13.06.2023 Views

INSIEMI - CCL, storie da abitare - Stadera

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare


<strong>INSIEMI</strong>: LEGGIMI + ASCOLTAMI<br />

un progetto multimediale di<br />

<strong>CCL</strong> per raccontare le <strong>storie</strong> più<br />

significative di questi ultimi anni.<br />

Dando voce ai protagonisti.<br />

ASCOLTAMI<br />

IL PODCAST DI <strong>CCL</strong>


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare


LA MAPPA<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

SERPICA NARO<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

LOREDANA GIULIOLI, 47 ANNI, E ZOE ROMANO, 51 ANNI, SONO DUE DELLE ATTIVISTE DI<br />

SERPICA NARO, GRUPPO CHE UTILIZZA IL LAVORO DI SARTORIA PER VEICOLARE UN MESSAGGIO<br />

POLITICO-SOCIALE.


| IL QUARTIERE |<br />

CASE POPOLARI<br />

DI QUALITÀ<br />

Il quartiere popolare di <strong>Stadera</strong> è stato<br />

costruito durante il ventennio fascista<br />

<strong>da</strong>ll’Istituto Autonomo Case Popolari (Iacp)<br />

di Milano. A quei tempi, l’area si trovava al<br />

margine sud della città, tra il Naviglio Pavese<br />

e via Montegani, e confinava con la campagna.<br />

Il progetto fu firmato <strong>da</strong>ll’architetto Giovanni<br />

Broglio a capo dell’ufficio tecnico dello Iacp.<br />

Dal punto di vista morfologico, gli edifici<br />

presentano una facciata su stra<strong>da</strong> molto<br />

simile alle case della borghesia; gli interni<br />

invece hanno un carattere più domestico,<br />

raccolto attorno a cortili dove si svolge la vita<br />

della comunità.<br />

UN NOME UNA STORIA<br />

I primi abitanti di <strong>Stadera</strong> sono operai e<br />

‘baraccati’ cioè quelle famiglie giunte in città<br />

per lavorare nelle grandi fabbriche che, non<br />

potendosi pagare un affitto, vivono in strutture<br />

improvvisate, baracche appunto. Inizialmente<br />

il nome di questa zona è “Quartiere XXVIII<br />

Ottobre” in omaggio alla marcia fascista<br />

su Roma. Sono gli abitanti, per la maggior<br />

parte iscritti al Partito Comunista, che lo<br />

ribattezzano Baia del Re, traduzione di King’s<br />

Bay, ultima base d’appoggio della spedizione<br />

del generale Nobile verso il Polo Nord del<br />

1928. Nel Dopoguerra lo Iacp rinominò il<br />

quartiere ‘<strong>Stadera</strong>’, in riferimento ad una<br />

cascina con pesa (stadera in dialetto significa<br />

bilancia) di cui oggi però non rimane traccia.<br />

4_


GLI ANNI DIFFICILI<br />

Negli anni Ottanta, affari illeciti, criminalità,<br />

infiltrazioni di mafia e ‘ndrangheta sfal<strong>da</strong>no<br />

gradualmente il tessuto sociale fino ad allora<br />

coeso. Sono gli anni in cui la malavita inizia<br />

a gestire l’occupazione abusiva degli alloggi<br />

popolari alimentando un vero e proprio<br />

racket. Negli anni Novanta, il quartiere<br />

versa in cattive condizioni: molti alloggi sfitti<br />

sono occupati abusivamente, la criminalità<br />

organizzata è presente con le sue attività di<br />

spaccio e delinquenza. La stampa ribattezza<br />

<strong>Stadera</strong> il ‘Bronx di Milano’. È il momento<br />

in cui l’emergenza arriva sui tavoli di lavoro<br />

di Comune, Prefettura e Iacp. Negli anni<br />

successivi, si dà avvio agli sfratti degli abusivi<br />

e, nel 1999, viene aperta in via Palmieri una<br />

sede distaccata della Polizia Municipale, ‘il<br />

grande occhio e il grande orecchio’ su <strong>Stadera</strong>.<br />

Dove UN si ACCORDO cuciono TRA<br />

connessioni gentili<br />

PUBBLICO E PRIVATO<br />

Grazie ad un’idea nata all’interno dell’Azien<strong>da</strong><br />

Lombar<strong>da</strong> per l’Edilizia Residenziale di<br />

Milano, nel 2001 Aler (Aziende lombarde per<br />

l’Edilizia Residenziale creata nel 1996 <strong>da</strong>lle<br />

ceneri di Iacp) proprietaria degli stabili e<br />

Regione Lombardia concor<strong>da</strong>no la cessione<br />

in como<strong>da</strong>to di due stabili alle cooperative<br />

Soli<strong>da</strong>rnosc e Dar=casa. L’accordo prevede<br />

che le cooperative ristrutturino gli stabili<br />

con risorse proprie e poi le gestiscano per<br />

25 anni concedendoli in locazione ai propri<br />

soci a canone concor<strong>da</strong>to. Si trova così una<br />

soluzione abitativa a costi accessibili per<br />

97 nuclei familiari.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

5_


Indice<br />

4_ Il quartiere 7_ Il coordinatore: un progetto ‘speciale’ 10_ Le testimonial: aprire le porte al<br />

quartiere 14_ La voce dei soci: le quattro corti: sicurezza e vivacità 16_ Case popolari ma con<br />

dignità 18_ In fondo al tunnel... la luce 20_ Gente di quartiere: giorno dopo giorno costruiamo<br />

relazioni 22_ Dal Marocco, un’impresa tutta al femminile 24_ I buoni risultati meritano<br />

cura <strong>da</strong> parte di tutti 30_ La parola a <strong>CCL</strong>: la cultura è portatrice di dignità e riscatto sociale<br />

32_ I partner: lavoriamo giorno per giorno 34_ Nelle Quattro Corti: ago, filo e cultura<br />

come motore sociale 36_ Qui si respira un senso di comunità 38_ Dietro a ogni oggetto,<br />

c’è una persona 40_ La parola a <strong>CCL</strong>: c’è bisogno di relazioni vere per risolvere i conflitti<br />

41_ Collaborazione virtuosa tra pubblico e privato 42_ SSA, amministrare col cuore<br />

44_ I numeri: il progetto nel quartiere 46_ Glossario: le parole per capire<br />

6_


| IL COORDINATORE |<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

UN PROGETTO<br />

‘SPECIALE’<br />

Con l’intervento Quattro Corti<br />

allo <strong>Stadera</strong>, <strong>CCL</strong> ha realizzato,<br />

nel ruolo di capofila assieme<br />

alla cooperativa Dar=casa, un importante<br />

e pionieristico progetto di collaborazione<br />

autentica tra pubblico e privato per<br />

rigenerare case popolari.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

7_


| IL COORDINATORE |<br />

Nel caso<br />

delle 4 Corti<br />

c’è stata una<br />

forte volontà<br />

politica.<br />

La cooperazione abitativa e il sistema dell’edilizia<br />

residenziale pubblica hanno entrambe una storia<br />

centenaria. Su due fronti diversi ma complementari,<br />

questi mondi attigui hanno contribuito a <strong>da</strong>re risposta<br />

alla doman<strong>da</strong> di casa di ceti meno abbienti – spesso<br />

poveri – e dei lavoratori, costruendo la città che<br />

conosciamo oggi. Il progetto delle Quattro Corti sta<br />

lì a dimostrare che <strong>da</strong> una fertile e mutualistica<br />

cooperazione possono nascere buoni frutti.<br />

Le Quattro Corti è un progetto ‘speciale’ e vi<br />

racconto perché. Per prima cosa bisogna tenere conto che la proprietà delle palazzine<br />

è dell’Azien<strong>da</strong> Lombar<strong>da</strong> per l’Edilizia Residenziale (Aler). Le palazzine, <strong>da</strong> tempo<br />

inutilizzate e in stato di forte degrado alla fine degli anni Novanta, vengono concesse a<br />

cooperative che le ristrutturano e ne diventano gestori ma restano un patrimonio pubblico<br />

che tornerà ad essere gestito <strong>da</strong>ll’ente pubblico dopo 25 anni secondo quanto deciso <strong>da</strong>lla<br />

convenzione stipulata. Su questi edifici sono confluiti importanti investimenti di soggetti<br />

privati che hanno reso possibile questa iniziativa modello.<br />

L’investimento complessivo di circa 2 milioni di euro è stato coperto per un terzo <strong>da</strong> un<br />

finanziamento a fondo perduto di Fon<strong>da</strong>zione Cariplo, per una piccola quota <strong>da</strong>lla Chiesa<br />

Valdese, per un terzo <strong>da</strong> un mutuo ordinario e per il restante <strong>da</strong>l prestito sociale con cui<br />

i soci di <strong>CCL</strong> hanno concesso un fido che la cooperativa restituirà loro con un tasso di<br />

interesse. Insomma un meccanismo complesso ma non impossibile <strong>da</strong> ripetere.<br />

Ma se le Quattro Corti è stato un indubbio successo perché non è stato replicato negli<br />

anni successivi anche in altri ambiti della metropoli? In parte questo è dovuto al mancato<br />

verificarsi di alcune precondizioni che a <strong>Stadera</strong> invece per fortuna ci sono state:<br />

8_


la forte volontà politica che ha definito la cornice in cui interviene il privato sociale<br />

(il progetto delle Quattro Corti era inserito nel PRU – Programma di Recupero Urbano – <strong>da</strong><br />

Regione Lombardia e Aler);<br />

l’attivazione di uno strumento adeguato che nel caso delle Quattro Corti è stata<br />

l’Agenzia lombar<strong>da</strong> per il rilancio dell’affitto che ha individuato le due cooperative – La<br />

Famiglia e Dar=casa – come soggetti competenti per prendersi in carico gli immobili;<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

la possibilità di avvalersi di un finanziamento a fondo perduto per coprire una parte<br />

della ristrutturazione.<br />

In una città come Milano dove il mercato della<br />

casa è polarizzato tra scarse soluzioni pubbliche per le<br />

fasce più povere della popolazione e un’offerta privata<br />

del mercato libero per molti inaccessibile, il caso delle<br />

Quattro Corti apre riflessioni sul ruolo sinergico che<br />

le cooperative possono rivestire nell’implementazione<br />

delle politiche della casa. Replicare interventi come<br />

quello di <strong>Stadera</strong> sarebbe una via possibile per prendersi<br />

cura dei cittadini più fragili in una città sempre più<br />

esclusiva facendo, in fondo, autentica azione popolare.<br />

C’è bisogno<br />

di politiche<br />

della casa per<br />

le fasce più<br />

povere.<br />

ALESSANDRO MAGGIONI<br />

51 ANNI, ARCHITETTO, APPRODA AL MOVIMENTO COOPERATIVO CON UN CORSO DI FORMAZIONE PER GIOVANI<br />

DA AVVIARE ALLA COOPERAZIONE EDILIZIA. NEL 1999 ENTRA COME STAGISTA AL CONSORZIO COOPERATIVE<br />

LAVORATORI DI MILANO, PROMOSSO DA ACLI E CISL, DOVE CRESCE PROFESSIONALMENTE FINO A DIVENTARE<br />

NEL 2012 PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI GESTIONE E POI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. È STATO<br />

PRESIDENTE DI CONFCOOPERATIVE HABITAT LOMBARDIA. DAL GIUGNO 2014 È PRESIDENTE NAZIONALE DI<br />

CONFCOOPERATIVE HABITAT. È STATO COORDINATORE DEL PROGETTO DELLE QUATTRO CORTI DI STADERA.<br />

DEDICHIAMO QUESTO NUMERO DI <strong>INSIEMI</strong> AD ALESSANDRO, ANCORA IN OSPEDALE DOPO UN INCIDENTE IN MOTO E<br />

GLI AUGURIAMO DI GUARIRE AL PIÙ PRESTO E DI TORNARE PIÙ FORTE DI PRIMA.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

9_


| IL TESTIMONIAL |<br />

APRIRE LE PORTE AL QUARTIERE<br />

‘Baia del Re’ è nata<br />

nel 1996 con l’obiettivo di insegnare<br />

L’associazione<br />

l’italiano agli stranieri. Fin <strong>da</strong>ll’inizio<br />

la nostra intenzione è stata quella di aprirci al<br />

quartiere. È successo che gli abitanti dei civici più<br />

vicini si sono accorti di noi semplicemente perché<br />

passavano qui di fronte. Da lì ha preso avvio il<br />

passaparola e un po’ alla volta siamo diventati<br />

un punto di riferimento per tanti. Tra adulti,<br />

bambini e ragazzi ogni settimana qui girano<br />

indicativamente una cinquantina di persone.<br />

<strong>Stadera</strong> è un quartiere vivo, autentico,<br />

ricco di negozi. C’è un mix molto vivace, puoi<br />

trovare la vetrina etnica accanto al fruttivendolo<br />

milanese e le case non sono ancora così care<br />

come in altre zone di Milano. Le maggiori<br />

attrattive qui sono il parco della Chiesa Rossa<br />

con la sua biblioteca e il parco agricolo Ticinello<br />

che permette, senza neanche bisogno di<br />

prendere l’auto, di immergersi nella natura.<br />

Il fatto che il Comune abbia deciso di<br />

togliere il pavé in via Montegani ci rattrista<br />

profon<strong>da</strong>mente e per questo appoggiamo la<br />

raccolta di firme che chiede il ripristino della<br />

vecchia pavimentazione. Il pavé era un elemento<br />

che teneva insieme due anime di <strong>Stadera</strong> quella<br />

delle case popolari costruite negli anni ‘20 e<br />

quella più borghese con i suoi edifici degli anni ‘60<br />

e ‘70. Toglierlo equivale a squalificare <strong>Stadera</strong>,<br />

a rimarcare il fatto che qui siamo in periferia,<br />

che ci troviamo al di là della circonvallazione<br />

del filobus 90 e dunque non abbiamo diritto<br />

a un pavé sistemato come quello del centro.<br />

Alla ‘Baia del Re’, <strong>da</strong> cinque anni, abbiamo<br />

avviato un’attività di doposcuola. Oggi accade<br />

che le maestre ci mandino i bambini che<br />

necessitano di più aiuto. È un lavoro che dà i suoi<br />

frutti. Alcuni insegnanti ci hanno detto di aver<br />

notato un passo in più nei ragazzi <strong>da</strong> quando<br />

frequentano l’associazione. Penso che per molti<br />

10_


di loro avere un adulto con cui relazionarsi,<br />

che li motiva e li stimola, sia estremamente<br />

importante.<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

Altre realtà hanno la loro sede qui: il gruppo<br />

‘Rossosispera’ che si occupa prevalentemente<br />

di attività culturali su temi di attualità e politica<br />

e uno ‘sportello casa’ del SICET aperto ogni<br />

lunedì mattina che offre consulenze gratuite<br />

agli inquilini delle case popolari.<br />

Insomma via Palmieri n. 8, o meglio ‘la<br />

porta rossa’ come siamo conosciuti, è uno<br />

spazio a disposizione del quartiere. Siamo<br />

convinti che attraverso attività che promuovono<br />

la coesione sociale si prevenga il disagio<br />

soprattutto giovanile. La partecipazione civica,<br />

l’integrazione dei migranti, la consapevolezza<br />

su questioni sociali, ambientali, del territorio<br />

non possono che creare città migliori. È quello<br />

che cerchiamo di fare <strong>da</strong> tutti questi anni e, nel<br />

nostro piccolo, pensiamo di esserci riusciti.<br />

ALESSANDRO DAMA<br />

51 ANNI, LAUREATO IN FISICA, È<br />

RICERCATORE UNIVERSITARIO AL<br />

POLITECNICO DI MILANO PRESSO<br />

IL DIPARTIMENTO DI ENERGIA.<br />

VOLONTARIO DELL’ASSOCIAZIONE<br />

‘BAIA DEL RE’ DALLA SUA<br />

FONDAZIONE È REFERENTE PER<br />

L’ATTIVITÀ DEL DOPOSCUOLA.<br />

L’ASSOCIAZIONE, IL CUI PRESIDENTE<br />

È SIMONE PERA, È STATA FONDATA<br />

NEL 1996. OGGI COINVOLGE UNA<br />

VENTINA DI VOLONTARI.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

11_


LEGGIMI<br />

Per scaricare il pdf dell’instant book<br />

inquadra il QR Code


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare


| LA VOCE DEI SOCI |<br />

LE QUATTRO CORTI:<br />

SICUREZZA E VIVACITÀ<br />

In questa casa ha vissuto per anni mio padre<br />

che si era trasferito <strong>da</strong>l Kenya nel 1980<br />

per venire a lavorare a Milano. Quando ho<br />

compiuto 23 anni l’ho raggiunto. All’inizio però<br />

abitavo con una delle mie sorelle al Corvetto ma<br />

eravamo in tanti e la casa era piccola. Così nel<br />

2009, mi sono trasferita qui. Nel 2019 ha deciso di<br />

tornare nel nostro Paese e la casa è rimasta a me.<br />

Sono nata in Kenya. Ho tre sorelle e due<br />

fratelli. Il Kenya mi manca ma non ci tornerei a<br />

vivere. <strong>Stadera</strong> mi piace molto. Qui nelle Quattro<br />

Corti c’è sicurezza ma anche tanta vivacità.<br />

Tra vicini ci si dà una mano, i bambini giocano<br />

assieme in cortile e noi adulti li controlliamo a<br />

turno affacciandoci semplicemente <strong>da</strong>l ballatoio.<br />

Durante i mesi invernali il quartiere funziona<br />

bene, è tranquillo, vivibile, ben frequentato.<br />

D’estate, purtroppo, le cose si complicano.<br />

Ci sono gruppi di persone che bevono per stra<strong>da</strong><br />

fino a tardi, ascoltano musica ad alto volume<br />

fino a notte fon<strong>da</strong>, insomma fanno un po’ di<br />

casino. Anche parcheggiare l’auto fuori non è<br />

poi così sicuro.<br />

Però l’appartamento è bello, ci stiamo<br />

bene e anche l’affitto è più che accettabile.<br />

Se non fosse stato per la guerra in<br />

Ucraina che ha fatto alzare i prezzi<br />

staremmo benissimo.<br />

14_


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

Tra vicini<br />

di casa ci<br />

aiutiamo<br />

l’un l’altro.<br />

EVERLYNE AWUOR WAHOR<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

39 ANNI IMPIEGATA IN UNA SCUOLA PRIVATA, È SPOSATA CON MAURIZIO ALBANI, 46 ANNI CUOCO ORIGINARIO DELLA SICILIA.<br />

HANNO TRE FIGLIE: MARY 12 ANNI, VICTORIA 10 E BIANCA DI 18 MESI.<br />

15_


| LA VOCE DEI SOCI |<br />

MARIA ROSA PANDOLFI<br />

78 ANNI, NUBILE, VIVE DA SEMPRE IN STADERA. HA LAVORATO FINO ALLA PENSIONE COME PULITRICE D’ORO E D’ARGENTO IN UNA<br />

GIOIELLERIA IN VIA MONTE NAPOLEONE.<br />

16_


CASE POPOLARI<br />

MA CON DIGNITÀ<br />

Vivo in questo quartiere <strong>da</strong> sempre,<br />

<strong>da</strong> quando, 78 anni fa, sono nata in<br />

via Barrili nelle case gestite <strong>da</strong>ll’Aler.<br />

Ho sempre abitato nelle case popolari. Mia<br />

madre mi ha insegnato che bisogna comportarsi<br />

educatamente, con dignità, perché le periferie le<br />

facciamo noi, noi che le viviamo.<br />

Anche qui ora vorrei un po’ più di decoro. C’è<br />

gente che non sa come ci si comporta: stendono<br />

sulle ringhiere, nella pattumiera buttano di tutto<br />

elettrodomestici, televisioni, pc. E poi i bambini<br />

giocano a pallone nell’atrio facendo un chiasso<br />

infernale. Ma dico, perché? Ci vorrebbe così poco!<br />

Nei primi anni Duemila, quando hanno<br />

rimesso a posto queste due palazzine, mio fratello<br />

mi ha detto “Dai, cambiamo!”. E ci siamo trasferiti.<br />

La differenza tra qui e le case gestite <strong>da</strong>ll’Aler<br />

è enorme. Per prima cosa abbiamo un custode -<br />

Elias - che è validissimo. Se c’è qualche problema<br />

si telefona alle cooperative che intervengono<br />

velocemente. Io l’unica volta che ho telefonato è<br />

stato per sapere quando arrivava l’affitto perché<br />

dovevo partire per le vacanze e non volevo restare<br />

in sospeso, tanto per dirvi che tipa sono.<br />

Il quartiere non lo frequento più come una<br />

volta però ho i miei appuntamenti fissi: il martedì<br />

pomeriggio il cinema e il sabato sera la messa.<br />

Le periferie<br />

le fanno gli<br />

abitanti.<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

Unico neo? Da settembre vedo un brutto giro di<br />

gente che la notte bivacca nei giardinetti di fronte<br />

alla scuola elementare. È una situazione nota,<br />

bisognerebbe intervenire prima che si cronicizzi.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

17_


| LA VOCE DEI SOCI |<br />

IN FONDO AL TUNNEL...<br />

LA LUCE<br />

Sono arrivato in Italia su un barcone salpato<br />

<strong>da</strong>lle coste libiche dopo che nel mio paese<br />

era esplosa la guerra civile. In Costa<br />

d’Avorio lavoravo con la mia famiglia in un campo di<br />

cacao, poi sono scoppiati gli scontri e niente è più<br />

stato come prima. Sono scappato in Nigeria dove ho<br />

lavorato come sarto e poi in Libia.<br />

Una volta a Milano ho vissuto per due anni nel<br />

centro di via Corelli. Non è stato facile, non parlavo<br />

una parola d’italiano, non conoscevo la città, non<br />

avevo mai visto un tram, né preso la metropolitana.<br />

Avevo paura a uscire. Poi ricordo un volontario che<br />

mi ha detto “Non puoi buttare via il tempo così, tra un<br />

po’ dovrai uscire di qui che ti piaccia o no. Rimboccati<br />

le maniche e <strong>da</strong>tti <strong>da</strong> fare”. È stato importante, mi ha<br />

aperto gli occhi e <strong>da</strong>to quella spinta motivazionale di<br />

cui avevo bisogno.<br />

Ho iniziato frequentando una scuola di italiano<br />

per stranieri. Poi, aiutato <strong>da</strong>lla Croce Rossa, ho<br />

conosciuto un prete di Como che mi ha aiutato sia<br />

per la casa che per il lavoro. Ho vinto una borsa di<br />

studio come sarto all’Istituto di Mo<strong>da</strong> Burgo in piazza<br />

San Babila a Milano. Per tre anni ho fatto il pendolare<br />

tra Como e Milano.<br />

Nel frattempo, ho conosciuto le ragazze di<br />

Serpica Lab che mi hanno <strong>da</strong>to l’opportunità di<br />

utilizzare il loro spazio a <strong>Stadera</strong> per fare i miei<br />

lavoretti di sartoria.<br />

Da circa un anno sono stato assunto in una<br />

casa di alta mo<strong>da</strong> a Milano. Avere un lavoro mi ha<br />

permesso di affittare un appartamento proprio qui<br />

alle Quattro Corti, un bilocale che condivido con<br />

un amico. Sono contento, qui ho fatto amicizia con<br />

ragazzi italiani, su<strong>da</strong>nesi, arabi.<br />

Non voglio tornare nel mio Paese. Lì ho vissuto<br />

situazioni pesanti, insopportabili, che non è possibile<br />

dimenticare. Per molti anni non ho avuto notizie dei<br />

miei fratelli, li ho ritrovati grazie a Facebook. La<br />

prima volta che ci siamo parlati al telefono è stata<br />

una grande emozione, qualcosa che non è spiegabile<br />

a parole.<br />

La cultura italiana mi piace, ora la mia città è<br />

Milano. E poi è la capitale della mo<strong>da</strong>, non posso<br />

desiderare un posto migliore.<br />

Il mio sogno? Aprire un brand tutto mio dove<br />

realizzare pezzi unici nati <strong>da</strong>l confronto con i clienti.<br />

Abiti uno diverso <strong>da</strong>ll’altro che rispecchiano la<br />

personalità di chi li indosserà. Non mi interessa<br />

sviluppare uno stile mio, trovo molto più stimolante<br />

il confronto e il dialogo che ti permette di crescere<br />

creativamente.<br />

18_


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

Sogno di<br />

aprire<br />

un brand<br />

tutto mio.<br />

FALLYKOU<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

35 ANNI, ORIGINARIO DELLA COSTA D’AVORIO. VIVE ALLE QUATTRO CORTI, LAVORA COME SARTO IN UNA CASA DI ALTA MODA A MILANO.<br />

19_


| GENTE DI QUARTIERE |<br />

LAURA RICCHINA<br />

59 ANNI, È RESPONSABILE DELLA BIBLIOTECA CHIESA ROSSA DAL 2016.<br />

LAUREATA IN BIBLIOTECONOMIA, HA SVOLTO PROGETTI DI RICERCA E<br />

COLLABORAZIONI PRESSO L’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO. HA<br />

LAVORATO PER IL SISTEMA BIBLIOTECARIO DI FONDAZIONE PER LEGGERE<br />

E DA ANNI LAVORA PER IL SISTEMA BIBLIOTECARIO URBANO DI MILANO.<br />

20_


GIORNO DOPO GIORNO<br />

COSTRUIAMO RELAZIONI<br />

Questa biblioteca è nata grazie alle<br />

battaglie dei cittadini del quartiere<br />

che sono riusciti a far sì che il Comune<br />

recuperasse questo complesso monumentale un<br />

tempo abbandonato. La biblioteca – una ex cascina -<br />

è stata inaugurata nel 2004.<br />

Dal 2018 abbiamo intrapreso un percorso che ci<br />

ha portato a diventare una ‘biblioteca sociale’. Cosa<br />

significa? Che l’80% della nostra offerta culturale<br />

oggi nasce grazie alla collaborazione con una rete<br />

di una trentina di associazioni attive sul territorio,<br />

realtà del Terzo Settore che si occupano di povertà<br />

minorile, disagio infantile, famiglie in difficoltà.<br />

La pandemia si è rivelata un’incredibile<br />

opportunità. Durante il lockdown ci siamo uniti alle<br />

cooperative che distribuivano i pacchi alimentari<br />

e insieme al cibo abbiamo inviato, a più di 200<br />

famiglie, anche libri. Una volta che la pandemia<br />

si è allentata, abbiamo organizzato attività di<br />

animazione negli spazi comuni e nel cortile di<br />

via Montegani. Oggi molte di quelle famiglie<br />

frequentano la biblioteca. Fulcro di questo progetto<br />

sono stati Dar=casa e gli abitanti delle Quattro Corti.<br />

Stimolare la partecipazione attiva dei cittadini, farli<br />

diventare protagonisti, è stato un altro passaggio<br />

fon<strong>da</strong>mentale: oggi molti genitori stranieri vengono<br />

qui a leggere fiabe ai bambini nella loro lingua<br />

madre.<br />

Il parco dove ci troviamo, frequentato <strong>da</strong>lle<br />

famiglie ma anche <strong>da</strong> tanti adolescenti, è un punto<br />

di riferimento importante per gli abitanti non solo<br />

di <strong>Stadera</strong> ma anche di altri quartieri limitrofi come<br />

Rozzano e Gratosoglio. Nei mesi primaverili ed<br />

estivi, sfruttiamo questo spazio esterno ospitando<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

mostre, eventi e festival come il ‘Festival dell’abilità’.<br />

All’ingresso della biblioteca, l’opera d’arte<br />

di Alice Guareschi recita “giorno dopo giorno”.<br />

Un’opera presente in altri due punti del quartiere che<br />

vuole essere un fil rouge che collega i luoghi dove si<br />

crea cultura. È un concetto in cui ci identifichiamo<br />

tantissimo: la biblioteca – giorno dopo giorno<br />

appunto – grazie ai suoi incontri, ai laboratori,<br />

alle occasioni condivise crea comunità, dà vita a un<br />

senso di cittadinanza, soli<strong>da</strong>rietà e relazioni. Diventa<br />

così qualcosa d’altro, un luogo di vita, di cultura, di<br />

benessere e di coesione sociale.<br />

La nostra è una<br />

biblioteca sociale.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

21_


| GENTE DI QUARTIERE |<br />

DAL MAROCCO, UN’IMPRESA<br />

TUTTA AL FEMMINILE<br />

Sono arrivata in Italia nel 1998 con i<br />

miei tre bambini. Ho fatto l’impiegata<br />

in aeroporto a Linate e poi a Malpensa.<br />

In seguito abbiamo aperto una macelleria in via<br />

Lombardini. Avevamo una clientela affezionata e<br />

quando, nel 2006, abbiamo aperto questo negozioristorantino<br />

a <strong>Stadera</strong> molti clienti ci hanno<br />

seguiti. Così, fin <strong>da</strong>ll’inizio, abbiamo avuto la<br />

nostra clientela affezionata e altri si sono aggiunti<br />

con il tempo grazie al passaparola.<br />

Gli italiani sono attratti <strong>da</strong>lla cucina tipica<br />

marocchina e non sono pochi quelli che dicono che<br />

il nostro cous-cous è il migliore di Milano.<br />

A <strong>Stadera</strong> ci stiamo bene ma vorremmo<br />

ingrandirci, ci piacerebbe avere dei tavoli e non<br />

accontentarci semplicemente del bancone. Il<br />

motivo è semplice, abbiamo tante famiglie come<br />

clientela e sarebbe molto più comodo.<br />

Lavoriamo qui <strong>da</strong> 18 anni, tutti ci conoscono, è<br />

come essere a casa. Però abito a Opera con Amira,<br />

è un quartiere molto tranquillo, c’è più verde, è più<br />

rilassante. Fatima invece abita vicino a Piazzale<br />

Loreto nonostante i prezzi degli affitti siano molto<br />

alti. Ora che è separata deve gestire il lavoro e i tre<br />

bambini, non è facile.<br />

Vivo a<br />

Opera e<br />

lavoro<br />

a <strong>Stadera</strong>:<br />

un combo<br />

vincente.<br />

La mia vecchiaia mi piace immaginarla qui<br />

in Italia. Il Marocco va bene per tornarci durante<br />

le vacanze ma ormai i miei figli sono qui e anche<br />

i nipoti. Insomma sarebbe impensabile stare<br />

lontana <strong>da</strong> tutti questi affetti.<br />

22_


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

NEZHA DAFROULLAH<br />

56 ANNI CON LE FIGLIE FATIMA, 38 ANNI, E AMIRA, 20 ANNI. AMIRA È L’UNICA DEI 4 FIGLI DI NEZHA CHE È NATA IN ITALIA.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

23_


| GENTE DI QUARTIERE |<br />

I BUONI RISULTATI MERITANO<br />

CURA DA PARTE DI TUTTI<br />

Quando, nel 2007, siamo arrivati noi della<br />

compagnia Atir, il Teatro Ringhiera era<br />

chiuso <strong>da</strong> diversi anni. Ci trovavamo in<br />

un quartiere difficile e dovevamo costruire tutto<br />

<strong>da</strong>ll’inizio ma non ci siamo fatti prendere <strong>da</strong>llo<br />

sconforto, anzi.<br />

Atir è una compagnia nomade conosciuta a<br />

livello cittadino e nazionale e inizialmente abbiamo<br />

portato a <strong>Stadera</strong> Chiesa Rossa il nostro pubblico.<br />

Attirare le persone del quartiere è stato un lavoro<br />

lungo, difficile, che ha richiesto molta pazienza <strong>da</strong><br />

parte nostra e un atto di fiducia e apertura <strong>da</strong> parte<br />

degli abitanti. Però il legame che si è creato negli<br />

anni è di quelli che ti riempiono di soddisfazione.<br />

Per farvi capire la stra<strong>da</strong> fatta vi racconto l’inizio<br />

e la fine. Una sera avevamo organizzato una festa<br />

che invadeva anche La Piana, il piazzale antistante il<br />

teatro. In un angolo c’era il solito gruppo di ragazzi<br />

seduti sulle selle dei loro motorini che ci guar<strong>da</strong>vano<br />

torvi. Era palpabile nell’aria una tensione, un<br />

problema di territorio. Noi eravamo percepiti come<br />

degli invasori di uno spazio che, seppur pubblico, i<br />

ragazzi ritenevano loro. Banalmente è scoppiata una<br />

rissa e sono volati schiaffoni. Un attore dei nostri,<br />

Fabio Chiesa, è stato coinvolto a difesa di una delle<br />

ragazze del nostro gruppo. La cosa poi è finita lì.<br />

Facciamo un salto in avanti di qualche anno.<br />

Fabio Chiesa perde la vita in un tragico incidente,<br />

investito <strong>da</strong> un’auto mentre pe<strong>da</strong>la in sella alla sua<br />

bici in centro a Milano. Fabio era estremamente<br />

amato <strong>da</strong> noi di Atir naturalmente ma anche <strong>da</strong><br />

tanti bambini e ragazzi di <strong>Stadera</strong>. In sua memoria,<br />

Serena Sinigaglia, allora direttrice artistica e regista<br />

di Atir, propose di fare un grande spettacolo con tutte<br />

le persone che avevano attraversato la vita del teatro<br />

fino ad allora. Quella sera, la sala era stracolma<br />

e fuori ci saranno state più di mille persone. Il<br />

protagonista dello spettacolo era Miki, proprio uno<br />

di quei ragazzini che aveva attaccato briga quella<br />

famosa sera della rissa di quattro anni prima.<br />

Potete immaginare con che nobiltà, con che senso<br />

di riscatto, con che purezza negli occhi è entrato in<br />

scena quella sera Miki.<br />

E c’è un altro episodio importante. Fabio teneva<br />

un corso di teatro per bambini. Un giorno insieme<br />

ad alcuni di loro aveva dipinto dei fiori sull’asfalto<br />

24_


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

MARIA SPAZZI<br />

51 ANNI, SCENOGRAFA DI ATIR, COMPAGNIA TEATRALE FONDATA NEL ‘96 GESTITA DA UNA QUINDICINA DI SOCI. NEL 2007, ATIR HA<br />

PRESO IN GESTIONE IL TEATRO RINGHIERA CHE AFFACCIA SUL PIAZZALE FABIO CHIESA COMUNEMENTE DETTO DAGLI ABITANTI DEL<br />

QUARTIERE: LA PIANA. MARIA È NATA E VIVE A STADERA.<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

25_


| GENTE DI QUARTIERE |<br />

26_


crepato della Piana. Il giorno in cui è morto Fabio,<br />

abbiamo portato delle latte di vernice e senza<br />

bisogno di dire nulla gli amici e gli abitanti del<br />

quartiere sono venuti a dipingere con noi. Un<br />

modo per stare insieme e superare il dolore. Il<br />

mattino dopo la piazza era tutta fiorita. Da allora<br />

ogni 2 giugno festeggiamo con attività d’arte<br />

partecipata quella che abbiamo chiamato la ‘Festa<br />

della Repubblica di Fabio’.<br />

Serena Sinigaglia ora è direttrice artistica<br />

del teatro Carcano a Porta Romana. Nutro la<br />

speranza che una volta che qui si procederà con<br />

i lavori di ristrutturazione e il teatro Ringhiera<br />

sarà nuovamente riaperto si possa attivare un<br />

gemellaggio con il Carcano in modo <strong>da</strong> creare un<br />

ponte reale tra centro e periferia. Un ponte fatto di<br />

persone, relazioni, progetti partecipati.<br />

Ecco questo per spiegare che parabola è<br />

stata la nostra qui a <strong>Stadera</strong>. Che fatica richiede<br />

in certi luoghi farsi accettare, costruire qualcosa<br />

di positivo, gettare dei semi e farli fiorire. E poi... e<br />

poi il Comune fa un controllo dell’edificio e scopre<br />

che i vespai hanno dei problemi strutturali. Il<br />

teatro viene chiuso nel 2017 e oggi, maggio 2023,<br />

siamo ancora in attesa che i lavori abbiano inizio.<br />

Capite che perdita per il quartiere? Il lavoro di<br />

dieci anni poteva volatilizzarsi nel giro di poco.<br />

Incredibilmente siamo riusciti a non disperderlo<br />

e attivare sinergie nuove con le associazioni che<br />

lavorano qui. Con il gruppo informale le Pianiste,<br />

che si prende cura di annaffiare le piante, e<br />

altre 12 realtà che operano attorno a Piazzale<br />

Fabio Chiesa abbiamo stipulato un patto di<br />

collaborazione con l’amministrazione pubblica<br />

entrando a far parte del progetto “Piazze aperte<br />

in ogni quartiere”. Questo progetto, attraverso<br />

interventi di urbanistica tattica, valorizza spazi<br />

pubblici come La Piana, riconoscendone il valore<br />

di spazio aggregativo.<br />

La chiusura del teatro ha fatto percepire<br />

l’importanza vitale di un presidio socio-culturale e<br />

<strong>da</strong>to vita a nuove e inedite collaborazioni.<br />

Questo fermento rischia di esaurirsi con il<br />

procrastinarsi dell’inizio lavori, contiamo però<br />

sulla qualità del dialogo che nel tempo questa rete<br />

ha creato con le istituzioni.<br />

Far sì che<br />

dei semi<br />

germoglino<br />

su un terreno<br />

difficile<br />

richiede<br />

tempo e<br />

tanta fatica.<br />

Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare<br />

27_


Dove si cuciono<br />

connessioni gentili<br />

<strong>da</strong> leggere<br />

<strong>da</strong> ascoltare


| LA PAROLA A <strong>CCL</strong> |<br />

FEDERICA VERONA<br />

47 ANNI ARCHITETTO, SEGUE PROGETTI DI SOCIAL HOUSING PROMUOVENDO LA CULTURA COME MOTORE SOCIALE. NEL 2015 HA IDEATO SUPER!<br />

IL FESTIVAL DELLE PERIFERIE PROGETTO MILANESE CHE COINVOLGE UN GRUPPO ETEROGENEO DI PROFESSIONISTI: ARCHITETTI, URBANISTI,<br />

SOCIOLOGI ECC. È PRESIDENTE DI NOICOOP E CURA LA PARTE DI CULTURAL MANAGEMENT ALL’INTERNO DI <strong>CCL</strong> CON CUI COLLABORA DAL 2010.<br />

NOICOOP, ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ADERENTE A <strong>CCL</strong>, PROMUOVE LA SOCIALITÀ ATTRAVERSO LA CULTURA. L’ASSOCIAZIONE È<br />

NATA NEL 2011 PROPRIO QUI A STADERA.<br />

30_


LA CULTURA È PORTATRICE DI<br />

DIGNITÀ E RISCATTO SOCIALE<br />

Esiste un’attitudine che porta a pensare<br />

che nei quartieri difficili - caratterizzati <strong>da</strong><br />

povertà, disagio abitativo, disagio psichico,<br />

delinquenza - sia sempre necessario usare strumenti di<br />

assistenza sociale. Se <strong>da</strong> un lato questo è certamente<br />

vero, sono convinta però che, a volte, proprio questo<br />

atteggiamento determina un iper assistenzialismo<br />

pericoloso che etichetta le persone, come a dire: “sei<br />

povero, lo resterai per sempre”.<br />

Ho fatto questa premessa perché possiate capire<br />

meglio cosa abbiamo realizzato nelle Quattro Corti<br />

di <strong>Stadera</strong>. Dopo cinque anni <strong>da</strong>ll’assegnazione degli<br />

alloggi agli inquilini, nel 2009 bisognava definire il futuro<br />

degli spazi comuni ancora inutilizzati: tre piccoli volumi<br />

che un tempo erano i lavatoi.<br />

Secondo la Convenzione Quadro proprio allora, cioè<br />

<strong>da</strong>l sesto anno di avvio del progetto, il 5% degli affitti<br />

doveva essere riconosciuto ad Aler come corrispettivo<br />

per la concessione a titolo gratuito delle due palazzine <strong>da</strong><br />

parte delle Cooperative. In quell’occasione, chiedemmo<br />

ad Aler di poter reinvestire quella quota per opere di<br />

manutenzione e per il riutilizzo degli ex lavatoi. Aler<br />

ci diede l’ok. Lo Spazio A è diventata la ‘stanza in più’<br />

dove organizzare feste, incontri, corsi di ballo, riunioni.<br />

Per individuare una realtà <strong>da</strong> ospitare nello Spazio B<br />

promuovemmo, invece, lo ‘<strong>Stadera</strong> contest’.<br />

Proprio per il discorso fatto all’inizio, per<br />

aiutare a togliersi di dosso le stigma della povertà<br />

e dell’emarginazione e scardinare una dimensione<br />

consoli<strong>da</strong>ta tutta incentrata sul sociale, pensammo di<br />

cercare delle attività culturali per lo Spazio B.<br />

La cultura è capace di favorire creatività, offrire<br />

stimoli, incentivare l’apertura, gettare i semi per una<br />

condizione di parità. L’obiettivo del contest era quello di<br />

trovare un’attività culturale capace di aprire le Quattro<br />

Corti a Milano e, viceversa, di far entrare Milano nelle<br />

Quattro Corti. L’associazione no profit Serpica Naro<br />

vinse proprio per la sua capacità di portare avanti<br />

un discorso di attivismo socio-politico attraverso il<br />

fare. Dall’ottobre del 2013 il laboratorio Serpica Lab<br />

organizza qui attività aperte al quartiere e alla città che<br />

coinvolgono donne, stranieri, rifugiati e tutti coloro che<br />

vogliono partecipare.<br />

Questa di <strong>Stadera</strong> è un’esperienza che mi sta<br />

molto a cuore perché è popolare, umana e accade<br />

pian piano attraverso le piccole cose di ogni giorno.<br />

Un esempio su tutti: la Festa delle Quattro Corti una<br />

giornata, a settembre, densa di attività aperte a tutti e<br />

che coinvolge non solo gli abitanti delle Corti ma anche<br />

le associazioni del quartiere e termina con una grande<br />

cena dove ognuno porta qualcosa. Un vero momento di<br />

condivisione, semplice quanto efficace.<br />

Favorire creatività<br />

offre stimoli e<br />

incentiva l’apertura.<br />

31_


| I PARTNER |<br />

LAVORIAMO GIORNO PER GIORNO<br />

Per Dar=casa il progetto delle Quattro Corti<br />

ha segnato un cambio di scala importante<br />

rispetto al passato. Se prima prendevamo<br />

in carico appartamenti di Comune o Aler sparsi sul<br />

territorio qui abbiamo gestito un’intera palazzina<br />

composta <strong>da</strong> ben 48 appartamenti.<br />

L’altra differenza importante è stata quella che<br />

abbiamo lavorato fianco a fianco con la cooperativa<br />

La Famiglia, poi Soli<strong>da</strong>rnosc, con cui si è costruito un<br />

modello di gestione diverso rispetto a quello utilizzato<br />

fino ad allora, più articolato, strutturato.<br />

<strong>CCL</strong> ci ha offerto molti più strumenti <strong>da</strong>l punto di<br />

vista progettuale, di comunicazione e ci ha regalato<br />

alcune visioni più ampie rispetto all’apertura alla città.<br />

Dal lato nostro direi che è stato importante, <strong>da</strong>l 2012,<br />

decidere di avere qui la nostra sede: significa avere il<br />

polso della situazione e toccare con mano ogni realtà.<br />

La dimensione sociale dell’<strong>abitare</strong> necessita di un lavoro<br />

continuo che si fa giorno per giorno, non va mai <strong>da</strong>ta per<br />

scontata, bisogna investirci tempo, energia, empatia.<br />

Ognuna delle due cooperative – Dar=casa e<br />

Soli<strong>da</strong>rnosc – con le proprie competenze e specificità<br />

ha portato contenuti nuovi che si sono integrati e hanno<br />

<strong>da</strong>to vita a risultati concreti molto interessanti come il<br />

coinvolgimento degli abitanti per capire quali fossero le<br />

loro aspettative sugli spazi comuni e l’organizzazione<br />

della Festa delle Quattro Corti diventata una tradizione<br />

del quartiere, un momento ricorrente e fon<strong>da</strong>tivo che<br />

valorizza lo stare insieme.<br />

Decidere<br />

assieme<br />

crea senso<br />

di comunità.<br />

In più abbiamo promosso un percorso di<br />

accompagnamento all’<strong>abitare</strong> grazie alla cooperativa<br />

ABCittà specializzata in interventi di progettazione<br />

partecipata. Attraverso questionari, workshop e incontri<br />

in presenza, ABCittà ha lavorato su due piani paralleli.<br />

Da una parte, far conoscere il progetto al quartiere e il<br />

quartiere ai nuovi abitanti. Dall’altra è giunta, insieme<br />

agli inquilini delle Quattro Corti, a costituire un patto<br />

di convivenza, una sorta di regolamento condominiale,<br />

che non proibisce ma dà alcune regole comuni. Regole<br />

condivise che certamente hanno aiutato tutti a sentirsi<br />

parte di una comunità in cui le cose si decidono assieme<br />

e non vengono calate <strong>da</strong>ll’alto.<br />

32_


SARA TRAVAGLINI<br />

42 ANNI LAUREATA IN SOCIOLOGIA URBANA, HA SCRITTO LA TESI SULL’ESPERIENZA DI DAR=CASA. QUI HA SVOLTO ANCHE IL SERVIZIO CIVILE<br />

VOLONTARIO. LAVORA IN DAR=CASA DAL 2005. ATTUALMENTE È LA PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA.<br />

DAR=CASA NASCE NEL 1991 PER OFFRIRE UNA SOLUZIONE ALLA CASA PER CHI NON PUÒ PERMETTERSI I CANONI D’AFFITTO DEL MERCATO<br />

LIBERO. NASCE SULLA SPINTA DI UN GRUPPO DI VOLONTARI ATTIVISTI DEL SINDACATO, DELL’URBANISTICA, DELLA POLITICA. SE ALL’INIZIO I<br />

SOCI ERANO PREVALENTEMENTE STRANIERI NEGLI ULTIMI ANNI È CRESCIUTA LA DOMANDA DEGLI ITALIANI. ‘DAR’ È ACRONIMO DI ‘DIRITTO A<br />

RESTARE’ E IN ARABO SIGNIFICA CASA.<br />

33_


| NELLE QUATTRO CORTI |<br />

LOREDANA GIULIOLI E ZOI ROMANO<br />

LOREDANA, 47 ANNI, LAVORA CON I TESSUTI, LA MAGLIERIA, IL RICAMO, LO STENCIL REALIZZANDO ALLESTIMENTI E SCENOGRAFIE.<br />

ZOI, 51 ANNI, SI OCCUPA DI DESIGN PER L’IMPATTO SOCIALE.<br />

SERPICA NARO È UN GRUPPO DI ATTIVISTE CHE UTILIZZA IL LAVORO DI SARTORIA PER VEICOLARE UN MESSAGGIO POLITICO-SOCIALE.<br />

SONO CONOSCIUTE PER ESSERSI FINTE UNA STILISTA ANGLO-NIPPONICA DURANTE LA SETTIMANA DELLA MODA DEL 2005 E AVER<br />

ORGANIZZATO UNA SFILATA CON L’OBIETTIVO DI DENUNCIARE LE INGIUSTIZIE DEL LAVORO PRECARIO LEGATO AL MONDO FASHION.<br />

IL NOME DELLA FANTOMATICA STILISTA È APPUNTO SERPICA NARO ANAGRAMMA DI SAN PRECARIO.<br />

34_


AGO, FILO E CULTURA<br />

COME MOTORE SOCIALE<br />

Ci piace definirci ‘craftivist’, unione di<br />

craft e activist. Utilizziamo l’artigianato<br />

tradizionalmente femminile – il ricamo,<br />

il cucito, lo stencil – per l’attivismo e per parlare di<br />

tematiche politiche e sociali.<br />

Prima di appro<strong>da</strong>re qui alle Quattro Corti eravamo<br />

nomadi cioè an<strong>da</strong>vamo dove ci chiamavano. Poi, nel<br />

2013, abbiamo vinto il contest <strong>Stadera</strong> che ci ha <strong>da</strong>to la<br />

possibilità di utilizzare lo spazio dove ci troviamo ora.<br />

Questo luogo ci ha permesso di radicarci nel territorio,<br />

di creare relazioni sociali nel quartiere e tra gli abitanti<br />

di questi edifici.<br />

All’inizio, ci siamo fatte conoscere attraverso tanti<br />

canali diversi: la locandina, i volantini, il passaparola,<br />

l’incontro a tu per tu bussando alle porte degli inquilini,<br />

i gruppi whatsapp delle Cooperative di abitanti. Uno<br />

sforzo che ha <strong>da</strong>to i suoi frutti perché ha attivato molte<br />

interessanti sinergie.<br />

Qui è nato il progetto ‘Parla come Cuci’ un<br />

laboratorio manuale-multietnico: attraverso il fare<br />

insieme si impara l’italiano. E anche il ‘Corso di cucito<br />

per uomini che non devono chiedere mai’ per insegnare<br />

ai maschi sì ad attaccare un bottone o riparare un<br />

calzino ma anche per prendere in giro l’idea del macho.<br />

Il fare è ciò che unisce. Da noi può venire la signora<br />

italiana a ricamare il crocefisso e la donna araba a capo<br />

coperto, parlano di ciò che hanno tra le mani non delle<br />

loro identità e così abbattono barriere, costruiscono<br />

ponti culturali. Questa è la cosa rivoluzionaria.<br />

Con il<br />

cucito<br />

abbattiamo<br />

barriere.<br />

Dar=casa e Soli<strong>da</strong>rnosc hanno saputo creare una<br />

visione diversa sull’<strong>abitare</strong>, considerando non solo le<br />

mura ma le persone che vivono all’interno di queste<br />

mura. Creare relazioni è questo il loro obiettivo.<br />

Finalmente delle Cooperative che incarnano questo<br />

concetto concretamente, che si rifanno ai valori originari<br />

del cooperativismo italiano. Anche per questo siamo<br />

orgogliose di partecipare a questo progetto.<br />

35_


| NELLE QUATTRO CORTI |<br />

QUI SI RESPIRA<br />

UN SENSO DI COMUNITÀ<br />

Amo molto il mio lavoro, il contatto con la<br />

gente, essere un punto d’appoggio e un<br />

riferimento per tante persone. Sono cose<br />

che mi riempiono di soddisfazione.<br />

Nel 2004, quando qui si era ancora in piena<br />

ristrutturazione, è stata chiamata a lavorare l’impresa<br />

di pulizia con cui collaboravo e collaboro tutt’oggi.<br />

È così che è iniziato il mio rapporto con <strong>Stadera</strong>. Nel<br />

2011 mi è stato offerto di fare il custode. È un lavoro più<br />

strutturato, che mi occupa <strong>da</strong>lle 8 del mattino alle 17 del<br />

pomeriggio. Mi piace farlo bene tanto che per il lavoro<br />

a volte arrivo a trascurare un po’ la mia famiglia. Per<br />

emergenze ho <strong>da</strong>to la mia disponibilità anche il sabato<br />

e la domenica: il mio cellulare ce l’hanno tutti, e stiamo<br />

parlando di circa 200 inquilini!<br />

Per qualsiasi problema la prima cosa che fanno<br />

tutti è chiamarmi. Io cerco di fare il possibile e spesso ci<br />

riesco. Se invece non è alla mia portata allora mi rivolgo<br />

all’amministratore. Le Cooperative sono presenti e<br />

intervengono sollecite. C’è una grande rapidità tra<br />

doman<strong>da</strong> e risposta impensabile in altre gestioni<br />

condominiali.<br />

Le attività culturali promosse <strong>da</strong>lle Cooperative, la<br />

Festa delle 4 Corti, la presenza delle ragazze di Serpica<br />

Naro, tutti questi fattori hanno creato un bel senso<br />

di comunità. Nella sala comune sono state ospitate<br />

tante attività: <strong>da</strong>i balli su<strong>da</strong>mericani alla biblioteca per<br />

bambini fino alle feste di compleanno. Non dico che non<br />

ci siano mai tensioni ma una cosa è certa: più le persone<br />

si conoscono più le tensioni si stemperano.<br />

Più le<br />

persone si<br />

conoscono<br />

meno<br />

ci sono<br />

tensioni.<br />

Vivo a Sesto San Giovanni e lavoro qui a <strong>Stadera</strong>, non<br />

è vicino ma come dico sempre: “ho attraversato il mare<br />

per lavorare ora non sarà certo attraversare Milano a<br />

fermarmi!”.<br />

Quando andrò in pensione, ho intenzione di restare<br />

in Italia perché l’Algeria non è riuscita a diventare un<br />

Paese capace di offrire reali opportunità ai suoi cittadini.<br />

È un peccato ma è così.<br />

36_


ELIAS<br />

56 ANNI, ALGERINO, DA 25 ANNI IN ITALIA. VIVE A SESTO SAN GIOVANNI CON LA FAMIGLIA: MOGLIE E DUE FIGLI DI 20 E 12 ANNI. PARLA ARABO,<br />

FRANCESE, INGLESE E ITALIANO. IL GATTO SAM, VERA MASCOTTE DELLE QUATTRO CORTI DI STADERA, È STATO ADOTTATO DA ELIAS QUANDO<br />

UN INQUILINO SI È TRASFERITO E NON LO HA POTUTO PORTARE CON SÉ. OGGI È IL SUO COMPAGNO FEDELE CHE LO SEGUE OVUNQUE.<br />

37_


| NELLE QUATTRO CORTI |<br />

CATERINA MICOLANO<br />

48 ANNI, È PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA SOCIALE ALICE CHE DA 30 ANNI SI OCCUPA DI INCLUSIONE LAVORATIVA RIVOLTA A DONNE<br />

DETENUTE O EX DETENUTE. ALICE SI OCCUPA DI CONFEZIONAMENTO CONTOTERZI PER I BRAND DEL LUSSO DELLA MODA. IL MARCHIO<br />

SARTORIA SAN VITTORE IDENTIFICA LA LINEA DELLA SARTORIA FORENSE IN CUI SI CONFEZIONANO LE TOGHE DEI MAGISTRATI. COOPERATIVA<br />

ALICE LAVORA A BOLLATE, NEL CARCERE DI MONZA E IN UN LABORATORIO A BRESCIA CON DONNE OSPITI DI UNA STRUTTURA DI ACCOGLIENZA<br />

PROTETTA. LE DIPENDENTI DI COOPERATIVA ALICE SONO REGOLARMENTE ASSUNTE E STIPENDIATE.<br />

38_


DIETRO A OGNI OGGETTO,<br />

C’È UNA PERSONA<br />

Questo è il nostro motto, perché crediamo<br />

fermamente nella dignità del lavoro, nel suo<br />

potere di redenzione sociale.<br />

La cooperativa Alice è nata nel ‘92 e in tutti questi<br />

anni ha cambiato diverse sedi. L’ultima, in Paolo Sarpi,<br />

era troppo piccola così, quando la nostra collaboratrice<br />

Laura ha preso casa nel complesso di Argelati costruito<br />

<strong>da</strong> <strong>CCL</strong> e ci ha parlato del Consorzio, ci siamo rivolte a<br />

loro per trovare una soluzione più a<strong>da</strong>tta.<br />

Con Alessandro Maggioni è scattata subito una<br />

simpatia reciproca. Ci ha offerto questo spazio con un<br />

affitto calmierato e non potremmo essere più contente.<br />

Non sono di Milano, quando mi hanno parlato di<br />

<strong>Stadera</strong> non sapevo neanche dove fosse. Però l’idea di<br />

essere in uno spazio di social housing, con una storia<br />

alle spalle forte <strong>da</strong>l punto di vista sociale, ci ha fatto<br />

sentire nel posto giusto. Queste case dell’Aler con una<br />

piena dignità, ristrutturate con attenzione, assegnate a<br />

persone che non possono accedere al mercato libero,<br />

ci sembrano l’esatta trasposizione del nostro modo di<br />

intendere il lavoro e la filiera etica.<br />

Questa è una zona facile <strong>da</strong> raggiungere, molto<br />

ben connessa. Per avvocati e magistrati è un fattore<br />

importante così come per la polizia penitenziaria che<br />

deve controllare le detenute che lavorano all’esterno del<br />

carcere e tracciarne i percorsi.<br />

Dignità e<br />

filiera etica<br />

sono elementi<br />

comuni tra<br />

noi e <strong>CCL</strong>.<br />

Ormai sono due anni e mezzo che siamo qui, le<br />

persone che abitano le Quattro Corti ci conoscono:<br />

le donne si fermano a prendere il tè, i bambini a fare<br />

meren<strong>da</strong> e ad aggiornarci sui loro risultati scolastici.<br />

A volte capita che quando abbiamo tessuti belli in<br />

eccesso chiamiamo Serpica Naro e glieli offriamo per<br />

le loro iniziative. Oppure è accaduto che gli prestassimo<br />

delle macchine <strong>da</strong> cucire per fare i corsi. Con la bella<br />

stagione non è raro che ci ritroviamo tutte a prendere un<br />

aperitivo sotto il glicine del cortile.<br />

39_


| LA PAROLA A <strong>CCL</strong> |<br />

C’È BISOGNO DI<br />

RELAZIONI VERE<br />

PER RISOLVERE<br />

I CONFLITTI<br />

Sono stato coinvolto nell’esperienza di <strong>Stadera</strong><br />

a pochi mesi <strong>da</strong>lla consegna degli alloggi. Il<br />

mio ruolo è consistito nel relazionarmi con il<br />

territorio: la parrocchia, le associazioni, la cooperativa<br />

Dar=casa partner di Soli<strong>da</strong>rnosc nell’iniziativa delle<br />

Quattro Corti.<br />

ANDREA VILLA<br />

50 ANNI, DAGLI ANNI NOVANTA VOLONTARIO NELLE ACLI. NEL<br />

2000, SUL PROGETTO DELLE QUATTRO CORTI, SI È OCCUPATO<br />

DELLA RELAZIONE CON IL TERRITORIO E I FUTURI INQULINI.<br />

È PRESIDENTE DEL CONSORZIO DELLE COOPERATIVE SOCIALI<br />

IN CAPO ALLE ACLI E ALLA CISL E PRESIDENTE DELLE ACLI<br />

PROVINCIALI DI MILANO, MONZA E BRIANZA.<br />

Gli anziani<br />

sono<br />

importanti<br />

sentinelle<br />

sociali.<br />

Il lavoro si è mosso principalmente su due binari: <strong>da</strong><br />

una parte presentare il progetto al quartiere, <strong>da</strong>ll’altra<br />

individuare le persone che avrebbero potuto accedere<br />

agli alloggi. Sotto questo aspetto, oltre a parametri<br />

legati al reddito che non doveva superare una certa<br />

soglia ma doveva garantire la solvibilità dell’affitto in<br />

modo <strong>da</strong> non creare situazioni di morosità, volevamo<br />

che si creasse un buon mix abitativo diversificato per<br />

età, provenienza, professione, composizione familiare.<br />

Così è stato. Negli stabili vivono anziani, coppie giovani,<br />

famiglie, pensionati, lavoratori, stranieri e italiani.<br />

Molte persone anziane che vivevano nelle case<br />

popolari di ALER nel quartiere <strong>Stadera</strong> hanno scelto<br />

di aderire all’iniziativa stufe di vivere in un contesto<br />

degra<strong>da</strong>to. Hanno così liberato alloggi Erp a canone<br />

sociale per persone più bisognose.<br />

Gli anziani sono elementi importanti, sono delle specie<br />

di sentinelle che presidiano gli edifci a tutte le ore del<br />

giorno e della notte e ci avvisano non appena qualcosa<br />

prende una brutta piega.<br />

L’altro aspetto bello è stato lavorare con<br />

l’associazione ABCittà con cui abbiamo organizzato<br />

assemblee e <strong>da</strong>to vita a un regolamento condominiale<br />

costruito a partire <strong>da</strong>i diritti ancor prima che <strong>da</strong>i<br />

divieti. Pian piano abbiamo <strong>da</strong>to vita ad una comunità.<br />

Conoscersi fin <strong>da</strong>i primi passi è stato molto importante,<br />

solo creando vere relazioni si possono risolvere i<br />

problemi prima che raggiungano livelli di guardia.<br />

40_


COOPERAZIONE<br />

VIRTUOSA TRA<br />

PUBBLICO E<br />

PRIVATO<br />

Vi racconto come sono nate le condizioni<br />

che hanno permesso al progetto delle<br />

Quattro Corti di diventare realtà, condizioni<br />

economiche ma soprattutto volontà politica.<br />

Negli anni precedenti, Aler aveva iniziato a<br />

concedere alcuni alloggi non assegnabili (per<br />

dimensioni, stato di conservazione e mancato<br />

adeguamento agli stan<strong>da</strong>rd igienico-sanitari previsti<br />

<strong>da</strong>lla legge) a Fon<strong>da</strong>zione San Carlo che li ristrutturava<br />

e li affittava. Interventi però rari e a macchia di leopardo.<br />

L’Agenzia lombar<strong>da</strong> per il rilancio dell’affitto, di cui<br />

ero presidente, agli inizi degli anni Duemila decise di<br />

promuovere un’operazione analoga ma che prevedesse<br />

la ristrutturazione di interi fabbricati. Mi confrontai<br />

con l’allora assessore regionale all’urbanistica e<br />

insieme incontrammo il direttore generale di Aler.<br />

Risultò che si poteva procedere a <strong>Stadera</strong> all’interno<br />

del Programma di Recupero Urbano. Le Quattro Corti<br />

furono individuate come campo di sperimentazione per<br />

questa collaborazione tra pubblico e privato. Il progetto<br />

fu possibile grazie anche al sostegno economico <strong>da</strong><br />

parte di Fon<strong>da</strong>zione Cariplo.<br />

Confcooperative individuò come operatore la<br />

cooperativa La Famiglia (oggi Soli<strong>da</strong>rnosc) mentre<br />

Legacoop la cooperativa Dar=casa.<br />

Nonostante il successo di <strong>Stadera</strong>, in seguito<br />

non si sono verificate le condizioni necessarie per<br />

replicare l’iniziativa. Soli<strong>da</strong>rnosc ha però fatto buon<br />

uso dell’esperienza delle Quattro Corti ideando un<br />

meccanismo basato su una sorta di mutualità <strong>da</strong> parte<br />

degli acquirenti di case di proprietà dove la vendita<br />

supporta parzialmente l’affitto. Un meccanismo messo<br />

in atto per esempio negli interventi di Columella40.<br />

ALBERTO CAZZULANI<br />

63 ANNI, STUDI IN TEOLOGIA E UN PASSATO DA VATICANISTA,<br />

È ENTRATO IN <strong>CCL</strong> NEL 1991. AGLI INIZI DEGLI ANNI DUEMILA,<br />

QUANDO SONO STATI RISTRUTTURATI GLI STABILI DELLE QUATTRO<br />

CORTI, È STATO PRESIDENTE PRO TEMPORE DELL’AGENZIA<br />

LOMBARDA PER IL RILANCIO DELL’AFFITTO CHE RIUNIVA<br />

FEDERABITAZIONE, LEGACOOP ABITANTI E I SINDACATI DEGLI<br />

INQUILINI SICET, SUNIA, UNIAT.<br />

Volontà<br />

politica<br />

utile per<br />

interventi<br />

così<br />

innovativi.<br />

41_


| LA PAROLA A <strong>CCL</strong> |<br />

MARIO STABILINI<br />

50 ANNI ARCHITETTO, È APPRODATO A SSA DOPO UNA LUNGA ESPERIENZA IN ALER COME PROGETTISTA E DIRETTORE LAVORI. IN SSA LAVORA<br />

ALL’UFFICIO TECNICO E COADIUVA GLI AMMINISTRATORI PER GLI ASPETTI PIÙ TECNICI DELLA MANUTENZIONE E DELLE MIGLIORIE AGLI<br />

EDIFICI.<br />

SSA, AMMINISTRARE COL CUORE<br />

Mario Stabilini e Fabio Colombo sono due<br />

attori importanti di SSA Società cooperativa<br />

Servizi per l’Abitare di <strong>CCL</strong>. Mario ha in<br />

carico gli aspetti più tecnici della manutenzione degli<br />

stabili in <strong>Stadera</strong> e, durante la fase di ristrutturazione<br />

delle quattro palazzine – tra il 2003 e il 2005 – è stato<br />

assistente alla direzione lavori. Fabio è amministratore<br />

o meglio ‘gestore’.<br />

SIETE DIVERSI DAI CLASSICI AMMINISTRATORI?<br />

FABIO: certamente nel nostro modo di lavorare<br />

trasferiamo il bagaglio culturale e sociale acquisito nel<br />

mondo della cooperazione, perché questa è la nostra<br />

storia. In cosa si traduce? Nell’attenzione reale che<br />

abbiamo verso i condomini, spesso coinvolti nelle scelte<br />

attraverso un processo di partecipazione. Un’altra<br />

peculiarità è che siamo una struttura di ‘global service’<br />

cioè forniamo anche servizi di portierato e pulizia. Infine<br />

direi che la trasparenza per quanto concerne la situazione<br />

economica ci caratterizza, i conti sono sotto gli occhi di<br />

tutti grazie all’app ‘miocondominio’ che permette a ogni<br />

inquilino di accedere alla propria situazione e a tutti i<br />

documenti condominiali, <strong>da</strong>ll’estratto conto bancario ai<br />

verbali fino al regolamento.<br />

42_


FABIO COLOMBO<br />

56 ANNI RAGIONIERE, HA UNA LUNGA ESPERIENZA IN <strong>CCL</strong> NEGLI UFFICI DELL’AMMINISTRAZIONE E DELLA CONTABILITÀ. DA SEI ANNI È<br />

AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO IN SSA.<br />

QUAL È STATO UNO DEGLI ASPETTI TECNICI PIÙ<br />

SPINOSI DA RISOLVERE A STADERA?<br />

MARIO: sicuramente quello della centrale termica. La<br />

cal<strong>da</strong>ia che abbiamo trovato era sovradimensionata e<br />

consumava tantissimo, così accadeva che i condomini,<br />

pur pagando un canone d’affitto contenuto, ricevevano<br />

bollette molto alte per il riscal<strong>da</strong>mento. Per far fronte al<br />

problema, siamo passati a una cal<strong>da</strong>ia a condensazione<br />

che consuma meno ma è delicata e spesso crea problemi<br />

e, di conseguenza, disagi agli inquilini. L’ultima novità è<br />

che, a breve, potremo agganciarci al teleriscal<strong>da</strong>mento.<br />

Questa sì sarebbe la svolta che tutti ci auguriamo.<br />

MARIO LEI HA LAVORATO PER TANTI ANNI IN ALER,<br />

QUAL È LA DIFFERENZA TRA L’ENTE PUBBLICO E IL<br />

MONDO COOPERATIVO PRIVATO?<br />

MARIO: molti miei ex colleghi di Aler operano con<br />

dedizione e competenza, e sono attenti alle esigenze<br />

degli inquilini come avviene qui in SSA. Il limite di Aler<br />

però è di tipo strutturale. Si tratta di un’azien<strong>da</strong> che deve<br />

rispondere a norme, codici, limiti d’azione, insomma<br />

una grande e complessa macchina burocratica.<br />

Logicamente SSA è più snella, ecco perché per noi è<br />

più facile seguire la nostra mission senza farci mettere i<br />

bastoni tra le ruote <strong>da</strong> nessuno.<br />

43_


| I NUMERI |<br />

IL PROGETTO NEL QUARTIERE<br />

Via Montegani<br />

Via Agilulfo<br />

Via Barrili<br />

Via Neera<br />

Corti gestite <strong>da</strong> Aler Corte gestita <strong>da</strong> Dar=casa Corte gestita <strong>da</strong> La Famiglia/Soli<strong>da</strong>rnosc<br />

44_


I NUMERI DELLE QUATTRO CORTI<br />

STEP INTERVENTO DI RECUPERO<br />

2000 2002 2004<br />

Dar=casa e<br />

La Famiglia<br />

sono riconosciuti<br />

come soggetti<br />

attuatori<br />

Inizio dei lavori<br />

di ristrutturazione<br />

Ingresso dei nuovi<br />

inquilini nelle<br />

2 palazzine gestite<br />

<strong>da</strong>lle Cooperative<br />

2013<br />

Fine dei lavori<br />

degli spazi comuni<br />

ex lavatoi<br />

Dar=casa<br />

via Palmieri 22<br />

La Famiglia/Soli<strong>da</strong>rnosc<br />

via Barrili 17<br />

48 alloggi<br />

31 bilocali, 17 trilocali<br />

49 alloggi<br />

45 bilocali, 3 trilocali, 1 quadrilocale<br />

45_


| GLOSSARIO |<br />

LE PAROLE PER CAPIRE<br />

Accordo di Programma: introdotto <strong>da</strong>lla legge 241/1990, è una convenzione tra enti territoriali (regioni, province o<br />

comuni) ed altre amministrazioni pubbliche mediante la quale le parti coordinano le loro attività per la realizzazione<br />

di opere, interventi o programmi di intervento.<br />

Aler Azien<strong>da</strong> Lombar<strong>da</strong> per l’Edilizia Residenziale: sono enti pubblici di natura economica, dotati di personalità<br />

giuridica, di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e di proprio statuto. Nate nel 1996 <strong>da</strong>ll’ex-Iacp<br />

(Istituto Autonomo Case Popolari), le ALER hanno una storica competenza territoriale per la gestione del patrimonio<br />

immobiliare pubblico e dei servizi abitativi pubblici.<br />

Canone Concor<strong>da</strong>to: introdotto <strong>da</strong>lla legge 431/1998, si riferisce a una tipologia di contratto di locazione (per un<br />

periodo minimo 3+2 anni) a canone minore di quello di mercato. L’importo viene determinato in base a dei valori di<br />

riferimento.<br />

Housing sociale: è un termine prettamente italiano utilizzato per definire un modello di finanziamento e produzione<br />

di alloggi in vendita o affitto a un prezzo calmierato (inferiore a quello di mercato) destinato alla cosidetta ‘zona<br />

grigia’ composta <strong>da</strong> chi non può accedere all’edilizia popolare perché non ha i requisiti ma non riesce neanche a<br />

sostenere i costi del mercato libero.<br />

Programma di Recupero Urbano (P.R.U.): è finalizzato principalmente alla riqualificazione del patrimonio edilizio<br />

residenziale pubblico realizzato nel dopoguerra, il quale versa, attualmente, quasi <strong>da</strong>ppertutto, in condizioni di<br />

ampio e diffuso degrado.<br />

46_


Colophon<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Alessandro Maggioni<br />

CONCEPT E PROGETTO EDITORIALE: Itaca Comunicazione - Milano<br />

REDAZIONE TESTI E CURATELA: Silvia Icardi<br />

COORDINAMENTO: Ester Bachis<br />

GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Maria Stella Gara<br />

CREDITI FOTOGRAFICI: Michela Lau<strong>da</strong>dio<br />

ILLUSTRAZIONE DELLA MAPPA: Serpica Naro<br />

PODCAST: Valentina De Poli, Matteo Scandolin<br />

STAMPA: Boniardi Grafiche - Via Gian Battista Vico, 40 - Milano<br />

Stampato in Italia<br />

Finito di stampare a giugno 2023


LA VOCE DI <strong>INSIEMI</strong><br />

Valentina De Poli<br />

Giornalista e podcaster, è esperta in<br />

comunicazione integrata e storytelling<br />

azien<strong>da</strong>le. Grazie a una ventennale<br />

esperienza in Disney si è misurata con<br />

le più importanti realtà culturali italiane,<br />

con l’insolito privilegio di interagire con<br />

un pubblico eterogeneo. Oggi presta la<br />

sua esperienza ad aziende interessate<br />

alla costruzione di contenuti mirati, tra cui<br />

podcast di cui è autrice e speaker.<br />

LA PENNA DI <strong>INSIEMI</strong><br />

Silvia Icardi<br />

Giornalista, laureata in Architettura, lavora<br />

<strong>da</strong> più di vent’anni nella comunicazione sia<br />

per la televisione sia per la carta stampata.<br />

Dal 2012 collabora continuativamente<br />

per le pagine ‘Cultura e Spettacolo’<br />

del Corriere della Sera occupandosi di<br />

architettura, design, società. Firma articoli<br />

per riviste di settore dell’architettura e<br />

dell’interior design come Abitare e Marie<br />

Claire Maison.


ASCOLTAMI<br />

IL PODCAST DI <strong>CCL</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!