Waste n. 25 maggio 2023
Gestione e riciclo rifiuti degli impianti nucleari italiani Eco energia da scarti vitivinicoli tra circolarità e bioeconomia
Gestione e riciclo rifiuti degli impianti nucleari italiani
Eco energia da scarti vitivinicoli tra circolarità e bioeconomia
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Anno VII<br />
Maggio<br />
<strong>2023</strong><br />
N<br />
W<br />
ROTTA<br />
A WASTE<br />
E<br />
S<br />
GESTIONE<br />
E RICICLO RIFIUTI<br />
DEGLI IMPIANTI<br />
NUCLEARI<br />
ITALIANI<br />
ECO ENERGIA<br />
DA SCARTI<br />
VITIVINICOLI<br />
TRA CIRCOLARITÀ<br />
E BIOECONOMIA<br />
ISSN 2610-9069<br />
0 0 0 2 5 ><br />
772610 906904<br />
9<br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl
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2 SOMMARIO<br />
wasteweb.it<br />
waste@fiaccola.it<br />
Stampato su carta FSC<br />
ISSN 2610-9069<br />
Numero <strong>25</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
EDITORIALE<br />
3<br />
Direttore Responsabile<br />
Lucia Edvige Saronni<br />
lsaronni@fiaccola.it<br />
In primo piano<br />
8 Cestino d’oro<br />
Riciclo metalli di batterie al<br />
litio con simbiosi industriale<br />
9 Up e Downcycling<br />
Progetti geniali, idee bizzarre<br />
10 Rifiuti neutronici e radioattivi<br />
Produzione e necessario<br />
smaltimento negli impianti<br />
italiani<br />
14 <strong>Waste</strong> Strategy<br />
Il decreto EPR per i tessili<br />
15 Che fine ha fatto?<br />
Evoluzione o fallimenti di idee<br />
16 Pillole dal laboratorio<br />
Testo unico sui rifiuti urbani<br />
18 App e Sturtup<br />
L’angolo delle nuove idee<br />
Economia circolare<br />
20 CircolarMente<br />
Esempi di valorizzazione delle<br />
risorse materiche da rifiuto<br />
22 Decommissioning circolare<br />
Si lavora per massimizzare il<br />
recupero dei materiali<br />
24 <strong>Waste</strong> segnala<br />
Next Generation Mobility<br />
Energia<br />
26 Lessico delle tecnologie<br />
I concetti di Eco design delle<br />
plastiche e ciclo di Rankine<br />
Rifiuti solidi<br />
30 Misurazione radiazioni<br />
Strumenti per individuare<br />
sorgenti non tracciate<br />
32 Trattamenti specifici<br />
Impianti per gestire gli scarti<br />
da pulper<br />
34 Costruzioni sostenibili<br />
Infrastrutture e interventi<br />
complessi ma con procedure<br />
rispettose dell’ambiente<br />
38 Movimentazione rifiuti<br />
Pala gommata venduta alla<br />
società di servizi Te.Am.<br />
42 Compattatori<br />
Aumentano le richieste in<br />
discarica. Soluzioni 4.0<br />
44 Celebrazioni di smeraldo<br />
Esperienza e professionalità,<br />
tradotte in soluzioni attente a<br />
persone e ambiente<br />
52 Frantumazione efficiente<br />
Trituratori bialbero ad alta<br />
efficienza energetica e<br />
resistenza per rifiuti e<br />
lavorazioni difficili<br />
Biowaste<br />
56 Scarti vitivinicoli<br />
Natura e tecnologia<br />
valorizzano rifiuti<br />
agroalimentari<br />
Acque reflue<br />
62 Navi da crociera<br />
Rifiuti prodotti in navigazione<br />
Veicoli&Allestimenti<br />
68 Dumper da miniera<br />
Come decarbonizzare le<br />
attività estrattive<br />
Rubrica<br />
3 Editoriale<br />
6 Numeri e poltrone<br />
28 News energia<br />
47 News rifiuti solidi<br />
60 News biowaste<br />
66 News acque reflue<br />
71 News veicoli&allestimenti<br />
Direttore Editoriale<br />
Giuseppe Guzzardi<br />
gguzzardi@fiaccola.it<br />
Consulenza Tecnico-Scientifica<br />
Marco Comelli<br />
mcomelli@fiaccola.it<br />
Coordinamento Editoriale<br />
Federica Lugaresi<br />
flugaresi@fiaccola.it<br />
Redazione<br />
Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />
Fabrizio Parati, Emilia Longoni<br />
waste@fiaccola.it<br />
Collaboratori<br />
Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />
Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />
Annalisa Gussoni, Alessandro Marangoni,<br />
Giovanni Milio, Mattia Molena, Eliana Puccio,<br />
Michele Ragonese, Riccardo Rossi<br />
Segreteria<br />
Jole Campolucci<br />
jcampolucci@fiaccola.it<br />
Impaginazione e progetto grafico<br />
Studio Grafico Page<br />
Novate Milanese (MI)<br />
Amministrazione<br />
Francesca Lotti<br />
flotti@fiaccola.it<br />
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Traffico e pubblicità<br />
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marketing@fiaccola.it<br />
Marketing e pubblicità<br />
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slevada@fiaccola.it<br />
Agenti<br />
Giorgio Casotto<br />
T 04<strong>25</strong> 34045 - Cell. 348 5121572<br />
info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia,<br />
Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna<br />
(escluse Parma e Piacenza)<br />
Trimestrale - LO-NO/00516/02.2021CONV<br />
Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />
Stampa<br />
Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi)<br />
ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />
STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313<br />
21/11/1985 - Roc 32150<br />
Prezzi di vendita<br />
abb. annuo Italia Euro 100,00<br />
abb. annuo Estero Euro 200,00<br />
una copia Euro 20,00<br />
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rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali,<br />
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ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />
alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it<br />
Organo di informazione<br />
e documentazione<br />
Questo periodico è associato<br />
all’Unione Stampa Periodica Italiana:<br />
numero di iscrizione 15794<br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
20123 Milano | Via Conca del Naviglio 37<br />
Tel. +39 02 89421350 - Fax +39 02 89421484<br />
fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com<br />
L’INTELLIGENZA<br />
DEL<br />
CASSONETTO<br />
Seguire professionalmente, o anche solo come osservatore<br />
interessato, il mondo del waste spesso porta un<br />
senso di straniamento. Da una parte la realtà del waste,<br />
fatto di produzione dei rifiuti, raccolta, gestione, trattamento,<br />
riciclo, e più concretamente di pattumiere, cassonetti, compattatori,<br />
impianti di separazione trattamento, termovalorizzatori<br />
e inceneritori, discariche… Ma anche cittadini, aziende,<br />
amministrazioni locali, operatori di ogni tipo, municipalizzate. Dall’altra<br />
c’è invece il discorso sul waste, in cui i politici si distinguono. E qui scatta lo<br />
straniamento, nel senso che se uno non ci è abituato ne esce stranito.<br />
Da una parte abbiamo la realtà della raccolta della monnezza in città come Roma,<br />
ma il caso è tutt’altro che isolato, dove la raccolta differenziata è inchiodata da<br />
anni al 46% o giù di lì e nonostante tutto non si riesce nemmeno a riutilizzare il<br />
residuo non riciclabile dei vari trattamenti, i CSS, il plasmix e i sovvalli. Tant’è che<br />
il CSS, per tre quarti prodotto in impianti di trattamento meccanico biologico (i famigerati<br />
TMB), viene esportato alla grande (il 70% del totale in Italia) dai porti di<br />
Civitavecchia e Gaeta. E questo nonostante a pochi chilometri da Roma ci siano<br />
per esempio cementifici che potrebbero bruciarli. Senonché non lo fanno perché<br />
dovrebbero effettuare delle modifiche per utilizzarli e non lo fanno perché non<br />
sono sicuri di potere contare sulle quantità giuste, e non sono sicuri perché gli<br />
impianti di trattamento non investono per produrlo perché… non sono sicuri della<br />
domanda…<br />
Di fronte a questa perfetta trappola, circolare però, il sindaco Gualtieri, con tutti<br />
i suoi difetti, ha deciso che Roma ha bisogno di un termovalorizzatore per eliminare<br />
600.000 tonnellate l’anno di residui non riciclabili, plasmix e anche CSS, producendo<br />
energia. Una soluzione parziale, certamente migliorabile, ma una soluzione<br />
realistica.<br />
Poi si ascoltano le dichiarazioni della responsabile ambiente di un noto partito<br />
italiano che governa a Roma, appoggiata dal responsabile informazione e<br />
cultura (?), e si apprende che il termovalorizzatore è “vecchio”, va bon, ma che<br />
soprattutto la soluzione sono i cassonetti intelligenti…. Il bello è che l’intera<br />
strategia waste del Comune di Roma per quanto riguarda i fondi PNRR<br />
si basava proprio sui cassonetti e le piazzole “intelligenti”. Non importa<br />
se nel silenzio generale dei dieci progetti presentati da Roma Capitale<br />
nessuno sia stato finanziato, perché bassi in graduatoria, e che anche i<br />
due nuovi biodigestori previsti dal piano rifiuti non siano stati premiati.<br />
Si proseguirà, forse, con fondi comunali. Allora il termovalorizzatore<br />
non era in contrasto con la raccolta differenziata. Ma evidentemente i<br />
fan dell’intelligenza del cassonetto non la pensano così. Si reagisce<br />
pensando allegramente che questa è la canzone del cassonetto intelligente,<br />
che farà cantar tutta le gente. Straniti per straniti, sempre<br />
coi migliori.<br />
Marco Comelli
9<br />
4 PARTNERS<br />
BARRA PROJECT<br />
INTERNATIONAL Srl . . . . . . . . . . . . . . . .61<br />
barraproject.com<br />
BIOENERSYS Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1<br />
snam.it<br />
BOMAG ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . .55<br />
bomag.com<br />
CAMEC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41<br />
camec.net<br />
CESARO MAC IMPORT Srl . . . . . . . . . . .19<br />
cesaromacimport.com<br />
ECOTEC SOLUTION Srl . . . . . . . . . . .49, 51<br />
ecotecsolution.com<br />
FOR REC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11<br />
forrec.eu<br />
GEOSINTEX Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />
geosintex.com<br />
INDECO SpA . . . . . . . . . . . . . . . . . . .III Cop<br />
indeco.it<br />
MERCEDES-BENZ<br />
TRUCKS ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . .IV Cop<br />
mercedes-benz-trucks.com<br />
OLEMOMARKET Srl . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />
olmark.com<br />
OMB TECHNOLOGY SpA . . . . . . . . . . . . .63<br />
busigroup.it<br />
PAL Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .<strong>25</strong><br />
pal-greendivision.it<br />
POLLUTEC <strong>2023</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65<br />
pollutec.com<br />
SARDINIA SYMPOSIUM <strong>2023</strong> . . . . . . . . .67<br />
sardiniasymposium.it<br />
SOLIDS <strong>2023</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59<br />
solids-parma.de/it<br />
TANA ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29<br />
tanaitalia.com<br />
TENAX INTERNATIONAL SpA . . . . . . . . .13<br />
tenaxinternational.com<br />
XYLEM WATER<br />
SOLUTIONS ITALIA Srl . . . . . . . . . . . .II Cop<br />
xylem.com<br />
Anno VII<br />
Maggio<br />
<strong>2023</strong><br />
W<br />
N<br />
ROTTA<br />
A WASTE<br />
S<br />
GESTIONE<br />
E RICICLO RIFIUTI<br />
DEGLI IMPIANTI<br />
NUCLEARI<br />
ITALIANI<br />
E<br />
ECO ENERGIA<br />
DA SCARTI<br />
VITIVINICOLI<br />
TRA CIRCOLARITÀ<br />
E BIOECONOMIA<br />
IN COPERTINA<br />
Le navi da crociera sono sempre di più<br />
città galleggianti che producono rifiuti<br />
sia liquidi che solidi. Questi ultimi sono<br />
simili a quelli raccolti negli spazi urbani,<br />
ma con ulteriori problematiche dovute<br />
allo spazio (limitato) ed al tempo (la durata<br />
della crociera).<br />
Inizialmente differenziati e stoccati a<br />
bordo, una volta in porto vengono conferiti<br />
negli impianti di smaltimento. Il resto<br />
viene bruciato. Si potrebbero ottenere<br />
rendimenti energetici interessanti<br />
ma ogni soluzione deve essere ingegnerizzata…Mare,<br />
profumo di mare?<br />
ISSN 2610-9069<br />
0 0 0 2 5 ><br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
772610 906904<br />
AZIENDE CITATE<br />
A<br />
Acea Ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />
Altamin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />
Althesys . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14<br />
Anglo American . . . . . . . . . . . . . . . . . .68<br />
Antin Infrastructure Partners . . . . . . .50<br />
Arabat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />
B<br />
Brumola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />
C<br />
Camec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33<br />
Caviro Extra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56<br />
E<br />
Ecotec Solution . . . . . . . . . . . . . . . . . .53<br />
Enel Green Power . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />
Eni Rewind . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22<br />
F<br />
Finder . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51<br />
G<br />
GlobEco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />
Gruppo Busi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68<br />
Gruppo Caviro . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54<br />
Gruppo Sofiter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3<br />
I<br />
Iride Acque . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9<br />
J<br />
JCB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />
K<br />
Klosterbrauerei . . . . . . . . . . . . . . . . . .51<br />
M<br />
Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50<br />
Mitambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44<br />
N<br />
Nieddittas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60<br />
S<br />
Scandinavian Enviro System . . . . . . . .50<br />
Snam . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .58<br />
Sogin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />
Sun-Way . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28<br />
T<br />
Te.Am. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />
Tenax International . . . . . . . . . . . . . . .71<br />
U<br />
Untha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52<br />
V<br />
Vitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34<br />
Vulcan Energy . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15<br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
2 3<br />
4<br />
6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
IN EVIDENZA<br />
1 2 3 4<br />
IN EVIDENZA<br />
PRIMO PIANO<br />
12 3<br />
4<br />
7<br />
Numeri e poltrone<br />
ReLife Recycling<br />
Nuova vita e nuove<br />
nomine!<br />
Il primo gruppo<br />
italiano di<br />
economia circolare,<br />
reale e certificata, con un<br />
modello di sviluppo unico<br />
nel nostro paese in Europa,<br />
ReLife Group, ha nominato<br />
come proprio Direttore<br />
Generale Enzo Scalia.<br />
Laureato in Scienze<br />
Politiche presso<br />
l’Università di Genova,<br />
Scalia si occupa di circular<br />
economy a livello europeo<br />
dal 1994.<br />
Nel corso della sua<br />
carriera, ha esteso la<br />
raccolta differenziata degli<br />
imballaggi in plastica per<br />
conto di Replastic, primo<br />
tra i Consorzi di filiera<br />
istituiti in Italia, gestito la<br />
nascita di CONAI e<br />
sviluppato per Tetra Pakl e<br />
fasi di riciclo dei cartoni<br />
per bevande.<br />
“Sono particolarmente<br />
felice e molto orgoglioso di<br />
questa nomina”, ha<br />
dichiarato Enzo Scalia “Il<br />
Gruppo sta crescendo<br />
nell’alveo di una continuità<br />
manageriale che l’azionista<br />
di <strong>maggio</strong>ranza non solo ha<br />
riconosciuto, ma sulla<br />
quale ha basato i piani di<br />
sviluppo per il prossimo<br />
futuro, che si preannuncia<br />
davvero ricco di sinergie e<br />
investimenti.<br />
ReLife Group, dopo la<br />
razionalizzazione delle<br />
divisioni operative, è pronta<br />
ad affrontare le sfide che<br />
l’economia circolare ci<br />
lancia quotidianamente”.<br />
NASA<br />
“Balle” spaziali<br />
Non solo sulla terra, ma anche<br />
orbitanti. E la questione sta<br />
diventando sempre più urgente e<br />
meno rinviabile. Stiamo parlando dei rifiuti<br />
nel vuoto cosmico, perché l’industria<br />
spaziale sta crescendo rapidamente a<br />
livello globale. “Si prevede che il numero di<br />
satelliti in orbità aumenterà dagli attuali<br />
9.000 a più di 60.000 entro il 2030”. Si stima<br />
infatti che oltre 100.000 miliardi di<br />
12 3<br />
4<br />
frammenti non tracciati di vecchi satelliti<br />
non tracciati siano già in orbita. per<br />
allontanare il rischio che accada nello<br />
spazio ciò che si è verificato negli oceani,<br />
gli esperti ritengono “che serva una<br />
cooperazione collettiva, sostenuta dalla<br />
scienza per sviluppare un trattato<br />
legalmente vincolante che contribuisca a<br />
proteggere l’orbita terrestre”. L’accordo<br />
“dovrebbe includere misure per<br />
implementare la responsabilità del<br />
produttore e dell’utente per satelliti e<br />
detriti, dal momento del lancio in poi”.<br />
Sarebbe necessario applicare una<br />
legislazione internazionale che includa<br />
contravvenzioni e incentivi per assicurare la<br />
responsabilità.<br />
“Solo mantenendo uno spazio pulito,<br />
potremo continuare a fare progressi<br />
nell’uso dei satelliti e nell’esplorazione<br />
spaziale e relative tecnologie” dichiara<br />
Kimberley Miner della Nasa.<br />
Acea Ambiente e Hitachi<br />
Zosen<br />
Roma caput waste<br />
Un’importante<br />
proposta di<br />
partenariato<br />
pubblico privato su base<br />
project financing, è<br />
stata presentata da<br />
Acea Ambiente (società<br />
del gruppo Acea) per<br />
l’affidamento in<br />
concessione della<br />
progettazione,<br />
costruzione e gestione<br />
di un impianto di<br />
termovalorizzazione - e<br />
relativa impiantistica –<br />
rispondendo “all’avviso<br />
espolrativo” pubblicato<br />
da Roma Capitale.<br />
Il team multidisciplinare<br />
con cui è stata seguita<br />
Acea, ha visto alti profili<br />
di diritto societario,<br />
diritto ambientale e<br />
tributario. Hitachi Zosen<br />
(azienda di tecnologia<br />
pulita che opera nel<br />
settore dell’energia da<br />
rifiuti) è stata seguita da<br />
Chiomenti con un team<br />
altrettanto<br />
multidisciplinare<br />
composto da: Filippo<br />
Modulo, Carola<br />
Antonini, Giulio<br />
Napolitano, Marco<br />
Cerritelli. Hitachi Zosen<br />
ha operato anche con<br />
Vincenzo Spandri, suo<br />
general Counsel.<br />
Biorepack<br />
Il biocompostabile<br />
presente in più etichette<br />
Secondo lo studio<br />
dell’Osservatorio<br />
Immagino GS1<br />
Italy (che incrocia le<br />
informazioni riportate<br />
sulle etichette di quasi<br />
130.000 prodotti con le<br />
rilevazioni NielsenIQ su<br />
venduto e consumo), c’è<br />
stata una crescita a due<br />
cifre (+15,8%) delle<br />
etichette nell’area delle<br />
bioplastiche. 1.095 sono i<br />
12 3<br />
4<br />
prodotti presentati col claim<br />
“biodegradabile”, e 863 quelli<br />
col claim “compostabile”. Trra<br />
i claim emergenti, Ok -<br />
Compost che ha visto<br />
aumentare del +32,9% in un<br />
anno il giro d’affari: merito<br />
dell’aumento dell’offerta<br />
arrivata a 690 prodotti, e<br />
del trend positivo di<br />
accessori usa e getta e di<br />
gelati in vaschetta. Anche<br />
per il pack in Mater- Bi, si<br />
registra un buon aumento<br />
dei prodotti (34.000) con<br />
un riferimento alla<br />
sostenibilità in etichetta.<br />
Il claim “riciclabile”<br />
invece è stato rilevato su<br />
4.299 prodotti.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
WASTE AWARD<br />
PUNTI COSPICUI<br />
PRIMO PIANO<br />
9<br />
Upcycling e Downcycling<br />
La pagina che sottolinea le notizie più interessanti<br />
del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />
sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />
Federica Lugaresi<br />
Marco Comelli<br />
Il metodo- a basso<br />
consumo di energia<br />
- che rientra nel<br />
progetto Tech4Lib<br />
finanziato dalla<br />
Fondazione Cariplo,<br />
permette di estrarre<br />
metalli da ciò che<br />
resta delle batterie<br />
al litio. La novità<br />
consiste<br />
nell’utilizzare<br />
durante il processo,<br />
un acido naturale<br />
derivante dagli<br />
scarti alimentari<br />
quali le bucce della<br />
frutta. Una perfetta<br />
sinergia!<br />
Cestino d’oro<br />
Il riciclo dei metalli delle batterie al litio come simbiosi<br />
industriale. Attraverso un progetto che utilizza<br />
un acido naturale per estrarli dalla black mass<br />
Recuperare, riutilizzare, riciclare le batterie<br />
agli ioni di litio sembra essere il nuovo<br />
Eldorado. Non passa giorno che ci siano<br />
annunci di nuove iniziative in questo campo, nonostante<br />
il mercato ancora per diversi anni (alcuni<br />
dicono almeno 7-8) non sarà sufficiente a reggerle<br />
tutte. Case automobilistiche, produttori di batterie,<br />
start-up, consorzi e aziende già attive in settori attigui,<br />
come i RAEE, le batterie al piombo e la chimica<br />
per l’industria mineraria, hanno qualcosa da<br />
dire e da presentare.<br />
Addirittura il fatto che le batterie rappresentino<br />
una percentuale senza precedenti del valore residuo<br />
di un’automobile potrebbe, secondo alcuni,<br />
provocare un cambiamento radicale di come si<br />
gestirà il fine vita dei veicoli. Na parleremo meglio<br />
in altra occasione presto. Qui ci limitiamo ad assegnare<br />
il nostro non premio ad un progetto finanziato<br />
dalla Fondazione Cariplo volto a sviluppare<br />
nuovi metodi a basso consumo di energia per<br />
l’estrazione dei metalli dalla black mass, ossia<br />
dalla massa indifferenziata, vale a dire ciò che rimane<br />
delle celle di una batteria agli ioni di litio,<br />
dopo che è passato attraverso il processo di triturazione<br />
e di separazione dei materiali strutturali.<br />
Come funziona<br />
Il progetto Tech4Lib è portato avanti dall’Uni -<br />
versità degli Studi di Brescia e dalla Scuola<br />
Superiore Sant’Anna di Pisa con l’appoggio di un<br />
advisory board composto da rappresentanti di<br />
aziende già operanti nel settore (l’elenco qui<br />
https://tech4lib.unibs.it/advisory-board-members/).<br />
Il nuovo processo si basa sul riscaldamento della<br />
black mass utilizzando microonde, che provocano<br />
la reazione carbotermica tra i metalli contenuti e<br />
la grafite degli anodi. In questo modo si ottiene la<br />
riduzione degli ossidi in metallo puro e monossido<br />
di carbonio. La massa ridotta viene poi sottoposta<br />
ad un bagno in acqua, che lega e quindi recupera<br />
il litio, e poi ad un bagno in acido L-malico, che<br />
permette di recuperare i metalli. La<br />
cosa interessante è che l’acido L-<br />
malico proviene da scarti della trasformazione<br />
di materie prime agro -<br />
alimentari. Si trova infatti nella<br />
buccia delle mele, nell’uva e in altra<br />
frutta. È un acido naturale, presente<br />
anche nel corpo degli animali e nelle<br />
piante (entra come intermedio nel<br />
ciclo cellulare). Insomma, Tech4Lib<br />
anche se non lo dice è un bell’esempio<br />
di simbiosi industriale.<br />
Premiato subito.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
wow<br />
bleah!<br />
Facciamo splash<br />
Depurare al meglio i reflui<br />
industriali per riutilizzarli. E<br />
per evitare di attingere ad<br />
acque di falda da proteggere<br />
e dal valore sempre<br />
più alto. La siccità<br />
impone di non<br />
sprecare e di<br />
recuperare al<br />
meglio ogni goccia<br />
Mmmmmm….<br />
Packaging per gelati<br />
sostenibili reinventando<br />
la<br />
materia. È ciò che<br />
l’azienda Imballaggi<br />
Alimentari ha lanciato<br />
di recente: si tratta di<br />
vaschette per gelato in<br />
Remaxigel in poliestere<br />
espanso (EPS), realizzate con Styropor<br />
CcycledTM di Basf. Le materie prime<br />
fossili per produrre questi contenitori<br />
sono sostituite dall’olio di pirolisi -<br />
fornito da aziende con alte<br />
competenze tecnologiche - che<br />
effettuano il riciclo chimico di<br />
rifiuti plastici misti e che<br />
diversamente verrebbero avviati a<br />
di acqua, e l’economia<br />
circolare la consiglia<br />
come ottima pratica.<br />
Senza calcolare che la<br />
depurazione delle<br />
acque reflue in Italia<br />
identifica un mercato<br />
promettente dove le<br />
tecnologie – già pronte – ne<br />
consentono la fattibilità.<br />
Come quella brevettata da<br />
Iride Acque per recuperare<br />
e depurare le acque reflue<br />
delle industrie italiane: un<br />
primo step vede il recupero<br />
di pile esauste (da cui si dà<br />
vita ad un catalizzatore che<br />
agisce per depurare i reflui<br />
industriali), il secondo è<br />
proprio l’intervento su acque<br />
sporche che tornano come<br />
nuove. Lo testimoniano<br />
clienti come Mutti (col quale<br />
Iride Acque lavora nei campi<br />
di raccolta di pomodori) e la<br />
Tintoria Emiliana collegata<br />
al Gruppo Moncler. In un<br />
momento estremamente<br />
critico per le acque, questa<br />
tecnologia è uno strumento<br />
concreto che può dare una<br />
risposta al tema dello stress<br />
idrico!<br />
termovalorizzazione o<br />
direttamente in<br />
discarica. Chapeau<br />
quindi da una parte.<br />
Ma… c’è un ma. Le<br />
materie prime riciclate<br />
e fossili sono mescolate<br />
nella rete di produzione Basf (e<br />
non possono essere distinte le une dalle<br />
altre), e la parte riciclata viene attribuita a<br />
Styropor CcycledTM “utilizzando un<br />
bilancio di massa”. Questa vaschetta a sua<br />
volta, può essere gettata nel cestino della<br />
plastica per essere nuovamente<br />
rigenerata. Ma quante volte effettivamente<br />
sarà riciclabile? Ma poi… in fase di<br />
resorting... questo prodotto come viene<br />
classificato? Ci pervade un po’ di<br />
scetticismo….
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
10 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
SCARTI RADIOATTIVI<br />
SCARTI RADIOATTIVI<br />
PRIMO PIANO<br />
11<br />
che è stato o sarà (ne restano circa 13 tonnellate<br />
in Italia) mandato in Francia e Regno Unito<br />
per essere riprocessato e quindi venduto. Ci<br />
sono poi i rifiuti. SOGIN ne ha in carico circa<br />
48mila tonnellate per 16mila m 3 , a diverso<br />
grado di attività (l’83% sono a bassa o molto<br />
bassa, niente è ad alta attività). Questi rifiuti<br />
finiranno nel Deposito Nazionale per conservazione<br />
indefinita.<br />
Rifiuti neutronici e radioattivi,<br />
gli impianti italiani<br />
Lo scorso numero abbiamo parlato degli effetti<br />
delle radiazioni ionizzanti e del flusso<br />
neutronico sui materiali di un impianto<br />
nucleare. In questa seconda parte<br />
analizziamo, da un punto quantitativo,<br />
cosa significhi in termini di produzione<br />
e necessario smaltimento di rifiuti<br />
Marco Comelli<br />
Consideriamo l’esempio del lavoro in<br />
corso relativo al cosiddetto decommissioning<br />
degli impianti nucleari in<br />
Italia affidato a SOGIN. Si tratta delle centrali<br />
di potenza di Trino Vercellese, Latina, Caorso<br />
e Garigliano; gli impianti di ricerca sul ciclo<br />
del combustibile Eurex di Saluggia, Itrec di<br />
Rotondella e Opec e Ipu di Casaccia; dell’impianto<br />
di fabbricazione del combustibile di<br />
Bosco Marengo. Di questi, il reattore di<br />
Garigliano è fermo dal 1978 e definitivamente<br />
chiuso dal 1982 per raggiunto limite di vita<br />
utile, gli altri tre sono stati fermati per decisione<br />
politica a seguito del famigerato referendum<br />
del 1987 (il referendum non ha prodotto<br />
effetti amministrativi e legislativi diretti),<br />
quelli di ricerca sul ciclo del combustibile nel<br />
2003 e quello di Bosco Marengo nel 2015.<br />
SOGIN esiste dal 1999 ma solo negli ultimi<br />
anni ha iniziato i lavori per cui è stata creata,<br />
con l’obiettivo di rilasciare nel 20<strong>25</strong> i siti di<br />
potenza che le sono stati affidati allo stato di<br />
greenfield, ossia riutilizzabili senza limite.<br />
Per gli altri siti, i tempi sono più lunghi e per<br />
ora si parla di brownfield.<br />
Smantellato e da smantellare<br />
Gli impianti di potenza italiani, ma questa è<br />
una caratteristica comune con tutti quelli costruiti<br />
nel mondo prima degli anni ’80, sono<br />
stati realizzati senza alcuna previsione di quello<br />
che sarebbe stato necessario fare per<br />
smantellarli. Inoltre, sono ognuno diverso<br />
dall’altro. La centrale di Latina è di tipo<br />
Magnox, di concezione britannica, moderato<br />
a grafite e raffreddato a gas, il Garigliano è un<br />
BWR ad acqua bollente di concezione General<br />
Electric, moderato e raffreddato ad acqua,<br />
Trino è un PWR ad acqua in pressione, moderato<br />
e raffreddato ad acqua di concezione<br />
Westinghouse (derivato da quelli utilizzati per<br />
la propulsione navale), mentre Caorso è un<br />
BWR di seconda generazione GE/Ansaldo. Già<br />
solo per le centrali di potenza va quindi realizzato<br />
un piano diverso per ciascuna. SOGIN<br />
contabilizza in 1.277.029,04 tonnellate la massa<br />
totale degli impianti già smantellati e da<br />
smantellare. Di queste, una parte, circa 88mila<br />
tonnellate, sono destinate allo smaltimento<br />
in discarica e poco meno di 1.150.000 tonnellate<br />
sono costituite da metalli e calcestruzzi<br />
riciclabili immediatamente in vario modo. Il<br />
resto è radioattivo a diversi livelli. Iniziamo a<br />
sgombrare il campo dal combustibile nucleare,<br />
per un totale di poco più di 1.800 tonnellate,<br />
Recuperare, sui può!<br />
Restano circa 13mila tonnellate che costituiscono<br />
i materiali strutturali che SOGIN ha individuato<br />
come decontaminabili e quindi riciclabili.<br />
Si tratta di metalli e materiali da<br />
costruzione. Un esempio è costituito dalla lana<br />
di roccia utilizzata per le coibentazioni della<br />
centrale di Latina. La quantità di partenza era<br />
di 190 m 3 . Dopo essere stata classificati radiologicamente,<br />
120 m 3 sono stati rilasciati<br />
per il riciclo immediato, mentre i restanti 70<br />
sono stati compattati con una pressa sino a<br />
poco più di 10 m 3 per essere poi avviati al futuro<br />
Deposito Nazionale. Per i metalli la decontaminazione<br />
è pressoché impossibile.<br />
Relativamente alle parti metalliche che potrebbero<br />
essere state intaccate nella loro microstruttura<br />
dal flusso neutronico, ma che non<br />
risultano radioattivate con uno dei processi di<br />
trasmutazione a suo tempo descritti, il processo<br />
di riciclo è semplice. SOGIN è responsabile<br />
dei materiali metallici sino a che questi<br />
Fase<br />
di smantellamento<br />
rotore della Centrale<br />
nucleare<br />
di Garigliano.<br />
s s s<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Dicembre 2022
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
SCARTI RADIOATTIVI<br />
Bidoni contenenti<br />
rifiuti radioattivi<br />
non recuperabili<br />
e destinati al Deposito<br />
Nazionale.<br />
non sono fusi, in una proporzione di uno a dieci<br />
con altri rottami. La fonderia deve poi rilasciare<br />
un attestato che certifichi la correttezza della<br />
procedura adottata. Il metallo derivante è utilizzabile<br />
senza restrizioni. La legge italiana<br />
non ammette il rilascio di alcun materiale radioattivato.<br />
In Germania, per esempio, invece<br />
il metallo a bassa attività può essere riutilizzato,<br />
di solito in installazioni nucleari.<br />
Il radioattivo che “scappa”…<br />
In Italia, ogni impianto che tratta rifiuti potenzialmente<br />
radioattivi, come le fonderie, deve<br />
controllare il materiale in entrata con un rilevatore<br />
di radiazioni. Nonostante ciò, in certi<br />
casi il materiale radioattivo entra comunque<br />
nel ciclo. La sua provenienza non è da centrali<br />
dismesse ma da fonti più prosaiche e diffuse.<br />
Le sorgenti più comuni di radioattività che possono<br />
finire nei rottami metallici sono infatti<br />
quadranti o altre parti di strumentazione<br />
scientifica di varia natura, contenenti radio<br />
226; tubi da prospezioni minerarie, con incrostazioni<br />
di radionuclidi naturali, anch’essi con<br />
radio 226; vecchi parafulmini contenenti radio<br />
226 o americio 241; sorgenti per uso industriale<br />
o medico con cesio 137 o cobalto 60.<br />
Se una di queste sorgenti viene fusa insieme<br />
al normale rottame si può avere contaminazione<br />
dell’impianto, delle scorie, delle polveri<br />
di abbattimento dei fumi o del prodotto. Di solito<br />
la contaminazione viene rilevata dai controlli<br />
radiometrici su scorie e polveri. Nelle<br />
acciaierie, la fusione di cesio 137 contamina<br />
l’impianto d’abbattimento fumi e le polveri,<br />
mentre la fusione di cobalto 60 contamina il<br />
prodotto finito. Nelle fonderie di alluminio e<br />
piombo invece la fusione di cesio 137 o di radio<br />
226 contamina i forni fusori e le scorie. In generale<br />
le conseguenze di questi incidenti sono<br />
nulle per l’ambiente ma molto rilevanti in termini<br />
economici per le aziende, perché implicano<br />
arresto dell’attività produttiva, forni e<br />
macchine da smantellare o decontaminare,<br />
materiali da smaltire o stoccare e gestire,<br />
spese legali, ecc. e generano grandi volumi<br />
di materiale contaminato. Secondo il ben fatto<br />
sito di ARPA Lombardia, dal 1990 al 2018 si<br />
sono avuti 12 fusioni accidentali negli impianti<br />
della regione, la <strong>maggio</strong>r parte prima del<br />
2000. Col progredire delle prestazioni dei rilevatori,<br />
gli incidenti hanno riguardato sorgenti<br />
a bassa attività, che più facilmente riescono<br />
a sfuggire.<br />
…anche tra gli indifferenziati<br />
Un altro possibile processo che può essere<br />
interessato da contaminazione radioattiva è<br />
la termovalorizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati.<br />
Diciamo subito che non solo si<br />
tratta di casi molto rari e che anche nel caso<br />
dei termovalorizzatori il materiale in entrata<br />
è sottoposto a controlli radiometrici, ma anche<br />
che la stragrande <strong>maggio</strong>ranza dei materiali<br />
radioattivi ritrovati dagli inceneritori<br />
tra i rifiuti è costituita da dispositivi igienici<br />
monouso per pazienti incontinenti (pannoloni)<br />
di persone che sono state sottoposte a esami<br />
o terapie mediche con somministrazione di<br />
radiofarmaci e non sono ricoverate (altrimenti<br />
sarebbe gestiti come rifiuti ospedalieri). La<br />
contaminazione è di solito da iodio 131, molto<br />
diffuso e caratterizzato da un tempo di dimezzamento<br />
(8 giorni circa) tale per cui la<br />
radioattività nei rifiuti permane ed è rilevabile<br />
per diverse settimane. Questi rifiuti vengono<br />
isolati e lasciati decadere per 40 giorni al termine<br />
dei quali la loro radioattività scende sotto<br />
il fondo naturale e vengono trattati come<br />
rifiuti ordinari.<br />
Ma come vengono gestiti normalmente le<br />
sorgenti radioattive dismesse che provocano<br />
tali incidenti? Ne parleremo nella terza parte<br />
di questa serie.<br />
l<br />
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Maggio <strong>2023</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
14 PRIMO PIANO PRODOTTI TESSILI<br />
CHE FINE HA FATTO?<br />
PRIMO PIANO<br />
15<br />
Luci e ombre nello schema<br />
di decreto EPR per i tessili<br />
Lo schema di decreto EPR per i rifiuti tessili, predisposto<br />
dal Ministero dell’Ambiente, ha terminato recentemente<br />
la fase di consultazione. E rimangono spazi di miglioramento<br />
Alessandro Marangoni, economista<br />
e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />
Althesys, società professionale indipendente<br />
specializzata nella consulenza strategica<br />
e nello sviluppo di conoscenza.<br />
Opera con competenze di eccellenza nei<br />
settori chiave di ambiente, energia,<br />
infrastrutture e utility, nei quali assiste<br />
imprese e istituzioni.<br />
La misura mostra vari spunti interessanti<br />
ma anche possibili criticità. Le disposizioni<br />
si applicano “ai soggetti della filiera dei prodotti<br />
tessili che producono e immettono sul mercato<br />
le categorie di prodotti finiti di abbigliamento,<br />
calzature, accessori, pelletteria e tessili per la<br />
casa”, che esclude, tra gli altri, materassi e giocattoli.<br />
Lo scopo vorrebbe essere quello di rendere<br />
il flusso di rifiuti il più omogeneo possibile. I produttori<br />
sono tenuti ad istituire sistemi per l’adempimento<br />
dei propri obblighi, prevedendo la creazione<br />
di un soggetto, il Centro di Coordinamento<br />
per il Riciclo dei Tessili (CORIT), per garantire e<br />
coordinare il ritiro dei rifiuti conferiti.<br />
WAS è il think tank italiano sul comparto del waste management e del riciclo sviluppato<br />
da Althesys. Monitora da anni il settore, coglie i trend evolutivi, analizza le strategie<br />
aziendali e indirizza le policy. In questa fase di rapida trasformazione, che sempre<br />
più richiede analisi e riflessioni attente, Staffetta Quotidiana e Althesys hanno deciso<br />
di collaborare per fornire ai lettori analisi e approfondimenti sui temi chiave<br />
per il comparto e gli operatori.<br />
Alessandro Marangoni<br />
Gli anelli deboli della catena<br />
Concentrandosi sui prodotti finiti, il decreto non<br />
considera l’intera filiera a monte, che include i<br />
produttori di fibre, filati, tessuti, semilavorati, complementi<br />
di arredo e accessori per prodotti finiti.<br />
Resta così nelle mani di produttori e distributori<br />
che immettono per la prima volta sul mercato italiano<br />
la responsabilità di verificare che i propri fornitori<br />
operino riducendo il più possibile l’impatto<br />
ambientale. Tuttavia, resta fondamentale definire<br />
chiaramente il ruolo dei compliance scheme all’interno<br />
della filiera e stabilire requisiti minimi di<br />
qualità e quantità per i flussi.<br />
Pare positivo, invece, che sia prevista una modulazione<br />
del contributo “in base ai criteri di prestazione<br />
ambientale dei prodotti tessili”, tra cui “la<br />
composizione materiale del prodotto, l’uso di fibre<br />
riciclate nella fabbricazione e l’indice di riparabilità/riutilizzabilità”.<br />
Chiave è anche la progettazione eco-sostenibile<br />
che dovrebbe mirare all’impiego di fibre tessili naturali<br />
e di materiali biocompatibili, l’eliminazione<br />
di sostanze pericolose e il prolungamento della<br />
vita utile.<br />
Le problematiche<br />
Tra i punti critici vi è che non sono precisate le<br />
modalità di controllo, né è definito un quadro<br />
sanzionatorio adeguato per i produttori e i distributori<br />
che operano con l’e-commerce, dando<br />
luogo a possibili fenomeni di elusione. Il decreto<br />
stabilisce, inoltre, che il successivo conferimento<br />
avvenga nei Centri comunali, senza tuttavia dare<br />
disposizioni più precise, con il rischio che i prodotti<br />
tessili raccolti siano inquinati dalla presenza<br />
di altri materiali.<br />
Nel complesso, il provvedimento presenta luci e<br />
ombre. Rimangono quindi spazi di miglioramento<br />
per creare un sistema EPR efficace in grado di trovare<br />
un equilibrio tra l’attuale configurazione dell’intera<br />
filiera tessile e gli obiettivi di riuso-riciclo,<br />
disegnando un sistema sostenibile sia dal punto<br />
di vista industriale che ambientale.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Un anno fa davamo conto sulla rivista della<br />
possibilità di estrarre il litio dalle sorgenti<br />
idrotermali e che, soprattutto, ciò fosse<br />
possibile anche in Italia. Al momento di scrivere<br />
la società Vulcan Energy aveva ottenuto un permesso<br />
di tipo esplorativo nell’area detta di Cesano<br />
nei pressi del Lago di Bracciano a nord di Roma.<br />
L’azienda ha a disposizione cinque pozzi già scavati<br />
nel 1975 e tre anni per capire la consistenza delle<br />
riserve del minerale (che sotto forma di sali si trova<br />
disciolto nell’acqua ad alta temperatura) ubicate<br />
ad una profondità di circa un chilometro e mezzo<br />
e fino a quattro chilometri.<br />
Tutti lo vogliono<br />
La novità più rilevante è data da Enel Green Power,<br />
che è evidentemente attratta dalle potenzialità derivanti<br />
dal contratto già firmato da Vulcan con<br />
Stellantis per 99.000 tonnellate di idrossido di litio<br />
entro il 2026, che sarà impiegato nella costruzione<br />
di batterie (il costruttore sarebbe la francese SAFT).<br />
Anche l’altra società, l’australiana Altamin - che<br />
ha individuato la zona a nord di Roma come una<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Litio geotermico<br />
italiano.<br />
Un anno dopo<br />
Start up, idee geniali e “circolari”.<br />
Ma a distanza di tempo che fine hanno fatto?<br />
sorgente di litio geotermico - ha fatto passi avanti.<br />
Dopo la concessione esplorativa per l’area di<br />
Campagnano con un solo pozzo, è arrivata quella<br />
di Santa Maria in Galeria, dove già esistono tre pozzi.<br />
Altamin ha chiesto altre due concessioni, una<br />
nel territorio di Ferento, nel Viterbese, caratterizzato<br />
da sorgenti idrotermali e una solfatara; ed<br />
una a Latera, sempre nel viterbese ma ad ovest<br />
del Lago di Bolsena. Per la prima, l’azienda ha ottenuto<br />
l’esenzione della Valu tazione dell’impatto<br />
ambientale, mentre la seconda sembra indietro.<br />
Uno dei motivi sembra essere proprio la centrale<br />
geotermica a scarico libero - costruita dall’ENEL<br />
a Latera - in attività per solo un anno (tra il 1999<br />
ed il 2000) dopo ritardi epocali, e subito chiusa per<br />
emissione di acido solfidrico e ossidi di azoto. Esiste<br />
un progetto in essere dal 2017 per una nuova centrale,<br />
ma con l’opposizione dei sindaci locali. C’è<br />
da dire, che ad oggi, la concessione mineraria per<br />
l’estrazione del litio potrebbe contare su ben 22<br />
pozzi scavati a suo tempo da ENEL e che, prevedendo<br />
la filtrazione del minerale e la reimmissione<br />
dell’acqua, avrebbe un impatto molto diverso. l
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
16 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
TQRIF<br />
TQRIF<br />
PRIMO PIANO<br />
17<br />
di Andrea Ballabio,<br />
Donato Berardi<br />
e Nicolò Valle<br />
Il Laboratorio REF<br />
Ricerche è un think<br />
tank che intende riunire<br />
selezionati<br />
rappresentanti del<br />
mondo dell´impresa,<br />
delle istituzioni e della<br />
finanza al fine di<br />
rilanciare il dibattito sul<br />
futuro dei Servizi<br />
Pubblici Locali.<br />
Pillole dal Laboratorio<br />
Il 1° gennaio <strong>2023</strong> è entrato in vigore il Testo unico<br />
per la regolazione della qualità del servizio di gestione<br />
dei rifiuti urbani, con cui ARERA disciplina la qualità<br />
contrattuale e alcuni aspetti di quella tecnica<br />
Entro il 31 marzo 2022, gli ETC (Enti territorialmente<br />
competenti) dovevano<br />
collocare le gestioni nella matrice degli<br />
schemi regolatori. Da tale scelta, discendono<br />
gli obblighi e gli standard di qualità applicabili<br />
per il periodo 2022-20<strong>25</strong>, l’intero orizzonte<br />
del PEF. La valutazione si doveva basare su<br />
quanto previsto nel Contratto di servizio e/o<br />
nella Carta della qualità vigente, fornendo<br />
quindi una fotografia dello stato dell’arte della<br />
qualità del servizio nel Paese.<br />
IL POSIZIONAMENTO DELLE GESTIONI NEGLI SCHEMI REGOLATORI<br />
% sul totale della popolazione*<br />
4%<br />
13%<br />
* Campione a copertura del 48% della popolazione<br />
I II III IV<br />
5%<br />
77%<br />
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati interni<br />
Lo scenario<br />
Da una ricognizione del Laboratorio REF<br />
Ricerche (su un numero di ETC rappresentante<br />
il 48% della popolazione italiana), si<br />
evidenzia che il 77% della popolazione risiede<br />
in territori affidati a gestori ricadenti nello<br />
Schema I, il livello più basso della qualità del<br />
servizio. Seguono gli Schemi III e II, corrispondenti<br />
ad un livello di qualità intermedio,<br />
rispettivamente con il 13% e il 4% della popolazione,<br />
e infine lo Schema IV, con livelli<br />
avanzati rinvenibili solo in gestioni che servono<br />
il 5% della popolazione. Il quadro che<br />
emerge sembra suggerire che il livello di<br />
partenza della qualità del servizio erogato<br />
nel Paese è sostanzialmente basso, non adeguato<br />
rispetto agli obblighi minimi previsti<br />
dal TQRIF. Lo spaccato per area geografica<br />
consente di leggere alcune tendenze diversificate,<br />
relative in particolare alle motivazioni<br />
che hanno informato gli ETC.<br />
Peculiare è il dato del Nord Italia, dove il 79%<br />
della popolazione del campione si colloca<br />
nello Schema I, con una diffusione quindi del<br />
livello qualitativo basico anche superiore a<br />
quella media dell’intero campione. Il dato<br />
appare non coerente, almeno per il versante<br />
della qualità tecnica, con le performances<br />
di raccolta differenziata, pari nel 2021 al 71%<br />
al Nord, contro il 60,4% del Centro e il 55,7%<br />
del Sud e Isole.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
IL POSIZIONAMENTO DELLE GESTIONI NEGLI SCHEMI REGOLATORI PER MACROAREA<br />
% sul totale della popolazione della macroarea*<br />
* Copertura campione: Nord 51%, Centro 69%, Sud e Isole 32%<br />
TQRIF, timido inizio?<br />
In alcuni casi, l’adesione allo Schema I può<br />
essere interpretata come la volontà di limitare,<br />
almeno in sede di prima applicazione,<br />
l’onere in capo ai Comuni per gli adempimenti<br />
conseguenti.<br />
Una seconda spiegazione è legata alla situazione<br />
economica e alle dinamiche inflattive,<br />
laddove ETC e aziende, hanno deciso di<br />
posporre i costi connessi agli oneri di rendicontazione<br />
e di rimandare gli investimenti<br />
in sistemi informativi e informatici, che non<br />
si traducono in via diretta in un miglioramento<br />
della qualità.<br />
Tra i punti di forza, il TQRIF ha indubbiamente<br />
posto le condizioni per l’avvio di un processo<br />
di convergenza e omogeneizzazione<br />
della qualità. Il TQRIF consente poi di portare<br />
una <strong>maggio</strong>re trasparenza circa gli oneri<br />
connessi al miglioramento del servizio. In<br />
terzo luogo, la regolazione della qualità rappresenta<br />
una leva per promuovere nuovi investimenti<br />
nel settore, specie nella digitalizzazione<br />
e per la riorganizzazione dei<br />
processi. Infine, la compliance al TQRIF fornisce<br />
anche una spinta indiretta verso l’aggregazione<br />
industriale, il completamento<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
16%<br />
5%<br />
79%<br />
I II III IV<br />
19%<br />
16%<br />
65%<br />
2%<br />
7%<br />
90%<br />
Nord Centro Sud e Isole<br />
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati interni<br />
della governance e il passaggio da logiche<br />
tributarie a corrispettive.<br />
I punti di debolezza emersi sinora sono speculari<br />
ai punti di forza, trattandosi di un modello<br />
regolatorio che ha creato molte difficoltà<br />
di implementazione negli Enti locali e,<br />
più in generale, presso le gestioni di minori<br />
dimensioni e meno strutturate in termini di<br />
competenze.<br />
Un’ulteriore criticità è la difficoltà per i<br />
Comuni, laddove gestori «in economia» del<br />
servizio, nel rispondere agli adempimenti richiesti<br />
dal TQRIF, perché ciò si può tradurre<br />
in <strong>maggio</strong>ri costi in capo ai cittadini per<br />
adempiere ad alcuni obblighi (Es: servizio di<br />
contatto telefonico). Inoltre, sono emerse delle<br />
problematiche nell’implementazione del<br />
disegno regolatorio laddove la governance è<br />
incompleta (EGATO non individuati o non operativi)<br />
o dove il ruolo dell’ETC coincide con il<br />
Comune. Infine, nel 2022 l’attività dei gestori<br />
è stata fortemente influenzata dall’aumento<br />
dell’inflazione e dal rincaro dei costi energetici<br />
(si veda <strong>Waste</strong> n.24, pag. 14) e dei materiali<br />
che ha eroso spazi in tariffa potenzialmente<br />
destinabili al miglioramento della<br />
qualità.<br />
l<br />
Per approfondire<br />
Qualità del servizio<br />
di gestione dei rifiuti<br />
urbani: fissati i livelli<br />
minimi delle prestazioni<br />
Position Paper n. 235 -<br />
Laboratorio REF,<br />
marzo <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
18 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
ANGOLO INNOVAZIONE<br />
NATURAL ATTITUDE<br />
DA 40 ANNI SOLUZIONI E TECNOLOGIE PER IL RECUPERO DEI RIFIUTI<br />
RECYCLINGSOLUTION<br />
App e Startup<br />
Eliana Puccio<br />
La tecnologia può essere un ottimo alleato dell’uomo, anche<br />
nella raccolta differenziata. Spazio quindi ad app, idee, piccole<br />
imprese che generano nuove opportunità di business sostenibile.<br />
Iniziative che possono semplificare il nostro quotidiano<br />
SMART<br />
RICICLA<br />
SmartRicicla è la guida<br />
per la raccolta<br />
differenziata in Italia.<br />
Questa app ti consente di<br />
conferire nel modo giusto i<br />
rifiuti, aiutandoti con una<br />
semplice interfaccia<br />
organizzata per categorie<br />
e calendario settimanale,<br />
potrai anche visualizzare<br />
la mappa dei punti di<br />
raccolta, le note di<br />
conferimento dei rifiuti e<br />
le news del comune, il<br />
dizionario dei simboli e il<br />
rifiutologo. Vai in vacanza<br />
o ti sposti per lavoro?<br />
Scaricando l'app così<br />
saprai sempre fare la<br />
differenziata. L'elenco dei<br />
Comuni è in continuo<br />
aggiornamento. Per<br />
ognuno è possibile<br />
visualizzare il programma<br />
giornaliero della raccolta,<br />
oltre ad altre funzioni,<br />
quali il Rifiutologo, la<br />
mappa con le isole<br />
ecologiche. L'app ha un<br />
dizionario dei rifiuti che<br />
permette di avere tutte<br />
le informazioni utili<br />
per separare<br />
correttamente i rifiuti.<br />
Esiste anche una<br />
mappa delle isole<br />
ecologiche per<br />
consultare la posizione<br />
e gli orari di apertura<br />
degli ecocentri comunali.<br />
CESARO<br />
UM 320<br />
PROFESSIONAL<br />
WORKING<br />
& LONG LIFE<br />
Scopri il nuovo miscelatore<br />
industriale per processi<br />
di digestione anaerobica,<br />
compostaggio e bonifiche.<br />
ARABAT<br />
Arabat è una startup originaria<br />
di Foggia, nata da un’idea di<br />
Raffaele Nacchiero, Leonardo<br />
Binetti, Giovanni Miccolis,<br />
Vincenzo Scarano e Leonardo<br />
Renna.<br />
L’azienda ricicla le batterie<br />
con le bucce di arancia e<br />
l'acido citrico,<br />
rivoluzionando il<br />
trattamento del<br />
processo<br />
idrometallurgico delle<br />
batterie al litio a fine<br />
vita e rendendolo così<br />
più sostenibile.<br />
L’obiettivo dell’impresa è quello di<br />
reintrodurre nel mercato tali<br />
risorse, ottenute in modo<br />
sostenibile e circolare e venderle a<br />
un prezzo di mercato competitivo.<br />
Sviluppando anche altri processi<br />
circolari innovativi, l'azienda<br />
produce energia rinnovabile e<br />
fornisce consulenza professionale<br />
per la green economy.<br />
La soluzione di AraBat è di<br />
idrometallurgia già impiegata da<br />
imprese come la Recupyl oppure<br />
Aea Technology, con una formula<br />
green, appunto acido citrico<br />
potenziato da scarto agrumario,<br />
vegetale o un mix di entrambi.<br />
CESAROMACIMPORT.COM<br />
w G J K<br />
Maggio <strong>2023</strong>
20 ECONOMIA CIRCOLARE NUOVI MATERIALI<br />
NUOVI MATERIALI<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
21<br />
CircolarMente<br />
Appuntamento con lo spazio dedicato<br />
ai materiali circolari, risorse materiche molto<br />
spesso frutto di processi di riciclo e valorizzazione.<br />
Protagonista di questo numero è il sughero<br />
Marco Capellini<br />
matrec.com<br />
Prevalentemente presente nell’area mediterranea,<br />
il sughero è un materiale<br />
naturale, leggero, riciclabile ma soprattutto<br />
rinnovabile. Nella <strong>maggio</strong>r parte<br />
dei casi viene impiegato sughero proveniente<br />
direttamente dalla corteccia, ma sono diverse<br />
le aziende a livello internazionale, che hanno<br />
avviato un programma di recupero dei tappi<br />
delle bottiglie in sughero e che lavora sughero<br />
riciclato, pre e post-consumo.<br />
Le tante applicazioni<br />
Si tratta di un materiale circolare ipoallergenico,<br />
imputrescibile, resistente all’umidità,<br />
al calore ed al fuoco, chimicamente neutro,<br />
isolante termico ed acustico, particolarmente<br />
elastico, morbido e resistente nel tempo. Le<br />
sue qualità intrinseche lo rendono adatto a<br />
ricoprire diverse funzioni per molteplici applicazioni<br />
in diversi settori.<br />
Come applicazione principale il sughero viene<br />
impiegato in granuli puri pressati in blocchi<br />
e forme monolitiche, utilizzato soprattutto<br />
nel mondo del design e dell’isolamento, negli<br />
anni più recenti ha trovato un nuovo slancio<br />
nel mercato grazie allo sviluppo di applicazioni<br />
innovative in conglomerazione con altri<br />
materiali, accoppiato o miscelato per incrementarne<br />
le performance, ad esempio con<br />
legno e gomma.<br />
Grazie al suo aspetto “naturale” viene utilizzato<br />
anche come tessuto per abbigliamento<br />
o per calzature, con trattamenti superficiali<br />
o colorazione che conferiscono al materiale<br />
una texture dinamica e creativa.<br />
DNA più che verde<br />
Il sughero viene raccolto a mano dalla corteccia<br />
esterna della quercia circa ogni nove<br />
anni senza danneggiare in alcun modo l'albero,<br />
che può vivere fino a 200 anni senza la<br />
necessità di input chimici.<br />
È importante poi tenere in considerazione<br />
che le foreste da cui deriva questo materiale<br />
circolare sono in grado di assorbire importanti<br />
quantità di CO2 ogni anno, rivestendo<br />
un ruolo fondamentale nel contribuire agli<br />
obiettivi ambientali identificati dalla Com -<br />
missione Europea nel documento della Tas -<br />
sonomia, garantendo la mitigazione degli effetti<br />
dei cambiamenti climatici e la tutela degli<br />
ecosistemi.<br />
La procedura di lavorazione è abbastanza<br />
semplice: partendo dalla corteccia il sughero<br />
viene macinato in granuli con diametro che<br />
varia tra i 2 e 4/5 mm, per poi essere espanso<br />
mediante il vapore a temperature che si aggirano<br />
sui 330°- 360°C.<br />
Successivamente il granulo è sottoposto ad<br />
un processo di pressatura che permette di<br />
ottenere diversi spessori a seconda delle<br />
modalità d’uso. Come legante viene sfruttata<br />
la presenza della suberina, la resina del sughero.<br />
Il sughero è un materiale che deve ancora<br />
esprimere molte delle sue potenzialità in termini<br />
di applicazioni e di processi di lavorazione.<br />
L’organicità del materiale e le caratteristiche<br />
tecniche ed estetiche sono il vero<br />
punto di forza per nuovi impieghi che possono<br />
favorire l’utilizzo di manufatti ambientalmente<br />
sostenibili in sostituzione di altri ad elevato<br />
impatto ambientale. La creatività dei designer<br />
e la ricerca applicata delle imprese possono<br />
favorire questo processo di crescita.<br />
Tra i materiali circolari alternativi a quelli tradizionalmente<br />
impiegati, fanno capolino varie<br />
proposte interessanti presenti sul mercato e<br />
selezionate da MATREC – Sustainable<br />
Materials & Trends, il primo Osservatorio<br />
Internazionale per l’innovazione Sostenibile<br />
di materiali e prodotti:<br />
Il copyright delle<br />
immagini appartiene<br />
alle aziende menzionate.<br />
DECORK Pannello<br />
realizzato in<br />
sughero naturale<br />
lavorato con fresa<br />
CNC a 4 assi, che<br />
permette di<br />
personalizzare la<br />
superficie con ogni<br />
tipo di texture e<br />
forma 3D.<br />
Caratterizzato da ottime proprietà di fonoassorbenza<br />
e anti-riverbero, viene<br />
utilizzato come pannello di rivestimento<br />
decorativo.<br />
(tecnosugheri.it)<br />
THERMOCORK<br />
Materiale realizzato<br />
con una miscela di<br />
sughero ed EVA,<br />
appositamente<br />
formulato per<br />
consentire la<br />
possibilità di<br />
termoformatura<br />
meccanica e sotto<br />
vuoto. Trova impiego<br />
nella realizzazione di<br />
componenti per il<br />
settore fashion.<br />
(sacecomponents.com)<br />
CORKLEAF – LAMINATI E VERNICIATI Tessuto<br />
costituito da un foglio in sughero naturale, montato<br />
su un supporto tessile in cotone e poliestere. La<br />
superficie può essere verniciata con tecniche e colori<br />
diversi, lucidi, opachi, spugnati e perlati, oppure<br />
laminata con lamine trasferite a caldo, parziali, totali<br />
e a specchio. Trova impiego nella realizzazione di<br />
accessori moda. (sacecomponents.com)<br />
CORK FABRIC Tessuto realizzato in sughero<br />
naturale, accoppiato ad un rivestimento<br />
superficiale in PU o componenti a base d'acqua<br />
ed una base in cotone o poliestere. Cucibile e<br />
caratterizzato da un buon isolamento termico ed<br />
acustico, trova impiego nella realizzazione di<br />
arredi ed accessori moda.<br />
(jpscorkgroup.com)<br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
22 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
DECOMMISSIONING<br />
DECOMMISSIONING<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
23<br />
Anche le trivelle<br />
e la caldaia G300<br />
sono state<br />
demolite<br />
per recuperare<br />
ogni parte<br />
metallica.<br />
Il camino snox<br />
è stato<br />
smantellato<br />
evitando<br />
interferenze<br />
con altre fasi<br />
di lavorazione<br />
e assicurando<br />
il futuro riutilizzo<br />
dei materiali.<br />
La transizione è circolare<br />
Eni Rewind è impegnata nella demolizione di impianti<br />
e strutture nel sito industriale di Gela. In cantiere<br />
si lavora per massimizzare il recupero dei materiali<br />
Il processo di riqualificazione dei siti industriali<br />
richiede, in molti casi, lo smantellamento degli<br />
impianti già dismessi o da avviare alla dismissione.<br />
Sono interventi di grande complessità,<br />
non solo ingegneristica, ma anche per la<br />
conseguente gestione dei rifiuti derivanti dalla<br />
bonifica e dalle demolizioni delle strutture.<br />
In questo ambito Eni Rewind, la società ambientale<br />
di Eni, ha maturato un’esperienza in numerosi<br />
cantieri di differente tipologia impiantistica,<br />
arrivando a sviluppare standard progettuali che<br />
si avvalgono di tecnologie specifiche e finalizzate<br />
a massimizzare il recupero dei singoli materiali,<br />
riducendo l’invio dei rifiuti in discarica, in linea<br />
con i principi dell’economia circolare.<br />
Un metodo che nel sito di Gela, dove la società<br />
opera nelle aree di sua proprietà e su mandato<br />
di RaGe, acronimo della società Eni Raffineria<br />
di Gela, si sta concretizzando con il completamento<br />
delle demolizioni degli ex impianti legati<br />
alla raffinazione, nel pieno rispetto del cronoprogramma<br />
previsto dal Protocollo d’Intesa siglato<br />
nel 2019 e in linea con la strategia di transizione<br />
energetica di Eni.<br />
Per il camino Snox, la vecchia Torcia, le trivelle<br />
e la caldaia G300 si è proceduto principalmente<br />
tramite smontaggio top-down, evitando interferenze<br />
con altre unità operative e assicurando il<br />
futuro riutilizzo dei materiali.<br />
Si massimizza<br />
La demolizione di queste strutture ha prodotto circa<br />
6.000 tonnellate di rottami metallici, motori e<br />
cavi elettrici inviati a recupero che potranno trovare<br />
una seconda vita nei settori civile e industriale.<br />
Entro il <strong>2023</strong> si completeranno le demolizioni<br />
delle caldaie dell’ex centrale termoelettrica G100<br />
e G200 e saranno avviati i lavori per il camino quadricanne.<br />
Tutti questi interventi sono destinati a<br />
cambiare lo skyline dell’area industriale di Gela,<br />
trattandosi di impianti dal forte impatto visivo, riconoscibili<br />
e identificabili anche a distanza. l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
24 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />
WASTE SEGNALA<br />
GLI APPUNTAMENTI<br />
DA NON PERDERE<br />
La sessione di conferenza vedrà<br />
Interventi sull’impatto della ricerca di<br />
<strong>maggio</strong>re sostenibilità sul design dei<br />
mezzi di trasporto; sui principi del<br />
Design for disassembly e del Design<br />
for environment nel mondo automotive;<br />
sulla questione dei materiali, ossia<br />
materiali da riciclo o materiali riciclabili<br />
per l’automobile?, affidato al<br />
nostro collaboratore fisso Marco<br />
Capellini, CEO di MATREC; lo smantellamento<br />
delle auto e il riciclo dei<br />
pezzi di ricambio; un focus sulla ricostruzione<br />
degli pneumatici, che a ben<br />
vedere rientra nei principi del meglio<br />
riparare che sostituire.<br />
Non poteva mancare per finire il riciclo<br />
e il riuso delle batterie, di cui parleremo<br />
più in profondità nel prossimo numero.<br />
Maggiori dettagli sulla sessione e<br />
sull’evento complessivo sono reperibili<br />
sul sito:<br />
www.ngmobility.it<br />
Una nuova<br />
generazione<br />
Appuntamento il 13 e 14 giugno a Torino al Centro Congressi<br />
dell’Unione Industriali con la terza edizione di Next<br />
Generation Mobility, un evento dedicato alla mobilità individuale<br />
e collettiva di nuova generazione che seguiamo per<br />
l’attenzione che dedica alle tematiche dell’economia circolare<br />
nell’industria della produzione di mezzi di trasporto.<br />
Un’intera sessione sarà dedicata a questi argomenti, e precisamente<br />
“Economia circolare della mobilità: design, materiali, riciclo”,<br />
per una mobilità senza sprechi, che è in programma il 13<br />
giugno in chiusura di giornata. La filosofia di fondo del panel è<br />
la constatazione che la mobilità può essere “verde” non solo se<br />
si adotta una modalità di propulsione a basso impatto ecologico<br />
o se si utilizzano mezzi in condivisione: la mobilità deve essere<br />
sostenibile a partire della progettazione e produzione dei veicoli.<br />
La filiera della mobilità gioca un ruolo fondamentale sull’impatto<br />
ambientale del settore: dal design alla scelta dei materiali, dal<br />
disassemblaggio, al riciclo dei materiali fino alla disponibilità dei<br />
pezzi di ricambio per procrastinare il fine vita dei mezzi.<br />
www.ngmobility.it<br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
26 ENERGIA Soluzioni<br />
LESSICO DELLE TECNOLOGIE<br />
LESSICO DELLE TECNOLOGIE<br />
ENERGIA<br />
27<br />
Ciclo di Rankine organico<br />
Take, make, waste? Naaaaa<br />
Marco Comelli<br />
Un piccolo glossario per comprendere i concetti relativi<br />
al design for recycling delle plastiche e al ciclo di Rankine<br />
organico. Approcci che consentono rispettivamente<br />
di minimizzare i rifiuti e valorizzare il calore a bassa temperatura<br />
Per la rubrica sulla nomenclatura relativa al mondo del waste, su questo numero viene<br />
spiegato come sia sempre più utilizzato - in tema plastiche - l’approccio alla progettazione<br />
del materiale e come il ciclo termodinamico a combustione interna possa essere la<br />
chiave per recuperare gli scarti termici.<br />
l<br />
Dal fisico scozzese William Rankine<br />
che lo inventò e lo mise a punto nel<br />
corso degli anni 50 del XIX secolo,<br />
è un ciclo termodinamico a combustione<br />
esterna, ossia dove la sorgente<br />
di energia (calore) è separata<br />
dal fluido la cui espansione consente<br />
di convertire l’energia in lavoro.<br />
Le macchine a vapore sono applicazioni<br />
del ciclo Rankine, sia nella<br />
forma a pistone e stantuffo (alternative)<br />
che in quella a turbina. Il<br />
fluido utilizzato più comune è l’acqua,<br />
che nel passaggio dallo stato<br />
liquido a quello gassoso (vapore<br />
secco saturo) aumenta di oltre 1700<br />
volte di volume. L’acqua possiede<br />
anche un’entalpia elevata, ossia è<br />
in grado di immagazzinare molta<br />
energia termica, con lo svantaggio<br />
che l’energia necessaria per portare<br />
ad ebollizione una certa quantità<br />
d’acqua è pari a cinque volte<br />
quella necessaria per portarla da<br />
0 a 100 gradi. Questo, e il punto di<br />
ebollizione di 100 gradi centigradi<br />
alla pressione atmosferica del livello<br />
del mare, rendono il ciclo di<br />
Rankine ad acqua poco adatto a<br />
sfruttare le sorgenti a temperatura<br />
e capacità termica bassa (tipiche<br />
per esempio degli scarti o cascami<br />
termici). Ma utilizzando un fluido<br />
che ha un punto di ebollizione inferiore,<br />
che di solito è organico - per<br />
esempio alcuni idrocarburi come il<br />
propano, il pentano o l’isobutano -<br />
è invece possibile far funzionare<br />
una turbina con il fluido vaporizzato.<br />
Essendo poca l’energia a monte, è<br />
necessario che tutta la macchina<br />
sia la più semplice possibile e che<br />
la parte di conversione dell’energia<br />
del vapore in energia meccanica<br />
che fa ruotare il generatore elettrico<br />
sia la più efficiente possibile. Di<br />
solito si tratta di turbine assiali e<br />
radiali a flusso centripeto. L’italiana<br />
EXERGY, oggi di proprietà cinese,<br />
è stata la prima ad introdurre la<br />
turbina radiale centrifuga (Radial<br />
Outflow Turbine o ROT). Esistono<br />
anche macchine ORC che utilizzano<br />
espansori volumetrici al posto delle<br />
turbine, sfruttando la dilatazione<br />
del fluido e non la sua quantità di<br />
moto per convertire energia termica<br />
in lavoro meccanico.<br />
Oggi le macchine ORC arrivano a<br />
potenze di anche 20 MW, ma le applicazioni<br />
al recupero degli scarti<br />
termici sono più piccole.<br />
Design for recycling (delle plastiche)<br />
Normalmente si riferisce alla progettazione di un prodotto<br />
affinchè sia più semplice da riciclare, per esempio scegliendo<br />
determinate modalità di assemblaggio, e riducendo<br />
il numero dei materiali diversi che lo compongono.<br />
Di recente l’idea si è allargata al modo in cui un determinato<br />
materiale viene prodotto. Nel caso delle plastiche,<br />
alcune di esse, il gruppo delle poliolefine, ossia il polipropilene<br />
e il polietilene, nei processi di produzione attuali<br />
vedono impiegati degli additivi che creano problemi complessi<br />
in fase di riciclo. Interferiscono per esempio nei<br />
processi termici di liquefazione e re-iniezione, oppure avvelenano<br />
i catalizzatori nei processi di decomposizione.<br />
Una serie di ricerche sono in corso per portare a livello industriale<br />
processi di produzione che danno poliolefine pure<br />
senza l’uso di additivi, utilizzando tecniche come la polimerizzazione<br />
multi sito e sistemi di stampa a iniezione<br />
come quello a baderna oscillante. Plastiche pure di questo<br />
tipo possono essere depolimerizzate e ripolimerizzate con<br />
processi catalitici a bassa temperatura tipo Ziegler-Natta.<br />
Vista la quantità di polielefine prodotta ogni anno nel mondo<br />
- 200 milioni di tonnellate in totale - un passaggio a processi<br />
che evitino l’uso di additivi sarebbe probabilmente il singolo<br />
sviluppo più impattante sulla circolarità della plastica senza<br />
ricorso a tecnologie non ancora provate.<br />
Il settore delle plastiche bio-based è particolarmente<br />
adatto all’applicazione del concetto di “design for recycling”.<br />
Essendo in gran parte “designer plastics”, ossia<br />
progettate partendo da complessi chimici semplici provenienti<br />
da bioprocessi, spesso non disponibili in petrolchimica,<br />
strategie di “progettazione” acconce possono<br />
risultare in nuovi materiali con caratteristiche simili o superiori<br />
a quelli tradizionali ma riciclabili via depolimerizzazione-ripolimerizzazione<br />
all’infinito. Un esempio è lo<br />
studio di qualche anno fa su un intero sistema di polimeri<br />
basato su una forma modificata del γ-butirrolattone (GBL),<br />
che normalmente non è polimerizzabile. Queste nuove<br />
plastiche possono essere smontate in monomeri e rimontate<br />
all’infinito e garantiscono comunque un’ottima<br />
stabilità a temperature superiori a 200 gradi centigradi,<br />
rendendole adatte a molte applicazioni.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
28 ENERGIA NEWS Soluzioni<br />
Un binario al sole<br />
L’innovazione di Sun-Way per ridurre<br />
le emissioni di carbonio. Il concept arriva<br />
dalla Svizzera ed in futuro potrebbe<br />
raggiungere le linee ferroviarie mondiali<br />
Eliana Puccio<br />
Le vie che conducono alla sostenibilità sono<br />
infinite. E in alcuni casi ci si arriva viaggiando<br />
esclusivamente sui binari ferroviari.<br />
Una soluzione interessante e che schiaccia<br />
l’occhio all’ambiente è sicuramente quella di<br />
Sun-Way, azienda tecnologica all'avanguardia<br />
fondata a Costanza, in Germania nel 1993, dedicata<br />
allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione<br />
di parti fotovoltaiche.<br />
SunWays rivoluziona il mondo del fotovoltaico<br />
realizzando pannelli solari di facile installazione<br />
tra i binari ferroviari. Tali pannelli sono fabbricati<br />
in Svizzera, dall’azienda Scheuchzer (specializzata<br />
nella manutenzione dei binari) e poi preassemblati<br />
in officina.<br />
Sono larghi un metro e possono essere facilmente<br />
collocati tra i binari e fissati alle rotaie<br />
tramite un meccanismo a pistoni.<br />
Come funziona? Il sistema di aggancio tra i binari<br />
consente la rapida installazione e rimozione<br />
meccanica di un gran numero di pannelli solari<br />
e questo facilita il lavoro degli installatori da una<br />
parte, e dei tecnici di manutenzione dei binari<br />
ferroviari dall’altra. In Europa si contano più di<br />
260.000 km di ferrovie e nel mondo più di<br />
1.000.000. L’installazione di pannelli solari nei<br />
binari risponde sicuramente alla carenza di spazio<br />
disponibile oltre che ai costi di lavoro non indifferenti,<br />
che spesso anzi rappresentano un<br />
ostacolo allo sviluppo dei fotolvaici. Da un punto<br />
di vista tecnico è importante specificare che i<br />
binari sono davvero il luogo ideale per incastonare<br />
le celle perché garantiscono un’ottima porzione<br />
di spazio.<br />
L’installazione avviene in maniera meccanica:<br />
man mano che avanza, il treno posa i pannelli<br />
fotovoltaici lungo la linea ferroviaria, “come un<br />
tappeto che si srotola“, secondo Sun-Ways.<br />
La buona notizia è che il concept potrebbe oltrepassare<br />
i confini svizzeri. Sun-Ways ha affermato<br />
che il suo sistema può essere installato su<br />
circa il 50 per cento degli oltre un milione di chilometri<br />
di linee ferroviarie in tutto il mondo. l<br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
30 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
MISURAZIONE RADIAZIONI<br />
MISURAZIONE RADIAZIONI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
31<br />
Minacce invisibili<br />
A volte particolari sorgenti<br />
radioattive sfuggono<br />
al controllo e tracciamento, creando<br />
possibili minacce per chi tratta i rifiuti.<br />
Ma una strumentazione adeguata<br />
ne evita l’incenerimento accidentale<br />
Francesco Gangi Dino<br />
BRUMOS monitore<br />
ad alta sensibilità<br />
per nastro<br />
trasportatore.<br />
La radioattività è presente nell’ambiente<br />
molto più di quanto ci si possa<br />
immaginare. Ovviamente si parla<br />
principalmente di radioattività<br />
naturale, i cui livelli sono molto ben tollerati<br />
dall’ambiente, dalle piante, dagli animali<br />
e ovviamente dall’uomo.<br />
In merito alla radioattività artificiale, solitamente<br />
si pensa ad armamenti terribili, a produzione<br />
di energia nelle centrali nucleari o ad<br />
applicazioni in campo medico (diagnostica,<br />
radioterapia, etc.). Nella realtà la radioattività<br />
viene utilizzata in molti più ambiti di quanti<br />
sia possibile immaginare, ed in questa sede<br />
ci concentriamo prevalentemente sulle possibili<br />
minacce per gli impianti di<br />
trattamento rifiuti.<br />
Fughe e dispersioni<br />
Tutti i materiali radioattivi utilizzati,<br />
sono da molti anni registrati a livello<br />
nazionale ed europeo: la vendita, gli<br />
spostamenti e la detenzione sono<br />
regolati in modo ferreo e la possibilità<br />
che vadano dispersi è praticamente<br />
nulla. Ma cosa accade a<br />
quelle sorgenti che non vengono<br />
quasi considerate tali? Facciamo un<br />
esempio. Molti esami diagnostici<br />
Strumento portatile<br />
per la misurazione<br />
delle radiazioni.<br />
prevedono l’uso di radiofarmaci,<br />
liquidi di contrasto radioattivi,<br />
che vengono assimilati<br />
dai pazienti e poi smaltiti<br />
con la minzione, il sudore, etc.<br />
Quindi, principalmente garze e<br />
pannoloni, vengono trasformati a tutti gli effetti<br />
in sorgenti radioattive. Queste possono essere<br />
più o meno pericolose, ma di sicuro il ritrovamento<br />
e la gestione fanno parte di un processo<br />
che, man mano, ci porta ad ambienti di lavoro<br />
più sicuri e a una diminuzione della minaccia di<br />
incenerimento accidentale. I ritrovamenti avvengono<br />
solitamente negli impianti che gestiscono<br />
rifiuti, i quali sono dotati di strumentazione<br />
radiometrica, per il controllo dei carichi<br />
in ingresso: il portale radiometrico,<br />
lo strumento radiometrico portatile<br />
o addirittura entrambi. Le<br />
strutture ospedaliere controllano i<br />
rifiuti in uscita, ma poi i pazienti tornano<br />
alle loro abitazioni e le “sorgenti”<br />
finiscono nei rifiuti urbani.<br />
Rilevatore sensibile<br />
La strumentazione per il monitoraggio<br />
è ben nota a chi opera nel<br />
settore e le norme non mancano<br />
di certo (le varie norme di buona<br />
tecnica e il più recente D.Lgs 101/20). Nella<br />
<strong>maggio</strong>r parte dei casi la strumentazione è<br />
adeguata ma, in molte realtà del settore -<br />
non necessariamente le più piccole - si vedono<br />
ancora troppo spesso strumenti tecnicamente<br />
non sufficienti a garantire il ritrovamento<br />
delle sorgenti: scarsa qualità, livelli<br />
amatoriali o semplicemente non adeguati al<br />
tipo di misure necessarie.<br />
Brumola offre oltre alla normale strumentazione,<br />
a coloro che vogliano aumentare le probabilità<br />
di ritrovamento, un sistema di monitoraggio<br />
fisso aggiuntivo, da posizionare sul<br />
nastro trasportatore che convoglia i rifiuti nel<br />
forno, in posizioni di stoccaggio o di preparazione<br />
per le successive lavorazioni. BRUMOS<br />
(BRUmola Monitor of Orphan Sources), sviluppato<br />
dal nostro reparto tecnico, si basa su<br />
un rivelatore plastico a scintillazione con elevatissima<br />
sensibilità di misura, posizionato<br />
sopra o accanto al nastro trasportatore, accoppiato<br />
ad un’unità di controllo molto moderna.<br />
Tutto il sistema può essere gestito e<br />
controllato da remoto e può essere integrato<br />
con il sistema di controllo del nastro trasportatore<br />
in caso d’allarme.<br />
Soluzioni taylor made<br />
Brumola grazie al know-how ed al supporto<br />
tecnico di elevata qualità, può vantare un’esperienza<br />
che va oltre i propri anni nel campo della<br />
radioprotezione e del monitoraggio radiometrico<br />
in ambito nucleare, industriale e medicale;<br />
i soci fondatori operano in questo settore da<br />
oltre 30 anni. Centinaia di aziende Italiane hanno<br />
deciso di rivolgersi a Brumola, creando un<br />
rapporto di cooperazione, che va oltre alla<br />
mera fornitura della strumentazione.<br />
Vengono inoltre rappresentate, in via esclusiva<br />
per il territorio italiano, alcune tra le più importanti<br />
aziende produttrici di strumentazione<br />
radiometrica (Thermo Scientific, VF Nuclear),<br />
apparecchiature elettromedicali (Eckert &<br />
Ziegler, Bel mont), per i controlli non distruttivi<br />
(X-RIS) e per l’identificazione delle sostanze<br />
chimiche (Ser stech) da ormai moltissimi anni.<br />
La caratteristica chiave dei servizi offerti è<br />
capire e soddisfare le esigenze del cliente con<br />
soluzioni personalizzate e risultati duraturi<br />
poichè gli strumenti standardizzati non sempre<br />
rappresentano la soluzione migliore per<br />
il cliente.<br />
l<br />
Unità di controllo<br />
BRUMOS: tutto<br />
il sistema può essere<br />
gestito da remoto.<br />
Portale radiometrico<br />
in entrata all’impianto<br />
di incenerimento.<br />
Il copyright delle<br />
immagini appartiene a<br />
Brumola (brumola.com)<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
32 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
TRATTAMENTI SPECIFICI<br />
TRATTAMENTI SPECIFICI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
33<br />
Scarti da pulper<br />
Gli impianti per il trattamento di questa<br />
tipologia di rifiuto possono diventare il punto<br />
di partenza per un riutilizzo ambientalmente<br />
ed economicamente sostenibile.<br />
Vediamone alcune soluzioni<br />
Eliana Puccio<br />
Impianti di riciclaggio<br />
Camec dedicati<br />
al trattamento<br />
del pulper.<br />
Una miscela che si crea come conseguenza<br />
del processo di spappolamento<br />
della carta. Parliamo del pulper. Quan -<br />
do la carta viene inviata all’impianto di riciclaggio<br />
contiene sempre una certa quantità<br />
di impurità e componenti non-cellulosiche.<br />
Queste impurità, nel corso del processo di riciclaggio,<br />
vengono eliminate; non entrano<br />
quindi nel circolo del riciclo della carta, ma<br />
vanno a costituire una miscela composta da<br />
materiali diversi (plastica, metallo, vetro, legno,<br />
sabbia…) che va smaltita separatamente.<br />
Normalmente lo scarto di pulper viene semplicemente<br />
raccolto e inviato in discarica, ma<br />
è possibile sottoporlo a particolari trattamenti<br />
di recupero che consentono di separare alcuni<br />
dei materiali presenti al suo interno.<br />
Questo garantisce un doppio vantaggio: da un<br />
lato si diminuisce in maniera progressiva la<br />
quantità di scarto destinata allo smaltimento<br />
nei centri di raccolta, eliminando tutti i costi e<br />
gli impatti ambientali diretti e indiretti; dall’altro<br />
si recuperano i materiali ancora utilizzabili<br />
producendone di nuovi mediante la miscelazione<br />
con altri scarti derivanti dalla raccolta<br />
differenziata, per una loro futura re-immissione<br />
sul mercato.<br />
Sia trattato lo scarto da pulper<br />
Da 30 anni Camec costruisce e progetta impianti<br />
di riciclaggio per il trattamento di rifiuti<br />
industriali e urbani: soluzioni customizzate<br />
e create ad hoc per il cliente in ogni suo<br />
aspetto.<br />
L’azienda propone a tutti gli enti specializzati<br />
nel riciclaggio della carta, un impianto dedicato<br />
specificamente al trattamento del pulper,<br />
studiato per permettere di separare la sua frazione<br />
ferrosa da quella non ferrosa. Grazie a<br />
questa soluzione che prevede l’uso di una tecnologia<br />
di separazione brevettata, si riescono<br />
a valorizzare le frazioni ottenute a tal punto da<br />
rendere l’investimento per l’impianto recuperabile<br />
in tempi estremamente ridotti.<br />
La triturazione del materiale avviene per mezzo<br />
di un trituratore monorotore della Linea GS<br />
Camec, dotato di spintore idraulico radiale che<br />
comprime lo scarto all’interno della particolare<br />
camera di macinazione.<br />
Mediante il rotore, provvisto di appositi utensili<br />
rotanti, e una griglia di calibrazione, lo scarto<br />
viene così ridotto a pezzatura controllata di 30<br />
mm, misura idonea alla successiva separazione<br />
della frazione ferrosa dagli altri materiali,<br />
principalmente plastica.<br />
Il materiale triturato viene poi trasferito su un<br />
nastro di estrazione che alimenta un nastro<br />
di elevazione provvisto di un separatore magnetico.<br />
Questo separatore, posto sopra il nastro di<br />
elevazione, attira il materiale ferroso verso<br />
l’alto e lo sposta lateralmente, facendolo infine<br />
cadere sul nastro di scarico del ferro, su cui<br />
vengono inviati anche tutti gli eventuali altri<br />
residui di metalli ferrosi.<br />
Uno scarto che più scarto non si può<br />
Infine, il materiale così selezionato viene poi<br />
separato per mezzo di un separatore brevettato<br />
che, utilizzando un magnete e una corrente<br />
d’aria, consente di dividere il materiale<br />
ferroso da quello non ferroso. Il separatore è<br />
dotato di un tamburo magnetico rotante – che<br />
attira la frazione ferrosa in fase volante – e di<br />
un getto d’aria che intercetta il materiale nel<br />
momento in cui si sposta dal nastro al magnete,<br />
deviando le parti più leggere verso una<br />
cappa di aspirazione.<br />
Il materiale raccolto dalla cappa viene successivamente<br />
filtrato da un ciclone decantatore e<br />
inviato a un filtro di abbattimento polveri, mentre<br />
il materiale ferroso viene raccolto.<br />
Il processo consente di tenere distinta la frazione<br />
ferrosa del pulper da quella non ferrosa,<br />
semplificando lo smaltimento del materiale<br />
e permettendo di valorizzare al massimo<br />
lo scarto.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
34 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
COSTRUZIONI SOSTENIBILI<br />
COSTRUZIONI SOSTENIBILI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
35<br />
Federica Lugaresi<br />
Che Green…ta!<br />
Infrastrutture sostenibili, attuazione di politiche<br />
e procedure rispettose dell’ambiente, costanti investimenti<br />
nella ricerca e tecnologia. Questa la strategia di Vitali<br />
per affrontare con successo gli interventi più complessi<br />
Sostenibilità come valore etico fondante,<br />
integrato nell’intera gestione aziendale,<br />
che rappresenta un fondamentale driver<br />
di crescita. È il biglietto da visita di Vitali Spa,<br />
società attiva dal 1989 nel settore delle costruzioni,<br />
con una specializzazione nelle aree<br />
real estate, grandi infrastrutture per la mobilità,<br />
demolizioni e produzione di materiale.<br />
Principio ispirante<br />
“Innovazione al servizio della sostenibilità”<br />
è quindi la strategia sul lungo periodo che<br />
Vitali ha deciso di applicare e raccontare nel<br />
proprio Green Book. Si tratta di un documento<br />
lanciato a giugno 2022 che si pone e propone<br />
come manifesto ufficiale dell’impegno<br />
che l’azienda mette nel suo operato quoti-<br />
diano e che ne certifica la responsabilità verso<br />
i soci, l’ambiente e la collettività. A testimonianza<br />
di questo importante obiettivo, è<br />
stata lanciata la piattaforma vitaligreen.com,<br />
in cui si raccontano i progetti realizzati, con<br />
occhi puntati su quelle figure - interne ed<br />
esterne – che quotidianamente lavorano per<br />
perseguire la green mission comune.<br />
Non solo un motto<br />
“Yellow is the new green” è un progetto virtuoso<br />
che vede collaboratori e partner di Vitali impegnarsi<br />
in maniera chiara e trasparente in<br />
tema di green economy, attraverso un nuovo<br />
sistema socioeconomico realizzabile tramite<br />
l’applicazione di un insieme di strumenti capaci<br />
di far transitare l’economia tradizionale verso<br />
un’economia sostenibile.<br />
Non solo quindi sostenibilità ambientale finalizzata<br />
a implementare pratiche a basso<br />
impatto con un approccio sistemico improntato<br />
ai dettami dalla certificazione ISO 14001,<br />
ma anche sostenibilità etica/sociale quale garanzia<br />
e rispetto di tutti gli stakeholder interni<br />
ed esterni.<br />
Un approccio socialmente responsabile dove<br />
il fulcro di tutto sono le persone.<br />
Grazie alla valorizzazione delle relazioni, Vitali<br />
integra i diversi sistemi: sociale, ambientale,<br />
ed economico, in un'ottica di miglioramento<br />
continuo.<br />
Green (hi)story<br />
È il caso del progetto “Welcome, feeling at<br />
work”, cantiere protagonista della prima story<br />
di Vitali ideata con l'obiettivo di dare voce alle<br />
virtuose collaborazioni aziendali e celebrare<br />
tutte quelle figure che ogni giorno concorrono<br />
al successo del Gruppo grazie all'impegno e<br />
Panoramica<br />
del cantiere<br />
ex -area Rizzoli.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
36 RIFIUTI SOLIDI COSTRUZIONI SOSTENIBILI Soluzioni<br />
COSTRUZIONI SOSTENIBILI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
37<br />
Ex Area Rizzoli - Dati tecnici<br />
• Data inizio/data fine 01.2021 – 05.<strong>2023</strong><br />
m 3 di fabbricati da demolire: circa 220.000,00 m 3 v.p.p.<br />
m 3 fondazioni da demolire: circa 14.000,00 m 3 p.p.p.<br />
• BONIFICA MCA e FAV<br />
Superfici interne oggetto di pulizia, strip out e bonifica<br />
materiali pericolosi: 45.000 m 2 circa<br />
Coperture bonificate: 10.000 m 2 circa<br />
Pavimenti bonificati: 15.000 m 2 circa<br />
Tubazioni bonificate: 8000 m circa<br />
Canali bonificati: 5000 m circa<br />
• Le fasi di lavorazione del cantiere hanno visto la pulizia<br />
Anche nel cantiere<br />
dell’aeroporto<br />
di Malpensa si sono<br />
recuperati i materiali<br />
derivanti dalle<br />
lavorazioni in pista,<br />
direttamente<br />
all’interno dello scalo.<br />
dei fabbricati con sgombero rifiuti, successiva bonifica<br />
materiali pericolosi quali amianto e fibre artificiali. È seguita<br />
la demolizione meccanica selettiva degli edifici<br />
fuori terra come da piano di demolizione, e la demolizione<br />
delle fondazioni. Quindi la realizzazione berlinese<br />
di pali di grosso diametro con opere in carpenteria per<br />
sostegno muro su via Rizzoli. A chiusura, la frantumazione<br />
in sito dei materiali da demolizione e recupero<br />
mediante stesa e rullatura per preparazione piano di<br />
posa nuove fondazioni. Tutto il materiale inerte derivante<br />
dall’attività di demolizione verrà frantumato in loco mediante<br />
impianto mobile autorizzato e circa il 70% del<br />
prodotto finale (MPS), verrà recuperato in ambito di<br />
cantiere. Si tratta di un Kleeman MOBIREX MR 130 Z<br />
in grado di trattare e recuperare le macerie.<br />
alla mission comune. Il cantiere vede Vitali impegnato<br />
nella fase di demolizione e riqualificazione<br />
dell'ex-area Rizzoli di Crescenzago, quartiere<br />
a nord-est di Milano. Dalla demolizione<br />
delle strutture – tra cui il corpo principale un<br />
tempo adibito ad uffici e il corpo disposto lungo<br />
via Cazzaniga che una volta ospitava attività industriali<br />
– nascerà un quartiere biofilico votato<br />
alla sostenibilità e al wellbeing, dove lavoro e<br />
natura dialogheranno armonicamente. Un<br />
complesso direzionale con zero emissioni CO 2 ,<br />
energie rinnovabili, controllo dei consumi, recupero<br />
dell'acqua, con il verde come parte integrante<br />
dell’architettura, firmato dall’archistar<br />
Kengo Kuma che vede un’impronta green già<br />
dalle fasi preliminari di strip-out, demolizione<br />
e opere speciali sull’area, realizzate con l’obiettivo<br />
di recuperare il 100% dei materiali demoliti,<br />
incluso ferro e calcestruzzo che viene frantumato<br />
per un successivo riutilizzo. Tutte le operazioni<br />
sono eseguite secondo le specifiche previste<br />
dal U.S. Green Building Council che norma<br />
la costruzione dell’immobile e il suo successivo<br />
ciclo di vita al fine dell’ottenimento della certificazione<br />
LEED prevista in fase di progetto a riprova<br />
dell’orientamento green e degli elevati<br />
standard di sostenibilità ambientale. La sostenibilità<br />
dell’edificio, infatti, si misura in tutti i<br />
suoi momenti di vita: dall’avvio del cantiere alle<br />
demolizioni all’abitabilità. Progettare una struttura<br />
mettendo al centro il benessere di chi la<br />
abiterà e il dialogo con l’ambiente circostante<br />
è un processo sfidante, così come l’attenzione<br />
agli sprechi, alle dispersioni e alle inefficienze<br />
energetiche.<br />
Economia circolare? Imprescindibile!<br />
Altri lavori “esempio” di cosa significhi costruire<br />
green nella sua interezza sono quelli eseguiti<br />
agli aeroporti di Malpensa e Linate, dimostrazione<br />
di come si possa dare nuova vita<br />
al 100% dei materiali derivanti dalle lavorazioni,<br />
evitando il conferimento in discarica, ma<br />
trasformandoli in materia prima seconda di<br />
qualità da riutilizzare. Il tutto, con numerosi<br />
benefici diretti e indiretti e con un’ottica di piena<br />
circolarità. Per l’aeroporto di Malpensa,<br />
Vitali Spa ha eseguito la riqualifica della pista<br />
17L/35R e delle vie di rullaggio D ed E, un progetto<br />
che ha visto l’impiego di mezzi tecnologicamente<br />
avanzati e l’installazione di specifici<br />
impianti interni al sedime aeroportuale per<br />
recuperare i materiali derivanti dalle lavorazioni<br />
in pista direttamente all’interno dello scalo,<br />
eliminando traffico locale e garantendo un<br />
riuso dei materiali. Installando all’interno del<br />
cantiere un impianto di vagliatura e un impianto<br />
di produzione, infatti, Vitali è stata in<br />
grado di trattare, recuperare e riutilizzare direttamente<br />
in loco, le materie prime secondarie<br />
derivanti dalle lavorazioni eseguite sulla<br />
pista. È stato così possibile dare nuova vita al<br />
100% dei materiali derivanti dalle lavorazioni<br />
in pista, che diversamente sarebbero stati destinati<br />
alla discarica, consentendo il risparmio<br />
di materiale vergine e la diminuzione del traffico<br />
di mezzi da e per l’aeroporto per il trasporto<br />
degli stessi in cantiere con la conseguente<br />
diminuzione dell’emissione di CO 2.<br />
Mission possible<br />
Sono quindi numerose le misure che l’azienda<br />
intende mettere in campo e altrettanti gli<br />
obiettivi sfidanti da raggiungere, tra tutti diventare<br />
un’azienda al 100% circolare e arrivare<br />
entro il 2030 al 75% di circolarità, utilizzare<br />
solo energia rinnovabile al 100% e compensare<br />
le emissioni di CO 2 .<br />
Questa visione permette la costruzione di un<br />
meccanismo che rigenera sistemi naturali,<br />
che crea più valore per l’attività economica e<br />
per la società nonchè la creazione di più opportunità<br />
di lavoro resistenti alle crisi.<br />
Permette insomma, la costruzione di un sistema<br />
completamente nuovo e questo rappresenta una<br />
grande opportunità, elemento fondato della green<br />
mission del Gruppo Vitali. Si tratta di un percorso<br />
integrato, frutto di un concreto percorso di analisi<br />
e programmazione. Un percorso a cui Vitali giungerà<br />
con il contributo e l’impegno di tutti. Perché<br />
costruire sostenibile è, oggi più che mai, un dovere<br />
comune.<br />
l<br />
Grazie all’impianto<br />
di vagliatura<br />
e all’impianto<br />
di produzione interni<br />
a Malpensa,<br />
si è potuto<br />
risparmiare materiale<br />
vergine e minimizzare<br />
il traffico di mezzi<br />
da e per l’aeroporto.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
38 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
MOVIMENTAZIONE<br />
MOVIMENTAZIONE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
39<br />
Sua altezza<br />
High Torque<br />
La società di servizi integrati del Teramano<br />
Te.Am. sceglie una pala gommata<br />
JCB 427 con braccio parallel HT<br />
per la movimentazione dei rifiuti<br />
Matthieu Colombo<br />
Una terza linea<br />
idraulica montata<br />
da fabbrica permette<br />
di montare<br />
la benna ad alto<br />
ribaltamento.<br />
Oggi le società di servizi integrati sono<br />
soggetti chiave in numerose realtà territoriali,<br />
dato che svolgono molteplici<br />
funzioni in diverse aree, la più complessa delle<br />
quali è quella ambientale. Ed è proprio questa<br />
la specialità di Te.Am., una società a integrale<br />
partecipazione pubblica che dal 1996 eroga<br />
servizi sul territorio della Provincia di Teramo,<br />
e che per la gestione degli stessi ha recentemente<br />
acquistato una pala gommata JCB 427<br />
con braccio HT scelto per gli ambiti operativi<br />
in cui opera Te.Am. che spaziano dai servizi di<br />
gestione integrata dei rifiuti con raccolta, spazzamento,<br />
trasporto e messa in riserva ai servizi<br />
cimiteriali, alla manutenzione del verde pubblico<br />
alla verifica degli impianti termici e alla<br />
segnaletica stradale. I clienti della Te.Am., che<br />
conta circa 150 dipendenti impegnati tra uffici<br />
e funzioni operative comprende anche un centro<br />
di raccolta rifiuti ed un Centro di Tra sfe -<br />
renza, sono soprattutto Comuni e i loro gestori<br />
di servizi.<br />
In questo ambito, il ciclo di gestione dei rifiuti<br />
conferiti dagli automezzi adibiti alla raccolta,<br />
prevede la loro movimentazione e lo stoccaggio<br />
negli appositi stalli e contenitori per poi<br />
essere prelevati e caricati sugli automezzi per<br />
il trasporto agli impianti di destino finale.<br />
Ed è proprio in questo tipo di operazioni che la<br />
nuova JCB 427 HT risponde a pieno al capitolato:<br />
“pala caricatrice gommata da 14 tonnellate,<br />
a basse emissioni, con cabina insonorizzata,<br />
pressurizzata, climatizzata e dotata di<br />
filtraggio autonomo a carboni attivi, ideale per<br />
l’utilizzo negli impianti di trattamento rifiuti”.<br />
Componentistica collaudata<br />
Nella 427 HT, JCB ha coniugato la sua tradizionale<br />
accuratezza costruttiva a componenti<br />
di altissima qualità e avanzate tecnologie per<br />
offrire il massimo agli utilizzatori in termini di<br />
versatilità, prestazioni ed efficienza operativa,<br />
aspetti chiave in attività come quelle in cui è<br />
impegnata Te.Am. Sul fronte della componentistica<br />
spicca innanzitutto il nuovo motore sei<br />
cilindri turbo Cummins B6.7, Stage V, da 6,7<br />
litri di cilindrata e tarato a 123 kW di potenza<br />
massima a 1.800 giri/min per 746 Nm di cop-<br />
pia a soli 1.300 giri/min. Proprio la coppia alta<br />
ottenuta già a bassi regimi grazie alla turbina<br />
a geometria variabile, rende sfruttabile ed efficiente<br />
la 427 HT in ogni situazione di lavoro.<br />
Rispetto al precedente modello la nuova JCB<br />
garantisce tempi di ciclo inferiori e una forza<br />
di trazione superiore. In quanto alla catena cinematica,<br />
la 427 guadagna un nuovo cambio<br />
a cinque velocità ZF 5WG160, con rapporti più<br />
ravvicinati rispetto alla trasmissione precedente<br />
per spuntare prestazioni in accelerazione<br />
superiori e fare la differenza nell’affrontare<br />
le salite e per circolare su strada. A richiesta,<br />
è anche disponibile la versione con lock-up<br />
per ottenere una <strong>maggio</strong>re efficienza nei trasferimenti<br />
e a velocità costante. Anche gli assali<br />
sono ZF, in particolare un MT-L 3085 II all’anteriore<br />
e un MT-L 3075 II al posteriore, e<br />
disponibili con differenziali standard sono ideali<br />
per terreni a elevata consistenza, limited slip<br />
ottimali per terreni morbidi, fangosi e a scarsa<br />
aderenza, oppure aperti con bloccaggio automatico<br />
del differenziale anteriore che assicura<br />
la trazione ottimale nelle differenti condizioni.<br />
Braccio High Torque<br />
La pala gommata JCB 427 è disponibile con<br />
differenti cinematiche e bracci. Per rispondere<br />
alle esigenze operative della Te.Am., il concessionario<br />
di zona Piolanti, ha suggerito la<br />
configurazione con braccio HT, acronimo di<br />
High Torque, caratterizzato dalla cinematica<br />
a bracci paralleli. Questa caratteristica, unita<br />
al potente impianto idraulico con doppia pom-<br />
Braccio parallel HT,<br />
filtro cabina<br />
in sovrapressione<br />
e pneumatici<br />
antiforatura sono<br />
essenziali<br />
per applicazioni<br />
waste.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
40 RIFIUTI SOLIDI MOVIMENTAZIONE Soluzioni<br />
Da destra, in senso<br />
orario: la nuova<br />
cabina Command<br />
Plus, il sistema<br />
di pesatura integrato<br />
con tecnologia<br />
Industria 4.0<br />
e il filtro abitacolo<br />
in sovrapressione<br />
BM Air.<br />
Sotto, la benna<br />
ribaltabile<br />
idraulicamente.<br />
della cabina, offrono il massimo del comfort e<br />
un ambiente operativo sicuro caratterizzato da<br />
una eccellente visibilità per operare in tutta sicurezza<br />
anche in contesti difficili come i centri<br />
di raccolta rifiuti. A bordo è inoltre presente un<br />
kit di pesatura con stampante, controllabile telematicamente<br />
da remoto.<br />
pa a pistoni a portata variabile in grado di erogare<br />
un flusso idraulico di ben <strong>25</strong>2 litri/minuto<br />
garantiscono la versatilità necessaria per lavorare<br />
con differenti attrezzature multifunzione.<br />
La macchina è inoltre dotata di terza funzione<br />
idraulica comandata dalla cabina con<br />
possibilità di ribaltare interamente la benna<br />
ad una altezza di oltre 4 metri.<br />
Lavorare in prima classe<br />
La cabina della 427 HT è la nuova<br />
Command Plus, connotata da una serie<br />
di caratteristiche particolarmente apprezzabili<br />
in un contesto operativo impegnativo<br />
come il waste management.<br />
Design ergonomico di ultima generazione,<br />
un layout dei comandi razionale, una<br />
posizione di guida ergonomica e accorgimenti<br />
costruttivi come i montanti posizionati<br />
alla stessa larghezza della parte posteriore<br />
Parola alla Te.Am.<br />
Una volta in azione sui piazzali, la 427 HT ha<br />
soddisfatto le aspettative “La macchina ha in<br />
primo luogo consentito di migliorare il benessere<br />
e il confort dell’operatore” - commenta<br />
il management della Te.Am. – “inoltre la benna<br />
ad alto ribaltamento e la tecnologia Industria<br />
4.0 del sistema di pesatura integrato hanno<br />
contribuito significativamente a un incremento<br />
della produttività sia in termini di quantità di<br />
rifiuto movimentato per unità di tempo, sia<br />
perché permette di sfruttare al 100% la portata<br />
dei mezzi di trasporto. Data la complessità del<br />
nostro ciclo di lavoro, un elemento decisivo<br />
nella scelta delle pale gommate JCB è anche<br />
l’eccellente supporto fornito dalla concessionaria<br />
Piolanti, che ci garantisce un affiancamento<br />
tecnico costante, puntuale e perfettamente<br />
integrato con la nostra<br />
operatività quotidiana”. l<br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
42 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
COMPATTATORI<br />
COMPATTATORI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
43<br />
Mai più senza<br />
Eliana Puccio<br />
Prestazioni migliori<br />
con il trituratore<br />
Tana440 DT.<br />
Trasformare i rifiuti in valore con i macchinari Tana<br />
che si distinguono dalle analoghe macchine presenti<br />
sul mercato. Aumentano, inoltre, le richieste dei nuovi<br />
operatori nazionali per l'implementazione di nuovi impianti<br />
Da quando la finlandese Tana si è riaffacciata<br />
sul mercato Italiano in modo<br />
più organico, le cose stanno cambiando.<br />
L’azienda che negli anni ’70 del secolo<br />
scorso ha concepito il primo compattatore da<br />
discarica, oggi grazie alla creazione di Tana<br />
Italia e alla rete di assistenza può fornire alle<br />
aziende del settore una vicinanza ed una continuità<br />
di servizio che sono le chiavi di ogni relazione<br />
commerciale. Tana Oy è un marchio<br />
storico nella compattazione e nella triturazione<br />
di rifiuti. Conosciuto da tutti, nel mercato italiano<br />
ha scontato in passato una discontinuità<br />
che ne ha marginalizzato la presenza, pur<br />
mantenendo solidi rapporti con alcune delle<br />
più rappresentative realtà imprenditoriali che<br />
non hanno voluto rinunciare alla qualità.<br />
Partendo da una solida reputazione e da una<br />
lunga esperienza nella gestione e manutenzione<br />
di macchine industriali anche complesse,<br />
l’azienda e la sua rete di collaborazioni locali<br />
si propongono come interlocutori qualificati<br />
alle realtà operative nel mondo della gestione<br />
rifiuti e delle discariche. Lavorando sodo e su<br />
una solida base di dati concreti, ha riscosso<br />
la fiducia di nuovi operatori a livello nazionale<br />
che hanno voluto i compattatori per le loro<br />
nuove discariche.Tana sta lavorando a una<br />
campagna di prove dimostrative con il trituratore<br />
TANA440 DT che processando con continuità<br />
ed efficienza materiali usualmente con-<br />
siderati ostici o non triturabili, bobine, materozze,<br />
cime da ormeggio, ha innalzato l’asticella<br />
delle performace/prestazioni.<br />
Quattro punti fondamentali<br />
L’impostazione progettuale di fondo che accomuna<br />
tutti i modelli della gamma di compattatori<br />
e che li differenzia sostanzialmente<br />
da tutte le analoghe macchine presenti sul<br />
mercato, può essere riassunta sostanzialmente<br />
in quattro punti fondamentali: doppio tamburo<br />
a piedi di montone, telaio rigido orizzontalmente<br />
con sterzo articolato al centro,<br />
massima altezza dal suolo, cabina di guida sul<br />
semitelaio anteriore. Il doppio tamburo di<br />
compattazione consente di raggiungere una<br />
compattazione ottimale con un minor numero<br />
di passate e riducendo al massimo l’effetto<br />
estrusione ai bordi dei tamburi.<br />
Permette alla macchina di manovrare agevolmente<br />
e di mantenere la traiettoria di sterzata<br />
con ogni materiale e su ogni pendenza<br />
C’è da chiedersi come mai gli stessi costruttori<br />
che montano tamburi a larghezza totale sui<br />
rulli da compattazione utilizzati negli altri settori,<br />
suggeriscano come ottimale la soluzione<br />
a quattro tamburi per la discarica. Il telaio ar-<br />
ticolato al centro, senza oscillazioni laterali<br />
consente di utilizzare al meglio la lama anteriore<br />
per distribuire uniformemente il materiale<br />
e mantenere la planarità della discarica<br />
senza subire continue variazioni di assetto dovute<br />
agli accumuli irregolari che si verificano<br />
allo scarico.<br />
È noto che nelle preparazioni d’area ogni livellamento<br />
viene eseguito con macchine a telaio<br />
rigido. La soluzione a quattro tamburi rende<br />
obbligatoria l’oscillazione laterale su<br />
superfici dissestate quali sono in discarica per<br />
evitare che il sovraccarico su un singolo tamburo<br />
provochi lo sprofondamento ed il conseguente<br />
blocco a vantaggio del tamburo meno<br />
impegnato. La luce da terra di tutti i compattatori<br />
Tana è da sempre ai massimi in ogni categoria,<br />
per evitare danni alla macchina e anomale<br />
usure non venendo mai a contatto con<br />
il rifiuto. La cabina di guida montata sul semitelaio<br />
anteriore fornisce la miglior visibilità<br />
all’operatore in ogni condizione di manovra.<br />
La lama e la pista di lavoro rimangono costantemente<br />
in vista dell’operatore senza dover<br />
volgere lo sguardo in tutte le direzioni, riducendo<br />
sensibilmente l’incidentalità e migliorando<br />
le condizioni di lavoro.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
44 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
RIFIUTI RADIOATTIVI<br />
RIFIUTI RADIOATTIVI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
45<br />
Decontaminazione<br />
di impianti e locali.<br />
Celebrazione di smeraldo<br />
Federica Lugaresi<br />
MITAmbiente festeggia i suoi primi quarant’anni di esperienza<br />
e professionalità che si uniscono all’entusiasmo di affiancare<br />
i clienti ogni giorno, apportando soluzioni precise e concrete.<br />
Con sguardo attento alla salute di persone e ambiente<br />
Pianificazione e gestione dettagliata di<br />
ogni intervento, consulenza personalizzata<br />
sul cliente ed elevati standard di<br />
sicurezza fanno sì che l’azienda sia punto di<br />
riferimento nazionale ed internazionale per<br />
una vasta gamma di servizi; dalla caratterizzazione<br />
del materiale contaminato da radionuclidi<br />
artificiali o naturali, alla bonifica, al trasporto,<br />
allo smaltimento presso il proprio<br />
deposito autorizzato.<br />
Agli albori<br />
Come ricorda il proprietario Emilio Mondelli<br />
“alla sua nascita l’azienda si chiamava MITNU-<br />
CLEARE e da subito, dopo essersi guadagnata<br />
le varie autorizzazioni ministeriali, si è occupata<br />
di trasporti nazionali e internazionali di materiale<br />
nucleare fissile, sorgenti ad alta attività, combustibile<br />
nucleare e di radioisotopi per la rete<br />
nazionale ospedaliera”. Questa è la fotografia<br />
dell’azienda durante i suoi primi venti anni di attività.<br />
Dopo queste due decadi, continua Mondelli<br />
“è avvenuta un’importante trasformazione interna<br />
che, oltre a far variare il nome all’azienda<br />
in MITAmbiente, ha portato ad un ampliamento<br />
della tipologia dei servizi: passaggio fondamentale<br />
per il suo sviluppo”. L’azienda ha iniziato<br />
così ad occuparsi di bonifiche, dell’installazione<br />
e dismissione di apparecchiature medicali, di<br />
trasporto di unità mobili contenenti tac, risonanze<br />
magnetiche, PET, ecc.<br />
LA GAMMA DEI SERVIZI<br />
• DECOMMISSIONING, DISMISSIONI E BO-<br />
NIFICHE<br />
L’azienda è specializzata nel decommissioning<br />
di stabilimenti ed impianti che presentano<br />
il rischio da radiazioni ionizzanti, sia di<br />
origine industriale sia di origine medicale.<br />
MITAmbiente fornisce risposte concrete ed<br />
innovative anche nel campo della dismissione<br />
di apparecchiature contenenti sorgenti<br />
radioattive o contaminate / attivate per via<br />
del loro impiego con radiazioni ionizzanti ed<br />
è specializzata nella bonifica di siti e aree<br />
con presenza di radioisotopi artificiali o na-<br />
turali (NORM e TeNORM).<br />
• TRASPORTO RADIOATTIVO E FISSILE<br />
Grazie alle competenze tecniche, organizzative<br />
ed autorizzative MITAmbiente effettua<br />
trasporti di materiale radioattivo, sorgenti<br />
e rifiuti. È vettore autorizzato per il trasporto<br />
di materiale radioattivo nelle modalità stradale,<br />
aerea e marittima ed inoltre possiede<br />
il know-how e l’esperienza per organizzare<br />
spedizioni via ferrovia e acque interne.<br />
MITAmbiente supporta inoltre il produttore<br />
nell’identificazione dell’imballaggio idoneo<br />
per il corretto confezionamento del materiale<br />
radioattivo.<br />
• LOGISTICA SPECIALIZZATA E DEPOSITO<br />
RADIOATTIVI AUTORIZZATO<br />
L’azienda è dotata di spazi logistici per lo<br />
stoccaggio di merci pericolose, compreso<br />
il deposito autorizzato per la gestione del<br />
materiale radioattivo. Può custodire e gestire<br />
la merce in conto terzi in grandi e piccole<br />
quantità, sia per lunghi che per brevi periodi.<br />
MITAmbiente offre inoltre un completo ser-<br />
Smaltimento RAEE.<br />
1980<br />
1990<br />
2000<br />
2010<br />
2020 oggi<br />
Trasporti Speciali – trasporto<br />
eccezionale su strada di una pressa<br />
destinata in Canada<br />
Trasporti Speciali per le telecomunicazioni<br />
Servizio con voli charter da<br />
Fiumicino a Catania per<br />
trasporto FDG<br />
Trasporto di sorgenti<br />
radioattive non più utilizzate<br />
Deposito radioattivi autorizzato<br />
Headquarter presso San Giuliano<br />
Milanese<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
46 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
RIFIUTI RADIOATTIVI<br />
INIZIATIVE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
47<br />
Smaltimento NORM<br />
e TeNORM. A destra,<br />
trasporto radioattivi<br />
e fissili.<br />
vizio di imballaggio di merci pericolose gestendo<br />
tutti gli aspetti della messa a norma<br />
del materiale, fornendo imballaggi omologati<br />
e in linea con i ristretti vincoli normativi<br />
e in continua evoluzione.<br />
• SMALTIMENTO RIFIUTI RADIOATTIVI<br />
MITAmbiente è dotata di tutte le competenze<br />
tecniche ed organizzative e delle autorizzazioni<br />
richieste dalla normativa vigente<br />
per provvedere allo smaltimento di rifiuti<br />
radioattivi, comprese le sorgenti, provenienti<br />
dall'impiego di radioisotopi di origine sanitaria,<br />
industriale e di ricerca. L’azienda collabora<br />
con gli Esperti di Radio protezione di<br />
riferimento del sito di ritiro sin dalla prima<br />
fase di identificazione del materiale, del<br />
confezionamento per la gestione del rifiuto,<br />
delle pratiche autorizzative, del rapporto<br />
con le Autorità Competenti e del successivo<br />
ritiro.<br />
• SMALTIMENTO RIFIUTI SPECIALI E RAEE<br />
L’azienda è specializzata nella gestione, recupero<br />
e smaltimento di rifiuti speciali, sia<br />
pericolosi sia non pericolosi, con particolare<br />
focus sui RAEE - Rifiuti da Apparecchiature<br />
Elettriche ed Elettroniche di natura professionale.<br />
I principali settori di intervento sono<br />
Banking e Sicurezza, Elettromedicale,<br />
Laboratori, ICT e Office Automation, Vending.<br />
• SMALTIMENTO NORM E TeNORM<br />
MITAmbiente assiste le aziende in tutte le<br />
fasi di gestione dei NORM e TeNORM a partire<br />
dalla caratterizzazione, sia radiometrica<br />
quantitativa sia chimico-fisica. Ciò permette<br />
di selezionare la filiera idonea ai fini dell’allontanamento,<br />
previa valutazione dell’impatto<br />
radiologico dei diversi scenari correlati.<br />
MITAmbiente affianca il cliente nelle relazioni<br />
con le Autorità competenti per adempiere<br />
alle dovute azioni e notifiche sia per effettuare<br />
i trattamenti che per lo smaltimento.<br />
Farlo bene e in sicurezza<br />
La vasta gamma di servizi offerti è garantita dalle<br />
autorizzazioni possedute dall’azienda per la gestione<br />
del materiale radioattivo e dei rifiuti speciali<br />
e dalle seguenti certificazioni volontarie:<br />
• Certificazione ISO 9001:2015 (Sistema di gestione<br />
per la Qualità)<br />
• Certificazione ISO 14001:2015 (Sistema di gestione<br />
Ambientale)<br />
• Certificazione ISO 45001:2018 (Sistema di gestione<br />
per la Salute e Sicurezza sul lavoro)<br />
• Certificazione SA 8000:2014 (Sistema di<br />
Responsabilità Sociale)<br />
A testimonianza degli elevati standard di legalità<br />
dell’azienda, è stato ottenuto anche il<br />
rating di legalità.<br />
Il futuro<br />
Negli ultimi cinque anni l’azienda è cresciuta arrivando<br />
a triplicare il fatturato nel 2022, il parco<br />
veicolare e di conseguenza il personale specializzato<br />
che svolge servizi presso i siti dei committenti.<br />
Si è inoltre investito ampliando l’organico<br />
dei reparti e le quote rosa anche in posizioni di rilievo.<br />
Nonostante la storicità dell’azienda, il team<br />
è formato da personale giovane e altamente qualificato.<br />
Negli ultimi anni, come ha sottolineato il<br />
Presidente Elisabetta Padolecchia “c’è stato un<br />
ricambio generazionale guidato da un comparto<br />
dirigenziale saldo con una pluriennale esperienza<br />
nel settore. Il personale è costantemente formato,<br />
ed essendo in contatto con gli aspetti normativi<br />
inerenti ai servizi erogati, è d’obbligo un continuo<br />
aggiornamento”. Il domani dunque è ben delineato<br />
come afferma il suo Presidente: “MI-<br />
TAmbiente continuerà nell’investimento atto ad<br />
ampliare le sue filiere di servizi nel mondo radioattivo<br />
con particolare attenzione alla sicurezza ed<br />
alla formazione. Questo significa avere personale<br />
diretto formato per poter offrire ai clienti, ed in<br />
particolar modo alle strutture sanitarie nazionali,<br />
servizi completi chiavi in mano”.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Un progetto Ecofriendly<br />
n Dagli Pneumatici<br />
Fuori Uso nasce il nuovo<br />
prototipo di dispositivo<br />
salva motociclisti Anas in<br />
gomma riciclata, per<br />
rendere le strade<br />
sempre più sicure e<br />
sostenibili, anche per i<br />
bikers. Grazie alla<br />
capacità di assorbimento<br />
degli urti dei compound<br />
in gomma riciclata il<br />
nuovo prototipo di<br />
Marzo <strong>2023</strong><br />
dispositivo garantisce la<br />
massima sicurezza in<br />
casi di impatto con il<br />
corpo del motociclista<br />
limitando le lesioni gravi<br />
ed azzerando gli<br />
interventi manutentivi,<br />
grazie alla capacità di<br />
ritornare nella forma<br />
originale a seguito<br />
dell’urto. Il progetto<br />
D.s.m.U Ecofriendly<br />
Anas, è stato progettato<br />
DELIVERY<br />
È di OLEOMARKET l'esclusivo packaging ThecaBOX © sviluppato al servizio<br />
della linea di montaggio. La più funzionale soluzione di gestione kit di tubazioni<br />
MARKHIP e raccorderia OLMARK idonea per alimentare direttamente<br />
lo stock di produzione in conformità al progetto LEAN PRODUCTION.<br />
OLEOMARKET, azienda specializzata in connessioni ad alta pressione,<br />
da sempre avanguardia della massima qualità ed effi cienza prestazionale.<br />
in house da Anas con il<br />
Dipartimento di<br />
Ingegneria Industriale<br />
dell’Università degli<br />
Studi di Firenze per la<br />
verifica di funzionamento<br />
agli elementi finiti, e<br />
Proge Plast per la<br />
realizzazione dei<br />
prototipi al vero ed<br />
Ecopneus per la parte<br />
materiali.<br />
OLMARK .<br />
COM<br />
VICTORY is in your hands<br />
natdesign.eu
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
48<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
49<br />
Alla faccia<br />
del pallet<br />
Eliana Puccio<br />
Legacy Plastic è il primo pallet interamente<br />
realizzato con plastica marina,<br />
brevettato dall'organizzazione non profit<br />
canadese Ocean Legacy.<br />
Riciclare le sostanze plastiche rinvenute nei<br />
nostri mari e oceani può creare, infatti, delle<br />
interessanti possibilità. Come in questo caso.<br />
"Legacy Plastic nasce nel 2021 - spiega Chloé<br />
Dubois, co-fondatrice dell’organizzazione - e<br />
identifica un’enorme pietra miliare per Ocean<br />
Legacy Foundation, poichè la creazione di opportunità<br />
che rafforzano l’uso dei materiali<br />
raccolti durante la pulizia in nuovi prodotti,<br />
continuerà a far progredire il successo dell’economia<br />
circolare plastica. Legacy Plastic<br />
Il primo pallet ricavato<br />
dal riciclo delle plastiche<br />
recuperate in mare. L’idea<br />
arriva dall’organizzazione<br />
non profit canader Ocean<br />
Legacy e ha già attirato<br />
l’attenzione di numerose<br />
aziende interessate<br />
a sfruttarlo per i loro prodotti<br />
contribuisce all’economia circolare di questo<br />
materiale e e riduce l’inquinamento terrestre<br />
e marino. Utilizzandolo, le aziende diventano<br />
una parte della soluzione nella lotta contro la<br />
crisi di inquinamento di plastica in oceano.<br />
I primi esperimenti con Legacy Plastic risalgono<br />
al 2021 e nel giro di poco ha catturato<br />
l’attenzione di moltissime aziende, intenzionate<br />
a sfruttarlo per la produzione e la lavorazione<br />
dei loro prodotti e obiettivi di sostenibilità.<br />
Si presenta come un comune pallet, composto<br />
cento per cento da plastica riciclata.<br />
Plastica derivante prevalentemente da vecchie<br />
attrezzature marine abbandonate al largo<br />
(come boe, galleggianti e reti da pesca), e da<br />
tutti i rifiuti plastici che quotidianamente vengono<br />
recuperati sui fondali e sulle spiagge. l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Un tessuto fatto di...terra!<br />
n Realizzare tessuti e<br />
possibilmente indossarli,<br />
grazie all'utilizzo di un<br />
elemento semplice quale<br />
la terra. È uno studio che<br />
arriva da New York,<br />
condotto dalla ricercatrice<br />
Penmai Chongtoua e la<br />
professoressa Lola Ben-<br />
Alon del Natural Materials<br />
Lab della Graduate School<br />
of Architecture,<br />
Preservation and Planning<br />
The reliable brand!<br />
AFFIDABILITÀ GARANTITA<br />
della Columbia. Entrambe<br />
hanno sviluppato un<br />
tessuto composto per oltre<br />
il 60% da terra e adatto<br />
alla realizzazione di abiti.<br />
Si chiama "BioEarth" e ha<br />
lo scopo di sensibilizzare<br />
sempre più consumatori al<br />
tema ambientale. Per<br />
rendere il materiale più<br />
dinamico e flessibile lo<br />
hanno combinato con<br />
bioplastiche derivanti da<br />
materiali naturali (l’amido<br />
di mais, la cellulosa e le<br />
alghe), mantenendo<br />
ovviamente più alta la<br />
percentuale di terra.<br />
PRODUZIONE DI CDR E CSS CON I TRITURATORI PRIMARI E SECONDARI DELLA LINEA UNTHA XR<br />
» Massima flessibilità per materiali e pezzatura<br />
» Motorizzazioni a ridotto consumo energetico<br />
ECOTEC SOLUTION SRL<br />
Via Bolzano 2 · I-39011 Lana (BZ) · T+F +39 0473 562 437<br />
info@ecotecsolution.com · www.ecotecsolution.com<br />
Trituratore mobile con<br />
azionamento elettrico<br />
» Alta produttività anche in un solo passaggio<br />
» Facile accessibilità per una manutenzione semplice
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
50<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
51<br />
Un nuovo inizio<br />
Irene Boschi<br />
Supportate da Michelin, Scandinavian Enviro Systems e Antin<br />
Infrastructure Partners hanno creato il primo gruppo<br />
al mondo dedicato al riciclo pneumatici su larga scala<br />
La joint venture prevede impianti di riciclo<br />
per i pneumatici fuori uso in tutta Europa<br />
con l’obiettivo di produrre materie prime<br />
sostenibili. La capacità totale in ambito riciclo<br />
si attesterà attorno ad un milione di tonnellate<br />
di pneumatici entro il 2030.<br />
Il primo impianto commerciale costruito a<br />
Uddevalla, Svezia, avrà una capacità iniziale<br />
di riciclo pari a 34.500 t di pneumatici da smaltire<br />
(40 per cento del volume annuale dei<br />
pneumatici a fine ciclo vita svedesi). La costruzione<br />
dell'impianto inizierà nella prima metà<br />
del <strong>2023</strong> e sarà operativo entro il 20<strong>25</strong>. Il volume<br />
degli pneumatici da smaltire in Europa<br />
è cresciuto costantemente fino a raggiungere<br />
le 3.5 milioni di tonnellate l'anno.<br />
Sostituendo il nero di carbonio vergine con<br />
quello riciclato da Enviro, le emissioni possono<br />
essere ridotte di oltre il 90% rispetto all'utilizzo<br />
del nero di carbonio convenzionale. Sulla base<br />
del volume target da circa un milione di tonnellate<br />
di pneumatici da riciclare, le emissioni<br />
di anidride carbonica potrebbero essere ridotte<br />
di 670.000 tonnellate.<br />
l<br />
Polvere e...prosit!<br />
n Gli amanti della birra<br />
troveranno piuttosto blasfema<br />
questa trovata. Ma nel mondo<br />
del marketing esiste anche<br />
questo.<br />
Composta soprattutto da<br />
acqua, con un trasporto più<br />
comodo e meno costoso. È la<br />
birra analcolica in polvere che<br />
Neuzelle sostiene:"Miliardi di<br />
litri di acqua vengono<br />
trasportati ai consumatori di<br />
tutto il mondo perché la birra<br />
contiene fino al 90% di acqua.<br />
Dal punto di vista ambientale,<br />
risparmiamo già sui trasporti,<br />
ma non ancora sull'utilizzo<br />
delle risorse e sui costi di<br />
produzione".<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
arriva dalla Germania, nello<br />
specifico un birrificio di<br />
Neuzelle. Il progetto è stato<br />
finanziato dal ministero degli<br />
Affari Economici e<br />
dell'Energia tedesco (BMWi).<br />
L'intenzione dei monaci di<br />
Neuzelle è ottimizzare il<br />
trasporto della birra,<br />
risparmiando sull’acqua.<br />
Il prodotto è indirizzato al<br />
mercato africano e asiatico,<br />
ma in futuro mira a<br />
raggiungere anche gli altri.<br />
Helmut Fritsche, azionista del<br />
birrificio Klosterbrauerei<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
ECOTEC SOLUTION SRL<br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
52 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
FRANTUMAZIONE EFFICIENTE<br />
FRANTUMAZIONE EFFICIENTE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
53<br />
Ha vinto la sfida<br />
Trituratori bialbero ad alta efficienza<br />
energetica ed un alto livello<br />
di resistenza per rifiuti e lavorazioni<br />
in condizioni difficili. La risposta arriva<br />
da Untha, specializzata da anni su questa<br />
tipologia di macchine<br />
Eliana Puccio<br />
Terza generazione<br />
di trituratori Untha.<br />
Da oltre 30 anni, FCC Austria tratta rifiuti<br />
commerciali e industriali, nonché rifiuti<br />
urbani e domestici.<br />
La frantumazione di tali rifiuti rappresenta<br />
una sfida per qualsiasi trituratore. Per far<br />
fronte alla domanda, l'azienda ha scelto il trituratore<br />
a due alberi ZR2400 di Untha, un<br />
modello particolarmente robusto che consente<br />
di risparmiare fino a 90.000 euro di elettricità<br />
all'anno.<br />
FCC Austria gestisce 65.000 tonnellate di rifiuti<br />
all'anno, in gran parte per il trattamento<br />
termico nell'impianto di combustione di<br />
Zistersdorf. Sulla base di questa lunga esperienza,<br />
l'azienda sapeva esattamente cosa<br />
aspettarsi dal suo nuovo trituratore: “I nostri<br />
trituratori funzionano in continuo e lavorano<br />
materiali difficili con un alto contenuto non<br />
triturabile.<br />
Quello che stavamo cercando era un trituratore<br />
a due alberi ad alta efficienza energetica,<br />
preferibilmente con azionamento elettromeccanico,<br />
una produttività di 50 tonnellate all'ora,<br />
un alto livello di resistenza a elementi intriturabili<br />
e un e un basso profilo di manutenzione",<br />
afferma Johann Handler , responsabile della<br />
produzione di combustibili alternativi nella<br />
sede FCC di Wiener Neustadt e responsabile<br />
del progetto per l'acquisto di macchinari.<br />
Untha ZR2400 è il vincitore<br />
Il motivo dell'acquisto è stata la necessità di sostituire<br />
un trituratore monoalbero di un concorrente<br />
perché non soddisfaceva più i requisiti<br />
quotidiani. Prima di sceglierlo, per settimane<br />
sono stati testati quattro modelli di diversi produttori,<br />
con particolare attenzione alla potenza<br />
di taglio, alla produttività, alla riattivazione in<br />
caso di input non distruttibili, e ai bassi requisiti<br />
di manutenzione.<br />
Alla fine di questa fase di prova, c'era un chiaro<br />
vincitore: “L'Untha ZR2400 soddisfa alla lettera<br />
il nostro profilo di requisiti. Siamo rimasti soddisfatti”,<br />
afferma Franz Aschen brenner, responsabile<br />
delle operazioni nella sede FCC Austria di<br />
Himberg. L'azienda è rimasta colpita dall'efficienza<br />
energetica del trituratore, che deriva dai<br />
motori sincroni e consente un risparmio energetico<br />
fino a 100 kWh per ora di funzionamento rispetto<br />
alla concorrenza.<br />
La macchina funziona ca. 3.600 ore all'anno,<br />
con funzionamento su due turni. Con un prezzo<br />
medio dell'elettricità pari a <strong>25</strong> cent/kWh, il risparmio<br />
annuo ammonta a ben 90.000 euro.<br />
Un altro vantaggio è l'altezza ridotta, adatta per<br />
l'alimentazione con una pala gommata.<br />
La terza generazione<br />
L'acquisto della ZR2400 nel luglio 2022 segna<br />
l'arrivo della terza generazione di macchine del<br />
produttore premium austriaco alla FCC Austria.<br />
"È ovvio che Untha presta molta attenzione a riflettere<br />
le esperienze dei clienti nell'ulteriore<br />
sviluppo dei suoi prodotti", afferma Johann<br />
Handler. Lo sviluppo di nuovi trituratori è un processo<br />
continuo e non si basa solo su ricerche<br />
approfondite, ma anche sul feedback dei clienti.<br />
Ecco perché la comunicazione personale è fondamentale:<br />
“La partnership di lunga data con<br />
FCC Austria e i suoi dipendenti è preziosa.Il feedback<br />
su come le nostre macchine gestiscono<br />
le sfide operative quotidiane e la stretta comunicazione<br />
con il cliente ci aiutano a sviluppare i<br />
nostri trituratori su base continuativa e ad adattarli<br />
alle esigenze reali dei clienti", afferma<br />
Christian Lanner, Head of Technology & Inno -<br />
vation.<br />
l<br />
I trituratori Untha da molti anni in Italia sono distribuiti<br />
in esclusiva dalla Ecotec Solution.<br />
L'acquisto della<br />
ZR2400 nel luglio<br />
2022 segna l'arrivo<br />
della terza<br />
generazione<br />
di macchine<br />
del produttore<br />
premium austriaco<br />
alla FCC Austria.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
54<br />
RIFIUTI SOLIDI NEWS Soluzioni<br />
All’avanguardia<br />
Cobalto 100% riciclato, nelle batterie progettate da Apple<br />
entro il 20<strong>25</strong>. Il colosso mira a raggiungere l’obiettivo<br />
di prodotti carbon neutral entro il 2030<br />
Ginevra Fontana<br />
Apple si è previssato un nuovo obiettivo<br />
per 20<strong>25</strong> che prevede l’utilizzo di cobalto<br />
100 per cento riciclato in tutte le batterie<br />
progettate dall'azienda di Cupertino.<br />
Nel 2022, è aumentato l’utilizzo di metalli essenziali<br />
riciclati, e ora oltre due terzi di tutto l’alluminio,<br />
quasi tre quarti di tutte le terre rare e<br />
oltre il 95% di tutto il tungsteno presenti nei prodotti<br />
Apple provengono da materiale 100% riciclato.<br />
Sono progressi importanti che spingono<br />
il colosso IT nel raggiungere l’obiettivo di rendere<br />
ogni prodotto carbon neutral entro il 2030. “Apple<br />
si rinnova ogni giorno per realizzare tecnologie<br />
che arricchiscono la vita delle persone, proteggendo<br />
al contempo il pianeta che tutti noi condividiamo”<br />
commenta Tim Cook, CEO di Apple.<br />
“Dai materiali riciclati nei nostri prodotti fino all’energia<br />
pulita che alimenta le nostre attività,<br />
il nostro impegno ambientale è parte integrante<br />
di tutto ciò che produciamo e di ciò che siamo.<br />
Continueremo ad andare avanti nella convinzione<br />
che una grande tecnologia debba essere<br />
tale per l’utente così come per l’ambiente.” “La<br />
nostra ambizione di arrivare a utilizzare il 100%<br />
di materiali riciclati e rinnovabili nei nostri prodotti<br />
va di pari passo con Apple 2030: il nostro<br />
obiettivo di riuscire a creare prodotti a impatto<br />
zero entro il 2030”- commenta Lisa Jackson,<br />
Vice President of Environment, Policy, and Social<br />
Initiatives di Apple.<br />
“Stiamo lavorando con urgenza per raggiungere<br />
entrambi i target e nel farlo, stiamo promuovendo<br />
l'innovazione in tutto il nostro settore".<br />
Daisy è il robot Apple che disassembla<br />
gli iPhone, tra le innovazioni che contribuiscono<br />
al raggiungimento dell’obiettivo di usare<br />
solo materiali riciclati e rinnovabili nei propri<br />
prodotti.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
56<br />
BIOWASTE<br />
SCARTI VITIVINICOLI<br />
SCARTI VITIVINICOLI<br />
BIOWASTE<br />
57<br />
Di prossima inaugurazione,<br />
sarà l’impianto bioLNG. Questo<br />
verrà alimentato con energia<br />
green autoprodotta, che consentirà<br />
la liquefazione del biometano<br />
gassoso proveniente<br />
dai due impianti di upgrading<br />
del biogas. Trasportato alle<br />
stazioni di rifornimento, alimenterà<br />
veicoli pesanti al servizio<br />
del tessuto industriale.<br />
Vasche contenenti corteccia, filtri<br />
dell’aria dell’impianto di produzione ACFA<br />
visibile alle spalle.<br />
Mission&Vision<br />
Natura e tecnologia, ecologia ed energia.<br />
Toccate con mano nel cuore di Caviro<br />
Extra, azienda faentina e illuminata<br />
Federica Lugaresi<br />
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto<br />
si trasforma. Con la forma più alta di valorizzazione.<br />
Anzi altissima, degli ingredienti<br />
naturali di scarto delle filiere agroalimentari<br />
italiane che vengono trasformati in prodotti<br />
nobili, fertilizzanti naturali, inerti per l’industria<br />
e bioenergia. È quanto realizza Caviro Extra (metano,<br />
energia elettrica, biofuel e acido citrico<br />
sono in ordine di valore i prodotti ricavati) in pieno<br />
rispetto della circolarità del Gruppo, che raggiunge<br />
l’importante traguardo di mandare a<br />
smaltimento solo 800 tons di scarti, pari allo<br />
0,1% dei materiali in entrata (624.000 tons). “Ci<br />
ispiriamo al mondo agricolo, facendo cose vecchie<br />
ma nel modo nuovo. Qui applichiamo un<br />
processo industriale su di uno naturale” dichiarano<br />
dal Gruppo. “E con occhio sempre più attento<br />
alla sostenibilità, in un momento mai così<br />
attuale di emergenza idrica, viene ridotta anche<br />
la water footprint, limitando l’uso dell’acqua di<br />
falda grazie a tecnologie che consentono di recuperare<br />
le acque di processo”.<br />
Dalla vigna a…<br />
Dalla lavorazione del vino, si ottengono i cosiddetti<br />
derivati di filiera ossia ingredienti e prodotti<br />
ad alto valore aggiunto, ma è attraverso tecnologia<br />
e competenza che si arriva a prodotti nobili<br />
quali alcoli ed altri estratti, acido tartarico, enocianina<br />
e polifenoli che diventano nuova materia<br />
prima per aziende del settore agronomico, nutraceutico,<br />
farmaceutico, alimentari e beverage<br />
di tutto il mondo.<br />
Anche gli scarti vegetali, seppure “esausti” identificano<br />
una nuova risorsa. La partnership con<br />
Herambiente, permette di raccogliere sfalci e<br />
potature del territorio e sovvalli per produrre<br />
energia elettrica e termica da fonti rinnovabili,<br />
affrancando il Gruppo da forniture esterne e<br />
rendendolo completamente autosufficiente. A<br />
queste fonti energetiche, si aggiungono biometano<br />
e bioetanolo avanzati ottenuti dagli scarti<br />
produttivi.<br />
Ma si ottengono anche ammendanti e correttivi<br />
da utilizzare in agricoltura.<br />
…nuove filiere…<br />
Caviro Extra ha avuto quindi la capacità di<br />
andare oltre il tema dell’uva. Noi di <strong>Waste</strong><br />
abbiamo già parlato delle loro business units<br />
nello scorso numero, e qui ci vogliamo soffermare<br />
sull’ultima nata che si occupa di<br />
eco-energia a partire da fonti rinnovabili, derivanti<br />
sia dai propri scarti di lavorazione che<br />
da quelli di altre aziende del settore agroalimentare.<br />
Lo sviluppo di servizi legati all’ambiente,<br />
è sfociata nella costituzione di<br />
Enomondo, società compartecipata con il<br />
Gruppo Hera, vocata appunto alla produzione<br />
di energia e che risponde al 100% del fabbisogno<br />
energetico elettrico di tutti i siti del Gruppo.<br />
L’eccedenza è immessa nelle reti per uso industriale<br />
e civile, permettendo la diminuzione dell’uso<br />
di gas metano di origine fossile, e una riduzione<br />
delle emissioni delle utenze.<br />
La quantità totale di scarti in entrata (riferita<br />
all’intera realtà di Extra, compresa Eno -<br />
mondo), è pari a 624.000 tonnellate.<br />
Anche le ceneri post combustione vengono recuperate<br />
per produrre conglomerati cementizi<br />
Vista dall’alto dello<br />
stabilimento faentino<br />
di Caviro Extra.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
58 BIOWASTE SCARTI VITIVINICOLI<br />
Torri di stoccaggio<br />
della CO 2 (in fase<br />
liquida) recuperata.<br />
Lasciati<br />
TRAVOLGERE<br />
dalle nuove tecnologie e soluzioni<br />
del settore dei solidi sfusi<br />
Torri di distillazione<br />
dell’alcool, impianto<br />
600 edri.<br />
e new jersey, minimizzando la parte che viene<br />
conferita in discarica (inferiore allo 0,1%).<br />
…all’impianto di biometano<br />
e recupero di CO 2<br />
Circolarità e bioeconomia sono per Caviro Extra<br />
due concetti imprescindibili. All’interno dell’area<br />
sono presenti due impianti di upgrading per la<br />
produzione di biometano avanzato a partire dal<br />
biogas prodotto dalla digestione anaerobica degli<br />
scarti della filiera agroalimentare. Il volume<br />
totale di digestione anaerobica è pari a 38.600<br />
m 3 , a cui corrisponde una produzione oraria<br />
massima di biometano di 2.000 Nm 3 /h.<br />
Attraverso un metodo a membrane, il metano<br />
(presente per il 70%) viene separato dalla CO 2<br />
(al 30%) con la cattura di quest’ultima. Si ottiene<br />
un biometano purissimo, certificato sostenibile,<br />
che viene immesso nella linea nazionale SNAM.<br />
La sala di controllo, attiva 7/7 H24, monitora<br />
l’attività dell’intero impianto.<br />
L’impianto per il recupero di CO 2 ha una capacità<br />
di trattamento in ingresso di 1000 kg/h di anidride<br />
carbonica gassosa, ed una capacità produttiva<br />
pari a 850 kg/h di CO 2 liquefatta (stoccata<br />
a 14 bar con temperatura a – 30/35 C°); corrispondente<br />
ad una produzione annua di 7.000<br />
tons. La CO 2 così ottenuta, purificata e refrigerata,<br />
può essere commercializzata per utilizzi<br />
alimentari e tecnici.<br />
C’è anche ACFA<br />
Acronimo di “Ammendante Compostato da<br />
Scarti della Filiera Agroalimentare”, è ottenuto<br />
da sfalci, potature, biodigestato derivante dal<br />
processo di produzione anaerobica di biogas e<br />
di fanghi agroalimentari. L’impianto è stato inaugurato<br />
nel 2022. Si tratta di un compost specifico<br />
per uso agricolo - e si adatta ad ogni tipo di coltura<br />
- che ha origine dalla naturale decomposizione<br />
della sostanza organica che si trasforma<br />
attraverso un processo di biossidazione.<br />
Oltre ad apportare nutrienti e sostanza organica<br />
di alta qualità al terreno, incrementa la capacità<br />
di ritenzione idrica e migliora i processi microbiologici<br />
del suolo. Il prodotto è quindi altamente<br />
ecosostenibile per l’agricoltura moderna - sempre<br />
più orientata alla riduzione dell’utilizzo di<br />
fertilizzanti di sintesi - nonché dal costo contenuto,<br />
in quanto ottenuto da scarti di filiera.<br />
E per il futuro? “Caviro Extra vuole sviluppare<br />
un’area che vada ancora più incontro all’utilizzo<br />
nutraceutico e salutistico dei prodotti che si possono<br />
estrarre e creare dalla filiera vitivinicola.<br />
Nell’uva, a cominciare dalla foglia, c’è tanto<br />
di più, e c’è ancora molto valore inespresso.<br />
È necessario capire, da parte dell’azienda, se<br />
si ha la capacità della svolta”. E l’innovazione<br />
continua…<br />
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Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
60 BIOWASTE NEWS<br />
NEWS<br />
ACQUE REFLUE<br />
61<br />
Cozza, che scarto!<br />
La grande capacità<br />
del “nano”<br />
n I ricercatori della<br />
Chalmers University of<br />
Technology, in Svezia,<br />
hanno sviluppato un nuovo<br />
metodo che purifica<br />
l'acqua contaminata<br />
utilizzando un materiale a<br />
base di cellulosa.<br />
Il gruppo, guidato da<br />
Gunnar Westman,<br />
professore associato di<br />
chimica organica, si<br />
concentra così sui nuovi<br />
usi della cellulosa e dei<br />
prodotti a base di legno e<br />
fa parte del Wallenberg<br />
Wood Science Center. In<br />
particolare, il team di<br />
ricerca ha approfondito le<br />
proprie conoscenze sui<br />
nanocristalli di cellulosa,<br />
ed è qui che risiede la<br />
chiave per la purificazione<br />
dell'acqua. Queste<br />
minuscole nanoparticelle<br />
possiedono, infatti,<br />
un'eccezionale capacità di<br />
assorbimento. Uno studio<br />
pubblicato sulla rivista<br />
scientifica Industrial &<br />
Engineering Chemistry<br />
Research, dimostra come i<br />
coloranti tossici possono<br />
essere filtrati dalle acque<br />
reflue utilizzando questo<br />
metodo.<br />
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e riutilizzare i prodotti della filiera<br />
di mitilicoltura nel Golfo di Ori -<br />
stano. Nieddittas, l’azienda che la gestisce,<br />
sceglie infatti di riutilizzare i prodotti di scarto<br />
e trasformarli in risorse a 360°. Tra le attività,<br />
il reimpiego delle cozze non idonee al mercato<br />
(perché rotte o semifissurate) per alimentare<br />
le orate allevate. Ma anche la collaborazione<br />
con Medsea (Mediterranean Sea and Coast<br />
Foundation), fondazione no profit per la conservazione<br />
degli ecosistemi marini e costieri,<br />
che prevede l’impiego dei gusci dei mitili per<br />
la costruzione di isolotti artificiali presso lo<br />
stagno di Corru Mannu alfine di favorire l’insediamento<br />
di alcune specie marine.<br />
In ottica di economia circolare invece, esiste<br />
un progetto per ideare e realizzare soluzioni<br />
di ecodesign, mediante il recupero e riutilizzo<br />
di materiali di scarto della miticoltura e di rifiuti<br />
potenzialmente dannosi per gli ecosistemi<br />
marino-costieri (ad es. la retina utilizzata per<br />
allevare le cozze, reti da pesca e cordami).<br />
Possibili impieghi<br />
Il bivalve è costituito per il 95% da carbonato<br />
di calcio è utilizzato anche in agricoltura come<br />
fertilizzante. Ma gli scarti delle cozze, opportunamente<br />
trattati, potrebbero essere utilizzati<br />
nell’allevamento dei volatili come integratori<br />
alimentari di calcio.<br />
Il carbonato di calcio, è uno degli ingredienti presenti<br />
nelle miscele di collanti e cementi quindi,<br />
dopo un processo di desalinizzazione ed essiccatura,<br />
gli scarti delle cozze possono essere impiegati<br />
pure in bioedilizia. Ma il carbonato di calcio<br />
viene utilizzato anche per il trattamento delle<br />
acque reflue che solitamente proviene dalla<br />
cave e si sta rivelando un’attività sempre meno<br />
ecosostenibile. Ecco perchè si potrebbe sostituire<br />
con quello ricavato dai gusci dei molluschi,<br />
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Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
62 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />
SCARTI DI NAVIGAZIONE<br />
SCARTI DI NAVIGAZIONE<br />
ACQUE REFLUE<br />
63<br />
Onde immonde<br />
La nave<br />
da crociera<br />
più grande<br />
del mondo.<br />
Non solo i reflui vengono prodotti sulle navi<br />
da crociera ma anche rifiuti solidi.<br />
Problemi e soluzioni per la loro gestione<br />
sono simili a quelli adottati nelle città, ma<br />
con criticità in più dovute a spazio e tempo<br />
cedure per la gestione dei rifiuti a bordo delle<br />
navi, tra cui il controllo, la raccolta, la separazione,<br />
la catalogazione, il trattamento e lo stoccaggio.<br />
Per fare solo un esempio, lo scorso anno<br />
MSC Crociere ha ottenuto la certificazione per<br />
la sua intera flotta da crociera composta da 19<br />
navi. Lo standard ISO prescrive anche un sistema<br />
standard di classificazione dei rifiuti e di comunicazione<br />
preventiva alle autorità dei porti di approdo.<br />
In questo modo si ha anche una riduzione<br />
dei costi di gestione e smaltimento poiché le autorità<br />
possono attivare delle procedure tariffarie<br />
differenziate a favore delle compagnie che fanno<br />
differenziata.<br />
Ulteriori criticità<br />
Dicevamo all’inizio che rispetto alle aree urbane<br />
a terra, le piccole città galleggianti - che sono le<br />
navi da crociera - presentano due problemi principali<br />
aggiuntivi. Il primo è lo spazio. Le navi sono<br />
diventate gigantesche ma tutti i vani sono impiegati<br />
in modo utile e profittevole, e stoccare rifiuti<br />
Preparazioni<br />
alimentari nella<br />
cucina della<br />
nave.<br />
Si producono fino<br />
a 12.300 kg<br />
di rifiuti<br />
alimentari umidi.<br />
Marco Comelli<br />
Secondo un recente studio, una nave da<br />
crociera media, ossia con una presenza<br />
umana di circa 6.000 persone tra ospiti<br />
ed equipaggio produce per ogni giornata di navigazione<br />
4.<strong>25</strong>6 kg di massa cellulosica (in minima<br />
parte carta, il resto cartone e legno), 5.600<br />
kg di vetro e alluminio, 12.300 kg di rifiuti alimentari<br />
umidi e 1.230 kg di plastica. Una grande<br />
quantità di rifiuti solidi.<br />
La raccolta comincia così<br />
Alcuni di questi rifiuti sono considerati speciali,<br />
per esempio i rifiuti sanitari provenienti dalle infermerie<br />
di bordo, i RAEE, che in crociera sono<br />
praticamente tutti costituiti da pile esauste, i<br />
rifiuti derivanti dall’attività di manutenzione deli<br />
impianti (filtri, imballaggi, oli motore esauriti,<br />
pastiglie dei freni e altre componenti meccaniche,<br />
fitofarmaci, contenitori di fitofarmaci non<br />
bonificati), e quelli derivanti dalla preparazione<br />
di cibi, la cui voce più importante sono gli oli di<br />
frittura.<br />
Questi rifiuti vengono raccolti in modo differenziato<br />
e stoccati a bordo, per poi essere conferiti<br />
in porto agli impianti di riciclo o di smaltimento.<br />
Un porto raggiunto da navi da crociera deve quindi<br />
dotarsi di un servizio di raccolta e poi di gestione<br />
di questi rifiuti, che sono fonte di reddito<br />
ma che richiedono anche investimenti. Per i porti<br />
italiani (anche non primari) relativamente a questa<br />
attività si parla comunque di diverse migliaia<br />
di tonnellate. La materia viene normata dalla direttiva<br />
UE 2019/883.<br />
Mare sostenibile<br />
Il resto dei rifiuti prodotti a bordo è equiparato ai<br />
rifiuti urbani e come tali vengono gestiti. Anche<br />
a seguito del progressivo rafforzarsi delle normative<br />
internazionali (i vari emendamenti<br />
all’Annex V della MARIPOL di cui abbiamo parlato<br />
nel numero scorso, e il Regolamento Ue 2022/91<br />
del 21 gennaio 2022) e alla sensibilità delle compagnie,<br />
almeno quelle occidentali, nei confronti<br />
della sostenibilità, la gestione dei rifiuti ha fatto<br />
passi da gigante rispetto alla situazione di anche<br />
solo venticinque anni fa (scarico a mare…). Come<br />
spesso accade in questi casi, sono stati creati<br />
degli standard di certificazione volontaria per chi<br />
vuole dare conto che le proprie pratiche eccedono<br />
le direttive mandatorie. La più utilizzata si riferisce<br />
allo standard ISO 21070:2017 per la protezione<br />
dell’ambiente marino, e riguarda le pro-<br />
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Economia Circolare<br />
64 ACQUE REFLUE<br />
SCARTI DI NAVIGAZIONE<br />
Inceneritore<br />
per navi da crociera,<br />
formato mignon.<br />
Compattatori<br />
per lattine<br />
di alluminio<br />
riciclabili.<br />
non lo è. Per questo per i riciclabili si ricorre alla<br />
compattazione. Per i residui di cibo, l’equivalente<br />
della FORSU, la strada che le compagnie seguono<br />
sempre più spesso è l’incenerimento. Le navi<br />
sono infatti dotate di due inceneritori della stessa<br />
potenza, solo uno dei quali viene utilizzato di volta<br />
in volta. L’altro è mantenuto spento e serve in<br />
caso di guasto. Le dimensioni degli inceneritori<br />
variano a seconda delle dimensioni della nave, il<br />
numero degli occupanti e la percentuale di rifiuti<br />
che si prevede di trattare in questo modo. Per<br />
fare alcuni esempi, la nave sopra ricordata da<br />
6.000 passeggeri ha due inceneritori, di cui uno<br />
attivo, da 2000 kW, per la stessa potenza è impiegata<br />
anche su navi con metà stazza e solo<br />
1.350 occupanti (quelle usate per le crociere di<br />
lusso). Normalmente gli inceneritori servono solo<br />
ad eliminare i rifiuti. L’avanzare delle normative<br />
che prevedono limiti anche nella produzione di<br />
CO2 delle navi, sta spingendo le compagnie e cercare<br />
una <strong>maggio</strong>re efficienza energetica complessiva,<br />
non solo nella propulsione. Hanno iniziato<br />
ad apparire i primi termovalorizzatori, che<br />
bruciano rifiuti e producono energia, sia elettrica<br />
(alimentando una turbina a vapore) che<br />
termica. Tra i primi esempi sono da annoverare<br />
le quattro navi della Classe Preziosa<br />
(la capoclasse più Fantasia, Splendida e<br />
Divina) di MSC che per un lustro sono state<br />
le ammiraglie della flotta. Tuttavia, una valorizzazione<br />
veramente efficiente dell’energia prodotta<br />
dai rifiuto di bordo, si scontra con il problema<br />
dello spazio. Per fare un esempio, il calore<br />
che ora finisce in atmosfera attraverso i fumaioli<br />
potrebbe essere utilizzato tramite scambiatori di<br />
calore per alimentare gruppi frigoriferi ad assorbimento<br />
per il sistema di climatizzazione. Una<br />
nave da 6.000 occupanti, secondo che venga utilizzata<br />
in climi caldi o temperati-freddi assorbe<br />
tra 300 e 400 kW di elettricità per far funzionare<br />
i chiller. Le temperature in gioco sono ampiamente<br />
nei limiti delle unità ad assorbimento, ma<br />
per alimentare questi ultimi vanno installati<br />
scambiatori di calore, bypass dei fumi, recuperatori<br />
di condensa, tubazioni.<br />
IL SALONE<br />
DELLE SOLUZIONI<br />
AMBIENTALI ED<br />
ENERGETICHE<br />
LYON<br />
EUREXPO<br />
FRANCIA<br />
Il tempo rema contro<br />
Altri metodi più efficienti di valorizzazione energetica<br />
sono penalizzati dal tempo. La destinazione<br />
tipica della FORSU è infatti la digestione<br />
anaerobica per la produzione di biogas che poi<br />
alimenta un cogeneratore a motore a combustione<br />
interna. Con opportuni accorgimenti si<br />
riescono ad ottenere rendimenti energetici (meccanici<br />
più termici) vicini all’unità e con il recupero<br />
del calore latente condensa anche superiore all’unità.<br />
Il problema è che la digestione richiede<br />
tempo e tipicamente le crociere, quando è possibile<br />
alimentare il digestore in modo adeguato,<br />
nella <strong>maggio</strong>r parte dei casi hanno la durata di<br />
una settimana. C’è poi il problema dello stoccaggio<br />
del biogas, questione che limita anche<br />
l’alternativa del trattamento termico in assenza<br />
di ossigeno con la produzione di syngas. Il syngas<br />
ha un ciclo molto rapido, è compatibile con i cogeneratori<br />
e permette di recuperare anche plastica<br />
e masse cellulosiche. Il gas di sintesi però<br />
contiene idrogeno, quindi va maneggiato con attenzione.<br />
Insomma, ci sono grandi potenzialità<br />
ma ogni soluzione deve essere ingegnerizzata<br />
e ottimizzata per le particolari esigenze delle<br />
navi da crociera.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
accoglie<br />
VISITATORI & STAMPA<br />
Manuela FORNARA<br />
Saloni Internazionali Francesi S.r.l.<br />
02 43 43 53 20<br />
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IL SALONE DELLE SOLUZIONI AMBIENTALI PER IL<br />
MARE E IL LITORALE COSTIERO<br />
ESPOSITORI<br />
Luca EMMA<br />
RX GLOBAL ISG ITALY<br />
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In associazione con
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
66<br />
ACQUE REFLUE<br />
NEWS<br />
19° SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI<br />
E SULLA DISCARICA SOSTENIBILE / 9-13 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />
Forte Village Resort, S. Margherita. di Pula, Cagliari<br />
organizzato da:<br />
con il supporto<br />
scientifico di:<br />
segreteria e<br />
contatti:<br />
IWWG - International <strong>Waste</strong> Working Group<br />
Università di Padova • Boku University of Natural Resources and Life Sciences (AT) • Hamburg University<br />
of Technology (DE) • Luleå University of Technology (SE) • Tongji University (CN)<br />
Eurowaste srl / Via Beato Pellegrino 23 / 35137 Padova<br />
tel + 39 049 8726986 / info@sardiniasymposium.it / www.sardiniasymposium.it<br />
Recupero nel tacco<br />
Irene Boschi<br />
sorgerà a Taranto ed utilizzerà<br />
le sorgenti salmastre del fiume Tara.<br />
L’impianto<br />
Sarà ultratecnologico e con una potenzialità<br />
di 55.400 m 3 /giorno circa di acqua potabile.<br />
Acquedotto Pugliese (AQP) ha approvato la gara,<br />
per circa 100 milioni di euro a valere in parte su<br />
fondi del Pnrr, che doterà l’Italia del più grande<br />
dissalatore ad osmosi inversa, il primo impianto<br />
continentale ad uso civile del Paese. “Questa<br />
grande opera italiana è frutto della visione strategica<br />
della Regione Puglia e delle capacità industriali<br />
di Acquedotto Pugliese, reattiva – riferisce<br />
il Presidente della Giunta regionale<br />
pugliese, Michele Emiliano - nel mettere a frutto<br />
le opportunità del Piano Nazionale di Ripresa<br />
e Resilienza (Pnrr), anche grazie al lavoro svolto<br />
dall’Autorità idrica Pugliese (AIP). Con la sua<br />
Acquedotto Pugliese avvia<br />
la realizzazione del più grande<br />
dissalatore a uso civile d’Italia<br />
per fronteggiare l’emergenza<br />
idrica. Utilizzerà le sorgenti<br />
salmastre del fiume Tara<br />
realizzazione si potrà far fronte all’incremento<br />
delle richieste estive e si potrà ridurre nel contempo<br />
il prelievo della risorsa dai pozzi. Un<br />
modo per conferire al nostro sistema di approvvigionamento<br />
idrico una <strong>maggio</strong>re resilienza e<br />
capacità di reagire alle crisi idriche, in un momento<br />
storico caratterizzato dai segni del cambiamento<br />
climatico”. Le tre priorità che guidano<br />
il piano strategico di AQP al 2026 sono:<br />
tutela della risorsa idrica con l’obiettivo di recuperare<br />
44 milioni di metri cubi di acqua, implementazione<br />
di un sistema di economia circolare<br />
con la gestione in house di 130 mila<br />
tonnellate di fanghi e accelerazione sulla transizione<br />
energetica arrivando a produrre nel<br />
2026 oltre 90 GWH di energia da fonti rinnovabili<br />
autoprodotta.<br />
l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
RITORNA IL SARDINIA SYMPOSIUM!<br />
Dopo lo straordinario successo della precedente edizione, che ha visto la calorosa partecipazione di 354 delegati provenienti da 46<br />
Paesi, torna il SARDINIA <strong>2023</strong> – 19° Simposio Internazionale sulla gestione dei rifiuti e sulla discarica sostenibile che si terrà in<br />
presenza dal 9 al 13 Ottobre <strong>2023</strong> nella tradizionale e magnifica cornice del Forte Village Resort, Santa Margherita di Pula, Cagliari.<br />
L’evento, che dal 1987 riunisce ogni due anni centinaia di partecipanti provenienti da tutto il mondo, con la presentazione di oltre 400<br />
lavori, rappresenta a livello internazionale il convegno più importante sulla gestione dei rifiuti e costituisce il Forum di riferimento per<br />
tutta la comunità scientifica attiva nel settore. Il segreto di questo successo? Presto detto:<br />
sempre più giovani scienziati partecipano a questo evento riconoscendolo come importante luogo di socializzazione scientifica e di<br />
scambio di esperienze; la partecipazione è largamente internazionale con oltre 70 Paesi diversi, rappresentativa di tutti i continenti;<br />
partecipazione costante di affermati scienziati; alto livello scientifico sostenuto da innovazione e creatività; un luogo, un ambiente,<br />
una natura, una struttura alberghiera, un programma extra lavori che rendono piacevole ed unico al mondo la socializzazione e l’opportunità<br />
di collaborazioni professionali e scientifiche. Iscriviti ora!<br />
IL CALL FOR ABSTRACT E’ ANCORA APERTO: Invia subito il tuo lavoro<br />
Gli abstract (una o massimo due pagine) devono essere redatti secondo il template disponibile sul sito ed inviati alla segreteria<br />
organizzativa utilizzando l’apposito form online (https://www.sardiniasymposium.it/abstract-form).<br />
Gli abstract possono essere inviati per presentazioni orali o poster. E’ possibile inoltre inviare proposte di workshop.<br />
La lingua ufficiale del Simposio è l’inglese. Sono previste sessioni anche in lingua italiana per facilitare la partecipazione di delegati<br />
locali. Gli autori italiani possono quindi inviare abstract redatti in ciascuna delle due lingue a seconda della sessione alla quale desiderano<br />
partecipare. Per ulteriori informazioni visitare: www.sardiniasymposium.it/it/call-for-abstracts-<strong>2023</strong><br />
TEMI: Approfondisci tutti gli argomenti del Simposio sul sito<br />
Politiche di gestione dei rifiuti e legislazione / Strategie di gestione dei rifiuti / Partecipazione pubblica / Gestione dei rifiuti e<br />
strumenti di supporto alle decisioni / Caratterizzazione dei rifiuti per la definizione delle modalità di gestione / Nuovi concetti<br />
per la raccolta dei rifiuti / Minimizzazione dei rifiuti e riciclaggio / Trattamento biologico / Trattamenti termici e tecnologie<br />
avanzate di conversione / Pretrattamento meccanico-biologico prima del conferimento in discarica / Discarica controllata /<br />
Gestione integrata delle acque reflue e dei rifiuti solidi / Gestione dei rifiuti e cambiamenti climatici / Gestione dei rifiuti nei<br />
paesi in via di sviluppo / Environmental forensics / <strong>Waste</strong> Architecture / Rifiuti e salute / Tecnologie digitali per la gestione dei<br />
rifiuti / Altro.<br />
Per ulteriori informazioni si prea di contattate la Segreteria all’indirizzo info@sardiniasymposium.it<br />
VISITA WWW.SARDINIASYMPOSIUM.IT
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
68 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />
DUMPER DA MINIERA<br />
DUMPER DA MINIERA<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
69<br />
Gigante<br />
a impatto zero<br />
Come decarbonizzare le attività estrattive<br />
nelle miniere a cielo aperto, utilizzando<br />
un dumper di oltre 510 ton mosso da pile<br />
a combustibile alimentate a idrogeno<br />
in collaborazione con<br />
Chi pensa che le pile a combustibile alimentate<br />
a idrogeno siano adatte solo ai<br />
mezzi commerciali e ai veicoli industriali<br />
deve ricredersi. Lo dimostra il gigantesco dumper<br />
a fuel cell di 510 tonnellate di peso a pieno<br />
carico (e 290 tonnellate di portata) illustrato in<br />
queste pagine, utilizzato dalla società mineraria<br />
Anglo American nella miniera a cielo aperto di<br />
Magalakwena, nella provincia del Limpopo, in<br />
Sudafrica. Il dumper sperimentale rientra nel<br />
progetto nuGen Zero Emission Haulage So -<br />
lution (ZEHS) per decarbonizzare le attività di<br />
trasporto nei siti minerari entro 2030 e quelle<br />
estrattive entro il 2040.<br />
In futuro tutta la flotta senza emissioni<br />
Attualmente, il 16 per cento delle emissioni clima-alteranti<br />
della Anglo American provengono<br />
dall’impiego del gasolio utilizzato da una flotta<br />
di 400 maxi-dumper - insieme a un ampio ventaglio<br />
di altri macchinari - operativi in differenti<br />
aree geografiche del mondo. Ciascun dumper<br />
(a Magalakwena ve ne sono 40) consuma, in<br />
media, 2.500-3.000 litri di carburate di origine<br />
fossile al giorno (o 900mila litri l’anno), producendo<br />
8 tonnellate di CO 2 nell’arco di 24 ore.<br />
Per risolvere alla radice il problema, la Anglo<br />
American ha siglato nel 2019 un accordo con<br />
la società d’ingegneria americana First Mode<br />
per la progettazione e lo sviluppo del più grande<br />
veicolo di trasporto a fuel cell (FCEV) al mondo.<br />
Il piano prevedeva la sostituzione del motore<br />
diesel di un dumper Komatsu 930E-4 con otto<br />
pile a combustibile installate in parallelo, con<br />
una capacità totale di 837 chilowatt. A ciò si aggiunge<br />
un pacco batterie agli ioni di litio di 1,2<br />
megawatt ora per il recupero energetico in fase<br />
di frenata o sui percorsi in discesa e per fornire<br />
un supporto addizionale all’energia generata<br />
dalle pile a combustibile nelle situazioni più<br />
gravose dell’operatività offroad.<br />
Due megawatt di potenza installata<br />
Nel complesso, con i suoi 2 megawatt di potenza<br />
installata, il dumper risulta ancora più<br />
performante dell’originaria versione dieselelettrica.<br />
Per la regolazione dei flussi energetici<br />
e delle portate di idrogeno è stato sviluppato da<br />
Sopra e a fianco,<br />
il dumper a fuel cell<br />
alimentate a idrogeno<br />
della Anglo American.<br />
La società mineraria<br />
prevede di convertire<br />
a idrogeno l’intero<br />
parco veicoli<br />
in esercizio.<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
70 VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
DUMPER DA MINIERA<br />
NEWS<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
71<br />
Sotto, un tre quarti<br />
posteriore del<br />
dumper a idrogeno<br />
e un particolare<br />
del cassone. In basso,<br />
il modello originale<br />
diesel-elettrico<br />
930 E realizzato<br />
da Komatsu.<br />
Affidabilità 100% elettrica<br />
Il modello originale diesel-elettrico<br />
Il dumper a fuel cell della Anglo American deriva un’unità dieselelettrica<br />
convenzionale - 930E 4 - realizzata da Komatsu. Sul mezzo<br />
a emissioni zero il motore diesel a 16 cilindri SSDA16V160 da 2.700<br />
Cv di 9.608 chilogrammi di peso è stato sostituito da otto pile a<br />
combustibile alimentate a idrogeno e da un pacco batterie agli ioni<br />
di litio, che funge da polmone energetico. Sono rimasti, invece, invariati<br />
i due motori elettrici di trazione asincroni collocati alle ruote,<br />
in grado di impartire al veicolo una velocità massima di 64,5 chilometri<br />
l’ora a pieno carico (510 tonnellate).<br />
First Mode, in collaborazione con Ballard (che<br />
fornisce le pile a combustibile) e con Nproxx<br />
(costruttore dei serbato dell’idrogeno), un software<br />
di gestione customizzato. Il progetto di<br />
decarbonizzazione delle attività estrattive di<br />
Anglo Amercan in Sudafrica coinvolge anche<br />
Engie, un gigante a livello mondiale nel settore<br />
energetico. Il Gruppo, che può contare su oltre<br />
100mila addetti nei diversi continenti, negli ultimi<br />
due anni ha potenziato di 7 gigawatt la propria<br />
capacità produttiva nel settore delle rinnovabili,<br />
raggiungendo nel 2022 il traguardo<br />
dei 38 gigawatt di capacità installata. Prevede,<br />
inoltre, di aggiungere altri 4 gigawatt all’anno<br />
fino 20<strong>25</strong>, per poi incrementare ulteriormente<br />
la capacità con 6 gigawatt all’anno dal 2026 al<br />
2030. Nel sito minerario sudafricano di Maga -<br />
lakwena Engie produce idrogeno verde per elettrolisi<br />
dell’acqua, utilizzando l’energia proveniente<br />
da pannelli fotovoltaici<br />
Come viene ricavato l’idrogeno green<br />
L’impianto prevede quattro aree principali: il<br />
parco solare (costituito da 10 file di moduli bifacciali<br />
orientabili di 660 chilowatt di potenza di<br />
picco), il sito di produzione dell’idrogeno con<br />
l’elettrolizzatore, la parte dedicata al trattamento<br />
dell’acqua utilizzata per l’elettrolisi insieme<br />
a una soluzione di idrossido di potassio (KOH)<br />
e le installazioni per la compressione (a 350<br />
bar) e lo stoccaggio dell’idrogeno. l<br />
Tenax International è la prima società a<br />
livello mondiale integralmente dedicata<br />
alla produzione, distribuzione ed assistenza<br />
di macchine ecologiche 100 per cento<br />
elettriche e a basso voltaggio per la pulizia e<br />
l’igiene urbana.<br />
Con sede in provincia di Reggio Emilia, è l’unica<br />
attualmente sul mercato ad essere stata in grado<br />
di tradurre la propria vocazione elettrica in<br />
una gamma completa di spazzatrici e lavastrade<br />
100 % elettriche (non elettrificate) a basso<br />
voltaggio (inferiore a 50 volt).<br />
Tutti i prodotti della gamma Tenax, infatti, nascono<br />
sin dal loro concepimento completamente<br />
elettrici.<br />
Questo significa che le scelte tecnologiche in<br />
termini di pesi, dimensioni, assorbimenti e layout<br />
sono state pensate per un prodotto esclusivamente<br />
nato per essere elettrico.<br />
Al contrario di spazzatrici elettrificate, offrono<br />
elevate prestazioni, sia in termini di <strong>maggio</strong>ri<br />
ore di lavoro costante e continuative garantite,<br />
sia in termini di batterie. Infatti grazie alla vasta<br />
gamma di batterie disponibili è stato possibile<br />
adattarsi alla perfezione a qualsiasi esigenza<br />
sia tecnica che economica del cliente creando<br />
soluzioni energetiche su misura.<br />
Grazie all’assenza di circuiti idraulici, eliminano<br />
il rischio di sversamenti di olii idraulici su superfici<br />
stradali.<br />
Gli sversamenti di olio infatti richiedono onerosi<br />
Spazzatrici caratterizzate in grado di garantire<br />
performance estremamente elevate<br />
ed un comfort supremo per l’operatore<br />
interventi di bonifica, e costituiscono un pericolo<br />
per l’ambiente e per la sicurezza e salute dei<br />
cittadini.<br />
Inoltre grazie all’assenza di emissioni di CO 2 e<br />
di emissioni acustiche, contribuiscono a creare<br />
un’ambiente cittadino più vivibile e sostenibile.<br />
Le spazzatrici Tenax garantiscono un ritorno dell’investimento<br />
confermato in massimo tre anni,<br />
soprattutto all’assenza di manutenzione. l<br />
Maggio <strong>2023</strong><br />
Maggio <strong>2023</strong>
9<br />
LA RIVISTA TECNICA<br />
SULL’ECONOMIA CIRCOLARE<br />
Anno VII<br />
Maggio<br />
<strong>2023</strong><br />
N<br />
W<br />
ROTTA<br />
A WASTE<br />
E<br />
S<br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
GESTIONE<br />
E RICICLO RIFIUTI<br />
DEGLI IMPIANTI<br />
NUCLEARI<br />
ITALIANI<br />
ECO ENERGIA<br />
DA SCARTI<br />
VITIVINICOLI<br />
TRA CIRCOLARITÀ<br />
E BIOECONOMIA<br />
ISSN 2610-9069<br />
0 0 0 2 5 ><br />
772610 906904<br />
*IVA assolta dall’editore<br />
ABBONAMENTO ANNUO<br />
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Il futuro lo decidiamo oggi, con il primo autocarro<br />
Mercedes-Benz completamente elettrico per la gestione<br />
dei rifiuti. L’eEconic soddisfa tutti i requisiti del veicolo<br />
industriale moderno in termini di sostenibilità, sicurezza,<br />
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della batteria.<br />
Nelle situazioni di traffico caratterizzate da scarsa<br />
visibilità, la posizione ribassata del sedile e la cabina<br />
di guida DirectVision consentono una guida predittiva<br />
alla stessa altezza degli occhi degli altri utenti della<br />
strada. I sistemi di sicurezza e assistenza alla guida<br />
e le caratteristiche ergonomiche intelligenti riducono<br />
ulteriormente l’affaticamento del conducente e<br />
dell’equipaggio.<br />
eEconic: garanzia di una soluzione pulita.<br />
special.mercedes-benz-trucks.com/l-e-econic