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TuttoBallo20 - GENNAIO/FEBBRAIO 2024 - EnjoyArt n.38

Buon 2024… Il numero di Gennaio e Febbraio di Tuttoballo20 si apre come una finestra sul futuro, offrendo agli appassionati di cultura uno sguardo approfondito su ciò che il 2024 riserva. Iniziamo il nostro viaggio nell'anno nuovo dalla suggestiva Pesaro, designata Capitale della Cultura, una città che si prepara ad accogliere eventi straordinari e a celebrare la sua ricca eredità artistica. Un traguardo epocale si festeggia nel mondo della comunicazione: cento anni di radio e settant'anni di televisione. TuttoBallo20 esplora l'evoluzione di questi mezzi che hanno plasmato la società, dalla loro nascita fino all'attuale panorama mediatico. Un tuffo nella storia che ci permette di riflettere su come la radio e la televisione abbiano influenzato la nostra cultura e la nostra percezione del mondo. La musica è protagonista di un ampio spazio, con un'analisi approfondita su ciò che ci aspetta nel panorama musicale del 2024. Anticipazioni esclusive sulla 74° edizione del Festival di Sanremo condotto per la quinta volta da Amadeus. Quali emozioni e sorprese il famoso evento canoro italiano porterà quest'anno?. Il cinema è un altro settore che riceve un'attenzione particolare, Leonardo Pieraccioni torna al cinema con un film commedia che omaggia il coraggio, al suo fianco NinoFrassica, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua, mentre per i più piccoli segnaliamo il film sullo Zecchino d’Oro “Pigiama Party”. Il teatro, con la sua magia e la sua capacità di coinvolgere il pubblico in modo unico, è al centro di articoli dedicati a spettacoli imperdibili. Per citarne uno, “Come è ancora umano lei, caro Fantozzi” di e con Anna Mazzamauro la strepitosa signorina Silvani. L'arte, nella sua varietà di espressioni, è celebrata attraverso sezioni dedicate a pittura e scultura. Artisti che trovano spazio per condividere le loro visioni e ispirare il pubblico con la loro creatività. Mostre di rilievo vengono presentate in dettaglio, invitando i lettori a immergersi in esperienze artistiche uniche. Questo numero di Tuttoballo20 è un compendio avvincente delle prospettive del 2024. Con un mix equilibrato di cultura, intrattenimento e benessere, il magazine offre un'esperienza completa per chi desidera essere informato, ispirato e intrattenuto in questo inizio di anno ricco di promesse.

Buon 2024… Il numero di Gennaio e Febbraio di Tuttoballo20 si apre come una finestra sul futuro, offrendo agli appassionati di cultura uno sguardo approfondito su ciò che il 2024 riserva. Iniziamo il nostro viaggio nell'anno nuovo dalla suggestiva Pesaro, designata Capitale della Cultura, una città che si prepara ad accogliere eventi straordinari e a celebrare la sua ricca eredità artistica.

Un traguardo epocale si festeggia nel mondo della comunicazione: cento anni di radio e settant'anni di televisione. TuttoBallo20 esplora l'evoluzione di questi mezzi che hanno plasmato la società, dalla loro nascita fino all'attuale panorama mediatico. Un tuffo nella storia che ci permette di riflettere su come la radio e la televisione abbiano influenzato la nostra cultura e la nostra percezione del mondo.

La musica è protagonista di un ampio spazio, con un'analisi approfondita su ciò che ci aspetta nel panorama musicale del 2024. Anticipazioni esclusive sulla 74° edizione del Festival di Sanremo condotto per la quinta volta da Amadeus. Quali emozioni e sorprese il famoso evento canoro italiano porterà quest'anno?.

Il cinema è un altro settore che riceve un'attenzione particolare, Leonardo Pieraccioni torna al cinema con un film commedia che omaggia il coraggio, al suo fianco NinoFrassica, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua, mentre per i più piccoli segnaliamo il film sullo Zecchino d’Oro “Pigiama Party”.

Il teatro, con la sua magia e la sua capacità di coinvolgere il pubblico in modo unico, è al centro di articoli dedicati a spettacoli imperdibili. Per citarne uno, “Come è ancora umano lei, caro Fantozzi” di e con Anna Mazzamauro la strepitosa signorina Silvani.

L'arte, nella sua varietà di espressioni, è celebrata attraverso sezioni dedicate a pittura e scultura. Artisti che trovano spazio per condividere le loro visioni e ispirare il pubblico con la loro creatività. Mostre di rilievo vengono presentate in dettaglio, invitando i lettori a immergersi in esperienze artistiche uniche.

Questo numero di Tuttoballo20 è un compendio avvincente delle prospettive del 2024. Con un mix equilibrato di cultura, intrattenimento e benessere, il magazine offre un'esperienza completa per chi desidera essere informato, ispirato e intrattenuto in questo inizio di anno ricco di promesse.

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38<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r T "


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in ogni sua forma. Diventa mecenate<br />

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"Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>".<br />

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C/C: 1039059199<br />

ass.stefanofrancia@gmail.com<br />

+39 335 435168<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com


TuttoBallo - Gennaio/Febbraio <strong>2024</strong> - n. 38<br />

Copertina: Amadeus - Presentatore della 74 edizione del Festival di Sanremo- Ufficio Stampa RAI<br />

Contro Copertina: Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua, Nino Frassica<br />

protagonisti del film “Pare Parecchio Parigi”. 01 Distribution<br />

Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

COLLABORATORI: Lisa Bernardini, Maria Luisa Bossone, Antonio Desiderio,<br />

Francesco Fileccia, David Bilancia, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Sandro<br />

Mallamaci, Walter Garibaldi, Davide Ferraro, Francesco Leone, Assia<br />

Karaguiozova,, Elza De Paola, Giovanna Delle Site, Francesca Meucci.<br />

Fotografi: Luca Di Bartolo, Monica Irma Ricci, Elena Ghini, Cosimo Mirco<br />

Magliocca Photographe Paris, Luca Valletta, Raul Duran, Raul, Alessio<br />

Buccafusca, Alessandro Canestrelli, Alessandro Risuleo. Altre foto pubblicate<br />

sono state concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine social dei<br />

protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto d’autore,<br />

vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65<br />

comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornalistica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />

Editoriale<br />

Cari amici e lettori,<br />

benvenuti al primo numero dell'anno <strong>2024</strong> di<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>! Questa edizione celebra l'eclettismo<br />

dell'arte e dello spettacolo. Dall'emozione del Festival<br />

di Sanremo al ricordo dei 100 anni della radio e i 70<br />

della televisione, esploriamo le radici della nostra<br />

cultura. Pesaro, capitale della cultura <strong>2024</strong>, è un<br />

viaggio attraverso l'eccellenza artistica. Nel cinema,<br />

Pieraccioni incanta i sognatori con un nuovo film.<br />

Danza, teatro, musica, libri e ritratti di personaggi<br />

affascinanti: <strong>TuttoBallo20</strong> anche quest’anno vi vuole<br />

accompagnare nei vari rifugi dell'arte in tutte le sue<br />

forme. Grazie ancora a tutti gli oltre 4 milioni di<br />

visitatori che ogni giorno continuano a sfogliare questa<br />

rivista. Grazie a tutti i redattori che volontariamente<br />

mettono la loro arte della comunicazione al servizio di<br />

tutti. Il <strong>2024</strong> voglio che sia per tutti noi un anno di<br />

successi. I nostri sbagli del 2023 possono aiutarci a<br />

realizzare i nostri sogni. Buon Anno a tutti e Buona<br />

lettura!<br />

Contro Copertina: Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua, Nino Frassica protagonisti del film Pare Parecchio Parigi. o1Distribution<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


Il LAC - Lugano Arte e Cultura - ha reso omaggio a Robert Wilson, eclettico<br />

artista statunitense capace come pochi altri di attraversare il paesaggio<br />

delle arti restando fedele ad una poetica unitaria.<br />

©Robert Wilson, Kool, gufo delle nevi, 2006


DILLO ALLA DANZA <strong>2024</strong><br />

V^ CONCORSO MULTI ARTE<br />

29 APRILE <strong>2024</strong><br />

Unisciti a noi per celebrare la prossima Giornata Mondiale della Danza. IL 29 aprile torna il Concorso Multi-Arte<br />

"Dillo alla Danza", una straordinaria opportunità per tutti gli artisti: dai ballerini ai pittori, dagli scrittori ai scultori, dai<br />

cantanti, musicisti ai poeti, di mostrare la loro arte.<br />

É arrivando il momento di esprimere il tuo amore per la danza attraverso la tua arte.<br />

Il concorso celebra la convergenza delle arti, offrendo una piattaforma unica per esplorare la danza in connessione<br />

con altre forme artistiche. Invitiamo talenti creativi da tutto il mondo ad iscriversi al concorso gratuitamente.<br />

Le opere più convincenti saranno selezionate per esibirsi nel corso del convegno evento che si terrà a Roma il 28<br />

aprile. Condividi la tua arte con noi dell’Associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong> inviandoci un video di 1 minuto<br />

dove ci presenti la tua arte. Le migliori verranno selezionate per partecipare all’evento.<br />

Mostraci ora la tua arte iscrivendoti gratuitamente a Dillo Alla Danza.<br />

Fai conoscere la tua arte ora inviando una email: tuttoballo20@gmail.com


<strong>2024</strong><br />

Un Secolo di onde celebrano i<br />

100 Anni della Radio e i 70 Anni della Televisione<br />

Il 6 ottobre 1924, un sottile filo invisibile di onde elettromagnetiche collegò le menti e i cuori di<br />

milioni di persone, dando inizio a un'era di trasformazione nella comunicazione umana: la<br />

radio. Settant'anni dopo, il 3 gennaio 1954, un nuovo capitolo si aprì con l'avvento della<br />

televisione italiana. Questi due mezzi di comunicazione hanno plasmato il modo in cui<br />

raccontiamo storie, ci informiamo e intratteniamo, trasformando la parola in onde e le immagini<br />

in una finestra aperta sul mondo.<br />

Il Fascino Invisibile della Radio<br />

La radio, con la sua magia di trasmettere suoni attraverso il vuoto, ha reso tangibile<br />

l'intangibile. Nei suoi primi anni, la radio era il ponte che collegava le famiglie, fornendo notizie,<br />

storie e musica attraverso onde hertziane. Grandi voci come quella di Orson Welles riuscivano<br />

a trasportare il pubblico in mondi fantastici con la sola potenza della parola. Nel periodo d'oro<br />

della radio, la narrazione raggiunse vette straordinarie, creando un teatro dell'immaginazione<br />

che sfidava la gravità.<br />

L'Alba del Mondo Visivo: La Televisione<br />

Con l'avvento della televisione, il suono della parola si unì all'immagine in movimento.<br />

Il 3 gennaio 1954 segnò l'inizio di un'era visiva che trasformò la comunicazione umana. La<br />

televisione non solo portò il mondo direttamente nelle case delle persone, ma trasformò anche<br />

la natura stessa dello spettacolo. Dai primi programmi come "Arrivi e Partenze" ai grandi show<br />

di intrattenimento degli anni successivi, la televisione divenne il punto focale delle case italiane.<br />

Maria Laura Boncompagni. Rinominata zia<br />

Radio e "l'usignolo della radio". (1930)<br />

Fulvia Colombo prima annunciatrice Rai<br />

3 gennaio 1954<br />

L'Evocazione Emotiva di Parola e Immagine<br />

La radio e la televisione hanno dimostrato la potenza di evocare emozioni e connessioni<br />

umane. La parola parlata, con la sua capacità di dipingere immagini mentali, si è evoluta in un<br />

medium che, accompagnato dalle immagini, trasmetteva un impatto ancora più profondo. Dagli<br />

spettacoli radiofonici che facevano vibrare l'immaginazione alle serie televisive che<br />

coinvolgevano lo spettatore in un mondo visivo, l'esperienza mediatica si è arricchita di<br />

sfumature.<br />

La Rivoluzione Digitale e la Convergenza Multimediale<br />

Con l'avvento del ventunesimo secolo, la digitalizzazione ha portato una nuova era di<br />

possibilità. La radio si è trasformata in podcast e streaming audio, mentre la televisione ha<br />

abbracciato piattaforme online e servizi di streaming. La convergenza multimediale ha reso<br />

possibile un accesso senza precedenti a una vasta gamma di contenuti, rompendo gli schemi<br />

degli orari fissi e dando il potere agli spettatori di decidere cosa, quando e come consumare i<br />

media.<br />

Il Legame Perenne tra Parola e Immagine<br />

La radio e la televisione hanno segnato due tappe fondamentali nella storia dei media.<br />

La parola e le immagini si sono intrecciate nel corso degli anni, offrendo un'esperienza<br />

mediatica completa che stimola mente e cuore. Nasce la radiovisone e i due media si<br />

intrecciano creando una programmazione fruibile da ogni apparecchio. Oggi Fiorello con Viva<br />

Rai2 è un pò VivaRadio2, come recita il claim. Molte radio private hanno potenziato la loro<br />

audience aprendo lo studio al piccolo schermo. La radio ancora dimostra che la parola può<br />

essere potente anche senza immagini, mentre la televisione ha amplificato l'impatto emotivo<br />

delle storie attraverso il potere visivo. Insieme, hanno tessuto un legame perenne, offrendo un<br />

viaggio senza tempo attraverso le onde della comunicazione.<br />

Gianni Boncompagni e Renzo Arbore - 1970 Alto<br />

Gradimento. Programma radiofonico che<br />

cambiò il modo di fare radio.<br />

Fabrizio Biggio, Fiorello e Mauro Casciari. Viva Rai2,<br />

programma cult della stagione RAI 2023/<strong>2024</strong>


Un anno pieno di iniziative da "The Life" di Marina Abramović a<br />

Rossini. Il simbolo sarà la maxi “Biosfera” tecnologica che illuminerà<br />

piazza del Popolo, coinvolgendo gli spettatori in un'esperienza<br />

interattiva


Pesaro, incantevole città italiana affacciata sul Mar Adriatico, si prepara a brillare come<br />

Capitale della Cultura nel <strong>2024</strong>. Rinomata per la sua ricca storia artistica, architettonica e<br />

musicale, Pesaro si distingue per il suo patrimonio culturale straordinario. La città accoglie<br />

il prestigioso titolo con entusiasmo, promettendo un'esperienza culturale indimenticabile<br />

attraverso eventi, mostre e performance che celebreranno la sua eredità unica.<br />

Dai tesori architettonici alle tradizioni musicali, Pesaro si prepara a catturare il<br />

cuore dei visitatori, offrendo un viaggio immersivo nell'arte, nella storia e<br />

nell'ospitalità della sua comunità vibrante. Il <strong>2024</strong> sarà un anno straordinario con<br />

329 eventi in programma in 365 giorni, 150 artisti coinvolti. La cerimonia di<br />

inaugurazione con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si terrà il 20<br />

gennaio alla Vitri Frigo Arena. Simbolo della Capitale italiana della cultura <strong>2024</strong><br />

sarà la maxi “Biosfera” tecnologica, che illuminerà piazza del Popolo con i suoi 4<br />

metri di diametro e milioni di Led: un'infrastruttura multimediale unica al mondo,<br />

che coinvolgerà gli spettatori in un'esperienza multisensoriale e interattiva.<br />

Il tema portante è "La natura della cultura" mood esanimato secondo i cinque principi di<br />

ubiquità, imprevedibilità, vita, operosità e mobilità, con l’obiettivo di offrire un’idea di cultura<br />

inclusiva e in dialogo con l’ambiente. La performance “The Life” di Marina Abramović<br />

(un’esperienza di mixed reality in cui i visitatori incontreranno l’artista in modo intimo ma<br />

digitale), “Kagami” di Riūichi Sakamoto e Tin Drum, “Ritornano le lucciole: Spark” di<br />

Studio Roosegaarde; “Twin Color” di Murcof e Simon Geilfus e “Rimini Protokoll_Remote<br />

Pesaro” di Rimini Protokoll sono solo alcuni degli appuntamenti del ricco programma.<br />

In calendario prime nazionali e mondiali, artisti internazionali, musicisti come<br />

Claudio Baglioni, Max Gazzè e i Pinguini Tattici Nucleari, gli attori protagonisti della<br />

Stagione di Prosa Capitale al Teatro Rossini come Virginia Raffaele (in foto),<br />

Drusilla Foer, Arturo Brachetti, giornalisti, politici, personaggi come la senatrice<br />

Liliana Segre e Ingrid Betancourt, simbolo vivente della lotta al terrorismo.<br />

“Il <strong>2024</strong> sarà un anno straordinario, che vedrà Pesaro protagonista in Italia e nel Mondo<br />

come Capitale della cultura - ha commentato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci -<br />

Un’opportunità storica, che abbiamo deciso di giocarci al meglio, con un programma di<br />

levatura mondiale, che accende i riflettori sulle unicità culturali, ambientali, imprenditoriali,<br />

enogastronomiche della nostra bellissima provincia. Pesaro <strong>2024</strong> è un progetto collettivo,<br />

che abbraccia le due grandi sfide epocali che stiamo vivendo: quella ambientale e quella<br />

culturale, centrali nella narrazione del nostro dossier e nella pianificazione del programma.<br />

È il racconto di un territorio che ha deciso di giocarsi questa sfida in maniera corale, come<br />

una “città orchestra”, dove ognuno di noi, comuni, imprese, associazioni, cittadini, suona il<br />

proprio strumento per comporre insieme una melodia di rinascita”.<br />

Il 29 febbraio, ci sarà spazio anche per "Buon Compleanno Rossini", giornata di<br />

festa diffusa in onore del genio pesarese, in cui verrà inaugurato uno dei<br />

contenitori simbolo della Capitale italiana della cultura <strong>2024</strong>: l’Auditorium<br />

Scavolini.<br />

"La cultura nelle città contemporanee è divenuta una risorsa primaria, un ingrediente<br />

fondamentale per motivare i cittadini alla sperimentazione e all’esplorazione di nuovi<br />

modelli di sviluppo, con questo presupposto abbiamo affrontato la progettazione di<br />

Pesaro <strong>2024</strong> - ha spiegato il direttore artistico di Pesaro <strong>2024</strong> Agostino Riitano -<br />

Sono convinto che l’attuazione del programma culturale, 329 eventi in 365 giorni di<br />

programmazione con circa 150 artisti, sarà uno strumento efficace per accrescere forme<br />

di confronto tra tutti gli attori che hanno un ruolo significativo nella trasformazione culturale<br />

della comunità pesarese e della sua Provincia".<br />

A cinquant’anni da “Sculture nella città di Arnaldo Pomodoro”, si terrà la mostra<br />

“Dalle sculture nella città all’arte delle comunità”, curata da Marcello Smarrelli, che<br />

porterà nei quartieri di Pesaro dodici opere, realizzate da dodici artisti di diverse<br />

discipline e generazioni, secondo percorsi di coprogettazione con i cittadini.


Martino Cusano<br />

Un successo il calendario firmato dal<br />

fotografo concettuale vincitore del 7th<br />

“Black & White Spider awards”


Il fotografo Martino Cusano ha ideato un percorso di opere<br />

concettuali che ragiona sull'uomo, sul tempo in divenire e sulla<br />

speranza del genere umano.<br />

E' un progetto di ampio respiro, pensato nella sua totalità per il<br />

mondo del collezionismo e della cultura visiva contemporanea,<br />

e suddiviso in tre serie - blu rossa gialla – che prevedono<br />

diverse edizioni e tirature.<br />

La - serie Blu - Tempo sospeso - “21 grammi" #1 - si apre con<br />

una prima -edizione cmyk - un'opera certificata che nel<br />

formato 30x30 con tiratura calcolata di 500 pezzi, prende ora<br />

la forma di un calendario aziendale attraverso i i pezzi<br />

fotografici che la compongono.<br />

La Naici Italia, brand riconosciuto ad alti livelli, nella ricorrenza<br />

dei suoi 40 anni di attività,ha inteso infatti valorizzare e<br />

celebrare il valore della creatività come energia che scorre e si<br />

rinnova, e ha voluto farlo attraverso il lavoro artistico del<br />

fotografo pontino che con "Tempo sospeso" sembra volerci<br />

invitare a modificare il nostro sguardo di fronte alla velocità di<br />

un mondo che corre a ritmi vorticosi in una continua<br />

interazione tra reale e virtuale.<br />

Il risultato è quello di una umanità che, rappresentata<br />

attraverso diverse parti del corpo (in cui domina il colore che il<br />

soggetto sente mancargli), viene inizialmente scomposta (la<br />

fragilità dell'oggi) per essere poi "ricomposta" al termine del<br />

percorso fotografico in una figura "altra" che simboleggia<br />

quell'ignoto/futuro al quale ancora non sappiamo attribuire una<br />

forma, ma che qualsiasi essa sia - ed è questa la nostra forza<br />

- avrà gambe per correre, mani per agire, testa per pensare,<br />

occhi per osservare e un cuore per emozionarsi.<br />

Il "21 grammi" che si accompagna al titolo, vuole<br />

rappresentare il peso dell'anima che è sempre importante<br />

portare con sé. Il peso di una piuma che spazza via l'inutile<br />

fardello delle paure nel prossimo e nel domani.<br />

Durante il processo creativo, Martino Cusano si è ispirato a<br />

pittori come De Chirico e Picasso per il gioco di composizioni e<br />

nuove prospettive, a volte ha pensato alla pop art di Andy<br />

Warhol.<br />

“L'intero progetto non intende fornire risposte definitive sui<br />

temi che lo hanno generato” - ha dichiarato l'autore – “ma<br />

offrirsi come uno spazio diretto di incontro e riflessione tra<br />

l’opera e lo spettatore”. Martino Cusano ama da sempre<br />

condurre le persone sul confine in cui l'obiettività del reale<br />

rivela le sue verità nascoste. Spazi architettonici, spazi scenici,<br />

posa, uomo sono i "luoghi" della sua visione.<br />

L’opera si può richiedere tramite mail a<br />

Info@marketingnaici.it o info@martinocusano.com<br />

Martino Cusano, fotografo concettuale del 1965, si distingue<br />

nel racconto umano e collabora con architetti e designer per<br />

narrazioni visive. Esperto in arte, comunicazione e sistemi<br />

luminosi, crea installazioni fisse e temporanee. Laureato nel<br />

1985 presso l'Istituto Europeo di Design, avvia nel 1995 la<br />

Stamperia San Marco 14, divenuta polo di riferimento. Dal<br />

2007 collabora con NaiciItalia, mentre dal 2020 guida il brand<br />

ITUSPHOTO per narrazioni visive, interni e architettura. Le<br />

sue immagini riflettono l'influenza di Maestri come Sanders,<br />

Sugimoto, Fellini e Hitchcock, con una profonda espressione<br />

simbolica nella ritrattistica e un'attenzione ai dettagli e agli<br />

spazi. Vincitore del 7° "Black & White Spider Awards".


di Sandro Mallamaci<br />

<strong>2024</strong><br />

RISCOPRIRE I BORGHI DIMENTICATI<br />

Voglia di trascorrere una giornata in serenità cercando di<br />

lasciare da parte i problemi e gli stress quotidiani. Se poi si è<br />

in buona compagnia è ancora meglio.<br />

E allora dove si va il fine settimana?<br />

Stare a casa non se ne parla: si deve andare da qualche<br />

parte. Una semplice gita fuori porta, una passeggiata, una<br />

"mangiata", ovviamente tra amici.<br />

È ormai quasi di moda andare alla scoperta di luoghi e<br />

tradizioni che rischiano di scomparire e di essere dimenticati,<br />

se non fosse per qualche volontario che con pochi mezzi<br />

riesce a ridare vita a piccolissimi centri, ormai poco abitati,<br />

offrendo ospitalità senza troppe pretese e degustazioni di piatti<br />

e prodotti tipici della zona.<br />

È un piccolo giro d'affari per queste comunità che così<br />

possono continuare ad esistere e che devono essere<br />

considerate un vero e proprio patrimonio culturale.<br />

Spesso le iniziative nascono dalle associazioni di appassionati<br />

e volontari sia che si tratti di rivitalizzare i borghi sia che si<br />

tratti di organizzare le gite.<br />

E così è capitato che una ASD abbia organizzato una giornata<br />

in allegria coinvolgendo una cinquantina di over 60 per una<br />

puntatina in un paese alle pendici dell'Aspromonte.<br />

Poco visitato ma molto famoso, qui è nato un artista che<br />

non è più tra noi e che ha portato in giro per il mondo il<br />

nome della Calabria con le sue canzoni.<br />

I giovani forse non lo conosceranno ma quelli di una certa<br />

età si ricorderanno sicuramente di Mino Reitano. Il suo<br />

paese è Fiumara che lui portava sempre nel suo cuore,<br />

tanto è vero che ne ha fatto anche una canzone di<br />

successo. Qui, su iniziativa di un'associazione culturale, è<br />

allestito un piccolo museo dove sono raccolti tanti ricordi di<br />

questo compianto concittadino. Una visita di pochi minuti ma<br />

di intensa emozione, ripensando alla vita vissuta e ai tanti che<br />

non sono più con noi. Piccola frazione di Fiumara è Borgo<br />

Croce. Quasi inaccessibile, arroccata sulle coste di una<br />

vallata, ci si immerge in un tempo che sembra essersi fermato<br />

a tanti anni fa. Gli odori e i sapori sono quelli che solo questi<br />

luoghi possono offrire; aria pura e suoni della natura ci<br />

ricaricano di energie e voglia di vivere. Esperienze che sono<br />

replicabili in tantissimi altri luoghi di questa nostra bella Italia.<br />

Non sono vere vacanze quelle che vi invitiamo a trascorrere<br />

ma brevi escursioni di qualche ora per tuffarsi nei ricordi dei<br />

nostri cari anziani e per non dimenticare le nostre vere origini.


LIGHTS IN<br />

NATURE<br />

LIFE<br />

L’evento luminoso più famoso al mondo arriva a Roma e si prepara a<br />

inondare di magia e bellezza le vostre serate nei Giardini Brancaccio<br />

fino al 18 febbraio <strong>2024</strong>.


LIGHTS IN NATURE – LIFE è una straordinaria e suggestiva esperienza immersiva che invita<br />

i visitatori a esplorare un giardino segreto nel cuore di Roma attraverso luci e suoni che<br />

reinventano la magia del Natale.<br />

Grandi e piccini potranno vivere un’avventura notturna ricca di incredibili proiezioni e<br />

spettacolari giochi di luce che celebrano l'armonia tra l'uomo e la natura e rappresentano la<br />

vita sul Pianeta Terra attraverso i suoi quattro elementi: acqua, aria, fuoco e terra.<br />

Un viaggio che sarà un percorso di bellezza, ma anche di consapevolezza verso una<br />

necessaria sostenibilità ambientale nel centro storico di Roma.<br />

LIGHTS IN NATURE – LIFE è uno dei capitoli del progetto Naturaleza Encendida, nato in<br />

Spagna e che dalla sua creazione nel novembre 2020 nel Real Jardín Botánico de Madrid, ha<br />

fatto tappa in diverse città europee, accogliendo oltre 1 milione di persone da tutto il mondo.<br />

Naturaleza Encendida è un concept sviluppato dalla società madrilena di produzione di<br />

spettacoli LETSGO Company che ha dimostrato un eccezionale impegno per l’innovazione e la<br />

sostenibilità nel campo degli spettacoli di luce.<br />

Diversi sono gli spettacoli luminosi offerti dal progetto Naturaleza Encendida<br />

contemporaneamente aperti al pubblico: Origen a Barcellona, Explorium a Tenerife, Insectos a<br />

Madrid, Itsasaldi a Bilbao e il recente Dalì Universe inaugurato lo scorso 15 novembre con<br />

grande successo a Parigi.<br />

Ogni parco offre magiche passeggiate notturne in differenti ambienti naturali dove il visitatore<br />

diventa protagonista e viene invitato a scoprire una ricca biodiversità in spettacoli di luci carichi<br />

di sorprese e adatti a ogni fascia di età.<br />

Ora, LetsGo Company e il partner italiano Show Bees, di Marzia Ginocchio e Gianmario<br />

Longoni, sono lieti di portare LIGHTS IN NATURE – LIFE nella Capitale, offrendo a tutti i<br />

visitatori un’esperienza sensoriale che renderà ancora più magico il Natale e che continuerà ad<br />

illuminare le notti romane fino alle porte della primavera.<br />

LIGHTS IN NATURE – LIFE guida i visitatori attraverso quattro aree tematiche:<br />

BIOSFERA, TERRA, ACQUA, ARIA. Un'esperienza pervasa di luce per esplorare uno spazio<br />

da sogno dove percepire l'incanto palpabile della natura e godere di uno spettacolo visivo<br />

unico nel suo genere.<br />

Uno spettacolo, della durata di circa 60 minuti, che incanta il pubblico di ogni età e si trasforma<br />

in ricordi indelebili.


Figure di Ghiaccio<br />

ad Ortisei.<br />

Neve e arte in Val Gardena. Il nuovo anno si<br />

festeggia con il Concorso “Sculture nella<br />

neve” a Selva e “Figure di ghiaccio” a Ortisei<br />

dove l’arte trasforma la neve e il ghiaccio.


La storia dell’intaglio nel legno in Val<br />

Gardena ha lontane origini e risale al<br />

17esimo secolo. Le famiglie di contadini<br />

superavano i mesi invernali in cui non<br />

avevano alcun raccolto realizzando con il<br />

legno oggetti di varie utilità, figure<br />

religiose e giocattoli per bambini da<br />

vendere ai mercati in primavera. Le<br />

sculture e i giocattoli fatti a mano<br />

divennero presto noti in tutto il mondo e<br />

la loro vendita contribuì al boom<br />

economico della Val Gardena.<br />

L’artigianato fu tramandato con passione<br />

di generazione in generazione e copre<br />

ancora ad oggi un ruolo fondamentale in<br />

tutta la valle. Gli studenti e futuri artisti<br />

vengono formati presso il liceo artistico<br />

“Cademia” di Ortisei, dove possono<br />

esprimere la loro creatività e la loro arte<br />

per poter continuare a dare vita<br />

all’artigianato della Val Gardena.<br />

A gennaio le fredde temperature<br />

invernali permettono ogni anno di<br />

decorare la zona pedonale di<br />

Ortisei con queste imponenti<br />

figure di ghiaccio che ogni anno<br />

sorprendono i visitatori.<br />

Queste bellissime opere sono<br />

realizzate in collaborazione con<br />

artisti locali e con gli studenti<br />

della scuola professionale per<br />

l’artigianato artistico della Val<br />

Gardena.<br />

Insieme danno vita a ben 600<br />

blocchi di ghiaccio rettangolari<br />

(16x16x80cm) utilizzando martelli<br />

e scalpelli ma anche motoseghe<br />

e bruciatori a gas.<br />

Il tema di quest’anno per le<br />

Figure di ghiaccio è “Giocattoli<br />

della Val Gardena”.<br />

Maggiori informazioni:<br />

Ortisei - Alto Adige<br />

+39 0471 777600<br />

ortisei@valgardena.it


L A R E D A Z I O N E


Il Festival di Sanremo <strong>2024</strong> è alle porte, e già l'aria è densa di<br />

aspettative. Questa edizione, che segna il quinto anno consecutivo<br />

sotto la direzione di Amadeus, presenta una novità inattesa: l'assenza<br />

del suo storico agente Lucio Presta. Un divorzio professionale che ha<br />

fatto scalpore, annunciato a dicembre, la notizia ha alimentato ancor di<br />

più la curiosità del pubblico riguardo a cosa riserverà questa nuova<br />

edizione dell'evento canoro più importante d'Italia. Dal 6 al 10 febbraio<br />

Sanremo canta con 30 big in gara<br />

.<br />

Chi sono i trenta cantanti in gara.<br />

Sanremo <strong>2024</strong> è pronto a stupire il pubblico con un'edizione che<br />

promette emozioni e sorprese. Come per l'edizione del 2023, l'unico<br />

premio in palio al 74° Festival della Canzone Italiana sarà dedicato alla<br />

categoria "Artisti". La kermesse canora vedrà la partecipazione di artisti<br />

di grande talento e fama, pronti a contendersi il prestigioso titolo.<br />

Tra i nomi che vedremo sul Palco dell’Ariston troviamo Ghali con "Casa<br />

mia", Alessandra Amoroso con "Fino a qui", Gazzelle con "Tutto<br />

qui". Ricchi e Poveri porteranno sul palco "Ma non tutta la vita", mentre<br />

Dargen D'Amico stupirà con "Onda alta". Angelina Mango rivelazione<br />

Amici 2023 che si esibirà con "La noia" e Fred De Palma incanterà il<br />

pubblico con "Il cielo non ci vuole". Fiorella Mannoia presenterà<br />

"Mariposa" e Loredana Bertè farà vibrare il palco con "Pazza".<br />

Mr.Rain emozionerà con "Due altalene", mentre Geolier porterà sul<br />

palco "I p' me, tu p' te". Negramaro ripartirà da zero con "Ricominciamo<br />

tutto" e Rose Villain farà scattare il pubblico con "Click boom!".<br />

Mahmood, vincitore dell'edizione 2019, si esibirà con "Tuta gold" e<br />

Diodato, vincitore del 2020, presenterà "Ti muovi". Annalisa porterà<br />

sul palco "Sinceramente" e Il Volo emozionerà con "Capolavoro".<br />

Emma dopo la vincita del 2012 torna al suo quarto festival per<br />

incantare il pubblico con "Apnea" e Francesco Renga & Nek si<br />

uniranno per "Pazzo di te". La Sad porterà il suo sound con<br />

"Autodistruttivo" e Irama farà scatenare il pubblico con "Tu no". Big<br />

Mama farà sentire la sua voce potente con "La rabbia non ti basta" e<br />

The Kolors presenteranno "Un ragazzo una ragazza". Sangiovanni,<br />

vincitore dell'edizione 2021, si esibirà con "Finiscimi". Il Tre porterà sul<br />

palco "Fragili", Alfa stupirà con "Vai!", Maninni si esibirà con<br />

"Spettacolare". I tre finalista di Sanremo Giovani che si sono aggiudicati<br />

la presenza al festival il 19 dicembre scorso sono: Clara vincitrice del<br />

concorso andato in onda su Rai1 che emozionerà con "Diamanti<br />

grezzi", Santi Francesi che porteranno "L'amore in bocca" e bnkr44 con<br />

"Governo punk". Insomma, le aspettative per il Festival di Sanremo<br />

<strong>2024</strong> sono altissime e i trenta cantanti in gara promettono di regalare<br />

emozioni e sorprese al pubblico. Non resta che attendere con<br />

trepidazione l'inizio della kermesse canora più amata dagli italiani. Sarà<br />

un'edizione indimenticabile, con artisti che si esibiranno con passione e<br />

talento, regalando emozioni e lasciando un segno nella storia della<br />

musica italiana.


Il Quinto Atto di Amadeus: I conduttori di Sanremo <strong>2024</strong><br />

Amadeus, noto per la sua carismatica conduzione e la sua capacità di<br />

intrattenere il pubblico, si prepara a dirigere il suo quinto Festival di<br />

Sanremo con la determinazione di offrire uno spettacolo indimenticabile,<br />

ogni sera affiancato da un co-conduttore diverso:<br />

Prima serata, martedì 6 febbraio: Marco Mengoni<br />

seconda serata, mercoledì 7 febbraio: Giorgia<br />

terza serata, giovedì 8 febbraio: Teresa Mannino<br />

quarta serata, venerdì 9 febbraio: Lorella Cuccarini<br />

serata finale, sabato 10 febbraio: Fiorello<br />

Scenografia: Le mille luci di Sanremo<br />

La scenografia di Sanremo <strong>2024</strong> si preannuncia spettacolare e ricca di<br />

sorprese, grazie al talento e all'esperienza di Gaetano Castelli e Maria<br />

Chiara Castelli. Questi due veterani del palco sanremese, che vantano<br />

rispettivamente ventuno e nove edizioni di collaborazione con il Festival,<br />

sono pronti a stupire il pubblico con "le mille luci di Sanremo". Gaetano<br />

Castelli, scenografo di lunga data, ha dimostrato di saper creare<br />

atmosfere uniche e suggestive, capaci di trasportare lo spettatore in un<br />

mondo incantato. Le sue scenografie sono sempre state caratterizzate<br />

da un mix di eleganza, modernità e originalità, che hanno reso il palco<br />

di Sanremo un vero e proprio spettacolo visivo.<br />

Primo gossip: Amadeus e Lucio Presta<br />

La "coppia di fatto" più potente dello spettacolo si dice addio prima del<br />

Festival di Sanremo <strong>2024</strong> creando il primo giallo della 74 edizione.<br />

Una coppia professionale che ha segnato molteplici successi nel<br />

panorama televisivo italiano, hanno deciso di intraprendere strade<br />

separate proprio alla vigilia di Sanremo <strong>2024</strong>. I dettagli esatti di questa<br />

rottura non sono stati resi pubblici, tutti siamo rimasti sorpresi dalla<br />

notizia che ha fatto scalpore nel mondo dell'intrattenimento italiano.<br />

Tuttavia, sia Amadeus che Lucio Presta hanno rassicurato il pubblico<br />

che questo cambiamento non influenzerà il Festival, e il direttore<br />

artistico è pronto a portare avanti la sua visione senza il supporto<br />

dell'agente che lo ha affiancato per tanto tempo. Comunque vada sarà<br />

un successo, diceva qualche edizione fa Piero Chiambretti. Certamente<br />

sarà un'edizione indimenticabile, con artisti che si esibiranno con<br />

passione e talento, regalando emozioni e lasciando un segno nella<br />

storia della musica italiana


BIENNALE DANZA <strong>2024</strong><br />

Le compagnie MdN e Vidavè vincitrici del<br />

bando nazionale. Melisa Zulberti vincitrice del<br />

bando internazionale.<br />

Vidavè<br />

Bennale Venezia Danza <strong>2024</strong>


Sono stati scelti i vincitori dei bandi per nuove coreografie destinati dalla<br />

Biennale Danza a progetti coreografici di artisti italiani e stranieri under<br />

35. Due le compagnie italiane selezionate per il bando nazionale: Miller<br />

de Nobili (MdN), ovvero Maria Chiara de Nobili e Alexander Miller, e<br />

Vidavè, che riunisce Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali. Per il<br />

bando internazionale, vince l’argentina Melisa Zulberti.<br />

I tre progetti selezionati, originali e inediti, scelti in una rosa di oltre 350<br />

proposte, andranno in scena in prima mondiale alla Biennale Danza<br />

<strong>2024</strong> dal 18 luglio al 3 agosto.<br />

Al suo terzo anno di vita, l’iniziativa rientra nel progetto pluriennale di<br />

commissioni e co-commissioni del Settore Danza della Biennale di<br />

Venezia - diretto da Wayne McGregor - che destina risorse alla<br />

creazione coreografica delle nuove generazioni.<br />

Scrive Wayne McGregor motivando la scelta degli artisti:<br />

“La regista argentina, artista visiva, specialista dell’installazione e<br />

danzatrice contemporanea Melisa Zulberti sfida le convenzioni con il<br />

suo corpus di opere multi-dimensionale e socialmente consapevole. Nel<br />

suo elettrizzante nuovo progetto interdisciplinare, creato appositamente<br />

per la Biennale Danza <strong>2024</strong>, nove danzatori sospesi a mezz’aria,<br />

assieme a un set di telecamere a circuito chiuso generano un audace<br />

ecosistema audiovisivo. Zulberti ci propone il suo lavoro in un momento<br />

storico in cui creare legami forti gli uni con gli altri, situarci all’interno di<br />

una comunità e agire come tale sembra più urgente che mai. Il nuovo e<br />

creativo collettivo Miller de Nobili (MdN) condivide una visione che<br />

mescola break dance, danza contemporanea e danza urbana a<br />

tecniche teatrali per produrre lavori intriganti ed emotivamente intensi.<br />

Con There Was Still Time il dinamico duo prende ispirazione dal lavoro<br />

seminale di Samuel Beckett Aspettando Godot per esplorare una<br />

combinazione anti-convenzionale di forme fisiche e angoscia<br />

esistenziale. In folklore dynamics Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali<br />

(Vidavè) analizzano storie, proverbi, giochi, superstizioni e gesti di molti<br />

dialetti per permettere alla bellezza del folklore italiano di prendere<br />

forma nel movimento. Scavando il passato per incarnare un’eredità<br />

poetica e culturale, folklore dynamics tenta di trovare equivalenze tra<br />

parole e frasi danzate, verbale e non-verbale e forse anche fra detto e<br />

non detto”.<br />

Wayne McGregor- Direttore settore danza Bennale Venezia <strong>2024</strong><br />

MDN . Biennale Venzia Danza <strong>2024</strong> Melissa Zulberti - Biennale Venezia Danza <strong>2024</strong>


Formazione e Benessere<br />

formula vincente del <strong>2024</strong><br />

di Eugenia Galimi - Vice direttore<br />

Luis Capasso<br />

Il benessere della danza è un argomento sempre attuale<br />

e di grande importanza. La pratica di questa disciplina<br />

artistica non solo permette di mantenere il corpo in<br />

forma, ma contribuisce anche al benessere mentale e<br />

emotivo. Recentemente si è svolto un corso formativo<br />

presso il Ristorante "Panorama" di Villa San Giovanni,<br />

organizzato dalla Asc di Reggio Calabria, che ha<br />

riscosso un successo davvero inatteso. Il corso ha visto<br />

la partecipazione di circa 170 ballerini, provenienti da<br />

diverse associazioni sportive dilettantistiche (Asd) della<br />

zona. Durante lo stage, i partecipanti hanno avuto<br />

l'opportunità di apprendere nuove tecniche e migliorare<br />

le proprie abilità nella danza.<br />

Il Maestro Luis Capasso, con la sua esperienza e il suo<br />

carattere stimolante, è riuscito a coinvolgere sin da<br />

subito l'intera platea di ballerini. Durante la cena del<br />

sabato sera, che ha visto la partecipazione di oltre 150<br />

persone, le Asd presenti hanno avuto l'opportunità di<br />

esibirsi in alcuni dei loro balli preferiti.<br />

È stata un'occasione unica per mostrare al pubblico le coreografie<br />

accattivanti e inedite proposte dal Maestro Capasso. La serata è<br />

stata allietata dalla presenza di ballerini provenienti da Baila con<br />

Luis da Roma, Bailando, Nuova Fata Morgana, Maddy's Club e<br />

Pretty Woman di Reggio Calabria.<br />

Al termine della lezione, i due balli proposti sono stati ripresi e<br />

verranno presto pubblicati sui principali social media. Questa<br />

iniziativa ha rappresentato una prima esperienza riuscitissima,<br />

tanto che Antonio Eraclini e Renato Raffa, organizzatori<br />

dell'evento, hanno dichiarato la volontà di ripeterla al più presto,<br />

anche in vista dello Swell <strong>2024</strong>.<br />

L'importanza di fare formazione nella danza è fondamentale per<br />

permettere ai ballerini di migliorare le proprie competenze e<br />

scoprire nuove tecniche. La pratica costante e la partecipazione a<br />

corsi e stage rappresentano un modo per mantenere vivo l'amore<br />

per la danza e per continuare a crescere come ballerini.<br />

Il benessere che si può ottenere dalla danza non riguarda solo<br />

l'aspetto fisico, ma coinvolge anche la sfera emotiva e mentale.<br />

Ballare permette di esprimere emozioni, liberare lo stress<br />

accumulato durante la giornata e migliorare la propria autostima.<br />

Inoltre, la danza favorisce la socializzazione e la creazione di<br />

nuove amicizie, creando un ambiente positivo e stimolante. In<br />

conclusione, l'esperienza del corso formativo presso il Ristorante<br />

"Panorama" di Villa San Giovanni ha dimostrato l'importanza del<br />

benessere della danza e della formazione serale.<br />

La partecipazione numerosa e l'entusiasmo dei ballerini hanno<br />

confermato quanto sia fondamentale continuare a promuovere e<br />

supportare questa disciplina artistica.<br />

Luis Capasso con un allieva


TuttoBallo - Gennaio/Febbraio <strong>2024</strong> - n. 38<br />

“Il Mondo” raccontato da due straordinari ballerini.<br />

Riccardo Fruttaldo e Evgeniia Erofeeva<br />

di Fabrizio Silvestri<br />

critico di danza


ll 26 agosto 2023, la vibrante scena della danza a Taipei, Taiwan, è stata<br />

illuminata dalla straordinaria esibizione di ballerini eccezionali,<br />

Sul palco dell'Illume Taipei si è svolto il Gala Night 2023 - Taipei, al quale<br />

hanno partecipato ballerini di fama mondiale come Mirko Gozzoli e Edita<br />

Daniute, Kirill Belorukov e Valeria Aidaeva, Riccardo Fruttaldo e Evgeniia<br />

Erofeeva.<br />

La pièce centrale della serata è stata "il Mondo", un passo a due<br />

coreografato da Evgeniia Erofeeva e magistralmene danzato da Evgeniia e<br />

Riccardo Fruttaldo sulle note del trio Il Volo. La performance ha enfatizzato<br />

la fusione tra vari stili di danza, da quella contemporanea a quella moderna,<br />

facendo immergere il pubblico in un'esperienza unica e coinvolgente che<br />

richiamava alla mente le coreografie eleganti dipiù illustri coreografi mondiali<br />

come Merce Cunningham o Carolyn Carlson.<br />

"Il Mondo" è molto più di una semplice performance è un racconto<br />

emozionante che parla della connessione tra due persone e due mondi. La<br />

coreografia cerca di trasmettere il ritratto di realtà diverse, ma allo stesso<br />

tempo, trova un terreno comune che unisce i due ballerini in un dialogo<br />

appassionato.<br />

Riccardo Fruttaldo, con la sua presenza ha portato sul palcoscenico<br />

dell'Illume Taipei una dinamica energia, mentre Evgeniia Erofeeva con la<br />

sua eleganza e precisione, derivanti dalla sua formazione accademica<br />

presso il Trinity Laban di Londra, riempiva lo spazio con una eleganza<br />

spontanea tipica delle étoile.<br />

L'atmosfera accogliente ha fornito il contesto perfetto per questa<br />

straordinaria esibizione. Il pubblico è stato trasportato in un viaggio<br />

emozionante, testimone della magia che si sprigiona quando due artisti<br />

eccezionali si uniscono per creare qualcosa di veramente unico.<br />

Le routine di Riccardo Fruttaldo ed Evgeniia Erofeeva a Taipei ha<br />

rappresentato un momento indimenticabile per la danza. "Il Mondo" ha<br />

dimostrato che la danza è un linguaggio universale capace di abbattere le<br />

barriere culturali, unendo persone provenienti da mondi diversi in un<br />

momento di bellezza e connessione artistica. I due ballerini sembravano<br />

usciti da uno spettacolo disneyano dove ogni gesto sprigiona amore.<br />

Riccardo Fruttaldo ed Evgeniia Erofeeva, i protagonisti straordinari de "Il<br />

Mondo," quando li abbiamo incontrati per farci raccontare questa<br />

indimenticabile performance hanno sottolineato l'importanza della ricerca<br />

della musica giusta e lo studio approfondito dei passi per creare un ponte<br />

armonioso tra vari stili di danza.<br />

Riccardo Fruttaldo, ci ha tenuto a spiegare come la scelta della musica de Il<br />

Volo abbia giocato un ruolo cruciale nella creazione della coreografia de "Il<br />

Mondo". “La musica ha fornito il ritmo pulsante e l'atmosfera emotiva<br />

perfetta per la coreografia, contribuendo a definire il tono dell'intera<br />

esibizione. La ricerca della melodia giusta è stata una parte essenziale del<br />

processo creativo, poiché volevano trasmettere un'esperienza che andasse<br />

oltre il semplice spettacolo di danza”.<br />

Evgeniia Erofeeva, con la sua formazione accademica in danza classica e<br />

contemporanea, ha sottolineato invece, l'importanza di unire più stili di ballo.<br />

“Lo studio dei passi è stato un processo meticoloso, poiché abbiamo cercato<br />

di trovare un equilibrio armonioso tra la grazia e la precisione della danza”. Il<br />

risultato è stato un connubio unico di stili che ha affascinato il pubblico e ha<br />

reso "Il Mondo" un'opera d'arte in movimento.<br />

Entrambi hanno tenuto a precisare che per loro è molto importante<br />

esplorare nuovi territori artistici e abbracciare la diversità nella danza.<br />

Per Riccardo e Evgeniia "Il Mondo" è stato concepito come un viaggio di<br />

esplorazione e di connessione tra due emisferi apparentemente distanti,<br />

concetto che Fruttaldo ed Erofeeva hanno espresso perfettamente in ogni<br />

movimento sul palcoscenico di Tapeii.<br />

La performance straordinaria di questi due danzatori è il risultato di una<br />

ricerca appassionata della musica perfetta e dello studio meticoloso dei<br />

passi, dimostrando che la danza è un linguaggio universale che può unire<br />

stili diversi creando un’espressione artistica unica e coinvolgente.<br />

Evgeniia Erofeeva


ANTONIO<br />

DESIDERIO


Antonio, dopo tanti anni di collaborazione con la nostra<br />

rivista è arrivato il momento di conoscerti meglio…<br />

Hai chiuso il 2023 con un nuovo progetto di tournée in<br />

Korea… Raccontaci come è andata?<br />

Carissimi, grazie a voi di questa nuova intervista e di esserci<br />

ritrovati! Beh, che dire, è stata un esperienza davvero unica!<br />

Questo è il mio secondo anno in Korea e sempre con il<br />

grande classico del Natale per eccellenza, “Lo Schiaccianoci”<br />

con le coreografie di Yordan Krastev per il Sofia City Ballet,<br />

diretto dalla collega e amica Renee. Anche quest’anno il<br />

pubblico koreano ci ha accolto con il calore e l’amore di<br />

sempre, dandoci massiccia presenza a tutte le recite e<br />

regalandoci tantissimi applausi a fine spettacolo! Lo<br />

spettacolo è stato impreziosito dalla presenza di due<br />

importanti guest star: Elisabetta Formento, italiana e nuovo<br />

astro nascente che si sta imponendo sui maggiori teatri di<br />

tutto il mondo, e Cristo Vivancos, conosciuto al pubblico<br />

italiano dal programma televisivo “Amici” di alcuni anni fa.<br />

Sono molto felice di aver ripetuto questo progetto<br />

nuovamente nella magia del periodo di Natale….è stato uno<br />

spettacolo nello spettacolo!!!<br />

Da poco è iniziato il <strong>2024</strong> e tu sei già sulla scena con la<br />

produzione di “Giselle”….<br />

Si, ho aperto il <strong>2024</strong> in maniera veramente eccelsa! Il 07<br />

Gennaio al Teatro Giovanni Nuovo da Udine il debutto di<br />

“Giselle” con le coreografie di Maria Grazia Garofoli e la mia<br />

compagnia fondata nel 2019, la Romae Capital Ballet. Guest<br />

star d’eccezione due grandissime stelle della danza<br />

mondiale: Dinu Tamazlacaru e Iana Salenko, Etoiles dello<br />

Staatsoper di Berlino, invitati nei maggiori gala e palcoscenici<br />

internazionali. Sarà un grande emozione per tutto il pubblico<br />

e per tutti noi!<br />

Un’ottima apertura direi… Secondo te, il pubblico italiano<br />

rispetto a quello estero come risponde all’offerta del<br />

balletto Classico?<br />

Di sicuro bene in entrambi i fronti ma cambiano secondo me<br />

le modalità. Mi spiego meglio: all’estero c’è ancora<br />

un’attenzione per l’arte, specie quella italiana, e fin da tenera<br />

età i bambini vengono educati ad andare a teatro e a<br />

scoprirne la sua dimensione. Questo sicuramente alimenta<br />

nel tempo un gusto, una possibile inclinazione ad avvicinarsi<br />

sempre di più all’arte, volendo poi studiare canto, danza,<br />

recitazione. In Italia, a mio avviso, questo avviene meno ed il<br />

teatro è visto ancora come un ambiente elitario riservato a<br />

pochi. Il Teatro nasce come ambiente estremamente<br />

popolare e per ciò andrebbe inteso come un ambiente di<br />

aggregazione al pari di un qualsiasi locale conviviale e dove<br />

è possibile rapportarsi con altre persone che hanno il nostro<br />

stesso interesse. Inoltre ho sempre pensato e credo<br />

fortemente che l’educazione all’arte arricchisca sempre<br />

ognuno di noi ed essere spettatore di un grande spettacolo,<br />

di qualunque genere esso sia, arricchisce sempre ognuno di<br />

noi e ci rende ogni volta persone migliori.<br />

Quindi più teatro più<br />

emozioni?<br />

Di sicuro! Il teatro è il luogo in<br />

cui lo scambio tra<br />

palcoscenico e pubblico puo<br />

creare degli effetti sempre<br />

sorprendenti. Basta solo<br />

lasciarsi andare e saperli<br />

coglierli.<br />

Il 29 Gennaio sarai insignito con l’onorificenza di<br />

“Eccellenza Italiana” presso la Camera degli Atti<br />

Parlamentari del Senato della Repubblica Italiana. Che<br />

effetto ti fa essere insignito con una onorificenza della<br />

Repubblica Italiana<br />

Ho ricevuto diverse onorificenze nel corso dei vari anni<br />

specie i premi di settore coreutico ma questo sarà davvero un<br />

riconoscimento speciale perché italiano e da italiano come<br />

sono sempre stato, malgrado giri tutto il mondo, è motivo di<br />

profondo orgoglio. Poter portare il nome dell’Italia nel mondo<br />

con la mia professione è la gioia più grande.<br />

I prossimi progetti di Antonio Desiderio Managemet?<br />

Sarò al Teatro dell’Opera di Tirana per una nuova versione<br />

coreografica di Sabrina Bosco (fresca di nomina il mese<br />

scorso come nuovo Direttore del Ballo) del balletto “Giselle”,<br />

una nuova produzione per il Teatro Politeama di Tolentino<br />

dedicata alle musiche di Astor Piazzolla con la partecipazione<br />

straordinaria di Amilcar Moret Gonzalez e una serata ispirata<br />

alla bellezza e ai grandi fasti di Vienna in collaborazione con<br />

il Teatro Alfieri di Asti. Vi aspetto!


di Lisa Bernardini<br />

E’ appena uscita la sua ultima fatica letteraria: “Il mondo in pugno. Storie di ragazzi prodigiosi”(Vellecchi Firenze). E lei è<br />

splendida, con quel sorriso smagliante che ne fa una delle protagoniste della Cultura italiana fra le più accoglienti.<br />

Giornalista e scrittrice, Cinzia Tani è penna abile e brillante. E’ nata e vive a Roma, dove la incontriamo.<br />

Ha esordito come scrittrice nel 1987, con la pubblicazione del suo primo libro “Sognando California”, col quale si è<br />

aggiudicata il Premio Scanno. Una grande carriera anche nel piccolo schermo. Ha alternato la conduzione di programmi<br />

televisivi e radiofonici alla scrittura e alla divulgazione. Maturità classica, una Laurea in Lettere Moderne (110 e lode con la<br />

tesi “Pavese traduttore di scrittori americani”, con il Prof. Walter Pedullà) ed un diploma di Interprete Traduttrice nelle lingue<br />

inglese, francese e spagnolo presso la Scuola per Interpreti e Traduttori di Roma. In poche parole, una professionista<br />

preparata e meticolosa. Svariati i riconoscimenti in carriera. “Ce n’è uno che mi rende particolarmente orgogliosa. Nel 2004<br />

sono stata nominata Cavaliere su iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi per meriti culturali”<br />

- ci dichiara. “Un premio improvviso, che mi ha colto di sorpresa. Tutte le gratificazioni che mi sono arrivate per il mio lavoro,<br />

del resto, non le aspettavo. E mi hanno resa stupita e felice”. Cinzia Tani, nonostante il successo, è rimasta una donna<br />

umile. Ne siamo testimoni diretti, nel corso di una chiacchierata semplice ed amabile. Come lei.<br />

Settant’anni di cultura: un traguardo importante, festeggiato da poco, e trascorso quasi sempre tra i libri. Che<br />

bilancio di vita fai ?<br />

In un’altra intervista mi hanno domandato come fosse stata la mia adolescenza: beh, ho confessato che ho pianto per tutto<br />

il periodo. L’ho vissuta molto male, con genitori severissimi. Non potevo mai uscire, ma ero ribelle. Lo facevo di nascosto,<br />

scappavo di casa, bevevo i liquori che trovavo. Mi sentivo totalmente abbandonata. Sono i libri che mi hanno salvata.<br />

La lettura, la scrittura…mi hanno tenuta compagnia per tutta l’adolescenza ed i momenti tristi. La mia intera esistenza è per<br />

questo che l’ho dedicata a tutto ciò che ha a che fare con libri e cultura. Una vita pessima dal punto di vista sentimentale,<br />

ma soddisfacente da quello professionale. Ho fatto cose che mi è piaciuto fare, anche se magari in orari scomodi.<br />

Ad esempio, in tv conducevo programmi che andavano in onda di notte, o all’alba…ma erano tagliati per me.<br />

Qual è stato il filo conduttore selettivo di questo tuo ultimo libro, “Il mondo in pugno. Storie di ragazzi prodigiosi”?<br />

Ho cercato di raccontare uomini e donne, di Paesi diversi, vissuti fra l’Ottocento ed il Novecento, che avessero lasciato una<br />

traccia ben precisa nella storia dell’umanità. Personaggi immortali, di cui si parla ancora oggi. Alcuni famosissimi, altri forse<br />

meno, ma tutti di importanza primaria. Come la storia della velocista Wilma Rudolph, nata poliomielitica, vincitrice di ben tre<br />

medaglie d’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960. Donna di colore, tra l’altro. Svantaggiata nei fatti, pertanto, da più<br />

angolazioni. Io questa storia la adoro. Con grande sforzo di volontà e poverissima, ha raggiunto un risultato strabiliante.<br />

Ho cercato storie di personaggi che potessero interessare al lettore, ma soprattutto di cui si potessero trovare libri e libri<br />

sulla loro infanzia, per potermi documentare sul periodo in cui si è formata la personalità di chi crescendo ha raggiunto il<br />

successo nel proprio campo.<br />

Cosa che non accade mai. Di solito, sui personaggi noti si trovano biografie con poche notizie del loro periodo<br />

adolescenziale. Per questo libro, io necessitavo di avere invece informazioni dettagliate di vario tipo sul personaggio di<br />

turno: la cerchia familiare, il migliore amico, chi lo avesse ostacolato, chi favorito. Se fosse un solitario, un introverso…tutti<br />

elementi da conoscere. Ad esempio, perché Bobby Fisher, il primo e finora unico scacchista statunitense a potersi fregiare<br />

del titolo di Campione del mondo, ha iniziato a giocare a scacchi? È considerato tra i migliori giocatori di scacchi di tutti i<br />

tempi. L’ho scoperto dalle mie ricerche: perché si annoiava! La sorella gli comprò una piccola scacchiera e da lì l’incipit di<br />

una passione smodata. Bobby Fisher inizia a giocare contro sé stesso: il suo grande successo non è derivato da una<br />

questione di talento, ma di forte passione.<br />

Quindici nomi. Colpisce l’artificio letterario che usi parlando in prima persona di questi eccezionali protagonisti. E’<br />

una modalità che rispecchia tutta la verità storica di queste storie? O hai inventato qualcosa?<br />

Io sono solita alternare romanzi storici a biografie collettive. Nelle seconde faccio sempre un prologo alle storie. Ho questa<br />

abitudine da quando scrissi “Assassine”: di raccontare la vita futura del personaggio. Poi, cosa che non faccio mai, ho<br />

stavolta deciso di adoperare la prima persona per alcuni motivi. I documenti trovati con le informazioni che cercavo sulle<br />

storie da me selezionate sono stati tantissimi. Per narrare ad esempio la storia di Charlie Chaplin, avrò letto in lingua<br />

originale qualcosa come dodici biografie che lo riguardavano. Io studio tantissimo. Leggo, mi documento, indago a fondo ciò<br />

di cui voglio parlare: trovo che la ricerca sia la cosa più bella del mio mestiere.


Conoscendo pertanto profondamente i personaggi di cui volevo scrivere, nel mio libro ho inserito dialoghi che sicuramente<br />

non avranno pronunciato in vita, ma ne rispecchiano assolutamente il carattere, le intenzioni e il profilo reale dei<br />

protagonisti. Avrebbero potuto pronunciarli, intendo. Sono dialoghi coerenti. Alcune conversazioni sono state invece<br />

estrapolate da lettere consultate, da discorsi riportati da qualcuno... Nel mio libro, se non è proprio tutto perfettamente vero,<br />

è però tutto molto verosimile.<br />

Il tuo volume si inserisce nel genere biografico.<br />

Nel genere biografico “romanzato”. Cerco di creare sempre un po’ di suspense e di focalizzarmi sull’intreccio, che come<br />

scrittrice ritengo sia fondamentale. Non voglio che il lettore si possa annoiare a morte perché legge descrizioni asettiche di<br />

vita. Il mio scopo è attrarre il lettore nei meandri delle vicende, cosicché desideri andare avanti nella lettura. E nella<br />

scoperta.<br />

Già dall’inizio del libro, si percepisce che hai empatizzato con le vicende reali, tracciando con maestria anche tutti i<br />

risvolti psicologici.<br />

E’ esattamente questo che volevo fare: indagare la psicologia delle storie. A parte qualche caso, i protagonisti sono nati in<br />

famiglie problematiche. Per cominciare, contesti poverissimi. Qualcuno di loro era nero, in periodi storici complicati per non<br />

dover subire forti discriminazioni per via del colore della pelle. Mi riferisco ad esempio a Wilma Rudolph di cui ho accennato<br />

prima, o a Jesse Owens, l’atleta nordamericano che mandò all’aria le teorie sulla supremazia della razza bianca sostenute<br />

dalla Germania nazista poiché’ vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Tra le vicende narrate dei<br />

protagonisti del libro troviamo molti padri alcolisti, molti orfani di madri in tenera età…sono vite in salita. E volevo attraverso<br />

questo libro avvicinarmi ai giovani lettori. Bobby Fisher ad esempio racconta di se’ ad un altro ragazzo; Marie Curie,<br />

scienziata che nel 1903 fu la prima donna insignita del premio Nobel (ed una dei pochi assegnatari del prestigioso<br />

riconoscimento ad averne ricevuti ben due e la sola per due campi diversi – fisica e chimica), si racconta ad un’altra<br />

ragazza. Chi legge ha a sua volta la possibilità di immedesimarsi in queste vicende e nei dettagli che racconto, e per come li<br />

racconto. E mi piaceva l’idea di fare tutto questo scrivendolo in prima persona.<br />

Il tuo personaggio preferito del libro?<br />

Sono tutte storie diverse una dall’altra. Forse il più geniale e con grande volontà è Louis Braille, che ideò come tutti<br />

sappiamo il codice Braille che da lui prese il nome, utilizzato per la scrittura e la lettura dalle persone non vedenti. A quindici<br />

anni, cieco da quando ne aveva tre, ha inventato un sistema che oggi permette l’accesso alla cultura ai non vedenti: è una<br />

storia pazzesca. Louise Braille non demorde, vuole leggere, vuole far leggere gli altri e si impegna durante le vacanze per<br />

portare avanti il suo sistema: questa vicenda personalmente mi lascia senza parole.<br />

Il filo conduttore di queste storie del libro?<br />

La passione. E vivere come opportunità gli impedimenti lungo il cammino.<br />

Gettare il cuore oltre l’ostacolo: è un libro istruttivo per un giovane che lo legge.<br />

Esatto. Tutti i nomi del libro hanno avuto ostacoli. Sono storie di passione e resilienza ma non di particolare talento, ad<br />

esclusione magari di Clara Schumann, pianista e compositrice tedesca fra le più importanti dell'era romantica, e del<br />

leggendario Niccolò Paganini, anch’egli fra i più importanti esponenti della musica romantica. Sia la Schumann che<br />

Paganini sono stati in ogni caso brutalizzati dai loro padri: non è stata una vita facile nemmeno per loro.<br />

La storia fra quelle narrate con cui hai empatizzato di meno?<br />

Direi quella di Picasso: non lo amo. Lo ritengo un genio, sono andata a vedere tutti i musei con le sue opere, ma<br />

personalmente lo trovo antipatico. Si può dire? (sorridiamo)


Nel tuo libro si parla di personaggi provenienti da vari<br />

campi. Descrivi anche Nellie Bly, giornalista statunitense<br />

che è stata la prima che si è dedicata al giornalismo<br />

investigativo.<br />

Si’. Creò il genere di giornalismo sotto copertura. Il suo nome<br />

è legato anche ad un giro del mondo da record, completato in<br />

soli 72 giorni, emulando Phileas Fogg, protagonista del<br />

romanzo di Jules Verne “Il giro del mondo in 80 giorni”. Con<br />

grande determinazione, racconto nel libro il suo percorso nel<br />

diventare una giornalista femminista impegnatissima. Quello<br />

che di lei mi ha colpito tanto è quando circa nel 1887<br />

condusse una inchiesta sulle condizioni del reparto femminile<br />

dell'ospedale psichiatrico New York City Mental Health<br />

Hospital su Roosevelt Island, situata a nord-est di Manhattan.<br />

Bly si finse pazza, venne internata e fu così testimone diretta<br />

delle terribili condizioni in cui venivano curate le pazienti nella<br />

struttura. E le testimoniò al mondo. Una donna eccezionale.<br />

Questo tuo ultimo libro è uscito in una data particolare.<br />

Sì, ho fortemente voluto che uscisse sul mercato intorno al 20<br />

novembre, quando ogni anno si celebra in tutto il mondo la<br />

Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e<br />

dell’adolescenza. Era per me importante riuscirci. Ed è il mio<br />

quarantesimo libro.<br />

Sottolineiamolo che scrivere è una professione.<br />

E’ un mestiere, decisamente. Che richiede impegno,<br />

preparazione, sudore e fatica. Oggi purtroppo sembra non<br />

essere più così vero: tutto facile, esiste l’autopubblicazione,<br />

l’etichetta di influencer. Un lavoro serio ritengo però sia una<br />

faccenda che non si dovrebbe mai improvvisare.<br />

Dei programmi futuri cosa ci vuoi rivelare?<br />

Mi piace parlare di presente. Attualmente faccio l’opinionista<br />

nella trasmissione “Storie Italiane” condotta da Eleonora<br />

Daniele, insegno scrittura tecnica alla Università Luiss e da<br />

ben 28 anni sono insegnante di scrittura creativa alla libreria<br />

Mondadori di Roma. Ho una parte importante del mio tempo<br />

che dedico alla docenza e a tanti ragazzi a cui do una mano<br />

nella pubblicazione delle lore opere. Mi rivolgo anche ai non<br />

vedenti e svolgo una attività culturale nel sociale che mi<br />

gratifica molto.<br />

Vita mondana ne fai?<br />

No, non esco quasi mai. Conduco una esistenza ritirata,<br />

solitaria e affatto modaiola.<br />

Ci salutiamo con un abbraccio. E una promessa: rivedersi<br />

presto per un’altra piacevole chiacchierata.<br />

Invitiamo caldamente a leggere questo libro. “Il mondo in<br />

pugno”- Storie di ragazzi prodigiosi” siamo convinti possa<br />

fornire un importante esempio a tanti lettori sfiduciati, apatici,<br />

smarriti, privi di riferimenti e certezze. Per concludere, ecco i<br />

personaggi sviscerati nel volume: Bobby Fisher, Mary<br />

Shelley, Jesse Owens, Clara Schumann, Orson Welles, Marie<br />

Curie, Guglielmo Marconi, Mary Anning, Louis Braille, Wilma<br />

Rudolph, Charles Darwin, Niccolò Paganini, Nellie Bly,<br />

Charlie Chaplin, Pablo Picasso. Buona lettura a tutti.


Federico Bianca<br />

la cultura<br />

tra radio e libro<br />

L I S A B E R N A R D I N I<br />

Federico Bianca, classe 1982, si avvicina al mondo della letteratura, dei fumetti e del cinema sin da bambino.<br />

Diploma di Maturità Classica, e poi Laurea triennale in Lettere Moderne. A seguire, la Laurea Specialistica in<br />

Filologia Moderna e un Dottorato di Ricerca in Italianistica. Da siciliano innamorato della sua terra, continua a viverci,<br />

specializzato nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Tutor esterno alla Facoltà di Lettere e Filosofia di<br />

Catania, nonché docente di ruolo di materie letterarie negli istituti secondari di secondo grado. Oltre a “Riscatto”,<br />

finora ha pubblicato tre monografie per Convivio Editore: “Lolita, un mito euramericano tra romanzo e<br />

sceneggiatura”; “Carlo Alianello nella cultura italiana e europea”; “Giovanni Papini: la vita, le opere, la poetica”.<br />

Lo incontriamo per un confronto interessante, e ne scaturisce il ritratto di un letterato molto preparato.<br />

Il mondo accorcia le distanze tramite la Rete. Da studioso ed insegnante, scrittore ed intellettuale, come<br />

commenti questa affermazione?<br />

La Rete e i suoi “derivati” sono una risorsa contemporanea fondamentale. Nel palmo di una mano, grazie a un<br />

cellulare o iphone, hai letteralmente, non solo metaforicamente, il mondo in pugno. Puoi guardare documentari,<br />

telegiornali, video, interviste, foto, film, serie tv, ascoltare musica e podcast, leggere libri e riviste, imparare lingue<br />

straniere, rimanere in contatto con amici e familiari... È stata ed è una rivoluzione. Naturalmente, come in tutte le<br />

questioni di tale portata e complessità, non mancano i tragici rovesci della medaglia: cyberbullismo, truffe, il<br />

diffondersi di fake news. Soprattutto, sembrano venire meno le capacità di analisi, di comprensione, di ponderare:<br />

siamo tutti allenatori di calcio, giudici, giuria e, ovviamente, comandanti del nostro personale “plotone di esecuzione”.<br />

Infine, bombardati da stimoli così contraddittori, non siamo quasi più in grado, ad esempio, di distinguere la buona<br />

musica da ciò che non lo è.<br />

Profili e personaggi: nei tuoi libri, nei tuoi racconti, spicca questa capacità indiscussa della tua penna a<br />

descrivere fatti e protagonisti (reali o inventati). Ci si nasce con questo talento, o il talento va coltivato in<br />

ogni caso, altrimenti si disperde?<br />

Il talento è una predisposizione naturale, un dono, una fortuna ma, ovviamente, non basta. Quante persone amano<br />

leggere e scrivere ma, purtroppo, la loro creatività è impacciata? Io ho avuto la fortuna di studiare quello che mi<br />

piace, di approfondire e, soprattutto, di creare il mio canone personale, senza interessarmi delle mummificazioni<br />

accademiche che, spesso, mandano stancamente avanti autori e libri semplicemente per inerzia e incapacità di<br />

aggiornarsi e di guardarsi intorno. Ho cercato di coltivare il mio talento senza paraocchi e senza inutili snobismi verso<br />

generi e autori considerati di serie B. Ma, soprattutto, ho avuto la fortuna di capire che scrivere vuol dire sedimentare<br />

e che quello che creiamo d’impeto va necessariamente rielaborato a mente fredda. Un gigante come Hemingway<br />

diceva, più o meno: Scrivi da ubriaco e correggi da sobrio.


Il mondo della Letteratura italiana oggi: dove stiamo andando?<br />

La contemporaneità è la terra della mancanza di organicità e sistematicità. Ma non è un problema. Non so dove stia<br />

andando la letteratura, ma so che ci sono grandi scrittori in giro ed è soltanto questo che conta. Non mi interessano<br />

scuole e accademie che, spesso, purtroppo, generano opere tanto schierate quanto insipide e indistinguibili le une<br />

dalle altre. Pertanto, non mi interessano opere impegnate e seriali, con schiere di commissari, ispettori, investigatori,<br />

professionisti o dilettanti allo sbaraglio. Sono felice che ci siano autori come Sandro Veronesi, Domenico Starnone,<br />

Mario Desiati, Sofia Vinci, Michele Mari, Roberto Cotroneo, Nicolò Ammanniti. E ce ne sono molti altri in giro:<br />

dobbiamo avere la pazienza, anzi la tenacia, di scovarli e portarli all’attenzione del grande pubblico, accanto alle<br />

immancabili indagini di qualcuno o qualcuna. In fondo, battute a parte, è la immutabile dinamica storica della<br />

Letteratura e dell’Arte in genere!<br />

Sei un grande appassionato ed esperto anche di Cinema: da dove nasce questo interesse?<br />

Il cinema è, insieme alla musica, il mio doping naturale. Vado al cinema non meno di una, due volte a settimana. Per<br />

ragioni anagrafiche, da bambino, ho cominciato a guardare la televisione e i cartoni animati sono stati il mio<br />

approccio al mondo della visione. Dopo, sono arrivati i fumetti e, più tardi, al ginnasio, la grande letteratura. Quindi, a<br />

ben vedere, le mie radici non sono strettamente letterarie. Semplicemente, una volta scoperta questa “vocazione”,<br />

non l’ho più abbandonata, ma senza mai dimenticare le passioni nate per prime, come cinema e fumetti. Infine, nella<br />

mia famiglia, il cinema è sempre stato sinonimo di varietà: ricordo, da bambino, le passeggiate al cinema per<br />

“Superman” e “Mamma ho perso l’aereo”, mentre, a casa, grazie alle VHS, recuperavamo Troisi e Hitchcock, ad<br />

esempio.<br />

Il Cinema contemporaneo: cosa ti piace?<br />

Vale, in fondo, lo stesso schema del quale abbiamo parlato per la Letteratura. Non amo certe mode orientaleggianti<br />

(intendo provenienti dall’Europa, dall’Asia e dalla penisola arabica): polpettoni chilometrici, diluiti al massimo, senza<br />

nessun tipo di ritmo, particolarmente apprezzati dai festival europei. Per fortuna, sono felice di poter ancora godere di<br />

giganti come Polanski, Eastwood, Allen, Scorsese e Lynch: sono questi i miei autori preferiti. Senza ovviamente<br />

dimenticare Dario Argento, De Palma, Coppola, Spielberg. E il cinema italiano oggi sta molto bene: Martone,<br />

Sorrentino, Garrone, Sollima, Salvatores, Tornatore, le nuove e brillanti leve, come la sorprendente Paola Cortellesi<br />

regista. A tal proposito: proprio dal mese di gennaio conduco una rubrica radiofonica che avrà cadenza mensile,<br />

“Riscatto Contemporaneo”, tra cinema e letteratura, su Icn Radio, una importante radio per gli italiani nel mondo, con<br />

sede a New York.<br />

Scrittori del passato che adori, e perché.<br />

L’autore che mi ha cambiato la vita, che mi ha fatto scoprire la vocazione alla Letteratura, è Gogol’, con il suo<br />

capolavoro “Le anime morte”. Poi, a poco a poco, i miei orizzonti si sono allargati. La letteratura russa ottocentesca<br />

(Cechov, Tolstoj, Dostoevskij, solo per citare i più famosi), quella francese (Maupassant è uno dei miei autori<br />

preferiti), la grande stagione siciliana (Verga, De Roberta, Capuana, Rosso di San Secondo, Savarese, Brancati,<br />

Sciascia, Bufalino, Ercole Patti, Vincenzo Consolo), il variegato mondo del noir statunitense novecentesco (Jim<br />

Thompson, James Cain, David Goodis, Evan Hunter, Raymond Chandler, Cornell Woolrich), colossi come Henry<br />

James, Aldous Huxley, Patricia Highsmith, Vladimir Nabokov, Graham Greene, Georges Simenon (forse il mio autore<br />

prediletto), Irene Nemirovsky. Come ogni lista, è ovviamente incompleta.<br />

Cosa deve lasciare un buon libro nel lettore?<br />

Un buon libro lascia sensazioni, idee, immagini, riflessioni, spunti, sentimenti, spesso in un vortice caotico e<br />

frammentario. Non è un problema, poiché, in breve tempo, questa massa si sedimenta e diventa la nostra cultura, la<br />

nostra vita e non riusciamo più a distinguerne la provenienza. Infatti, capita che, dopo anni, di un libro non si ricordi<br />

nulla e, quasi, ci dispiace, ci sembra di avere perduto qualcosa. In realtà, se ci si ricorda soltanto che ci è piaciuto, è<br />

un buon segno, vuol dire che ha seminato qualcosa in noi.<br />

A inizio anno si fanno tanti bilanci e si tracciano nuovi progetti. Raccontaci i tuoi.<br />

Il 2023 è stato il riscatto di “Riscatto”, come dice un mio amico! Le presentazioni e le fiere internazionali in Toscana e<br />

Puglia, il Salone del Libro, la vittoria del primo posto a Etnabook, il premio Filippo Reale. Sono davvero contento,<br />

stiamo cercando di seminare bene. L’anno <strong>2024</strong>, incrociando le dita, dovrebbe essere pubblicato il mio romanzo,<br />

“Judith”, e non mancano altri progetti, come la trasmissione radiofonica su Icn Radio e altri impegni legati a<br />

“Riscatto”. Infine, sarebbe un sogno vedere la trasposizione cinematografica, anche attraverso un corto, di uno dei<br />

racconti di “Riscatto”. Incrociamo le dita!


Marina Rossi<br />

Arte e creatività al servizio del Sociale.<br />

Lisa Bernardini


Fotografa creativa e digital-artist, Marina Rossi nasce e vive a<br />

Genova. Ha una ricca esperienza in ambito associazionistico<br />

nel campo dell'organizzazione di eventi artistico-culturali a<br />

scopo benefico. In carriera ha ideato numerose exhibitions di<br />

pittura, fotografia e arte contemporanea, nonché la periodica<br />

kermesse “Dalla Fotografia all’Immagine”: full-immersion nel<br />

mondo della fotografia d’autore con seminari, workshop e<br />

mostre aventi come protagonisti importanti nomi del panorama<br />

nazionale ed internazionale.<br />

Espone da anni come fotografa sul territorio nazionale ed<br />

internazionale sia in collettive, sia in mostre personali,<br />

ricevendo premi e attestati di merito per i suoi progetti<br />

fotografici che spaziano tra temi intimisti e temi sociali.<br />

Vanta collaborazioni con nomi noti nel campo dell’arte, quali la<br />

poetessa Lucetta Frisa e la performer Luisella Carretta. Fa<br />

parte del prestigioso gruppo “Quelli di Franco Fontana”, a cui<br />

appartengono i migliori “allievi” del grande Maestro<br />

internazionale, con il quale ha esposto numerose volte sul<br />

territorio nazionale.<br />

È stata per anni, infine, tra gli artisti in mostra presso la<br />

Galleria d’Arte “Le Tracce” di Roberto Abbona a Genova.<br />

La intervistiamo tra bilanci e progetti, per un <strong>2024</strong> da vivere<br />

sempre all’insegna della sua grande passione per il mondo<br />

dell’Immagine.<br />

Le tappe più importanti del tuo percorso nella fotografia. E<br />

l'importanza di Franco Fontana nella tua vita.<br />

La vita stessa! Ogni momento è associato ad una visione del<br />

mondo che ci circonda, e all’immagine di noi stessi, che ci<br />

accompagna in un costante cambiamento.<br />

È un’esortazione a cogliere l’attimo e ad imprigionarlo in un<br />

ricordo che non muta nel tempo. È questo il miglior stimolo per<br />

voler avere tra le proprie mani uno strumento che ci permetta<br />

di immortalare ogni singolo attimo della nostra vita, ed è<br />

proprio questa la prima importantissima tappa del percorso<br />

che ogni fotografo ha davanti a sé.<br />

La seconda tappa è la ricerca: il proprio punto di visione,<br />

quello che gergalmente si chiama “occhio fotografico”, per far<br />

riconoscere l’appartenenza dell’immagine, il proprio stile e, di<br />

conseguenza, il proprio pensiero.<br />

È a questo punto che dobbiamo capire che non si può<br />

proseguire da soli! Occorre mettersi in gioco, aprirsi agli altri<br />

cercando il confronto, e infine guardare alla storia e<br />

all’esperienza di chi della fotografia ne ha fatto una ragione di<br />

vita. Ed è proprio nel momento in cui si incontra Franco<br />

Fontana che si capisce che si è di fronte alla tappa più<br />

importante, a quella che, o ti cambierà definitivamente, o ti farà<br />

“appendere al chiodo” la macchina fotografica. Non ci sono<br />

mezze misure se ti approcci a lui, il messaggio ti arriva forte e<br />

chiaro, sta a te afferrarlo, comprenderlo appieno e farne buon<br />

uso. Lui non ti fa capire diaframmi o tempi... Lui ti fa capire<br />

come cambiare, ma per imparare ad essere te stesso!<br />

Claustrofobico Metropolitano<br />

Fleur de Vie<br />

La sottile Linea<br />

Muro Bianco


La Fotografia sociale come passione e come impegno<br />

civico: quali sono le tue serie fotografiche che ti sono<br />

rimaste più nel cuore?<br />

E’ vero, i temi sociali sono quelli in cui mi sento maggiormente<br />

coinvolta e da cui traggo maggior ispirazione… ovviamente ce<br />

ne sarebbero molti di più rispetto a quelli che ho rappresentato<br />

con le immagini dei miei progetti, ma ho considerato che<br />

sarebbe stata un’opportunità per far sentire il mio pensiero e la<br />

mia voce.<br />

In particolare ho lavorato ad ampio spettro sul tema “Donna”. E<br />

dico a largo spettro, perché la mia volontà è sempre stata di<br />

rappresentare la donna in ogni sua declinazione. Non si deve<br />

considerare l’argomento “Donna” solo in quanto vittima della<br />

discriminazione sociale o della violenza maschile. E’ molto di<br />

più: un poliedro con moltissime facce e se vogliamo…una<br />

certa quantità di spigoli!<br />

L’altro tema al quale ho dedicato parte dei miei lavori è la<br />

salvaguardia dell’ambiente, ed è proprio un’immagine tratta da<br />

uno di questi progetti che nel giugno 2023 è stata scelta e<br />

premiata nella categoria “Arte” come simbolo dell’edizione<br />

annuale del “Fair Play for Life”: un evento che si tiene nel<br />

Salone D’Onore del CONI a Roma, promosso dal Comitato<br />

Nazionale Italiano Fair Play.<br />

Quinto Elemento<br />

Anno nuovo, tempo di bilanci e di progetti. Quali sono i<br />

tuoi?<br />

Lo scorso anno mi sono dedicata ad un tema meno sociale e<br />

più intimista: il sogno.<br />

Quello che da sempre rappresenta il mio principale proposito è<br />

l’originalità, il non ancora visto…un obiettivo alquanto<br />

ambizioso, ma forse non impossibile. O forse solo un sogno?<br />

Nei fatti le mie immagini si avvicinano più alla Digital Art che<br />

non alla fotografia nel suo reale significato: in questo modo<br />

cerco di evolvere e nel contempo stimolare la mia creatività.<br />

Sicuramente, nei miei progetti futuri c’è proprio questo: mai<br />

ritenere di essere arrivati e quindi mai abbandonare la ricerca.<br />

Per conoscere più approfonditamente l’opera di Marina Rossi,<br />

si può consultare il suo sito ufficiale www.marinarossiphoto.it<br />

Quinto Elemento<br />

The Dream


Francesca Ghezzani


Da Canale Italia con un programma alla scoperta del Bel<br />

Paese a Well Tv con “Fatti e Storie da raccontare”. La<br />

giornalista e conduttrice radiofonica e televisiva Francesca<br />

Ghezzani ogni martedì mattina, da cinque anni, tiene<br />

compagnia al suo amato pubblico.<br />

Francesca, sintetizziamo in poche righe l’essenza della<br />

tua trasmissione.<br />

È un contenitore che parla di molti aspetti. Al centro,<br />

troviamo cultura, arte e spettacolo. E poi, attualità,<br />

approfondimenti, salute e prevenzione. Non dimentichiamo<br />

nemmeno questioni sociali e ambientali, nuove tendenze,<br />

mondo del lavoro, economia.<br />

Come scegli le storie e gli ospiti?<br />

Sono a caccia di storie che possano essere di aiuto, che<br />

parlino sì di problemi, ma anche di soluzioni, nel pieno<br />

rispetto del Giornalismo Costruttivo in cui credo, sia nelle<br />

vesti di addetta ai lavori che di fruitrice dell’informazione.<br />

Mettersi in ascolto di nomi, sia famosi che sconosciuti al<br />

grande pubblico, può essere fonte di ispirazione per<br />

ognuno di noi.<br />

Non trovi che il mondo giornalistico sia spesso sempre<br />

più autoreferenziale?<br />

Purtroppo sì, senza generalizzare, ma non posso negarlo.<br />

La tuttologia e l’autoreferenzialità sono mali diffusi<br />

oggigiorno, nel giornalismo come altrove. Se facessimo tutti<br />

un passo indietro riscoprendo l’umiltà e l’empatia, ci<br />

guadagnerebbe l’intera società.<br />

Nel giornalismo cos’è la gentilezza?<br />

La gentilezza è un approccio nei confronti della vita e di chi<br />

ci circonda, che sia un familiare, un amico, un collega o un<br />

perfetto sconosciuto, perciò investe ogni sfera, compresa<br />

quella professionale. Nel giornalismo, dove la platea di<br />

interlocutori è ampia, questo si amplifica e assume valore<br />

all’ennesima potenza.<br />

La radio è un altro tuo grande amore?<br />

Sì, l’ho scoperta anni dopo la tv, e non l’ho più lasciata. Da<br />

alcune stagioni sono in onda ogni due settimane il martedì<br />

sera, e in replica il sabato sempre alle 21.00, con il mio<br />

programma culturale “Excursus” su Radio Video Music.<br />

Il tuo rapporto con i riconoscimenti pubblici: qual è?<br />

Mi fa piacere che si riconosca la validità di un mio operato,<br />

ma non vi sono ancorata necessariamente. Cerco di far<br />

bene il mio lavoro quotidiano, con coscienza e serietà.<br />

Per me, elemento necessario è lavorare con etica. Sono<br />

stata premiata nel 2022 a Storie di Donne, Eccellenze in<br />

Rosa, per la Categoria Donna & Informazione TV.<br />

L’emozione indimenticabile di quella serata, ad esempio, è<br />

stata vivere una esperienza di gioia insieme ad altre donne<br />

che ogni giorno incarnano alla perfezione i valori cardine su<br />

cui si fondava l’evento: mestiere, creatività, talento.<br />

Tre parole che, da sole, possono spiegare la grande felicità<br />

che ho provato nell’essere selezionata tra le premiate.<br />

Redazione


DILLO ALLA DANZA <strong>2024</strong><br />

V^ CONCORSO MULTI ARTE<br />

29 APRILE <strong>2024</strong><br />

Unisciti a noi per celebrare la prossima Giornata Mondiale della Danza. IL 29 aprile torna il Concorso Multi-Arte<br />

"Dillo alla Danza", una straordinaria opportunità per tutti gli artisti: dai ballerini ai pittori, dagli scrittori ai scultori, dai<br />

cantanti, musicisti ai poeti, di mostrare la loro arte.<br />

É arrivando il momento di esprimere il tuo amore per la danza attraverso la tua arte.<br />

Il concorso celebra la convergenza delle arti, offrendo una piattaforma unica per esplorare la danza in connessione<br />

con altre forme artistiche. Invitiamo talenti creativi da tutto il mondo ad iscriversi al concorso gratuitamente.<br />

Le opere più convincenti saranno selezionate per esibirsi nel corso del convegno evento che si terrà a Roma il 28<br />

aprile. Condividi la tua arte con noi dell’Associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong> inviandoci un video di 1 minuto<br />

dove ci presenti la tua arte. Le migliori verranno selezionate per partecipare all’evento.<br />

Mostraci ora la tua arte iscrivendoti gratuitamente a Dillo Alla Danza.<br />

Fai conoscere la tua arte ora inviando una email: tuttoballo20@gmail.com


Francesco Leone founder de “Gli Indecisi” ha intervistato il<br />

famoso psicologo, docente all’Università degli Studi de<br />

L’Aquila e volto tv: Fabrizio Quattrini. Presidente e socio<br />

fondatore dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica è<br />

autore del manuale “Parafilie e Devianza” Giunti Editore (2015)<br />

sull’educazione sessuo-affettiva e di come l’arte possa ispirarci<br />

ad amare senza condizionamenti.


Fabrizio, tu sei sessuologo da 25 anni, come è iniziato il tutto?<br />

Beh tutto inizia con una grande predilezione per la curiosità dell’essere umano scegliendo psicologia come facoltà<br />

universitaria. Però mi sono accorto che non mi bastava pensare all’essere umano fine a sè stesso infatti feci una tesi di laura,<br />

dopo cinque anni proprio sulla transessualità, su quello che oggi viene chiamato “disforia di genere”. Da lì è iniziato un<br />

discorso importante rivolto a quello che sono le caratteristiche del genere, degli orientamenti della sessualità in toto, ed è<br />

partito il grande interesse in questo campo, sia educativo che clinico.<br />

Adesso tu collabori con delle Strutture, giusto?<br />

Io sono Presidente dell’Istituto Italiano della Sessuologia Scientifica di Roma; ci occupiamo ti attività clinica, ricerca,<br />

educazione sessuale… facciamo molte cose a livello istituzionale... Poi insegno all’Università de L’Aquila una materia legata<br />

alla sessualità “CLINICA DELLE PARAFILIE DELLA DEVIANZA” quella che un tempo veniva chiamata perversione sessuale<br />

e poi collaboro con altre varie strutture sia pubbliche che private sia in ambito formativo che in ambito di progettazione a livello<br />

sessuale.<br />

Tu sei stato uno dei primi esperti a sdoganare la sessualità in TV… Come è nata questa collaborazione?<br />

É stata un po’ una casualità il mio primo programma era su Sky , si intitolava “SEX TERAPY” e non c’erano ancora i social,<br />

quindi è avvenuto tramite conoscenze, in quel caso fu proprio una giornalista di DONNA MODERNA , con la quale<br />

collaboravo che mi disse: “guarda stanno cercando dei sessuologi perché partirà un programma interessante” mi presentai e<br />

fui scelto. L’esperienza televisiva è davvero molto interessante, credo anche importante, perché ti fa conoscere al grande<br />

pubblico e non rimani nel tuo piccolo, però ci sono i contro, perché è comunque fiction e se potevo rappresentarmi per quello<br />

che sono, c’era sempre una parte di fiction che a volte rovina il tutto. La cosa importante è quando i professionisti, ed è<br />

successo anche a me , sia in “SEX TERAPY” che in “MATRIMONIO A PRIVA VISTA”, che è stato l’ultimo programma che ho<br />

fatto, devono essere in grado di trasmettere le informazioni il più fedeli possibili a quello che è la realtà, evitando di rafforzare<br />

stereotipi o falsi giudizi e credenze.<br />

Tra le tante cose che fai, scrivi anche libri?<br />

Esatto!!! Anche se l’ultimo è uscito nel 2017, ne sto preparando un altro che spero esca l’anno prossimo. Ho scritto tre Libri, il<br />

primo “ Non smettere mai di giocare” testo ironico perché attraverso il gioco e l’ironia affrontavo le difficoltà della coppia dal<br />

punto di vista sessuale… poi un manuale che è diventato un manuale importante “PARFILIE E DEVIANZA”. L’Ultimo testo è<br />

“IL PIACERE MASCHILE” dove faccio vedere una caratteristica del cambiamento che l’uomo sta vivendo cercando mettendo<br />

in evidenza l’ importanza di dare una mano a tutti quei maschi che fanno fatica a fare i conti con la propria sensibilità.<br />

Abbiamo parlato di Gioco e mi piacerebbe fare un gioco con te … ci stai?<br />

Ok… vai?<br />

Scegli un quadro… un’opera d’arte e cerchiamo insieme di trovare un significato sessuale o sessuologico… Qual è il quadro<br />

che ti viene in mente?<br />

Allora, è molto interessante, i miei studi sono quelli Artistici ho fatto il Liceo Artistico e ogni tanto dipingo e qualcuno ha visto le<br />

mie opere a livello Artistico. Mi piace molto l’arte classica, mi piace il figurativo, mi affascina, il mio autore di riferimento è<br />

sempre stato KLIMT mi piace il suo aspetto raffigurativo ma anche la sua astrazione, mi piacciono anche i suoi colori dall’oro<br />

alle decorazioni molto particolari.. Sicuramente scelgo IL BACIO di KLIMT<br />

A me IL BACIO di KLIMT fa pensare alla natura.<br />

In realtà anche per me, il bacio è un evento naturale, ma molte persone dimenticano proprio attraverso le labbra, che sono<br />

una zona innervata, una zona molto sensibile, l’essere umano si permette di godere, non a caso mi vene di pensare al cibo<br />

che molto spesso vien accostato alla sessualità. Quindi dietro al bacio c’è una sensazione di godimento, che forse va oltre. in<br />

questo caso non abbiamo un “orgasmo genitale” ma è più una percezione del piacere del godimento legate a delle sensazioni<br />

che possono permettere esperienze del piacere particolarmente forti.<br />

Anche perché il bacio è un evento naturale…<br />

Il bacio è naturale nel momento in cui si capisce l’importanza che ha per sè stesso e per gli altri… Potrebbe essere anche in<br />

negativo se viene forzato, se viene rubato, il bacio è tante cose. In maniera positiva il bacio è come entrare in contatto con<br />

una parte più intima del corpo perché la bocca non viene rappresentata come dovrebbe … si va subito al sodo.. si va subito<br />

sulle parti intime. Attraverso la bocca si può fare tanto!!!<br />

Quindi dice che la società di oggi si è dimenticata del bacio, mentre Klimt ci ricorda che il bacio è molto sensuale.<br />

Assolutamente sì e ti dirò di più, Klimt sottolinea L’’intimità per esempio, la purezza, la bellezza di due corpi che<br />

abbracciandosi mediante il bacio vanno ad integrare aspetti fondamentali della relazione , del contatto e dello stare insieme.<br />

Quando penso al quadro mi focalizzo sui colori accesi, secondo te in quel quadro, il colore è inerente alla sessualità?<br />

Beh, il colore e la sessualità, a parte la soggettività, è chiaro che il rosso o i colori molto accesi, la lucentezza sono aspetti che<br />

caratterizzano Eros, l’intimità e la passione. Klimt su questo era un mago... i suoi colori caldi e avvolgenti creano passione e<br />

rappresentano l'eros.<br />

Grazie Fabrizio, mi piacerebbe che parlassimo ancora di Sessualità e d’arte.<br />

Assolutamente si, prossima volta parliamo di un mio quadro, no sto scherzando, (ride) però sono sempre più convinto che<br />

alcune discipline, in questo caso l’arte, ma anche il cibo, l’aspetto culinario, lo sport ad esempio sono aspetti da ricondurre alla<br />

sessualità.. quella integrazione diventa un aspetto importante che poi va a toccare le relazioni e poi l’intimità.<br />

Francesco Leone (@gliindecisi18)


Lo scrittore che guarda al cuore bambino.


di Lisa Bernardini<br />

Marco Tullio Barboni appartiene ad una Famiglia che ha scritto una fetta importante di cinema del<br />

nostro Paese. Lo zio Leonida è stato un magistrale direttore della fotografia; il padre Enzo, prima<br />

operatore alla macchina poi direttore della fotografia ed infine regista con lo pseudonimo di E.B.<br />

Clucher, da “Lo chiamavano Trinità” in poi ha legato gran parte della sua fama a film interpretati da<br />

Bud Spencer e Terence Hill e all’indimenticabile filone dei fagioli western. Frequentatore di set fin da<br />

bambino, Marco Tullio è stato lui stesso regista e sceneggiatore, ed ha proseguito la carriera familiare<br />

con caparbietà e notevole talento. Negli ultimi anni è diventato un apprezzato e pluripremiato scrittore,<br />

i cui libri hanno riscosso ampi consensi di pubblico e critica. Il 2023 è stato per lui un anno turbolento<br />

a livello di salute. Il <strong>2024</strong> si preannuncia, finalmente, come un anno di rinascita.<br />

Quale sarà il primo progetto che riprenderai in mano?<br />

Il termine turbolento per definire il mio 2023 è assolutamente, e vorrei dire anche etimologicamente,<br />

centrato. E’ stato caratterizzato, infatti, da un evento imprevisto e aggressivo che ha provocato<br />

disordine e scompiglio come solo certe patologie riescono a fare e che mi ha costretto a concentrare<br />

tempo, attenzioni ed energie per metterlo, per così dire, fuori combattimento. Di un tale bailamme ne<br />

ha risentito inevitabilmente il libro che avevo in scrittura e sul quale solo recentemente sono tornato a<br />

concentrarmi con rinnovato entusiasmo e, in ossequio al detto secondo il quale non tutto il male viene<br />

per nuocere, anche con un valore aggiunto di consapevolezza e di sensibilità che una esperienza<br />

come quella appena superata porta inevitabilmente con sé.<br />

Una vita nel cinema, in una famiglia di cinema: i Barboni vengono da molto lontano. Da dove<br />

iniziamo?<br />

Bisogna andare davvero molto indietro nel tempo. Da quando cioè mio zio Leonida esordiva come<br />

operatore dei cinegiornali dell’Istituto Luce. Mio padre, più giovane di sedici anni di quel fratello, risentì<br />

il fascino del mezzo cinematografico, tanto che durante il servizio militare rientrò nel Genio<br />

Cinematografisti, nel suo caso di quello operante sul fronte russo. Tornato miracolosamente dalla<br />

guerra, cominciò a lavorare come assistente del fratello che, nel frattempo, era diventato un<br />

apprezzato direttore della fotografia. Da quel momento, parliamo cioè dalla seconda metà degli Anni<br />

40, è stato per entrambi un continuo progredire. Mio zio Leonida, celebrato come il mago del bianco e<br />

nero preferito da Anna Magnani, ha lavorato con registi del calibro di Monicelli, Germi, Lattuada, Risi<br />

e vinto due Nastri d’Argento. Quanto a mio padre Enzo, divenuto operatore alla macchina agli inizi<br />

degli Anni 50, partecipando a film che non è esagerato definire mitici (“Vacanze Romane”, “Ben Hur”,<br />

“Spartacus”...), è poi, a sua volta, passato alla direzione della fotografia per debuttare infine alla regia<br />

nel 1970. Il successo di “Lo chiamavano Trinità” ha impresso un’accelerazione poderosa a tutta la<br />

terza parte della sua carriera, circostanza che, semmai ce ne fosse stato bisogno, ha definitivamente<br />

orientato anche la mia vita verso il mondo del cinema. Nel mio caso, tuttavia, la passione per la<br />

scrittura ha detto la sua e, salvo alcune brevi incursioni nella regia, si è tradotta nei soggetti e nelle<br />

sceneggiature di più di cinquanta tra film e tv-movie. Il Sacro Fuoco ha avvolto poi inevitabilmente<br />

anche la quarta generazione della famiglia, nella persona di mia figlia Ginevra, che ha recentemente<br />

esordito come autrice di cortometraggi raccogliendo numerosi riconoscimenti in mezzo mondo, tanto<br />

che il sito statunitense Black Lab Film l’ha inserita tra le cinquanta registe più promettenti al mondo.<br />

Se son rose...<br />

“Matusalemme Kid – alla scoperta di un cuore bambino” è il tuo ultimo libro. Quanto aiutano il<br />

sorriso, l’ingenuità, il disincanto in un mondo - basta accendere il pc - in cui ci si scorda del<br />

valore dell’infanzia e della salvaguardia dell’innocenza?<br />

Due riflessioni tra le tante: “Chi perde il bambino che ha dentro di se lo rimpiangerà per il resto della<br />

vita” eppoi “E’ necessario rimanere bambini pur essendo diventati adulti”. La prima è di Pablo Neruda,<br />

la seconda di un grande psicologo come Aldo Carotenuto. Sono una più vera dell’altra. Ed anzi, a<br />

questo punto, lasciatemene aggiungere una terza. E’ di Friedrich Nietzsche: “Nell’uomo autentico si<br />

nasconde un bambino, che vuole giocare”.<br />

Mantenere vivo il puer aeternus, il fanciullino che abbiamo dentro contribuisce, molto semplicemente,<br />

a fare di noi delle persone migliori. E più felici. L’adulto deve certamente mantenere gli aspetti migliori<br />

del suo cuore bambino perchè differentemente, se li accogliesse tutti, rischierebbe di rimanere<br />

infantile. Tuttavia ve ne sono alcuni assolutamente peculiari del bambino, che l’adulto troppo spesso<br />

perde, perdendo tutte le opportunità che offrono. Il non attaccamento al ruolo, ad esempio. Chi non ha<br />

sentito un bambino calarsi in un gioco dicendo “facciamo che io sono un generale” oppure “facciamo<br />

che sono un aviatore” o ancora “facciamo che sono un gabbiano”? E’ una attitudine che apre la<br />

mente, che stimola empatia, che induce a scoprire il mondo da angoli di visuale diversi. A differenza<br />

dell’adulto, che una volta ottenuto e calatosi in un ruolo vi si fossilizza e lo difende spesso a dispetto<br />

delle ragioni dell’altro. E ancora: quell’istinto che spinge il bambino alla scoperta e magari a rompere il<br />

giocattolo per vedere che cosa c’è dentro, quanto manca a tanti adulti che si adagiano nella<br />

conoscenza acquisita e che mai sfiderebbero le convenzioni? Einstein o Chaplin, solo per citare i<br />

primi che mi vengono in mente, non sarebbero mai stati quello che sono stati senza un prepotente<br />

cuore bambino.<br />

Copertina del LIbro<br />

“Matusalemme Kid - Alla<br />

scoperta di un cuore<br />

bambino”<br />

ed. Paguro 2023<br />

Copertina del Libro<br />

”...E Lo chiamerai Destino”<br />

ed. Paguro


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L’amore è uno sconosciuto<br />

Storie LGBT che hanno cambiato la mia vita da prete<br />

Cristiano Marcucci<br />

Don Marcucci in questo libro ricerca parole dell’amore universale, grazie alla sua<br />

frequentazione personale con la parola e con la terapia di gruppo, prova a<br />

riconsegnarcele con grande umanità, e grazie a questo lavoro, possiamo fare un<br />

passo avanti nell’accoglienza degli “amori sconosciuti”.<br />

Un libro che racconta un cammino ai confini della ricerca di fede, dove si trovano<br />

personaggi inattesi e in attesa continua; un libro che unisce la confessione<br />

personale – su sé, sul proprio ruolo di prete, su quello che vuole essere nella<br />

Chiesa e con la Chiesa – alla narrazione di incontri con donne e uomini che oggi<br />

sono ai margini della comunità ecclesiale.<br />

“L’anima non ha identità sessuale. Vuole permetterci di vivere l’amore è riportarci<br />

al cuore di Dio. Che è insieme maschile e femminile “.<br />

Vite di strada, difficili, soppresse, irregolari che si intrecciano, sono sette storie<br />

d’amore e dolore per arrivare ad una riflessine autobiografica sull’amore<br />

omosessuale.<br />

Un prete che si definisce amico dei peccatori che scava nel proprio io e nel<br />

proprio vissuto per capire l’amore diverso. Don Cristiano Marcucci è un prete<br />

unico ed esemplare che fa sperare in un mondo migliore dove il dialogo fa la<br />

differenza.<br />

Credo nella forza del “non”.<br />

L’umiltà del non sapere.<br />

La dolcezza del non farcela.<br />

La bellezza del non pretendere.<br />

La forza del non trattenere.<br />

La potenza del non dire.<br />

La grandezza del non stare al centro.<br />

La libertà del non possedere.<br />

La contemplazione del non volere.<br />

La povertà del non avere ragione.<br />

Non, non, non.<br />

Imparo ad amare con la magia dei “non”.<br />

Autore<br />

Cristiano Marucci 49 anni, è un prete per i lontani e un counselor<br />

per i peccatori. Le sue omelie e catechesi sono seguitissime sul<br />

web per anime perse di ogni luogo. Il suo canale YouTube “OLTRE”<br />

spiega la sua capacità di far cogliere la presenza di Dio nella vita<br />

ordinaria. Attualmente è parroco presso la Visitazione di Maria in un<br />

quartiere popolare della periferia nord di Pescara, sua città natale.<br />

In precedenza, è stato parroco a San Silvestro, un quartiere<br />

collinare della zona sud della città abruzzese.<br />

@whynot_book


Il ritorno di Stefano Sciacca<br />

“La sola ricchezza che conti”<br />

di Lisa Bernardini<br />

L’investigatore privato Michele Artusio nato dalla penna di Stefano Sciacca,<br />

già protagonista e autore de “L’ombra del passato” (Mimesis 2020), torna a<br />

narrare in prima persona un episodio della propria vita. In questo caso, una<br />

vicenda giovanile da cui sarebbe dipesa la scelta di indossare la maschera<br />

che il lettore ha conosciuto nella precedente apparizione. Il titolo del volume:<br />

“La sola ricchezza che conti”, sempre per i tipi di Mimesis.<br />

Ambientato negli anni ’30 del secolo scorso - tratteggiati attraverso numerosi<br />

riferimenti alla società, alla cultura, alla politica e alla moda dell’epoca – il<br />

nuovo libro di Sciacca è un vero romanzo di formazione (e deformazione),<br />

malinconico, poetico, romantico. A tratti persino cavalleresco.


Stefano, come si fa a coniugare aspetti poetici e romantici con una<br />

solida e avvincente trama investigativa, contraddistinta da<br />

imprevisti, disvelamenti e colpi di scena?<br />

Io sono partito proprio dallo sviluppo della trama – per il quale ho tratto<br />

ispirazione da alcuni capolavori di Orson Welles, Stanley Kubrick e<br />

Robert Siodmak – e, quindi, ho cercato di approfondire quali emozioni e<br />

riflessioni gli eventi narrati (in prima persona) potessero suscitare<br />

nell’animo del protagonista, approfittando della propensione<br />

all’introspezione che Artusio, almeno in parte, aveva già mostrato ai<br />

suoi lettori.<br />

Potremmo dire che la ricerca di una specifica verità storica si<br />

confonderà con quella del senso della vita stessa?<br />

Artusio investiga per la medesima ragione che induce me a scrivere.<br />

Entrambi ci impegniamo, noncuranti delle conseguenze, in un’attività<br />

della quale semplicemente non possiamo fare a meno, nella quale ci<br />

riconosciamo. Entrambi indaghiamo innanzitutto per noi stessi. E a<br />

cominciare da noi stessi. La conseguenza è che qualunque scoperta<br />

finisce inevitabilmente per acquistare carattere personale, per indurci a<br />

riflettere sul cammino che abbiamo intrapreso, per illuminarci sulla<br />

direzione giusta da seguire. Senza curarci di quanto faticosa e difficile<br />

essa possa apparire.<br />

Il critico e cineasta Federico Pontiggia, nella sua prefazione,<br />

sottolinea precisamente che si tratta di «un ritorno al futuro in cui<br />

l’hardboiled sdilinquisce nell’esistenzialismo, la detection nella<br />

riflessione, il prossimo nel passato. Nel passato, sì, ma con<br />

l’inchiostro del presente, con la penna personale senza essere<br />

privata di Sciacca, che al genere chiede – e ha – conferma della<br />

propria autorialità». Avresti potuto sperare in una affermazione<br />

migliore?<br />

Sentir dire che l’opera ha carattere autoriale e possiede quindi una sua<br />

specifica identità è la maggiore gratificazione per qualunque artista.<br />

Ma personalmente reputo ancora più importante la circostanza che tale<br />

giudizio provenga da un lettore verso il quale nutro sincera e profonda<br />

stima, sul piano umano non meno che su quello intellettuale. E ritengo<br />

che Federico Pontiggia, al quale sono grato di aver potuto affidare il<br />

manoscritto de “La sola ricchezza che conti”, abbia colto appieno le<br />

intenzioni di questo romanzo incentrato sul significato dell’attività<br />

letteraria e sul valore del ricordo.<br />

Oltre a essere autore di romanzi, curi anche la stesura di saggi di<br />

critica cinematografica, sceneggiature e ti occupi di video sulla<br />

storia dell’arte e del cinema. Il “nostro” Michele Artusio ambirebbe<br />

al grande schermo?<br />

Non ho idea se un personaggio schivo quanto lui potrebbe trovarsi a<br />

proprio agio di fronte allo sguardo del pubblico. Sono sicuro che<br />

troverebbe comunque da ridire su qualunque attore venisse scelto per<br />

interpretarlo. Quanto a me, è indubbio che auguri al romanzo la<br />

massima celebrità possibile, purché esso venga conosciuto e criticato<br />

esattamente per quel che è. Il nome e l’immagine dell’autore – sebbene<br />

sempre più spesso prevarichino il titolo dell’opera – quasi non<br />

dovrebbero contare. E, invece, assumono rilevanza preminente nella<br />

scelta dei lavori da sfruttare a tutti i livelli. Pertanto so bene che Artusio<br />

assai difficilmente approderà sullo schermo, grande o piccolo che sia.<br />

Forse, non sarebbe neppure facile ridurne per sole immagini le<br />

memorie, nelle quali eventi ed emozioni si confondono di continuo.<br />

Tuttavia, mi conforta credere che ciascun lettore de “La sola ricchezza<br />

che conti” affiderà la proiezione di questo racconto – condotto come<br />

dice Federico Pontiggia “per immagini e suoni” – al proprio<br />

cinematografo interiore. Esattamente come ho fatto io mentre lo<br />

scrivevo e intanto ne sceglievo le scenografie e la colonna sonora, la<br />

fotografia e il montaggio, i protagonisti e le comparse. Attribuendo a<br />

tutti un volto e una voce. Che ancora vedo e sento distintamente dentro<br />

di me, quando avverto il bisogno che la mia immaginazione li richiami<br />

sulla scena per tenermi compagnia.


STEFANO FRANCIA ENJOYART<br />

presenta<br />

COMPILATION DILLO ALLA DANZA<br />

IN COLLABORAZIONE CON ALWAYS POMODORO STUDIO<br />

DISPONIBILE SU TUTTE LE PIATTAFORME<br />

Ascolta cliccando<br />

Play


Annamaria Bovio<br />

“L’altra metà di me II- L’amore ha un solo nome...Il tuo”<br />

E’ uscito lo scorso 15 dicembre un atteso regalo di Natale per tutti gli affezionati lettori<br />

di Annamaria Bovio: una nuova creatura editoriale per i tipi di Pegasus Edition.<br />

“L’Altra metà di me (II) – L’Amore ha un solo nome…il tuo” è l’ultimo libro di<br />

Annamaria Bovio. Classe 1980, pugliese, Annamaria è cresciuta in Italia, ed<br />

attualmente lavora e abita in Svizzera. Nel 2019 è uscito il suo libro di esordio, “L’ altra<br />

metà di me - Ti ho cercata nella vita”, pubblicato con Apollo Edizioni, con cui ha vinto<br />

alcuni premi di settore. Poi è ritornata sulla scena letteraria con “Le parole del cuore -<br />

Te lo dico sottovoce”, un grido d`amore per tutti coloro che credono nell`anima<br />

gemella. Annamaria Bovio è molto seguita sui social: solo su IG, ha quasi 30.000<br />

followers. Il nuovo romanzo è un inno all'amore che può salvare gli uomini. Del resto,<br />

così Annamaria ha abituato i suoi lettori. “I sentimenti, l'amore, i sogni: sono concetti<br />

prioritari nella mia vita, come anche la speranza” – ci tiene a sottolineare. “Credo nelle<br />

parole e nel loro profondo significato. E credo soprattutto che l'amore sia l'unica<br />

immensa forza, in questo mondo, capace di vincere su ogni cosa. Ho vissuto la mia<br />

vita ponendo l'amore sempre dinanzi ai miei passi. Ogni cosa che ho fatto, ogni gesto<br />

compiuto, ogni parola pronunciata, è stata fatta sempre avendo presente il filo del<br />

cuore”.<br />

La seconda parte di “L’Altra metà di me” era davvero tanto tempo che aspettava di<br />

uscire sul mercato: il seguito della grande storia d’amore tra Aurora ed Emma è infatti<br />

una storia iniziata con l'uscita del primo libro di Annamaria, nel 2019.<br />

Tra alti e bassi, “L’Altra metà di me (II) – L’Amore ha un solo nome…il tuo” rivela ai<br />

lettori il forte intreccio di passioni e sentimenti che portano le due protagoniste a<br />

incontrarsi nuovamente, in un turbinio di emozioni. Un destino, il loro, che non potrà<br />

essere cambiato. Un filo le unisce, facendo trionfare l’amore su tutto, perfino sulla<br />

morte. Una storia passionale dove la sorte, unica vera concorrente della partita,<br />

spariglierà le carte per spingere le due donne a imboccare quell'ultimo tratto di strada<br />

che le separa dalla felicità.<br />

“Perchè tutto arriva”- ci fa sapere l’Autrice – “per chi sa aspettare”.<br />

“L’Altra metà di me (II) – L’Amore ha un solo nome…il tuo” è disponibile nelle librerie<br />

Feltrinelli e Ubik e in tutti gli stores online italiani (Ibs, Mondadori, Feltrinelli, Unilibro,<br />

Ubik …), oltre che su Amazon.


“Ho vinto il Festival di Sanremo”<br />

Il nuovo libro di Marco Rettani e Nico Donvito<br />

Il Festival di Sanremo è l’evento televisivo che apre il nuovo anno. Aneddoti fatti e<br />

curiosità he hanno fatto la storia del festival sono stati raccontati in due edizione del<br />

podcast “L’uomo con la radio” dal nostro direttore Fabrizio Silvestri e Walter Garibaldi<br />

agente televisivo e cinematografico, regista del film “Nonna ci produce un film”<br />

selezionato per i David di Donatello. : Sanremo Story<br />

Marco Rettani<br />

Per chi volesse arricchire la cultura sul Festival di Sanremo, vi consigliamo anche un<br />

libro dal titolo “Ho vinto il Festival di Sanremo” (la Bussola edizioni), scritto dall’ autore<br />

e discografico Marco Rettani insieme al giornalista e scrittore Nico Donvito.<br />

L’introduzione è a cura di Amadeus, il nuovo re indiscusso del festival della canzone<br />

italiana.<br />

Il libro conduce il lettore in un viaggio sonoro ed emozionante che attraversa la storia<br />

del Festival, catturando l'anima di un Paese in costante trasformazione. Sanremo non<br />

è solo uno spettacolo, è il riflesso vibrante di una nazione che canta la propria storia<br />

attraverso la musica.<br />

Un’immersione nelle storie di molti intepreti della musica italiana che hanno calcato il<br />

palcoscenico dell’Ariston. Artisti che hanno ripercorso alcuni dei momenti più<br />

importanti della loro carriera legati alla vittoria della kermesse della canzone italiana.<br />

«In questo volume è racchiuso il lavoro di un anno, ma anche il sogno di una vita:<br />

poter esclamare “Ho vinto il Festival di Sanremo” – afferma Marco Rettani – Una<br />

manifestazione che personalmente ho vissuto in modo diverso nelle varie fasi della<br />

mia esistenza, in primis da innamorato e da spettatore, per poi avere il privilegio di<br />

poter salire su quel palco come autore, come discografico, come produttore e come<br />

manager. Quello che ne è venuto fuori è il racconto di un sogno comune, per arrivare<br />

in qualche modo così a poter pronunciare anch’io la frase che abbiamo scelto come<br />

titolo».<br />

“Ho vinto il festival di Sanremo” offre una panoramica completa e dettagliata delle<br />

edizioni menzionate dai vincitori. Si tratta di un vero e proprio schedario, arricchito da<br />

immagini e dettagli e dalle classifiche complete di ogni edizione, che permettono di<br />

comprendere non solo il vincitore, ma anche i piazzamenti e le performance degli altri<br />

partecipanti. Oltre alle classifiche, vengono condivise curiosità, aneddoti e retroscena.<br />

La preziosa collaborazione degli esperti del settore rende il libro un'opera<br />

imprescindibile per gli appassionati della kermesse. Un affresco vivido delle vite di<br />

alcuni degli artisti vincitori del Festival di Sanremo e di alcuni giornalisti, critici e<br />

addetti ai lavori che hanno vissuto quegli anni. Una raccolta di storie, dove i 30<br />

vincitori del Festival si sono aperti con generosità, permettendo di esplorare le pieghe<br />

cruciali delle loro carriere. Ogni nota, ogni parola, diventa un tassello di un mosaico<br />

che riflette la vita, i sogni e le speranze di questi talenti. Molti gli addetti ai lavori hanno<br />

contribuito ad impreziosire il libro con i loro interventi a partire da Vincenzo Mollica,<br />

Rita Pavone, Pino Strabioli, Paolo Bonolis, Mario Lavezzi, Laura Efrikian, Cristiana<br />

Ciacci, Enza Sampò solo per citarne alcuni.<br />

«Siamo andati alla ricerca dei vincitori, delle loro storie e delle loro differenti visioni.<br />

Abbiamo raccolto testimonianze, empatizzato con ogni singolo artista che ci ha<br />

affidato parte del proprio vissuto – dichiara Nico Donvito – Si può dire che i capitoli di<br />

questo libro siano stati scritti in simbiosi con ciascun protagonista. Infine, ci<br />

inorgoglisce particolarmente il fatto di essere riusciti a portare tra le nostre pagine i più<br />

grandi esperti del settore, il cosiddetto gotha sanremese, personalità di spicco della<br />

musica italiana e del Festival, riuniti in forma corale in questo racconto storico ed<br />

emotivo».<br />

Nico Donvito


“La correzione del mondo”<br />

Davide Piacenza<br />

E’ un saggio.<br />

Originale ed inedita analisi del fenomeno del “politicamente corretto”.<br />

La correzione del mondo si districa tra le esagerazioni, le<br />

minimizzazioni e la propaganda che inquinano il dibattito sul tema del<br />

politicamente corretto. Mentre i reazionari soffiano sul fuoco del<br />

complottismo vittimista che rende tutto un attacco al loro stile di vita, i<br />

romanzi di Roald Dahl vengono corretti prima di essere ripubblicati, un<br />

videogioco di Harry Potter è accusato di danneggiare un’intera<br />

«comunità di esseri umani» e i cartoni animati della nostra infanzia<br />

sono tacciati di «cultura dello stupro». Perché all’improvviso siamo<br />

diventati sensibili a certi temi? E perché la dimensione politica è stata<br />

soppiantata da divisioni settarie, rituali di espiazione e gare per<br />

diventare portavoce on-line di istanze appiattite?<br />

Scrittura scorrevole e lineare anche se in alcunitratti risulta difficileda<br />

capire.Sicuramente un libro impegnativo perché induce la mente a<br />

riflettere e quindi un libro per chi ha la mente allenata .<br />

Autore<br />

Davide Piacenza, scrive sui giornali italiani dal 2013. Dopo dieci<br />

anni di esperienze in diverse redazioni di testate nazionali, dal 2021<br />

fa il giornalista freelance e lo scrittore. Approfondisce fenomeni<br />

contemporanei e di cultura, società, tecnologia, politica, libri. Oggi si<br />

occupa anche di podcast e gestione di progetti editoriali, collabora<br />

con Esquire Italia,Icon, Vanity Fair, Snaporaz.<br />

@whynot_book


“Noi c’eravamo<br />

il senso di fare attivismo”<br />

Irene Facheris<br />

E’ un saggio.<br />

Originale ed inedita analisidel fenomeno del “politicamente corretto”.<br />

La correzione del mondo si districa tra le esagerazioni, le<br />

minimizzazioni e la propaganda che inquinano il dibattito sul tema del<br />

politicamente corretto. Mentre i reazionari soffiano sul fuoco del<br />

complottismo vittimista che rende tutto un attacco al loro stile di vita, i<br />

romanzi di Roald Dahl vengono corretti prima di essere ripubblicati, un<br />

videogioco di Harry Potter è accusato di danneggiare un’intera<br />

«comunità di esseri umani» e i cartoni animati della nostra infanzia<br />

sono tacciati di «cultura dello stupro». Perché all’improvviso siamo<br />

diventati sensibili a certi temi? E perché la dimensione politica è stata<br />

soppiantata da divisioni settarie, rituali di espiazione e gare per<br />

diventare portavoceonline di istanzeappiattite?<br />

Scrittura scorrevole e lineare anche se in alcunitratti risulta difficileda<br />

capire.<br />

Sicuramente un libro impegnativo perché induce la mente a riflettere e<br />

quindi un libro per chi ha la mente allenata .<br />

Autrice<br />

Irene Facheris (Milano – classe 1989) ha conseguito la Laurea<br />

Magistrale in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei<br />

Comportamenti Economici nel 2013 presso l’Università degli Studi<br />

di Milano – Bicocca. Ha poi seguito diversi corsi universitari post<br />

laurea sui gender studies.<br />

È presidente dell’associazione no profit Bossy, nata nel 2014. Si<br />

tratta di una comunità di divulgazione e proposte d’azione su<br />

tematiche quali stereotipi di genere, sessismo, femminismo e diritti<br />

LGBTQ+. Nel 2016 ha creato la videorubrica per ragazzз Parità in<br />

Pillole, che ha tenuto sul suo canale Youtube in partnership diretta<br />

con Google, fino alla fine del 2019. Scrittrice del libro “Creiamo<br />

Cultura Insieme: 10 cose da sapere prima di iniziare una<br />

discussione” (Tlon Edizioni), “Parità in pillole. Impara a combattere<br />

le piccole e grandi discriminazioni quotidiane” (Rizzoli) e “Noi<br />

c’eravamo. Il senso di fare attivismo” (Rizzoli).<br />

@whynot_book


“I Viaggi dell’Anima”<br />

Salvatore Noviello<br />

"I Viaggi dell'Anima" di Salvatore Noviello è un libro di poesie che affonda le sue radici<br />

nel dolore e la rinascita che ogni essere umano affronta nel corso della vita. La prima<br />

poesia scritta, intitolata "E tutto è ormai finito", è un puro grido di disperazione che<br />

esprime la sofferenza e la perdita che l'autore ha provato con la morte della nonna. È<br />

da questo punto di partenza che inizia un percorso emotivo e stilistico che segna una<br />

svolta nella sua scrittura. Altre poesie erano state scritte a partire dal 1977 ma la<br />

svolta emozionale e di stile viene data da questa poesia. Il filo invisibile che lega tutte<br />

le poesie, frasi, aforismi e racconti presenti nel libro è quello che tutti noi abbiamo nel<br />

cuore come punto di attacco. È quel modo di aggrapparsi alla speranza, al credere<br />

che l'amore possa tutto. L'amore che, attraverso le emozioni dell'anima, può persino<br />

lenire il dolore più profondo. È la luce propria e mai riflessa, è la poesia che salva. Ciò<br />

che rende ancora più speciale questo libro di poesie è il fatto che l'intero ricavato delle<br />

vendite sarà devoluto a favore dell'associazione futuracrea. Questo dimostra<br />

l'impegno e la generosità dell'autore nel voler contribuire a una causa importante,<br />

supportando un'associazione che si dedica a realizzare progetti culturali e sociali. La<br />

scrittura di Salvatore Noviello è intensa e coinvolgente, capace di toccare le corde più<br />

profonde dell'anima del lettore. Le sue poesie trasmettono emozioni sincere e<br />

autentiche, grazie a un linguaggio semplice ma ricco di significato. Ogni parola è<br />

scelta con cura, ogni verso è un tassello che si incastra perfettamente nel mosaico di<br />

sensazioni che l'autore vuole trasmettere. "I Viaggi dell'Anima" è un libro che va letto<br />

con il cuore aperto, lasciandosi trasportare dalle parole e dalle emozioni che<br />

emergono dalle pagine. È un invito a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità della vita,<br />

sulla forza dell'amore e sulla speranza che può risiedere anche nelle situazioni più<br />

difficili. Consiglio vivamente la lettura di questo libro a tutti coloro che amano la poesia<br />

e che desiderano immergersi in un viaggio emozionale profondo e intenso. Ogni<br />

pagina è un'opportunità per scoprire nuove sfumature dell'animo umano e per trovare<br />

conforto e ispirazione nelle parole di Salvatore Noviello.<br />

Autore<br />

Salvatore Noviello Nasce ad Avella in provincia di Avellino, a pochi passi<br />

dall’anfiteatro romano e dal famoso “cippus abellanus”. La famiglia non aveva grandi<br />

mezzi economici: Papà emigrante e semianalfabeta e mamma casalinga, per obbligo<br />

in seguito a gravi malattie e per crescere quattro figli. Viene spinto a studiare, pur se<br />

alle scuole elementari volevano riformarlo perché inconsapevolmente miope, mancino<br />

e taciturno. Nella vita fa esperienza di gestione del personale nell’amministrazione<br />

pubblica, fa politica e attività sociali. Non continua gli studi perché inizia subito a<br />

lavorare, per scelta personale e per non pesare sul bilancio familiare. Attualmente è<br />

dipendente del Ministero dell’Istruzione come assistente di laboratorio (fisica ed<br />

informatica). È presidente dell’associazione


Testo: Martina Palilla


Protagonisti della serata Čajkovskij for Christmas al Teatro Ghione di<br />

Roma, i giovani musicisti dell’Orchestra Giovanile Fontane di Roma,<br />

che ormai da due anni e mezzo, sotto la direzione del M° Luciano<br />

Siani, è attiva nel panorama musicale romano e non solo. L’OGFR,<br />

formata da musicisti di età compresa tra i 18 e i 25 anni, nasce dal<br />

desiderio di creare uno spazio gestito esclusivamente da giovani,<br />

dove poter crescere facendo musica insieme, in preparazione al<br />

mondo professionale. Così, l’Orchestra giovanile Fontane di Roma si<br />

fa rappresentante di una missione: avvicinare quanto più possibile le<br />

nuove generazioni, e non solo, a una dimensione musicale spesso<br />

considerata distante e insidiosa.<br />

Questo lo si può cogliere già nella scelta del nome che, oltre a essere<br />

un omaggio al compositore Ottorino Respighi, che scrisse un poema<br />

sinfonico intitolato Fontane di Roma, vuole restituire l’idea dei<br />

musicisti come tante piccole fontane dalle quali zampilla un’acqua<br />

indispensabile: la musica, l’arte e la cultura. Negli ultimi tempi non<br />

sono mancate le soddisfazioni per l’orchestra che già da due anni è<br />

diventata Associazione culturale – il cui consiglio direttivo è formato<br />

da Alessandro Schisani (presidente), Luciano Siani (consigliere),<br />

Simone Ruggero (consigliere) e René Russo (consigliere) – ed è<br />

sostenuta dalla FNC (Fondazione Nazionale delle Comunicazioni)<br />

grazie alla quale è stato possibile sostenere le attività concertistiche.<br />

Fino ad ora l’OGFR ha avuto modo di esibirsi presso il Pantheon, il<br />

Cortile d’onore e l’Aula magna della Corte Suprema di Cassazione<br />

alla presenza del Presidente della Repubblica, del Primo Presidente<br />

della Corte e della rappresentanza delle più alte cariche dello Stato.<br />

Nel 2022 ha avviato una collaborazione con il Teatro Vascello di<br />

Roma, che ha visto l’orchestra impegnata in cinque concerti sinfonici<br />

patrocinati dal Municipio XII di Roma Capitale, l’ultimo dei quali in<br />

collaborazione con il prof. Sandro Cappelletto per un omaggio<br />

bachiano a Pier Paolo Pasolini in occasione del centesimo<br />

anniversario della nascita. L’Orchestra, inoltre, è risultata beneficiaria<br />

di contributo a valere sul FUS – Progetti Speciali 2023 da parte del<br />

Ministero della Cultura per il progetto Metafore sonore. Parlando di<br />

Musica con l’OGFR.<br />

Il sold out del concerto Čajkovskij for Christmas, dimostra come con<br />

l’entusiasmo e l’impegno di questi giovani musicisti si possano<br />

ottenere grandi risultati: il pubblico è stato travolto dalle sonorità<br />

čajkovskijane attraverso un viaggio iniziato con la Polonaise tratta da<br />

Eugene Onegine op. 24, passando per Il lago dei cigni op. 20 e La<br />

bella addormentata op. 66, fino ad arrivare alla suite tratta dal balletto<br />

Lo Schiaccianoci op. 71a. La seducente bellezza dei temi<br />

čajkovskijani, pregnanti di una profonda carica emotiva e<br />

comunicativa, ottenuti grazie all’orchestrazione caratterizzata da<br />

impetuose esplosioni sonore e da rapimenti melodici estatici, hanno<br />

senza dubbio coinvolto il pubblico, facendo sì che si immergessero<br />

per una sera nelle dolci atmosfere del natale e non solo: ascoltare e<br />

discutere di Čajkovskij, infatti, va oltre la mera trattazione di un<br />

compositore che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della<br />

musica ottocentesca. Significa anche esplorare i ricordi intrinsechi di<br />

ognuno di noi e i sogni che ci accompagnavano nell’infanzia.<br />

Foto: Monica Irma Ricci


La Ribalta Centro Studi Enrico Maria Salerno<br />

TEATRO LIBERO DI REBIBBIA ALL’ARGENTINA<br />

di Monica Irma Ricci<br />

Per celebrare i Venti Anni dalla fondazione del Teatro Libero di Rebibbia, il 22 dicembre il Teatro Argentina –<br />

Teatro di Roma ha ospitato la Compagnia di detenuti-attori del carcere romano. Con questo straordinario debutto,<br />

il Progetto “Teatro Libero di Rebibbia all’Argentina”, porta oltre le mura penitenziarie qualcosa di più di un evento<br />

d’arte sociale. Porta la notizia che esiste un modo nuovo, più equilibrato ed inclusivo di condurre la relazione fra<br />

Istituzioni penitenziarie e Istituzioni culturali, fra pena e redenzione, verso la riabilitazione dei condannati<br />

attraverso l’arte, il sapere e il lavoro. La Ribalta – Centro Studi “Enrico Maria Salerno”, diretta da Laura Andreini e<br />

Fabio Cavalli, lavora dal 2003 nel sistema penitenziario, con il coinvolgimento di centinaia di persone recluse. La<br />

manifestazione del 22 dicembre si è realizza grazie all’impegno del Presidente della Commissione Cultura della<br />

Camera On. Federico Mollicone, al sostegno del Dipartimento Cultura di Roma Capitale, alla collaborazione<br />

ventennale con la Direzione della Casa Circondariale Roma Rebibbia N.C. e all’ospitalità della Fondazione Teatro<br />

di Roma – Teatro Nazionale. Il Teatro Libero di Rebibbia che è una vera e propria accademia di spettacolo. Sede<br />

principale è l’Auditorium del carcere romano, con 340 posti e un grande palcoscenico che ospita le attività di<br />

formazione e le Stagioni che hanno come protagonisti i detenuti. L’esperienza è considerata fra le principali<br />

iniziative d’arte e inclusione sociale a livello internazionale, anche grazie alla grande visibilità ottenuta col film<br />

Cesare deve morire dei fratelli Taviani, Orso d’Oro al Festival di Berlino.<br />

La Compagnia sul grande palcoscenico dell’Argentina ha presentato i più bei Canti della Commedia di Dante detti<br />

dai detenuti ed ex-detenuti, sia nell’italiano del Poeta, sia in traduzioni dialettali colte, realizzate da grandi poeti<br />

del ‘900. “Dalla Città dolente” è il titolo dello spettacolo. Carcere/Inferno – Colpa/Peccato – “Rivedere/Non<br />

rivedere le stelle”: fra queste identità metaforiche e contraddizioni brucianti gioca la performance di persone<br />

memori di una qualche affinità nel destino: Dante fu condannato e visse quasi vent’anni in esilio, da latitante. I<br />

condannati di oggi cercano di saldare i propri conti anche attraverso la fatica di quei versi altissimi e difficili,<br />

offrendosi al loro “giudice naturale”. Non più la Magistratura che li condannò, ma il Pubblico.<br />

Sul Palco dell’Argentina, gli attori del TEATRO LIBERO DI REBIBBIA: Juan Dario Bonetti, Giovanni Colonia,<br />

Francesco De Masi, Giacomo Silvano con le musiche del M°Franco Moretti, Violino Irene Moretti, Contrabbasso<br />

Mariano Aprea, Percussioni Andrea Nunzi. Coadiuvati nella Lectura Dantis da: On. Federico Mollicone, On.<br />

Raffaele Bruno (Parlamentare, primo firmatario della Proposta di Legge “Teatro in Carcere”), Francesco Siciliano<br />

(Presidente Teatro di Roma - Teatro Nazionale), Marco Prosperini (Membro CdA Teatro di Roma - Teatro<br />

Nazionale). Il progetto, Il Teatro Libero di Rebibbia all’Argentina, promosso da Roma Capitale - Assessorato alla<br />

Cultura, è vincitore dell'Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 - <strong>2024</strong>” curato dal Dipartimento<br />

Attività Culturali e realizzato in collaborazione con SIAE


@ Monica Irma Ricci


BORIS GODUNOV<br />

Il grandioso capolavoro di Mussorgsky immerge lo<br />

spettatore negli anni bui della fondazione dell'Impero russo<br />

©Mirco Magliocca<br />

Boris Godunov - Alexander Roslavets


Le straordinarie foto di scena scattate dal maestro<br />

Mirco Magliocca, fotografo nei maggiori teatri<br />

internazionali, documenta con queste immagini<br />

emotivamente significative la storia della<br />

fondazione dell’impero russo. Lo zar Boris, salito<br />

al trono a prezzo di un terribile crimine, vacilla e<br />

crolla sotto il peso della coscienza sporca. La<br />

musica, sontuoso monumento corale e orchestrale<br />

dalle numerose evocazioni folcloristiche, sonda gli<br />

abissi dell'anima russa. Una nuova produzione di<br />

eventi diretta da Olivier Py, maestro dei mondi<br />

tormentati della tirannia.


Boris Godunov - Alexander Roslavets<br />

Fëdor - Vittoria Bunel<br />

BORIS GODUNOV<br />

Modesto Musorgskij (1839-1881)<br />

Opera in 7 scene. Versione del 1869.<br />

Libretto del compositore tratto da Alexander Pushkin<br />

e la Storia della Stato russo di Nikolai Karamzin<br />

Orchestra Nazionale del Capitolio Toulouse<br />

Coro e Maestro dell'Opéra National du Capitole<br />

Coproduzione con il Théâtre des Champs-Elysées (Parigi)<br />

©Mirco Magliocca


info@unarisatalab.com<br />

UNA RISATA<br />

ALLUNGA LA<br />

VITA?<br />

Laboratorio teatrale a cura di Bruno Maccallini e Antonella Ottai


A margine del Laboratorio teatrale UNA<br />

RISATA ALLUNGA LA VITA?, il 22 Febbraio<br />

<strong>2024</strong> presso il Goethe-Institut-Rom di Via<br />

Savoia con lo spettacolo STASERA HO<br />

DECISO DI VENIRMI A TROVARE di Bruno<br />

Maccallini e Antonella Ottai prenderà il via<br />

anche il Ciclo KABARETT WEIMAR dedicato<br />

appunto al Kabarett di Weimar.<br />

Agli allievi del Laboratorio verrà offerta la<br />

possibilità di seguire non solo le prove e<br />

l’allestimento di questo spettacolo ma anche<br />

quelle dell’altro in cartellone il giorno 29<br />

Febbraio, sempre all’Auditorium, dal titolo DIVA<br />

UNA SINFONIA PER WEIMAR. Quest’ultimo<br />

una novità assoluta di Antonella Ottai.<br />

Il terzo spettacolo della trilogia GROTESK!<br />

RIDERE RENDE LIBERI di Bruno Maccallini e<br />

Antonella Ottai, già rappresentato<br />

all’Auditorium del Goethe Institut in occasione<br />

del Giorno della Memoria 2022, sarà replicato<br />

invece al Teatro Vascello il 24 Aprile <strong>2024</strong>.<br />

Il sodalizio di Maccallini con la studiosa<br />

Antonella Ottai, esperta di Cabaret tedesco<br />

degli anni 20-30, si consolida in questo<br />

articolato progetto didattico-performativo che<br />

trae spunto dalla scena comica di Weimar. a<br />

partire dai tempi prosperi a quelli più critici, fino<br />

al punto di non ritorno, quando molti artisti dello<br />

spettacolo leggero vanno incontro alla<br />

deportazione e allo sterminio, o per ragioni<br />

razziali (erano in gran parte ebrei) o per motivi<br />

politici, senza per questo smettere di esibirsi<br />

nei lager in cui erano confinati.<br />

La risata, un’arma spuntata, una colpevole<br />

elusione, una risorsa per salvarsi la pelle a<br />

costo di degradare la propria dignità artistica?<br />

È questa la domanda che investe il laboratorio,<br />

a cui prenderanno parte numerosi docenti e<br />

artisti, prima di trovare il suo racconto, o meglio<br />

la sua parabola, in un saggio finale che lo<br />

concluderà insieme a due Master Class affidate<br />

a Massimo Wertmüller ed Elena Bucci. Il Corso<br />

complessivo prevede 36 ore di lavoro con gli<br />

insegnanti nel periodo da Febbraio ad Aprile<br />

<strong>2024</strong> presso la Sede del Goethe-Institut-Rom;<br />

25 ore tra esercitazioni e prove in gruppi di non<br />

più di 10-15 allievi presso l’Auditorium; 2<br />

ingressi liberi per due Master Class al Teatro<br />

Vascello e ingressi liberi per tutti gli spettacoli<br />

in programma. Per altre info si rimanda alla<br />

Presentazione completa del Laboratorio su<br />

www.unarisatalab.com


COM’È ANCORA UMANO LEI,<br />

CARO FANTOZZI<br />

Se all’improvviso chiudo con nostalgia gli occhi della<br />

memoria mi ritrovo di fronte, come uno specchio<br />

appannato dal tempo, gli occhi innamorati del<br />

ragionier Ugo Fantozzi che guardano me oramai per<br />

sempre signorina Silvani e le parole non dette in venti<br />

anni di assidua frequentazione con Paolo Villaggio si<br />

tramutano in quelle scritte…e allora “CARO<br />

FANTOZZI…”<br />

Dal cinema che ti ha reso leggenda io, riconoscente e<br />

in debito, ho l’ardire di raccontarti in teatro proprio per<br />

restituire a Paolo Villaggio la grazia.<br />

Ho usato a volte la signorina Silvani come alibi per<br />

raccontare i suoi difetti e Anna per raccontare gli<br />

strepitosi aneddoti che hanno legato gli anni dal nostro<br />

primo disastroso incontro, fino a quando ci hai salutato<br />

agitando il tuo tragico basco blu e dopo aver sistemato<br />

le mutande ascellare (che nessuno ha mai osato far<br />

diventare di moda) per raggiungere la tua nuvoletta.<br />

Ma non sarebbe stato teatro se avessi composto<br />

un’angiografia. Il teatro ha bisogno di emozioni da<br />

raccontare provocandole nel pubblico.<br />

Allora i racconti scritti da Paolo si uniscono ai miei in<br />

un rimbalzo di emozioni che fanno la storia dei<br />

mostruosi incontri dietro le quinte, della Silvani, del<br />

suo storico “labbruzzo”, del suo pensiero sul<br />

matrimonio dopo che Fantozzi ha raccontato il suo<br />

con un “cesso bianco maleodorante”.<br />

E ancora la piccola mostruosa Mariangela al concorso<br />

per bimbi belli, il ristorante giapponese, il ricordo di<br />

Visconti e Filini, l’odiato e invidiato collega.<br />

E poi Paolo avido di cibo e le sue diete mostruose, la<br />

sua paura di vivere la sua carriera, il suo incontro con<br />

Giorgio Strehler che avrebbe voluto quel Grande di<br />

Genova nel suo Piccolo di Milano. E se non<br />

bastassero le parole c’è la musica dal vivo di Sasà<br />

Calabrese. Il suo pianoforte, la sua chitarra, i miei<br />

costumi e le scene, perché “Come è ancora umano<br />

lei…caro Fantozzi” non è un semplice monologo…ma<br />

uno spettacolo completo.<br />

Ancora mostruosamente tua. Anna Silvani<br />

ANNA MAZZAMAURO<br />

Dal 12 al 14 gennaio <strong>2024</strong>


Con una piccola donazione puoi anche tu<br />

sostenere, promuovere e divulgare l'arte<br />

in ogni sua forma. Diventa mecenate<br />

dell'arte con l'associazione no profit<br />

"Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>".<br />

Puoi sostenerci anche tramite paypal<br />

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+39 335 435168<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com


Marcel Duchamp<br />

alla Peggy Guggenheim<br />

Collection a Venezia<br />

Assia Karaguiozova<br />

‘La seduzione della copia’, fino al 18 Marzo, a cura<br />

di Paul B. Franklin.<br />

Duchamp è stato all’avanguardia ai suoi tempi, per<br />

diversi aspetti e anche oggi ci insegna l’ironia, il valore<br />

dell’identità della copia, la versatilità dei materiali, il<br />

dadaismo simbolico.


PAePA di Milano mette<br />

“In scena” la personale<br />

di Bruno Pellegrino<br />

Assia Karaguiozova<br />

Fino al 15 Gennaio <strong>2024</strong> la galleria PAePA di Milano (piccola perla<br />

espositiva per collezionisti raffinati) offre l’opportunità di confrontarsi<br />

da vicino con gli sguardi dei personaggi di Bruno Pellegrino.<br />

Artista che sperimenta con materiali diversi (alcuni poveri e riciclati),<br />

riuscendo a valorizzare, attraverso i volti che incide e dipinge, le loro<br />

proprietà. Presenze dal forte carattere.


Le PERSONAE di BRUNO PELLEGRINO<br />

all’ADI DESIGN MUSEUM<br />

Assia Karaguiozova<br />

ADI DESIGN MUSEUM: nel cuore del design,<br />

a Milano, i protagonisti di Bruno Pellegrino<br />

(animatore culturale, pittore e scultore)<br />

prendono vita.<br />

L’individuo e la massa - al centro dei<br />

cambiamenti sociali e culturali, attraverso i<br />

decenni della carriera dell’Autore, che ha<br />

assunto svariate sfumature di<br />

comunicazione.


La Collezione Castellani<br />

alla Fondazione Luigi<br />

Rovati a Milano<br />

Alla Fondazione Luigi Rovati l’oro, la terracotta e il bronzo<br />

sono i protagonisti della Collezione Castellani, i tesori etruschi<br />

tra storia e moda.<br />

La mostra è organizzata in collaborazione con il Museo<br />

Nazionale Etrusco di Villa Giulia, è stata premiata con la<br />

Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica<br />

Italiana.<br />

Fino al 3 Marzo <strong>2024</strong><br />

Assia Karaguiozova


Maria Callas<br />

al Museo Teatrale alla Scala<br />

‘La progettazione del costume e l’idea della presenza<br />

scenica sono solo due degli aspetti della celebrazione di<br />

Maria Callas, contestualizzata nel Museo Teatrale alla<br />

Scala (nessun luogo potrebbe esserne più adatto).<br />

Il racconto del talento del soprano esalta l’alta sartoria<br />

italiana. A cura di Francesco Stocchi, l’allestimento è di<br />

Margherita Palli. Fino al 30 Aprile <strong>2024</strong><br />

Assia Karaguiozova<br />

Maria Callas - Medea 1961,<br />

Teatro alla Scala di Milano,


Assia Karaguiozova<br />

FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA:<br />

“APPUNTI FOTOGRAFICI.<br />

LA VENEZIA DI LUIGI FERRIGNO”<br />

A Venezia, fino al 1/04/<strong>2024</strong>, a cura di Lorenza Bravetta<br />

Luigi Ferrigno: lavorava in fornace a Murano e captava momenti e dettagli veneziani, dal<br />

suo punto di vista. Affidando il suo archivio (di più di 25.000 immagini) alla Fondazione<br />

Querini Stampalia, ha donato anche l’opportunità all’ampio pubblico di dare uno sguardo su<br />

una Venezia meno consueta e conosciuta. La mostra ne ripercorre 89. La programmazione<br />

della Fondazione proseguirà con le inaugurazioni: il 13 Aprile dell’omaggio a Kabakov e il<br />

17 Aprile della personale di Yoo Youngkuk.


Dal 14 Aprile in esposizione alle<br />

Stanze del Vetro, Fondazione<br />

Giorgio Cini, Il vetro di Murano e<br />

la Biennale di Venezia, nel<br />

periodo 1912-1930 (dalla X alla<br />

XVII edizione della Biennale), a<br />

cura di Marino Barovier.<br />

Alcune delle 135 opere sono<br />

particolarmente rare.<br />

Photo credits: Enrico Fiorese<br />

Courtesy LE STANZE DEL VETRO


Gli uomini volanti di Stroli<br />

Lisa Bernardini<br />

Stroli (al secolo, Lino Stronati) nasce a Jesi (AN)<br />

nel 1949.<br />

Dopo una vita di lavoro, giunto alla pensione, nel<br />

2009 ha finalmente l'occasione per concentrarsi sulla<br />

sua passione per la pittura. Senza scuole, accademie<br />

o corsi, Stroli dà inaspettatamente vita a un<br />

linguaggio potentemente originale e al tempo stesso<br />

non ignaro delle grandi opere del nostro passato più<br />

o meno recente. Alle ardite forme, questo Artista<br />

aggiunge tuttavia anche i contenuti: una larga<br />

riflessione sull'uomo e sulla società contemporanea.<br />

Oggi possiamo affermare che il suo lavoro è<br />

riconosciuto dalla critica artistica come innovativo ed<br />

a tratti geniale, con un posto di tutto rispetto tra gli<br />

artisti moderni del nostro Paese.<br />

La contemporaneità, Stroli la vive con inesauribile e<br />

“giovane” energia applicata al colore e al materiale, e<br />

la sua lettura dell’Arte spiazza per la capacità di<br />

tradurre la realtà di tutti i giorni enfatizzandone<br />

drammi, criticità, aneliti e speranze possibili.<br />

Il pessimismo che potremmo cogliere in alcuni lavori<br />

è solo di superficie: guardando più in profondità,<br />

scopriamo che Stroli ci parla con amore e speranza<br />

dell'Uomo, indicandoci più qualcosa da riscoprire (il<br />

contatto con la natura, una certa spiritualità, la<br />

condivisione, la solidarietà) anziché qualcosa che<br />

sembrerebbe perso.<br />

In carriera, innumerevoli le mostre che lo hanno reso<br />

protagonista: decine e decine di esposizioni nazionali<br />

e internazionali negli ultimi anni, apprezzate da<br />

sempre più amanti di quell’insondabile linguaggio del<br />

cuore di cui sono pervase le opere degli artisti<br />

migliori. Apprezzato dal nord al sud del nostro<br />

Paese, il mondo artistico di Stroli è conosciuto anche<br />

in svariati Paesi esteri, dove e’ stato protagonista di<br />

tanti premi e riconoscimenti. Colpisce soprattutto la<br />

varietà dei contesti di assegnazione, anche da parte<br />

di Ambasciate estere, che lo hanno riconosciuto<br />

artista di primo piano.<br />

Vi invitiamo ufficialmente, per chi se lo fosse perso<br />

finora, ad entrare nel mondo degli Uomini volanti di<br />

Stroli: una esperienza artistica che parla di valore,<br />

creatività cifra stilistica.<br />

Per saperne di più, consultate la sua pagina facebook<br />

Lino Stronati.


LINO TAGLIAPIETRA:<br />

LA MAGIA DEL VETRO<br />

Dopo la mostra, memorabile, al Museo Ca’ Rezzonico a<br />

Venezia, è uscito il libro (‘L’origine del viaggio’, Antiga<br />

Edizioni, fotografie di Roberta Orio) - preziosa<br />

testimonianza del lavoro di una vita e del talento, unico nel<br />

mondo, di Lino Tagliapietra.<br />

Osservare le sue opere dal vivo provoca incanto e brividi:<br />

della magia del vetro e della bravura del Maestro di averlo<br />

saputo interpretare in modo così incisivo, esaltando il<br />

brillare dei colori e rendendolo vibrante (che è uno degli<br />

aspetti più difficili).<br />

Accostamenti inediti - di tonalità e di tecnica, le sue<br />

creazioni sembra che stiano in piedi per un miracolo, ma<br />

sono in equilibrio perfetto.<br />

Ci si domanda: ‘Ma Come ha fatto?’


Giorgio Butini<br />

l’artista che sfida ogni legge della fisica<br />

Giorgio Butini è un artista italiano, nato a Firenze, con una vasta esperienza nelle arti visive, nella scultura, nel disegno, nella<br />

pittura e nell'oreficeria, nonché nella lavorazione della ceramica e nelle arti decorative. Tra gli importanti riconoscimenti vinti dal<br />

maestro, il Secondo Premio alla Biennale di Venezia nel 1997, il Premio per l'opera "I sogni", esposta alla sesta edizione della<br />

Biennale Internazionale d'Arte di Pechino, in Cina, nel 2015 e, il Premio Internazionale della città di Troina, nel 2022, nell'ambito<br />

della sezione scultura, in cui è stato designato tra i migliori scultore contemporanei.<br />

Butini è autore di numerose opere pubbliche, tra cui "La Supremazia", scultura in bronzo e argento custodita dal Museo del<br />

Palazzo del Quirinale a Roma, regalata al Presidente della Repubblica Italiana nel 2010, "Morte, Resurrezione e lo Spirito<br />

Santo", un crocifisso in bronzo donato a Papa Benedetto XVI nel 2007 e custodito dai Musei Vaticani, nonché l'"Arco della Pace",<br />

opera inaugurata presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, a Firenze, nel maggio 2023. Quest'ultima rappresenta la<br />

visione sulla pace dell'artista Giorgio Butini ed è esposta in permanenza presso la sede della Commissione Europea a Bruxelles.<br />

Una sua opera ceduta alla Principessa Rania di Giordania, collocata permanentemente al museo di arte Moderna della<br />

Giordania. Fin da bambino ha manifestato una buona predisposizione per il disegno e per le arti figurative: un semplice gioco<br />

dapprima, trasformatosi poi in passione ed infine in profonda ragione di vita. Ha fatto suo il linguaggio dei segni ancor prima di<br />

quello della parola. Ha frequentato il Liceo Artistico Cavour di Firenze, svolgendo contemporaneamente attività formative presso<br />

botteghe private di famosi artisti. Ha compiuto studi approfonditi sul corpo umano, frequentando corsi di Anatomia presso<br />

l’Università degli Studi di Firenze. Nel 1982 ha conosciuto lo scultore Antonio Berti e ha avuto l’opportunità di frequentare<br />

assiduamente la sua bottega. Dal 1985 al 1989 è entrato a far parte, come allievo, dell’Accademia privata dell’artista Raimondo<br />

Riachi in Firenze, ambiente che ha continuato a seguire come collaboratore dal 1990 al 1994.<br />

La formazione presso la ‘Bottega’ del Maestro ha permesso a Butini di acquisire una vasta esperienza in molteplici discipline e<br />

tecniche, specializzandosi sia come scultore sui materiali più vari (marmo, pietra, creta, bronzo, alabastro) che come pittore.<br />

La sua esperienza si estende anche al campo dell’arte orafa, dal modello in cera alla fusione ed al cesello, con specializzazioni<br />

anche nell’ambito del restauro di dipinti e affreschi.<br />

L’arte per Butini è una ragione di vita e ad essa affida l’espressione del suo sentire più profondo. È così che molte delle sue<br />

opere rappresentano stati d’animo e pensieri divenuti denuncia e resi materia.<br />

Butini spiega le sue opere con una profonda riflessione ”I condizionamenti che subiamo, la perdita di valori in ciò che ci circonda,<br />

la difficoltà a comprendere e dar voce alle nostre esigenze profonde, ci fanno spesso vivere insoddisfatti, imprigionati in schemi<br />

precostituiti e pilotati su tracciati che altri hanno deciso per noi. Metamorfosi è il messaggio, forte e spesso inquietante, che ho<br />

voluto trasmettere agli altri. Uno spunto di riflessione per tutti coloro che sono alla ricerca del proprio spazio spirituale, della<br />

scoperta o ri-scoperta di sé stessi. Un messaggio forte e allo stesso tempo positivo e di speranza che, in questa metamorfosi di<br />

valori, possa prevalere in fine il segno di una purezza originaria e di un sentire autentico.”


Pinault Collection<br />

Palazzo Grassi e<br />

Punta della Dogana <strong>2024</strong><br />

Lascia una scia d’oro la mostra ICÔNES alla Punta della Dogana.<br />

Prosegue, invece, al Palazzo Grassi fino al 7 Gennaio CHRONORAMA - una<br />

finestra sulla storia della moda attraverso la fotografia.<br />

Dopo un programma intenso, il Teatrino propone da Aprile ‘Song to the<br />

Siren’, di Edith Dekyndt, mentre Al Palazzo Grassi sono due i progetti<br />

espositivi, a partire dal 17 Marzo: una mostra inedita di Pierre Huyghe, a<br />

cura di Anne Stenne, in partnership del Leeum Museum of Art di Seul e il<br />

grande progetto espositivo, dedicato all’artista Julie Mehretu, curato da<br />

Caroline Bourgeois.


PARE<br />

PARECCHIO<br />

PARIGI<br />

REGIA<br />

Leonardo Pierrracioni<br />

INTERPRETI<br />

Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini,<br />

Giulia Bevilacqua, Nino Frassica<br />

Al cinema dal 18 gennaio


Arriva al cinema dal 18 gennaio <strong>2024</strong>, "PARE<br />

PARECCHIO PARIGI", il nuovo film di Leonardo<br />

Pieraccioni, prodotto da Levante con Rai Cinema e<br />

distribuito da 01 Distribution. Pieraccioni, che firma il<br />

soggetto con Filippo Bologna e la sceneggiatura con<br />

Alessandro Riccio, è regista e interprete di questa<br />

commedia familiare che vede nel cast anche Chiara<br />

Francini, Giulia Bevilacqua e Nino Frassica.<br />

SINOSSI Per esaudire il desiderio, ormai rimpianto, che<br />

ha un vecchio e malatissimo padre (Nino Frassica) di<br />

non aver fatto un viaggio a Parigi con i figli (Leonardo<br />

Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua) ecco<br />

che i tre fratelli che non si parlano da cinque anni,<br />

fingeranno di partire con lui da Firenze a bordo di un<br />

camper, che non uscirà mai dai confini di un maneggio<br />

di cavalli. Quel viaggio, messo in scena perché ai figli è<br />

stato proibito di allontanare il padre dalla struttura<br />

ospedaliera che glielo ha affidato, diventerà una<br />

paradossale, avventurosa e irresistibile occasione per<br />

tentare di far riavvicinare i fratelli e cercare di<br />

riconciliarsi con il loro papà. Con il motore<br />

dell’immaginazione si possono fare migliaia di<br />

chilometri: se non si può andare a Parigi, Parigi può<br />

venire da noi! Dopotutto anche se fai il giro del mondo<br />

ritorni sempre nel solito punto, no?<br />

“Questa storia è liberamente ispirata ai fratelli Michele e<br />

Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato<br />

in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi.<br />

Viaggiarono non uscendo quasi mai dal loro podere. Il<br />

film è dedicato a loro. E a tutti i sognatori.


Il più grande pigiama party della storia si prepara a conquistare le sale italiane a febbraio con “PIGIAMA<br />

PARTY! CAROLINA E NUNÙ ALLA GRANDE FESTA DELLO ZECCHINO D’ORO”. I protagonisti di questa<br />

festa sono CAROLINA BENVENGA, amatissima attrice e volto della Tv dei Ragazzi che negli ultimi anni è<br />

diventata un vero fenomeno del web con oltre 1 miliardo di visualizzazioni sul suo canale YouTube, le<br />

canzoni più iconiche dello ZECCHINO D’ORO, lo storico festival di canzoni per bambini che su YouTube<br />

supera i 2 milioni di iscritti e i 2 miliardi di visualizzazioni, NUNÙ, l’anisello più speciale che ci sia, e tanti<br />

piccoli amici pronti a ballare e cantare.


Tutto è pronto per il più atteso dei pigiama party e per trascorrere<br />

una serata divertentissima, ballando baby dance, cantando sulle<br />

note deIl Caffè della Peppina, Il Coccodrillo come fa?, Mister<br />

Spazzolino, il Gatto Puzzolone e tanti altri brani memorabili.<br />

Ma attenzione: all’improvviso un invisibile panda alato creerà<br />

scompiglio con scherzi e marachelle di ogni tipo. Niente paura,<br />

però! È il tenero Macchia ed è solo molto timido… Teme di essere<br />

preso in giro per le sue buffe ali e non ha ancora capito come si<br />

trovano nuovi amici.<br />

Sarà una festa a suon di musica, all’insegna dell’allegria, in cui<br />

celebrare i valori dell’amicizia, dell’inclusione e della diversità,<br />

spiegati ai bimbi senza retorica e con il loro linguaggio spontaneo e<br />

diretto.<br />

L’invito per tutti i piccoli spettatori è di venire al cinema con il<br />

proprio pigiama preferito (ma che sia bello pesante date le<br />

temperature invernali!) e di godersi l’evento che sarà scandito dalle<br />

canzoni irresistibili dello Zecchino d’Oro e da tantissime risate.<br />

Diretto da Francesco Di Giorgio, con soggetto e sceneggiatura di<br />

Tommaso Di Giulio e Angela Senatore, “Pigiama Party! Carolina e<br />

Nunù alla grande festa dello Zecchino D’Oro” è una produzione<br />

NEXO DIGITAL in collaborazione con ANTONIANO e SONY<br />

MUSIC ITALY.<br />

È distribuito al cinema da Nexo Digital in collaborazione con<br />

MYmovies.it.


ph © Bruno Orefice<br />

Lo Spazio Talent Show è una kermesse dedicato ai giovani artisti che si è concluso con la finale nazionale presso il<br />

prestigioso Palazzo Kursaal a Giulianova. L'evento, giunto alla sua quarta edizione, ha entusiasmato il pubblico<br />

presente nella serata del 10 dicembre. Questo format originario dell'Abruzzo e prodotto dalla Midey Madey,<br />

ideato dalla Talent scout Antonella Argentini, ha dato la possibilità a talenti eccezionali di esibirsi nelle<br />

diverse discipline dello spettacolo: dal ballo al canto, dalla recitazione alla moda, fino all'arte varia. La<br />

presenza del noto agente di spettacolo Walter Garibaldi ha reso la competizione ancora più affascinante, in quanto<br />

ha messo in palio per il vincitore un contratto della durata di un anno. La serata è stata presentata con eleganza e<br />

professionalità dalla conduttrice televisiva Monica Campoli, e ha visto la partecipazione di ospiti illustri, tra cui il<br />

cantante Massimiliano Ciurlino, l'autore e attore Fabrizio Silvestri, l'attore Tony Palma e i vincitori delle edizioni<br />

passate. Tra i vincitori delle edizioni precedenti, spiccano la cantante Marcella Di Pasquale, vincitrice della prima<br />

edizione, che successivamente ha raggiunto la finale di The Voice Senior 20/21, e l'attrice Francesca Maoloni,<br />

protagonista del film " Goffredo e l’Italia chiamo’ " uscito nelle sale cinematografiche il 15 settembre 2023. Purtroppo,<br />

il vincitore del 2021, Samay Tosi, noto per la sua partecipazione a un reality su NETFLIX intitolato "Summer Job" non<br />

ha potuto partecipare per motivi personali. Tuttavia, la protagonista indiscussa della serata è stata Nicole Eva<br />

Margiovanni di Silvi, 28 anni, che ha conquistato non solo il titolo assoluto della quarta edizione, ma anche il premio<br />

per la categoria canto. Ad aggiudicarsi il riconoscimento per la categoria recitazione è stata Giorgia Di Marcantonio,<br />

22 anni, mentre nella categoria ballo si è distinta Kezia Ruffini, 11 anni. I vincitori della categoria arte varia sono stati<br />

Lara Farina, Simone D'Alberto e Nina Perrini, dimostrando la varietà e la ricchezza dei talenti in gara. Le iscrizioni<br />

per la prossima edizione, Spazio Talent Show <strong>2024</strong>, sono già aperte, e le produzioni continuano a cercare volti<br />

nuovi per arricchire ulteriormente questo straordinario palcoscenico di talenti italiani. La serata è stata un inno alla<br />

creatività e alla passione, confermando che lo Spazio Talent Show continua a essere una vetrina per le stelle future<br />

dello spettacolo. Non perdete l'opportunità di partecipare e farvi scoprire!


I vincitori della quarta edizione<br />

NICOLE MARGIOVANNI. Vincitrice categoria Canto e Vincitrice dell’edizione 2023<br />

28 anni lavora come segretaria part time in una scuola. IL suo sogno è vivere d’arte.<br />

Per la vincitrice del concorso l’arte è l’unico mezzo che permette all’essere umano di<br />

trasformare le sbavature della vita e i propri limiti in rappresentazioni di bellezza autentica.<br />

Per Nicole l’arte è la forma più nobile di comunicazione che unisce le persone, è un<br />

passpartout che apre le porte all’evoluzione collettiva.<br />

GIORGIA DI MARCANTONIO vincitrice categoria recitazione<br />

22 anni di Spoltore (PE) studentessa di estetica. Ama viaggiare, il suo sogno è poter girare il<br />

mondo e scoprire nuovi modi di vivere lo spettacolo e fare apprezzare il suo. Per Giorgia<br />

l’arte è un modo fi condividere con gli altri un pezzo della propria anima. Per lei l’arte è<br />

l’unico modo per sentirsi liberi ed esprimere se stesso. Gli artisti sono immortali.<br />

KESIA RUFFINI. Vincitrice categoria danza<br />

11 anni vive a Giulianova (TE) studia danza da quando aveva 5 anni. Ama ballare classico,<br />

moderno e Hip Hop. Sogna di Studiare alla Scuola della Scala di Milano. Per lei l’arte è il<br />

modo migliore di esprimere le emozioni.<br />

NINA PERRINA. Vincitrice arte varia<br />

Ha 9 anni e vive a Pescara e studia canto da 1 anno. Sogna di diventare cantante attrice.<br />

Per lei l’arte è condividere il proprio talento con gli altri. Per lei l’arte è come un cielo pieno di<br />

stelle e le stelle siamo noi artisti.<br />

SIMONE D’ALBERTO Vincitori Arti Varia<br />

23 anni residente a Popoli (PE), studia musica ed è un giovane scrittore. Il Presidente è il<br />

titolo del suo primo libro. Il suo sogno nel cassetto è quello di mantenere una promessa data<br />

ad una persona che non c’è più e di aiutare il prossimo con il suo talento. Per Simone l’arte<br />

è la liberazione dell’anima dalle cattiverie che ha subito nella sua giovane vita. L’arte diventa<br />

la sua corazza, la scrittura la sua spada…<br />

LARA FARINA. Arte Varia<br />

47 anni, Lanciano (CH) parrucchiera. Sogna di partecipare almeno una volta ad una<br />

trasmissione televisiva e le piacerebbe fare teatro… Per Lara l’arte è comunicare con il<br />

cuore e la passione le proprie emozioni.


Con una piccola donazione puoi anche tu<br />

sostenere, promuovere e divulgare l'arte<br />

in ogni sua forma. Diventa mecenate<br />

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ass.stefanofrancia@gmail.com<br />

+39 335 435168<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com


DARLIN’<br />

“STILL HERE”<br />

Il nuovo singolo dei Darlin’, duo formato dal piemontese Alberto Dante e dall’americano<br />

Garret Rhea, che anticipa l’uscita dell’atteso album d’esordio prevista per i primi mesi<br />

del <strong>2024</strong>.<br />

"Still Here" tratta desiderio umano di amore e accettazione, di gioia e comunità,di come<br />

ci si sente a essere soli in una notte buia. Il testo per descrive la sensazione di trovarsi<br />

ad avere bisogno di aiuto ed essere fortunati nel trovarlo sempre nelle persone a noi<br />

care. La canzone parla anche della gratitudine per le persone che effettivamente si<br />

presentano e dedicano la loro energia a coloro che ne hanno bisogno, e la differenza<br />

che questo può fare nella vita di qualcuno.<br />

«Siamo felicissimi di annunciare l'imminente uscita del nostro primo album e lo stiamo<br />

celebrando con l'uscita del singolo "Still Here" – dichiarano i Darlin’ - la nostra musica è<br />

una finestra sulle nostre vite, e siamo entusiasti di condividere questa finestra con voi.<br />

Rimanete sintonizzati, rilasceremo altri 2 singoli prima dell'uscita dell'album».<br />

BIO<br />

Darlin' è una band di musica psichedelica gospel pop composta da due membri, un<br />

italiano e un americano, con sede a Chicago e Torino. Il gruppo si è formato nel 2023 da<br />

un gruppo di filosofi con strumenti musicali che non potevano fare a meno di Pink Floyd,<br />

Queen e Ray Charles e che si sono conosciuti suonando per pazienti affetti da<br />

Alzheimer. Il loro stile unico di intrattenimento fonde il suono lamentoso dell’organo,<br />

assoli di chitarra e un'energia vocale intensa che fa venire voglia di ballare tutta la notte<br />

e lascia con qualcosa su cui riflettere al mattino.<br />

foto safe&SOUND<br />

www.safeandsound.it<br />

Ig: safeandsound_it<br />

Fb: it.safeandsound


“OSSESSIONI PARALLELE”<br />

il nuovo singolo della band milanese<br />

Ossessioni parallele”, il nuovo singolo della band<br />

milanese Fuoricentro.<br />

Fast food, fast fashion, fast love, fast friends, fast<br />

family, fast lif siamo giunti nell'epoca dell'usa e<br />

getta oltre che degli oggetti, anche delle relazioni.<br />

È oramai lontana e sempre più distante l'epoca<br />

del valgo perché sono oppure "dell'eccomi io<br />

sono questo/a". Il videoclip è stato girato in<br />

Sicilia, tra il Castello Branciforti di Raccuja (ME) e<br />

Palazzo Sciacca di Patti (ME) con la<br />

partecipazione della giovane attrice siciliana<br />

Lucrezia Natoli.<br />

«La lotta al cambiamento climatico parte anche e soprattutto dalle nostre abitudini – dichiara la band - oggi siamo in<br />

preda a mille stimoli differenti, indotti quasi a diventare delle ossessioni parallele: il nostro tempo è il tempo degli<br />

accumuli, dei vestiti usa e getta, della plastica dovunque e comunque, della solitudine, degli schermi dei telefoni<br />

nell'epoca delle iper connessioni, dell'ansia sociale di non appartenere al sistema "social", del "fuori e non del dentro", del<br />

non riconoscersi di fronte ad uno specchio, della paura dell'intimità - non quella sessuale -, della paura della verità.<br />

Insomma un momento storico in cui, pare chiaro a tutti, il nostro sistema di vita sembra essere arrivato alla fine di un<br />

vicolo cieco che ci porterà verso un baratro climatico, sociale, economico, personale e culturale se non facciamo marcia<br />

indietro. Insomma, forse è venuto il momento di guardarci allo specchio, di iniziare a conoscerci meglio e di rimboccarci<br />

le maniche sul come poter migliorare noi e il nostro mondo».<br />

BIO<br />

I Fuoricentro nascono nel 2003 e per svariati anni hanno<br />

percorso la scena live della città di Milano e non solo. Il repertorio<br />

della band dalle sonorità pop/rock tratta nei vari brani tematiche<br />

sociali o d'attualità poiché si è voluto unire alla musica anche<br />

messaggi legati appunto a temi delicati che si spera possano<br />

essere utili ad una qualche riflessione in merito. Tematiche come<br />

l'omofobia in “Pia Contessa”, la violenza sulle donne e sulle<br />

diversità in “Piedi gonfi”, assenza di pari opportunità in “Con un<br />

mazzo di Rose”, la sperimentazione animale nel brano “Oggetto<br />

Numero 7”, l'emigrazione in “Valigie di Cartone”, ma anche<br />

l'amore nei confronti di una città come Milano (per il cui brano la<br />

band ha avuto il patrocinio dal Comune), città da sempre<br />

inclusiva e ricca di opportunità che spesso altrove è difficile<br />

trovare.<br />

foto safe&SOUND<br />

www.safeandsound.it<br />

Ig: safeandsound_it<br />

Fb: it.safeandsound


La parte musicale, per niente scontata, è nata dalle<br />

barre e al pianoforte, per delinearsi e definirsi con il<br />

lavoro in studio con Chiara in un incontro tra artisti<br />

dalla forte personalità, che hanno saputo unire<br />

“colori” e sfumature in un brano dove confluiscono<br />

le loro inconfondibili voci.<br />

“Eravamo in studio - inizia Giuliano - e stavamo<br />

lavorando a un progetto più ampio, quando è<br />

arrivata l’esigenza, la voglia, di mettere ancora una<br />

volta in musica, le cose semplici della vita. Istanti,<br />

racconta il “per sempre”, quello che rende l’amore<br />

capace di andare al di là del tempo e dello spazio.<br />

La voce melodica e potente di Chiara Galiazzo,<br />

come un sottile filo rosso, lega tutte le parti,<br />

coniugando in un dialogo intimo e delicato ogni<br />

attimo della storia d’amore”.<br />

“Dopo aver scritto – conclude Salvatore - abbiamo<br />

immediatamente pensato che sarebbe stato bello<br />

affidare a una voce femminile questa sorta di<br />

dialogo d’amore e Chiara, che ha una voce pop con<br />

un’estensione vocale magica, ci è sembrata<br />

assolutamente la persona giusta. Il nostro sound<br />

urban pop, contaminato col rap, sta benissimo<br />

insieme alla sua voce così limpida. Alla fine è<br />

bellissimo che lei canti una frase nella nostra<br />

lingua, a dimostrazione di come l’amore possa<br />

davvero farci dimenticare confini o differenze”.<br />

“Questa tra me e I Desideri – dichiara Chiara<br />

Galiazzo - è una collaborazione inaspettata e<br />

nuova per me e anche se sulla carta siamo molto<br />

diversi musicalmente, abbiamo trovato il nostro<br />

punto d’ incontro in un brano in cui regna la melodia<br />

e il messaggio dichiaratamente d’amore, che, per<br />

quanto possa sembrare scontato, unisce le persone<br />

riuscendo a superare distanze generazionali,<br />

geografiche, culturali. In tempi come questi è<br />

particolarmente importante ricordare e celebrare la<br />

potenza dell’amore”.<br />

Istanti<br />

L’Amore raccontato in musica da un incontro inedito tra l’urban pop del duo<br />

campano I Desideri e la voce inconfondibile di Chiara.<br />

di Luca Fochetti<br />

Chi ben comincia è a metà dell’opera. Con un singolo e un video un trio inedito promette bene.<br />

I Desideri & Chiara Galiazzo, l’incontro inedito tra il pop urban del duo campano e una delle<br />

voci più riconoscibili del panorama italiano. Il brano, scritto da Nicola Bortone, Giuliano<br />

Iadicicco, musica di Amedeo Perrotta e Salvatore Iadicicco, (distribuzione Altafonte Italia), con<br />

un sound contemporaneo, affonda le sue radici nella migliore tradizione del cantautorato<br />

napoletano proiettandoci in sonorità che guardano al futuro e all’innovazione.<br />

I Desideri, Salvatore e Giuliano, 43milioni di stream con Made in Napoli con Clementino, i 18<br />

milioni di Tu sì a regina mia, 16 milioni di Superstar con Geolier, 10 milioni di Tre di notte e gli 8<br />

milioni di Al Buio, ci hanno abituati a grandi numeri su YouTube, Spotify e social.


LUCIA RUBEDO<br />

IL “CANTO” DI UNA STELLA<br />

di Lisa Bernardini<br />

Lucia Rubedo ed il suo “Canto”: meraviglia e<br />

stupore. E’ nata una stella, possiamo dirlo. Lucia<br />

Rubedo e’ sia una scoperta che una futura<br />

certezza del panorama musicale. La voce, che<br />

esprime un innato talento, e la sua figura<br />

elegante e raffinata ne fanno una cantante<br />

dall’immagine vincente. Il connubio voceeleganza<br />

diventa dono prezioso quando si<br />

sposa – come nel suo caso - con una rara<br />

sensibilità, che negli anni è diventata cifra<br />

stilistica. Siamo di fronte ad una interprete dalla<br />

predisposizione artistica potenziata da intensi<br />

studi, dotata di impalpabile fragilità femminile<br />

che si è trasformata negli anni in un granitico<br />

carisma professionale. E’ questo lo stile di Lucia:<br />

meraviglia e stupore. La ascolti cantare, e non te<br />

la togli più dalla mente. E nemmeno dal cuore.<br />

Soprano pura, si concede anche al crossover<br />

perché’ dotata di una vocalità senza confini.<br />

Cremonese di nascita, si avvicina allo studio del<br />

pianoforte a nove anni. Inizia gli studi del canto<br />

successivamente con il baritono Giuseppe Riva.<br />

LINKS<br />

YouTube: https://www.youtube.com/@luciarubedo<br />

Instagram: https://www.instagram.com/luciarubedo_soprano<br />

Facebook: https://www.facebook.com/LuciaRubedo<br />

Da lì, un percorso di studio “matto e<br />

disperatissimo” che continua ancora oggi, e<br />

che ha portato Lucia Rubedo fino al suo primo,<br />

intensissimo album: “Canto”, prodotto da<br />

Fabrizio Campanelli e dalla label Candle Studio<br />

di Milano, ed uscito a fine anno. Nel disco è<br />

presente un brano inedito, che dà titolo al cd,<br />

con la musica dello stesso Fabrizio Campanelli<br />

(noto compositore con già all’attivo due<br />

nominations al premio David di Donatello) e<br />

dieci brani cover che sono entrati nella<br />

memoria collettiva: vere pietre miliari<br />

nell’ambito della musica da film, del musical e<br />

anche del pop. Questo primo lavoro da<br />

interprete di Lucia Rubedo è uscito nelle<br />

principali piattaforme e stores on line nei giorni<br />

in cui tutto il mondo ha celebrato il centenario<br />

dalla nascita di Maria Callas. Una mera<br />

coincidenza, per l’etichetta discografica Candle<br />

Studio. E se invece fosse stato un segno del<br />

destino? La Divina era solita dire: “Quello che<br />

so fare è cantare, e penso forse che questo<br />

porti un po' di bellezza nelle vite, faccia stare<br />

meglio le persone”.<br />

“Canto” di Lucia Rubedo regala splendide note<br />

vibranti a critica e pubblico: assolutamente da<br />

non perdere.<br />

Godfred Profotos


ZUCCHERO “SUGAR” FORNACIARI<br />

Overdose D’Amore World Wild Tour<br />

dopo le tappe europee il rocker torna a suonare in Italia<br />

di Lisa Bernardini<br />

Dopo l’acclamazione nelle sale cinematografiche del film documentario su<br />

ZUCCHERO con la regia di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano si<br />

riaccendono i riflettori del tour internazionale “Overdose D’Amore World Wild<br />

Tour”, in cui Zucchero regalerà al pubblico grande musica e forti emozioni,<br />

ripercorrendo la sua incredibile carriera ed esibendosi con i suoi più grandi<br />

successi, si apre con 3 date alla Royal Albert Hall di Londra il 30 marzo, il 31<br />

marzo e l’1 aprile <strong>2024</strong> per poi proseguire in Danimarca, Svezia, Norvegia,<br />

Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda, Bulgaria e altri paesi in via di<br />

definizione… fino a toccare l’Italia per cinque imperdibili eventi negli stadi<br />

italiani:<br />

23 giugno al Bluenergy Stadium – Stadio Friuli di Udine;<br />

27 giugno allo Stadio Dall'Ara di Bologna;<br />

30 giugno allo Stadio Franco Scoglio di Messina;<br />

2 luglio allo Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia di Pescara<br />

4 luglio allo Stadio San Siro di Milano.


Marcella Bella<br />

nell’aria un disco e un reality show<br />

Marcella Bella, icona della musica italiana, celebra un doppio anniversario con il suo nuovo album "Etnea", disponibile<br />

esclusivamente in vinile nero 180 g in edizione numerata e limitata, e in formato CD maxi con booklet di 24 pagine e 4<br />

foto esclusive. Questo progetto segna i 100 anni dalla nascita della radio nel 1924 e i 70 anni dalla televisione italiana nel<br />

1954, unendo il passato e il presente attraverso la potenza della musica. "Etnea" è un capitolo speciale nella carriera di<br />

Marcella Bella. Per la prima volta, l'artista è anche autrice delle sue canzoni, un atto di coraggio e evoluzione artistica<br />

che traspare in ogni nota dell'album. Le dieci tracce, prodotte da Fausto Cogliati, catturano i contrasti che definiscono<br />

Marcella: dalla forza esplosiva a una vulnerabilità lavica, da un lato seducente e dall'altro riservata. Il brano di apertura,<br />

"L'Etna", è dedicato al maestoso vulcano siciliano, simbolo del dualismo che caratterizza Marcella Bella. Forte e fragile,<br />

seducente e riservata, questa dualità permea tutto l'album, regalando un'esperienza musicale ricca di sfumature emotive.<br />

La connessione di Marcella con la sua terra natia si riflette anche nella scelta degli autori, tra cui il fratello Rosario Bella.<br />

Il brano "Un amore speciale" è significativo non solo perché è scritto da tutti e quattro i fratelli Bella, ma anche per la<br />

partecipazione di Gianni nella composizione della musica. L'album diventa così un'ode ai legami familiari, sottolineando<br />

l'importanza delle radici nella crescita artistica di Marcella. "Mi rubi l'anima", scritto in collaborazione con il fratello<br />

Rosario, affronta con delicatezza il tema della violenza sulle donne. La partecipazione di Loredana Berté intensifica<br />

ulteriormente il messaggio, evidenziando il legame affettivo e l'unità delle due artiste nella lotta contro la violenza di<br />

genere.<br />

Il singolo "Tacchi a Spillo" anticipa l'album, sorprendendo per il sound innovativo e il testo che diventa una metafora della<br />

vita stessa. I tacchi a spillo rappresentano la fragilità, la forza e la tenacia necessarie per affrontare le sfide, un tema che<br />

riflette la continua evoluzione artistica di Marcella Bella.<br />

"Etnea" è il primo album a portare la firma con la nascente etichetta FFN Records, dimostrando la versatilità dell'artista<br />

nel tempo. In collaborazione con Starpoint Corporation S.r.l. e in licenza a BMG, questo progetto sottolinea che la musica<br />

di Marcella continua a trasmettere emozioni che superano le barriere generazionali.<br />

Oltre all'album, Marcella Bella sarà nel cast di "No Activity - Niente da segnalare", una serie-comedy Original italiana<br />

disponibile su Prime Video dal 18 gennaio <strong>2024</strong>. Questo progetto è un ulteriore segno della sua versatilità artistica e<br />

della sua capacità di intrattenere il pubblico in molteplici modi. Marcella Bella ha iniziato la sua carriera da giovane,<br />

vincendo selezioni regionali e facendosi notare al Festival di Sanremo nel 1972 con "Montagne verdi". Da allora, ha<br />

continuato a distinguersi con brani come "Nessuno mai", "Senza un briciolo di testa" e "Nell'aria". "Etnea"


Massimilian Varrese<br />

Dal GF arriva la sua canzone<br />

Il Grande Fratello riesce a regalare anche momenti<br />

emozionanti, dalla casa più spiata d’Italia arriva il nuovo singolo<br />

di Varrese dal titolo “Niente da dividere”. Brano esplicitamente<br />

ispirato agli Anni 90 che emana un sound sensuale e ipnotico, e<br />

rappresenta il ritorno nel mondo della musica di concorrente<br />

gieffino. Anche dentro la casa ha dato prova di essere un<br />

performer a 360°: attore, cantante e ballerino. E per questo<br />

pezzo, ricopre anche il ruolo di autore e compositore.<br />

“Niente da dividere” ci ricorda che l'amore è un sentimento<br />

intramontabile, capace di adattarsi ai cambiamenti eterni della<br />

vita. In questo processo di evoluzione, l'amore può trasformarsi,<br />

liberandosi dalle abitudini che spesso minacciano di spegnere<br />

la fiamma dei sentimenti. Questa canzone è un'ode all'amore e<br />

all'importanza di mantenerlo vivo, anche quando il tempo e la<br />

vita ci portano a evolverci e a cambiare. Varrese con questo<br />

brano torna così al suo primo amore, la musica, e sceglie<br />

Joseba Label per la sua ripartenza. "Sono entusiasta di<br />

presentare questa nuova canzone ispirata agli anni '90. –<br />

dichiara Massimiliano - Il suo sound sensuale e ipnotico cattura<br />

l'essenza di quell'epoca affascinante. Essere autore e<br />

compositore mi ha permesso di esplorare l'evoluzione<br />

dell'amore, rompendo abitudini che spesso ne ostacolano la<br />

passione. Spero che il mio pubblico possa apprezzare questa<br />

musica che riflette le sfumature delle relazioni umane."<br />

Massimiliano Varrese è un poliedrico artista nato a Roma il 5<br />

gennaio 1976, ma cresciuto a Grosseto, in Toscana. Fin da<br />

giovane, ha manifestato una passione per le arti dello<br />

spettacolo, iniziando a studiare presso lo I.A.L.S. di Roma. La<br />

sua carriera televisiva ha preso il via nel 1997 con uno spot per<br />

il marchio di gelati Sanson. Scoperto da Raffaella Carrà nel<br />

1998, è stato lanciato come cantante e ballerino nel programma<br />

"Carràmba! Che fortuna", continuando poi con "Stasera pago<br />

io", condotto da Fiorello.<br />

La sua versatilità artistica lo ha portato a lavorare come<br />

ballerino per artisti internazionali come Paola & Chiara, Geri<br />

Halliwell e Holly Valance. Ha recitato nella fiction "Il bello delle<br />

donne" e nel film "Velocità massima" con Valerio Mastandrea<br />

nel 2002. Nel 2005, è stato elogiato per il ruolo di Furio Zani<br />

nella fiction "Grandi domani". Nel 2005 debutta come<br />

protagonista nel film "Fuoco su di me". Seguono altri titoli e nel<br />

2007 in teatro con “Tre metri sopra il cielo", ruolo con il quale<br />

ottiene il Premio Vittorio Gassman come miglior giovane talento<br />

teatrale dell’anno. Nel tempo la carriera di Varrese continua tra<br />

cinema, Teatro e TV. Nel 2018, ha diretto il docufilm "Mi-ka-el"<br />

e nel 2019 ha partecipato a "Amici Celebrities", classificandosi<br />

al secondo posto. Massimiliano Varrese è autore di vari<br />

romanzi, l’ultimo è "IL MIO GURU SGANGHERATO", un<br />

romanzo che ha ottenuto un notevole successo e ha già<br />

richiesto una ristampa. Varrese si è esibito anche in spettacoli<br />

di musica e poesia, dimostrando la sua versatilità in molteplici<br />

campi artistici.


LA BIENNALE DI VENEZIA: PROMETEO<br />

Venezia: mentre si prepara la 60.Esposizione<br />

Internazionale d’Arte (dal 20 Aprile), La Biennale di<br />

Venezia offre l’opportunità di rivivere PROMETEO,<br />

Tragedia in Ascolto di Luigi Nono. Andrà in scena<br />

sempre nella Chiesa di San Lorenzo (ora Ocean<br />

Space/TBA21-Academy), dove nel 1984 fu proposta<br />

dalla Biennale Musica (26-27-28-29 Gennaio <strong>2024</strong>).<br />

Assia Karaguiozova


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Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

https://www.solomente.it<br />

Un pensiero serio, e stavolta ci tengo in modo particolare a condividerlo con voi, anzi con<br />

noi (lo scrivo anche per me). Quando mi dicevano di trasformare i pensieri negativi in<br />

positivi, che poi le cose belle sarebbero arrivate di conseguenza, ci ho provato, a volte ci<br />

sono riuscita, altre volte no. Nonostante prove incontrovertibili che la faccenda<br />

funzionava, eccome se funzionava, c'era sempre quel pensiero che disturbava. Che era<br />

più forte. Perché, se non lo sapete, l'energia negativa e tutti i suoi amichetti (rammarico,<br />

rabbia, commiserazione, vittimismo, etc etc) sono molto potenti. S'impossessano della<br />

mente, dell'ego più profondo, inebriano l'essenza contaminandola e sono molto invitanti.<br />

È facile crogiolarsi nella loro gabbia. Immensamente più difficile uscirne. E quindi ci si<br />

aspetta che qualcuno o qualcosa venga ad aprirla, la gabbia. Per poi essere trasferiti in<br />

pompa magna nella prigione, apparentemente dorata, che altri hanno deciso. No. Dalla<br />

gabbia bisogna uscire da soli. E come si esce? Col pensiero. Sicuramente non è facile ma<br />

ci si può provare. Appena arriva il pensiero di qualcosa di brutto, che non va bene, che<br />

inquieta, rattrista o provoca rabbia, bisogna immediatamente sostuirlo immaginando<br />

qualcosa che fa piacere. Poi il resto viene da sé. Ci si sente completi e soddisfatti, si<br />

combacia con sé stessi. Ci si ritrova, si rimettono insieme i pezzi del puzzle che sembrava<br />

impossibile da completare e il resto non ha più importanza. Si è indipendenti dal tutto, e il<br />

tutto diventa molto relativo, quasi insignificante. Una dimensione in cui non contano le<br />

apparenze ma le sostanze, in cui ci si emoziona per le piccole cose e finalmente si vede<br />

quello che ci circonda con uno sguardo attento e nuovo. Come se si ci risvegliasse da un<br />

lungo letargo. Se tutti potessimo vivere pensando alle cose che ci fanno stare bene e che<br />

ci piacciono, nonostante le avversità, saremmo gioiosi, contenti e guarderemmo<br />

l'orizzonte con occhi pieni di speranza. Osserveremmo divertiti quello che fino al giorno<br />

prima ci sembrava ostile, scomodo, insoddisfacente. Cambieremmo la prospettiva di<br />

quella realtà claustrofobica, asfissiante, monotona. E il mondo in cui viviamo sarebbe un<br />

posto migliore. Anzi sarebbe il migliore dei mondi possibili.<br />

.<br />

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© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r T "

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