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storia di Roma

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Ciò che ha reso celebre, però, la scoperta della fonte di Anna Perenna, è stato il<br />

ritrovamento di sette (integre) piccole figure umane usate per dei riti magici, simili<br />

alle famose “fatture”, l‟equivalente delle bamboline woodoo.<br />

È esattamente quello che abbiamo visto fare alla maga.<br />

Analisi di laboratorio hanno suggerito che sono state realizzate con un impasto di<br />

farina e latte. Solo una è stata realizzata con della cera. Si vedono bene gli occhi, la<br />

bocca, i seni o il sesso maschile, a seconda dei casi. In almeno una circostanza i piedi<br />

sono stati spezzati intenzionalmente. Queste delicatissime statuette si sono conservate<br />

perché, una volta lanciate, si adagiavano tutte sul fondo della vasca dove<br />

gradualmente sprofondavano in uno strato di argilla che, privo di ossigeno, ha<br />

impedito ai batteri di agire e dissolverle nei secoli.<br />

Tutti i loro contenitori sono di piombo e sono sempre tre, uno dentro l‟altro: la<br />

ripetizione del numero 3 ha certamente un significato magico. A fare da “spina<br />

dorsale” alle statuette c‟è un osso con – almeno in un caso – delle lettere in latino<br />

impresse. E questo corrisponde a quello che raccomandavano i famosi papiri greci<br />

magici che descrivevano questi riti.<br />

Ma osservando queste statuette si scoprono anche tracce di altri rituali. Una, in<br />

particolare, presenta lettere magiche incise su tutto il corpo e un foro profondo nella<br />

testa: facile immaginare l‟effetto che si voleva sulla vittima.<br />

La statuetta che sorprende di più è quella di una persona avvolta dalle spire di un<br />

grosso serpente crestato che la morde sul viso. Ad aiutare la “stretta” del serpente c‟è<br />

una lamina metallica che abbraccia la vittima. Come se non bastasse, un‟altra lamina<br />

metallica con delle maledizioni le è stata inchiodata sopra; uno dei chiodi le fora<br />

l‟ombelico, l‟altro i piedi. Probabilmente hanno un significato simbolico.<br />

Dovevano essere tantissimi i romani che si rivolgevano a questo tipo di pratiche.<br />

Ce lo suggerisce il fatto che i contenitori venivano fatti in serie. Gli interessati,<br />

quindi, andavano ad acquistarli e li portavano dalle maghe. Esisteva, insomma, un<br />

fiorente mercato dietro a questi oggetti e tanti soldi che giravano.<br />

Esaminando la chiusura di uno dei contenitori, sigillata con della resina attorno al<br />

“tappo”, i ricercatori hanno notato delle impronte digitali. L‟oggetto è stato portato ai<br />

tecnici della Polizia scientifica ed è emerso che la mano che ha chiuso il coperchio<br />

era piccola, quindi quella di una persona molto giovane o… di una donna! Quasi a<br />

confermare quello che ci raccontano gli antichi sulle maghe.<br />

L‟invio alle divinità infernali<br />

La giovane donna e l‟anziana levatrice si avvicinano alla fonte. Si guardano in<br />

giro: non c‟è nessuno. Con gesti rapidi, la levatrice srotola un panno, afferra il<br />

contenitore cilindrico e lo scaglia in alto sulla fonte. Il cilindro sparisce dalla vista e<br />

dopo un attimo di attesa si sente il suo tuffo nell‟acqua. Le due donne si guardano e<br />

sorridono…<br />

La fonte di Anna Perenna continuerà a essere il fulcro del culto legato alla fertilità,<br />

al buon augurio, alla festa per il nuovo anno, ancora a lungo, almeno fino al III secolo<br />

d.C. Poi questa tradizione religiosa gradualmente si sgretolerà fino a quando intorno<br />

al IV-V secolo sarà sempre più “inquinata” da pratiche oscure con contenitori e

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