Diario di Viaggio in Norvegia, isole
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POLO IN PALLONE<br />
Isola <strong>di</strong> Danskøya:<br />
a Virgohamn<br />
visitiamo i resti del<br />
campo<br />
della spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
August Andrée,<br />
l’esploratore<br />
svedese<br />
che nel 1897 partì<br />
da qui a bordo<br />
<strong>di</strong> un pallone<br />
aerostatico; sotto,<br />
stretto<br />
<strong>di</strong> H<strong>in</strong>lopen: sosta<br />
su una spiaggia del<br />
Sorgfjorden.<br />
spesso. L’eccessiva presenza <strong>di</strong> banchisa<br />
ci costr<strong>in</strong>ge a tornare <strong>in</strong><strong>di</strong>etro ripercorrendo<br />
la rotta dell’andata. Superato l’imbocco<br />
nord dell’H<strong>in</strong>lopen e prima dell’80° parallelo,<br />
ecco sulla s<strong>in</strong>istra il Sorgfjorden<br />
con le gran<strong>di</strong> spiagge <strong>in</strong>vase da tronchi<br />
d’albero portati dalla corrente. In questo<br />
luogo, popolato dai trichechi, si svolse<br />
una battaglia tra balenieri francesi e olandesi<br />
per il dom<strong>in</strong>io della zona.<br />
Qu<strong>in</strong>to giorno<br />
Superato il Wildefjorden, stretto e lungo<br />
più <strong>di</strong> 100 km, la nave fa rotta a sud per<br />
entrare nel Woodfjorden, <strong>in</strong>senatura che<br />
penetra verso le montagne dell’Andrée<br />
Land dove si devia a ovest navigando sul<br />
Liefdefjorden, normalmente coperto dai<br />
ghiacci nella parte term<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> corrispondenza<br />
del maestoso ghiacciaio Monaco,<br />
che ha un fronte dalle altissime pareti. Il<br />
tratto <strong>di</strong> mare libero dai ghiacci sembra<br />
avere la densità dell’olio, talmente è vic<strong>in</strong>o<br />
alla temperatura <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>ficazione, e laddove<br />
la nave frantuma la crosta ghiacciata<br />
il tutto si ricompatta al f<strong>in</strong>ire della scia.<br />
Ripreso il mare aperto, e oltrepassato il<br />
promontorio <strong>di</strong> Velkomstpynken, sbarchiamo<br />
per visitare i resti delle vecchie<br />
baracche utilizzate dai cacciatori <strong>di</strong> pelli,<br />
poi ritrovata la rotta sud passiamo vic<strong>in</strong>o<br />
al Smeerenburgfjorden, che ricorda l’e-<br />
poca <strong>in</strong> cui tremila olandesi popolavano<br />
queste latitu<strong>di</strong>ni per cacciare le balene e<br />
ricavarne l’olio, operazione che veniva<br />
effettuata a terra.<br />
Sesto giorno<br />
Coi motori a pieno regime per superare<br />
capo Salpynten, a sud della Pr<strong>in</strong>s Karl<br />
Forland, risaliamo ora verso nord lo<br />
stretto <strong>di</strong> Forlandsundet alla ricerca<br />
dei trichechi che frequentano normalmente<br />
le spiagge orientali. L’isola è<br />
piatta, poi all’altezza del promontorio<br />
Poolepynten ricompaiono cime elevate,<br />
ammantate da numerosi ghiacciai<br />
sul versante est. Nei pressi del Poolepynten<br />
scorgiamo alcune baracche, oltre<br />
a una vistosa piramide rossa che<br />
funge da riferimento geografico. La vic<strong>in</strong>a<br />
spiaggia che degrada dolcemente<br />
verso il mare è popolata da una colonia<br />
<strong>di</strong> trichechi che trascorrono buona parte<br />
della giornata a dormire al riparo dal<br />
vento gelido. Dopo l’ennesimo sbarco<br />
proseguiamo ancora verso nord per virare<br />
lievemente ad est ed entrare nel<br />
St. Jonsfjorden, attorniato da montagne<br />
<strong>in</strong>nevate e ricoperto <strong>di</strong> ghiaccio<br />
bucherellato dalle foche. Siamo nel regno<br />
dell’orso bianco, <strong>di</strong> cui puntualmente<br />
avvistiamo un grosso esemplare<br />
<strong>in</strong> piena caccia.