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24 natura a perdita d’occhio<br />
La mia missione: fare una camminata, ritrovare<br />
e dimenticare me stessa. Il mio cammino mi<br />
porta attraverso la gola Rastenbach, un luogo<br />
molto decantato a Caldaro e nel podcast. Si dice<br />
che il mattino sia un momento molto particolare<br />
per attraversarla. È spuntato il sole che presto<br />
con i suoi raggi illumina tutto, fino al lago. Inizio<br />
a camminare verso Castelvecchio. Il bosco mi avvolge<br />
facendo scomparire il cielo sopra di me.<br />
L’aria è densa, umida e vivace. Continuo a camminare<br />
su passerelle e scalette. Inspiro, espiro, mi<br />
fermo, osservo. E sento l’acqua sulla pelle, sui<br />
capelli. Tendo l’orecchio per ascoltare l’acqua che<br />
gorgoglia, schizza, scende lenta in infiniti rivoli.<br />
I rami stormiscono, gli uccellini si cercano cinguettando.<br />
Il muschio riveste sassi e rocce, si arrampica<br />
su per gli alberi e li trasforma in dormienti creature<br />
fiabesche. Immersa nella penombra, mi libro in<br />
quest’atmosfera senza tempo, festosa e allegra.<br />
In questo mio andare meditativo mi scordo della<br />
grotta dei pipistrelli che dovrebbe trovarsi qui da<br />
qualche parte. Qui vivono, indisturbati dall’uomo,<br />
il ferro di cavallo maggiore e il vespertilio maggiore.<br />
Peccato, mi sarebbe piaciuto vederla. Poi esco<br />
nella luce e raggiungo la terrazza panoramica attraverso<br />
una scaletta che attraversa la roccia. Il lago,<br />
i vigneti e il bosco sottostanti sembrano un dipinto. >