà disponibile dal 2 settembre in digitale e sulle piattaforme streaming<br />

e verrà presentato live il 2 ottobre all’Arena di Verona. In quest’occasione per la prima volta Niccolò si esibirà da solo sul<br />

palco dell’anfiteatro più antico d’Italia e coinvolgerà l’Orchestra Notturna Clandestina, insieme a cui darà nuova veste ad<br />

alcune canzoni del suo repertorio, donando così a sé stesso e al suo pubblico un’esperienza inedita.<br />

Il pubblico potrà godersi un momento unico di grande festa e intensità, uno spettacolo speciale in cui il suono orchestrale si<br />

alternerà al sound intimo che da sempre contraddistingue il cantautore. Dal 1997 ad oggi, Niccolò Fabi ha costruito un<br />

percorso incentrato sulla ricerca della libertà espressiva, restando sempre fedele al richiamo artistico e all’urgenza creativa.<br />

La sua carriera testimonia l’evoluzione di un uomo e di un artista che ha deciso di immergersi nelle canzoni, portandole alla<br />

loro essenza, senza smettere mai di sperimentare e ricercare nuove sonorità. E anche per questa nuova esperienza<br />

all’Arena di Verona, il cantautore romano continua a mettersi gioco sperimentando nuovi universi sonori insieme al Maestro<br />

Enrico Melozzi. col quale condivide a condividere una parte del concerto all’Arena di Verona, luogo che ha segnato altre<br />

due tappe importanti del percorso artistico del cantautore romano: l’apertura nel <strong>20</strong>00 del concerto di Sting, suo punto di<br />

riferimento musicale, e lo spettacolo in trio con Silvestri e Gazzè, nel <strong>20</strong>15, quando ha condiviso con il pubblico un<br />

momento magico e di grande emozione, dopo aver eseguito “Costruire” e “Solo Un Uomo”. In quell’occasione pensò che<br />

un giorno sarebbe tornato su quel palco, da solo, con le sue canzoni. E lo farà quest’anno in modo speciale.<br />

Con più di 90 canzoni, 9 dischi in studio, 2 raccolte ufficiali, 1 progetto sperimentale come produttore, 1 disco di inediti con<br />

la super band FabiSilvestriGazzè, 2 Targhe Tenco per “Miglior Disco in Assoluto”, dopo 25 anni di musica Niccolò Fabi oggi<br />

è considerato uno dei più importanti cantautori italiani, attualmente è docente all’interno della scuola Officina delle arti<br />

Pierpaolo Pasolini. www.magellanoconcerti.it<br />

NICCOLÒ FABI<br />

"ANDARE OLTRE"<br />

LA COVER DEL BRANO È UN’ILLUSTRAZIONE DI SHIRIN AMINI.


BENE /MALE<br />

DAVIDE ROSSI<br />

“Bene/Male” è il nuovo singolo di Davide Rossi. Un brano che racconta la storia di una relazione complicata, nata e vissuta a distanza.<br />

Parla del bene che ci si fa a vicenda quando si è vicini e di quanto invece fa star male la lontananza. BENE/MALE è la storia delle<br />

emozioni contrastanti che si provano durante la crescita.<br />

Alla domanda cosa racconta questa canzone Rossi risponde: “Ho scritto il brano di getto al pianoforte; aveva le vesti di una ballad ma<br />

sentivo che quel vestito gli stava molto stretto. In studio con i miei produttori ha preso la forma attuale, diventando un pezzo dalle sonorità<br />

estive ma dal sapore malinconico.” Davide Rossi è un giovane cantante reatino, musicista e compositore. Inizia a prendere lezioni di<br />

canto a quattro anni per poi entrare nel coro delle "Voci Bianche" di Santa Cecilia presso l'Auditorium "Parco della Musica" di Roma. Nel<br />

<strong>20</strong>10 partecipa alla 4° edizione del programma di Rai 1 "Ti lascio una canzone" condotto da Antonella Clerici, dove vince la seconda<br />

puntata con la canzone "Storia d'amore" di Adriano Celentano e il premio della giuria con le canzoni "Il ragazzo della via Gluck" e "Amico"<br />

di Renato Zero. Dal palco televisivo della Clerici parte la sua carriera da cantante. Partecipa a molte altre trasmissioni Tv, al fianco di<br />

Giletti, Mara Venier. Famosi i duetti nella trasmissione “Ti Lascio una canzone” con i Pooh, Lucio Dalla, Massimo Ranieri, Gianluca<br />

Grignani, Little Tony, i Dik Dik, Paul Anka, Francesco Renga, Fausto Leali, Antonello Venditti, Luca Barbarossa e Riccardo Cocciante.<br />

Nel <strong>20</strong>12 vola in America per il Tour di "Ti lascio una canzone".<br />

Nel corso degli anni si specializza nel canto ed inizia a prendere lezioni di pianoforte. Fonda una band con la quale nel <strong>20</strong>16 si reca in vari<br />

tour estivi. Nel <strong>20</strong>19 partecipa al programma XFactor Italia dove supera tutte le fasi di selezioni; partecipa a tutti i Live; duetta con Tiziano<br />

Ferro, Lewis Capaldi e Robbie Williams; si posiziona quarto alla Finale, disputatasi nel Forum di Assago di Milano. Dopo un lungo periodo<br />

passato a studiare sonorità e arrangiamenti originali per il suo nuovo progetto, Davide nel <strong>20</strong>22 il suo nuovo EP “Indispensabile” per<br />

l’etichetta indipendente LaPOP. Ad anticipare questo nuovo progetto il singolo “Niente di noi”, ospite anche nel podcast “L’uomo con la<br />

radio”… clicca qui per ascoltare la puntata. https://www.spreaker.com/user/fabriziosilvestri12/luomo-con-la-radio-davide-rossi-ghost-ha


FRANCO FASANO<br />

<br />

IO AMO<br />

LA CARRIERA, IL PERCORSO E LE CANZONI DI UN<br />

GRANDE POETA MUSICALE<br />

Prendendo il titolo da un famosissimo brano composto dal cantautore<br />

per Fausto Leali, il libro racconta la carriera, il percorso e le canzoni di<br />

uno dei più poliedrici poeti musicali della nostra storia. Un vero e<br />

proprio viaggio tra le diverse epoche, attraverso cambiamenti sociali<br />

che hanno imposto anche modi differenti di ascoltare la musica, senza<br />

mai privarci del gusto di viverla.<br />

“Io amo” non è solo il titolo di un successo discografico, ma un<br />

approccio compositivo con cui Franco Fasano, autore raffinato che fa<br />

della musica una vera e propria ricerca tra le storie che vive,<br />

sorprende da oltre quarant’anni il pubblico scrivendo brani che<br />

raccontano le sfumature dei sentimenti. Da “Mi manchi” a “Ti lascerò”,<br />

da “Regalami un sorriso” a “Colpevole” passando per grandi classici<br />

dello Zecchino d’Oro come “Goccia dopo goccia” e “Il Katalicammello”<br />

fino a sigle dei cartoni animati come “Piccoli problemi di cuore” e<br />

“Rossana”, il leitmotiv è sempre uno: l’amore.<br />

Per la prima volta Franco Fasano ripercorre la sua lunga carriera fatta<br />

di sorprendenti retroscena e importanti incontri con gli interpreti delle<br />

sue canzoni (Bruno Lauzi, Mina, Mia Martini, Massimo Ranieri, Franco<br />

Califano, Iva Zanicchi, Fausto Leali, Al Bano e tanti altri) e scoperte<br />

straordinarie come Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble (Il Volo).<br />

Una storia incredibile che svelerà segreti e verità della nostra musica<br />

in una lettura appassionante e ricca di emozioni fino all’ultima pagina.<br />

Il libro è curato da Massimiliano Beneggi, critico di musica e teatro<br />

che, attraverso un linguaggio scorrevole e coinvolgente, fa notare<br />

come dentro a ognuno di noi ci sia un po’ delle canzoni di Franco<br />

Fasano. Brani che rappresentano una speranza in più per l’autentica<br />

musica italiana di continuare a esistere mantenendo la sua peculiare<br />

identità e permettendoci di crescere costantemente mantenendo il<br />

nostro lato più fanciullesco, come ammette lo stesso Fasano al<br />

termine di “Io amo”: “Ripercorrendo tutti questi anni, mi rendo conto di<br />

quanto i tempi siano cambiati ma non le regole per cercare di<br />

“rallentare” chi ci impone di crescere in fretta!” Con la prefazione di<br />

Franco Zanetti, direttore di Rockol, Io amo si presenta anche come un<br />

racconto innovativo nella sua struttura: un che “gira a 33 capitoli” da<br />

ascoltare e leggere anche in digitale.<br />

Ogni capitolo avrà infatti un QR code che rimanderà a una serie di<br />

immagini con cui Franco Fasano, proseguendo la passione del padre<br />

fotografo, approfondisce “i tanti momenti” fondamentali della sua vita.<br />

"La passione per la musica” - dice Fasano - “l'ho ereditata da mio<br />

padre, al quale ho dedicato non solo questo libro ma buona parte dei<br />

miei pensieri, soprattutto da quando è prematuramente scomparso.<br />

Fin da ragazzo ha saputo farsi voler bene nell'ambiente dello<br />

spettacolo come fotografo. Lui era capace di cogliere con la sua<br />

macchina fotografica certi momenti sapendo immortalare per sempre<br />

un'emozione. Un po' come succede a me quando, ispirato, riesco a<br />

trasformare quegli attimi in musica”.


Le collane musicali per la cura del copro, dell’anima e della mente. Prodotte<br />

dall’associazione Stefano Francia EnjoyArt, Pomodoro Studio Edizioni<br />

Musicale - Always Record e composte dalla compositrice americana Judie<br />

Collins e dal maestro Ciro Vinci. Ultima produzione "Dillo Alla Danza <strong>20</strong>02"<br />

In arrivo "Dillo Alla Danza vol 3" pubblicazione dei musicisti che hanno partecipato alla<br />

Giornata Mondiale della Danza del 30 Aprile a Terni. Con la copertina realizzata con<br />

l'opera del vincitore della sezione visiva del concorso "Dillo Alla Danza", Pierangeli<br />

Antonio, con il quadro "il mio paese", la compilation contiene 11 tracce che comprendono<br />

8 inediti e 3 bonus track, musica d'ascolto e relaxing che spazia dal pop alle ballate rock,<br />

alla new age.<br />

01. Giulia Muti – Opera d’Arte<br />

02. Neroelettrico – La Stanza Favola<br />

03. Roberto Funaro – Come Se<br />

04. Massimo Zanetti - The Old New York<br />

05. Movie Brass Quintet - Clash on Mars<br />

06. Lorenzo Sebastianelli - Carnevale Romano<br />

07. Piera Mussardo - Swing Blues on a Winter Afternoon<br />

08. INK- Bisogna Solo credersi<br />

09. Julie Collins – Happy Feet – Bonus Track<br />

10. Julie Collins – Sweethearts – Bonus Track<br />

11. Ciro Vinci – Iris – Bonus Track<br />

L'associazione Stefano Francia EnjoyArt, con la produzione discografica vuole offrire una<br />

vetrina agli artisti emergenti e non, promuovendo la loro arte, pubblicando stili e generi<br />

diversi. Il listino delle produzioni ALWAYS Pomodoro Studio Edizioni Musicali e Stefano<br />

Francia EnjoyArt è disponibile su tutti i digital store (Spotify, Deezer, Amazon Music,<br />

Apple Music… ) è comprende vari volumi, ognuno dei quali presentano i generi che<br />

spaziano dal pop al rock, dalla Dance to Rhythm al Relaxing.<br />

"Rhythm" è un progetto discografico creato dalla ALWAYS Pomodoro Studio e al quale<br />

l'associazione Stefano Francia EnjoyArt ha aderito subito. Bernando Lafonte ideatore dei<br />

progetti insieme all'artista americana Julie Collis, hanno studiato i ritmi di tutti i balli<br />

proponendo tracce dedicate al Cha Cha Cha, Rumba, Bachata, ritmi che permettono ai<br />

danzatori di esercitarsi e studiare attraverso i battiti della musica.<br />

La musica e la danza aiutano a conoscersi meglio, sondando con cautela e tranquillità le<br />

fragili pieghe del nostro corpo psichico. Secondo la Federazione Italiana Musicoterapia<br />

(FEDIM) “le motivazioni che muovono le persone ad ascoltare o a produrre musica<br />

nascono per lo più dalla necessità pressante di entrare in una dimensione mentale che<br />

permetta il contatto con la propria sfera emotiva, dove è possibile la strutturazione di uno<br />

spazio immateriale gestibile secondo le regole della propria fantasia”. Una serie di<br />

concetti importanti che vanno ad avvalorare il nostro valore della musica: ascoltare<br />

(oppure fare) della musica è una vera a propria attività artistica. Per questo abbiamo<br />

deciso di divulgare anche la collana musicale "Relaxing", brani composti da esperti<br />

esperti in musicoterapia: Julie Collins e Ciro Vinci. I due compositori con le loro<br />

musiche accompagnano chiunque, ballerini e non, nell’attività di rilassamento quotidiano<br />

e meditazione. I brani inclusi nei volumi sono composti a 432 Hz. L’accordo a 432 Hertz<br />

(Hz) risuona con le frequenze fondamentali del vivente: battito cardiaco, replicazione del<br />

DNA, sincronizzazione cerebrale, e con la Risonanza di Schumann e la geometria della<br />

creazione. Le pubblicazioni discografiche prodotte dalla Always - pomodoro studio<br />

edizioni musicali e Stefano Francia EnjoyArt sono state realizzate per divulgare suoni in<br />

grado di influenzare tutte le cose con le quali vengono in contatto. L'esperienza musicale<br />

può influenzare, infatti, molteplici ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie,<br />

lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e la qualità della vita.<br />

Le varie produzioni psono scaricabili direttamente dai digital store.


IL CASTELLO DEI FALCHI NERI<br />

RECENSIONE EVA SPROCATTI<br />

IL CASTELLO DEI FALCHI NERI<br />

di Marcello Simoni<br />

Prezzo: € 9,90 | Ebook: € 4,99|<br />

Pagine: 3<strong>20</strong>| Genere: Thriller Storico|<br />

Editore: Newton & Compton |<br />

Data di pubblicazione: 28 Giugno <strong>20</strong>22<br />

TRAMA<br />

Anno Domini 1233. Dopo aver preso parte<br />

alla crociata di Federico II, il nobile Oderico<br />

Grifone, ormai diventato uomo, fa ritorno alla<br />

dimora di famiglia, una grande magione nella<br />

campagna di Napoli. Il rientro, tuttavia, non è<br />

dei più felici. Sua sorella, Aloisia, è stata<br />

data in sposa a un uomo di dubbia<br />

reputazione, mentre Fabrissa, una giovane<br />

aristocratica con la quale Oderico, prima di<br />

partire per la Terra Santa, aveva intrecciato<br />

una storia d’amore, è promessa a un altro.<br />

Come se non bastasse, la famiglia sembra<br />

essere caduta in disgrazia e il castello, un<br />

tempo ricco e prospero, versa ora in uno<br />

stato di abbandono. Pur non riuscendo a<br />

comprenderne il motivo, Oderico intuisce che<br />

la madre, il padre e il fratello minore gli<br />

nascondono qualcosa. Qualcosa che<br />

riguarderebbe il feudo dei Grifoni, una collina<br />

sulla quale in molti vorrebbero mettere le<br />

mani a causa di un antico segreto custodito<br />

tra i suoi fitti boschi. Nel tentativo di<br />

risollevare le sorti della famiglia, Oderico<br />

resterà coinvolto, suo malgrado, in una serie<br />

di efferati delitti che sembrano avere uno<br />

stretto legame col più grande motivo<br />

d’orgoglio del suo casato: la nobile arte della<br />

falconeria.<br />

<br />

Nuovo romanzo del bravissimo Marcello Simoni, l'unico legittimo erede di<br />

Umberto Eco come recita la copertina di questo thriller storico magistralmente<br />

ambientato nell'Italia del 12oo.<br />

Il protagonista è il nobile Oderico di ritorno dalla crociata in Terra Santa.<br />

L'accoglienza che riceverà dalla sua famiglia sarà molto fredda e un sentore<br />

di decadimento e disgrazia permea il nome della sua antica casata ; il loro<br />

castello, un tempo sfarzoso e affollato, ora risulta cupo e in stato di<br />

abbandono.<br />

Il giovane non riesce a capacitarsi che in soli 5 anni le vite dei suoi cari siano<br />

cambiate drasticamente e che la sua amata sia promessa sposa ad un uomo<br />

che di nobile ha ben poco.<br />

L'avvilimento per la perdita dell'amata Fabrissa, lo sbigottimento del<br />

matrimonio dell'amata sorella con un uomo tronfio e viscido e la<br />

consapevolezza che qualcuno ha tramato per farlo credere morto ai suoi cari<br />

lo renderanno battagliero e furioso.<br />

Il padre si rifiuterà di spiegargli cosa sia accaduto e come ha fatto a mettere a<br />

rischio tutte le loro proprietà trattandolo con sufficenza e astio.<br />

Lo manderà a Napoli a chiedere udienza al "giustiziere" Ettore di<br />

Montefuscolo che ha in mano le sorti del suo casato con il conteggio dei debiti<br />

accumulati, ed in seguito dovrà incontrarsi con la badessa Mobilia del<br />

convento dei Santi Marcellino e Festo per cercare di ottenere spiegazioni per i<br />

mancati accordi per l'uso del molino.<br />

Purtoppo le sue domande innescheranno una serie di eventi che sfoceranno<br />

in efferati delitti e complicati complotti.<br />

Oderico sarà accusato ingiustamente delle morti che avverranno in sua<br />

presenza proprio del giustiziere e della badessa.<br />

Intrighi, rancori e antichi segreti verranno alla luce mano a mano che il lettore<br />

si appassionerà alla storia e capirà anche perchè tutti vogliono mettere le<br />

mani sulle terre dei Grifoni! Un grande segreto ci attende.<br />

Lo stile di scrittura è consono al periodo in cui il libro è ambientato, i dialoghi<br />

infatti sono studiati meticolosamente per supportare l'idea di come si parlava<br />

all'epoca e a come erano i rapporti interpersonali tra i vari protagonisti.<br />

Lo scrittore ha reso verosimile il suo romanzo infarcendolo di luoghi reali e<br />

antiche famiglie non reali ma veritiere, si intuisce il profondo studio svolto per<br />

la creazione di una famiglia di antichi natali con la passione per la falconeria e<br />

le relative spiegazioni.<br />

Lo consiglio a chi ama la storia e gli intrighi dei nobili viziosi, a chi ama i<br />

thriller e le storie ben congeniate.<br />

Rubrica a cura del blog<br />

"Il COLORE DEI LIBRI"<br />

<br />

http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/


LA CREAZIONE È UN<br />

ATTO SPONTANEO<br />

SOLITARIA POLISTIROLO CARTA COLLA TESSUTO<br />

GOMMA BASE DI FERRO CM 95


<strong>TuttoBallo</strong><br />

L'arte è nutrimento dello Spirito e dallo Spirito nasce<br />

La creazione è un atto spontaneo, immediato, che dall'essere<br />

nasce per comunicare attraverso l'artista che ne è il canale<br />

quando la creazione ha preso forma, e solo allora, vedo il<br />

messaggio quello che vedo nelle mie SIGNORE è un invito alla<br />

leggerezza nel suo atteggiamento giocoso, è, l'esigenza di<br />

riportare il femminile con la sua sensibilità e con la potenza<br />

della sua dolcezza https://www.facebook.com/ada.scultrice<br />

55X60 65 POLISTIROLO CARTA COLLA STUCCO PITTURA ACRILICA RESINA<br />

Sono nata a Genova il 19 dicembre 1958<br />

…. con la strada segnata essendo figlia di un artista .<br />

Come spesso avviene rifiuto totalmente questa strada ma,<br />

nonostante me, ci cado dentro.<br />

Nel 1977, definendomi artigiana, incomincio a scolpire il<br />

legno a Saluzzo (CN) e mi dedico al restauro di mobili<br />

antichi specializzandomi nella verniciatura in gommalacca<br />

a tampone e al restauro di sculture lignee<br />

Nel 1993 abbandono il legno e progetto e realizzo<br />

costumi teatrali, marionette in carta-pesta e teatrini per<br />

marionette<br />

Nel 1995 altro cambio, ritorno al mare e mi imbarco su<br />

velieri in Mediterraneo e nei mari Caraibici, riprendo a<br />

lavorare il legno restaurando velieri d'epoca e diventando<br />

stipettaia.<br />

Sempre ai Caraibi, inebriata dai colori di quelle bellissime<br />

isole, continuo a costruire marionette e inizio la<br />

produzione di caleidoscopi.<br />

Sbarco nel <strong>20</strong>03 per lavorare nell'edilizia con la<br />

progettazione e realizzazione di ristrutturazioni di vecchie<br />

case inserendo mosaici in diversi materiali, progetto e<br />

realizzo decorazioni di locali pubblici in collage con<br />

cartoncino e resina.<br />

Dal <strong>20</strong>09 ritorno alla mia vera passione… LA<br />

SCULTURA... e accetto, accolgo definitivamente L'ARTE<br />

iniziando la produzione delle mie SIGNORE in ceramica<br />

passando poi,<br />

ricca dell'esperienza derivata da tanti tipi di lavori e<br />

dall'utilizzo di così diversi materiali, a tecniche diverse che<br />

mi permettono di giocare senza limiti<br />

LE DONNE DI ADA POLISTIROLO CARTA COLLA TESSUTO GOMMA BASE DI FERRO CM 95


<strong>TuttoBallo</strong><br />

LA MER <strong>20</strong>15 50X70X190<br />

LEGNO POLISTIROLO<br />

CARTAPESTA RESINA<br />

SILHOUETTE <strong>20</strong>16<br />

14X17X72<br />

POLISTIROLO<br />

CARTAPESTA CORDA<br />

RESINA<br />

IL GRUPPO<br />

POLISTIROLO CARTA<br />

COLLA TESSUTO<br />

GOMMA BASE DI FERRO<br />

CM 95


Roma<br />

29/30 Aprile<br />

<strong>20</strong>23


<strong>TuttoBallo</strong><br />

Trucco per ogni evento<br />

I consigli di Mauri Menga Make-up Artisti<br />

Nella storia degli stili del trucco abbiamo imparato ad apprezzare nuove mode, abbiamo visto tramontare velocemente<br />

alcune tendenze, abbiamo visto tornare dei beauty trends particolari. Quest’anno sarà una vera esplosione di colore, in<br />

cui tonalità creative colorano labbra e occhi in modo unico e incredibile, dove gli occhi si trasformano in piccole opere<br />

d’arte dove ombretti pastellati glitter in polvere libera a strass e cristalli si fondono tra loro, in modo energico,<br />

sgargiante, oppure dove le labbra tornano protagoniste, un punto luce rosso ultra femminile che non può passare<br />

inosservato! Per le amanti del nude look e della bellezza al naturale, è chiaro che ognuna fa quello che vuole di sé e del<br />

proprio corpo quindi non è necessario doversi arrendere alle nuove tendenze make up ma continuare con la propria<br />

scelta di trucco ideale. Ecco che, il make up, quest’anno dà libero sfogo alla creatività, con nuances vibranti che emanano<br />

energia e celano la bellezza vera, per dar vita a trucchi più fantasiosi, artistici, dove le tinte opache o laccate tornano<br />

protagoniste con un risultato davvero d’effetto.Prima di passare a fondotinta & Company, dobbiamo infatti assicurarci di<br />

avere il viso ben pulito e idratato. Mai sottrarsi, quindi, ai 3 step quotidiani di skin care: latte detergente o acqua<br />

micellare e tonico, eventuale siero, e immancabile crema idratante (nutriente per le pelli secche, opacizzante per quelle<br />

grasse e delicata per quelle sensibili). Questi piccoli gesti sono le fondamenta su cui costruire qualsiasi tipo di make-up e<br />

avere dei risultati invidiabili.<br />

Prima di passare a fondotinta & Company, dobbiamo infatti assicurarci di avere il viso ben pulito e idratato. Mai sottrarsi,<br />

quindi, ai 3 step quotidiani di skin care: latte detergente o acqua micellare e tonico, eventuale siero, e immancabile crema<br />

idratante (nutriente per le pelli secche, opacizzante per quelle grasse e delicata per quelle sensibili). Questi piccoli gesti<br />

sono le fondamenta su cui costruire qualsiasi tipo di make-up e avere dei risultati invidiabili. Il trucco per una festa estiva<br />

ha le sue regole, anzi poche regole che ti permetteranno non solo di brillare dal vivo, ma che avranno anche ampia<br />

risposta sul tuo profilo Instagram. Festa, matrimonio, appuntamento all'aperto: il tempo non conta qui. Di solito iniziamo<br />

a suonare prima del tramonto e torniamo a casa prima che sorga di nuovo il sole. Sfatiamo un falso mito a cui ancora<br />

molte, troppe, donne credono ciecamente: il primer non va usato solo per le occasioni speciali. Il primer è l’alleato ideale<br />

per chiunque utilizzi abitualmente il make-up, non soltanto prepara la pelle uniformandola e levigandola ma, soprattutto,<br />

funge da “garante” per il nostro trucco perché lo fissa rendendo estrema la sua durata. Il primer è indispensabile se si<br />

devono trascorrere lunghe giornate fuori casa o se si vuole avere un make-up perfetto e di lunga durata


<strong>TuttoBallo</strong><br />

Prima di applicarlo, riscaldalo un po’ fra le dita e poi picchiettalo sul<br />

viso. Pertanto, prima di scegliere una base, considerare le previsioni del<br />

tempo. La temperatura e l'umidità sono importanti. L'aria calda e secca<br />

fa sì che il tuo fondotinta si asciughi rapidamente, rivelando la pelle<br />

secca e le rughe. A sua volta, l'idratazione renderà il viso più luminoso.<br />

Quindi, prima di tutto, applicare in sottofondo un fondo livellante, che<br />

fungerà da barriera insormontabile all'aria secca o umida. Non<br />

dimenticare il correttore. Ora che hai creato un incarnato uniforme e<br />

levigato, non ti resta che nascondere quei difetti più evidenti, e che hanno<br />

tenuto testa anche al fondotinta, applicando un po’ di correttore. Nascondi le<br />

imperfezioni senza esagerare col prodotto e scegliendone uno della stessa<br />

tonalità del fondotinta, o di un tono più chiaro; picchiettalo sulle occhiaie o su<br />

altri punti più evidenti e rendi il tuo viso perfetto, luminoso intorno agli occhi!<br />

La base trucco perfetta non è ancora terminata, fondotinta e correttore<br />

uniformano il viso ma tendono ad appiattirlo. Questo step è quindi incentrato<br />

su come dare volume ed enfatizzare quelle aree che ci aiutano a scolpire il<br />

viso rendendolo così perfetto. Il blush ti aiuta a ottenere un effetto turgido ed<br />

elastico, mentre con terra e illuminante puoi creare contouring e strobing<br />

laddove ne hai più bisogno (per assottigliare il naso, scolpire gli zigomi,<br />

affinare l’ovale, rendere meno lungo il viso e così via). Copri il fondotinta con<br />

un po' di cipria traslucida. Ma non esagerare, una carnagione completamente<br />

spenta è già fuori moda. Inoltre, salva i successivi strati di polvere per dopo.<br />

Stendere la cipria sul viso con un pennello grande e morbido, così non c'è il<br />

rischio di applicarla in modo non uniforme. Se esageri, spazzola via l'eccesso<br />

con una spazzola pulita. Il trucco del truccatore: intorno agli occhi, applica<br />

una cipria più chiara, puoi uniformare il colore della porcellana. Questo è un<br />

ottimo modo per schiarire le ombre e illuminare l'area intorno agli occhi.<br />

Copri il fondotinta con un po' di cipria traslucida. Ma non esagerare, una<br />

carnagione completamente spenta è già fuori moda. Inoltre, salva i successivi<br />

strati di polvere per dopo.<br />

Luminoso e sfavillante, il trucco occhi dell’estate <strong>20</strong>22 si accende in una<br />

moltitudine di glitter. Polvere di stelle, che si posa sulle palpebre creando<br />

giochi di luce coloratissimi e pronti a brillare fino al sorgere del sole.<br />

Una tendenza delicata, ma che rispecchia la volontà di abbandonare il<br />

minimalismo in favore di make up scenografici. Il trucco occhi glitter<br />

dell’estate <strong>20</strong>22, d’altra parte, incarna il gusto della Gen Z per la teatralità. Il<br />

risultato è un make up occhi creativo, che mescola glitter in polvere libera a<br />

strass e cristalli.<br />

Un tripudio di colori e texture, da applicare seguendo l’impeto della propria<br />

creatività. Ecco allora che sugli occhi si intrecceranno linee dorate e dal finish<br />

metallizzato, ma anche glitter in libertà, portati oltre le palpebre e sfumati su<br />

tutto il viso. O, ancora, minuscoli cristalli, tanto brillanti da dare vita a un<br />

effetto bagnato che ricordi la luna che si riflette sull’acqua.<br />

La cosa più importante da ricordare, quando si parla di trucco occhi con<br />

glitter, è di osare senza paura. Spettacolare o più minimal, il make up con<br />

brillantini deve essere portato fieramente, in tutta la sua brillantezza.<br />

Le guance lucide sono di moda da diverse stagioni, pertanto, vale la pena<br />

aggiungere loro lucentezza con un fard polvere o in crema con illuminante.<br />

Applicare lungo le guance e attraverso il ponte del naso. Il trucco brillerà e la<br />

carnagione diventerà fresca


<strong>TuttoBallo</strong><br />

L'inchiostro macchiato è il problema più comune che<br />

si verifica durante le feste estive. Quando fa caldo, il<br />

mascara può dissolversi e non solo macchiare, ma<br />

anche influenzare la palpebra superiore. Cosa fare<br />

per evitare macchie di inchiostro intorno agli<br />

occhi? Invece di controllare il trucco allo specchio di<br />

tanto in tanto, applica una base sulle ciglia che,<br />

come quella applicata sotto il fondotinta, fungerà da<br />

fissatore. Inoltre, nutre e rinforza anche le ciglia. E<br />

se torni da un matrimonio o una festa al mattino, usa<br />

il mascara waterproof. Non preoccuparti se<br />

appiccica le ciglia, puoi anche applicare due mani di<br />

mascara. Ebbene sì, il trucco labbra anni Novanta è<br />

tornato prepotentemente alla ribalta negli scorsi mesi<br />

e continua ad essere amatissimo anche<br />

quest’estate. Questo tipo di trucco consiste nel<br />

tracciare una linea labbra leggermente più scura del<br />

rossetto che si utilizza per truccare l’interno delle<br />

labbra. Si tratta di una tendenza in cui probabilmente<br />

siamo maestra assolute, dato che l’abbiamo messa<br />

in atto per tanti anni, quindi tanto vale sfoggiarla<br />

anche nell’estate <strong>20</strong>22. Il segreto sta nell’utilizzare<br />

una matita che sia solo un tono più scuro rispetto al<br />

colore del rossetto, senza creare una discrepanza<br />

troppo accentuata tra i due colori.<br />

Questo trucco è l’ideale per chi ha labbra sottili o<br />

vuole comunque dare l’impressione di avere labbra<br />

più grandi grazie all’utilizzo di un colore più chiaro al<br />

centro del make up.<br />

E se vogliamo davvero spingerci oltre, possiamo<br />

terminare il trucco con uno strato di gloss per far<br />

brillare le labbra e farle apparire ancora più grandi!


<strong>TuttoBallo</strong><br />

BULGARIA<br />

Alla scoperta delle<br />

SABBIE D'0R0<br />

Elza De Paola


<strong>TuttoBallo</strong><br />

La località balneare “Sabbie d’oro”, soprannominata anche “La perla del Mar<br />

Nero” è una delle mete più belle e ricercate del turismo della Bulgaria. E’ situata<br />

nelle vicinaze di Varna, in un’area di colline verdeggianti che scendono<br />

lentamente verso la costa del Mar Nero con le sue spiagge assolate. E’ una<br />

località animata, piena di colori e di numerose possibilità di svago per chi la<br />

sceglie per le vacanze al mare. Ci sono molti alberghi, un mix di fascino,<br />

modernità e affidabilità, con delle piscine pulite, non importa il numero di stelle.<br />

Ovunque sono disseminate oasi di verde riposante, e di silenzio disturbato<br />

soltanto dai canti degli uccelli tra i numerosi alberi, e dai suoni delle voci dei<br />

turisti. Gli alberghi offrono ottimi servizi all inclusive, e propongono ai loro ospiti<br />

dei menù tipici della Bulgaria ma anche della cucina internazionale. Le spiagge,<br />

dalla sabbia fine e dorata, si snodano per alcuni chilometri abbracciando il Mar<br />

Nero con le sue acque pulite , spesso più fresche rispetto alle acque degli altri<br />

mari, ma sempre bellissime con tutte le tonalità di blu, di turchese e di splendido<br />

azzurro. Ombrelloni comodi lettini abbelliscono le spiaggia per la diversità dei<br />

colori e delle forme. Il lungomare è pieno di negozi, di bancarelle, bar, caffè. Da<br />

queste parti si vende di tutto, dagli immancabili souvenir, ad articoli per la<br />

spiaggia, giocattoli, vestiti, borse, dipinti e diversi oggetti gablontz fino a preparati<br />

culinari come panini o dolci diversi. Mentre di giorno l’atmosfera è animata dalla<br />

grande folla dei turisti in spiaggia per prendere il sole, e per approfittare<br />

dell’acqua marina, quando arriva la sera il quadro cambia radicalmente. Le<br />

spiagge rimangono quasi deserte, la gente si riversa sul lungomare per le belle<br />

passeggiate fino a tarda notte. I numerosi ristoranti eleganti, molti affacciati sul<br />

mare, invitano a fermarsi per una cena servita sulle splendide terrazze, immersi<br />

nel soffio rinfrescante della brezza marina o, magari, per una cena romantica<br />

avvolti nei colori affascinanti del tramonto. Si può anche salire sulla terrazza del<br />

ristorante del Tour Eiffel, una copia in miniatura dell’ originale di Parigi provando<br />

inevitabilmente una bella emozione. Ci sono delle discoteche, dei club che<br />

offrono dei servizi raffinati, ma costosi dove ci si diverte con della musica live. Ci<br />

sono anche dei Casinò per le persone interessate. Ovunque si sente parlare in<br />

lingue diverse, tedesco, dei rumeno, inglese, russo.... Non mancano, inoltre, i<br />

Pubscelti soprattutto dai giovani. Per i bambini , si trovano giostre ovunque. La<br />

ruota panoramica svetta orgogliosa sul lungomare invitando la gente a salire per<br />

ammirare dall’ alto il panorama circostante. I parchi e le strade sono pulite, ben<br />

mantenute. Sono contenta di aver potuto trascorrere una bella vacanza in questo<br />

luogo meraviglioso che offre tantissimo ai turisti. Sento ancora il dolce profumo di<br />

tiglio in fiore che inebriava l’aria e le strade di sera; ho ancora nella mente il Mar<br />

Nero sempre agitato e dai colori forti blu edazzurro, le spiagge dorate, il sole, la<br />

brezza marina. Ricordi, indelebili, di un’ estate bulgara, incredibilmente bella…


ESTATE - AUTUNNO,<br />

COSA COMPORTA IL CAMBIO DI STAGIONE


<strong>TuttoBallo</strong>


<strong>TuttoBallo</strong><br />

Si riprende il ritmo quotidiano con la testa ancora in vacanza. I pensieri corrono veloci ma il cuore rimane inchiodato<br />

a luoghi da sogno. Città , mare, montagna, campagna. Dove vi hanno portato i vostri viaggi estivi?<br />

Come non posso parlarvi di una delle città più affascinanti del mondo, chiamata anche la Parigi del sud America? Sto<br />

parlando chiaramente di Buenos Aires.<br />

Caratteristica della città è quella di essere suddivisa nei suoi famosi barrios (i quartieri). Fondata nel 1536 dallo<br />

spagnolo Pedro de Mendoza, per un secolo e mezzo fu tagliata fuori dalle principali rotte del sud America. Buenos<br />

Aires oggi è una città moderna, ma che ha saputo conservare le sue vecchie tradizioni e alcuni dei suoi angoli più<br />

affascinanti. È una destinazione capace di sorprendere e di far innamorare qualsiasi visitatore.<br />

La capitale argentina ha nutrito la creatività di alcuni tra i più grandi scrittori e artisti del ’900. Nei caffè, nelle strade,<br />

nei quartieri della più europea tra le città del sud America si respira da sempre un’aria densa e sospesa come fosse<br />

un luogo dell’anima prima ancora che una grande metropoli.<br />

Buenos Aires è una gemma, una città difficilmente superabile in bellezza e in fascino, una città dall’architettura<br />

europea e dalla mentalità prettamente argentina. La chiamano “La Encantadora”, l’incantatrice, ed in effetti incanta,<br />

influenza, condiziona…giorno dopo giorno.<br />

Patria del Tango, il ballo per eccellenza della passione che qui non viene considerato solo un ballo ma una forma<br />

poetica ed artistica. Passeggiando per le vie di Buenos Aires ve ne accorgerete. Nei luoghi di maggior afflusso di<br />

turisti, per esempio nei quartieri La Boca e Palermo, troverete ballerini che si esibiscono in strada. In pratica è una<br />

vera e propria forma di street art della capitale.<br />

Una megalopoli a misura d’uomo ricca di eventi e luoghi storici da visitare. La presenza di italiani rende il tutto molto<br />

Italy. Da visitare il museo dedicato a Carlos Gardelar il famoso ballerino di tango nazionale. La Plaza de Mayo, dove<br />

si trova la Casa Rosa, sede centrale del potere esecutivo argentino, sede del governo ed del Banco Nazional. Il<br />

Teatro Colón, in Plaza Lavalle, a fianco l’Avenida de 9 Julio, riconosciuto tra i primi 10 teatri lirici al mondo<br />

(addirittura tra i primi 5 per acustica). La Central metropolitana: la cattedrale si affaccia sulla Plaza de Mayo e<br />

rappresenta un importante punto di riferimento religioso della città, edificio storico significativo per tutta la nazione in<br />

quanto ospita la tomba di José de San Martìn, l'eroe venerato dagli argentini. El Ateneo un grande teatro trasformato<br />

in libreria. Il Malba, il museo di Arte Latino Americana, dove rivivere la storia d’arte moderna e contemporanea con<br />

autori come Tarsilia Do Amiral, Frida Kahlo e Antonio Berni. Altro vanto e meraviglia della città di Buenos Aires sono<br />

i quartieri dove si può conoscere e respirare la vera realtà argentina. La Recoleta, un elegante quartiere residenziale<br />

di classe con edifici in stile liberty. La sua piazza centrale, Plaza Francia, è piena di caffetterie, ristoranti e attrazioni<br />

turistiche come la Chiesa del Pilar e il famoso Floralis Genérica - un'immensa statua d'acciaio a forma di fiore i cui<br />

petali si aprono e si chiudono a seconda dell'ora del giorno.<br />

Nel cuore del quartiere si trova la sua attrazione più famosa: il cimitero monumentale de la Recoleta, un labirinto di<br />

maestosi mausolei e monumenti in stile art-deco o neoclassico luogo di eterno riposo per le personalità nazionali di<br />

spicco tra cui Evita Perón. Questo cimitero artistico è considerato come un vero monumenti nazionale per la sua<br />

bellezza. Il quartiere di Palermo, è il più grande in città, è considerato il principale luogo di svago dei cittadini locali.<br />

Sede di molti dei parchi più grandi e conosciuti della città come il Jardín Botánico, con i suoi tanti laghi, ponti,<br />

sculture, con circa 5.000 specie di fiori provenienti da tutto il mondo disseminati su <strong>20</strong> acri di territorio verde. Una<br />

visita la meritano anche gli splendidi giardini giapponesi con la loro grande varietà di bonsai, mostre di artigianato<br />

tradizionale e centro culturale.


<strong>TuttoBallo</strong><br />

La cucina è basata su carni di grande qualità, tipiche di piatti come l’asado e le las empanadas. La bevanda<br />

principale è invece il Mate, un’ infusione preparata con le foglie di erba Mate, agrifoglio sempreverde, insaporita<br />

con zucchero, buccia di limone o arancia. Tipiche sono anche i Churizos, grosse salsicce di bovino e suino. I<br />

prodotti della vasta campagna intorno a Buenos Aires caratterizzata dai grandi allevamenti di bovini ed equini, da<br />

immensi campi di grano e di mais. Il tipico vino cittadino è il “Rosso Tinto” un vino rosso molto astringente. I Caffè<br />

sono molto importanti per la società argentina in generale. Il Locro una zuppa tradizionale di cui, come capita<br />

spesso con queste ricette, esistono infinite varianti. Normalmente si prepara con mais e “zapallo” (zucca) ed include<br />

differenti carni fra le quali si trovano la pancetta, la trippa e la salsiccia. È un piatto molto nutriente e tipico della<br />

stagione invernale, e viene cotto per ore a fuoco lento. È d’abitudine, però, consumarlo anche il 25 di maggio, il<br />

giorno in cui si commemora il primo governo argentino. L’ Empanada argentina, un tipico finger food chiuso su sé<br />

stesso, a forma di mezzaluna, simile al panzerotto. Fritte o al forno, le empanadas si preparano in modi diversi a<br />

seconda della regione. Anche il ripieno cambia a seconda del luogo di preparazione, ma i più popolari restano quelli<br />

a base di carne, mais, cipolla o formaggio.


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INGREDIENTI PER 4 PERSONE<br />

1 KG DI CARNE DI MANZO<br />

(COSTATO O PUNTA DI PETTO CON OSSA)<br />

5 GR DI ROSMARINO<br />

CUMINO, PEPE NERO<br />

AGLIO, TIMO<br />

MIELE Q.B<br />

1 LIMONE<br />

PROCEDIMENTO<br />

Marinare la carne con il succo di limone e le spezie massaggiandola accuratamente. Farla riposare per tutta la notte in frigorifero.<br />

Scolarla e cuocerla su la Parilla ( tipica griglia), in forno per 2,5 ore a bassa temperatura intorno ai 160° C in modalità grill girandola<br />

spesso oppure sullo spiedo su brace. Servire calda e tagliare al momento. Accompagnare con la famosa salsa Chimichurri<br />

INGREDIENTI<br />

11 PEPERONE<br />

1 PEPERONE VERDE<br />

1 PEPERONCINO PICCATE<br />

1 POMODORO<br />

2 SPICCHI D’AGLIO<br />

½ BICCHIERE DI OLIO EVO<br />

½ BICCHIERE DI ACETO BIANCO<br />

PREZZEMOLO, TIMO, MAGGIORANA,<br />

SALE<br />

PROCEDIMENTO<br />

Pulire tutti gli ingredienti, tritarli finemente e mescolarli tutti assieme aggiungendo olio e aceto, aggiustare di sale e peperoncino.<br />

Servire con la carne.


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INGREDIENTI PER 4 PERSONE<br />

1150 GR FECOLA DI PATATE<br />

150 GR DI FARINA 0<br />

125 GR BURRO<br />

75 GR DI ZUCCHERO<br />

SCORZA DI UN LIMONE<br />

1 UOVO<br />

1 TUORLO<br />

1 PIZZICO DI BICARBONATO<br />

PER RIPIENO<br />

350 GR DI DULCE DE LECHE<br />

PER DECORARE COCCO RAPÈ IN SCAGLIE<br />

PROCEDIMENTO<br />

Lavorare lo zucchero con il burro fino a renderlo in pomata, aggiungere il tuorlo e l’uovo intero.<br />

Aggiungere la fecola e la farina setacciata, la scorza di limone grattugiata. Lavorare con una planetaria o un frullino elettrico fino ad<br />

ottenere un composto omogeneo. Avvolgere l’impasto con la pellicola e fare riposare per 2 ore in frigorifero.<br />

Passate le 2 ore di riposo, riprendere l’impasto, stenderlo con un mattarello ad un’altezza di 5 mm. Con l’ausilio di un coppapasta ricavare<br />

dei dischi di 4 cm di diametro e posizionarli su una teglia foderata di carta forno. Fare riposare per 10 minuti in frigorifero.<br />

Cuocere i dischetti in forno caldo a 180° C per 10 minuti. Quando saranno pronti, sfornarli e farli raffreddare.<br />

Una volta freddi cospargere la superficie di metà dei biscotti con il Dulce de Leche e sovrapporre con l’altra metà senza.<br />

Spolverare di cocco rapè e servire.<br />

INGREDIENTI<br />

INGREDIENTI X 6 P<br />

750 ML DI LATTE<br />

250 ML DI PANNA FRESCA<br />

280 GR DI ZUCCHERO<br />

2 GR DI BICARBONATO<br />

1 BACCELLO DI VANIGLIA<br />

UN PIZZICO DI SALE IN SCAGLIE<br />

PROCEDIMENTO<br />

Prelevare i semi di vaniglia incidendo la bacca.<br />

Versare tutti gli ingredienti in una pentola capiente, mescolare con una frusta e mettere su fuoco dolce. Quando sarà trascorsa circa<br />

½ ora il composto risulterà ambrato, abbassare la fiamma al minimo e continuare la cottura per un’altra ½ ora sempre mescolando.<br />

Versare il Dulce de Leche in vasetti di vetro sterilizzati e fare raffreddare. Conservare in frigorifero.


COCKTAIL: IL GIUSTO BILANCIAMENTO DEI SAPORI<br />

i consigli di Danilo Pentivolpe - Bartender<br />

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Lo sapevate che eleganza e purezza donano<br />

sapore, carattere e stile al cocktail? Il Bartender<br />

deve essere anticonformista e controllare l’equilibrio<br />

di una bevanda, destreggiandosi tra sapori delicati,<br />

pungenti e corposi; ciò permetterà la nascita di un<br />

soggetto competente ed un leader nel suo bar.<br />

Un repertorio fatto di competenza e professionalità<br />

può, infatti, arricchire l’esperienza del vostro bar di<br />

fiducia e fare in modo che si intraprenda una nuova<br />

esperienza sensoriale.<br />

Il segreto sta nel selezionare bene le materie prime,<br />

i liquori e, ovviamente, il prodotto fresco.<br />

Il primo processo di creazione è sempre quello di<br />

cercare di individuare gli ingredienti e pensare a<br />

come espanderne i sapori.<br />

Ad esempio, in autunno sarebbe bello vedere drink<br />

a base di castagne ed uva, mentre in estate<br />

prediligere gusti floreali come melone e anguria.<br />

Insomma, il segreto è nascosto in non più di tre o<br />

quattro ingredienti e nel migliorare il gusto<br />

intrinseco di un prodotto in qualcosa di più<br />

interessante.<br />

È importante non esagerare con la quantità di<br />

alcool in quanto quest’ultimo può risultare troppo<br />

aggressivo, rovinando appunto l’armonia tra ciò che<br />

nasce e si percepisce.<br />

In Italia abbiamo poche realtà che adottano questo<br />

metodo alla barra, ma in alcuni bar all’estero , già<br />

da tempo, alcuni veri appassionati della miscela del<br />

nettare D’Ambrosia, addirittura richiedono<br />

prenotazione fino a una settimana prima!<br />

Vi posso garantire che se varrà la Pena<br />

sicuramente frequentare un bar che adotta la<br />

filosofia del bere miscelato!<br />

Instagram: https://www.instagram.com/danilo_pentivolpe/<br />

WEB SITE: www.bartendersclassheroes.com<br />

Facebook: https://www.facebook.com/pentivolpe.danilo/<br />

Danilo Pentivolpe


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LE “GIORNATE DELLE CASTAGNE”<br />

NELLA REGIONE DI LANA<br />

IN ALTO ADIGE<br />

Sono ormai 25 gli anni in cui i comuni di Lana, Foiana e Tesimo-Prissiano,<br />

celebrano da metà ottobre ai primi di novembre il frutto della castagna.<br />

Keschtnriggl, le Giornate delle castagne, è un evento che valorizza<br />

l’importanza della castagna nella storia di questo territorio, di cui il castagno<br />

e il suo frutto fanno da sempre parte nel paesaggio e nella cultura locali.


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Nel Medioevo, la castagna era un prezioso alimento di base<br />

della popolazione e ancora oggi è uno degli ingredienti<br />

protagonisti dei piatti autunnali in Alto Adige. Soprattutto nelle<br />

osterie o nelle cantine antiche, ricette a base di castagne<br />

vengono messe in evidenza e interpretate in stile moderno, anche<br />

grazie all’antica usanza del Törggelen. Dal 16 al 30 ottobre <strong>20</strong>22,<br />

alcuni ristoranti selezionati porteranno in tavola piatti tradizionali<br />

e sorprendenti creazioni innovative a base di castagna,<br />

riservando ai visitatori esperienze culinarie molto particolari,<br />

insieme ad un programma di eventi culturali, di usanze<br />

tradizionali e di appuntamenti escursionistici a tema in compagnia<br />

di una guardia forestale o di un contadino del posto che offriranno<br />

momenti piacevolmente interessanti. "Keschtnriggl", il titolo della<br />

manifestazione, deriva dal nome dell’utensile in legno di castagno<br />

e salice, tipico del Burgraviato, che da secoli viene utilizzato per<br />

sbucciare le caldarroste. Sono stati proprio i contadini viticoltori<br />

del territorio intorno a Merano ad inventarlo, per evitare di<br />

sporcarsi le mani nello sbucciare le castagne arrostite. Il cesto,<br />

dalla caratteristica forma ovale, è lungo circa 70 centimetri ed è<br />

in grado di separare il guscio della castagna arrostita dal frutto,<br />

semplicemente scuotendo le caldarroste al suo interno.<br />

Un personaggio immancabile nelle Giornate delle castagne è<br />

Johann Laimer, noto a tutti come “Hans”: ogni giorno di<br />

Keschtnriggl prepara le sue caldarroste davanti all’ufficio<br />

dell’Associazione turistica di Lana e dintorni in via Andreas Hofer<br />

a Lana e le offre, fumanti e gustose, ai passanti.<br />

Il cuore dell’evento Keschtnriggl è la Festa a Foiana, che<br />

quest’anno si terrà il 16 ottobre, dalle 10.00 alle 18.00: musiche<br />

tradizionali, mercato contadino, artigianato tipico, bancarelle,<br />

piatti della tradizione contadina e specialità a base di castagna,<br />

escursioni guidate al Sentiero didattico sul castagno con le<br />

Guardie Forestali dalle 14 rappresentano il programma della<br />

giornata.<br />

Il Sentiero didattico sul castagno di Foiana è un percorso<br />

particolarmente adatto ai bambini, perché in piano e senza<br />

difficoltà; dieci stazioni tematiche, in parte interattive, raccontano<br />

tutto sul castagno, dal legno ai frutti, illustrandone anche le<br />

diverse varietà. L’ingresso al sentiero è messo in evidenza da<br />

una grande scultura a forma di riccio, dopo il campo sportivo di<br />

Foiana.<br />

Le Giornate delle castagne in questa zona di Alto Adige hanno<br />

portato alla creazione di una vera e propria linea di golose<br />

specialità con il marchio KESCHTNRIGGL:<br />

Cuori di castagna originali del maso Wieserhof di Lana: una fine<br />

purea di castagne a forma di cuore, ricoperta di cioccolato e<br />

ripiena di panna montata;<br />

Dolce di castagne e panettone del panificio Schmidtdi Lana;<br />

Pralina: una coppetta di fine cioccolato al latte, ripiena di soffice<br />

crema di castagne e gelatina di mirtilli rossi, ricoperta di<br />

cioccolato bianco; e panettone artigianale, addizionato con<br />

castagne locali selezionate, entrambi della pasticceria Mair<br />

Andreas di Nalles.<br />

Un prodotto davvero innovativo è Castanea, il gin alla castagna,<br />

prodotto proprio nella zona di Lana e dintorni.<br />

Per ulteriori informazioni: keschntriggl.it<br />

Per informazioni su Regione di Lana: lanaregion.it.


Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

Dopo un'estate bollente arriva il fresco e si può<br />

camminare. Cammina cammina vedi tante cose,<br />

camminando in campagna il tuo sguardo vaga tra<br />

case sparse, alberi, colline, campi coltivati e non, il<br />

cielo, qualche nuvola, ...<br />

Cammina cammina si fa buio. Quasi buio. Le<br />

finestre e i portici si illuminano. Da lontano osservi<br />

quelle lucine e mentre ti avvicini ti ricordano<br />

qualcosa. Ma certo! È l'impero della luce! L'impero<br />

della luce è un tema ripetuto almeno in tre tele di<br />

René Magritte, che è il mio pittore preferito. Ho in<br />

casa la riproduzione di quello del 1949. Le luci<br />

illuminate delle finestre e delle case mi affascinano<br />

da sempre. Immagino tutto quello che può<br />

succedere dentro. Una coppia che balla. Una<br />

famiglia a cena. Amiche che chiacchierano.<br />

Ragazzi che guardano la partita. Un anziano che<br />

parla al telefono sperando che qualcuno lo vada a<br />

trovare. Bambini che giocano. Fidanzati che<br />

amoreggiano. Qualcuno che lavora. Qualcun'altro<br />

che dipinge. E chissà quante cose succedono.<br />

Dietro quelle luci scorre la vita in tutte le sue<br />

manifestazioni. Dietro quelle finestre ci siamo<br />

anche noi. Magari lì fuori c'è una persona che sta<br />

guardando proprio le nostre e si chiede cosa<br />

stiamo facendo. Alla fine l'impero della luce è<br />

come una metafora della vita. E a settembre<br />

ricomincia la vita, quella vera.<br />

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30<br />

PH© MONICA IRMA RICCI<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r y "

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