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INSIEMI - CCL, storie da abitare - Pichi 12

È una storia ancora tutta da scrivere quella dei soci e freschi inquilini di Pichi12, il terzo intervento di CCL in area Navigli, nella zona che un tempo ospitava l’ex Sieroterapico e che guarda verso l’Alzaia Naviglio Pavese e corso San Gottardo. Ma ciò che si apprestano a far diventare racconto della loro quotidianità – e qui la famiglia di Gibba, il deejay di Radio 105 socio della primissima ora, ha già tantissimo da dire - poggia su basi solidissime, nonostante tutto sia nato da un… buco. Ovvero, lo spazio interrato di un’autorimessa già esistente. Le solide fondamenta che a mano a mano hanno riempito il vuoto si devono soprattutto alle sorprendenti connessioni che si sono create tra tutti gli attori che hanno contribuito alla progettazione e alla costruzione di Pichi, compresa la tradizionale complicità di CCL con NoiCoop e SSA. Inoltre, il rapporto che si è creato con il quartiere vale un approfondimento, ed è già una bella storia da raccontare, a partire dalla condivisione progettuale con la nuova Accademia di Belle Arti Naba che ha portato, grazie a un contest tra gli studenti, alla realizzazione di uno spettacolare murale che riassume perfettamente il “mood” di un modello abitativo che parla di storia, futuro e relazioni umane. E a proposito di belle storie: guest star dell’episodio è l’autrice di “Le cose che salvano” Lorenza Gentile, che in questi luoghi ha ambientato il suo best seller scritto per Feltrinelli.

È una storia ancora tutta da scrivere quella dei soci e freschi inquilini di Pichi12, il terzo intervento di CCL in area Navigli, nella zona che un tempo ospitava l’ex Sieroterapico e che guarda verso l’Alzaia Naviglio Pavese e corso San Gottardo. Ma ciò che si apprestano a far diventare racconto della loro quotidianità – e qui la famiglia di Gibba, il deejay di Radio 105 socio della primissima ora, ha già tantissimo da dire - poggia su basi solidissime, nonostante tutto sia nato da un… buco. Ovvero, lo spazio interrato di un’autorimessa già esistente. Le solide fondamenta che a mano a mano hanno riempito il vuoto si devono soprattutto alle sorprendenti connessioni che si sono create tra tutti gli attori che hanno contribuito alla progettazione e alla costruzione di Pichi, compresa la tradizionale complicità di CCL con NoiCoop e SSA. Inoltre, il rapporto che si è creato con il quartiere vale un approfondimento, ed è già una bella storia da raccontare, a partire dalla condivisione progettuale con la nuova Accademia di Belle Arti Naba che ha portato, grazie a un contest tra gli studenti, alla realizzazione di uno spettacolare murale che riassume perfettamente il “mood” di un modello abitativo che parla di storia, futuro e relazioni umane.
E a proposito di belle storie: guest star dell’episodio è l’autrice di “Le cose che salvano” Lorenza Gentile, che in questi luoghi ha ambientato il suo best seller scritto per Feltrinelli.

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| I PROGETTISTI |<br />

UNA COMMITTENZA ATTENTA COME CE<br />

Qui di seguito l’intervista a Michele Rossi<br />

co-founder dello Studio Park Associati e ad<br />

Alberto Ficele architetto e project leader per<br />

l’intervento di <strong>Pichi</strong><strong>12</strong>.<br />

COME SIETE GIUNTI ALLA SCELTA DI UNA STRUTTURA<br />

INTERAMENTE IN ACCIAIO?<br />

M.R.: Il progetto nasceva con il grosso vincolo di sorgere<br />

sopra a tre piani di parcheggi interrati. L’idea dell’acciaio non<br />

è arrivata subito. In prima istanza abbiamo pensato di creare<br />

una soletta in cemento ma questo significava rinunciare<br />

a confrontarsi con la maglia esistente sottostante, era<br />

come sbarazzarsi di un problema senza averci fatto i conti.<br />

Utilizzare il ferro invece significava trovare delle soluzioni<br />

architettoniche più interessanti, innovative. Il ferro è un<br />

materiale che in Italia viene usato poco soprattutto negli<br />

edifici residenziali perché tendenzialmente è più costoso<br />

rispetto al cemento armato. Ma ha anche delle prerogative<br />

interessanti: è più leggero, è più rapido nel montaggio, ha<br />

maggiore flessibilità e soprattutto, nel nostro caso specifico,<br />

an<strong>da</strong>va a pesare meno sul parcheggio sotterraneo.<br />

MA COME, IL FERRO NON È TRA I MATERIALI PIÙ PESANTI?<br />

A.F.: È vero che ha un peso specifico alto ma se ne usa meno<br />

perché possiede qualità meccaniche superiori al calcestruzzo<br />

armato e dunque, di fatto, la struttura finale è più leggera.<br />

Abbiamo costruito un edificio sopra a uno esistente. Per<br />

gravare il meno possibile ed essere flessibili la scelta è<br />

ricaduta sul ferro. Lavorare con il principio del secco, poi,<br />

ha permesso di avere un cantiere più facile e più sostenibile.<br />

© Park Associati<br />

AVETE DEFINITO PICHI<strong>12</strong> UN EDIFICIO ANTI-ICONICO,<br />

UN’ARCHITETTURA DISCRETA, NON URLATA. COSA<br />

SIGNIFICA?<br />

M.R.: Penso che l’architettura residenziale debba inserirsi in<br />

continuità con il contesto e con gli edifici preesistenti. Per<br />

questo deve saper essere silenziosa. È un’architettura che<br />

ha a che fare con la quotidianità, con un aspetto domestico<br />

ben diverso <strong>da</strong> quello che rappresenta invece un edificio<br />

pubblico. Park Associati poi ha nel suo dna la volontà di<br />

affrontare ogni progetto cercando il tono corretto, la giusta<br />

espressività che risponde al luogo, alla committenza e alle<br />

persone che andranno ad <strong>abitare</strong> l’edificio.<br />

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