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A questi veterani è stato addirittura chiesto di costruire una città. E loro in tutti<br />
questi anni l‟hanno fatto. La città è stata iniziata nel 100 d.C. e ormai ha già acquisito<br />
la sua fisionomia, anche se mancano ancora molte cose. I veterani hanno fatto un<br />
bellissimo lavoro: Thamugadi ricopre 12 ettari ed è stata costruita con la tipica<br />
precisione romana. Centoventi isolati sono disposti su una planimetria perfetta, con<br />
strade principali (cardo maximus e decumanus maximus), vie minori, edifici pubblici,<br />
templi religiosi… insomma, tutti i principali edifici di una città romana.<br />
Concettualmente è una copia di Roma in scala ridotta.<br />
Perché tutto questo sforzo? Perché Traiano ha ordinato ai suoi veterani di venire<br />
qui?<br />
Un‟oasi nel nulla<br />
L‟idea che c‟è dietro è molto interessante. Roma conquistava le popolazioni con le<br />
armi e con la forza, che abbiamo visto essere spaventosamente efficaci. Qui ha fatto<br />
una manovra diversa. Thamugadi è perfetta come città, perché è una “vetrina” della<br />
romanità. Il suo scopo è quello di assoggettare le popolazioni della regione non con le<br />
armi, ma con lo stile di vita romano. A cominciare dal dominio dell‟acqua. In una<br />
zona geografica dove l‟acqua è un bene molto raro, di colpo compare una città con<br />
delle terme – ventisette! ovunque ci sono cisterne e canalizzazioni fognarie che<br />
tengono lontane le malattie. Gli archeologi hanno scoperto che tutta la città può<br />
essere considerata una specie di cisterna che raccoglie le acque dalle vicinanze, le<br />
filtra e purifica con bacini di decantazione e poi le invia a terme, case e fontane agli<br />
angoli delle strade… A Thamugadi l‟acqua non solo c‟è, ma scorre come un torrente,<br />
e tutto questo grazie alle conoscenze d‟ingegneria idraulica dei romani che scavano<br />
pozzi, individuano sorgenti, le incanalano con acquedotti ecc. Sono posti dove,<br />
ancora oggi, l‟acqua è considerata un bene prezioso perché in molti centri ce n‟è<br />
poca; non c‟è l‟abbondanza di acqua che avevano i romani… Thamugadi, insomma, è<br />
una vasta oasi.<br />
Ma questo è solo il primo passo. Fin dall‟inizio lo scopo della città è ben chiaro:<br />
nella regione Thamugadi deve agire come una calamita; per attirare la gente e per<br />
integrarla, non per conquistarla con la sottomissione. Sarà la vita di tutti i giorni a<br />
“conquistare” la gente, attirandola in una comunità che gode dei piaceri della vita,<br />
della buona tavola (con cibi mai visti e raffinati), delle terme, della cultura. In un<br />
certo senso, le persone verranno attratte dal fascino di un vero e proprio<br />
“consumismo” che i romani hanno saputo creare. Ecco un‟altra similitudine con la<br />
nostra epoca.<br />
E poi c‟è il lato economico, quello dei guadagni, con la prospettiva di migliorare il<br />
proprio stile di vita e poter diventare ricchi… E l‟occasione è aperta a tutti.<br />
Thamugadi offre la possibilità di entrare nell‟orbita romana, di partecipare alla vita<br />
nell‟<strong>Impero</strong> a chiunque, senza discriminazioni. Cosa che non accadrà nei secoli<br />
seguenti, dove tra conquistatore e conquistato ci sarà spesso una separazione netta.<br />
L‟integrazione, insomma, è la parola magica per capire lo scopo della costruzione<br />
di questa città. Una visione molto all‟avanguardia per l‟epoca.