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Le_parole_che_non_ti_ho_detto

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Deanna, «hanno effetti terribili sulla pelle se sta troppo tempo al sole».

Brian e Deanna erano insieme da trentasei anni. Fidanzati dai tempi del

college, si erano sposati l'estate successiva alla laurea, subito dopo che Brian

aveva accettato un lavoro in uno studio di contabilità di Boston. Otto anni dopo

Brian ne era diventato socio, e avevano comperato una casa spaziosa a

Brookline, dove abitavano da ventotto anni.

Avevano sempre desiderato dei bambini, ma dopo sei anni di matrimonio

senza che Deanna rimanesse incinta si erano recati da un ginecologo, il quale

aveva scoperto che Deanna non poteva avere figli. Per molti anni avevano

cercato di adottarne uno, ma la lista d'attesa era interminabile e alla fine avevano

abbandonato la speranza. Erano stati anni molto difficili, aveva confidato una

volta Deanna a Theresa, un periodo in cui il loro matrimonio aveva vacillato. Ma

il loro legame, sebbene scosso, aveva resistito e Deanna si era buttata nel lavoro

per riempire il vuoto della sua vita. Aveva incominciato al Boston Times quando

le donne erano pochissime, e un gradino alla volta aveva fatto carriera. Quando,

dieci anni prima, era diventata direttrice, aveva incominciato a prendere sotto la

sua protezione le donne giornaliste. Theresa era stata la sua prima allieva.

Deanna salì di sopra per farsi una doccia e Theresa diede una scorsa al

giornale. Poi guardò l'ora: poteva telefonare a Kevin. In California era ancora

molto presto, solo le sette, ma sapeva che tutta la famiglia di David sarebbe stata

sveglia. Kevin si alzava sempre all'alba, e per una volta le fece piacere che anche

qualcun altro conoscesse questa magnifica esperienza.

Il telefono squillò diverse volte prima che Annette rispondesse. In sottofondo

Theresa udì la TV accesa e il pianto di un neonato.

«Ciao. Sono Theresa. C'è Kevin?»

«Oh, ciao. Sicuro. Te lo passo subito.» Il ricevitore fu appoggiato sulla

mensola, e Theresa udì la voce di Annette che diceva: «E per te, Kevin. C'è

Theresa al telefono».

Il fatto che l'avesse chiamata «Theresa» e non «la mamma» le fece più male

di quanto pensasse, ma non ebbe tempo di rifletterci su.

Kevin era trafelato quando prese il ricevitore.

«Ciao, mamma. Come stai? Come va la vacanza?» Theresa provò una fitta di

nostalgia al suono della sua voce. Era ancora acuta, infantile, ma sapeva che

presto sarebbe cambiata.

«Sto benissimo, ma sono arrivata solo ieri sera. Non ho fatto granché, oltre a

correre stamattina.»

«C'era molta gente in spiaggia?»

«No, ma mentre rientravo ho visto diverse persone dirette al mare. E tu,

quand'è che parti con papà?»

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