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Oltre a questo confine militare, ce n‟è un altro che potremmo definire<br />
“diplomatico”. L‟<strong>Impero</strong> romano non finisce mai in modo netto (del tipo “i buoni<br />
sono al di qua della fascia di forti e strade, e i cattivi sono al di là”). Oltre il confine,<br />
infatti, ci sono degli Stati cuscinetto, “clienti” di Roma. Spesso lo sono loro<br />
malgrado. In effetti sono “a portata” di legione e quindi Roma ottiene la loro alleanza<br />
soprattutto con una pressione diplomatico-militare.<br />
Al di là di questi Stati c‟è un‟ulteriore fascia di sicurezza costituita da popoli e<br />
tribù sui quali Roma ha un‟influenza meno diretta, ma sempre efficace. A questo<br />
proposito va detto che molte volte Roma si è comprata l‟alleanza di popoli e tribù<br />
esterni a suon di monete d‟oro. Ed è sempre stata abile nel creare discordie e invidie<br />
tra di loro, magari privilegiando uno a scapito dell‟altro, in modo che non potessero<br />
unirsi diventando una forza impossibile da contrastare o capace di invadere l‟<strong>Impero</strong><br />
(“Divide et impera”).<br />
Molte invasioni sono avvenute quando Roma non è più riuscita a far sentire la sua<br />
forza (militare o diplomatica) al di là del confine.<br />
La Legio XXII Primigenia marcia contro il nemico<br />
La nostra moneta, assieme alle altre nel borsello del centurione, è stata nascosta<br />
alla base di un albero, sotto una radice ad arco. Il centurione non vuole che cada in<br />
mano nemica in caso di morte o cattura. Così fanno tanti altri soldati. È diventato<br />
anche un gesto scaramantico. Ora il centurione è assieme ai suoi uomini, e marcia<br />
dall‟alba in territorio nemico.<br />
Questa è un‟importante operazione di “polizia” oltre il confine, che però non<br />
lascerà tracce perché non perverranno documenti che la testimonino.<br />
Ci sono voluti due giorni per arrivare fin qui. Tutti gli uomini, l‟equipaggiamento e<br />
i cavalli sono stati traghettati usando ogni imbarcazione disponibile: dalle leggere<br />
Liburnae a chiatte ampie e capienti (che, come gli archeologi hanno scoperto, sono<br />
dei “TIR” molto comuni sulle rive del Reno), usate per l‟occasione come mezzi da<br />
sbarco. Poi è seguita una lunga marcia nel territorio cuscinetto. Fino ad arrivare ai<br />
suoi confini. In effetti, la miccia che ha scatenato l‟intervento romano è stata la<br />
distruzione di alcune torri d‟avvistamento e di due avamposti di ausiliari da parte di<br />
un forte contingente di barbari catti.<br />
Sono un popolo fiero e bellicoso, protagonista nei decenni precedenti di violenti<br />
scontri con Roma e incursioni devastanti. Da tempo sono una tribù nell‟orbita<br />
dell‟<strong>Impero</strong>, che preme ai suoi confini. È stato sempre difficile per i romani stabilire<br />
con loro accordi duraturi. In questo caso è probabile che approfittino della lontananza<br />
dell‟imperatore Traiano da questo fronte, impegnato com‟è nelle lontane guerre in<br />
Mesopotamia. È necessario respingere l‟offensiva di questo contingente barbaro che<br />
saggia le difese romane per conto del resto del popolo, prima che l‟idea della<br />
debolezza di Roma si diffonda contagiando altri gruppi.<br />
Ora contro di loro si sta muovendo un‟intera legione con dei reparti in appoggio.<br />
La XXII Primigenia, letteralmente “dedicata alla dea Fortuna (Primigenia)”, è stata<br />
fondata dall‟imperatore Caligola, meno di ottanta anni addietro, nel 39 d.C. Non è la<br />
prima volta che affronta i barbari catti, lo ha fatto spesso e ha sempre vinto. È