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Le_parole_che_non_ti_ho_detto

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«Sì. Sono contenta che tu mi abbia invitata.»

«Ne avevi bisogno. Saresti stata troppo sola nel tuo appartamento.»

«Sembri mia madre.»

«Voglio prenderlo come un complimento.» Deanna riprese in mano la lettera

posata sul tavolo.

Mentre la esaminava, le sopracciglia le si inarcarono, ma non disse niente.

Theresa ebbe l'impressione che la lettera le avesse fatto scattare qualcosa nella

mente.

«Che c'è?»

«Mi chiedevo...» rispose piano Deanna.

«Che cosa?»

«Ecco, mentre ero dentro, ho ripensato alla lettera. Mi chiedo se possiamo

pubblicarla nella tua rubrica questa settimana.»

«Che cosa intendi dire?» Deanna si sporse in avanti appoggiandosi al tavolo.

«Quello che hai sentito. Penso che dovremmo pubblicare questa lettera nella

tua rubrica. Sono sicura che piacerà anche ai lettori. E' davvero insolita. Di tanto

in tanto la gente ha bisogno di leggere cose del genere. E' così commovente.

Immagino già quante donne la ritaglieranno e la incolleranno sul frigorifero

perché il marito la veda quando torna dal lavoro.»

«Ma non sappiamo nemmeno chi sono queste persone.

Non credi che dovremmo chiedere il loro permesso?»

«Proprio questo è il punto. Non possiamo. Ne parlerò con l'avvocato, ma

sono certa che non c'è niente di illegale. Non useremo i loro veri nomi, e se non

ci attribuiamo il merito di averla scritta, né divulghiamo la sua possibile origine,

non ci saranno problemi.»

«Lo so anch'io che probabilmente non è illegale, ma non sono sicura che sia

giusto. Voglio dire, è una lettera strettamente personale. Non credo che vada

pubblicata e data in pasto a tutti.»

«E' una storia piena di umanità, Theresa. Alla gente piace questo genere di

cose. E poi non contiene nulla che possa mettere in imbarazzo qualcuno. E' una

lettera bellissima. E tieni presente che questo Garrett l'ha affidata all'oceano in

una bottiglia. Doveva sapere che si sarebbe arenata da qualche parte.» Theresa

scrollò il capo. «Davvero non so, Deanna...»

«Pensaci su. Dormici su, se preferisci. Io la trovo una splendida idea.»

Theresa rifletté sulla lettera mentre si svestiva per fare la doccia. Si ritrovò a

fantasticare sull'uomo che l'aveva scritta, questo Garrett, sempre che si

chiamasse davvero così. E Catherine, ammesso che esistesse, chi era? L'amante

o la moglie, era ovvio, ma l'aveva lasciato.

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