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Libera - Associazione Generale Cooperative Italiane

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Siamo ormai una economia postindustriale e non possiamo<br />

consentirci improbabili politiche rivolte esclusivamente allo<br />

sviluppo di un sistema ormai superato, così come non possiamo<br />

pensare che si possa recuperare competitività nei<br />

confronti delle economie dei Paesi emergenti intervenendo<br />

sul costo del lavoro. Con queste economie la competizione<br />

non può e non deve avvenire sui costi ma sulla qualità dei<br />

prodotti.<br />

Quello che serve all’Italia, alle sue imprese, all’intero suo<br />

sistema economico e sociale è una maggiore flessibilità nei<br />

rapporti lavoro-capitale, in grado di superare le attuali rigidità<br />

che impediscono di adeguare, in tempi rapidi, le risposte<br />

alle esigenze in costante mutazione; una politica del<br />

credito che venga incontro alla necessità delle imprese di<br />

accedervi attraverso procedure meno complesse ed a costi<br />

meno onerosi, pur nel necessario rispetto delle norme che<br />

presiedono ad un corretto rapporto fra gli erogatori ed ai<br />

fruitori dei prodotti finanziari; una maggiore attenzione alla<br />

formazione; una politica di sviluppo di tecnologie sempre<br />

più avanzate ed incentivi alla loro introduzione sempre più<br />

massiccia nelle piccole e medie imprese.<br />

Tutto ciò si ottiene attraverso forme di interlocuzione e di<br />

collaborazione efficaci tra tutti gli attori dello sviluppo, a<br />

cominciare dalle Istituzioni, nazionali e territoriali; alle forze<br />

politiche, a prescindere dal ruolo di governo o di opposi-<br />

<strong>Libera</strong> <strong>Libera</strong><br />

Aprile 2011<br />

cooperazione<br />

cooperazione<br />

Editoriale 3<br />

zione da esse svolto; alla rappresentanza del mondo delle<br />

imprese, di qualsiasi settore e di qualsiasi dimensione o<br />

forme societarie; alle rappresentanze dei lavoratori che ci<br />

auguriamo riescano a ritrovare la strada maestra della ripresa<br />

di un dialogo civile ed efficace.<br />

L’attuale scenario politico ed istituzionale non ci consente<br />

di guardare al futuro con ragionevole serenità e scevri da<br />

quelle preoccupazioni che impediscono alle imprese, ai<br />

lavoratori ed alle loro rappresentanze di concentrarsi sulle<br />

cose da fare.<br />

È irresponsabile subordinare i provvedimenti del Governo<br />

alla valutazione sull’impatto che essi possono avere nella<br />

pubblica opinione, così come analogamente dannoso<br />

vanno considerati i comportamenti delle opposizioni che<br />

sembrano prescindere dagli interessi generali del Paese per<br />

rivolgersi esclusivamente all’indebolimento della maggioranza.<br />

Con simili comportamenti e mossi dall’esclusivo interesse di<br />

bottega non si va da nessuna parte, anzi si va verso il baratro<br />

ed è questa la direzione che sta prendendo il nostro<br />

Paese.<br />

Occorre fare tutto quanto nelle nostre possibilità per evitarlo.

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