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Waste n. 25 maggio 2023

Gestione e riciclo rifiuti degli impianti nucleari italiani Eco energia da scarti vitivinicoli tra circolarità e bioeconomia

Gestione e riciclo rifiuti degli impianti nucleari italiani

Eco energia da scarti vitivinicoli tra circolarità e bioeconomia

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Anno VII<br />

Maggio<br />

<strong>2023</strong><br />

N<br />

W<br />

ROTTA<br />

A WASTE<br />

E<br />

S<br />

GESTIONE<br />

E RICICLO RIFIUTI<br />

DEGLI IMPIANTI<br />

NUCLEARI<br />

ITALIANI<br />

ECO ENERGIA<br />

DA SCARTI<br />

VITIVINICOLI<br />

TRA CIRCOLARITÀ<br />

E BIOECONOMIA<br />

ISSN 2610-9069<br />

0 0 0 2 5 ><br />

772610 906904<br />

9<br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl


Il noleggio Xylem<br />

Xylem mette a disposizione le più recenti tecnologie<br />

per il pompaggio e il trattamento delle acque.<br />

Perché scegliere il noleggio?<br />

1. Elimini tutti i costi legati a manutenzione e stoccaggio<br />

2. Potenzi il parco macchine senza immobilizzare capitali<br />

3. Paghi solo per le attrezzature e i servizi di cui hai bisogno<br />

4. Utilizzi i più recenti e tecnologici prodotti<br />

5. Puoi provare un prodotto e capire se fa al caso tuo<br />

Applicazioni:<br />

• Stazioni di pompaggio<br />

• By-pass fognari<br />

• Drenaggio in cantieri<br />

• Drenaggio in emergenza<br />

• Trattamento acque<br />

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2 SOMMARIO<br />

wasteweb.it<br />

waste@fiaccola.it<br />

Stampato su carta FSC<br />

ISSN 2610-9069<br />

Numero <strong>25</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

EDITORIALE<br />

3<br />

Direttore Responsabile<br />

Lucia Edvige Saronni<br />

lsaronni@fiaccola.it<br />

In primo piano<br />

8 Cestino d’oro<br />

Riciclo metalli di batterie al<br />

litio con simbiosi industriale<br />

9 Up e Downcycling<br />

Progetti geniali, idee bizzarre<br />

10 Rifiuti neutronici e radioattivi<br />

Produzione e necessario<br />

smaltimento negli impianti<br />

italiani<br />

14 <strong>Waste</strong> Strategy<br />

Il decreto EPR per i tessili<br />

15 Che fine ha fatto?<br />

Evoluzione o fallimenti di idee<br />

16 Pillole dal laboratorio<br />

Testo unico sui rifiuti urbani<br />

18 App e Sturtup<br />

L’angolo delle nuove idee<br />

Economia circolare<br />

20 CircolarMente<br />

Esempi di valorizzazione delle<br />

risorse materiche da rifiuto<br />

22 Decommissioning circolare<br />

Si lavora per massimizzare il<br />

recupero dei materiali<br />

24 <strong>Waste</strong> segnala<br />

Next Generation Mobility<br />

Energia<br />

26 Lessico delle tecnologie<br />

I concetti di Eco design delle<br />

plastiche e ciclo di Rankine<br />

Rifiuti solidi<br />

30 Misurazione radiazioni<br />

Strumenti per individuare<br />

sorgenti non tracciate<br />

32 Trattamenti specifici<br />

Impianti per gestire gli scarti<br />

da pulper<br />

34 Costruzioni sostenibili<br />

Infrastrutture e interventi<br />

complessi ma con procedure<br />

rispettose dell’ambiente<br />

38 Movimentazione rifiuti<br />

Pala gommata venduta alla<br />

società di servizi Te.Am.<br />

42 Compattatori<br />

Aumentano le richieste in<br />

discarica. Soluzioni 4.0<br />

44 Celebrazioni di smeraldo<br />

Esperienza e professionalità,<br />

tradotte in soluzioni attente a<br />

persone e ambiente<br />

52 Frantumazione efficiente<br />

Trituratori bialbero ad alta<br />

efficienza energetica e<br />

resistenza per rifiuti e<br />

lavorazioni difficili<br />

Biowaste<br />

56 Scarti vitivinicoli<br />

Natura e tecnologia<br />

valorizzano rifiuti<br />

agroalimentari<br />

Acque reflue<br />

62 Navi da crociera<br />

Rifiuti prodotti in navigazione<br />

Veicoli&Allestimenti<br />

68 Dumper da miniera<br />

Come decarbonizzare le<br />

attività estrattive<br />

Rubrica<br />

3 Editoriale<br />

6 Numeri e poltrone<br />

28 News energia<br />

47 News rifiuti solidi<br />

60 News biowaste<br />

66 News acque reflue<br />

71 News veicoli&allestimenti<br />

Direttore Editoriale<br />

Giuseppe Guzzardi<br />

gguzzardi@fiaccola.it<br />

Consulenza Tecnico-Scientifica<br />

Marco Comelli<br />

mcomelli@fiaccola.it<br />

Coordinamento Editoriale<br />

Federica Lugaresi<br />

flugaresi@fiaccola.it<br />

Redazione<br />

Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />

Fabrizio Parati, Emilia Longoni<br />

waste@fiaccola.it<br />

Collaboratori<br />

Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />

Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />

Annalisa Gussoni, Alessandro Marangoni,<br />

Giovanni Milio, Mattia Molena, Eliana Puccio,<br />

Michele Ragonese, Riccardo Rossi<br />

Segreteria<br />

Jole Campolucci<br />

jcampolucci@fiaccola.it<br />

Impaginazione e progetto grafico<br />

Studio Grafico Page<br />

Novate Milanese (MI)<br />

Amministrazione<br />

Francesca Lotti<br />

flotti@fiaccola.it<br />

Margherita Russo<br />

amministrazione@fiaccola.it<br />

Abbonamenti<br />

Mariana Serci<br />

abbonamenti@fiaccola.it<br />

Traffico e pubblicità<br />

Giovanna Thorausch<br />

marketing@fiaccola.it<br />

Marketing e pubblicità<br />

Sabrina Levada (Responsabile estero)<br />

slevada@fiaccola.it<br />

Agenti<br />

Giorgio Casotto<br />

T 04<strong>25</strong> 34045 - Cell. 348 5121572<br />

info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia,<br />

Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna<br />

(escluse Parma e Piacenza)<br />

Trimestrale - LO-NO/00516/02.2021CONV<br />

Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />

Stampa<br />

Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi)<br />

ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />

STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313<br />

21/11/1985 - Roc 32150<br />

Prezzi di vendita<br />

abb. annuo Italia Euro 100,00<br />

abb. annuo Estero Euro 200,00<br />

una copia Euro 20,00<br />

una copia Estero Euro 40,00<br />

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale<br />

di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa<br />

rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali,<br />

ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati<br />

rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito<br />

nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre<br />

comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo<br />

regolamento UE sulla Privacy N.2016/679. Qualora non desiderasse<br />

ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />

alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it<br />

Organo di informazione<br />

e documentazione<br />

Questo periodico è associato<br />

all’Unione Stampa Periodica Italiana:<br />

numero di iscrizione 15794<br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

20123 Milano | Via Conca del Naviglio 37<br />

Tel. +39 02 89421350 - Fax +39 02 89421484<br />

fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com<br />

L’INTELLIGENZA<br />

DEL<br />

CASSONETTO<br />

Seguire professionalmente, o anche solo come osservatore<br />

interessato, il mondo del waste spesso porta un<br />

senso di straniamento. Da una parte la realtà del waste,<br />

fatto di produzione dei rifiuti, raccolta, gestione, trattamento,<br />

riciclo, e più concretamente di pattumiere, cassonetti, compattatori,<br />

impianti di separazione trattamento, termovalorizzatori<br />

e inceneritori, discariche… Ma anche cittadini, aziende,<br />

amministrazioni locali, operatori di ogni tipo, municipalizzate. Dall’altra<br />

c’è invece il discorso sul waste, in cui i politici si distinguono. E qui scatta lo<br />

straniamento, nel senso che se uno non ci è abituato ne esce stranito.<br />

Da una parte abbiamo la realtà della raccolta della monnezza in città come Roma,<br />

ma il caso è tutt’altro che isolato, dove la raccolta differenziata è inchiodata da<br />

anni al 46% o giù di lì e nonostante tutto non si riesce nemmeno a riutilizzare il<br />

residuo non riciclabile dei vari trattamenti, i CSS, il plasmix e i sovvalli. Tant’è che<br />

il CSS, per tre quarti prodotto in impianti di trattamento meccanico biologico (i famigerati<br />

TMB), viene esportato alla grande (il 70% del totale in Italia) dai porti di<br />

Civitavecchia e Gaeta. E questo nonostante a pochi chilometri da Roma ci siano<br />

per esempio cementifici che potrebbero bruciarli. Senonché non lo fanno perché<br />

dovrebbero effettuare delle modifiche per utilizzarli e non lo fanno perché non<br />

sono sicuri di potere contare sulle quantità giuste, e non sono sicuri perché gli<br />

impianti di trattamento non investono per produrlo perché… non sono sicuri della<br />

domanda…<br />

Di fronte a questa perfetta trappola, circolare però, il sindaco Gualtieri, con tutti<br />

i suoi difetti, ha deciso che Roma ha bisogno di un termovalorizzatore per eliminare<br />

600.000 tonnellate l’anno di residui non riciclabili, plasmix e anche CSS, producendo<br />

energia. Una soluzione parziale, certamente migliorabile, ma una soluzione<br />

realistica.<br />

Poi si ascoltano le dichiarazioni della responsabile ambiente di un noto partito<br />

italiano che governa a Roma, appoggiata dal responsabile informazione e<br />

cultura (?), e si apprende che il termovalorizzatore è “vecchio”, va bon, ma che<br />

soprattutto la soluzione sono i cassonetti intelligenti…. Il bello è che l’intera<br />

strategia waste del Comune di Roma per quanto riguarda i fondi PNRR<br />

si basava proprio sui cassonetti e le piazzole “intelligenti”. Non importa<br />

se nel silenzio generale dei dieci progetti presentati da Roma Capitale<br />

nessuno sia stato finanziato, perché bassi in graduatoria, e che anche i<br />

due nuovi biodigestori previsti dal piano rifiuti non siano stati premiati.<br />

Si proseguirà, forse, con fondi comunali. Allora il termovalorizzatore<br />

non era in contrasto con la raccolta differenziata. Ma evidentemente i<br />

fan dell’intelligenza del cassonetto non la pensano così. Si reagisce<br />

pensando allegramente che questa è la canzone del cassonetto intelligente,<br />

che farà cantar tutta le gente. Straniti per straniti, sempre<br />

coi migliori.<br />

Marco Comelli


9<br />

4 PARTNERS<br />

BARRA PROJECT<br />

INTERNATIONAL Srl . . . . . . . . . . . . . . . .61<br />

barraproject.com<br />

BIOENERSYS Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1<br />

snam.it<br />

BOMAG ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . .55<br />

bomag.com<br />

CAMEC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41<br />

camec.net<br />

CESARO MAC IMPORT Srl . . . . . . . . . . .19<br />

cesaromacimport.com<br />

ECOTEC SOLUTION Srl . . . . . . . . . . .49, 51<br />

ecotecsolution.com<br />

FOR REC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11<br />

forrec.eu<br />

GEOSINTEX Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />

geosintex.com<br />

INDECO SpA . . . . . . . . . . . . . . . . . . .III Cop<br />

indeco.it<br />

MERCEDES-BENZ<br />

TRUCKS ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . .IV Cop<br />

mercedes-benz-trucks.com<br />

OLEMOMARKET Srl . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />

olmark.com<br />

OMB TECHNOLOGY SpA . . . . . . . . . . . . .63<br />

busigroup.it<br />

PAL Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .<strong>25</strong><br />

pal-greendivision.it<br />

POLLUTEC <strong>2023</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65<br />

pollutec.com<br />

SARDINIA SYMPOSIUM <strong>2023</strong> . . . . . . . . .67<br />

sardiniasymposium.it<br />

SOLIDS <strong>2023</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59<br />

solids-parma.de/it<br />

TANA ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29<br />

tanaitalia.com<br />

TENAX INTERNATIONAL SpA . . . . . . . . .13<br />

tenaxinternational.com<br />

XYLEM WATER<br />

SOLUTIONS ITALIA Srl . . . . . . . . . . . .II Cop<br />

xylem.com<br />

Anno VII<br />

Maggio<br />

<strong>2023</strong><br />

W<br />

N<br />

ROTTA<br />

A WASTE<br />

S<br />

GESTIONE<br />

E RICICLO RIFIUTI<br />

DEGLI IMPIANTI<br />

NUCLEARI<br />

ITALIANI<br />

E<br />

ECO ENERGIA<br />

DA SCARTI<br />

VITIVINICOLI<br />

TRA CIRCOLARITÀ<br />

E BIOECONOMIA<br />

IN COPERTINA<br />

Le navi da crociera sono sempre di più<br />

città galleggianti che producono rifiuti<br />

sia liquidi che solidi. Questi ultimi sono<br />

simili a quelli raccolti negli spazi urbani,<br />

ma con ulteriori problematiche dovute<br />

allo spazio (limitato) ed al tempo (la durata<br />

della crociera).<br />

Inizialmente differenziati e stoccati a<br />

bordo, una volta in porto vengono conferiti<br />

negli impianti di smaltimento. Il resto<br />

viene bruciato. Si potrebbero ottenere<br />

rendimenti energetici interessanti<br />

ma ogni soluzione deve essere ingegnerizzata…Mare,<br />

profumo di mare?<br />

ISSN 2610-9069<br />

0 0 0 2 5 ><br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

772610 906904<br />

AZIENDE CITATE<br />

A<br />

Acea Ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

Altamin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />

Althesys . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14<br />

Anglo American . . . . . . . . . . . . . . . . . .68<br />

Antin Infrastructure Partners . . . . . . .50<br />

Arabat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />

B<br />

Brumola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />

C<br />

Camec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33<br />

Caviro Extra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56<br />

E<br />

Ecotec Solution . . . . . . . . . . . . . . . . . .53<br />

Enel Green Power . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />

Eni Rewind . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22<br />

F<br />

Finder . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51<br />

G<br />

GlobEco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />

Gruppo Busi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68<br />

Gruppo Caviro . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54<br />

Gruppo Sofiter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3<br />

I<br />

Iride Acque . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9<br />

J<br />

JCB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />

K<br />

Klosterbrauerei . . . . . . . . . . . . . . . . . .51<br />

M<br />

Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50<br />

Mitambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44<br />

N<br />

Nieddittas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60<br />

S<br />

Scandinavian Enviro System . . . . . . . .50<br />

Snam . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .58<br />

Sogin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />

Sun-Way . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28<br />

T<br />

Te.Am. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />

Tenax International . . . . . . . . . . . . . . .71<br />

U<br />

Untha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52<br />

V<br />

Vitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34<br />

Vulcan Energy . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

2 3<br />

4<br />

6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

IN EVIDENZA<br />

1 2 3 4<br />

IN EVIDENZA<br />

PRIMO PIANO<br />

12 3<br />

4<br />

7<br />

Numeri e poltrone<br />

ReLife Recycling<br />

Nuova vita e nuove<br />

nomine!<br />

Il primo gruppo<br />

italiano di<br />

economia circolare,<br />

reale e certificata, con un<br />

modello di sviluppo unico<br />

nel nostro paese in Europa,<br />

ReLife Group, ha nominato<br />

come proprio Direttore<br />

Generale Enzo Scalia.<br />

Laureato in Scienze<br />

Politiche presso<br />

l’Università di Genova,<br />

Scalia si occupa di circular<br />

economy a livello europeo<br />

dal 1994.<br />

Nel corso della sua<br />

carriera, ha esteso la<br />

raccolta differenziata degli<br />

imballaggi in plastica per<br />

conto di Replastic, primo<br />

tra i Consorzi di filiera<br />

istituiti in Italia, gestito la<br />

nascita di CONAI e<br />

sviluppato per Tetra Pakl e<br />

fasi di riciclo dei cartoni<br />

per bevande.<br />

“Sono particolarmente<br />

felice e molto orgoglioso di<br />

questa nomina”, ha<br />

dichiarato Enzo Scalia “Il<br />

Gruppo sta crescendo<br />

nell’alveo di una continuità<br />

manageriale che l’azionista<br />

di <strong>maggio</strong>ranza non solo ha<br />

riconosciuto, ma sulla<br />

quale ha basato i piani di<br />

sviluppo per il prossimo<br />

futuro, che si preannuncia<br />

davvero ricco di sinergie e<br />

investimenti.<br />

ReLife Group, dopo la<br />

razionalizzazione delle<br />

divisioni operative, è pronta<br />

ad affrontare le sfide che<br />

l’economia circolare ci<br />

lancia quotidianamente”.<br />

NASA<br />

“Balle” spaziali<br />

Non solo sulla terra, ma anche<br />

orbitanti. E la questione sta<br />

diventando sempre più urgente e<br />

meno rinviabile. Stiamo parlando dei rifiuti<br />

nel vuoto cosmico, perché l’industria<br />

spaziale sta crescendo rapidamente a<br />

livello globale. “Si prevede che il numero di<br />

satelliti in orbità aumenterà dagli attuali<br />

9.000 a più di 60.000 entro il 2030”. Si stima<br />

infatti che oltre 100.000 miliardi di<br />

12 3<br />

4<br />

frammenti non tracciati di vecchi satelliti<br />

non tracciati siano già in orbita. per<br />

allontanare il rischio che accada nello<br />

spazio ciò che si è verificato negli oceani,<br />

gli esperti ritengono “che serva una<br />

cooperazione collettiva, sostenuta dalla<br />

scienza per sviluppare un trattato<br />

legalmente vincolante che contribuisca a<br />

proteggere l’orbita terrestre”. L’accordo<br />

“dovrebbe includere misure per<br />

implementare la responsabilità del<br />

produttore e dell’utente per satelliti e<br />

detriti, dal momento del lancio in poi”.<br />

Sarebbe necessario applicare una<br />

legislazione internazionale che includa<br />

contravvenzioni e incentivi per assicurare la<br />

responsabilità.<br />

“Solo mantenendo uno spazio pulito,<br />

potremo continuare a fare progressi<br />

nell’uso dei satelliti e nell’esplorazione<br />

spaziale e relative tecnologie” dichiara<br />

Kimberley Miner della Nasa.<br />

Acea Ambiente e Hitachi<br />

Zosen<br />

Roma caput waste<br />

Un’importante<br />

proposta di<br />

partenariato<br />

pubblico privato su base<br />

project financing, è<br />

stata presentata da<br />

Acea Ambiente (società<br />

del gruppo Acea) per<br />

l’affidamento in<br />

concessione della<br />

progettazione,<br />

costruzione e gestione<br />

di un impianto di<br />

termovalorizzazione - e<br />

relativa impiantistica –<br />

rispondendo “all’avviso<br />

espolrativo” pubblicato<br />

da Roma Capitale.<br />

Il team multidisciplinare<br />

con cui è stata seguita<br />

Acea, ha visto alti profili<br />

di diritto societario,<br />

diritto ambientale e<br />

tributario. Hitachi Zosen<br />

(azienda di tecnologia<br />

pulita che opera nel<br />

settore dell’energia da<br />

rifiuti) è stata seguita da<br />

Chiomenti con un team<br />

altrettanto<br />

multidisciplinare<br />

composto da: Filippo<br />

Modulo, Carola<br />

Antonini, Giulio<br />

Napolitano, Marco<br />

Cerritelli. Hitachi Zosen<br />

ha operato anche con<br />

Vincenzo Spandri, suo<br />

general Counsel.<br />

Biorepack<br />

Il biocompostabile<br />

presente in più etichette<br />

Secondo lo studio<br />

dell’Osservatorio<br />

Immagino GS1<br />

Italy (che incrocia le<br />

informazioni riportate<br />

sulle etichette di quasi<br />

130.000 prodotti con le<br />

rilevazioni NielsenIQ su<br />

venduto e consumo), c’è<br />

stata una crescita a due<br />

cifre (+15,8%) delle<br />

etichette nell’area delle<br />

bioplastiche. 1.095 sono i<br />

12 3<br />

4<br />

prodotti presentati col claim<br />

“biodegradabile”, e 863 quelli<br />

col claim “compostabile”. Trra<br />

i claim emergenti, Ok -<br />

Compost che ha visto<br />

aumentare del +32,9% in un<br />

anno il giro d’affari: merito<br />

dell’aumento dell’offerta<br />

arrivata a 690 prodotti, e<br />

del trend positivo di<br />

accessori usa e getta e di<br />

gelati in vaschetta. Anche<br />

per il pack in Mater- Bi, si<br />

registra un buon aumento<br />

dei prodotti (34.000) con<br />

un riferimento alla<br />

sostenibilità in etichetta.<br />

Il claim “riciclabile”<br />

invece è stato rilevato su<br />

4.299 prodotti.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

WASTE AWARD<br />

PUNTI COSPICUI<br />

PRIMO PIANO<br />

9<br />

Upcycling e Downcycling<br />

La pagina che sottolinea le notizie più interessanti<br />

del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />

sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />

Federica Lugaresi<br />

Marco Comelli<br />

Il metodo- a basso<br />

consumo di energia<br />

- che rientra nel<br />

progetto Tech4Lib<br />

finanziato dalla<br />

Fondazione Cariplo,<br />

permette di estrarre<br />

metalli da ciò che<br />

resta delle batterie<br />

al litio. La novità<br />

consiste<br />

nell’utilizzare<br />

durante il processo,<br />

un acido naturale<br />

derivante dagli<br />

scarti alimentari<br />

quali le bucce della<br />

frutta. Una perfetta<br />

sinergia!<br />

Cestino d’oro<br />

Il riciclo dei metalli delle batterie al litio come simbiosi<br />

industriale. Attraverso un progetto che utilizza<br />

un acido naturale per estrarli dalla black mass<br />

Recuperare, riutilizzare, riciclare le batterie<br />

agli ioni di litio sembra essere il nuovo<br />

Eldorado. Non passa giorno che ci siano<br />

annunci di nuove iniziative in questo campo, nonostante<br />

il mercato ancora per diversi anni (alcuni<br />

dicono almeno 7-8) non sarà sufficiente a reggerle<br />

tutte. Case automobilistiche, produttori di batterie,<br />

start-up, consorzi e aziende già attive in settori attigui,<br />

come i RAEE, le batterie al piombo e la chimica<br />

per l’industria mineraria, hanno qualcosa da<br />

dire e da presentare.<br />

Addirittura il fatto che le batterie rappresentino<br />

una percentuale senza precedenti del valore residuo<br />

di un’automobile potrebbe, secondo alcuni,<br />

provocare un cambiamento radicale di come si<br />

gestirà il fine vita dei veicoli. Na parleremo meglio<br />

in altra occasione presto. Qui ci limitiamo ad assegnare<br />

il nostro non premio ad un progetto finanziato<br />

dalla Fondazione Cariplo volto a sviluppare<br />

nuovi metodi a basso consumo di energia per<br />

l’estrazione dei metalli dalla black mass, ossia<br />

dalla massa indifferenziata, vale a dire ciò che rimane<br />

delle celle di una batteria agli ioni di litio,<br />

dopo che è passato attraverso il processo di triturazione<br />

e di separazione dei materiali strutturali.<br />

Come funziona<br />

Il progetto Tech4Lib è portato avanti dall’Uni -<br />

versità degli Studi di Brescia e dalla Scuola<br />

Superiore Sant’Anna di Pisa con l’appoggio di un<br />

advisory board composto da rappresentanti di<br />

aziende già operanti nel settore (l’elenco qui<br />

https://tech4lib.unibs.it/advisory-board-members/).<br />

Il nuovo processo si basa sul riscaldamento della<br />

black mass utilizzando microonde, che provocano<br />

la reazione carbotermica tra i metalli contenuti e<br />

la grafite degli anodi. In questo modo si ottiene la<br />

riduzione degli ossidi in metallo puro e monossido<br />

di carbonio. La massa ridotta viene poi sottoposta<br />

ad un bagno in acqua, che lega e quindi recupera<br />

il litio, e poi ad un bagno in acido L-malico, che<br />

permette di recuperare i metalli. La<br />

cosa interessante è che l’acido L-<br />

malico proviene da scarti della trasformazione<br />

di materie prime agro -<br />

alimentari. Si trova infatti nella<br />

buccia delle mele, nell’uva e in altra<br />

frutta. È un acido naturale, presente<br />

anche nel corpo degli animali e nelle<br />

piante (entra come intermedio nel<br />

ciclo cellulare). Insomma, Tech4Lib<br />

anche se non lo dice è un bell’esempio<br />

di simbiosi industriale.<br />

Premiato subito.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

wow<br />

bleah!<br />

Facciamo splash<br />

Depurare al meglio i reflui<br />

industriali per riutilizzarli. E<br />

per evitare di attingere ad<br />

acque di falda da proteggere<br />

e dal valore sempre<br />

più alto. La siccità<br />

impone di non<br />

sprecare e di<br />

recuperare al<br />

meglio ogni goccia<br />

Mmmmmm….<br />

Packaging per gelati<br />

sostenibili reinventando<br />

la<br />

materia. È ciò che<br />

l’azienda Imballaggi<br />

Alimentari ha lanciato<br />

di recente: si tratta di<br />

vaschette per gelato in<br />

Remaxigel in poliestere<br />

espanso (EPS), realizzate con Styropor<br />

CcycledTM di Basf. Le materie prime<br />

fossili per produrre questi contenitori<br />

sono sostituite dall’olio di pirolisi -<br />

fornito da aziende con alte<br />

competenze tecnologiche - che<br />

effettuano il riciclo chimico di<br />

rifiuti plastici misti e che<br />

diversamente verrebbero avviati a<br />

di acqua, e l’economia<br />

circolare la consiglia<br />

come ottima pratica.<br />

Senza calcolare che la<br />

depurazione delle<br />

acque reflue in Italia<br />

identifica un mercato<br />

promettente dove le<br />

tecnologie – già pronte – ne<br />

consentono la fattibilità.<br />

Come quella brevettata da<br />

Iride Acque per recuperare<br />

e depurare le acque reflue<br />

delle industrie italiane: un<br />

primo step vede il recupero<br />

di pile esauste (da cui si dà<br />

vita ad un catalizzatore che<br />

agisce per depurare i reflui<br />

industriali), il secondo è<br />

proprio l’intervento su acque<br />

sporche che tornano come<br />

nuove. Lo testimoniano<br />

clienti come Mutti (col quale<br />

Iride Acque lavora nei campi<br />

di raccolta di pomodori) e la<br />

Tintoria Emiliana collegata<br />

al Gruppo Moncler. In un<br />

momento estremamente<br />

critico per le acque, questa<br />

tecnologia è uno strumento<br />

concreto che può dare una<br />

risposta al tema dello stress<br />

idrico!<br />

termovalorizzazione o<br />

direttamente in<br />

discarica. Chapeau<br />

quindi da una parte.<br />

Ma… c’è un ma. Le<br />

materie prime riciclate<br />

e fossili sono mescolate<br />

nella rete di produzione Basf (e<br />

non possono essere distinte le une dalle<br />

altre), e la parte riciclata viene attribuita a<br />

Styropor CcycledTM “utilizzando un<br />

bilancio di massa”. Questa vaschetta a sua<br />

volta, può essere gettata nel cestino della<br />

plastica per essere nuovamente<br />

rigenerata. Ma quante volte effettivamente<br />

sarà riciclabile? Ma poi… in fase di<br />

resorting... questo prodotto come viene<br />

classificato? Ci pervade un po’ di<br />

scetticismo….


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

10 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

SCARTI RADIOATTIVI<br />

SCARTI RADIOATTIVI<br />

PRIMO PIANO<br />

11<br />

che è stato o sarà (ne restano circa 13 tonnellate<br />

in Italia) mandato in Francia e Regno Unito<br />

per essere riprocessato e quindi venduto. Ci<br />

sono poi i rifiuti. SOGIN ne ha in carico circa<br />

48mila tonnellate per 16mila m 3 , a diverso<br />

grado di attività (l’83% sono a bassa o molto<br />

bassa, niente è ad alta attività). Questi rifiuti<br />

finiranno nel Deposito Nazionale per conservazione<br />

indefinita.<br />

Rifiuti neutronici e radioattivi,<br />

gli impianti italiani<br />

Lo scorso numero abbiamo parlato degli effetti<br />

delle radiazioni ionizzanti e del flusso<br />

neutronico sui materiali di un impianto<br />

nucleare. In questa seconda parte<br />

analizziamo, da un punto quantitativo,<br />

cosa significhi in termini di produzione<br />

e necessario smaltimento di rifiuti<br />

Marco Comelli<br />

Consideriamo l’esempio del lavoro in<br />

corso relativo al cosiddetto decommissioning<br />

degli impianti nucleari in<br />

Italia affidato a SOGIN. Si tratta delle centrali<br />

di potenza di Trino Vercellese, Latina, Caorso<br />

e Garigliano; gli impianti di ricerca sul ciclo<br />

del combustibile Eurex di Saluggia, Itrec di<br />

Rotondella e Opec e Ipu di Casaccia; dell’impianto<br />

di fabbricazione del combustibile di<br />

Bosco Marengo. Di questi, il reattore di<br />

Garigliano è fermo dal 1978 e definitivamente<br />

chiuso dal 1982 per raggiunto limite di vita<br />

utile, gli altri tre sono stati fermati per decisione<br />

politica a seguito del famigerato referendum<br />

del 1987 (il referendum non ha prodotto<br />

effetti amministrativi e legislativi diretti),<br />

quelli di ricerca sul ciclo del combustibile nel<br />

2003 e quello di Bosco Marengo nel 2015.<br />

SOGIN esiste dal 1999 ma solo negli ultimi<br />

anni ha iniziato i lavori per cui è stata creata,<br />

con l’obiettivo di rilasciare nel 20<strong>25</strong> i siti di<br />

potenza che le sono stati affidati allo stato di<br />

greenfield, ossia riutilizzabili senza limite.<br />

Per gli altri siti, i tempi sono più lunghi e per<br />

ora si parla di brownfield.<br />

Smantellato e da smantellare<br />

Gli impianti di potenza italiani, ma questa è<br />

una caratteristica comune con tutti quelli costruiti<br />

nel mondo prima degli anni ’80, sono<br />

stati realizzati senza alcuna previsione di quello<br />

che sarebbe stato necessario fare per<br />

smantellarli. Inoltre, sono ognuno diverso<br />

dall’altro. La centrale di Latina è di tipo<br />

Magnox, di concezione britannica, moderato<br />

a grafite e raffreddato a gas, il Garigliano è un<br />

BWR ad acqua bollente di concezione General<br />

Electric, moderato e raffreddato ad acqua,<br />

Trino è un PWR ad acqua in pressione, moderato<br />

e raffreddato ad acqua di concezione<br />

Westinghouse (derivato da quelli utilizzati per<br />

la propulsione navale), mentre Caorso è un<br />

BWR di seconda generazione GE/Ansaldo. Già<br />

solo per le centrali di potenza va quindi realizzato<br />

un piano diverso per ciascuna. SOGIN<br />

contabilizza in 1.277.029,04 tonnellate la massa<br />

totale degli impianti già smantellati e da<br />

smantellare. Di queste, una parte, circa 88mila<br />

tonnellate, sono destinate allo smaltimento<br />

in discarica e poco meno di 1.150.000 tonnellate<br />

sono costituite da metalli e calcestruzzi<br />

riciclabili immediatamente in vario modo. Il<br />

resto è radioattivo a diversi livelli. Iniziamo a<br />

sgombrare il campo dal combustibile nucleare,<br />

per un totale di poco più di 1.800 tonnellate,<br />

Recuperare, sui può!<br />

Restano circa 13mila tonnellate che costituiscono<br />

i materiali strutturali che SOGIN ha individuato<br />

come decontaminabili e quindi riciclabili.<br />

Si tratta di metalli e materiali da<br />

costruzione. Un esempio è costituito dalla lana<br />

di roccia utilizzata per le coibentazioni della<br />

centrale di Latina. La quantità di partenza era<br />

di 190 m 3 . Dopo essere stata classificati radiologicamente,<br />

120 m 3 sono stati rilasciati<br />

per il riciclo immediato, mentre i restanti 70<br />

sono stati compattati con una pressa sino a<br />

poco più di 10 m 3 per essere poi avviati al futuro<br />

Deposito Nazionale. Per i metalli la decontaminazione<br />

è pressoché impossibile.<br />

Relativamente alle parti metalliche che potrebbero<br />

essere state intaccate nella loro microstruttura<br />

dal flusso neutronico, ma che non<br />

risultano radioattivate con uno dei processi di<br />

trasmutazione a suo tempo descritti, il processo<br />

di riciclo è semplice. SOGIN è responsabile<br />

dei materiali metallici sino a che questi<br />

Fase<br />

di smantellamento<br />

rotore della Centrale<br />

nucleare<br />

di Garigliano.<br />

s s s<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Dicembre 2022


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

SCARTI RADIOATTIVI<br />

Bidoni contenenti<br />

rifiuti radioattivi<br />

non recuperabili<br />

e destinati al Deposito<br />

Nazionale.<br />

non sono fusi, in una proporzione di uno a dieci<br />

con altri rottami. La fonderia deve poi rilasciare<br />

un attestato che certifichi la correttezza della<br />

procedura adottata. Il metallo derivante è utilizzabile<br />

senza restrizioni. La legge italiana<br />

non ammette il rilascio di alcun materiale radioattivato.<br />

In Germania, per esempio, invece<br />

il metallo a bassa attività può essere riutilizzato,<br />

di solito in installazioni nucleari.<br />

Il radioattivo che “scappa”…<br />

In Italia, ogni impianto che tratta rifiuti potenzialmente<br />

radioattivi, come le fonderie, deve<br />

controllare il materiale in entrata con un rilevatore<br />

di radiazioni. Nonostante ciò, in certi<br />

casi il materiale radioattivo entra comunque<br />

nel ciclo. La sua provenienza non è da centrali<br />

dismesse ma da fonti più prosaiche e diffuse.<br />

Le sorgenti più comuni di radioattività che possono<br />

finire nei rottami metallici sono infatti<br />

quadranti o altre parti di strumentazione<br />

scientifica di varia natura, contenenti radio<br />

226; tubi da prospezioni minerarie, con incrostazioni<br />

di radionuclidi naturali, anch’essi con<br />

radio 226; vecchi parafulmini contenenti radio<br />

226 o americio 241; sorgenti per uso industriale<br />

o medico con cesio 137 o cobalto 60.<br />

Se una di queste sorgenti viene fusa insieme<br />

al normale rottame si può avere contaminazione<br />

dell’impianto, delle scorie, delle polveri<br />

di abbattimento dei fumi o del prodotto. Di solito<br />

la contaminazione viene rilevata dai controlli<br />

radiometrici su scorie e polveri. Nelle<br />

acciaierie, la fusione di cesio 137 contamina<br />

l’impianto d’abbattimento fumi e le polveri,<br />

mentre la fusione di cobalto 60 contamina il<br />

prodotto finito. Nelle fonderie di alluminio e<br />

piombo invece la fusione di cesio 137 o di radio<br />

226 contamina i forni fusori e le scorie. In generale<br />

le conseguenze di questi incidenti sono<br />

nulle per l’ambiente ma molto rilevanti in termini<br />

economici per le aziende, perché implicano<br />

arresto dell’attività produttiva, forni e<br />

macchine da smantellare o decontaminare,<br />

materiali da smaltire o stoccare e gestire,<br />

spese legali, ecc. e generano grandi volumi<br />

di materiale contaminato. Secondo il ben fatto<br />

sito di ARPA Lombardia, dal 1990 al 2018 si<br />

sono avuti 12 fusioni accidentali negli impianti<br />

della regione, la <strong>maggio</strong>r parte prima del<br />

2000. Col progredire delle prestazioni dei rilevatori,<br />

gli incidenti hanno riguardato sorgenti<br />

a bassa attività, che più facilmente riescono<br />

a sfuggire.<br />

…anche tra gli indifferenziati<br />

Un altro possibile processo che può essere<br />

interessato da contaminazione radioattiva è<br />

la termovalorizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati.<br />

Diciamo subito che non solo si<br />

tratta di casi molto rari e che anche nel caso<br />

dei termovalorizzatori il materiale in entrata<br />

è sottoposto a controlli radiometrici, ma anche<br />

che la stragrande <strong>maggio</strong>ranza dei materiali<br />

radioattivi ritrovati dagli inceneritori<br />

tra i rifiuti è costituita da dispositivi igienici<br />

monouso per pazienti incontinenti (pannoloni)<br />

di persone che sono state sottoposte a esami<br />

o terapie mediche con somministrazione di<br />

radiofarmaci e non sono ricoverate (altrimenti<br />

sarebbe gestiti come rifiuti ospedalieri). La<br />

contaminazione è di solito da iodio 131, molto<br />

diffuso e caratterizzato da un tempo di dimezzamento<br />

(8 giorni circa) tale per cui la<br />

radioattività nei rifiuti permane ed è rilevabile<br />

per diverse settimane. Questi rifiuti vengono<br />

isolati e lasciati decadere per 40 giorni al termine<br />

dei quali la loro radioattività scende sotto<br />

il fondo naturale e vengono trattati come<br />

rifiuti ordinari.<br />

Ma come vengono gestiti normalmente le<br />

sorgenti radioattive dismesse che provocano<br />

tali incidenti? Ne parleremo nella terza parte<br />

di questa serie.<br />

l<br />

Spazzatrici Stradali<br />

& Lavastrade<br />

100% Elettriche<br />

100% Electric<br />

street Sweepers<br />

& Flushers<br />

Tenax International S.p.A.<br />

Via Balduina, 3 - 42010 Rio Saliceto (RE) Italy<br />

www.tenaxinternational.com<br />

Maggio <strong>2023</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

14 PRIMO PIANO PRODOTTI TESSILI<br />

CHE FINE HA FATTO?<br />

PRIMO PIANO<br />

15<br />

Luci e ombre nello schema<br />

di decreto EPR per i tessili<br />

Lo schema di decreto EPR per i rifiuti tessili, predisposto<br />

dal Ministero dell’Ambiente, ha terminato recentemente<br />

la fase di consultazione. E rimangono spazi di miglioramento<br />

Alessandro Marangoni, economista<br />

e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />

Althesys, società professionale indipendente<br />

specializzata nella consulenza strategica<br />

e nello sviluppo di conoscenza.<br />

Opera con competenze di eccellenza nei<br />

settori chiave di ambiente, energia,<br />

infrastrutture e utility, nei quali assiste<br />

imprese e istituzioni.<br />

La misura mostra vari spunti interessanti<br />

ma anche possibili criticità. Le disposizioni<br />

si applicano “ai soggetti della filiera dei prodotti<br />

tessili che producono e immettono sul mercato<br />

le categorie di prodotti finiti di abbigliamento,<br />

calzature, accessori, pelletteria e tessili per la<br />

casa”, che esclude, tra gli altri, materassi e giocattoli.<br />

Lo scopo vorrebbe essere quello di rendere<br />

il flusso di rifiuti il più omogeneo possibile. I produttori<br />

sono tenuti ad istituire sistemi per l’adempimento<br />

dei propri obblighi, prevedendo la creazione<br />

di un soggetto, il Centro di Coordinamento<br />

per il Riciclo dei Tessili (CORIT), per garantire e<br />

coordinare il ritiro dei rifiuti conferiti.<br />

WAS è il think tank italiano sul comparto del waste management e del riciclo sviluppato<br />

da Althesys. Monitora da anni il settore, coglie i trend evolutivi, analizza le strategie<br />

aziendali e indirizza le policy. In questa fase di rapida trasformazione, che sempre<br />

più richiede analisi e riflessioni attente, Staffetta Quotidiana e Althesys hanno deciso<br />

di collaborare per fornire ai lettori analisi e approfondimenti sui temi chiave<br />

per il comparto e gli operatori.<br />

Alessandro Marangoni<br />

Gli anelli deboli della catena<br />

Concentrandosi sui prodotti finiti, il decreto non<br />

considera l’intera filiera a monte, che include i<br />

produttori di fibre, filati, tessuti, semilavorati, complementi<br />

di arredo e accessori per prodotti finiti.<br />

Resta così nelle mani di produttori e distributori<br />

che immettono per la prima volta sul mercato italiano<br />

la responsabilità di verificare che i propri fornitori<br />

operino riducendo il più possibile l’impatto<br />

ambientale. Tuttavia, resta fondamentale definire<br />

chiaramente il ruolo dei compliance scheme all’interno<br />

della filiera e stabilire requisiti minimi di<br />

qualità e quantità per i flussi.<br />

Pare positivo, invece, che sia prevista una modulazione<br />

del contributo “in base ai criteri di prestazione<br />

ambientale dei prodotti tessili”, tra cui “la<br />

composizione materiale del prodotto, l’uso di fibre<br />

riciclate nella fabbricazione e l’indice di riparabilità/riutilizzabilità”.<br />

Chiave è anche la progettazione eco-sostenibile<br />

che dovrebbe mirare all’impiego di fibre tessili naturali<br />

e di materiali biocompatibili, l’eliminazione<br />

di sostanze pericolose e il prolungamento della<br />

vita utile.<br />

Le problematiche<br />

Tra i punti critici vi è che non sono precisate le<br />

modalità di controllo, né è definito un quadro<br />

sanzionatorio adeguato per i produttori e i distributori<br />

che operano con l’e-commerce, dando<br />

luogo a possibili fenomeni di elusione. Il decreto<br />

stabilisce, inoltre, che il successivo conferimento<br />

avvenga nei Centri comunali, senza tuttavia dare<br />

disposizioni più precise, con il rischio che i prodotti<br />

tessili raccolti siano inquinati dalla presenza<br />

di altri materiali.<br />

Nel complesso, il provvedimento presenta luci e<br />

ombre. Rimangono quindi spazi di miglioramento<br />

per creare un sistema EPR efficace in grado di trovare<br />

un equilibrio tra l’attuale configurazione dell’intera<br />

filiera tessile e gli obiettivi di riuso-riciclo,<br />

disegnando un sistema sostenibile sia dal punto<br />

di vista industriale che ambientale.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Un anno fa davamo conto sulla rivista della<br />

possibilità di estrarre il litio dalle sorgenti<br />

idrotermali e che, soprattutto, ciò fosse<br />

possibile anche in Italia. Al momento di scrivere<br />

la società Vulcan Energy aveva ottenuto un permesso<br />

di tipo esplorativo nell’area detta di Cesano<br />

nei pressi del Lago di Bracciano a nord di Roma.<br />

L’azienda ha a disposizione cinque pozzi già scavati<br />

nel 1975 e tre anni per capire la consistenza delle<br />

riserve del minerale (che sotto forma di sali si trova<br />

disciolto nell’acqua ad alta temperatura) ubicate<br />

ad una profondità di circa un chilometro e mezzo<br />

e fino a quattro chilometri.<br />

Tutti lo vogliono<br />

La novità più rilevante è data da Enel Green Power,<br />

che è evidentemente attratta dalle potenzialità derivanti<br />

dal contratto già firmato da Vulcan con<br />

Stellantis per 99.000 tonnellate di idrossido di litio<br />

entro il 2026, che sarà impiegato nella costruzione<br />

di batterie (il costruttore sarebbe la francese SAFT).<br />

Anche l’altra società, l’australiana Altamin - che<br />

ha individuato la zona a nord di Roma come una<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Litio geotermico<br />

italiano.<br />

Un anno dopo<br />

Start up, idee geniali e “circolari”.<br />

Ma a distanza di tempo che fine hanno fatto?<br />

sorgente di litio geotermico - ha fatto passi avanti.<br />

Dopo la concessione esplorativa per l’area di<br />

Campagnano con un solo pozzo, è arrivata quella<br />

di Santa Maria in Galeria, dove già esistono tre pozzi.<br />

Altamin ha chiesto altre due concessioni, una<br />

nel territorio di Ferento, nel Viterbese, caratterizzato<br />

da sorgenti idrotermali e una solfatara; ed<br />

una a Latera, sempre nel viterbese ma ad ovest<br />

del Lago di Bolsena. Per la prima, l’azienda ha ottenuto<br />

l’esenzione della Valu tazione dell’impatto<br />

ambientale, mentre la seconda sembra indietro.<br />

Uno dei motivi sembra essere proprio la centrale<br />

geotermica a scarico libero - costruita dall’ENEL<br />

a Latera - in attività per solo un anno (tra il 1999<br />

ed il 2000) dopo ritardi epocali, e subito chiusa per<br />

emissione di acido solfidrico e ossidi di azoto. Esiste<br />

un progetto in essere dal 2017 per una nuova centrale,<br />

ma con l’opposizione dei sindaci locali. C’è<br />

da dire, che ad oggi, la concessione mineraria per<br />

l’estrazione del litio potrebbe contare su ben 22<br />

pozzi scavati a suo tempo da ENEL e che, prevedendo<br />

la filtrazione del minerale e la reimmissione<br />

dell’acqua, avrebbe un impatto molto diverso. l


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

16 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

TQRIF<br />

TQRIF<br />

PRIMO PIANO<br />

17<br />

di Andrea Ballabio,<br />

Donato Berardi<br />

e Nicolò Valle<br />

Il Laboratorio REF<br />

Ricerche è un think<br />

tank che intende riunire<br />

selezionati<br />

rappresentanti del<br />

mondo dell´impresa,<br />

delle istituzioni e della<br />

finanza al fine di<br />

rilanciare il dibattito sul<br />

futuro dei Servizi<br />

Pubblici Locali.<br />

Pillole dal Laboratorio<br />

Il 1° gennaio <strong>2023</strong> è entrato in vigore il Testo unico<br />

per la regolazione della qualità del servizio di gestione<br />

dei rifiuti urbani, con cui ARERA disciplina la qualità<br />

contrattuale e alcuni aspetti di quella tecnica<br />

Entro il 31 marzo 2022, gli ETC (Enti territorialmente<br />

competenti) dovevano<br />

collocare le gestioni nella matrice degli<br />

schemi regolatori. Da tale scelta, discendono<br />

gli obblighi e gli standard di qualità applicabili<br />

per il periodo 2022-20<strong>25</strong>, l’intero orizzonte<br />

del PEF. La valutazione si doveva basare su<br />

quanto previsto nel Contratto di servizio e/o<br />

nella Carta della qualità vigente, fornendo<br />

quindi una fotografia dello stato dell’arte della<br />

qualità del servizio nel Paese.<br />

IL POSIZIONAMENTO DELLE GESTIONI NEGLI SCHEMI REGOLATORI<br />

% sul totale della popolazione*<br />

4%<br />

13%<br />

* Campione a copertura del 48% della popolazione<br />

I II III IV<br />

5%<br />

77%<br />

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati interni<br />

Lo scenario<br />

Da una ricognizione del Laboratorio REF<br />

Ricerche (su un numero di ETC rappresentante<br />

il 48% della popolazione italiana), si<br />

evidenzia che il 77% della popolazione risiede<br />

in territori affidati a gestori ricadenti nello<br />

Schema I, il livello più basso della qualità del<br />

servizio. Seguono gli Schemi III e II, corrispondenti<br />

ad un livello di qualità intermedio,<br />

rispettivamente con il 13% e il 4% della popolazione,<br />

e infine lo Schema IV, con livelli<br />

avanzati rinvenibili solo in gestioni che servono<br />

il 5% della popolazione. Il quadro che<br />

emerge sembra suggerire che il livello di<br />

partenza della qualità del servizio erogato<br />

nel Paese è sostanzialmente basso, non adeguato<br />

rispetto agli obblighi minimi previsti<br />

dal TQRIF. Lo spaccato per area geografica<br />

consente di leggere alcune tendenze diversificate,<br />

relative in particolare alle motivazioni<br />

che hanno informato gli ETC.<br />

Peculiare è il dato del Nord Italia, dove il 79%<br />

della popolazione del campione si colloca<br />

nello Schema I, con una diffusione quindi del<br />

livello qualitativo basico anche superiore a<br />

quella media dell’intero campione. Il dato<br />

appare non coerente, almeno per il versante<br />

della qualità tecnica, con le performances<br />

di raccolta differenziata, pari nel 2021 al 71%<br />

al Nord, contro il 60,4% del Centro e il 55,7%<br />

del Sud e Isole.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

IL POSIZIONAMENTO DELLE GESTIONI NEGLI SCHEMI REGOLATORI PER MACROAREA<br />

% sul totale della popolazione della macroarea*<br />

* Copertura campione: Nord 51%, Centro 69%, Sud e Isole 32%<br />

TQRIF, timido inizio?<br />

In alcuni casi, l’adesione allo Schema I può<br />

essere interpretata come la volontà di limitare,<br />

almeno in sede di prima applicazione,<br />

l’onere in capo ai Comuni per gli adempimenti<br />

conseguenti.<br />

Una seconda spiegazione è legata alla situazione<br />

economica e alle dinamiche inflattive,<br />

laddove ETC e aziende, hanno deciso di<br />

posporre i costi connessi agli oneri di rendicontazione<br />

e di rimandare gli investimenti<br />

in sistemi informativi e informatici, che non<br />

si traducono in via diretta in un miglioramento<br />

della qualità.<br />

Tra i punti di forza, il TQRIF ha indubbiamente<br />

posto le condizioni per l’avvio di un processo<br />

di convergenza e omogeneizzazione<br />

della qualità. Il TQRIF consente poi di portare<br />

una <strong>maggio</strong>re trasparenza circa gli oneri<br />

connessi al miglioramento del servizio. In<br />

terzo luogo, la regolazione della qualità rappresenta<br />

una leva per promuovere nuovi investimenti<br />

nel settore, specie nella digitalizzazione<br />

e per la riorganizzazione dei<br />

processi. Infine, la compliance al TQRIF fornisce<br />

anche una spinta indiretta verso l’aggregazione<br />

industriale, il completamento<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

16%<br />

5%<br />

79%<br />

I II III IV<br />

19%<br />

16%<br />

65%<br />

2%<br />

7%<br />

90%<br />

Nord Centro Sud e Isole<br />

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati interni<br />

della governance e il passaggio da logiche<br />

tributarie a corrispettive.<br />

I punti di debolezza emersi sinora sono speculari<br />

ai punti di forza, trattandosi di un modello<br />

regolatorio che ha creato molte difficoltà<br />

di implementazione negli Enti locali e,<br />

più in generale, presso le gestioni di minori<br />

dimensioni e meno strutturate in termini di<br />

competenze.<br />

Un’ulteriore criticità è la difficoltà per i<br />

Comuni, laddove gestori «in economia» del<br />

servizio, nel rispondere agli adempimenti richiesti<br />

dal TQRIF, perché ciò si può tradurre<br />

in <strong>maggio</strong>ri costi in capo ai cittadini per<br />

adempiere ad alcuni obblighi (Es: servizio di<br />

contatto telefonico). Inoltre, sono emerse delle<br />

problematiche nell’implementazione del<br />

disegno regolatorio laddove la governance è<br />

incompleta (EGATO non individuati o non operativi)<br />

o dove il ruolo dell’ETC coincide con il<br />

Comune. Infine, nel 2022 l’attività dei gestori<br />

è stata fortemente influenzata dall’aumento<br />

dell’inflazione e dal rincaro dei costi energetici<br />

(si veda <strong>Waste</strong> n.24, pag. 14) e dei materiali<br />

che ha eroso spazi in tariffa potenzialmente<br />

destinabili al miglioramento della<br />

qualità.<br />

l<br />

Per approfondire<br />

Qualità del servizio<br />

di gestione dei rifiuti<br />

urbani: fissati i livelli<br />

minimi delle prestazioni<br />

Position Paper n. 235 -<br />

Laboratorio REF,<br />

marzo <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

18 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

ANGOLO INNOVAZIONE<br />

NATURAL ATTITUDE<br />

DA 40 ANNI SOLUZIONI E TECNOLOGIE PER IL RECUPERO DEI RIFIUTI<br />

RECYCLINGSOLUTION<br />

App e Startup<br />

Eliana Puccio<br />

La tecnologia può essere un ottimo alleato dell’uomo, anche<br />

nella raccolta differenziata. Spazio quindi ad app, idee, piccole<br />

imprese che generano nuove opportunità di business sostenibile.<br />

Iniziative che possono semplificare il nostro quotidiano<br />

SMART<br />

RICICLA<br />

SmartRicicla è la guida<br />

per la raccolta<br />

differenziata in Italia.<br />

Questa app ti consente di<br />

conferire nel modo giusto i<br />

rifiuti, aiutandoti con una<br />

semplice interfaccia<br />

organizzata per categorie<br />

e calendario settimanale,<br />

potrai anche visualizzare<br />

la mappa dei punti di<br />

raccolta, le note di<br />

conferimento dei rifiuti e<br />

le news del comune, il<br />

dizionario dei simboli e il<br />

rifiutologo. Vai in vacanza<br />

o ti sposti per lavoro?<br />

Scaricando l'app così<br />

saprai sempre fare la<br />

differenziata. L'elenco dei<br />

Comuni è in continuo<br />

aggiornamento. Per<br />

ognuno è possibile<br />

visualizzare il programma<br />

giornaliero della raccolta,<br />

oltre ad altre funzioni,<br />

quali il Rifiutologo, la<br />

mappa con le isole<br />

ecologiche. L'app ha un<br />

dizionario dei rifiuti che<br />

permette di avere tutte<br />

le informazioni utili<br />

per separare<br />

correttamente i rifiuti.<br />

Esiste anche una<br />

mappa delle isole<br />

ecologiche per<br />

consultare la posizione<br />

e gli orari di apertura<br />

degli ecocentri comunali.<br />

CESARO<br />

UM 320<br />

PROFESSIONAL<br />

WORKING<br />

& LONG LIFE<br />

Scopri il nuovo miscelatore<br />

industriale per processi<br />

di digestione anaerobica,<br />

compostaggio e bonifiche.<br />

ARABAT<br />

Arabat è una startup originaria<br />

di Foggia, nata da un’idea di<br />

Raffaele Nacchiero, Leonardo<br />

Binetti, Giovanni Miccolis,<br />

Vincenzo Scarano e Leonardo<br />

Renna.<br />

L’azienda ricicla le batterie<br />

con le bucce di arancia e<br />

l'acido citrico,<br />

rivoluzionando il<br />

trattamento del<br />

processo<br />

idrometallurgico delle<br />

batterie al litio a fine<br />

vita e rendendolo così<br />

più sostenibile.<br />

L’obiettivo dell’impresa è quello di<br />

reintrodurre nel mercato tali<br />

risorse, ottenute in modo<br />

sostenibile e circolare e venderle a<br />

un prezzo di mercato competitivo.<br />

Sviluppando anche altri processi<br />

circolari innovativi, l'azienda<br />

produce energia rinnovabile e<br />

fornisce consulenza professionale<br />

per la green economy.<br />

La soluzione di AraBat è di<br />

idrometallurgia già impiegata da<br />

imprese come la Recupyl oppure<br />

Aea Technology, con una formula<br />

green, appunto acido citrico<br />

potenziato da scarto agrumario,<br />

vegetale o un mix di entrambi.<br />

CESAROMACIMPORT.COM<br />

w G J K<br />

Maggio <strong>2023</strong>


20 ECONOMIA CIRCOLARE NUOVI MATERIALI<br />

NUOVI MATERIALI<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

21<br />

CircolarMente<br />

Appuntamento con lo spazio dedicato<br />

ai materiali circolari, risorse materiche molto<br />

spesso frutto di processi di riciclo e valorizzazione.<br />

Protagonista di questo numero è il sughero<br />

Marco Capellini<br />

matrec.com<br />

Prevalentemente presente nell’area mediterranea,<br />

il sughero è un materiale<br />

naturale, leggero, riciclabile ma soprattutto<br />

rinnovabile. Nella <strong>maggio</strong>r parte<br />

dei casi viene impiegato sughero proveniente<br />

direttamente dalla corteccia, ma sono diverse<br />

le aziende a livello internazionale, che hanno<br />

avviato un programma di recupero dei tappi<br />

delle bottiglie in sughero e che lavora sughero<br />

riciclato, pre e post-consumo.<br />

Le tante applicazioni<br />

Si tratta di un materiale circolare ipoallergenico,<br />

imputrescibile, resistente all’umidità,<br />

al calore ed al fuoco, chimicamente neutro,<br />

isolante termico ed acustico, particolarmente<br />

elastico, morbido e resistente nel tempo. Le<br />

sue qualità intrinseche lo rendono adatto a<br />

ricoprire diverse funzioni per molteplici applicazioni<br />

in diversi settori.<br />

Come applicazione principale il sughero viene<br />

impiegato in granuli puri pressati in blocchi<br />

e forme monolitiche, utilizzato soprattutto<br />

nel mondo del design e dell’isolamento, negli<br />

anni più recenti ha trovato un nuovo slancio<br />

nel mercato grazie allo sviluppo di applicazioni<br />

innovative in conglomerazione con altri<br />

materiali, accoppiato o miscelato per incrementarne<br />

le performance, ad esempio con<br />

legno e gomma.<br />

Grazie al suo aspetto “naturale” viene utilizzato<br />

anche come tessuto per abbigliamento<br />

o per calzature, con trattamenti superficiali<br />

o colorazione che conferiscono al materiale<br />

una texture dinamica e creativa.<br />

DNA più che verde<br />

Il sughero viene raccolto a mano dalla corteccia<br />

esterna della quercia circa ogni nove<br />

anni senza danneggiare in alcun modo l'albero,<br />

che può vivere fino a 200 anni senza la<br />

necessità di input chimici.<br />

È importante poi tenere in considerazione<br />

che le foreste da cui deriva questo materiale<br />

circolare sono in grado di assorbire importanti<br />

quantità di CO2 ogni anno, rivestendo<br />

un ruolo fondamentale nel contribuire agli<br />

obiettivi ambientali identificati dalla Com -<br />

missione Europea nel documento della Tas -<br />

sonomia, garantendo la mitigazione degli effetti<br />

dei cambiamenti climatici e la tutela degli<br />

ecosistemi.<br />

La procedura di lavorazione è abbastanza<br />

semplice: partendo dalla corteccia il sughero<br />

viene macinato in granuli con diametro che<br />

varia tra i 2 e 4/5 mm, per poi essere espanso<br />

mediante il vapore a temperature che si aggirano<br />

sui 330°- 360°C.<br />

Successivamente il granulo è sottoposto ad<br />

un processo di pressatura che permette di<br />

ottenere diversi spessori a seconda delle<br />

modalità d’uso. Come legante viene sfruttata<br />

la presenza della suberina, la resina del sughero.<br />

Il sughero è un materiale che deve ancora<br />

esprimere molte delle sue potenzialità in termini<br />

di applicazioni e di processi di lavorazione.<br />

L’organicità del materiale e le caratteristiche<br />

tecniche ed estetiche sono il vero<br />

punto di forza per nuovi impieghi che possono<br />

favorire l’utilizzo di manufatti ambientalmente<br />

sostenibili in sostituzione di altri ad elevato<br />

impatto ambientale. La creatività dei designer<br />

e la ricerca applicata delle imprese possono<br />

favorire questo processo di crescita.<br />

Tra i materiali circolari alternativi a quelli tradizionalmente<br />

impiegati, fanno capolino varie<br />

proposte interessanti presenti sul mercato e<br />

selezionate da MATREC – Sustainable<br />

Materials & Trends, il primo Osservatorio<br />

Internazionale per l’innovazione Sostenibile<br />

di materiali e prodotti:<br />

Il copyright delle<br />

immagini appartiene<br />

alle aziende menzionate.<br />

DECORK Pannello<br />

realizzato in<br />

sughero naturale<br />

lavorato con fresa<br />

CNC a 4 assi, che<br />

permette di<br />

personalizzare la<br />

superficie con ogni<br />

tipo di texture e<br />

forma 3D.<br />

Caratterizzato da ottime proprietà di fonoassorbenza<br />

e anti-riverbero, viene<br />

utilizzato come pannello di rivestimento<br />

decorativo.<br />

(tecnosugheri.it)<br />

THERMOCORK<br />

Materiale realizzato<br />

con una miscela di<br />

sughero ed EVA,<br />

appositamente<br />

formulato per<br />

consentire la<br />

possibilità di<br />

termoformatura<br />

meccanica e sotto<br />

vuoto. Trova impiego<br />

nella realizzazione di<br />

componenti per il<br />

settore fashion.<br />

(sacecomponents.com)<br />

CORKLEAF – LAMINATI E VERNICIATI Tessuto<br />

costituito da un foglio in sughero naturale, montato<br />

su un supporto tessile in cotone e poliestere. La<br />

superficie può essere verniciata con tecniche e colori<br />

diversi, lucidi, opachi, spugnati e perlati, oppure<br />

laminata con lamine trasferite a caldo, parziali, totali<br />

e a specchio. Trova impiego nella realizzazione di<br />

accessori moda. (sacecomponents.com)<br />

CORK FABRIC Tessuto realizzato in sughero<br />

naturale, accoppiato ad un rivestimento<br />

superficiale in PU o componenti a base d'acqua<br />

ed una base in cotone o poliestere. Cucibile e<br />

caratterizzato da un buon isolamento termico ed<br />

acustico, trova impiego nella realizzazione di<br />

arredi ed accessori moda.<br />

(jpscorkgroup.com)<br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

22 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

DECOMMISSIONING<br />

DECOMMISSIONING<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

23<br />

Anche le trivelle<br />

e la caldaia G300<br />

sono state<br />

demolite<br />

per recuperare<br />

ogni parte<br />

metallica.<br />

Il camino snox<br />

è stato<br />

smantellato<br />

evitando<br />

interferenze<br />

con altre fasi<br />

di lavorazione<br />

e assicurando<br />

il futuro riutilizzo<br />

dei materiali.<br />

La transizione è circolare<br />

Eni Rewind è impegnata nella demolizione di impianti<br />

e strutture nel sito industriale di Gela. In cantiere<br />

si lavora per massimizzare il recupero dei materiali<br />

Il processo di riqualificazione dei siti industriali<br />

richiede, in molti casi, lo smantellamento degli<br />

impianti già dismessi o da avviare alla dismissione.<br />

Sono interventi di grande complessità,<br />

non solo ingegneristica, ma anche per la<br />

conseguente gestione dei rifiuti derivanti dalla<br />

bonifica e dalle demolizioni delle strutture.<br />

In questo ambito Eni Rewind, la società ambientale<br />

di Eni, ha maturato un’esperienza in numerosi<br />

cantieri di differente tipologia impiantistica,<br />

arrivando a sviluppare standard progettuali che<br />

si avvalgono di tecnologie specifiche e finalizzate<br />

a massimizzare il recupero dei singoli materiali,<br />

riducendo l’invio dei rifiuti in discarica, in linea<br />

con i principi dell’economia circolare.<br />

Un metodo che nel sito di Gela, dove la società<br />

opera nelle aree di sua proprietà e su mandato<br />

di RaGe, acronimo della società Eni Raffineria<br />

di Gela, si sta concretizzando con il completamento<br />

delle demolizioni degli ex impianti legati<br />

alla raffinazione, nel pieno rispetto del cronoprogramma<br />

previsto dal Protocollo d’Intesa siglato<br />

nel 2019 e in linea con la strategia di transizione<br />

energetica di Eni.<br />

Per il camino Snox, la vecchia Torcia, le trivelle<br />

e la caldaia G300 si è proceduto principalmente<br />

tramite smontaggio top-down, evitando interferenze<br />

con altre unità operative e assicurando il<br />

futuro riutilizzo dei materiali.<br />

Si massimizza<br />

La demolizione di queste strutture ha prodotto circa<br />

6.000 tonnellate di rottami metallici, motori e<br />

cavi elettrici inviati a recupero che potranno trovare<br />

una seconda vita nei settori civile e industriale.<br />

Entro il <strong>2023</strong> si completeranno le demolizioni<br />

delle caldaie dell’ex centrale termoelettrica G100<br />

e G200 e saranno avviati i lavori per il camino quadricanne.<br />

Tutti questi interventi sono destinati a<br />

cambiare lo skyline dell’area industriale di Gela,<br />

trattandosi di impianti dal forte impatto visivo, riconoscibili<br />

e identificabili anche a distanza. l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

24 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

WASTE SEGNALA<br />

GLI APPUNTAMENTI<br />

DA NON PERDERE<br />

La sessione di conferenza vedrà<br />

Interventi sull’impatto della ricerca di<br />

<strong>maggio</strong>re sostenibilità sul design dei<br />

mezzi di trasporto; sui principi del<br />

Design for disassembly e del Design<br />

for environment nel mondo automotive;<br />

sulla questione dei materiali, ossia<br />

materiali da riciclo o materiali riciclabili<br />

per l’automobile?, affidato al<br />

nostro collaboratore fisso Marco<br />

Capellini, CEO di MATREC; lo smantellamento<br />

delle auto e il riciclo dei<br />

pezzi di ricambio; un focus sulla ricostruzione<br />

degli pneumatici, che a ben<br />

vedere rientra nei principi del meglio<br />

riparare che sostituire.<br />

Non poteva mancare per finire il riciclo<br />

e il riuso delle batterie, di cui parleremo<br />

più in profondità nel prossimo numero.<br />

Maggiori dettagli sulla sessione e<br />

sull’evento complessivo sono reperibili<br />

sul sito:<br />

www.ngmobility.it<br />

Una nuova<br />

generazione<br />

Appuntamento il 13 e 14 giugno a Torino al Centro Congressi<br />

dell’Unione Industriali con la terza edizione di Next<br />

Generation Mobility, un evento dedicato alla mobilità individuale<br />

e collettiva di nuova generazione che seguiamo per<br />

l’attenzione che dedica alle tematiche dell’economia circolare<br />

nell’industria della produzione di mezzi di trasporto.<br />

Un’intera sessione sarà dedicata a questi argomenti, e precisamente<br />

“Economia circolare della mobilità: design, materiali, riciclo”,<br />

per una mobilità senza sprechi, che è in programma il 13<br />

giugno in chiusura di giornata. La filosofia di fondo del panel è<br />

la constatazione che la mobilità può essere “verde” non solo se<br />

si adotta una modalità di propulsione a basso impatto ecologico<br />

o se si utilizzano mezzi in condivisione: la mobilità deve essere<br />

sostenibile a partire della progettazione e produzione dei veicoli.<br />

La filiera della mobilità gioca un ruolo fondamentale sull’impatto<br />

ambientale del settore: dal design alla scelta dei materiali, dal<br />

disassemblaggio, al riciclo dei materiali fino alla disponibilità dei<br />

pezzi di ricambio per procrastinare il fine vita dei mezzi.<br />

www.ngmobility.it<br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

26 ENERGIA Soluzioni<br />

LESSICO DELLE TECNOLOGIE<br />

LESSICO DELLE TECNOLOGIE<br />

ENERGIA<br />

27<br />

Ciclo di Rankine organico<br />

Take, make, waste? Naaaaa<br />

Marco Comelli<br />

Un piccolo glossario per comprendere i concetti relativi<br />

al design for recycling delle plastiche e al ciclo di Rankine<br />

organico. Approcci che consentono rispettivamente<br />

di minimizzare i rifiuti e valorizzare il calore a bassa temperatura<br />

Per la rubrica sulla nomenclatura relativa al mondo del waste, su questo numero viene<br />

spiegato come sia sempre più utilizzato - in tema plastiche - l’approccio alla progettazione<br />

del materiale e come il ciclo termodinamico a combustione interna possa essere la<br />

chiave per recuperare gli scarti termici.<br />

l<br />

Dal fisico scozzese William Rankine<br />

che lo inventò e lo mise a punto nel<br />

corso degli anni 50 del XIX secolo,<br />

è un ciclo termodinamico a combustione<br />

esterna, ossia dove la sorgente<br />

di energia (calore) è separata<br />

dal fluido la cui espansione consente<br />

di convertire l’energia in lavoro.<br />

Le macchine a vapore sono applicazioni<br />

del ciclo Rankine, sia nella<br />

forma a pistone e stantuffo (alternative)<br />

che in quella a turbina. Il<br />

fluido utilizzato più comune è l’acqua,<br />

che nel passaggio dallo stato<br />

liquido a quello gassoso (vapore<br />

secco saturo) aumenta di oltre 1700<br />

volte di volume. L’acqua possiede<br />

anche un’entalpia elevata, ossia è<br />

in grado di immagazzinare molta<br />

energia termica, con lo svantaggio<br />

che l’energia necessaria per portare<br />

ad ebollizione una certa quantità<br />

d’acqua è pari a cinque volte<br />

quella necessaria per portarla da<br />

0 a 100 gradi. Questo, e il punto di<br />

ebollizione di 100 gradi centigradi<br />

alla pressione atmosferica del livello<br />

del mare, rendono il ciclo di<br />

Rankine ad acqua poco adatto a<br />

sfruttare le sorgenti a temperatura<br />

e capacità termica bassa (tipiche<br />

per esempio degli scarti o cascami<br />

termici). Ma utilizzando un fluido<br />

che ha un punto di ebollizione inferiore,<br />

che di solito è organico - per<br />

esempio alcuni idrocarburi come il<br />

propano, il pentano o l’isobutano -<br />

è invece possibile far funzionare<br />

una turbina con il fluido vaporizzato.<br />

Essendo poca l’energia a monte, è<br />

necessario che tutta la macchina<br />

sia la più semplice possibile e che<br />

la parte di conversione dell’energia<br />

del vapore in energia meccanica<br />

che fa ruotare il generatore elettrico<br />

sia la più efficiente possibile. Di<br />

solito si tratta di turbine assiali e<br />

radiali a flusso centripeto. L’italiana<br />

EXERGY, oggi di proprietà cinese,<br />

è stata la prima ad introdurre la<br />

turbina radiale centrifuga (Radial<br />

Outflow Turbine o ROT). Esistono<br />

anche macchine ORC che utilizzano<br />

espansori volumetrici al posto delle<br />

turbine, sfruttando la dilatazione<br />

del fluido e non la sua quantità di<br />

moto per convertire energia termica<br />

in lavoro meccanico.<br />

Oggi le macchine ORC arrivano a<br />

potenze di anche 20 MW, ma le applicazioni<br />

al recupero degli scarti<br />

termici sono più piccole.<br />

Design for recycling (delle plastiche)<br />

Normalmente si riferisce alla progettazione di un prodotto<br />

affinchè sia più semplice da riciclare, per esempio scegliendo<br />

determinate modalità di assemblaggio, e riducendo<br />

il numero dei materiali diversi che lo compongono.<br />

Di recente l’idea si è allargata al modo in cui un determinato<br />

materiale viene prodotto. Nel caso delle plastiche,<br />

alcune di esse, il gruppo delle poliolefine, ossia il polipropilene<br />

e il polietilene, nei processi di produzione attuali<br />

vedono impiegati degli additivi che creano problemi complessi<br />

in fase di riciclo. Interferiscono per esempio nei<br />

processi termici di liquefazione e re-iniezione, oppure avvelenano<br />

i catalizzatori nei processi di decomposizione.<br />

Una serie di ricerche sono in corso per portare a livello industriale<br />

processi di produzione che danno poliolefine pure<br />

senza l’uso di additivi, utilizzando tecniche come la polimerizzazione<br />

multi sito e sistemi di stampa a iniezione<br />

come quello a baderna oscillante. Plastiche pure di questo<br />

tipo possono essere depolimerizzate e ripolimerizzate con<br />

processi catalitici a bassa temperatura tipo Ziegler-Natta.<br />

Vista la quantità di polielefine prodotta ogni anno nel mondo<br />

- 200 milioni di tonnellate in totale - un passaggio a processi<br />

che evitino l’uso di additivi sarebbe probabilmente il singolo<br />

sviluppo più impattante sulla circolarità della plastica senza<br />

ricorso a tecnologie non ancora provate.<br />

Il settore delle plastiche bio-based è particolarmente<br />

adatto all’applicazione del concetto di “design for recycling”.<br />

Essendo in gran parte “designer plastics”, ossia<br />

progettate partendo da complessi chimici semplici provenienti<br />

da bioprocessi, spesso non disponibili in petrolchimica,<br />

strategie di “progettazione” acconce possono<br />

risultare in nuovi materiali con caratteristiche simili o superiori<br />

a quelli tradizionali ma riciclabili via depolimerizzazione-ripolimerizzazione<br />

all’infinito. Un esempio è lo<br />

studio di qualche anno fa su un intero sistema di polimeri<br />

basato su una forma modificata del γ-butirrolattone (GBL),<br />

che normalmente non è polimerizzabile. Queste nuove<br />

plastiche possono essere smontate in monomeri e rimontate<br />

all’infinito e garantiscono comunque un’ottima<br />

stabilità a temperature superiori a 200 gradi centigradi,<br />

rendendole adatte a molte applicazioni.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

28 ENERGIA NEWS Soluzioni<br />

Un binario al sole<br />

L’innovazione di Sun-Way per ridurre<br />

le emissioni di carbonio. Il concept arriva<br />

dalla Svizzera ed in futuro potrebbe<br />

raggiungere le linee ferroviarie mondiali<br />

Eliana Puccio<br />

Le vie che conducono alla sostenibilità sono<br />

infinite. E in alcuni casi ci si arriva viaggiando<br />

esclusivamente sui binari ferroviari.<br />

Una soluzione interessante e che schiaccia<br />

l’occhio all’ambiente è sicuramente quella di<br />

Sun-Way, azienda tecnologica all'avanguardia<br />

fondata a Costanza, in Germania nel 1993, dedicata<br />

allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione<br />

di parti fotovoltaiche.<br />

SunWays rivoluziona il mondo del fotovoltaico<br />

realizzando pannelli solari di facile installazione<br />

tra i binari ferroviari. Tali pannelli sono fabbricati<br />

in Svizzera, dall’azienda Scheuchzer (specializzata<br />

nella manutenzione dei binari) e poi preassemblati<br />

in officina.<br />

Sono larghi un metro e possono essere facilmente<br />

collocati tra i binari e fissati alle rotaie<br />

tramite un meccanismo a pistoni.<br />

Come funziona? Il sistema di aggancio tra i binari<br />

consente la rapida installazione e rimozione<br />

meccanica di un gran numero di pannelli solari<br />

e questo facilita il lavoro degli installatori da una<br />

parte, e dei tecnici di manutenzione dei binari<br />

ferroviari dall’altra. In Europa si contano più di<br />

260.000 km di ferrovie e nel mondo più di<br />

1.000.000. L’installazione di pannelli solari nei<br />

binari risponde sicuramente alla carenza di spazio<br />

disponibile oltre che ai costi di lavoro non indifferenti,<br />

che spesso anzi rappresentano un<br />

ostacolo allo sviluppo dei fotolvaici. Da un punto<br />

di vista tecnico è importante specificare che i<br />

binari sono davvero il luogo ideale per incastonare<br />

le celle perché garantiscono un’ottima porzione<br />

di spazio.<br />

L’installazione avviene in maniera meccanica:<br />

man mano che avanza, il treno posa i pannelli<br />

fotovoltaici lungo la linea ferroviaria, “come un<br />

tappeto che si srotola“, secondo Sun-Ways.<br />

La buona notizia è che il concept potrebbe oltrepassare<br />

i confini svizzeri. Sun-Ways ha affermato<br />

che il suo sistema può essere installato su<br />

circa il 50 per cento degli oltre un milione di chilometri<br />

di linee ferroviarie in tutto il mondo. l<br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

30 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

MISURAZIONE RADIAZIONI<br />

MISURAZIONE RADIAZIONI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

31<br />

Minacce invisibili<br />

A volte particolari sorgenti<br />

radioattive sfuggono<br />

al controllo e tracciamento, creando<br />

possibili minacce per chi tratta i rifiuti.<br />

Ma una strumentazione adeguata<br />

ne evita l’incenerimento accidentale<br />

Francesco Gangi Dino<br />

BRUMOS monitore<br />

ad alta sensibilità<br />

per nastro<br />

trasportatore.<br />

La radioattività è presente nell’ambiente<br />

molto più di quanto ci si possa<br />

immaginare. Ovviamente si parla<br />

principalmente di radioattività<br />

naturale, i cui livelli sono molto ben tollerati<br />

dall’ambiente, dalle piante, dagli animali<br />

e ovviamente dall’uomo.<br />

In merito alla radioattività artificiale, solitamente<br />

si pensa ad armamenti terribili, a produzione<br />

di energia nelle centrali nucleari o ad<br />

applicazioni in campo medico (diagnostica,<br />

radioterapia, etc.). Nella realtà la radioattività<br />

viene utilizzata in molti più ambiti di quanti<br />

sia possibile immaginare, ed in questa sede<br />

ci concentriamo prevalentemente sulle possibili<br />

minacce per gli impianti di<br />

trattamento rifiuti.<br />

Fughe e dispersioni<br />

Tutti i materiali radioattivi utilizzati,<br />

sono da molti anni registrati a livello<br />

nazionale ed europeo: la vendita, gli<br />

spostamenti e la detenzione sono<br />

regolati in modo ferreo e la possibilità<br />

che vadano dispersi è praticamente<br />

nulla. Ma cosa accade a<br />

quelle sorgenti che non vengono<br />

quasi considerate tali? Facciamo un<br />

esempio. Molti esami diagnostici<br />

Strumento portatile<br />

per la misurazione<br />

delle radiazioni.<br />

prevedono l’uso di radiofarmaci,<br />

liquidi di contrasto radioattivi,<br />

che vengono assimilati<br />

dai pazienti e poi smaltiti<br />

con la minzione, il sudore, etc.<br />

Quindi, principalmente garze e<br />

pannoloni, vengono trasformati a tutti gli effetti<br />

in sorgenti radioattive. Queste possono essere<br />

più o meno pericolose, ma di sicuro il ritrovamento<br />

e la gestione fanno parte di un processo<br />

che, man mano, ci porta ad ambienti di lavoro<br />

più sicuri e a una diminuzione della minaccia di<br />

incenerimento accidentale. I ritrovamenti avvengono<br />

solitamente negli impianti che gestiscono<br />

rifiuti, i quali sono dotati di strumentazione<br />

radiometrica, per il controllo dei carichi<br />

in ingresso: il portale radiometrico,<br />

lo strumento radiometrico portatile<br />

o addirittura entrambi. Le<br />

strutture ospedaliere controllano i<br />

rifiuti in uscita, ma poi i pazienti tornano<br />

alle loro abitazioni e le “sorgenti”<br />

finiscono nei rifiuti urbani.<br />

Rilevatore sensibile<br />

La strumentazione per il monitoraggio<br />

è ben nota a chi opera nel<br />

settore e le norme non mancano<br />

di certo (le varie norme di buona<br />

tecnica e il più recente D.Lgs 101/20). Nella<br />

<strong>maggio</strong>r parte dei casi la strumentazione è<br />

adeguata ma, in molte realtà del settore -<br />

non necessariamente le più piccole - si vedono<br />

ancora troppo spesso strumenti tecnicamente<br />

non sufficienti a garantire il ritrovamento<br />

delle sorgenti: scarsa qualità, livelli<br />

amatoriali o semplicemente non adeguati al<br />

tipo di misure necessarie.<br />

Brumola offre oltre alla normale strumentazione,<br />

a coloro che vogliano aumentare le probabilità<br />

di ritrovamento, un sistema di monitoraggio<br />

fisso aggiuntivo, da posizionare sul<br />

nastro trasportatore che convoglia i rifiuti nel<br />

forno, in posizioni di stoccaggio o di preparazione<br />

per le successive lavorazioni. BRUMOS<br />

(BRUmola Monitor of Orphan Sources), sviluppato<br />

dal nostro reparto tecnico, si basa su<br />

un rivelatore plastico a scintillazione con elevatissima<br />

sensibilità di misura, posizionato<br />

sopra o accanto al nastro trasportatore, accoppiato<br />

ad un’unità di controllo molto moderna.<br />

Tutto il sistema può essere gestito e<br />

controllato da remoto e può essere integrato<br />

con il sistema di controllo del nastro trasportatore<br />

in caso d’allarme.<br />

Soluzioni taylor made<br />

Brumola grazie al know-how ed al supporto<br />

tecnico di elevata qualità, può vantare un’esperienza<br />

che va oltre i propri anni nel campo della<br />

radioprotezione e del monitoraggio radiometrico<br />

in ambito nucleare, industriale e medicale;<br />

i soci fondatori operano in questo settore da<br />

oltre 30 anni. Centinaia di aziende Italiane hanno<br />

deciso di rivolgersi a Brumola, creando un<br />

rapporto di cooperazione, che va oltre alla<br />

mera fornitura della strumentazione.<br />

Vengono inoltre rappresentate, in via esclusiva<br />

per il territorio italiano, alcune tra le più importanti<br />

aziende produttrici di strumentazione<br />

radiometrica (Thermo Scientific, VF Nuclear),<br />

apparecchiature elettromedicali (Eckert &<br />

Ziegler, Bel mont), per i controlli non distruttivi<br />

(X-RIS) e per l’identificazione delle sostanze<br />

chimiche (Ser stech) da ormai moltissimi anni.<br />

La caratteristica chiave dei servizi offerti è<br />

capire e soddisfare le esigenze del cliente con<br />

soluzioni personalizzate e risultati duraturi<br />

poichè gli strumenti standardizzati non sempre<br />

rappresentano la soluzione migliore per<br />

il cliente.<br />

l<br />

Unità di controllo<br />

BRUMOS: tutto<br />

il sistema può essere<br />

gestito da remoto.<br />

Portale radiometrico<br />

in entrata all’impianto<br />

di incenerimento.<br />

Il copyright delle<br />

immagini appartiene a<br />

Brumola (brumola.com)<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

32 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

TRATTAMENTI SPECIFICI<br />

TRATTAMENTI SPECIFICI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

33<br />

Scarti da pulper<br />

Gli impianti per il trattamento di questa<br />

tipologia di rifiuto possono diventare il punto<br />

di partenza per un riutilizzo ambientalmente<br />

ed economicamente sostenibile.<br />

Vediamone alcune soluzioni<br />

Eliana Puccio<br />

Impianti di riciclaggio<br />

Camec dedicati<br />

al trattamento<br />

del pulper.<br />

Una miscela che si crea come conseguenza<br />

del processo di spappolamento<br />

della carta. Parliamo del pulper. Quan -<br />

do la carta viene inviata all’impianto di riciclaggio<br />

contiene sempre una certa quantità<br />

di impurità e componenti non-cellulosiche.<br />

Queste impurità, nel corso del processo di riciclaggio,<br />

vengono eliminate; non entrano<br />

quindi nel circolo del riciclo della carta, ma<br />

vanno a costituire una miscela composta da<br />

materiali diversi (plastica, metallo, vetro, legno,<br />

sabbia…) che va smaltita separatamente.<br />

Normalmente lo scarto di pulper viene semplicemente<br />

raccolto e inviato in discarica, ma<br />

è possibile sottoporlo a particolari trattamenti<br />

di recupero che consentono di separare alcuni<br />

dei materiali presenti al suo interno.<br />

Questo garantisce un doppio vantaggio: da un<br />

lato si diminuisce in maniera progressiva la<br />

quantità di scarto destinata allo smaltimento<br />

nei centri di raccolta, eliminando tutti i costi e<br />

gli impatti ambientali diretti e indiretti; dall’altro<br />

si recuperano i materiali ancora utilizzabili<br />

producendone di nuovi mediante la miscelazione<br />

con altri scarti derivanti dalla raccolta<br />

differenziata, per una loro futura re-immissione<br />

sul mercato.<br />

Sia trattato lo scarto da pulper<br />

Da 30 anni Camec costruisce e progetta impianti<br />

di riciclaggio per il trattamento di rifiuti<br />

industriali e urbani: soluzioni customizzate<br />

e create ad hoc per il cliente in ogni suo<br />

aspetto.<br />

L’azienda propone a tutti gli enti specializzati<br />

nel riciclaggio della carta, un impianto dedicato<br />

specificamente al trattamento del pulper,<br />

studiato per permettere di separare la sua frazione<br />

ferrosa da quella non ferrosa. Grazie a<br />

questa soluzione che prevede l’uso di una tecnologia<br />

di separazione brevettata, si riescono<br />

a valorizzare le frazioni ottenute a tal punto da<br />

rendere l’investimento per l’impianto recuperabile<br />

in tempi estremamente ridotti.<br />

La triturazione del materiale avviene per mezzo<br />

di un trituratore monorotore della Linea GS<br />

Camec, dotato di spintore idraulico radiale che<br />

comprime lo scarto all’interno della particolare<br />

camera di macinazione.<br />

Mediante il rotore, provvisto di appositi utensili<br />

rotanti, e una griglia di calibrazione, lo scarto<br />

viene così ridotto a pezzatura controllata di 30<br />

mm, misura idonea alla successiva separazione<br />

della frazione ferrosa dagli altri materiali,<br />

principalmente plastica.<br />

Il materiale triturato viene poi trasferito su un<br />

nastro di estrazione che alimenta un nastro<br />

di elevazione provvisto di un separatore magnetico.<br />

Questo separatore, posto sopra il nastro di<br />

elevazione, attira il materiale ferroso verso<br />

l’alto e lo sposta lateralmente, facendolo infine<br />

cadere sul nastro di scarico del ferro, su cui<br />

vengono inviati anche tutti gli eventuali altri<br />

residui di metalli ferrosi.<br />

Uno scarto che più scarto non si può<br />

Infine, il materiale così selezionato viene poi<br />

separato per mezzo di un separatore brevettato<br />

che, utilizzando un magnete e una corrente<br />

d’aria, consente di dividere il materiale<br />

ferroso da quello non ferroso. Il separatore è<br />

dotato di un tamburo magnetico rotante – che<br />

attira la frazione ferrosa in fase volante – e di<br />

un getto d’aria che intercetta il materiale nel<br />

momento in cui si sposta dal nastro al magnete,<br />

deviando le parti più leggere verso una<br />

cappa di aspirazione.<br />

Il materiale raccolto dalla cappa viene successivamente<br />

filtrato da un ciclone decantatore e<br />

inviato a un filtro di abbattimento polveri, mentre<br />

il materiale ferroso viene raccolto.<br />

Il processo consente di tenere distinta la frazione<br />

ferrosa del pulper da quella non ferrosa,<br />

semplificando lo smaltimento del materiale<br />

e permettendo di valorizzare al massimo<br />

lo scarto.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

34 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

COSTRUZIONI SOSTENIBILI<br />

COSTRUZIONI SOSTENIBILI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

35<br />

Federica Lugaresi<br />

Che Green…ta!<br />

Infrastrutture sostenibili, attuazione di politiche<br />

e procedure rispettose dell’ambiente, costanti investimenti<br />

nella ricerca e tecnologia. Questa la strategia di Vitali<br />

per affrontare con successo gli interventi più complessi<br />

Sostenibilità come valore etico fondante,<br />

integrato nell’intera gestione aziendale,<br />

che rappresenta un fondamentale driver<br />

di crescita. È il biglietto da visita di Vitali Spa,<br />

società attiva dal 1989 nel settore delle costruzioni,<br />

con una specializzazione nelle aree<br />

real estate, grandi infrastrutture per la mobilità,<br />

demolizioni e produzione di materiale.<br />

Principio ispirante<br />

“Innovazione al servizio della sostenibilità”<br />

è quindi la strategia sul lungo periodo che<br />

Vitali ha deciso di applicare e raccontare nel<br />

proprio Green Book. Si tratta di un documento<br />

lanciato a giugno 2022 che si pone e propone<br />

come manifesto ufficiale dell’impegno<br />

che l’azienda mette nel suo operato quoti-<br />

diano e che ne certifica la responsabilità verso<br />

i soci, l’ambiente e la collettività. A testimonianza<br />

di questo importante obiettivo, è<br />

stata lanciata la piattaforma vitaligreen.com,<br />

in cui si raccontano i progetti realizzati, con<br />

occhi puntati su quelle figure - interne ed<br />

esterne – che quotidianamente lavorano per<br />

perseguire la green mission comune.<br />

Non solo un motto<br />

“Yellow is the new green” è un progetto virtuoso<br />

che vede collaboratori e partner di Vitali impegnarsi<br />

in maniera chiara e trasparente in<br />

tema di green economy, attraverso un nuovo<br />

sistema socioeconomico realizzabile tramite<br />

l’applicazione di un insieme di strumenti capaci<br />

di far transitare l’economia tradizionale verso<br />

un’economia sostenibile.<br />

Non solo quindi sostenibilità ambientale finalizzata<br />

a implementare pratiche a basso<br />

impatto con un approccio sistemico improntato<br />

ai dettami dalla certificazione ISO 14001,<br />

ma anche sostenibilità etica/sociale quale garanzia<br />

e rispetto di tutti gli stakeholder interni<br />

ed esterni.<br />

Un approccio socialmente responsabile dove<br />

il fulcro di tutto sono le persone.<br />

Grazie alla valorizzazione delle relazioni, Vitali<br />

integra i diversi sistemi: sociale, ambientale,<br />

ed economico, in un'ottica di miglioramento<br />

continuo.<br />

Green (hi)story<br />

È il caso del progetto “Welcome, feeling at<br />

work”, cantiere protagonista della prima story<br />

di Vitali ideata con l'obiettivo di dare voce alle<br />

virtuose collaborazioni aziendali e celebrare<br />

tutte quelle figure che ogni giorno concorrono<br />

al successo del Gruppo grazie all'impegno e<br />

Panoramica<br />

del cantiere<br />

ex -area Rizzoli.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

36 RIFIUTI SOLIDI COSTRUZIONI SOSTENIBILI Soluzioni<br />

COSTRUZIONI SOSTENIBILI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

37<br />

Ex Area Rizzoli - Dati tecnici<br />

• Data inizio/data fine 01.2021 – 05.<strong>2023</strong><br />

m 3 di fabbricati da demolire: circa 220.000,00 m 3 v.p.p.<br />

m 3 fondazioni da demolire: circa 14.000,00 m 3 p.p.p.<br />

• BONIFICA MCA e FAV<br />

Superfici interne oggetto di pulizia, strip out e bonifica<br />

materiali pericolosi: 45.000 m 2 circa<br />

Coperture bonificate: 10.000 m 2 circa<br />

Pavimenti bonificati: 15.000 m 2 circa<br />

Tubazioni bonificate: 8000 m circa<br />

Canali bonificati: 5000 m circa<br />

• Le fasi di lavorazione del cantiere hanno visto la pulizia<br />

Anche nel cantiere<br />

dell’aeroporto<br />

di Malpensa si sono<br />

recuperati i materiali<br />

derivanti dalle<br />

lavorazioni in pista,<br />

direttamente<br />

all’interno dello scalo.<br />

dei fabbricati con sgombero rifiuti, successiva bonifica<br />

materiali pericolosi quali amianto e fibre artificiali. È seguita<br />

la demolizione meccanica selettiva degli edifici<br />

fuori terra come da piano di demolizione, e la demolizione<br />

delle fondazioni. Quindi la realizzazione berlinese<br />

di pali di grosso diametro con opere in carpenteria per<br />

sostegno muro su via Rizzoli. A chiusura, la frantumazione<br />

in sito dei materiali da demolizione e recupero<br />

mediante stesa e rullatura per preparazione piano di<br />

posa nuove fondazioni. Tutto il materiale inerte derivante<br />

dall’attività di demolizione verrà frantumato in loco mediante<br />

impianto mobile autorizzato e circa il 70% del<br />

prodotto finale (MPS), verrà recuperato in ambito di<br />

cantiere. Si tratta di un Kleeman MOBIREX MR 130 Z<br />

in grado di trattare e recuperare le macerie.<br />

alla mission comune. Il cantiere vede Vitali impegnato<br />

nella fase di demolizione e riqualificazione<br />

dell'ex-area Rizzoli di Crescenzago, quartiere<br />

a nord-est di Milano. Dalla demolizione<br />

delle strutture – tra cui il corpo principale un<br />

tempo adibito ad uffici e il corpo disposto lungo<br />

via Cazzaniga che una volta ospitava attività industriali<br />

– nascerà un quartiere biofilico votato<br />

alla sostenibilità e al wellbeing, dove lavoro e<br />

natura dialogheranno armonicamente. Un<br />

complesso direzionale con zero emissioni CO 2 ,<br />

energie rinnovabili, controllo dei consumi, recupero<br />

dell'acqua, con il verde come parte integrante<br />

dell’architettura, firmato dall’archistar<br />

Kengo Kuma che vede un’impronta green già<br />

dalle fasi preliminari di strip-out, demolizione<br />

e opere speciali sull’area, realizzate con l’obiettivo<br />

di recuperare il 100% dei materiali demoliti,<br />

incluso ferro e calcestruzzo che viene frantumato<br />

per un successivo riutilizzo. Tutte le operazioni<br />

sono eseguite secondo le specifiche previste<br />

dal U.S. Green Building Council che norma<br />

la costruzione dell’immobile e il suo successivo<br />

ciclo di vita al fine dell’ottenimento della certificazione<br />

LEED prevista in fase di progetto a riprova<br />

dell’orientamento green e degli elevati<br />

standard di sostenibilità ambientale. La sostenibilità<br />

dell’edificio, infatti, si misura in tutti i<br />

suoi momenti di vita: dall’avvio del cantiere alle<br />

demolizioni all’abitabilità. Progettare una struttura<br />

mettendo al centro il benessere di chi la<br />

abiterà e il dialogo con l’ambiente circostante<br />

è un processo sfidante, così come l’attenzione<br />

agli sprechi, alle dispersioni e alle inefficienze<br />

energetiche.<br />

Economia circolare? Imprescindibile!<br />

Altri lavori “esempio” di cosa significhi costruire<br />

green nella sua interezza sono quelli eseguiti<br />

agli aeroporti di Malpensa e Linate, dimostrazione<br />

di come si possa dare nuova vita<br />

al 100% dei materiali derivanti dalle lavorazioni,<br />

evitando il conferimento in discarica, ma<br />

trasformandoli in materia prima seconda di<br />

qualità da riutilizzare. Il tutto, con numerosi<br />

benefici diretti e indiretti e con un’ottica di piena<br />

circolarità. Per l’aeroporto di Malpensa,<br />

Vitali Spa ha eseguito la riqualifica della pista<br />

17L/35R e delle vie di rullaggio D ed E, un progetto<br />

che ha visto l’impiego di mezzi tecnologicamente<br />

avanzati e l’installazione di specifici<br />

impianti interni al sedime aeroportuale per<br />

recuperare i materiali derivanti dalle lavorazioni<br />

in pista direttamente all’interno dello scalo,<br />

eliminando traffico locale e garantendo un<br />

riuso dei materiali. Installando all’interno del<br />

cantiere un impianto di vagliatura e un impianto<br />

di produzione, infatti, Vitali è stata in<br />

grado di trattare, recuperare e riutilizzare direttamente<br />

in loco, le materie prime secondarie<br />

derivanti dalle lavorazioni eseguite sulla<br />

pista. È stato così possibile dare nuova vita al<br />

100% dei materiali derivanti dalle lavorazioni<br />

in pista, che diversamente sarebbero stati destinati<br />

alla discarica, consentendo il risparmio<br />

di materiale vergine e la diminuzione del traffico<br />

di mezzi da e per l’aeroporto per il trasporto<br />

degli stessi in cantiere con la conseguente<br />

diminuzione dell’emissione di CO 2.<br />

Mission possible<br />

Sono quindi numerose le misure che l’azienda<br />

intende mettere in campo e altrettanti gli<br />

obiettivi sfidanti da raggiungere, tra tutti diventare<br />

un’azienda al 100% circolare e arrivare<br />

entro il 2030 al 75% di circolarità, utilizzare<br />

solo energia rinnovabile al 100% e compensare<br />

le emissioni di CO 2 .<br />

Questa visione permette la costruzione di un<br />

meccanismo che rigenera sistemi naturali,<br />

che crea più valore per l’attività economica e<br />

per la società nonchè la creazione di più opportunità<br />

di lavoro resistenti alle crisi.<br />

Permette insomma, la costruzione di un sistema<br />

completamente nuovo e questo rappresenta una<br />

grande opportunità, elemento fondato della green<br />

mission del Gruppo Vitali. Si tratta di un percorso<br />

integrato, frutto di un concreto percorso di analisi<br />

e programmazione. Un percorso a cui Vitali giungerà<br />

con il contributo e l’impegno di tutti. Perché<br />

costruire sostenibile è, oggi più che mai, un dovere<br />

comune.<br />

l<br />

Grazie all’impianto<br />

di vagliatura<br />

e all’impianto<br />

di produzione interni<br />

a Malpensa,<br />

si è potuto<br />

risparmiare materiale<br />

vergine e minimizzare<br />

il traffico di mezzi<br />

da e per l’aeroporto.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

38 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

MOVIMENTAZIONE<br />

MOVIMENTAZIONE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

39<br />

Sua altezza<br />

High Torque<br />

La società di servizi integrati del Teramano<br />

Te.Am. sceglie una pala gommata<br />

JCB 427 con braccio parallel HT<br />

per la movimentazione dei rifiuti<br />

Matthieu Colombo<br />

Una terza linea<br />

idraulica montata<br />

da fabbrica permette<br />

di montare<br />

la benna ad alto<br />

ribaltamento.<br />

Oggi le società di servizi integrati sono<br />

soggetti chiave in numerose realtà territoriali,<br />

dato che svolgono molteplici<br />

funzioni in diverse aree, la più complessa delle<br />

quali è quella ambientale. Ed è proprio questa<br />

la specialità di Te.Am., una società a integrale<br />

partecipazione pubblica che dal 1996 eroga<br />

servizi sul territorio della Provincia di Teramo,<br />

e che per la gestione degli stessi ha recentemente<br />

acquistato una pala gommata JCB 427<br />

con braccio HT scelto per gli ambiti operativi<br />

in cui opera Te.Am. che spaziano dai servizi di<br />

gestione integrata dei rifiuti con raccolta, spazzamento,<br />

trasporto e messa in riserva ai servizi<br />

cimiteriali, alla manutenzione del verde pubblico<br />

alla verifica degli impianti termici e alla<br />

segnaletica stradale. I clienti della Te.Am., che<br />

conta circa 150 dipendenti impegnati tra uffici<br />

e funzioni operative comprende anche un centro<br />

di raccolta rifiuti ed un Centro di Tra sfe -<br />

renza, sono soprattutto Comuni e i loro gestori<br />

di servizi.<br />

In questo ambito, il ciclo di gestione dei rifiuti<br />

conferiti dagli automezzi adibiti alla raccolta,<br />

prevede la loro movimentazione e lo stoccaggio<br />

negli appositi stalli e contenitori per poi<br />

essere prelevati e caricati sugli automezzi per<br />

il trasporto agli impianti di destino finale.<br />

Ed è proprio in questo tipo di operazioni che la<br />

nuova JCB 427 HT risponde a pieno al capitolato:<br />

“pala caricatrice gommata da 14 tonnellate,<br />

a basse emissioni, con cabina insonorizzata,<br />

pressurizzata, climatizzata e dotata di<br />

filtraggio autonomo a carboni attivi, ideale per<br />

l’utilizzo negli impianti di trattamento rifiuti”.<br />

Componentistica collaudata<br />

Nella 427 HT, JCB ha coniugato la sua tradizionale<br />

accuratezza costruttiva a componenti<br />

di altissima qualità e avanzate tecnologie per<br />

offrire il massimo agli utilizzatori in termini di<br />

versatilità, prestazioni ed efficienza operativa,<br />

aspetti chiave in attività come quelle in cui è<br />

impegnata Te.Am. Sul fronte della componentistica<br />

spicca innanzitutto il nuovo motore sei<br />

cilindri turbo Cummins B6.7, Stage V, da 6,7<br />

litri di cilindrata e tarato a 123 kW di potenza<br />

massima a 1.800 giri/min per 746 Nm di cop-<br />

pia a soli 1.300 giri/min. Proprio la coppia alta<br />

ottenuta già a bassi regimi grazie alla turbina<br />

a geometria variabile, rende sfruttabile ed efficiente<br />

la 427 HT in ogni situazione di lavoro.<br />

Rispetto al precedente modello la nuova JCB<br />

garantisce tempi di ciclo inferiori e una forza<br />

di trazione superiore. In quanto alla catena cinematica,<br />

la 427 guadagna un nuovo cambio<br />

a cinque velocità ZF 5WG160, con rapporti più<br />

ravvicinati rispetto alla trasmissione precedente<br />

per spuntare prestazioni in accelerazione<br />

superiori e fare la differenza nell’affrontare<br />

le salite e per circolare su strada. A richiesta,<br />

è anche disponibile la versione con lock-up<br />

per ottenere una <strong>maggio</strong>re efficienza nei trasferimenti<br />

e a velocità costante. Anche gli assali<br />

sono ZF, in particolare un MT-L 3085 II all’anteriore<br />

e un MT-L 3075 II al posteriore, e<br />

disponibili con differenziali standard sono ideali<br />

per terreni a elevata consistenza, limited slip<br />

ottimali per terreni morbidi, fangosi e a scarsa<br />

aderenza, oppure aperti con bloccaggio automatico<br />

del differenziale anteriore che assicura<br />

la trazione ottimale nelle differenti condizioni.<br />

Braccio High Torque<br />

La pala gommata JCB 427 è disponibile con<br />

differenti cinematiche e bracci. Per rispondere<br />

alle esigenze operative della Te.Am., il concessionario<br />

di zona Piolanti, ha suggerito la<br />

configurazione con braccio HT, acronimo di<br />

High Torque, caratterizzato dalla cinematica<br />

a bracci paralleli. Questa caratteristica, unita<br />

al potente impianto idraulico con doppia pom-<br />

Braccio parallel HT,<br />

filtro cabina<br />

in sovrapressione<br />

e pneumatici<br />

antiforatura sono<br />

essenziali<br />

per applicazioni<br />

waste.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

40 RIFIUTI SOLIDI MOVIMENTAZIONE Soluzioni<br />

Da destra, in senso<br />

orario: la nuova<br />

cabina Command<br />

Plus, il sistema<br />

di pesatura integrato<br />

con tecnologia<br />

Industria 4.0<br />

e il filtro abitacolo<br />

in sovrapressione<br />

BM Air.<br />

Sotto, la benna<br />

ribaltabile<br />

idraulicamente.<br />

della cabina, offrono il massimo del comfort e<br />

un ambiente operativo sicuro caratterizzato da<br />

una eccellente visibilità per operare in tutta sicurezza<br />

anche in contesti difficili come i centri<br />

di raccolta rifiuti. A bordo è inoltre presente un<br />

kit di pesatura con stampante, controllabile telematicamente<br />

da remoto.<br />

pa a pistoni a portata variabile in grado di erogare<br />

un flusso idraulico di ben <strong>25</strong>2 litri/minuto<br />

garantiscono la versatilità necessaria per lavorare<br />

con differenti attrezzature multifunzione.<br />

La macchina è inoltre dotata di terza funzione<br />

idraulica comandata dalla cabina con<br />

possibilità di ribaltare interamente la benna<br />

ad una altezza di oltre 4 metri.<br />

Lavorare in prima classe<br />

La cabina della 427 HT è la nuova<br />

Command Plus, connotata da una serie<br />

di caratteristiche particolarmente apprezzabili<br />

in un contesto operativo impegnativo<br />

come il waste management.<br />

Design ergonomico di ultima generazione,<br />

un layout dei comandi razionale, una<br />

posizione di guida ergonomica e accorgimenti<br />

costruttivi come i montanti posizionati<br />

alla stessa larghezza della parte posteriore<br />

Parola alla Te.Am.<br />

Una volta in azione sui piazzali, la 427 HT ha<br />

soddisfatto le aspettative “La macchina ha in<br />

primo luogo consentito di migliorare il benessere<br />

e il confort dell’operatore” - commenta<br />

il management della Te.Am. – “inoltre la benna<br />

ad alto ribaltamento e la tecnologia Industria<br />

4.0 del sistema di pesatura integrato hanno<br />

contribuito significativamente a un incremento<br />

della produttività sia in termini di quantità di<br />

rifiuto movimentato per unità di tempo, sia<br />

perché permette di sfruttare al 100% la portata<br />

dei mezzi di trasporto. Data la complessità del<br />

nostro ciclo di lavoro, un elemento decisivo<br />

nella scelta delle pale gommate JCB è anche<br />

l’eccellente supporto fornito dalla concessionaria<br />

Piolanti, che ci garantisce un affiancamento<br />

tecnico costante, puntuale e perfettamente<br />

integrato con la nostra<br />

operatività quotidiana”. l<br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

42 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

COMPATTATORI<br />

COMPATTATORI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

43<br />

Mai più senza<br />

Eliana Puccio<br />

Prestazioni migliori<br />

con il trituratore<br />

Tana440 DT.<br />

Trasformare i rifiuti in valore con i macchinari Tana<br />

che si distinguono dalle analoghe macchine presenti<br />

sul mercato. Aumentano, inoltre, le richieste dei nuovi<br />

operatori nazionali per l'implementazione di nuovi impianti<br />

Da quando la finlandese Tana si è riaffacciata<br />

sul mercato Italiano in modo<br />

più organico, le cose stanno cambiando.<br />

L’azienda che negli anni ’70 del secolo<br />

scorso ha concepito il primo compattatore da<br />

discarica, oggi grazie alla creazione di Tana<br />

Italia e alla rete di assistenza può fornire alle<br />

aziende del settore una vicinanza ed una continuità<br />

di servizio che sono le chiavi di ogni relazione<br />

commerciale. Tana Oy è un marchio<br />

storico nella compattazione e nella triturazione<br />

di rifiuti. Conosciuto da tutti, nel mercato italiano<br />

ha scontato in passato una discontinuità<br />

che ne ha marginalizzato la presenza, pur<br />

mantenendo solidi rapporti con alcune delle<br />

più rappresentative realtà imprenditoriali che<br />

non hanno voluto rinunciare alla qualità.<br />

Partendo da una solida reputazione e da una<br />

lunga esperienza nella gestione e manutenzione<br />

di macchine industriali anche complesse,<br />

l’azienda e la sua rete di collaborazioni locali<br />

si propongono come interlocutori qualificati<br />

alle realtà operative nel mondo della gestione<br />

rifiuti e delle discariche. Lavorando sodo e su<br />

una solida base di dati concreti, ha riscosso<br />

la fiducia di nuovi operatori a livello nazionale<br />

che hanno voluto i compattatori per le loro<br />

nuove discariche.Tana sta lavorando a una<br />

campagna di prove dimostrative con il trituratore<br />

TANA440 DT che processando con continuità<br />

ed efficienza materiali usualmente con-<br />

siderati ostici o non triturabili, bobine, materozze,<br />

cime da ormeggio, ha innalzato l’asticella<br />

delle performace/prestazioni.<br />

Quattro punti fondamentali<br />

L’impostazione progettuale di fondo che accomuna<br />

tutti i modelli della gamma di compattatori<br />

e che li differenzia sostanzialmente<br />

da tutte le analoghe macchine presenti sul<br />

mercato, può essere riassunta sostanzialmente<br />

in quattro punti fondamentali: doppio tamburo<br />

a piedi di montone, telaio rigido orizzontalmente<br />

con sterzo articolato al centro,<br />

massima altezza dal suolo, cabina di guida sul<br />

semitelaio anteriore. Il doppio tamburo di<br />

compattazione consente di raggiungere una<br />

compattazione ottimale con un minor numero<br />

di passate e riducendo al massimo l’effetto<br />

estrusione ai bordi dei tamburi.<br />

Permette alla macchina di manovrare agevolmente<br />

e di mantenere la traiettoria di sterzata<br />

con ogni materiale e su ogni pendenza<br />

C’è da chiedersi come mai gli stessi costruttori<br />

che montano tamburi a larghezza totale sui<br />

rulli da compattazione utilizzati negli altri settori,<br />

suggeriscano come ottimale la soluzione<br />

a quattro tamburi per la discarica. Il telaio ar-<br />

ticolato al centro, senza oscillazioni laterali<br />

consente di utilizzare al meglio la lama anteriore<br />

per distribuire uniformemente il materiale<br />

e mantenere la planarità della discarica<br />

senza subire continue variazioni di assetto dovute<br />

agli accumuli irregolari che si verificano<br />

allo scarico.<br />

È noto che nelle preparazioni d’area ogni livellamento<br />

viene eseguito con macchine a telaio<br />

rigido. La soluzione a quattro tamburi rende<br />

obbligatoria l’oscillazione laterale su<br />

superfici dissestate quali sono in discarica per<br />

evitare che il sovraccarico su un singolo tamburo<br />

provochi lo sprofondamento ed il conseguente<br />

blocco a vantaggio del tamburo meno<br />

impegnato. La luce da terra di tutti i compattatori<br />

Tana è da sempre ai massimi in ogni categoria,<br />

per evitare danni alla macchina e anomale<br />

usure non venendo mai a contatto con<br />

il rifiuto. La cabina di guida montata sul semitelaio<br />

anteriore fornisce la miglior visibilità<br />

all’operatore in ogni condizione di manovra.<br />

La lama e la pista di lavoro rimangono costantemente<br />

in vista dell’operatore senza dover<br />

volgere lo sguardo in tutte le direzioni, riducendo<br />

sensibilmente l’incidentalità e migliorando<br />

le condizioni di lavoro.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

44 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

RIFIUTI RADIOATTIVI<br />

RIFIUTI RADIOATTIVI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

45<br />

Decontaminazione<br />

di impianti e locali.<br />

Celebrazione di smeraldo<br />

Federica Lugaresi<br />

MITAmbiente festeggia i suoi primi quarant’anni di esperienza<br />

e professionalità che si uniscono all’entusiasmo di affiancare<br />

i clienti ogni giorno, apportando soluzioni precise e concrete.<br />

Con sguardo attento alla salute di persone e ambiente<br />

Pianificazione e gestione dettagliata di<br />

ogni intervento, consulenza personalizzata<br />

sul cliente ed elevati standard di<br />

sicurezza fanno sì che l’azienda sia punto di<br />

riferimento nazionale ed internazionale per<br />

una vasta gamma di servizi; dalla caratterizzazione<br />

del materiale contaminato da radionuclidi<br />

artificiali o naturali, alla bonifica, al trasporto,<br />

allo smaltimento presso il proprio<br />

deposito autorizzato.<br />

Agli albori<br />

Come ricorda il proprietario Emilio Mondelli<br />

“alla sua nascita l’azienda si chiamava MITNU-<br />

CLEARE e da subito, dopo essersi guadagnata<br />

le varie autorizzazioni ministeriali, si è occupata<br />

di trasporti nazionali e internazionali di materiale<br />

nucleare fissile, sorgenti ad alta attività, combustibile<br />

nucleare e di radioisotopi per la rete<br />

nazionale ospedaliera”. Questa è la fotografia<br />

dell’azienda durante i suoi primi venti anni di attività.<br />

Dopo queste due decadi, continua Mondelli<br />

“è avvenuta un’importante trasformazione interna<br />

che, oltre a far variare il nome all’azienda<br />

in MITAmbiente, ha portato ad un ampliamento<br />

della tipologia dei servizi: passaggio fondamentale<br />

per il suo sviluppo”. L’azienda ha iniziato<br />

così ad occuparsi di bonifiche, dell’installazione<br />

e dismissione di apparecchiature medicali, di<br />

trasporto di unità mobili contenenti tac, risonanze<br />

magnetiche, PET, ecc.<br />

LA GAMMA DEI SERVIZI<br />

• DECOMMISSIONING, DISMISSIONI E BO-<br />

NIFICHE<br />

L’azienda è specializzata nel decommissioning<br />

di stabilimenti ed impianti che presentano<br />

il rischio da radiazioni ionizzanti, sia di<br />

origine industriale sia di origine medicale.<br />

MITAmbiente fornisce risposte concrete ed<br />

innovative anche nel campo della dismissione<br />

di apparecchiature contenenti sorgenti<br />

radioattive o contaminate / attivate per via<br />

del loro impiego con radiazioni ionizzanti ed<br />

è specializzata nella bonifica di siti e aree<br />

con presenza di radioisotopi artificiali o na-<br />

turali (NORM e TeNORM).<br />

• TRASPORTO RADIOATTIVO E FISSILE<br />

Grazie alle competenze tecniche, organizzative<br />

ed autorizzative MITAmbiente effettua<br />

trasporti di materiale radioattivo, sorgenti<br />

e rifiuti. È vettore autorizzato per il trasporto<br />

di materiale radioattivo nelle modalità stradale,<br />

aerea e marittima ed inoltre possiede<br />

il know-how e l’esperienza per organizzare<br />

spedizioni via ferrovia e acque interne.<br />

MITAmbiente supporta inoltre il produttore<br />

nell’identificazione dell’imballaggio idoneo<br />

per il corretto confezionamento del materiale<br />

radioattivo.<br />

• LOGISTICA SPECIALIZZATA E DEPOSITO<br />

RADIOATTIVI AUTORIZZATO<br />

L’azienda è dotata di spazi logistici per lo<br />

stoccaggio di merci pericolose, compreso<br />

il deposito autorizzato per la gestione del<br />

materiale radioattivo. Può custodire e gestire<br />

la merce in conto terzi in grandi e piccole<br />

quantità, sia per lunghi che per brevi periodi.<br />

MITAmbiente offre inoltre un completo ser-<br />

Smaltimento RAEE.<br />

1980<br />

1990<br />

2000<br />

2010<br />

2020 oggi<br />

Trasporti Speciali – trasporto<br />

eccezionale su strada di una pressa<br />

destinata in Canada<br />

Trasporti Speciali per le telecomunicazioni<br />

Servizio con voli charter da<br />

Fiumicino a Catania per<br />

trasporto FDG<br />

Trasporto di sorgenti<br />

radioattive non più utilizzate<br />

Deposito radioattivi autorizzato<br />

Headquarter presso San Giuliano<br />

Milanese<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

46 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

RIFIUTI RADIOATTIVI<br />

INIZIATIVE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

47<br />

Smaltimento NORM<br />

e TeNORM. A destra,<br />

trasporto radioattivi<br />

e fissili.<br />

vizio di imballaggio di merci pericolose gestendo<br />

tutti gli aspetti della messa a norma<br />

del materiale, fornendo imballaggi omologati<br />

e in linea con i ristretti vincoli normativi<br />

e in continua evoluzione.<br />

• SMALTIMENTO RIFIUTI RADIOATTIVI<br />

MITAmbiente è dotata di tutte le competenze<br />

tecniche ed organizzative e delle autorizzazioni<br />

richieste dalla normativa vigente<br />

per provvedere allo smaltimento di rifiuti<br />

radioattivi, comprese le sorgenti, provenienti<br />

dall'impiego di radioisotopi di origine sanitaria,<br />

industriale e di ricerca. L’azienda collabora<br />

con gli Esperti di Radio protezione di<br />

riferimento del sito di ritiro sin dalla prima<br />

fase di identificazione del materiale, del<br />

confezionamento per la gestione del rifiuto,<br />

delle pratiche autorizzative, del rapporto<br />

con le Autorità Competenti e del successivo<br />

ritiro.<br />

• SMALTIMENTO RIFIUTI SPECIALI E RAEE<br />

L’azienda è specializzata nella gestione, recupero<br />

e smaltimento di rifiuti speciali, sia<br />

pericolosi sia non pericolosi, con particolare<br />

focus sui RAEE - Rifiuti da Apparecchiature<br />

Elettriche ed Elettroniche di natura professionale.<br />

I principali settori di intervento sono<br />

Banking e Sicurezza, Elettromedicale,<br />

Laboratori, ICT e Office Automation, Vending.<br />

• SMALTIMENTO NORM E TeNORM<br />

MITAmbiente assiste le aziende in tutte le<br />

fasi di gestione dei NORM e TeNORM a partire<br />

dalla caratterizzazione, sia radiometrica<br />

quantitativa sia chimico-fisica. Ciò permette<br />

di selezionare la filiera idonea ai fini dell’allontanamento,<br />

previa valutazione dell’impatto<br />

radiologico dei diversi scenari correlati.<br />

MITAmbiente affianca il cliente nelle relazioni<br />

con le Autorità competenti per adempiere<br />

alle dovute azioni e notifiche sia per effettuare<br />

i trattamenti che per lo smaltimento.<br />

Farlo bene e in sicurezza<br />

La vasta gamma di servizi offerti è garantita dalle<br />

autorizzazioni possedute dall’azienda per la gestione<br />

del materiale radioattivo e dei rifiuti speciali<br />

e dalle seguenti certificazioni volontarie:<br />

• Certificazione ISO 9001:2015 (Sistema di gestione<br />

per la Qualità)<br />

• Certificazione ISO 14001:2015 (Sistema di gestione<br />

Ambientale)<br />

• Certificazione ISO 45001:2018 (Sistema di gestione<br />

per la Salute e Sicurezza sul lavoro)<br />

• Certificazione SA 8000:2014 (Sistema di<br />

Responsabilità Sociale)<br />

A testimonianza degli elevati standard di legalità<br />

dell’azienda, è stato ottenuto anche il<br />

rating di legalità.<br />

Il futuro<br />

Negli ultimi cinque anni l’azienda è cresciuta arrivando<br />

a triplicare il fatturato nel 2022, il parco<br />

veicolare e di conseguenza il personale specializzato<br />

che svolge servizi presso i siti dei committenti.<br />

Si è inoltre investito ampliando l’organico<br />

dei reparti e le quote rosa anche in posizioni di rilievo.<br />

Nonostante la storicità dell’azienda, il team<br />

è formato da personale giovane e altamente qualificato.<br />

Negli ultimi anni, come ha sottolineato il<br />

Presidente Elisabetta Padolecchia “c’è stato un<br />

ricambio generazionale guidato da un comparto<br />

dirigenziale saldo con una pluriennale esperienza<br />

nel settore. Il personale è costantemente formato,<br />

ed essendo in contatto con gli aspetti normativi<br />

inerenti ai servizi erogati, è d’obbligo un continuo<br />

aggiornamento”. Il domani dunque è ben delineato<br />

come afferma il suo Presidente: “MI-<br />

TAmbiente continuerà nell’investimento atto ad<br />

ampliare le sue filiere di servizi nel mondo radioattivo<br />

con particolare attenzione alla sicurezza ed<br />

alla formazione. Questo significa avere personale<br />

diretto formato per poter offrire ai clienti, ed in<br />

particolar modo alle strutture sanitarie nazionali,<br />

servizi completi chiavi in mano”.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Un progetto Ecofriendly<br />

n Dagli Pneumatici<br />

Fuori Uso nasce il nuovo<br />

prototipo di dispositivo<br />

salva motociclisti Anas in<br />

gomma riciclata, per<br />

rendere le strade<br />

sempre più sicure e<br />

sostenibili, anche per i<br />

bikers. Grazie alla<br />

capacità di assorbimento<br />

degli urti dei compound<br />

in gomma riciclata il<br />

nuovo prototipo di<br />

Marzo <strong>2023</strong><br />

dispositivo garantisce la<br />

massima sicurezza in<br />

casi di impatto con il<br />

corpo del motociclista<br />

limitando le lesioni gravi<br />

ed azzerando gli<br />

interventi manutentivi,<br />

grazie alla capacità di<br />

ritornare nella forma<br />

originale a seguito<br />

dell’urto. Il progetto<br />

D.s.m.U Ecofriendly<br />

Anas, è stato progettato<br />

DELIVERY<br />

È di OLEOMARKET l'esclusivo packaging ThecaBOX © sviluppato al servizio<br />

della linea di montaggio. La più funzionale soluzione di gestione kit di tubazioni<br />

MARKHIP e raccorderia OLMARK idonea per alimentare direttamente<br />

lo stock di produzione in conformità al progetto LEAN PRODUCTION.<br />

OLEOMARKET, azienda specializzata in connessioni ad alta pressione,<br />

da sempre avanguardia della massima qualità ed effi cienza prestazionale.<br />

in house da Anas con il<br />

Dipartimento di<br />

Ingegneria Industriale<br />

dell’Università degli<br />

Studi di Firenze per la<br />

verifica di funzionamento<br />

agli elementi finiti, e<br />

Proge Plast per la<br />

realizzazione dei<br />

prototipi al vero ed<br />

Ecopneus per la parte<br />

materiali.<br />

OLMARK .<br />

COM<br />

VICTORY is in your hands<br />

natdesign.eu


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

48<br />

RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

49<br />

Alla faccia<br />

del pallet<br />

Eliana Puccio<br />

Legacy Plastic è il primo pallet interamente<br />

realizzato con plastica marina,<br />

brevettato dall'organizzazione non profit<br />

canadese Ocean Legacy.<br />

Riciclare le sostanze plastiche rinvenute nei<br />

nostri mari e oceani può creare, infatti, delle<br />

interessanti possibilità. Come in questo caso.<br />

"Legacy Plastic nasce nel 2021 - spiega Chloé<br />

Dubois, co-fondatrice dell’organizzazione - e<br />

identifica un’enorme pietra miliare per Ocean<br />

Legacy Foundation, poichè la creazione di opportunità<br />

che rafforzano l’uso dei materiali<br />

raccolti durante la pulizia in nuovi prodotti,<br />

continuerà a far progredire il successo dell’economia<br />

circolare plastica. Legacy Plastic<br />

Il primo pallet ricavato<br />

dal riciclo delle plastiche<br />

recuperate in mare. L’idea<br />

arriva dall’organizzazione<br />

non profit canader Ocean<br />

Legacy e ha già attirato<br />

l’attenzione di numerose<br />

aziende interessate<br />

a sfruttarlo per i loro prodotti<br />

contribuisce all’economia circolare di questo<br />

materiale e e riduce l’inquinamento terrestre<br />

e marino. Utilizzandolo, le aziende diventano<br />

una parte della soluzione nella lotta contro la<br />

crisi di inquinamento di plastica in oceano.<br />

I primi esperimenti con Legacy Plastic risalgono<br />

al 2021 e nel giro di poco ha catturato<br />

l’attenzione di moltissime aziende, intenzionate<br />

a sfruttarlo per la produzione e la lavorazione<br />

dei loro prodotti e obiettivi di sostenibilità.<br />

Si presenta come un comune pallet, composto<br />

cento per cento da plastica riciclata.<br />

Plastica derivante prevalentemente da vecchie<br />

attrezzature marine abbandonate al largo<br />

(come boe, galleggianti e reti da pesca), e da<br />

tutti i rifiuti plastici che quotidianamente vengono<br />

recuperati sui fondali e sulle spiagge. l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Un tessuto fatto di...terra!<br />

n Realizzare tessuti e<br />

possibilmente indossarli,<br />

grazie all'utilizzo di un<br />

elemento semplice quale<br />

la terra. È uno studio che<br />

arriva da New York,<br />

condotto dalla ricercatrice<br />

Penmai Chongtoua e la<br />

professoressa Lola Ben-<br />

Alon del Natural Materials<br />

Lab della Graduate School<br />

of Architecture,<br />

Preservation and Planning<br />

The reliable brand!<br />

AFFIDABILITÀ GARANTITA<br />

della Columbia. Entrambe<br />

hanno sviluppato un<br />

tessuto composto per oltre<br />

il 60% da terra e adatto<br />

alla realizzazione di abiti.<br />

Si chiama "BioEarth" e ha<br />

lo scopo di sensibilizzare<br />

sempre più consumatori al<br />

tema ambientale. Per<br />

rendere il materiale più<br />

dinamico e flessibile lo<br />

hanno combinato con<br />

bioplastiche derivanti da<br />

materiali naturali (l’amido<br />

di mais, la cellulosa e le<br />

alghe), mantenendo<br />

ovviamente più alta la<br />

percentuale di terra.<br />

PRODUZIONE DI CDR E CSS CON I TRITURATORI PRIMARI E SECONDARI DELLA LINEA UNTHA XR<br />

» Massima flessibilità per materiali e pezzatura<br />

» Motorizzazioni a ridotto consumo energetico<br />

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azionamento elettrico<br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

50<br />

RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

51<br />

Un nuovo inizio<br />

Irene Boschi<br />

Supportate da Michelin, Scandinavian Enviro Systems e Antin<br />

Infrastructure Partners hanno creato il primo gruppo<br />

al mondo dedicato al riciclo pneumatici su larga scala<br />

La joint venture prevede impianti di riciclo<br />

per i pneumatici fuori uso in tutta Europa<br />

con l’obiettivo di produrre materie prime<br />

sostenibili. La capacità totale in ambito riciclo<br />

si attesterà attorno ad un milione di tonnellate<br />

di pneumatici entro il 2030.<br />

Il primo impianto commerciale costruito a<br />

Uddevalla, Svezia, avrà una capacità iniziale<br />

di riciclo pari a 34.500 t di pneumatici da smaltire<br />

(40 per cento del volume annuale dei<br />

pneumatici a fine ciclo vita svedesi). La costruzione<br />

dell'impianto inizierà nella prima metà<br />

del <strong>2023</strong> e sarà operativo entro il 20<strong>25</strong>. Il volume<br />

degli pneumatici da smaltire in Europa<br />

è cresciuto costantemente fino a raggiungere<br />

le 3.5 milioni di tonnellate l'anno.<br />

Sostituendo il nero di carbonio vergine con<br />

quello riciclato da Enviro, le emissioni possono<br />

essere ridotte di oltre il 90% rispetto all'utilizzo<br />

del nero di carbonio convenzionale. Sulla base<br />

del volume target da circa un milione di tonnellate<br />

di pneumatici da riciclare, le emissioni<br />

di anidride carbonica potrebbero essere ridotte<br />

di 670.000 tonnellate.<br />

l<br />

Polvere e...prosit!<br />

n Gli amanti della birra<br />

troveranno piuttosto blasfema<br />

questa trovata. Ma nel mondo<br />

del marketing esiste anche<br />

questo.<br />

Composta soprattutto da<br />

acqua, con un trasporto più<br />

comodo e meno costoso. È la<br />

birra analcolica in polvere che<br />

Neuzelle sostiene:"Miliardi di<br />

litri di acqua vengono<br />

trasportati ai consumatori di<br />

tutto il mondo perché la birra<br />

contiene fino al 90% di acqua.<br />

Dal punto di vista ambientale,<br />

risparmiamo già sui trasporti,<br />

ma non ancora sull'utilizzo<br />

delle risorse e sui costi di<br />

produzione".<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

arriva dalla Germania, nello<br />

specifico un birrificio di<br />

Neuzelle. Il progetto è stato<br />

finanziato dal ministero degli<br />

Affari Economici e<br />

dell'Energia tedesco (BMWi).<br />

L'intenzione dei monaci di<br />

Neuzelle è ottimizzare il<br />

trasporto della birra,<br />

risparmiando sull’acqua.<br />

Il prodotto è indirizzato al<br />

mercato africano e asiatico,<br />

ma in futuro mira a<br />

raggiungere anche gli altri.<br />

Helmut Fritsche, azionista del<br />

birrificio Klosterbrauerei<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

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per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

52 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

FRANTUMAZIONE EFFICIENTE<br />

FRANTUMAZIONE EFFICIENTE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

53<br />

Ha vinto la sfida<br />

Trituratori bialbero ad alta efficienza<br />

energetica ed un alto livello<br />

di resistenza per rifiuti e lavorazioni<br />

in condizioni difficili. La risposta arriva<br />

da Untha, specializzata da anni su questa<br />

tipologia di macchine<br />

Eliana Puccio<br />

Terza generazione<br />

di trituratori Untha.<br />

Da oltre 30 anni, FCC Austria tratta rifiuti<br />

commerciali e industriali, nonché rifiuti<br />

urbani e domestici.<br />

La frantumazione di tali rifiuti rappresenta<br />

una sfida per qualsiasi trituratore. Per far<br />

fronte alla domanda, l'azienda ha scelto il trituratore<br />

a due alberi ZR2400 di Untha, un<br />

modello particolarmente robusto che consente<br />

di risparmiare fino a 90.000 euro di elettricità<br />

all'anno.<br />

FCC Austria gestisce 65.000 tonnellate di rifiuti<br />

all'anno, in gran parte per il trattamento<br />

termico nell'impianto di combustione di<br />

Zistersdorf. Sulla base di questa lunga esperienza,<br />

l'azienda sapeva esattamente cosa<br />

aspettarsi dal suo nuovo trituratore: “I nostri<br />

trituratori funzionano in continuo e lavorano<br />

materiali difficili con un alto contenuto non<br />

triturabile.<br />

Quello che stavamo cercando era un trituratore<br />

a due alberi ad alta efficienza energetica,<br />

preferibilmente con azionamento elettromeccanico,<br />

una produttività di 50 tonnellate all'ora,<br />

un alto livello di resistenza a elementi intriturabili<br />

e un e un basso profilo di manutenzione",<br />

afferma Johann Handler , responsabile della<br />

produzione di combustibili alternativi nella<br />

sede FCC di Wiener Neustadt e responsabile<br />

del progetto per l'acquisto di macchinari.<br />

Untha ZR2400 è il vincitore<br />

Il motivo dell'acquisto è stata la necessità di sostituire<br />

un trituratore monoalbero di un concorrente<br />

perché non soddisfaceva più i requisiti<br />

quotidiani. Prima di sceglierlo, per settimane<br />

sono stati testati quattro modelli di diversi produttori,<br />

con particolare attenzione alla potenza<br />

di taglio, alla produttività, alla riattivazione in<br />

caso di input non distruttibili, e ai bassi requisiti<br />

di manutenzione.<br />

Alla fine di questa fase di prova, c'era un chiaro<br />

vincitore: “L'Untha ZR2400 soddisfa alla lettera<br />

il nostro profilo di requisiti. Siamo rimasti soddisfatti”,<br />

afferma Franz Aschen brenner, responsabile<br />

delle operazioni nella sede FCC Austria di<br />

Himberg. L'azienda è rimasta colpita dall'efficienza<br />

energetica del trituratore, che deriva dai<br />

motori sincroni e consente un risparmio energetico<br />

fino a 100 kWh per ora di funzionamento rispetto<br />

alla concorrenza.<br />

La macchina funziona ca. 3.600 ore all'anno,<br />

con funzionamento su due turni. Con un prezzo<br />

medio dell'elettricità pari a <strong>25</strong> cent/kWh, il risparmio<br />

annuo ammonta a ben 90.000 euro.<br />

Un altro vantaggio è l'altezza ridotta, adatta per<br />

l'alimentazione con una pala gommata.<br />

La terza generazione<br />

L'acquisto della ZR2400 nel luglio 2022 segna<br />

l'arrivo della terza generazione di macchine del<br />

produttore premium austriaco alla FCC Austria.<br />

"È ovvio che Untha presta molta attenzione a riflettere<br />

le esperienze dei clienti nell'ulteriore<br />

sviluppo dei suoi prodotti", afferma Johann<br />

Handler. Lo sviluppo di nuovi trituratori è un processo<br />

continuo e non si basa solo su ricerche<br />

approfondite, ma anche sul feedback dei clienti.<br />

Ecco perché la comunicazione personale è fondamentale:<br />

“La partnership di lunga data con<br />

FCC Austria e i suoi dipendenti è preziosa.Il feedback<br />

su come le nostre macchine gestiscono<br />

le sfide operative quotidiane e la stretta comunicazione<br />

con il cliente ci aiutano a sviluppare i<br />

nostri trituratori su base continuativa e ad adattarli<br />

alle esigenze reali dei clienti", afferma<br />

Christian Lanner, Head of Technology & Inno -<br />

vation.<br />

l<br />

I trituratori Untha da molti anni in Italia sono distribuiti<br />

in esclusiva dalla Ecotec Solution.<br />

L'acquisto della<br />

ZR2400 nel luglio<br />

2022 segna l'arrivo<br />

della terza<br />

generazione<br />

di macchine<br />

del produttore<br />

premium austriaco<br />

alla FCC Austria.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

54<br />

RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />

All’avanguardia<br />

Cobalto 100% riciclato, nelle batterie progettate da Apple<br />

entro il 20<strong>25</strong>. Il colosso mira a raggiungere l’obiettivo<br />

di prodotti carbon neutral entro il 2030<br />

Ginevra Fontana<br />

Apple si è previssato un nuovo obiettivo<br />

per 20<strong>25</strong> che prevede l’utilizzo di cobalto<br />

100 per cento riciclato in tutte le batterie<br />

progettate dall'azienda di Cupertino.<br />

Nel 2022, è aumentato l’utilizzo di metalli essenziali<br />

riciclati, e ora oltre due terzi di tutto l’alluminio,<br />

quasi tre quarti di tutte le terre rare e<br />

oltre il 95% di tutto il tungsteno presenti nei prodotti<br />

Apple provengono da materiale 100% riciclato.<br />

Sono progressi importanti che spingono<br />

il colosso IT nel raggiungere l’obiettivo di rendere<br />

ogni prodotto carbon neutral entro il 2030. “Apple<br />

si rinnova ogni giorno per realizzare tecnologie<br />

che arricchiscono la vita delle persone, proteggendo<br />

al contempo il pianeta che tutti noi condividiamo”<br />

commenta Tim Cook, CEO di Apple.<br />

“Dai materiali riciclati nei nostri prodotti fino all’energia<br />

pulita che alimenta le nostre attività,<br />

il nostro impegno ambientale è parte integrante<br />

di tutto ciò che produciamo e di ciò che siamo.<br />

Continueremo ad andare avanti nella convinzione<br />

che una grande tecnologia debba essere<br />

tale per l’utente così come per l’ambiente.” “La<br />

nostra ambizione di arrivare a utilizzare il 100%<br />

di materiali riciclati e rinnovabili nei nostri prodotti<br />

va di pari passo con Apple 2030: il nostro<br />

obiettivo di riuscire a creare prodotti a impatto<br />

zero entro il 2030”- commenta Lisa Jackson,<br />

Vice President of Environment, Policy, and Social<br />

Initiatives di Apple.<br />

“Stiamo lavorando con urgenza per raggiungere<br />

entrambi i target e nel farlo, stiamo promuovendo<br />

l'innovazione in tutto il nostro settore".<br />

Daisy è il robot Apple che disassembla<br />

gli iPhone, tra le innovazioni che contribuiscono<br />

al raggiungimento dell’obiettivo di usare<br />

solo materiali riciclati e rinnovabili nei propri<br />

prodotti.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

56<br />

BIOWASTE<br />

SCARTI VITIVINICOLI<br />

SCARTI VITIVINICOLI<br />

BIOWASTE<br />

57<br />

Di prossima inaugurazione,<br />

sarà l’impianto bioLNG. Questo<br />

verrà alimentato con energia<br />

green autoprodotta, che consentirà<br />

la liquefazione del biometano<br />

gassoso proveniente<br />

dai due impianti di upgrading<br />

del biogas. Trasportato alle<br />

stazioni di rifornimento, alimenterà<br />

veicoli pesanti al servizio<br />

del tessuto industriale.<br />

Vasche contenenti corteccia, filtri<br />

dell’aria dell’impianto di produzione ACFA<br />

visibile alle spalle.<br />

Mission&Vision<br />

Natura e tecnologia, ecologia ed energia.<br />

Toccate con mano nel cuore di Caviro<br />

Extra, azienda faentina e illuminata<br />

Federica Lugaresi<br />

Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto<br />

si trasforma. Con la forma più alta di valorizzazione.<br />

Anzi altissima, degli ingredienti<br />

naturali di scarto delle filiere agroalimentari<br />

italiane che vengono trasformati in prodotti<br />

nobili, fertilizzanti naturali, inerti per l’industria<br />

e bioenergia. È quanto realizza Caviro Extra (metano,<br />

energia elettrica, biofuel e acido citrico<br />

sono in ordine di valore i prodotti ricavati) in pieno<br />

rispetto della circolarità del Gruppo, che raggiunge<br />

l’importante traguardo di mandare a<br />

smaltimento solo 800 tons di scarti, pari allo<br />

0,1% dei materiali in entrata (624.000 tons). “Ci<br />

ispiriamo al mondo agricolo, facendo cose vecchie<br />

ma nel modo nuovo. Qui applichiamo un<br />

processo industriale su di uno naturale” dichiarano<br />

dal Gruppo. “E con occhio sempre più attento<br />

alla sostenibilità, in un momento mai così<br />

attuale di emergenza idrica, viene ridotta anche<br />

la water footprint, limitando l’uso dell’acqua di<br />

falda grazie a tecnologie che consentono di recuperare<br />

le acque di processo”.<br />

Dalla vigna a…<br />

Dalla lavorazione del vino, si ottengono i cosiddetti<br />

derivati di filiera ossia ingredienti e prodotti<br />

ad alto valore aggiunto, ma è attraverso tecnologia<br />

e competenza che si arriva a prodotti nobili<br />

quali alcoli ed altri estratti, acido tartarico, enocianina<br />

e polifenoli che diventano nuova materia<br />

prima per aziende del settore agronomico, nutraceutico,<br />

farmaceutico, alimentari e beverage<br />

di tutto il mondo.<br />

Anche gli scarti vegetali, seppure “esausti” identificano<br />

una nuova risorsa. La partnership con<br />

Herambiente, permette di raccogliere sfalci e<br />

potature del territorio e sovvalli per produrre<br />

energia elettrica e termica da fonti rinnovabili,<br />

affrancando il Gruppo da forniture esterne e<br />

rendendolo completamente autosufficiente. A<br />

queste fonti energetiche, si aggiungono biometano<br />

e bioetanolo avanzati ottenuti dagli scarti<br />

produttivi.<br />

Ma si ottengono anche ammendanti e correttivi<br />

da utilizzare in agricoltura.<br />

…nuove filiere…<br />

Caviro Extra ha avuto quindi la capacità di<br />

andare oltre il tema dell’uva. Noi di <strong>Waste</strong><br />

abbiamo già parlato delle loro business units<br />

nello scorso numero, e qui ci vogliamo soffermare<br />

sull’ultima nata che si occupa di<br />

eco-energia a partire da fonti rinnovabili, derivanti<br />

sia dai propri scarti di lavorazione che<br />

da quelli di altre aziende del settore agroalimentare.<br />

Lo sviluppo di servizi legati all’ambiente,<br />

è sfociata nella costituzione di<br />

Enomondo, società compartecipata con il<br />

Gruppo Hera, vocata appunto alla produzione<br />

di energia e che risponde al 100% del fabbisogno<br />

energetico elettrico di tutti i siti del Gruppo.<br />

L’eccedenza è immessa nelle reti per uso industriale<br />

e civile, permettendo la diminuzione dell’uso<br />

di gas metano di origine fossile, e una riduzione<br />

delle emissioni delle utenze.<br />

La quantità totale di scarti in entrata (riferita<br />

all’intera realtà di Extra, compresa Eno -<br />

mondo), è pari a 624.000 tonnellate.<br />

Anche le ceneri post combustione vengono recuperate<br />

per produrre conglomerati cementizi<br />

Vista dall’alto dello<br />

stabilimento faentino<br />

di Caviro Extra.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


58 BIOWASTE SCARTI VITIVINICOLI<br />

Torri di stoccaggio<br />

della CO 2 (in fase<br />

liquida) recuperata.<br />

Lasciati<br />

TRAVOLGERE<br />

dalle nuove tecnologie e soluzioni<br />

del settore dei solidi sfusi<br />

Torri di distillazione<br />

dell’alcool, impianto<br />

600 edri.<br />

e new jersey, minimizzando la parte che viene<br />

conferita in discarica (inferiore allo 0,1%).<br />

…all’impianto di biometano<br />

e recupero di CO 2<br />

Circolarità e bioeconomia sono per Caviro Extra<br />

due concetti imprescindibili. All’interno dell’area<br />

sono presenti due impianti di upgrading per la<br />

produzione di biometano avanzato a partire dal<br />

biogas prodotto dalla digestione anaerobica degli<br />

scarti della filiera agroalimentare. Il volume<br />

totale di digestione anaerobica è pari a 38.600<br />

m 3 , a cui corrisponde una produzione oraria<br />

massima di biometano di 2.000 Nm 3 /h.<br />

Attraverso un metodo a membrane, il metano<br />

(presente per il 70%) viene separato dalla CO 2<br />

(al 30%) con la cattura di quest’ultima. Si ottiene<br />

un biometano purissimo, certificato sostenibile,<br />

che viene immesso nella linea nazionale SNAM.<br />

La sala di controllo, attiva 7/7 H24, monitora<br />

l’attività dell’intero impianto.<br />

L’impianto per il recupero di CO 2 ha una capacità<br />

di trattamento in ingresso di 1000 kg/h di anidride<br />

carbonica gassosa, ed una capacità produttiva<br />

pari a 850 kg/h di CO 2 liquefatta (stoccata<br />

a 14 bar con temperatura a – 30/35 C°); corrispondente<br />

ad una produzione annua di 7.000<br />

tons. La CO 2 così ottenuta, purificata e refrigerata,<br />

può essere commercializzata per utilizzi<br />

alimentari e tecnici.<br />

C’è anche ACFA<br />

Acronimo di “Ammendante Compostato da<br />

Scarti della Filiera Agroalimentare”, è ottenuto<br />

da sfalci, potature, biodigestato derivante dal<br />

processo di produzione anaerobica di biogas e<br />

di fanghi agroalimentari. L’impianto è stato inaugurato<br />

nel 2022. Si tratta di un compost specifico<br />

per uso agricolo - e si adatta ad ogni tipo di coltura<br />

- che ha origine dalla naturale decomposizione<br />

della sostanza organica che si trasforma<br />

attraverso un processo di biossidazione.<br />

Oltre ad apportare nutrienti e sostanza organica<br />

di alta qualità al terreno, incrementa la capacità<br />

di ritenzione idrica e migliora i processi microbiologici<br />

del suolo. Il prodotto è quindi altamente<br />

ecosostenibile per l’agricoltura moderna - sempre<br />

più orientata alla riduzione dell’utilizzo di<br />

fertilizzanti di sintesi - nonché dal costo contenuto,<br />

in quanto ottenuto da scarti di filiera.<br />

E per il futuro? “Caviro Extra vuole sviluppare<br />

un’area che vada ancora più incontro all’utilizzo<br />

nutraceutico e salutistico dei prodotti che si possono<br />

estrarre e creare dalla filiera vitivinicola.<br />

Nell’uva, a cominciare dalla foglia, c’è tanto<br />

di più, e c’è ancora molto valore inespresso.<br />

È necessario capire, da parte dell’azienda, se<br />

si ha la capacità della svolta”. E l’innovazione<br />

continua…<br />

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Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

60 BIOWASTE NEWS<br />

NEWS<br />

ACQUE REFLUE<br />

61<br />

Cozza, che scarto!<br />

La grande capacità<br />

del “nano”<br />

n I ricercatori della<br />

Chalmers University of<br />

Technology, in Svezia,<br />

hanno sviluppato un nuovo<br />

metodo che purifica<br />

l'acqua contaminata<br />

utilizzando un materiale a<br />

base di cellulosa.<br />

Il gruppo, guidato da<br />

Gunnar Westman,<br />

professore associato di<br />

chimica organica, si<br />

concentra così sui nuovi<br />

usi della cellulosa e dei<br />

prodotti a base di legno e<br />

fa parte del Wallenberg<br />

Wood Science Center. In<br />

particolare, il team di<br />

ricerca ha approfondito le<br />

proprie conoscenze sui<br />

nanocristalli di cellulosa,<br />

ed è qui che risiede la<br />

chiave per la purificazione<br />

dell'acqua. Queste<br />

minuscole nanoparticelle<br />

possiedono, infatti,<br />

un'eccezionale capacità di<br />

assorbimento. Uno studio<br />

pubblicato sulla rivista<br />

scientifica Industrial &<br />

Engineering Chemistry<br />

Research, dimostra come i<br />

coloranti tossici possono<br />

essere filtrati dalle acque<br />

reflue utilizzando questo<br />

metodo.<br />

Federica Lugaresi<br />

Dai mitili nuove risorse e materia da recuperare.<br />

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e riutilizzare i prodotti della filiera<br />

di mitilicoltura nel Golfo di Ori -<br />

stano. Nieddittas, l’azienda che la gestisce,<br />

sceglie infatti di riutilizzare i prodotti di scarto<br />

e trasformarli in risorse a 360°. Tra le attività,<br />

il reimpiego delle cozze non idonee al mercato<br />

(perché rotte o semifissurate) per alimentare<br />

le orate allevate. Ma anche la collaborazione<br />

con Medsea (Mediterranean Sea and Coast<br />

Foundation), fondazione no profit per la conservazione<br />

degli ecosistemi marini e costieri,<br />

che prevede l’impiego dei gusci dei mitili per<br />

la costruzione di isolotti artificiali presso lo<br />

stagno di Corru Mannu alfine di favorire l’insediamento<br />

di alcune specie marine.<br />

In ottica di economia circolare invece, esiste<br />

un progetto per ideare e realizzare soluzioni<br />

di ecodesign, mediante il recupero e riutilizzo<br />

di materiali di scarto della miticoltura e di rifiuti<br />

potenzialmente dannosi per gli ecosistemi<br />

marino-costieri (ad es. la retina utilizzata per<br />

allevare le cozze, reti da pesca e cordami).<br />

Possibili impieghi<br />

Il bivalve è costituito per il 95% da carbonato<br />

di calcio è utilizzato anche in agricoltura come<br />

fertilizzante. Ma gli scarti delle cozze, opportunamente<br />

trattati, potrebbero essere utilizzati<br />

nell’allevamento dei volatili come integratori<br />

alimentari di calcio.<br />

Il carbonato di calcio, è uno degli ingredienti presenti<br />

nelle miscele di collanti e cementi quindi,<br />

dopo un processo di desalinizzazione ed essiccatura,<br />

gli scarti delle cozze possono essere impiegati<br />

pure in bioedilizia. Ma il carbonato di calcio<br />

viene utilizzato anche per il trattamento delle<br />

acque reflue che solitamente proviene dalla<br />

cave e si sta rivelando un’attività sempre meno<br />

ecosostenibile. Ecco perchè si potrebbe sostituire<br />

con quello ricavato dai gusci dei molluschi,<br />

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Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

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Economia Circolare<br />

62 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />

SCARTI DI NAVIGAZIONE<br />

SCARTI DI NAVIGAZIONE<br />

ACQUE REFLUE<br />

63<br />

Onde immonde<br />

La nave<br />

da crociera<br />

più grande<br />

del mondo.<br />

Non solo i reflui vengono prodotti sulle navi<br />

da crociera ma anche rifiuti solidi.<br />

Problemi e soluzioni per la loro gestione<br />

sono simili a quelli adottati nelle città, ma<br />

con criticità in più dovute a spazio e tempo<br />

cedure per la gestione dei rifiuti a bordo delle<br />

navi, tra cui il controllo, la raccolta, la separazione,<br />

la catalogazione, il trattamento e lo stoccaggio.<br />

Per fare solo un esempio, lo scorso anno<br />

MSC Crociere ha ottenuto la certificazione per<br />

la sua intera flotta da crociera composta da 19<br />

navi. Lo standard ISO prescrive anche un sistema<br />

standard di classificazione dei rifiuti e di comunicazione<br />

preventiva alle autorità dei porti di approdo.<br />

In questo modo si ha anche una riduzione<br />

dei costi di gestione e smaltimento poiché le autorità<br />

possono attivare delle procedure tariffarie<br />

differenziate a favore delle compagnie che fanno<br />

differenziata.<br />

Ulteriori criticità<br />

Dicevamo all’inizio che rispetto alle aree urbane<br />

a terra, le piccole città galleggianti - che sono le<br />

navi da crociera - presentano due problemi principali<br />

aggiuntivi. Il primo è lo spazio. Le navi sono<br />

diventate gigantesche ma tutti i vani sono impiegati<br />

in modo utile e profittevole, e stoccare rifiuti<br />

Preparazioni<br />

alimentari nella<br />

cucina della<br />

nave.<br />

Si producono fino<br />

a 12.300 kg<br />

di rifiuti<br />

alimentari umidi.<br />

Marco Comelli<br />

Secondo un recente studio, una nave da<br />

crociera media, ossia con una presenza<br />

umana di circa 6.000 persone tra ospiti<br />

ed equipaggio produce per ogni giornata di navigazione<br />

4.<strong>25</strong>6 kg di massa cellulosica (in minima<br />

parte carta, il resto cartone e legno), 5.600<br />

kg di vetro e alluminio, 12.300 kg di rifiuti alimentari<br />

umidi e 1.230 kg di plastica. Una grande<br />

quantità di rifiuti solidi.<br />

La raccolta comincia così<br />

Alcuni di questi rifiuti sono considerati speciali,<br />

per esempio i rifiuti sanitari provenienti dalle infermerie<br />

di bordo, i RAEE, che in crociera sono<br />

praticamente tutti costituiti da pile esauste, i<br />

rifiuti derivanti dall’attività di manutenzione deli<br />

impianti (filtri, imballaggi, oli motore esauriti,<br />

pastiglie dei freni e altre componenti meccaniche,<br />

fitofarmaci, contenitori di fitofarmaci non<br />

bonificati), e quelli derivanti dalla preparazione<br />

di cibi, la cui voce più importante sono gli oli di<br />

frittura.<br />

Questi rifiuti vengono raccolti in modo differenziato<br />

e stoccati a bordo, per poi essere conferiti<br />

in porto agli impianti di riciclo o di smaltimento.<br />

Un porto raggiunto da navi da crociera deve quindi<br />

dotarsi di un servizio di raccolta e poi di gestione<br />

di questi rifiuti, che sono fonte di reddito<br />

ma che richiedono anche investimenti. Per i porti<br />

italiani (anche non primari) relativamente a questa<br />

attività si parla comunque di diverse migliaia<br />

di tonnellate. La materia viene normata dalla direttiva<br />

UE 2019/883.<br />

Mare sostenibile<br />

Il resto dei rifiuti prodotti a bordo è equiparato ai<br />

rifiuti urbani e come tali vengono gestiti. Anche<br />

a seguito del progressivo rafforzarsi delle normative<br />

internazionali (i vari emendamenti<br />

all’Annex V della MARIPOL di cui abbiamo parlato<br />

nel numero scorso, e il Regolamento Ue 2022/91<br />

del 21 gennaio 2022) e alla sensibilità delle compagnie,<br />

almeno quelle occidentali, nei confronti<br />

della sostenibilità, la gestione dei rifiuti ha fatto<br />

passi da gigante rispetto alla situazione di anche<br />

solo venticinque anni fa (scarico a mare…). Come<br />

spesso accade in questi casi, sono stati creati<br />

degli standard di certificazione volontaria per chi<br />

vuole dare conto che le proprie pratiche eccedono<br />

le direttive mandatorie. La più utilizzata si riferisce<br />

allo standard ISO 21070:2017 per la protezione<br />

dell’ambiente marino, e riguarda le pro-<br />

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Economia Circolare<br />

64 ACQUE REFLUE<br />

SCARTI DI NAVIGAZIONE<br />

Inceneritore<br />

per navi da crociera,<br />

formato mignon.<br />

Compattatori<br />

per lattine<br />

di alluminio<br />

riciclabili.<br />

non lo è. Per questo per i riciclabili si ricorre alla<br />

compattazione. Per i residui di cibo, l’equivalente<br />

della FORSU, la strada che le compagnie seguono<br />

sempre più spesso è l’incenerimento. Le navi<br />

sono infatti dotate di due inceneritori della stessa<br />

potenza, solo uno dei quali viene utilizzato di volta<br />

in volta. L’altro è mantenuto spento e serve in<br />

caso di guasto. Le dimensioni degli inceneritori<br />

variano a seconda delle dimensioni della nave, il<br />

numero degli occupanti e la percentuale di rifiuti<br />

che si prevede di trattare in questo modo. Per<br />

fare alcuni esempi, la nave sopra ricordata da<br />

6.000 passeggeri ha due inceneritori, di cui uno<br />

attivo, da 2000 kW, per la stessa potenza è impiegata<br />

anche su navi con metà stazza e solo<br />

1.350 occupanti (quelle usate per le crociere di<br />

lusso). Normalmente gli inceneritori servono solo<br />

ad eliminare i rifiuti. L’avanzare delle normative<br />

che prevedono limiti anche nella produzione di<br />

CO2 delle navi, sta spingendo le compagnie e cercare<br />

una <strong>maggio</strong>re efficienza energetica complessiva,<br />

non solo nella propulsione. Hanno iniziato<br />

ad apparire i primi termovalorizzatori, che<br />

bruciano rifiuti e producono energia, sia elettrica<br />

(alimentando una turbina a vapore) che<br />

termica. Tra i primi esempi sono da annoverare<br />

le quattro navi della Classe Preziosa<br />

(la capoclasse più Fantasia, Splendida e<br />

Divina) di MSC che per un lustro sono state<br />

le ammiraglie della flotta. Tuttavia, una valorizzazione<br />

veramente efficiente dell’energia prodotta<br />

dai rifiuto di bordo, si scontra con il problema<br />

dello spazio. Per fare un esempio, il calore<br />

che ora finisce in atmosfera attraverso i fumaioli<br />

potrebbe essere utilizzato tramite scambiatori di<br />

calore per alimentare gruppi frigoriferi ad assorbimento<br />

per il sistema di climatizzazione. Una<br />

nave da 6.000 occupanti, secondo che venga utilizzata<br />

in climi caldi o temperati-freddi assorbe<br />

tra 300 e 400 kW di elettricità per far funzionare<br />

i chiller. Le temperature in gioco sono ampiamente<br />

nei limiti delle unità ad assorbimento, ma<br />

per alimentare questi ultimi vanno installati<br />

scambiatori di calore, bypass dei fumi, recuperatori<br />

di condensa, tubazioni.<br />

IL SALONE<br />

DELLE SOLUZIONI<br />

AMBIENTALI ED<br />

ENERGETICHE<br />

LYON<br />

EUREXPO<br />

FRANCIA<br />

Il tempo rema contro<br />

Altri metodi più efficienti di valorizzazione energetica<br />

sono penalizzati dal tempo. La destinazione<br />

tipica della FORSU è infatti la digestione<br />

anaerobica per la produzione di biogas che poi<br />

alimenta un cogeneratore a motore a combustione<br />

interna. Con opportuni accorgimenti si<br />

riescono ad ottenere rendimenti energetici (meccanici<br />

più termici) vicini all’unità e con il recupero<br />

del calore latente condensa anche superiore all’unità.<br />

Il problema è che la digestione richiede<br />

tempo e tipicamente le crociere, quando è possibile<br />

alimentare il digestore in modo adeguato,<br />

nella <strong>maggio</strong>r parte dei casi hanno la durata di<br />

una settimana. C’è poi il problema dello stoccaggio<br />

del biogas, questione che limita anche<br />

l’alternativa del trattamento termico in assenza<br />

di ossigeno con la produzione di syngas. Il syngas<br />

ha un ciclo molto rapido, è compatibile con i cogeneratori<br />

e permette di recuperare anche plastica<br />

e masse cellulosiche. Il gas di sintesi però<br />

contiene idrogeno, quindi va maneggiato con attenzione.<br />

Insomma, ci sono grandi potenzialità<br />

ma ogni soluzione deve essere ingegnerizzata<br />

e ottimizzata per le particolari esigenze delle<br />

navi da crociera.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

accoglie<br />

VISITATORI & STAMPA<br />

Manuela FORNARA<br />

Saloni Internazionali Francesi S.r.l.<br />

02 43 43 53 20<br />

mfornara@salonifrancesi.it<br />

IL SALONE DELLE SOLUZIONI AMBIENTALI PER IL<br />

MARE E IL LITORALE COSTIERO<br />

ESPOSITORI<br />

Luca EMMA<br />

RX GLOBAL ISG ITALY<br />

+ 392 4351 7049 / 39 340 894 9553<br />

luca.emma@rxglobal.com<br />

In associazione con


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

66<br />

ACQUE REFLUE<br />

NEWS<br />

19° SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI<br />

E SULLA DISCARICA SOSTENIBILE / 9-13 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />

Forte Village Resort, S. Margherita. di Pula, Cagliari<br />

organizzato da:<br />

con il supporto<br />

scientifico di:<br />

segreteria e<br />

contatti:<br />

IWWG - International <strong>Waste</strong> Working Group<br />

Università di Padova • Boku University of Natural Resources and Life Sciences (AT) • Hamburg University<br />

of Technology (DE) • Luleå University of Technology (SE) • Tongji University (CN)<br />

Eurowaste srl / Via Beato Pellegrino 23 / 35137 Padova<br />

tel + 39 049 8726986 / info@sardiniasymposium.it / www.sardiniasymposium.it<br />

Recupero nel tacco<br />

Irene Boschi<br />

sorgerà a Taranto ed utilizzerà<br />

le sorgenti salmastre del fiume Tara.<br />

L’impianto<br />

Sarà ultratecnologico e con una potenzialità<br />

di 55.400 m 3 /giorno circa di acqua potabile.<br />

Acquedotto Pugliese (AQP) ha approvato la gara,<br />

per circa 100 milioni di euro a valere in parte su<br />

fondi del Pnrr, che doterà l’Italia del più grande<br />

dissalatore ad osmosi inversa, il primo impianto<br />

continentale ad uso civile del Paese. “Questa<br />

grande opera italiana è frutto della visione strategica<br />

della Regione Puglia e delle capacità industriali<br />

di Acquedotto Pugliese, reattiva – riferisce<br />

il Presidente della Giunta regionale<br />

pugliese, Michele Emiliano - nel mettere a frutto<br />

le opportunità del Piano Nazionale di Ripresa<br />

e Resilienza (Pnrr), anche grazie al lavoro svolto<br />

dall’Autorità idrica Pugliese (AIP). Con la sua<br />

Acquedotto Pugliese avvia<br />

la realizzazione del più grande<br />

dissalatore a uso civile d’Italia<br />

per fronteggiare l’emergenza<br />

idrica. Utilizzerà le sorgenti<br />

salmastre del fiume Tara<br />

realizzazione si potrà far fronte all’incremento<br />

delle richieste estive e si potrà ridurre nel contempo<br />

il prelievo della risorsa dai pozzi. Un<br />

modo per conferire al nostro sistema di approvvigionamento<br />

idrico una <strong>maggio</strong>re resilienza e<br />

capacità di reagire alle crisi idriche, in un momento<br />

storico caratterizzato dai segni del cambiamento<br />

climatico”. Le tre priorità che guidano<br />

il piano strategico di AQP al 2026 sono:<br />

tutela della risorsa idrica con l’obiettivo di recuperare<br />

44 milioni di metri cubi di acqua, implementazione<br />

di un sistema di economia circolare<br />

con la gestione in house di 130 mila<br />

tonnellate di fanghi e accelerazione sulla transizione<br />

energetica arrivando a produrre nel<br />

2026 oltre 90 GWH di energia da fonti rinnovabili<br />

autoprodotta.<br />

l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

RITORNA IL SARDINIA SYMPOSIUM!<br />

Dopo lo straordinario successo della precedente edizione, che ha visto la calorosa partecipazione di 354 delegati provenienti da 46<br />

Paesi, torna il SARDINIA <strong>2023</strong> – 19° Simposio Internazionale sulla gestione dei rifiuti e sulla discarica sostenibile che si terrà in<br />

presenza dal 9 al 13 Ottobre <strong>2023</strong> nella tradizionale e magnifica cornice del Forte Village Resort, Santa Margherita di Pula, Cagliari.<br />

L’evento, che dal 1987 riunisce ogni due anni centinaia di partecipanti provenienti da tutto il mondo, con la presentazione di oltre 400<br />

lavori, rappresenta a livello internazionale il convegno più importante sulla gestione dei rifiuti e costituisce il Forum di riferimento per<br />

tutta la comunità scientifica attiva nel settore. Il segreto di questo successo? Presto detto:<br />

sempre più giovani scienziati partecipano a questo evento riconoscendolo come importante luogo di socializzazione scientifica e di<br />

scambio di esperienze; la partecipazione è largamente internazionale con oltre 70 Paesi diversi, rappresentativa di tutti i continenti;<br />

partecipazione costante di affermati scienziati; alto livello scientifico sostenuto da innovazione e creatività; un luogo, un ambiente,<br />

una natura, una struttura alberghiera, un programma extra lavori che rendono piacevole ed unico al mondo la socializzazione e l’opportunità<br />

di collaborazioni professionali e scientifiche. Iscriviti ora!<br />

IL CALL FOR ABSTRACT E’ ANCORA APERTO: Invia subito il tuo lavoro<br />

Gli abstract (una o massimo due pagine) devono essere redatti secondo il template disponibile sul sito ed inviati alla segreteria<br />

organizzativa utilizzando l’apposito form online (https://www.sardiniasymposium.it/abstract-form).<br />

Gli abstract possono essere inviati per presentazioni orali o poster. E’ possibile inoltre inviare proposte di workshop.<br />

La lingua ufficiale del Simposio è l’inglese. Sono previste sessioni anche in lingua italiana per facilitare la partecipazione di delegati<br />

locali. Gli autori italiani possono quindi inviare abstract redatti in ciascuna delle due lingue a seconda della sessione alla quale desiderano<br />

partecipare. Per ulteriori informazioni visitare: www.sardiniasymposium.it/it/call-for-abstracts-<strong>2023</strong><br />

TEMI: Approfondisci tutti gli argomenti del Simposio sul sito<br />

Politiche di gestione dei rifiuti e legislazione / Strategie di gestione dei rifiuti / Partecipazione pubblica / Gestione dei rifiuti e<br />

strumenti di supporto alle decisioni / Caratterizzazione dei rifiuti per la definizione delle modalità di gestione / Nuovi concetti<br />

per la raccolta dei rifiuti / Minimizzazione dei rifiuti e riciclaggio / Trattamento biologico / Trattamenti termici e tecnologie<br />

avanzate di conversione / Pretrattamento meccanico-biologico prima del conferimento in discarica / Discarica controllata /<br />

Gestione integrata delle acque reflue e dei rifiuti solidi / Gestione dei rifiuti e cambiamenti climatici / Gestione dei rifiuti nei<br />

paesi in via di sviluppo / Environmental forensics / <strong>Waste</strong> Architecture / Rifiuti e salute / Tecnologie digitali per la gestione dei<br />

rifiuti / Altro.<br />

Per ulteriori informazioni si prea di contattate la Segreteria all’indirizzo info@sardiniasymposium.it<br />

VISITA WWW.SARDINIASYMPOSIUM.IT


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

68 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />

DUMPER DA MINIERA<br />

DUMPER DA MINIERA<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

69<br />

Gigante<br />

a impatto zero<br />

Come decarbonizzare le attività estrattive<br />

nelle miniere a cielo aperto, utilizzando<br />

un dumper di oltre 510 ton mosso da pile<br />

a combustibile alimentate a idrogeno<br />

in collaborazione con<br />

Chi pensa che le pile a combustibile alimentate<br />

a idrogeno siano adatte solo ai<br />

mezzi commerciali e ai veicoli industriali<br />

deve ricredersi. Lo dimostra il gigantesco dumper<br />

a fuel cell di 510 tonnellate di peso a pieno<br />

carico (e 290 tonnellate di portata) illustrato in<br />

queste pagine, utilizzato dalla società mineraria<br />

Anglo American nella miniera a cielo aperto di<br />

Magalakwena, nella provincia del Limpopo, in<br />

Sudafrica. Il dumper sperimentale rientra nel<br />

progetto nuGen Zero Emission Haulage So -<br />

lution (ZEHS) per decarbonizzare le attività di<br />

trasporto nei siti minerari entro 2030 e quelle<br />

estrattive entro il 2040.<br />

In futuro tutta la flotta senza emissioni<br />

Attualmente, il 16 per cento delle emissioni clima-alteranti<br />

della Anglo American provengono<br />

dall’impiego del gasolio utilizzato da una flotta<br />

di 400 maxi-dumper - insieme a un ampio ventaglio<br />

di altri macchinari - operativi in differenti<br />

aree geografiche del mondo. Ciascun dumper<br />

(a Magalakwena ve ne sono 40) consuma, in<br />

media, 2.500-3.000 litri di carburate di origine<br />

fossile al giorno (o 900mila litri l’anno), producendo<br />

8 tonnellate di CO 2 nell’arco di 24 ore.<br />

Per risolvere alla radice il problema, la Anglo<br />

American ha siglato nel 2019 un accordo con<br />

la società d’ingegneria americana First Mode<br />

per la progettazione e lo sviluppo del più grande<br />

veicolo di trasporto a fuel cell (FCEV) al mondo.<br />

Il piano prevedeva la sostituzione del motore<br />

diesel di un dumper Komatsu 930E-4 con otto<br />

pile a combustibile installate in parallelo, con<br />

una capacità totale di 837 chilowatt. A ciò si aggiunge<br />

un pacco batterie agli ioni di litio di 1,2<br />

megawatt ora per il recupero energetico in fase<br />

di frenata o sui percorsi in discesa e per fornire<br />

un supporto addizionale all’energia generata<br />

dalle pile a combustibile nelle situazioni più<br />

gravose dell’operatività offroad.<br />

Due megawatt di potenza installata<br />

Nel complesso, con i suoi 2 megawatt di potenza<br />

installata, il dumper risulta ancora più<br />

performante dell’originaria versione dieselelettrica.<br />

Per la regolazione dei flussi energetici<br />

e delle portate di idrogeno è stato sviluppato da<br />

Sopra e a fianco,<br />

il dumper a fuel cell<br />

alimentate a idrogeno<br />

della Anglo American.<br />

La società mineraria<br />

prevede di convertire<br />

a idrogeno l’intero<br />

parco veicoli<br />

in esercizio.<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

70 VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

DUMPER DA MINIERA<br />

NEWS<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

71<br />

Sotto, un tre quarti<br />

posteriore del<br />

dumper a idrogeno<br />

e un particolare<br />

del cassone. In basso,<br />

il modello originale<br />

diesel-elettrico<br />

930 E realizzato<br />

da Komatsu.<br />

Affidabilità 100% elettrica<br />

Il modello originale diesel-elettrico<br />

Il dumper a fuel cell della Anglo American deriva un’unità dieselelettrica<br />

convenzionale - 930E 4 - realizzata da Komatsu. Sul mezzo<br />

a emissioni zero il motore diesel a 16 cilindri SSDA16V160 da 2.700<br />

Cv di 9.608 chilogrammi di peso è stato sostituito da otto pile a<br />

combustibile alimentate a idrogeno e da un pacco batterie agli ioni<br />

di litio, che funge da polmone energetico. Sono rimasti, invece, invariati<br />

i due motori elettrici di trazione asincroni collocati alle ruote,<br />

in grado di impartire al veicolo una velocità massima di 64,5 chilometri<br />

l’ora a pieno carico (510 tonnellate).<br />

First Mode, in collaborazione con Ballard (che<br />

fornisce le pile a combustibile) e con Nproxx<br />

(costruttore dei serbato dell’idrogeno), un software<br />

di gestione customizzato. Il progetto di<br />

decarbonizzazione delle attività estrattive di<br />

Anglo Amercan in Sudafrica coinvolge anche<br />

Engie, un gigante a livello mondiale nel settore<br />

energetico. Il Gruppo, che può contare su oltre<br />

100mila addetti nei diversi continenti, negli ultimi<br />

due anni ha potenziato di 7 gigawatt la propria<br />

capacità produttiva nel settore delle rinnovabili,<br />

raggiungendo nel 2022 il traguardo<br />

dei 38 gigawatt di capacità installata. Prevede,<br />

inoltre, di aggiungere altri 4 gigawatt all’anno<br />

fino 20<strong>25</strong>, per poi incrementare ulteriormente<br />

la capacità con 6 gigawatt all’anno dal 2026 al<br />

2030. Nel sito minerario sudafricano di Maga -<br />

lakwena Engie produce idrogeno verde per elettrolisi<br />

dell’acqua, utilizzando l’energia proveniente<br />

da pannelli fotovoltaici<br />

Come viene ricavato l’idrogeno green<br />

L’impianto prevede quattro aree principali: il<br />

parco solare (costituito da 10 file di moduli bifacciali<br />

orientabili di 660 chilowatt di potenza di<br />

picco), il sito di produzione dell’idrogeno con<br />

l’elettrolizzatore, la parte dedicata al trattamento<br />

dell’acqua utilizzata per l’elettrolisi insieme<br />

a una soluzione di idrossido di potassio (KOH)<br />

e le installazioni per la compressione (a 350<br />

bar) e lo stoccaggio dell’idrogeno. l<br />

Tenax International è la prima società a<br />

livello mondiale integralmente dedicata<br />

alla produzione, distribuzione ed assistenza<br />

di macchine ecologiche 100 per cento<br />

elettriche e a basso voltaggio per la pulizia e<br />

l’igiene urbana.<br />

Con sede in provincia di Reggio Emilia, è l’unica<br />

attualmente sul mercato ad essere stata in grado<br />

di tradurre la propria vocazione elettrica in<br />

una gamma completa di spazzatrici e lavastrade<br />

100 % elettriche (non elettrificate) a basso<br />

voltaggio (inferiore a 50 volt).<br />

Tutti i prodotti della gamma Tenax, infatti, nascono<br />

sin dal loro concepimento completamente<br />

elettrici.<br />

Questo significa che le scelte tecnologiche in<br />

termini di pesi, dimensioni, assorbimenti e layout<br />

sono state pensate per un prodotto esclusivamente<br />

nato per essere elettrico.<br />

Al contrario di spazzatrici elettrificate, offrono<br />

elevate prestazioni, sia in termini di <strong>maggio</strong>ri<br />

ore di lavoro costante e continuative garantite,<br />

sia in termini di batterie. Infatti grazie alla vasta<br />

gamma di batterie disponibili è stato possibile<br />

adattarsi alla perfezione a qualsiasi esigenza<br />

sia tecnica che economica del cliente creando<br />

soluzioni energetiche su misura.<br />

Grazie all’assenza di circuiti idraulici, eliminano<br />

il rischio di sversamenti di olii idraulici su superfici<br />

stradali.<br />

Gli sversamenti di olio infatti richiedono onerosi<br />

Spazzatrici caratterizzate in grado di garantire<br />

performance estremamente elevate<br />

ed un comfort supremo per l’operatore<br />

interventi di bonifica, e costituiscono un pericolo<br />

per l’ambiente e per la sicurezza e salute dei<br />

cittadini.<br />

Inoltre grazie all’assenza di emissioni di CO 2 e<br />

di emissioni acustiche, contribuiscono a creare<br />

un’ambiente cittadino più vivibile e sostenibile.<br />

Le spazzatrici Tenax garantiscono un ritorno dell’investimento<br />

confermato in massimo tre anni,<br />

soprattutto all’assenza di manutenzione. l<br />

Maggio <strong>2023</strong><br />

Maggio <strong>2023</strong>


9<br />

LA RIVISTA TECNICA<br />

SULL’ECONOMIA CIRCOLARE<br />

Anno VII<br />

Maggio<br />

<strong>2023</strong><br />

N<br />

W<br />

ROTTA<br />

A WASTE<br />

E<br />

S<br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

GESTIONE<br />

E RICICLO RIFIUTI<br />

DEGLI IMPIANTI<br />

NUCLEARI<br />

ITALIANI<br />

ECO ENERGIA<br />

DA SCARTI<br />

VITIVINICOLI<br />

TRA CIRCOLARITÀ<br />

E BIOECONOMIA<br />

ISSN 2610-9069<br />

0 0 0 2 5 ><br />

772610 906904<br />

*IVA assolta dall’editore<br />

ABBONAMENTO ANNUO<br />

100,00*€ (5 numeri)<br />

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In ogni numero:<br />

Rifiuti solidi<br />

Acque reflue<br />

Biowaste<br />

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PER LA CITTÀ DEL FUTURO.<br />

Mercedes-Benz eEconic. In charge for a new era.<br />

Il futuro lo decidiamo oggi, con il primo autocarro<br />

Mercedes-Benz completamente elettrico per la gestione<br />

dei rifiuti. L’eEconic soddisfa tutti i requisiti del veicolo<br />

industriale moderno in termini di sostenibilità, sicurezza,<br />

ecocompatibilità e logistica per l’impiego nei centri urbani.<br />

Copre a zero emissioni locali di CO₂ e bassa rumorosità un<br />

tipico percorso di raccolta dei rifiuti con una sola carica<br />

della batteria.<br />

Nelle situazioni di traffico caratterizzate da scarsa<br />

visibilità, la posizione ribassata del sedile e la cabina<br />

di guida DirectVision consentono una guida predittiva<br />

alla stessa altezza degli occhi degli altri utenti della<br />

strada. I sistemi di sicurezza e assistenza alla guida<br />

e le caratteristiche ergonomiche intelligenti riducono<br />

ulteriormente l’affaticamento del conducente e<br />

dell’equipaggio.<br />

eEconic: garanzia di una soluzione pulita.<br />

special.mercedes-benz-trucks.com/l-e-econic

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