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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 5/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
3D<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
LiDAR<br />
Set/Ott <strong>2015</strong> anno XIX N°5<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
GALILEO una<br />
costellazione<br />
di orologi<br />
ultra stabili<br />
nel cielo<br />
<strong>GEOmedia</strong><br />
a INTERGEO<br />
<strong>2015</strong><br />
Edificato residenziale<br />
e pericolosità sismica<br />
Passare al BIM<br />
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georadar, sismica, geoelettrica,<br />
logger da foro.<br />
> Rappresentazione<br />
dei fondali e delle coste<br />
Multibeam, SideScanSonar,<br />
SubBottom Profiler.<br />
> Monitoraggio ambientale<br />
e Ingegneria civile<br />
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Geospatial 4.0, il GNSS Galileo e Einstein<br />
Geospatial 4.0 è il termine usato quest’anno per identificare gli sviluppi del nostro settore.<br />
Un momento di profonda trasformazione che ci induce a stare molto attenti per non perdere<br />
il treno dell’innovazione che ci sta passando davanti. La geomatica, pur essendo relativamente<br />
giovane, sta soffrendo di una forte obsolescenza proprio nel momento in cui è entrata a<br />
far parte della nostra vita quotidiana. In Italia specialmente si soffre per la poca importanza<br />
che le Istituzioni, non sensibilizzate ovviamente, dedicano al corretto sviluppo e promozione<br />
della ricerca. Gran parte della produzione della ricerca geomatica è stata ormai assimilata nel<br />
nostro quotidiano e non ci rendiamo neanche conto di quanto la usiamo per le nostre normali<br />
operazioni quotidiane come quelle che vanno dall’uso di un navigatore per arrivare ad<br />
una destinazione prestabilita, oppure quelle che ci portano alla ricerca del nostro immobile<br />
ideale attraverso un sistema informativo geografico. Eppure ci sono cose, come ad esempio<br />
le transazioni bancarie e la misura precisa del tempo, che si poggiano sulla ricerca geomatica,<br />
senza neanche accorgersene.<br />
Purtroppo c’è carenza nella mancanza di divulgazione e cooperazione nella ricerca stessa, con<br />
gruppi di settori diversi che utilizzano la geomatica e cercano di ridefinirne i termini solo per<br />
mancata conoscenza della attività svolte dagli altri esperti del settore che, spesso preda di autoreferenzialismo<br />
dovuto alla selezione del sistema della ricerca universitaria, non divulgano<br />
più il loro operato.<br />
In effetti i ricercatori si chiedono perché andare a divulgare i risultati della ricerca ad un<br />
Convegno che non da i crediti per l’avanzamento della carriera? Chi ha stabilito che un<br />
ricercatore vale più di un altro solo perché citato da altri in un sistema talmente chiuso che<br />
non consente neanche l’accesso libero alla lettura?<br />
La rivoluzione apportata da Google Map è una testimonianza incredibile se pensiamo oggi<br />
che mentre si ricercava l’assurda precisione avvalorata dai confronti ineludibili di scarti quadratici<br />
medi di ambiziosi risultati geodetici e topografici, un sistema geografico che non<br />
garantisce alcuna precisione ha conquistato il mondo intero.<br />
Dobbiamo ora, anche in considerazione di ciò, prepararci alla nuova rivoluzione, in considerazione<br />
che la rete intelligente di sensori, dati e servizi sta ridefinendo gli sviluppi tecnologici<br />
e strategici del settore. Nell’ambito del Geospatial 4.0 annunciato nello scorso Intergeo, si è<br />
parlato dell’ormai prossima sostituzione delle tradizionali cartografie analogiche con metodi<br />
cutting edge di trasmissione delle informazioni con la crescente integrazione di realtà aumentata.<br />
La mappa del futuro potrebbe non essere più disponibile su carta, ma in digitale 3D o<br />
4D su dispositivi mobili.<br />
Nell’anniversario della scoperta della Teoria della Relatività, per i nessi ovvi collegati alla<br />
misurazione del tempo, viene spontaneo pensare che i sistemi di posizionamento Global<br />
Navigation Satellite System che hanno rivoluzionato la geomatica come il GPS, GLONASS,<br />
Galileo e Beidou, costituiscono insieme una infrastruttura interoperabile e coordinata che<br />
sta supportando in un modo vitale i più importanti aspetti industriali ed economici della nostra<br />
società. La misura del tempo è ancora una volta uno degli aspetti strategici ed essenziali<br />
dei servizi offerti dai GNSS, elementi di vitale importanza per tutte le infrastrutture critiche<br />
della nostra società.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORTS<br />
La Teoria della<br />
Relatività ed il<br />
sistema di navigazione<br />
satellitare europeo<br />
Galileo<br />
di Marco Lisi<br />
6<br />
LE RUBRICHE<br />
26 IMMAGINE ESA<br />
36 SCHEDA PRODOTTO<br />
38 MERCATO<br />
Evoluzione<br />
dell'edificato<br />
residenziale in<br />
rapporto alla<br />
pericolosità sismica<br />
di Juri Corradi, Gianluigi<br />
Salvucci e Valerio Vitale<br />
10<br />
46 OPPORTUNITIES<br />
48 RECENSIONE<br />
50 AGENDA<br />
In copertina il nucleo di lavoro di<br />
Galileo, il sistema di navigazione<br />
satellitare indipendente in Europa,<br />
già posizionato ed attivo.<br />
La completa costellazione Galileo<br />
sarà composta da 30 satelliti lungo<br />
tre piani orbitali in orbita terrestre<br />
media (tra cui due di riserva per<br />
ogni orbita). Il risultato sarà la più<br />
grande flotta europea di satelliti.<br />
18<br />
INTERGEO <strong>2015</strong><br />
l'evoluzione/<br />
rivoluzione del<br />
settore geospaziale<br />
di Fulvio Bernardini<br />
(Credits: ESA)<br />
www.rivistageomedia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
A proposito<br />
24<br />
de "La buona<br />
Scuola"<br />
di Carlo Monti<br />
e Attilio Selvini<br />
28<br />
PASSARE AL BIM<br />
10 regole per<br />
avere successo<br />
di Marco Parisi<br />
INSERZIONISTI<br />
Aerrobotix 16<br />
Codevintec 2<br />
Epsilon 38<br />
Esri Italia 17<br />
Flytop 42<br />
Geogrà 46<br />
Geomax 52<br />
Gistam 39<br />
Hexagon S&I 37<br />
Menci 49<br />
Me.s.a 41<br />
Planetek 45<br />
Progesoft 40<br />
Sinergis 51<br />
Sistemi Territoriali 44<br />
Teorema 50<br />
Topcon 47<br />
Trimble 43<br />
32<br />
Il Caso di Veio<br />
Nuove scoperte<br />
archeologiche<br />
con APR<br />
di Zaira Baglione<br />
Innovazione<br />
e tecnologie<br />
avanzate alla 2a<br />
Conferenza<br />
degli utenti Laser<br />
Scanner Leica<br />
Geosystems<br />
a cura della redazionee<br />
34<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi,<br />
Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Flavio<br />
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Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
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Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
redazione@rivistageomedia.it<br />
Diffusione e Amministrazione<br />
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Comunicazione e marketing<br />
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Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
Stampa: SPADAMEDIA srl<br />
VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />
Editore: mediaGEO soc. coop.<br />
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Science<br />
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Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />
riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />
qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />
sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 30 Novembre <strong>2015</strong>.
FOCUS<br />
La Teoria della Relatività ed<br />
il sistema di navigazione<br />
satellitare europeo Galileo<br />
di Marco Lisi<br />
Ricorrono in questo anno <strong>2015</strong> i<br />
centodieci anni dalla pubblicazione<br />
della teoria della Relatività Ristretta<br />
ed i cento anni da quella della teoria<br />
della Relatività Generale di Einstein.<br />
Fig. 1 - Albert Einstein e la sua<br />
famosa formula di equivalenza<br />
tra massa ed energia.<br />
Un famoso mensile di<br />
informatica e tecnologia<br />
ha giustamente titolato:<br />
“Cento anni di relatività generale<br />
(e non sentirli)”.<br />
Sì perché sebbene, almeno di<br />
nome, le due teorie siano note a<br />
tutti (insieme ad alcune formule,<br />
come E=mc 2 ), assai poco digeriti<br />
sono i loro contenuti e poco percepiti<br />
i loro effetti nella nostra<br />
vita di tutti i giorni.<br />
D’altra parte, abbiamo appena<br />
finito di digerire, dopo quasi<br />
quattrocento anni, la prima<br />
grande rivoluzione scientifica,<br />
quella di Copernico, Keplero,<br />
Galileo e Newton e quindi a<br />
soli cento anni dalla Teoria della<br />
Relatività siamo ancora all’antipasto.<br />
Eppure quelle di Einstein non<br />
sono astratte teorie, degne<br />
dell’attenzione di pochi scienziati<br />
ed addetti ai lavori. Come vedremo,<br />
le loro ricadute nella vita<br />
pratica sono magari poco note,<br />
ma molto tangibili.<br />
Un minimo di storia<br />
e di teoria<br />
La teoria della relatività ristretta,<br />
anche detta “speciale”, fu pubblicata<br />
da Einstein nel 1905 proprio<br />
per conciliare il principio di relatività<br />
galileiano con le equazioni<br />
delle onde elettromagnetiche, o di<br />
Maxwell, che ci sono particolarmente<br />
care essendo la base delle<br />
trasmissioni radio. Nel concepire<br />
la relatività ristretta, Einstein<br />
immaginò un esperimento puramente<br />
concettuale, nel quale egli<br />
viaggiava nello spazio cavalcando<br />
un raggio di luce. Le conseguenze<br />
della teoria sono semplici, ma alquanto<br />
sconvolgenti:<br />
1. la velocità della luce nel<br />
vuoto ha lo stesso valore in<br />
tutti i sistemi di riferimento<br />
inerziali, indipendentemente<br />
dalla velocità dell’osservatore<br />
o dalla velocità della sorgente<br />
di luce (in parole semplici, la<br />
velocità della luce è una costante<br />
ed è invalicabile);<br />
2. massa ed energia possono<br />
trasformarsi l’una nell’altra,<br />
secondo la famosa legge E =<br />
mc 2, che trovò la sua conferma<br />
nella realizzazione della<br />
prima pila atomica da parte<br />
di Fermi (e, purtroppo, nella<br />
realizzazione della bomba<br />
atomica e della bomba H).<br />
L’equivalenza massa-energia<br />
ci ha anche permesso di capire<br />
le reazioni che alimentano<br />
il nostro Sole e tutte le stelle;<br />
3. il nostro universo è uno spazio<br />
a quattro dimensioni, la<br />
quarta essendo il tempo, il<br />
quale dipende dal sistema di<br />
riferimento ed in particolare<br />
rallenta all’aumentare della<br />
velocità.<br />
Molto noto, anche per alcune<br />
recenti interpretazioni cinematografiche<br />
(il film di fantascienza<br />
“Interstellar”), è il cosiddetto<br />
“paradosso dei gemelli” (fig. 2).<br />
Di due gemelli, uno parte a bordo<br />
di un astronave che viaggia a<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
Fig. 2 - Il paradosso dei<br />
gemelli.<br />
velocità prossime a quella della<br />
luce e rimane per molto tempo<br />
nello spazio, l’altro rimane sulla<br />
Terra. Al ritorno del primo dal<br />
suo viaggio spaziale, ritroverà il<br />
gemello molto invecchiato perché<br />
il tempo, a bordo dell’astronave,<br />
è trascorso più lentamente<br />
che a Terra.<br />
Anche per la relatività generale,<br />
pubblicata dieci anni dopo, nel<br />
1915, Einstein immaginò un<br />
esperimento ideale: cadere dal<br />
tetto di un alto edificio.<br />
Le conseguenze della teoria sono<br />
innumerevoli e necessiterebbero<br />
di una matematica complicatissima<br />
per essere dimostrate. Si possono<br />
tuttavia riassumere in un<br />
concetto abbastanza semplice: la<br />
gravità (quella che ci tiene con<br />
i piedi per terra e che fa ruotare<br />
i pianeti intorno al Sole) non è<br />
altro che una deformazione dello<br />
“spazio-tempo” causata dalla<br />
massa (o dall’energia, visto che le<br />
due sono equivalenti).<br />
Per spiegare il meccanismo, i fisici<br />
si aiutano spesso con la metafora<br />
del foglio di gomma (fig. 3).<br />
Lo spazio-tempo si può immaginare,<br />
per l’appunto, come una<br />
superficie morbida che viene<br />
curvata dalle masse che vi sono<br />
appoggiate. La forza di gravità<br />
che avvertiamo, per esempio,<br />
sulla superficie della Terra è il risultato<br />
della curvatura del foglio<br />
di gomma quadridimensionale<br />
causata dalla massa della Terra<br />
stessa. Un’analoga deformazione,<br />
causata questa volta dal Sole,<br />
spiega la forza esercitata da questo<br />
sui pianeti e la rotazione di<br />
essi intorno al Sole.<br />
Prove sperimentali delle<br />
due teorie della relatività<br />
Negli ultimi cento e passa anni,<br />
gli scienziati di tutto il mondo<br />
si sono affannati per dimostrare<br />
con i loro esperimenti le due<br />
teorie della relatività di Einstein,<br />
con le loro implicazioni e conseguenze.<br />
Pochi tuttavia forse<br />
sanno che una delle più complete<br />
dimostrazioni delle due teorie<br />
deriva proprio da quei sistemi satellitari<br />
globali per la navigazione<br />
(“Global Navigation Satellite<br />
Systems”, GNSS), quali l’americano<br />
GPS o l’europeo Galileo,<br />
che vengono ormai utilizzati in<br />
tutte le nostre autovetture, ma<br />
anche nella gran parte dei nostri<br />
telefoni cellulari (“smartphone”).<br />
Fig. 3 - La gravità è una<br />
deformazione dello spazio-tempo<br />
dovuta alla massa.<br />
Volendo essere sintetici e radicali,<br />
potremmo affermare che, senza<br />
la conoscenza delle due teorie<br />
della relatività (speciale e generale)<br />
di Einstein, i navigatori satellitari<br />
non potrebbero funzionare.<br />
Cerchiamo di capire perché.<br />
Ricordiamo innanzi tutto che<br />
il principio di funzionamento<br />
dei GNSS consiste nella misura<br />
molto accurata (accurata nell’ordine<br />
dei nanosecondi, cioè dei<br />
miliardesimi di secondo) del<br />
ritardo temporale fra la trasmissione<br />
di un segnale radio da un<br />
satellite e la sua ricezione da parte<br />
del ricevitore dell’utente. Da<br />
questa misura si ricava la distanza<br />
fra il satellite stesso (di cui posizione<br />
ed orbita sono ben note)<br />
e l’utente. Essendo la velocità<br />
delle onde radio nel vuoto pari a<br />
300˙000 chilometri al secondo,<br />
un errore pari ad un nanosecondo<br />
corrisponde a 0,3 metri (30<br />
centimetri) nella determinazione<br />
della distanza (e quindi della<br />
posizione).<br />
Questo è il motivo per il quale<br />
si utilizzano a bordo dei satelliti<br />
per la navigazione orologi atomici<br />
estremamente stabili. A bordo<br />
dei satelliti Galileo, ad esempio,<br />
si sta facendo volare il “Passive<br />
Hydrogen Maser” (PHM), che,<br />
con una stabilità di frequenza<br />
equivalente ad uno scarto di 1<br />
secondo ogni 3 milioni di anni,<br />
è il più stabile orologio mai realizzato<br />
per applicazioni spaziali<br />
(fig. 4).<br />
Gli effetti relativistici sul funzionamento<br />
delle costellazioni di<br />
satelliti per la navigazione sono<br />
molteplici, anche se non tutti<br />
della stessa entità.<br />
Ci limiteremo ad analizzarne<br />
due, derivanti rispettivamente<br />
dalla teoria ristretta e da quella<br />
generale:<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 7
FOCUS<br />
4Relatività Ristretta: i satelliti<br />
si muovono rispetto al ricevitore,<br />
e il loro orologio va più<br />
piano;<br />
4Relatività Generale: i campi<br />
gravitazionali cambiano sia<br />
la velocità degli orologi, sia<br />
la propagazione dei segnali<br />
radio.<br />
I satelliti GNSS ruotano intorno<br />
alla Terra su orbite circolari ad<br />
un’altezza di circa 20000 chilometri.<br />
A questa quota, la loro<br />
velocità di rotazione rispetto al<br />
suolo è di circa 3,8 km/s.<br />
Dalle trasformate di Lorentz<br />
(quelle che discendono dalla teoria<br />
della relatività ristretta) si ricava<br />
la contrazione del tempo che<br />
l’orologio a bordo subisce rispetto<br />
ad un orologio a terra, pari a 7,1<br />
microsecondi al giorno.<br />
Questo significa che dopo un<br />
giorno l’errore in termini di<br />
determinazione della distanza<br />
diventa pari a 2,2 chilometri<br />
(7,1 microsecondi per la velocità<br />
della luce).<br />
Ricordiamoci che l’obiettivo di<br />
sistemi come GPS o Galileo è<br />
quello di fornire un’accuratezza<br />
sulla posizione di pochi metri.<br />
L’effetto della teoria della relatività<br />
generale è ancora più<br />
drammatico. In questo caso<br />
l’effetto dipende dall’intensità<br />
dell’attrazione gravitazionale ed è<br />
di segno opposto.<br />
La forza di gravità modifica lo<br />
spazio-tempo rallentando gli<br />
orologi. Quindi gli orologi in<br />
volo a 20˙000 chilometri di<br />
altezza, sperimentando un’attrazione<br />
gravitazionale più bassa,<br />
marciano più velocemente di<br />
quelli a terra.<br />
La deviazione è pari a 47,5 microsecondi<br />
al giorno, pari a circa<br />
14 chilometri di errore sulla distanza,<br />
che vengono solo in parte<br />
compensati dai 7,1 microsecondi<br />
precedentemente considerati.<br />
In conclusione, la combinazione<br />
di questi due effetti relativistici<br />
implica che gli orologi (i sofisticati<br />
e costosi orologi atomici) a<br />
bordo dei satelliti GPS marciano<br />
più velocemente di orologi identici<br />
a terra di circa 38 microsecondi<br />
(45-7=38)!<br />
Poca cosa, potreste pensare, ma<br />
l’altissima precisione richiesta dal<br />
sistema è basata su un’accuratezza<br />
nell’ordine dei nanosecondi,<br />
e 38 microsecondi sono ben<br />
38˙000 nanosecondi.<br />
Per essere ancora più espliciti se<br />
gli effetti delle teorie di Einstein,<br />
apparentemente astruse e poco<br />
utili in pratica, non fossero tenuti<br />
in conto, ci ritroveremmo a<br />
guidare le nostre auto al centro<br />
di Roma o Milano con un’incertezza<br />
sulla nostra posizione<br />
di qualche decina di chilometri.<br />
Non molto utile, davvero!<br />
L’importanza dei<br />
riferimenti di tempo<br />
nella nostra società<br />
La determinazione e la misurazione<br />
accurata del tempo sono<br />
alla base della nostra civiltà tecnologica.<br />
I maggiori progressi<br />
in questo campo si sono avuti<br />
nel secolo scorso, con l’invenzione<br />
dell’oscillatore a cristallo<br />
di quarzo nel 1920 e dei primi<br />
orologi atomici negli anni ’40.<br />
Oggigiorno la misura del tempo<br />
è di gran lunga la più accurata<br />
fra le misure delle altre grandezze<br />
fisiche fondamentali. La stessa<br />
unità di misura delle lunghezze,<br />
una volta basata sul mitico metro<br />
campione di Platino-Iridio<br />
conservato a Parigi, è stata<br />
internazionalmente ridefinita<br />
nel 1983 come “la lunghezza di<br />
percorso coperta dalla luce nel<br />
vuoto durante un intervallo di<br />
tempo pari ad 1/299792458 di<br />
secondo”.<br />
Il secondo (simbolo s) è l’unità<br />
di misura ufficiale del tempo nel<br />
Sistema Internazionale di Unità<br />
(SI). Il suo nome deriva semplicemente<br />
dall’essere la seconda divisione<br />
dell’ora, mentre il minuto<br />
ne è la prima. Il secondo era<br />
originariamente definito come<br />
la 86400-esima parte del giorno<br />
solare medio, cioè della media<br />
sulla base di un anno del giorno<br />
solare, inteso come intervallo<br />
di tempo che intercorre tra due<br />
successivi passaggi del Sole sullo<br />
stesso meridiano.<br />
Nel 1884 fu ufficialmente stabilito<br />
come standard di tempo a livello<br />
internazionale il Greenwich<br />
Mean Time (GMT), definito<br />
come il tempo solare medio al<br />
meridiano che passa per l’Osservatorio<br />
Reale di Greenwich<br />
(Inghilterra).<br />
Nel 1967 è stata proposta una<br />
nuova definizione del secondo,<br />
basato sul moto di precessione<br />
dell’isotopo 133 del cesio. Il<br />
secondo è ora definito come<br />
l’intervallo di tempo pari a<br />
9192631770 cicli della vibrazione<br />
dell’atomo di cesio 133.<br />
Questa definizione permette agli<br />
scienziati ovunque nel mondo di<br />
ricostruire la durata del secondo<br />
con uguale precisione e su di essa<br />
è basato il concetto di Tempo<br />
Atomico Internazionale o TAI.<br />
Fig. 4 - Il<br />
“Passive<br />
Hydrogen<br />
Maser” della<br />
Selex Galileo<br />
(Finmeccanica).<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
Il tempo UTC (“Universal<br />
Coordinated Time”), definito<br />
dallo storico Bureau<br />
International des Poids et<br />
Mesures (BIPM) di Sevres<br />
(Parigi), è dal 1972 la base legale<br />
della misura del tempo a livello<br />
mondiale, sostituendo in modo<br />
definitivo il vecchio GMT. Esso<br />
viene derivato dal TAI, dal quale<br />
differisce solamente per un numero<br />
intero di secondi (al momento<br />
36). Il TAI è a sua volta<br />
calcolato dal BIPM a partire dai<br />
dati di più di 200 orologi atomici<br />
situati negli istituti di metrologia<br />
di più di 30 paesi (uno<br />
di essi, in Italia, è il prestigioso<br />
Istituto Elettrotecnico Nazionale<br />
Galileo Ferraris di Torino).<br />
Un riferimento del tempo UTC<br />
estremamente accurato è oggigiorno<br />
fornito su scala mondiale<br />
dai sistemi di navigazione satellitare<br />
(GNSS), come il GPS<br />
(Global Positioning System)<br />
e, presto, il sistema europeo<br />
Galileo. Entrambi sono sistemi<br />
di satelliti orbitanti intorno alla<br />
Terra, ciascuno recante a bordo<br />
degli orologi atomici tra loro sincronizzati.<br />
E’ possibile ricavare dal segnale<br />
GPS, attraverso una serie di correzioni<br />
basate su dati forniti dal<br />
segnale stesso, il tempo UTC,<br />
secondo la stima effettuata dallo<br />
United States Naval Observatory<br />
(USNO). L’accuratezza ottenibile,<br />
anche con ricevitori commerciali<br />
molto economici (alcuni<br />
ricevitori GPS sono ormai venduti<br />
per meno di venti euro), è<br />
di circa un microsecondo.<br />
Il sistema GPS viene anche usato<br />
per comparare i vari orologi atomici<br />
che, come già detto, costituiscono<br />
il sistema mondiale di<br />
riferimento del tempo. I laboratori<br />
campione che si trovano nella<br />
stessa area geografica misurano<br />
la differenza temporale esistente<br />
fra se stessi ed un singolo satellite<br />
GPS nel medesimo istante.<br />
Tenendo conto dei ritardi del<br />
segnale dovuti alla propagazione<br />
nello spazio, queste misure possono<br />
essere usate per calcolare la<br />
differenza temporale fra i laboratori<br />
con un’accuratezza di circa<br />
+/- 3 nanosecondi.<br />
Ma perché è tanto importante<br />
avere un’accurata ed univoca definizione<br />
del tempo?<br />
Non è una questione solo per<br />
scienziati ed addetti ai lavori. Un<br />
riferimento di tempo universalmente<br />
riconosciuto e molto<br />
accurato è di fatto alla base della<br />
maggior parte delle infrastrutture<br />
della nostra società.<br />
Tutte le reti cellulari e wireless,<br />
ad esempio, sono basate<br />
su un’accurata sincronizzazione<br />
dei loro network ottenuta<br />
ricevendo segnali GNSS. Lo<br />
stesso è vero per le reti di distribuzione<br />
dell’energia elettrica.<br />
Sorprendentemente, anche le<br />
transazioni finanziarie e bancarie<br />
e tutti i mercati azionari dipendono<br />
da un accurato riferimento<br />
di tempo, data l’estrema volatilità<br />
di azioni e valute, i cui prezzi<br />
variano ormai nel giro di pochi<br />
microsecondi.<br />
Un orologio atomico nel<br />
nostro smartphone: un<br />
sogno irraggiungibile?<br />
Sarebbe bello, penserà qualcuno,<br />
avere nel nostro smartphone un<br />
orologio atomico che ci fornisca<br />
un preciso riferimento di tempo<br />
e frequenza.<br />
Come precedentemente descritto,<br />
tutto questo è già abbastanza<br />
facilmente ottenibile attraverso<br />
la ricezione dei segnali GNSS.<br />
Ma c’è di più. Sono da poco<br />
tempo disponibili in commercio<br />
oscillatori atomici miniaturizzati,<br />
delle dimensioni di un circuito<br />
integrato.<br />
Il circuito in figura 5 è grande<br />
quanto un francobollo ed è<br />
alimentato a 5 volt, fornendo<br />
un’onda quadra di riferimento a<br />
10 MHz basata su un oscillatore<br />
atomico al rubidio.<br />
Fig. 5 – Oscillatore atomico miniaturizzato.<br />
La deviazione complessiva (parzialmente<br />
compensabile) nell’arco<br />
di una giornata è di alcuni<br />
microsecondi, ma su intervalli<br />
di tempo brevi l’accuratezza è di<br />
pochi nanosecondi.<br />
Il prezzo del dispositivo è al<br />
momento ancora un po’ alto<br />
(intorno ai duemila euro), ma è<br />
prevedibile che nel breve termine<br />
dispositivi simili, anche in forma<br />
di chip, si diffonderanno a prezzi<br />
tanto bassi da essere integrati in<br />
tutti i nostri telefoni cellulari<br />
Le possibili applicazioni pratiche<br />
di questi orologi atomici miniaturizzati<br />
sono in parte immaginabili<br />
e molto interessanti, ma<br />
molte altre dipenderanno anche<br />
dalla nostra creatività ed immaginazione.<br />
ABSTRACT<br />
The Article concerns the theories of the<br />
Special Relativity and of the General Relativity<br />
developed by Albert Einstein in the last<br />
century and how they influence our society.<br />
The relations of these theories with global<br />
satellite navigation systems and, more generally,<br />
with all applications based on exact<br />
time references are explained.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Gnss; sistema di navigazione galileo;<br />
GPS; Teoria della relatività<br />
AUTORE<br />
Dott. Ing. Marco Lisi<br />
European Space Agency<br />
marco.lisi@esa.int<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 9
FOCUS<br />
Evoluzione dell'edificato residenziale<br />
in rapporto alla pericolosità sismica<br />
di Juri Corradi,<br />
Gianluigi Salvucci<br />
e Valerio Vitale<br />
Un'analisi storica, da fonti<br />
censuarie, quantitativa e<br />
Fig. 1 - Distribuzione del tasso di variazione<br />
dell'edificato italiano rispetto alle classi di<br />
pericolosità sismica - elaborazione su dati<br />
Istat e Ingv.<br />
qualitativa dello sviluppo<br />
urbano in relazione alle<br />
caratteristiche sismiche<br />
del territorio italiano.<br />
Il rischio sismico e il ruolo<br />
delle indagini statistiche<br />
In un lavoro precedente (Corradi,<br />
Salvucci, Vitale; 2014a) è<br />
stata analizzata la vulnerabilità<br />
dell’edificato urbano, desumibile<br />
dalle variabili (epoca di<br />
costruzione, tipologia strutturale,<br />
numero di piani fuori<br />
terra e stato di conservazione<br />
di ciascun fabbricato) ricavati<br />
dall’indagine Istat sulla Rilevazione<br />
dei Numeri Civici (Rnc),<br />
associando tali informazioni<br />
alla pericolosità sismica di base<br />
del suolo, desunte dai dati<br />
dell’Ingv. Lo studio ha permesso<br />
l’individuazione di edifici a<br />
maggior criticità, ossia quelli del<br />
raggruppamento più vulnerabile<br />
(rappresentato dal fabbricato<br />
in muratura costruito nell’immediato<br />
dopoguerra), situati<br />
nelle aree con un’accelerazione<br />
sismica di base del terreno (Pga)<br />
superiore al 25% dell’accelerazione<br />
gravitazionale.<br />
Ulteriori approfondimenti<br />
(Corradi, Salvucci, Vitale;<br />
2014b), possibili grazie alla diffusione<br />
dei primi dati censuari<br />
della Popolazione del 2011, ci<br />
hanno consentito anche una valutazione<br />
sull’esposizione della<br />
popolazione all’evento sismico<br />
qualora questo si manifestasse,<br />
tenendo conto della distribuzione<br />
della componente dipendente<br />
(bambini 0-14 e anziani over<br />
64) nelle aree di maggior vulnerabilità<br />
e ad elevata pericolosità.<br />
Al momento della stesura<br />
del presente lavoro non sono<br />
ancora disponibili i dati sul<br />
censimento degli edifici al<br />
2011; tuttavia, sfruttando le<br />
informazioni provenienti dal<br />
Censimento degli edifici del<br />
2001, è possibile individuare gli<br />
stessi indicatori di vulnerabilità<br />
della Rnc con lo svantaggio che<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
Epoca di<br />
Muratura<br />
Calcestruzzo Calcestruzzo<br />
costruzione<br />
portante<br />
armato a piano armato a piano<br />
Altro<br />
Totale<br />
terra chiuso terra aperto<br />
Prima del 1919 18,05% 0,00% 0,00% 1,10% 19,15%<br />
Dal 1919 al 1945 10,55% 0,71% 0,04% 1,04% 12,33%<br />
Dal 1946 al 1961 10,39% 2,46% 0,11% 1,83% 14,78%<br />
Dal 1962 al 1971 9,41% 5,03% 0,24% 2,85% 17,53%<br />
Dal 1972 al 1981 7,34% 6,67% 0,36% 3,30% 17,67%<br />
Dal 1982 al 1991 3,73% 5,24% 0,29% 2,23% 11,50%<br />
Dopo il 1991 2,04% 3,34% 0,18% 1,50% 7,05%<br />
Totale 61,50% 23,45% 1,21% 13,85% 100,00%<br />
Tab. 1 - Distribuzione bivariata degli edifici al 2001 tra epoca di costruzione e materiale della struttura portante - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
Numero<br />
piani<br />
Prima del<br />
1919<br />
Dal 1919 al<br />
1945<br />
Dal 1946 al<br />
1961<br />
Dal 1962 al<br />
1971<br />
Dal 1972 al<br />
1981<br />
Dal 1982 al<br />
1991<br />
Dopo il<br />
1991<br />
Totale<br />
1 3,01% 2,75% 3,62% 4,03% 4,48% 3,09% 1,60% 22,57%<br />
2 10,73% 6,83% 7,69% 9,15% 9,13% 5,79% 3,63% 52,95%<br />
3 4,41% 2,11% 2,20% 2,63% 2,74% 1,86% 1,32% 17,28%<br />
4 0,75% 0,39% 0,63% 0,82% 0,79% 0,47% 0,32% 4,18%<br />
5 0,17% 0,13% 0,29% 0,37% 0,26% 0,15% 0,10% 1,46%<br />
6 0,06% 0,07% 0,16% 0,23% 0,13% 0,07% 0,04% 0,77%<br />
7 0,02% 0,03% 0,08% 0,14% 0,07% 0,03% 0,02% 0,39%<br />
8 0,00% 0,01% 0,05% 0,08% 0,03% 0,02% 0,01% 0,21%<br />
9 0,00% 0,00% 0,03% 0,04% 0,02% 0,01% 0,00% 0,10%<br />
10 0,00% 0,00% 0,01% 0,02% 0,01% 0,00% 0,00% 0,05%<br />
11 0,00% 0,00% 0,00% 0,01% 0,00% 0,00% 0,00% 0,02%<br />
Oltre 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,01%<br />
Tab. 2 - Distribuzione bivariata degli edifici al 2001 tra epoca di costruzione e numero dei piani - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
non possono essere georeferiti<br />
al singolo edificio, ma possono<br />
essere sintetizzati per l’intera<br />
sezione di censimento.<br />
Ciò consente comunque una<br />
valutazione nazionale sulle caratteristiche<br />
degli edifici e sulla<br />
loro evoluzione temporale, che<br />
aiuta a comprendere l’entità del<br />
miglioramento nel tempo della<br />
vulnerabilità dell’edificato; inoltre<br />
si rende possibile, all’interno<br />
di sezioni censuarie a maggiore<br />
pericolosità sismica, un’analisi<br />
sulle dinamiche edificatorie tra<br />
una classe e l’altra di epoca di<br />
costruzione, interessante per<br />
comprendere come sia variata<br />
nel tempo la percezione del rischio<br />
sismico nel territorio italiano<br />
e quale è stata la reazione<br />
in termini di quantità e qualità<br />
insediativa.<br />
L’edificato italiano: caratteristiche<br />
e vulnerabilità<br />
Passando in rassegna i dati rilevati<br />
dal precedente censimento<br />
del 2001 emerge un quadro<br />
critico, costituito da un edificato<br />
piuttosto vetusto, costruito<br />
prevalentemente a cavallo degli<br />
anni ’60 e ’70; tuttavia, come<br />
avremo modo di affrontare in<br />
seguito, quello dell’epoca di<br />
costruzione non sarebbe l’unico<br />
aspetto da considerare ai fini<br />
della valutazione della vulnerabilità<br />
dell’edificio.<br />
Alcune considerazioni devono<br />
essere inevitabilmente effettuate<br />
circa lo stile edificatorio, evoluto<br />
nel tempo, grazie al miglioramento<br />
delle tecniche costruttive<br />
(come ad esempio la simmetria<br />
ed ortogonalità in pianta o la<br />
messa in posa contemporanea<br />
degli elementi strutturali oppure,<br />
più recentemente, l’isolamento<br />
sismico tra le fondazioni<br />
e la parte superiore dell’edificio),<br />
alle innovazioni sui materiali<br />
utilizzati per la costruzione<br />
(si pensi al calcestruzzo precompresso<br />
oppure ai laterizi rettificati)<br />
e alle normative succedutesi<br />
dalla legge 2 febbraio 1974 n.<br />
64 in poi; è normale infatti che<br />
il progresso tecnologico, con il<br />
relativo abbattimento di tempi<br />
e costi di edificazione, incida<br />
sulla scelta di una modalità<br />
realizzativa (cemento armato)<br />
rispetto all’altra (muratura),<br />
sebbene quest’ultima continui<br />
ad essere predominante. Incrociando<br />
i dati relativi all’epoca<br />
di costruzione con la tipologia<br />
strutturale (Tabella 1) si ottiene<br />
immediatamente una prima<br />
sintesi dell’edificato italiano: il<br />
dato relativo al 2001, evidenzia<br />
Fig. 2 – Immagini di alcuni sistemi MMS commerciali.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 11
FOCUS<br />
una predominanza di edifici<br />
costruiti in muratura portante<br />
piuttosto datati, dal momento<br />
che l’epoca di costruzione mediana<br />
dell’edificato si attesta<br />
intorno al 1963. In un’analisi<br />
retrospettiva, nell’ipotesi che<br />
gli edifici demoliti e ricostruiti<br />
siano infinitesimali rispetto a<br />
quelli esistenti nel 2001, dei<br />
5.193.903 edifici costruiti prima<br />
del 1961 ben l’84% è stato<br />
costruito in muratura portante.<br />
Lo stato di conservazione<br />
dell’edificato è sostanzialmente<br />
buono, giacché oltre il 70% dei<br />
fabbricati manifesta tale modalità<br />
od ottima. La situazione<br />
è particolarmente critica per i<br />
manufatti più antichi, considerato<br />
che delle 2.150.259 unità<br />
costruite prima del 1919, ben<br />
il 15% ha manifestato al 2001<br />
una condizione ottima e il 47%<br />
buona, trattandosi evidentemente<br />
di edifici architettonicamente<br />
pregiati, che vanno a<br />
comporre i centri storici delle<br />
nostre città e che, dato il loro<br />
valore commerciale, si prestano<br />
ad una frequente manutenzione.<br />
Per questo motivo, lo stato<br />
di conservazione rilevato dai<br />
censimenti non garantisce di<br />
per sé una garanzia di invulnerabilità,<br />
né di adeguatezza delle<br />
strutture alla normativa vigente.<br />
Fig. 3 - Abruzzo, particolare della Figura 1. Distribuzione del tasso di variazione dell'edificato<br />
italiano rispetto alle classi di pericolosità sismica - elaborazione su dati Istat e Ingv.<br />
Evoluzione dell’edificato<br />
urbano rispetto alle zone<br />
di pericolosità sismica<br />
I dati censuari a livello di<br />
sezione, come mostrato nel<br />
precedente paragrafo, consentono<br />
di comprendere alcune<br />
caratteristiche essenziali dell’edificato<br />
residenziale; in particolare<br />
l’epoca di costruzione, se<br />
si trascura l’esiguità di edifici<br />
demoliti e ricostruiti, fornisce<br />
una dimensione dell’espansione<br />
urbana nel tempo, la cui sostenibilità<br />
rispetto ai fenomeni<br />
naturali, quali gli eventi sismici,<br />
può essere valutata attraverso il<br />
confronto con altre fonti informative<br />
(dati sulla pericolosità<br />
sismica di base del terreno,<br />
elaborati dall’Ingv). A partire<br />
dall’esame dei microdati, è stato<br />
individuato, per ogni sezione, il<br />
tasso di incremento dell’edificato<br />
rispetto a quello esistente nel<br />
1919, rappresentato in Figura<br />
1, limitandoci a visualizzare i<br />
soli valori superiori a quattro<br />
volte quelli iniziali. Dall’esame<br />
comparato emerge in maniera<br />
abbastanza netta un proliferare<br />
di fabbricati sul versante adriatico<br />
molto più intenso di quanto<br />
avvenga nel resto del paese, soprattutto<br />
per l’Emilia Romagna<br />
e l’Abruzzo.<br />
Utilizzando i numeri indici a<br />
base fissa 1919 per individuare<br />
Epoca di Ottimo stato di Buono stato di Mediocre stato di Pessimo stato di<br />
costruzione conservazione conservazione conservazione conservazione<br />
Totale<br />
Prima del 1919 2,86% 8,98% 6,20% 1,11% 19,15%<br />
Dal 1919 al 1945 1,60% 6,06% 4,10% 0,56% 12,33%<br />
Dal 1946 al 1961 2,34% 8,19% 3,93% 0,34% 14,78%<br />
Dal 1962 al 1971 3,75% 10,59% 3,03% 0,16% 17,53%<br />
Dal 1972 al 1981 5,18% 10,38% 2,01% 0,09% 17,67%<br />
Dal 1982 al 1991 4,83% 5,82% 0,80% 0,04% 11,50%<br />
Dopo il 1991 5,05% 1,78% 0,21% 0,01% 7,05%<br />
Totale 25,61% 51,81% 20,29% 2,30% 100,00%<br />
Tab. 3 - Distribuzione bivariata degli edifici al 2001 tra epoca di costruzione e numero dei piani - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
Epoca di<br />
Classi di pericolosità sismica<br />
Numero indice<br />
costruzione<br />
1 2 3 4<br />
nazionale<br />
1919 1 1 1 1 1<br />
1945 2,05 2,28 2,49 2,66 2,39<br />
1961 2,82 3,16 3,38 3,59 3,27<br />
1971 3,54 4,18 4,5 4,69 4,32<br />
1981 4,35 5,39 5,86 5,95 5,57<br />
1991 5,22 6,64 7,22 7,01 6,82<br />
2001 5,99 7,45 8,05 7,62 7,62<br />
Tab. 4 - Comparazione del numero indice dell'edificato per classe di pericolosità sismica - Elaborazione su dati Istat 2001 e Ingv<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
le dinamiche edificatorie nel<br />
territorio italiano, si evidenzia<br />
come, a fronte di un incremento<br />
superiore a sette volte rispetto<br />
alla base iniziale, esso si sia<br />
concentrato nelle zone a bassa<br />
pericolosità sismica. Sebbene<br />
questo dato appaia confortante,<br />
non nasconde una realtà in cui,<br />
nella classe di pericolosità più<br />
elevata (classe 1), nel 2001 si<br />
sia arrivati ad un edificato pari<br />
a sei volte quello iniziale, dato<br />
inferiore a quello nazionale,<br />
comunque notevole e degno di<br />
attenzione. Si è lungi dal ritenere<br />
che si possano dislocare intere<br />
popolazioni in zone più sicure<br />
del paese, tuttavia occorre riflettere<br />
sull’adeguatezza delle scelte<br />
costruttive effettuate in passato,<br />
compensabili nel presente e nel<br />
futuro prossimo, solo con una<br />
diminuzione della vulnerabilità<br />
dei fabbricati, aumentando la<br />
sicurezza della popolazione residente.<br />
La distribuzione<br />
dell’indicatore di<br />
vulnerabilità nel 2001<br />
Con le dovute modifiche relative<br />
al numero delle modalità<br />
delle epoche di costruzione,<br />
rappresentate da sette classi nel<br />
2001 contro le nove del 2011,<br />
si è proceduto a calcolare l’indice<br />
sintetico di vulnerabilità<br />
sismica degli edifici, adottando<br />
il microdato per singola unità<br />
rilevata durante il Censimento<br />
del 2001 e rappresentandolo<br />
cartograficamente a livello di<br />
sezione censuaria. Nella fattispecie,<br />
per sintetizzare a livello<br />
nazionale l’indicatore di vulnerabilità<br />
sismica dell’edificato<br />
è stata utilizzata la mediana<br />
Fig. 4 - Distribuzione della mediana dell’indice<br />
di vulnerabilità sismica per sezione di censimento<br />
- Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
dei valori calcolati per i singoli<br />
fabbricati; essa risulta, infatti,<br />
più robusta della media, trascurando<br />
l’effetto dei valori estremi<br />
della distribuzione. Inoltre la<br />
scelta dell’indicatore di sintesi<br />
deve comunque tener conto<br />
della funzione associativa con la<br />
quale viene sintetizzato il carattere<br />
a livello locale che, nel caso<br />
in ispecie, non ha alcun senso,<br />
se effettuato attraverso la somma,<br />
perché esso non è trasferibile.<br />
Come noto in questi casi si<br />
preferisce utilizzare la mediana.<br />
Al momento non si è in grado<br />
di stabilire, sulla base dell’indicatore<br />
proposto, le classi di<br />
vulnerabilità che individuino<br />
eventuali situazioni a rischio;<br />
pertanto si è preferito rappresentarlo<br />
in classi di quantili,<br />
all’interno delle quali si ripartiscono<br />
le sezioni di censimento<br />
del 2001. Questa classificazione<br />
risente naturalmente della distribuzione<br />
dell’indicatore, e<br />
Fig. 5 - Comune de L'Aquila, sovrapposizione della sezioni ricadenti in zona di interdizione<br />
con la mediana per sezione dell'indicatore di vulnerabilità - Elaborazione su dati Istat - Comune<br />
de L'Aquila.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 13
FOCUS<br />
non potrà essere utilizzata come<br />
limite teorico per le distribuzioni<br />
successive. Se si guarda<br />
contemporaneamente la diffusione<br />
delle sezioni con maggiore<br />
vulnerabilità rispetto alla<br />
classificazione della pericolosità<br />
sismica, si può verificare che le<br />
aree a pericolosità più elevata<br />
(Italia meridionale) rilevano<br />
la mediana dell’indicatore per<br />
sezione, nella parte bassa della<br />
distribuzione ovvero hanno edifici<br />
“più sicuri”. Si tratta di un<br />
fenomeno positivo in quanto<br />
avere una bassa vulnerabilità<br />
nelle aree più pericolose è sintomo<br />
di una particolare cautela<br />
nel costruire e nel manutenere<br />
gli edifici residenziali.<br />
Pur considerando l’impossibilità<br />
pratica di realizzare compiutamente<br />
una tavola di mortalità<br />
degli edifici attraverso la quale<br />
poter verificare quali siano<br />
effettivamente le cause di danneggiamento<br />
degli stessi in relazione<br />
agli eventi sismici, a causa<br />
della mancanza di informazioni<br />
puntuali in merito, si propone<br />
Fig. 6 - Comune de l’Aquila, densità degli edifici storici in zona di interdizione - Elaborazione<br />
su dati Istat 2001.<br />
Fig. 7 - Comune di Camposanto, distribuzione della mediana dell'indicatore di vulnerabilità<br />
per sezione - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
una verifica empirica sovrapponendo<br />
le aree danneggiate del<br />
comune de L’Aquila, successive<br />
al terremoto del 2009, con le<br />
risultanze dell’indicatore di vulnerabilità.<br />
Utilizzando la perimetrazione<br />
della zona di interdizione del<br />
Comune, denominata “zona<br />
rossa” (Ordinanze del Comune<br />
de L’Aquila n.6 del 09/04/2009<br />
e n.73 del 29/04/2009 e ss.mm.<br />
ii.), sono state considerate tutte<br />
le sezioni la cui superficie ricade<br />
in tale tracciato per almeno il<br />
70% dell’area totale.<br />
La zona delimitata dal retinato<br />
blu in Figura 5 evidenzia valori<br />
dell’indicatore di vulnerabilità<br />
abbastanza elevati. Ricadono<br />
nella classe più bassa solo 2 sezioni<br />
delle 178 coinvolte, mentre<br />
un valore “critico” dell’indice<br />
superiore a 0.7 individua<br />
le aree che possono destare una<br />
particolare attenzione.<br />
Come si evince dalla Figura 6,<br />
la concentrazione di edifici storici<br />
ha contribuito ad innalzare<br />
notevolmente la vulnerabilità<br />
delle aree che qualche anno più<br />
tardi sono state seriamente danneggiate.<br />
Altra conferma viene dagli<br />
eventi sismici che hanno<br />
colpito di recente l’Emilia<br />
Romagna: nel comune di<br />
Camposanto, ad esempio,<br />
i danni maggiori si sono<br />
rilevati nelle aree storiche<br />
del paese.<br />
Per comprendere meglio<br />
il fenomeno si osservi<br />
la distribuzione percentuale<br />
degli edifici storici<br />
nel comune, notando<br />
come ci sia un’evidente<br />
correlazione tra i risultati<br />
dell’indicatore e l’epoca di<br />
costruzione.<br />
Ciò non significa che l’età del<br />
fabbricato sia la dimensione<br />
prevalente dell’indicatore e che<br />
si possano trascurare le altre<br />
caratteristiche.<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
Il fatto che negli anni ci sia stata<br />
un’evoluzione tecnica, dei materiali<br />
e legislativa, contribuisce a<br />
diminuire ulteriormente la vulnerabilità<br />
rispetto alla minore<br />
azione dell’usura temporale.<br />
Popolazione e rischio nei<br />
comuni italiani<br />
Lo studio vuole stimolare la<br />
consapevolezza di una situazione<br />
particolarmente gravosa<br />
per il paese. Considerare la<br />
diffusione della popolazione<br />
in questo contesto può agevolare<br />
le strategie urbanistiche.<br />
Difficilmente si può pensare<br />
di stabilire a priori delle soglie<br />
di indicatori che possano in<br />
qualche modo garantire l’efficacia<br />
degli interventi. Da questa<br />
riflessione deriva l’esigenza di<br />
un indicatore di vulnerabilità<br />
dell’edificato da confrontare con<br />
le caratteristiche demografiche<br />
della popolazione residente. In<br />
queste situazioni i risultati possono<br />
essere aleatori a seconda di<br />
come cambi sia la costruzione<br />
dell’indicatore, sia la risoluzione<br />
dei dati geografici considerati.<br />
Ai fini conoscitivi della consapevolezza<br />
del rischio, la miglior<br />
risoluzione geografica sarebbe<br />
quella comunale, in quanto<br />
proprio il Comune è l’ente territoriale<br />
che materialmente può<br />
intervenire con provvedimenti<br />
di gestione delle emergenze.<br />
Sono stati, quindi, analizzati<br />
i comuni in base alle superfici<br />
ricadenti nelle classi di pericolosità<br />
sismica, considerando “pericolosi”<br />
quelli che hanno una<br />
superficie superiore al 70% con<br />
valori di Pga maggiori del 15%<br />
dell’accelerazione gravitazionale.<br />
Successivamente è stata valutata<br />
la distribuzione dell’indicatore<br />
di vulnerabilità dell’edificato, ricalcolato<br />
sui microdati del censimento<br />
edifici del 2001. Infine<br />
è stata calcolata la popolazione<br />
residente nelle sezioni con un<br />
edificato particolarmente vulne-<br />
Fig. 8 - Comune di Camposanto, distribuzione percentuale degli edifici storici (epoca di<br />
costruzione ante 1919) - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
Popolazione<br />
residente<br />
Popolazione in sezioni<br />
ad alta vulnerabilità<br />
dell’edificato<br />
Procom<br />
Comune<br />
(A)<br />
(B).<br />
(B/A)x100<br />
63049 Napoli 1.003.495 755.780 75.31%<br />
82053 Palermo 685.704 427.089 62.28%<br />
37006 Bologna 370.684 305.536 82.42%<br />
87015 Catania 312.887 199.344 63.71%<br />
23091 Verona 252.590 159.245 63.04%<br />
83048 Messina 251.852 129.550 51.44%<br />
36023 Modena 175.236 113.417 64.72%<br />
39014 Ravenna 134.602 77.409 57.51%<br />
54039 Perugia 149.060 71.883 48.22%<br />
80063 Reggio di Calabria 180.246 66.917 37.13%<br />
99014 Rimini 128.629 66.465 51.67%<br />
35033 Reggio nell’Emilia 141.743 64.770 45.70%<br />
40012 Forli’ 108.139 63.616 58.83%<br />
47014 Pistoia 84.254 59.529 70.65%<br />
55032 Terni 105.006 58.940 56.13%<br />
63084 Torre del Greco 90.570 58.353 64.43%<br />
40007 Cesena 90.916 55.993 61.59%<br />
63059 Portici 60.203 53.412 88.72%<br />
51002 Arezzo 91.553 48.555 53.03%<br />
78045 Cosenza 72.771 48.333 66.42%<br />
89017 Siracusa 123.599 47.554 38.47%<br />
30129 Udine 94.949 47.189 49.70%<br />
42002 Ancona 100.279 45.742 45.61%<br />
41044 Pesaro 90.859 43.237 47.59%<br />
79023 Catanzaro 95.251 38.760 40.69%<br />
62008 Benevento 61.756 38.199 61.85%<br />
63067 San Giorgio a Cremano 50.730 37.483 73.89%<br />
63002 Afragola 62.303 35.809 57.48%<br />
37032 Imola 64.055 35.136 54.85%<br />
63023 Casoria 81.888 32.976 40.27%<br />
39010 Faenza 53.597 32.368 60.39%<br />
66049 L’Aquila 68.198 31.197 45.74%<br />
8055 San Remo 50.266 29.996 59.67%<br />
63064 Ercolano 56.738 29.733 52.40%<br />
72005 Andria 95.636 29.431 30.77%<br />
67041 Teramo 51.023 28.330 55.52%<br />
101010 Crotone 60.003 28.239 47.06%<br />
71051 San Severo 55.861 27.542 49.30%<br />
44007 Ascoli Piceno 51.258 25.999 50.72%<br />
54051 Spoleto 37.752 25.882 68.56%<br />
69022 Chieti 52.256 25.772 49.32%<br />
54018 Foligno 51.030 25.510 49.99%<br />
39012 Lugo 31.603 25.400 80.37%<br />
76063 Potenza 68.321 25.050 36.67%<br />
79160 Lamezia Terme 70.501 24.327 34.51%<br />
31007 Gorizia 35.667 24.139 67.68%<br />
63001 Acerra 45.686 23.496 51.43%<br />
36040 Sassuolo 39.785 23.061 57.96%<br />
38004 Cento 29.266 22.881 78.18%<br />
88006 Modica 52.639 22.276 42.32%<br />
44066 San Benedetto del Tronto 45.041 22.229 49.35%<br />
93033 Pordenone 49.085 21.984 44.79%<br />
26092 Vittorio Veneto 29.170 21.906 75.10%<br />
63041 Marano di Napoli 57.448 21.710 37.79%<br />
89002 Avola 31.288 21.585 68.99%<br />
57059 Rieti 43.767 21.104 48.22%<br />
58111 Velletri 48.220 20.927 43.40%<br />
42021 Jesi 39.224 20.782 52.98%<br />
64008 Avellino 52.698 20.760 39.39%<br />
70006 Campobasso 50.659 20.628 40.72%<br />
63060 Pozzuoli 78.347 20.608 26.30%<br />
43023 Macerata 40.872 20.513 50.19%<br />
Tab. 5 - Comuni a maggior densità di rischio sismico - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />
%<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 15
FOCUS<br />
rabile, individuate dalla mediana<br />
della distribuzione dell’indice di<br />
vulnerabilità, con valori superiori<br />
alla soglia di 0,7 su una scala<br />
0-1. Nella Tabella 5 sono elencati<br />
i comuni con almeno 20.000<br />
residenti in zone a pericolosità e<br />
vulnerabilità appena individuate,<br />
che rappresentano territori ad<br />
alto rischio sismico, nei quali<br />
porre particolare attenzione in<br />
un’ottica di uno sviluppo sostenibile<br />
urbano.<br />
La tabella non deve assolutamente<br />
portare ad una visione<br />
apocalittica del territorio. Il<br />
lavoro proposto vuole esser un<br />
momento di incontro tra diverse<br />
discipline, al fine di favorire<br />
l’utilizzo di dati censuari sempre<br />
più particolareggiati ed in grado<br />
di descrivere al meglio le realtà<br />
territoriali. È auspicabile che<br />
questi vengano sempre più utilizzati<br />
e condivisi al fine di aumentare<br />
il livello di sorveglianza<br />
e protezione.<br />
Ringraziamenti<br />
Si ringrazia il Dott. Andrea<br />
Mancini per i preziosi suggerimenti<br />
che hanno portato allo<br />
sviluppo del presente lavoro<br />
allargando la metodologia precedentemente<br />
proposta all’intero<br />
territorio nazionale.<br />
Si ringrazia il Dott. Francesco Di<br />
Pede per la messa a disposizione<br />
dei dati e l’attenta lettura critica<br />
del contributo.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Abbatini Damiano, Francesco Di Pede, and<br />
Edoardo Patruno. 2009. Rilevazione Numeri<br />
Civici. Manuale per Le Rilevazioni Sul<br />
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Bernardini A. 2000. La Vulnerabilita Degli<br />
Edifici : Valutazione a Scala Nazionale Della<br />
Vulnerabilita Sismica Degli Edifici Ordinari.<br />
Rome: CNR-Gruppo Nazionale per la Difesa<br />
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Brunini Claudia, and Francesca Paradisi.<br />
2009. “Costruzione Di Un Indice Sintatico<br />
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Statistici per La Valutazione Degli Squilibri<br />
Territoriali, edited by F. Angeli, 343–373.<br />
Milano.<br />
Camero Pompeo. 2004. Manuale Tecnico-<br />
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Civile : Con Supporti Operativi per La Pianificazione<br />
Comunale Di Emergenza E La<br />
Pianificazione Strategica. Santarcangelo di<br />
Romagna (RN): Maggioli.<br />
Corradi Juri, Gianluigi Salvucci, and Valerio<br />
Vitale. 2013. “Applicazioni Dei Dati Censuari<br />
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In III Giornata Di Studio in Geografia Economica<br />
“Oltre La Globalizzazione” - Resilienza/<br />
Resilience. Memorie Geografiche, n.12/2014.<br />
Società di Studi Geografici. Firenze.<br />
Corradi Juri, Gianluigi Salvucci, and Valerio<br />
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Meletti C., and V. Montaldo. 2007. “Stime<br />
Di Pericolosità Sismica per Diverse Probabilità<br />
Di Superamento in 50 Anni: Valori Di<br />
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Milano. http://esse1.mi.ingv.it/d2.html.<br />
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Calcestruzzo Armato. Milano: McGraw-Hill<br />
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Terzi Silvia, and Luca Moroni. 2005. “Graduatorie<br />
Della Qualità Della Vita E Loro<br />
Sensibilità Al Pre-Trattamento Delle Variabili<br />
Che La Definiscono: Alcune Critiche Al<br />
Dossier de Il Sole 24 Ore.” Quaderni Di<br />
Statistica 6: 105–127.<br />
Leti Giuseppe. 1983. Statistica descrittiva. Il<br />
Mulino.<br />
ABSTRACT<br />
Census data at the enumeration area level can<br />
help us to understand some essential aspects<br />
about residential building, in particular, in a<br />
Country where the portion of buildings demolished<br />
and rebuilt is almost nothing, the variable<br />
time of construction provides the dimension of<br />
the urban sprawl. This information was compared<br />
with national seismic hazard map, developed<br />
by National Institute of Geophysics and Volcanology<br />
(INGV), to assess the evolution of the residential<br />
building compared to natural phenomena<br />
such as seismic events.<br />
The comparison between various types of information<br />
was carry out using GIS software, in particular<br />
"overlay" functions allows us to assign to<br />
each enumeration area the level of seismic hazard.<br />
Moreover, the use of microdata at the enumeration<br />
area level, it allows the calculation of the<br />
vulnerability indicators, grouped by time of construction<br />
and by population density, in seismic<br />
hazard classes at the municipal level.<br />
NOTE<br />
Contributo presentato in occasione della 15a<br />
Conferenza Italiana Utenti Esri (9 e 10 Aprile<br />
<strong>2015</strong>).<br />
PAROLE CHIAVE<br />
vulnerabilità; edificio; censimento<br />
AUTORE<br />
Juri Corradi<br />
jucorradi@Istat.it<br />
Valerio Vitale<br />
vitale@Istat.it<br />
Gianluigi Salvucci<br />
salvucci@Istat.it<br />
• Rilievi batimetrici automatizzati<br />
• Fotogrammetria delle sponde<br />
• Acquisizione dati e immagini<br />
• Mappatura parametri ambientali<br />
• Attività di ricerca<br />
Vendita – Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 17
REPORTS<br />
INTERGEO <strong>2015</strong><br />
l'evoluzione/rivoluzione<br />
del settore geospaziale<br />
a cura di Fulvio Bernardini<br />
Intergeo si conferma ancora una<br />
volta evento di riferimento per il<br />
settore geospaziale. L’edizione <strong>2015</strong><br />
ha portato all’attenzione degli oltre<br />
16.000 visitatori nuove soluzioni,<br />
campi applicativi ed un tema che<br />
affascina: quello del Geospatial 4.0.<br />
Non è bastato il tempo<br />
poco clemente di<br />
Stoccarda per scoraggiare<br />
le migliaia di visitatori<br />
che anche quest'anno hanno<br />
affollato Intergeo, il più importante<br />
evento a livello globale<br />
dedicato ai settori della geodesia,<br />
della geoinformazione e<br />
della gestione del territorio. I<br />
numeri – comunica l’organizzazione<br />
(impeccabile) – parlano<br />
di un incremento nel numero<br />
degli espositori del 15% e di<br />
un totale di 16.500 presenze.<br />
Distribuite all’interno dei 3<br />
padiglioni della funzionale fiera<br />
di Stoccarda, le 545 aziende<br />
provenienti da 30 paesi hanno<br />
presentato soluzioni dedicate a<br />
diversi settori applicativi: cartografia,<br />
GIS, strumenti topografici,<br />
droni (APR), BIM, smart<br />
city, software per la gestione<br />
delle informazioni geografiche,<br />
geomarketing, gestione degli<br />
asset, ambiente, ecc. L’interesse<br />
del pubblico si è concentrato<br />
soprattutto nei confronti delle<br />
soluzioni e delle strumentazioni<br />
per la topografia e, a seguire,<br />
verso il GIS la gestione dei dati<br />
e i servizi correlati. Circa un<br />
terzo delle presenze era in qualche<br />
modo legato alle istituzioni,<br />
mentre la parte restante era<br />
composta da ingegneri, professionisti<br />
del settore, studenti e<br />
ovviamente curiosi.<br />
L'APR ad ala fissa di<br />
Trimble UX5, dotato oggi<br />
di fotocamera da 36 Mpx.<br />
Sopra, la strumentazione<br />
Leica Geosystems all'opera.<br />
Geospatial 4.0, evoluzione<br />
o rivoluzione?<br />
Che l’edizione <strong>2015</strong> di Intergeo<br />
sarebbe stata da ricordare lo si<br />
era già capito dalle anticipazioni:<br />
il settore geospaziale è<br />
in costante crescita, sopratutto<br />
per quanto riguarda le persone<br />
coinvolte nella produzione,<br />
gestione e sfruttamento delle<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
Lo stand Topcon Positioning.<br />
REPORTS<br />
Uno dei dispositivi mobile proposto<br />
dalla italiana Stonex.<br />
informazioni geografiche. Per<br />
questo, forse, nella sessione plenaria<br />
si è voluto dare risalto al<br />
presente e al futuro del settore<br />
ma anche al suo passato o, meglio,<br />
alla tradizione.<br />
Tradizione incarnata da<br />
Georg Gartner, presidente<br />
dell’Associazione Cartografica<br />
Internazionale ed esperto-visionario<br />
per quanto riguarda le<br />
mappe, con il quale si è tornati<br />
alle basi: si è discusso cioè del<br />
ruolo delle mappe nelle nostra<br />
società. Basti pensare a come<br />
esse vengano ormai impiegate<br />
nell’era dei dispositivi smart<br />
e del webmapping. Le mappe<br />
sono tra gli strumenti più efficienti<br />
per veicolare informazioni<br />
e l’evoluzione in mappe<br />
responsive, ovvero tagliate sulle<br />
esigenze degli utenti, è la chiave<br />
del loro futuro sfruttamento nel<br />
contesto del Geospatial 4.0.<br />
Ma cosa s’intende per<br />
‘Geospatial 4.0’, un termine che<br />
a più di qualcuno è suonato del<br />
tutto nuovo? Ha fatto chiarezza<br />
in questo senso Karl-Friedrich<br />
Thöne, presidente della società<br />
organizzatrice di Intergeo:<br />
con il Geospatial 4.0 siamo<br />
agli albori di una nuova era<br />
digitale e al quarto stadio della<br />
rivoluzione nel settore della<br />
geoinformazione. Il primo cambiamento<br />
epocale avvenne tra<br />
gli anni Sessanta e Ottanta, con<br />
la creazione delle prime carte<br />
tematiche digitali, i prodromi<br />
del GIS. Il secondo avvenne in<br />
corrispondenza della diffusione<br />
dei primi personal computer<br />
tra gli anni Ottanta e Novanta:<br />
i sistemi informativi geografici<br />
diventano uno strumento di<br />
decisione e gestione in mano<br />
agli esperti. Il terzo stadio della<br />
rivoluzione è datato 2005, anno<br />
in cui nasce Google Earth: le<br />
informazioni geografiche, il loro<br />
accesso, lo sfruttamento e la<br />
condivisione entrano a far parte<br />
della vita degli utenti di internet<br />
e strumenti che prima erano alla<br />
portata dei soli esperti, sono ora<br />
alla base di molte interazioni<br />
online.<br />
Il quarto stadio di questa rivoluzione<br />
è oggi: la diffusione<br />
di dispositivi tecnologici in<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 19
REPORTS<br />
Un momento della conferenza<br />
stampa ufficiale dell'evento.<br />
grado di fornire informazioni<br />
di tipo spaziale è capillare. La<br />
rete di sensori, dati e servizi<br />
pone l’utente finale al centro<br />
di tutto, in tutti i settori,<br />
compreso quello geospaziale.<br />
L’integrazione di tecnologie e<br />
dati diversi permette oggi la<br />
creazione di soluzioni orientate<br />
alle esigenze specifiche degli<br />
utenti. Si tratta di un’evoluzione,<br />
certo, ma è vero che siamo<br />
anche all’apice di una rivoluzione.<br />
Rimanendo nel contesto<br />
dello sfruttamento delle informazioni<br />
spaziali, molti saranno<br />
i settori ad approfittare di questa<br />
dinamica, basti pensare alle<br />
smart city, alla gestione delle<br />
risorse energetiche, al monitoraggio<br />
ambientale in 3D, al<br />
settore edile e alla digitalizzazione<br />
dei relativi processi, alla<br />
gestione consapevole dell’agricoltura<br />
o – argomento oggi in<br />
voga – allo sviluppo di veicoli<br />
autonomi.<br />
Se è vero che ogni evento ha<br />
bisogno di un tema chiave<br />
al fine di strutturare l’offerta<br />
espositiva e le relative conferenze,<br />
è altrettanto vero che il momento<br />
che stiamo vivendo è topico<br />
ed insistere su un concetto<br />
come quello di Geospatial 4.0<br />
non è puro esercizio retorico.<br />
Come anche Chris Cappelli di<br />
Esri ha sottolineato (sempre<br />
nel contesto della plenaria),<br />
dalla raccolta e l’analisi dei<br />
dati, ci stiamo muovendo verso<br />
un sistema in cui i processi di<br />
condivisione durante la fase di<br />
creazione delle geinformazioni<br />
porteranno alla nascita di<br />
soluzioni dinamiche, utili per<br />
risolvere problemi sempre più<br />
complessi. In poche parole, il<br />
futuro.<br />
La parte espositiva<br />
Disposte all’interno dei 3<br />
enormi padiglioni della fiera di<br />
Stoccarda, le 545 aziende<br />
espositrici hanno portato all’attenzione<br />
del pubblico prodotti,<br />
soluzioni e servizi in linea con le<br />
esigenze di un mercato sempre<br />
più esigente in termini di precisione,<br />
velocità di esecuzione e<br />
performance. Leit motiv della<br />
parte espositiva – come ormai<br />
accade da molti anni – era l’integrazione:<br />
le tecnologie di base<br />
vengono fatte lavorare assieme<br />
per risolvere problemi sempre<br />
più specifici e complessi. Oltre<br />
ai grandi nomi del settore geospaziale,<br />
si è notata la presenza<br />
di una pletora di aziende minori<br />
dedite alla fornitura di servizi.<br />
Sempre più importante la presenza<br />
cinese, sebbene relegata –<br />
a parte alcune aziende maggiori<br />
– ai margini dell’area.<br />
Le aziende italiane, non molto<br />
numerose, hanno portato in<br />
dote soluzioni già affermate ma<br />
comunque forti dell’etichetta<br />
‘made in Italy’. In grandissimo<br />
spolvero l’offerta dedicata agli<br />
APR (Aeromobili a Pilotaggio<br />
Remoto): tanti i velivoli esposti,<br />
anche se molto simili in<br />
termini di performance. I settori<br />
applicativi di riferimento<br />
per i produttori e i fornitori di<br />
servizi con APR erano l’aerofotogrammetria,<br />
l’agricoltura di<br />
precisione e la documentazione<br />
dei Beni Culturali ma i velivoli,<br />
a parità di classe, difficilmente<br />
hanno introdotto novità tecniche<br />
degne di nota. Gli APR più<br />
tecnicamente performanti e di<br />
classe superiore, in ogni caso,<br />
non sono sembrati possano<br />
avere attualmente mercato data<br />
la chiusura dei regolamenti vigente<br />
in molti paesi. L’indotto<br />
generato dal settore degli APR è<br />
comunque notevole ed il comparto<br />
che è sembrato più vivace<br />
è sembrato quello dei sensori e<br />
dei relativi hardware/software<br />
necessari affinché i sensori vengano<br />
integrati a bordo di APR<br />
sempre più piccoli, affidabili e<br />
maneggevoli.<br />
Di seguito, un breve elenco delle<br />
aziende che più si sono fatte<br />
notare durante l’edizione <strong>2015</strong><br />
di Intergeo, con un occhio di<br />
riguardo a quelle di casa nostra.<br />
3D-One<br />
Le soluzioni per APR della<br />
olandese 3D-One colpiscono<br />
per le performance e le dimensioni<br />
ridotte. Allo stand è stato<br />
possibile scoprire soluzioni in<br />
grado di combinare colori RGB<br />
con immagini ad infrarosso.<br />
Interessante la soluzione che integra<br />
sensori iperspettrali multipli<br />
con GNSS e IMU esterni<br />
e informazioni d’irraggiamento<br />
per la posizione, l’orientamento,<br />
la normalizzazione e le informazioni<br />
sul momento di acquisizione<br />
dei dati.<br />
Applanix<br />
Introdotte due nuove soluzioni<br />
al portfolio POS LV (Position<br />
and Orientation for Land vehicles).<br />
Con esse Applanix punta<br />
ad offrire risposte per un ampio<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
ventaglio di applicazioni territoriali<br />
come ad esempio la mappatura<br />
dinamica di grandi flotte<br />
di veicoli, la guida automatica<br />
di veicoli e l’impiego di robot<br />
sul campo. POS LV 125 viene<br />
usato per il posizionamento,<br />
nelle applicazioni robotiche e<br />
come sistema di mobile mapping<br />
entry level. Si basa sul<br />
modulo GNSS Trimble BD982<br />
e sull’unità inerziale recentemente<br />
sviluppata da Applanix e<br />
Trimble, l’AIMU-M5. POS LV<br />
125 è pienamente compatibile<br />
con il software POSPac MMS.<br />
POS LVX è invece un modulo<br />
piccolo e leggero che si integra<br />
con molti tipi di sensori compresi<br />
quelli ottici, infrarossi e lidar<br />
fornendo dati di posizionamento<br />
IARTK (Inertially-Aided<br />
Real-Time Kinematic). Può<br />
essere facilmente incorporato in<br />
veicoli dalle ridotte dimensioni<br />
o su piattaforme autonome.<br />
Ascending Technologies<br />
Si tratta di un’azienda tedesca<br />
leader nella produzione<br />
di APR per uso professionale.<br />
Il suo AscTec Falcon 8 è un<br />
APR multi-rotore dalla foggia<br />
particolare e dal peso di 2,3 kg<br />
pensato per operare nel contesto<br />
delle ispezioni industriali e per<br />
applicazioni di documentazione<br />
e rilievo del territorio. L’azienda<br />
ha sfruttato la vetrina offerta da<br />
Intergeo <strong>2015</strong> per presentare<br />
una versione del Falcon 8 potenziata<br />
con tecnologia RealSense<br />
per l’elusione automatica delle<br />
collisioni. Falcon 8 è stato scelto<br />
da uno dei più importanti player<br />
internazionali del settore geospaziale<br />
come complemento multirotore<br />
alla sua offerta di APR per<br />
l’aerofotogrammetria.<br />
Bentley Systems<br />
Bentley si riaffaccia ad Intergeo<br />
dopo 8 anni di assenza con<br />
l’intento di avvicinarsi maggiormente<br />
ai sui utenti che,<br />
per l’80%, sono internazionali.<br />
Con la sua presenza Bentley ha<br />
confermato il ruolo di player<br />
chiave nel settore della modellazione<br />
3D e, forte della recente<br />
acquisizione della Acute3D,<br />
ha presentato il software<br />
ContextCapture, che permette<br />
di ottenere sofisticati modelli<br />
tridimensionali partendo da<br />
semplici fotografie. Sarà quindi<br />
possibile creare, in maniera facile<br />
e veloce, contesti reali 3D<br />
da sfruttare durante le fasi di<br />
progettazione, costruzione e decision<br />
making di un progetto.<br />
e-GEOS<br />
Stand condiviso con i partner<br />
all’interno del quale sono state<br />
presentate le attività nel settore<br />
geospaziale di e-GEOS - la produzione<br />
di dati ottici e radar ad<br />
alta risoluzione da satellite. È<br />
stato anche possibile indagare il<br />
portfolio di servizi e applicazioni<br />
basato sulla costellazione di<br />
satelliti COSMO-SkyMed, grazie<br />
ai quali e-GEOS è in grado<br />
di fornire, anche in tempo reale,<br />
dati utili per il monitoraggio<br />
ambientale, il supporto durante<br />
calamità naturali, prodotti per<br />
la difesa, l’intelligence e la sorveglianza<br />
marittima, oltre che<br />
dati per la produzione di cartografia<br />
tematica.<br />
Faro<br />
Sono state presentate le ultime<br />
novità relative ai prodotti per<br />
la documentazione 3D. È stato<br />
possibile approfondire sul posto<br />
i benefici derivanti dell’integrazione<br />
tra le soluzioni Faro ed<br />
i software della Kubit, ultima<br />
acquisizione dell’azienda.<br />
Foif<br />
Tra le aziende cinesi presenti ad<br />
Intergeo, Foif ha sicuramente<br />
giocato un ruolo di primo piano.<br />
Allo stand è stato possibile<br />
ammirare il nuovo ricevitore<br />
RTK A50, compatto, leggero<br />
e dotato di nuove funzionalità<br />
quali la connettività wi-fi,<br />
USB on-the-go ed un sensore<br />
di inclinazione. Inoltre, è stata<br />
presentata la stazione totale<br />
RTS160: leggera e facile da<br />
trasportare, facilita il lavoro sul<br />
campo. È equipaggiata con un<br />
display a 6 linee in modo da visualizzare<br />
più informazioni. La<br />
RTS010, invece, offre una distanza<br />
di 1500 metri senza prisma,<br />
angoli di misura di 1 pollice<br />
e precisione di 1mm+1ppm.<br />
Geomax<br />
Forte del rapporto tra qualità<br />
e prezzo che la contraddistingue,<br />
GeoMax ha sfruttato il<br />
suo stand a Intergeo per dare<br />
visibilità alla gamma di prodotti<br />
dedicati alla topografia, all’edilizia,<br />
al GIS e al machine control,<br />
ovvero: la stazione totale robotica<br />
Zoom90, il micro robot<br />
per il rilievo 3D degli interni<br />
Zoom3D, l’antenna GNSS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 21
REPORTS<br />
Zenith35 e PicPoint, una fotocamera<br />
calibrata abbinabile per<br />
il rilievo di punti inaccessibili o<br />
di facciate.<br />
Gexcel<br />
In vetrina l’intero portfolio di<br />
prodotti per il trattamento dei<br />
dati provenienti da laser scanner.<br />
JRC 3D Reconstructor è il<br />
software Gexcel per la gestione<br />
delle nuvole di punti e delle immagini.<br />
La nuova versione 3.2<br />
presenta la funzione LineUp<br />
Pro (grazie alla quale è possibile<br />
eseguire la registrazione<br />
automatica di progetti di ampie<br />
dimensioni e minimizzare gli<br />
errori globali di registrazione),<br />
importare formati (IFC), creare<br />
modelli mesh e gestire e aggiungere<br />
livelli di colore. JRC<br />
3D Reconstructor è in grado<br />
di combinare dati acquisiti da<br />
sensori a terra, in movimento o<br />
montati su APR.<br />
Leica Geosystems<br />
Lo stand Leica ha permesso ai<br />
visitatori di vedere e toccare<br />
con mano i prodotti chiave<br />
dell’azienda svizzera. Tra le novità<br />
è stato possibile vedere in<br />
azione le ultimissime soluzioni<br />
per l’acquisizione 3D appartenenti<br />
alla famiglia ScanStation<br />
e il software con interfaccia<br />
touch Leica Captivate, in grado<br />
di creare rendering tridimensionali<br />
altamente realistici. E<br />
ancora: la Nova MultiStation<br />
MS60, il field controller<br />
CS20, il tablet Leica CS35 e il<br />
DISTO S910.<br />
Mavinci<br />
E’ un’azienda tedesca attiva<br />
nella produzione di APR per<br />
il mapping e la topografia.<br />
L’esperienza nei settori hardware<br />
e software permette a<br />
Mavinci di soddisfare un’ampia<br />
gamma di esigenze diverse.<br />
L’APR ad ala fissa Sirius è facile<br />
da usare, specialmente in aree<br />
ampie che richiedono attenzione<br />
per via degli ostacoli. L’APR<br />
opera anche in condizioni meteo<br />
sfavorevoli.<br />
Menci Software<br />
In linea con la tendenza generale<br />
della fiera e con il core<br />
business aziendale, Menci ha<br />
sfruttato la vetrina di Intergeo<br />
per proporre la propria gamma<br />
di prodotti dedicata alla post<br />
elaborazione delle informazioni<br />
acquisite da APR. APS è<br />
una suite per il mapping 3D<br />
da APR in grado di produrre<br />
mappe 3D e 2D, modelli<br />
nuvola di punti, modelli del<br />
terreno (DTM) e della superficie<br />
(DSM), curve di<br />
livello, ortomosaici<br />
idonei al rilievo cartografico,<br />
topografico,<br />
l’agricoltura di<br />
precisione, il GIS e<br />
la stereoscopia. Oggi<br />
la suite si arricchisce<br />
del supporto RTK<br />
e della possibilità di<br />
gestire sensori multipli.<br />
StereoCAD è<br />
invece un software<br />
pensato per rendere<br />
agile la fruizione<br />
stereoscopica delle<br />
immagini da APR.<br />
La nuova versione<br />
permette l’ispezione delle sole<br />
immagini stereoscopiche, la<br />
possibilità di aggiungere note,<br />
importare informazioni termiche<br />
su RGB e un ambiente<br />
CAD ancora più versatile.<br />
Microsoft UltraCam<br />
La business unit UltraCam di<br />
Microsoft nasce nel 2006 dopo<br />
l’acquisizione dell’azienda di<br />
Redmond della Vexcel Imaging.<br />
Ad Intergo è stato possibile scoprire<br />
le novità relativa ai sistemi<br />
UltraCam così come la nuova<br />
versione del software UltraMap.<br />
Oltre alla gamma di prodotti<br />
UltraCam – composta dalle<br />
camere Osprey (una camera<br />
digitale aerotrasportata nadirale/obliqua),<br />
Eagle, Falcon e<br />
Hawk – è stato possibile vedere<br />
all’opera il sistema di gestione<br />
del volo e di georeferenziazione<br />
diretta UltraNav ed il software<br />
UltraMap, che da oggi viene rilasciato<br />
anche su abbonamento.<br />
Riegl<br />
Presentato a Intergeo l’intero<br />
portfolio di prodotti compresi<br />
gli ultimissimi sensori lidar:<br />
la serie di sensori ad alto rendimento<br />
VUX-1 per il laser<br />
scanning cinematico, il nuovo<br />
sistema ultra-compatto VP-1<br />
– che integra il sensore VUX-<br />
1LR, fotocamera e IMU/GNSS<br />
per il rilevamento in volo –, ed<br />
il sistema laser scanner mobile<br />
VMQ-450 dotato di singola<br />
testa, per eseguire mappature in<br />
movimento con budget ridotti.<br />
Sierrasoft<br />
Allo stand è stato possibile<br />
visionare il software per la progettazione<br />
stradale Roads in cui<br />
sono stati migliorati l’ambiente di<br />
lavoro, il CAD, il tracciamento<br />
degli assi, l’inserimento di profili<br />
e sezioni e la progettazione di intersezioni.<br />
Sarà possibile dividere<br />
il progetto in più finestre, più<br />
pagine, più monitor.<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Tutti i dati e le viste sono sincronizzati<br />
in tempo reale, lo<br />
spazio in memoria occupato<br />
dal progetto viene ottimizzato<br />
ed è possibile progettare entro<br />
il contesto normativo di riferimento.<br />
Siteco<br />
L’azienda italiana ha sviluppato<br />
un sistema di mobile mapping<br />
scalabile e ad alto rendimento<br />
in grado di integrare in maniera<br />
intercambiabile scanner Faro,<br />
Z+F e Riegl. Quest’anno è<br />
stato introdotto il nuovo Road-<br />
Scanner “Compact”, leggero e<br />
di piccolo ingombro. Il modello<br />
base è disponibile con una<br />
MEMS-based IMU e può essere<br />
aggiornato con giroscopi meccanici<br />
o in fibra ottica per maggiori<br />
prestazioni. Equipaggiato<br />
con uno o due sensori laser, è<br />
la soluzione ideale per i rilievi<br />
ferroviari e dei tunnel.<br />
South<br />
Presentati ad Intergeo il nuovissimo<br />
ricevitore GNSS della<br />
serie Galaxy e l’Aeromobile<br />
a Pilotaggio Remoto AS120;<br />
oltre agli aggiornamenti alla<br />
stazione totale NTS-360R6<br />
e le nuove funzionalità delle<br />
stazioni totali NTS-380R10 e<br />
NTS-391R10 che oggi permettono<br />
misurazioni a 1000 metri<br />
senza prisma.<br />
Stonex<br />
La società brianzola ha mostrato<br />
a Intergeo le sue ultime<br />
novità in campo topografico,<br />
del 3D scanning e del GIS<br />
attraverso un ampio stand<br />
suddiviso per settori. La principale<br />
novità è consistita nella<br />
presentazione della sezione<br />
dedicata ai Progetti Speciali<br />
composta da STX-DRILL<br />
(un sistema di guida GPS<br />
per le opera di jet grouting),<br />
STX-Agri Map (sistema GPS<br />
portatile per la misura ed il<br />
rilievo di punti, aree e perimetri<br />
di appezzamenti agricoli di<br />
qualsiasi forma e dimensione),<br />
STX-SUITE (sistema per la<br />
progettazione di impianti<br />
fotovoltaici a terra e la guida<br />
della macchina piantapalo sulla<br />
posizione progettuale).<br />
Topcon<br />
Grande stand per Topcon,<br />
che ha annunciato alcune<br />
importanti novità relative al<br />
suo portfolio strumenti: sono<br />
state infatti introdotte le nuove<br />
versioni del laser scanner GLS<br />
2000, la ‘S’, la ‘M’ e la ‘L’ che,<br />
rispettivamente, sono ottimizzate<br />
per operare su brevi, medie<br />
e lunghe distanze. Grazie alla<br />
tecnologia Precise Scan questi<br />
modelli di scanner emettono segnali<br />
tre volte più veloci rispetto<br />
ai precedenti sistemi GLS.<br />
In bella mostra anche l’APR ad<br />
ala fissa Sirius Pro e il nuovo<br />
Falcon 8 nelle versioni geoEX-<br />
PERT per il mapping e rilievi<br />
su piccole porzioni di terreno<br />
e inspectionPRO per lavori di<br />
monitoraggio e ispezione.<br />
Trimble<br />
Forte di uno stand gigantesco,<br />
che ha attratto moltissime di<br />
persone, ha presentato il suo intero<br />
portfolio di soluzioni per la<br />
topografia, il mapping, il GIS,<br />
la fotogrammetria e il telerilevamento.<br />
Grande risalto per il<br />
lancio dell’APR multi-rotore<br />
ZX5 dotato di fotocamera a<br />
16Mp e per l’upgrade dell’APR<br />
ad ala fissa UX5, ora equipaggiato<br />
con una fotocamera a<br />
36Mp – per una risoluzione a<br />
terra senza precedenti – e ricevitore<br />
GNSS Trimble. Ha trovato<br />
poi spazio la nuova gamma<br />
di stazioni totali e il ricevitore<br />
GNSS R2, compatto e dal<br />
peso di solo 1kg. Il ricevitore<br />
supporta le costellazioni GPS,<br />
GLONASS, Galileo, BeiDou,<br />
QZSS oltre che i sistemi SBAS.<br />
Il nuovo APR multi-rotore<br />
ella Trimble, lo ZX5.<br />
L’R2 è progettato per il lavoro<br />
GIS sul campo e le attività di<br />
rilievo topografico.<br />
Verso Amburgo 2016<br />
Nel 2016 Intergeo muoverà a<br />
nord, ad Amburgo per la precisione.<br />
Il 90% delle aziende<br />
che hanno esposto all’edizione<br />
<strong>2015</strong> ha già confermato la sua<br />
presenza per il 2016 e ciò basta<br />
a dare un’idea delle dimensioni<br />
dell’evento. Il tema per il<br />
prossimo anno è già stato individuato:<br />
tutto girerà attorno ai<br />
concetti di smart city e al BIM,<br />
ovvero all’integrazione tra tecnologie<br />
e fonti di dati spaziali<br />
diverse, con l’obiettivo di trovare<br />
soluzioni ai piccoli grandi<br />
problemi con i quali hanno a<br />
che fare i professionisti e i normali<br />
utenti nella vita di tutti i<br />
giorni. In parole povere, si parlerà<br />
ancora di Geospatial 4.0.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Intergeo; Geomatica; Geospatial 4.0;<br />
APR;<br />
ABSTRACT<br />
Intergeo proves once again to be the most<br />
important geospatial event globallyimportant<br />
event of the geospatial industry. <strong>2015</strong><br />
edition has been held in Stuttgart from the<br />
15th to the 17th of september <strong>2015</strong>. With<br />
more than 16.000 attendees and 545 exhibitors<br />
Intergeo's edition will be remembered<br />
for the introduction of the concept<br />
of Geospatial 4.0.<br />
AUTORE<br />
Fulvio Bernardini<br />
fbernardini@rivistageomedia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 23
REPORTS<br />
A PROPOSITO DE “LA BUONA SCUOLA”<br />
di Carlo Monti e<br />
Attilio Selvini<br />
Alcune “sbadataggini” grammaticali e<br />
terminologiche circa la “Seconda prova<br />
scritta o scritto-grafica” elaborata dal<br />
MIUR per candidarsi alla professione<br />
di topografo. Cosa ne penserà la<br />
Federazione Internazionale dei Geometri?<br />
Fig. 1 - Estratto dal tema d’esame.<br />
Con il titolo ”Al peggio<br />
non c’è mai fine”, il<br />
secondo dei presenti<br />
autori criticava, sul numero<br />
4/2014 de “Il Seprio”, rivista del<br />
Collegio dei Geometri di Varese,<br />
i temi ministeriali per l’esame<br />
di stato di quell’anno. Non si<br />
può che ricordare e sottolineare<br />
quello stesso titolo, recensendo<br />
il secondo tema della sessione<br />
<strong>2015</strong>. Non resta che confermare<br />
quanto allora scritto, alla luce<br />
del documento qui unito, che<br />
riguarda la “Seconda prova scritta<br />
o scritto-grafica” di questo anno,<br />
come si vede nell’allegato del<br />
MIUR, posto in fondo a questo<br />
articolo.<br />
Mentre il primo tema, quello<br />
di progettazione, era a nostro<br />
avviso pienamente calibrato sui<br />
programmi (e sulle possibilità<br />
operative) dei geometri, leggendo<br />
il secondo non credevamo<br />
ai nostri occhi. A parte le manchevolezze,<br />
anche grammaticali,<br />
era il tema stesso che sembrava<br />
scritto da un insegnante di seconda<br />
od al più di terza media:<br />
altro che lavoro per candidati<br />
alla onorevole professione di<br />
topografo!<br />
Incominciamo dalle prime<br />
mende: non si forniscono coordinate<br />
purchessia, senza indicare<br />
il sistema di misura corrispondente.<br />
Quelle scritte nel foglio<br />
ministeriale, erano da intendersi<br />
certamente in metri, ma perché<br />
non mettere, accanto ai numeri,<br />
le “marche” corrispondenti? E,<br />
signori del MIUR, un segmento<br />
che divide una qualunque<br />
superficie, in buon italiano si<br />
chiama “dividente”, come si trova<br />
per esempio sul Vocabolario<br />
dell’Accademia della Crusca, 3°<br />
edizione 1961, vol. 1 pag. 345.<br />
Il gerundio dividenda (ripetuto<br />
due volte!) riguarda invece in<br />
genere una massa ereditaria, in<br />
questo caso semmai la superficie<br />
da ripartire! In uno qualunque<br />
dei molti testi di topografia per<br />
geometri, si parla correttamente<br />
di “dividenti” soddisfacenti a<br />
particolari condizioni (parallele<br />
a …, perpendicolari a …. passanti<br />
per … eccetera). Ci si trova<br />
male, pensando che in un atto<br />
ufficiale non si usino i termini<br />
corretti, utilizzando invece approssimazioni<br />
che sanno tanto di<br />
derivazioni dialettali. E veniamo<br />
alla sostanza topografica. Il tema<br />
chiede ai candidati quanto riportato<br />
in fig.1, estrapolato dall’allegato<br />
foglio ministeriale.<br />
Con non poco stupore, viste<br />
le coordinate (in qualunque<br />
sistema di misura, ma come già<br />
detto presumibilmente in metri)<br />
si nota che non di un generico<br />
quadrilatero si tratta, bensì di<br />
un rettangolo; la elementare figura<br />
sottostante (fig.2), ricavata<br />
semplicemente con AutoCad,<br />
non fidandoci (perché, ripetiamo,<br />
non ci sembrava di credere<br />
ai nostri occhi!) del disegno a<br />
matita e con righello, ne dà la<br />
conferma.<br />
E allora è chiaro che le lunghezze<br />
dei lati, per sola sottrazione,<br />
e senza calcoli trigonometrici,<br />
sono le seguenti:<br />
AB = CD = 50 m<br />
BC = AD = 40 m<br />
Per cui l’area (sola moltiplicazione,<br />
quarta classe elementare) vale<br />
(50 x 40) = 2000 m 2.<br />
Fig. 2 - Il rettangolo<br />
con la dividente.<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Come si vede, sono bastate le<br />
classiche quattro operazioni<br />
aritmetiche per risolvere il problema:<br />
cosa per l’appunto da<br />
licenza di scuola primaria, e con<br />
l’impiego di tempo pari a non<br />
più di cinque minuti. Possiamo<br />
aggiungere che non ci piace per<br />
nulla quel verbo ministeriale<br />
“determinare”? Noi avremmo<br />
scritto “calcolare”, perché tale è<br />
l’operazione richiesta. Il verbo<br />
“determinare” ha molti e diversi<br />
significati, come si apprende dai<br />
vocabolari: quello di “calcolare” è<br />
solo secondario.<br />
Comunque, da indagini discrete<br />
sembra che ci siano stati non<br />
pochi sprovveduti che si sono<br />
calcolata l’area del rettangolo per<br />
coordinate, utilizzando la ben<br />
nota formula di Gauss, che ricordiamo<br />
è la seguente:<br />
E quindi:<br />
2S = 6(13-53) + 56(53-13) +<br />
56(53-13) + 6(13-53 ) = 4000 .<br />
Quindi, S = 2000 m 2 come già<br />
sopra calcolato in modo semplice,<br />
corretto ed elementare.<br />
Come si vede, sarebbe come<br />
dire che per andare da Milano<br />
a Piacenza non si è presa l’autostrada<br />
del Sole alla barriera di<br />
Melegnano, preferendo il circuito<br />
Milano – Verona - Modena<br />
- Parma. Anche questo può succedere!<br />
Secondo i dati ulteriori del tema<br />
(si veda il testo completo in allegato),<br />
a una abitazione di 450<br />
m 3 corrisponde una superficie di<br />
562,50 m 2 (450 : 0.8).<br />
La risposta al secondo quesito è<br />
quindi, vista la disposizione del<br />
rettangolo e per semplice equazione<br />
di primo grado, roba da<br />
terza media:<br />
(40 · x ) = 562,50; ne deriva: x =<br />
562,5/40 = 14,06 m<br />
Per cui, “illico et immediate”, le<br />
coordinate dei vertici della dividente<br />
risultano essere le seguenti,<br />
pur sempre per sottrazione:<br />
E (41,94 ; 53) m<br />
F (41,94 ; 13) m<br />
“Sic et simpliciter”, alla faccia<br />
delle otto ore messe a disposizione<br />
dei candidati, e dell’impiego<br />
delle “calcolatrici non programmabili”<br />
che il predetto MIUR<br />
si ostina a prescrivere in epoca<br />
digitale. Sono bastate, ripetiamo,<br />
le quattro operazioni aritmetiche<br />
per risolvere il problema posto a<br />
dei candidati, che bene o male<br />
hanno studiato trigonometria e<br />
algebra.<br />
Ma a questo punto ci si imbatte<br />
in un altro guaio, e grosso: come<br />
farà l’acquirente della parte staccata<br />
dal lotto rettangolare, a costruire<br />
una abitazione di 450 m 3 ?<br />
Tale parte è larga 14,06 metri:<br />
ricordando che le norme vigenti<br />
dei PGT (Piani di Governo del<br />
Territorio) prescrivono dovunque<br />
una distanza dai confini di<br />
5 metri, resterebbero costruibili<br />
4,06 metri in larghezza dell’ipotetico<br />
fabbricato: nemmeno adatti<br />
ad un “corpo semplice”, tolti gli<br />
spessori dei muri! E’ mai possibile<br />
che l’estensore del tema non ci<br />
abbia pensato?<br />
Facciamo grazia del terzo quesito,<br />
di tipo estimativo, che si risolve<br />
in non più di dieci minuti,<br />
pur sempre con l’impiego delle<br />
quattro operazioni sopraddette.<br />
A questo punto ci sorge il classico<br />
dubbio amletico: l’estensore<br />
del tema è stato forse tradito dalla<br />
fretta e dalla sbadataggine, per<br />
non aver controllato la forma del<br />
vantato “quadrilatero”? Oppure<br />
l’impiegato che ha battuto il<br />
testo al computer gli ha giocato<br />
un brutto scherzo? Sarebbe bastato<br />
che una ordinata, quella di<br />
C o di B fosse stata diversa, e il<br />
rettangolo si sarebbe trasformato<br />
in un trapezio; e allora il calcolo<br />
della posizione della dividente<br />
avrebbe richiesto quanto meno<br />
qualche modico sforzo in più<br />
da parte dei candidati. Resta il<br />
fatto, a nostro parere gravissimo,<br />
di un tema d’Esame di Stato che<br />
non solo avrà stupito commissari<br />
e candidati (nessuno di noi<br />
due era quest’anno presidente di<br />
commissione e quindi non ne<br />
siamo testimoni); ma che letto<br />
al di fuori dei confini italiani<br />
(cosa sicuramente avvenuta<br />
nell’ambito della Federazione<br />
Internazionale Geometri (FIG)<br />
non getta certamente buona luce<br />
sulla serietà di questi esami.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
esame di stato; dividente; quadrilatero<br />
ABSTRACT<br />
The article relates some grammatical errors and terminology<br />
that were found in the second written test prepared by the<br />
Ministry of Education to perform the profession of surveyors.<br />
The opinion that the International Federation of Surveyors<br />
will make on the reliability and competence of the Ministry of<br />
Education and, not only on those who composed the theme<br />
but also on those who have graduated, surely innocent, but<br />
without having faced a written test worth to be called such, it<br />
may not be the best.<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini<br />
Attilio.selvini@polimi.it<br />
Carlo Monti<br />
Carlo.monti@polimi.it<br />
Già professori di ruolo, gruppo ICAR06<br />
nel Politecnico di Milano<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 25
Il Cratere Manicouagan<br />
Un’immagine a falsi colori acquisita dal satellite<br />
Sentinel-1A il 21 Marzo scorso e che mostra il<br />
Cratere Manicouagan. Questo cratere si trova in Quebec<br />
(Canada) ed è stato originato dall’impatto di un asteroide avvenuto<br />
circa 214 milioni di anni fa: è noto per essere uno dei più antichi<br />
e più grandi crateri da impatto esistenti sul nostro pianeta. Gli scienziati<br />
ritengono che al processo di erosione che ha caratterizzato la storia del cratere<br />
abbiano sensibilmente contribuito i ghiacciai. La sua struttura concentrica è<br />
dovuta all’effetto delle onde d’urto generate al momento dell’impatto. Il suo aspetto<br />
ricorda gli anelli che si formano quando un sassolino viene gettato in uno specchio<br />
d’acqua. Essendo così grande e riconoscibile, il cratere può essere facilmente individuato<br />
dallo spazio. La sua struttura ad anelli multipli ha complessivamente un diametro di<br />
circa 100 km, mentre l’anello più interno – quello maggiormente prominente – misura<br />
un diametro di 70 km. Il lago Manicouagan, a forma di anello, si estende per oltre 550<br />
km dalla sorgente del suo più lungo fiume immissario. L’immagine è stata acquisita da<br />
Sentinel-1A illuminando lo scenario con impulsi radar in polarizzazione sia verticale<br />
che orizzontale, motivo per il quale l’immagine è composita a colori artificiali. Colori<br />
diversi mettono in evidenza diversità nella copertura del suolo. Le differenti tonalità<br />
di uno stesso colore indicano differenze nelle caratteristiche del terreno. Per cui,<br />
mentre le tonalità blu indicano superfici di ghiaccio o di acqua, le tonalità giallo<br />
ed arancione denotano l’invecchiamento di vegetazioni di tipi differenti,<br />
mescolate con presenze di ghiaccio ed acqua. Il satellite Sentinel-1A è stato<br />
immesso in orbita il 3 Aprile 2014 su un’orbita polare. Si tratta di una<br />
missione orientata all’acquisizione di immagini radar per servizi<br />
sul territorio e sugli oceani ed è in grado di operare in ogni<br />
condizione meteorologica, sia di notte che di giorno.<br />
(Credits: ESA, traduzione G. Pititto)
REPORTS<br />
PASSARE AL BIM<br />
10 regole per avere successo<br />
di Marco Parisi<br />
Tanti hanno comprato<br />
software BIM. Molti non hanno<br />
ancora iniziato ad usarlo<br />
mentre alcuni hanno provato<br />
ma si sono arenati. Vediamo<br />
dunque 10 regole da seguire<br />
per far sì che il passaggio dal<br />
CAD al BIM di un ufficio di<br />
progettazione possa avvenire<br />
con successo.<br />
BIM è un processo, una<br />
metodologia, non un software.<br />
Per questo motivo<br />
non basta comprare qualche<br />
licenza, fare un corso di formazione<br />
e “smanettare” un po’ per<br />
passare al BIM.<br />
Nonostante ciò tante aziende<br />
hanno negli ultimi tempi acquistato<br />
licenze di programmi<br />
BIM (spesso sull’onda di offerte<br />
speciali) e sono in procinto di<br />
cimentarsi con questa nuova<br />
tecnologia. Altre hanno anche<br />
fatto corsi di formazione ma<br />
non riescono a “decollare”.<br />
Qualche tempo fa ho fatto una<br />
chiacchierata con un architetto,<br />
responsabile della progettazione<br />
di una società di ingegneria,<br />
in cui mi ha raccontato delle<br />
loro difficoltà ad introdurre<br />
l’uso del BIM dopo aver fatto il<br />
loro bravo corso. Questo articolo<br />
nasce da quell’incontro.<br />
Di tutte le attività legate alla<br />
vita di un edificio, abbracciate<br />
dalla metodologia BIM, ci soffermiamo<br />
oggi su quelle legate<br />
alla progettazione ben sapendo<br />
che ciò non esaurisce quello<br />
che bisogna sapere del BIM e i<br />
vantaggi che da esso ne possono<br />
derivare.<br />
Andare avanti per step<br />
L’uso del BIM migliora ogni<br />
disciplina in cui viene adottato<br />
ciò nonostante anche se lo<br />
inseriamo in una sola attività<br />
potremo avere dei vantaggi.<br />
Questo ci permette di introdurlo<br />
nel nostro lavoro per gradi.<br />
Normalmente conviene iniziare<br />
dalla progettazione architettonica<br />
per poi passare a quella<br />
strutturale, impiantistica, e così<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
via fino, volendo, ad abbracciare<br />
l’intero ciclo di vita dell’edificio,<br />
dalla ideazione fino alla demolizione<br />
e allo smaltimento.<br />
Scegliere i settori più utili<br />
all’azienda<br />
Data la vastità del mondo BIM<br />
c’è il rischio di perdersi. Gli<br />
addetti ai lavori giustamente<br />
ragionano già sulle attività di<br />
domani, sulle frontiere dell’applicazione<br />
del metodo, ma<br />
chi deve iniziare è bene che si<br />
concentri il più possibile su un<br />
solo argomento. In linea con il<br />
punto precedente, sceglieremo<br />
di utilizzare il BIM nei settori in<br />
cui siamo più attivi, dagli studi<br />
di fattibilità ai progetti esecutivi,<br />
dai rendering ai computi<br />
metrici, dal project management<br />
alla Direzione Lavori, dal<br />
facility management alle manutenzioni.<br />
Scegliere la squadra<br />
e motivarla<br />
Un punto molto delicato<br />
per partire con il piede giusto<br />
è la scelta della squadra.<br />
Tipicamente, in un ufficio con<br />
diversi progettisti che seguono<br />
più lavori contemporaneamente,<br />
si forma una piccola squadra<br />
che si dedica alle nuove metodologie.<br />
È importante scegliere<br />
persone inclini alla<br />
sperimentazione,<br />
curiose delle novità,<br />
non scettiche<br />
ne spaventate<br />
dall’uso dell’informatica.<br />
Inoltre<br />
queste persone<br />
vanno motivate<br />
spiegando l’importanza<br />
della loro<br />
sperimentazione<br />
per il successivo<br />
travaso al resto<br />
dell’ufficio. Per<br />
questo non guasta<br />
una buona capacità<br />
didattica.<br />
I nuovi workflow<br />
Entrando nel vivo dell’attività<br />
è indispensabile capire che il<br />
BIM richiede di modificare i<br />
workflow abituali dell’azienda.<br />
Non possiamo più applicare lo<br />
schema classico del progettista<br />
architettonico che passa il lavoro<br />
finito agli strutturisti e agli<br />
impiantisti i quali poi passano il<br />
lavoro finito ai computisti. Nel<br />
BIM le attività avvengono, per<br />
così dire, in contemporanea e<br />
lo scambio di informazioni, che<br />
per la maggior parte passa attraverso<br />
il modello progettuale,<br />
segue nuove logiche che vanno<br />
assimilate e accettate. Il risultato<br />
sarà quello di avere il progetto<br />
completo e coerente in tempi<br />
molto più rapidi.<br />
Coordinatore<br />
Per poter disciplinare quanto<br />
detto al punto precedente è<br />
necessario stabilire un coordinatore<br />
il cui compito è quello di<br />
favorire lo scambio di informazioni<br />
fra i vari progettisti stabilendo<br />
di volta in volta regole di<br />
precedenza fra le varie discipline.<br />
Questo a maggior ragione<br />
se una parte della progettazione<br />
viene svolta al di fuori dell’azienda<br />
magari da studi non<br />
organizzati con metodologia<br />
BIM. In questo caso direi che<br />
è indispensabile una figura che<br />
capisca le necessità interne del<br />
proprio metodo e dialoghi con i<br />
consulenti esterni per farsi dare<br />
dei prodotti utilizzabili all’interno<br />
del proprio ciclo progettuale.<br />
Regole per le modifiche<br />
Nello sviluppo di un progetto<br />
BIM, vuoi per approfondimenti<br />
progettuali, vuoi per nuove<br />
richieste del cliente, sorgerà la<br />
necessità di apportare modifiche<br />
a parti del progetto già sviluppate<br />
da diversi progettisti e che<br />
quindi coinvolgeranno diverse<br />
discipline. Questo è un momento<br />
cruciale per il processo<br />
BIM. Non si può più modificare<br />
liberamente il proprio progetto<br />
perché si rischia di renderlo<br />
incoerente con quello degli altri.<br />
È indispensabile che il coordinatore<br />
definisca regole chiare<br />
per le modifiche e organizzi<br />
riunioni apposite per trovare<br />
soluzioni condivise. In genere<br />
è compito del coordinatore vigilare<br />
sull’integrità del modello<br />
comune; ovvero sincerarsi che<br />
ciascun progettista segua le regole<br />
stabilite per il progetto.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 29
REPORTS<br />
Dataset<br />
Una questione che per logica<br />
viene solo ora ma che cronologicamente<br />
viene per prima è quella<br />
relativa al “Dataset”. Ovvero<br />
quell’insieme di impostazioni<br />
del software che servono a “personalizzarlo”<br />
e impostarlo su<br />
misura per il proprio lavoro.<br />
Di solito uno studio di progettazione<br />
ha degli standard grafici<br />
consolidati e un proprio “stile”<br />
di redazione di un progetto.<br />
Quando si inizia ad utilizzare<br />
un software BIM si chiede<br />
come prima cosa che si riesca<br />
a produrre i disegni secondo il<br />
proprio “stile”.<br />
Questa è una cosa semplice che<br />
si può realizzare con qualunque<br />
programma BIM, bisogna però<br />
avere la pazienza di fare lo sforzo<br />
iniziale di impostare il proprio<br />
dataset secondo le proprie<br />
esigenze.<br />
Psicologicamente tutti i membri<br />
dell’ufficio non guarderanno<br />
con simpatia al nuovo metodo<br />
se i risultati avranno un aspetto<br />
diverso da quello abituale.<br />
Hardware adeguato<br />
Un paragrafo apposito va speso<br />
per l’hardware. I programmi<br />
attuali “girano” su computer<br />
standard ma per lavorare tutto il<br />
giorno vale la pena di spendere<br />
qualche euro in più per avere<br />
un PC performante che non rallenti<br />
il lavoro. Per prima cosa è<br />
utile avere abbondante RAM; 8<br />
o meglio, 16 GB. Il BIM utilizza<br />
modelli tridimensionali che<br />
diventano rapidamente molto<br />
grandi per cui avere molta RAM<br />
è utile per riuscire a gestirli.<br />
Io personalmente trovo poi<br />
molto comodo utilizzare due<br />
schermi. Più area visibile si ha<br />
a disposizione più informazioni<br />
si riescono a gestire. Per ultima,<br />
ma non meno importante, è<br />
un’infrastruttura di rete adeguata.<br />
Già in un ufficio con più di<br />
3-4 progettisti è indispensabile<br />
un server di rete su cui tenere i<br />
progetti, i dataset, le librerie.<br />
Per strutture appena un po’ più<br />
grandi può convenire anche<br />
l’utilizzo di un software di gestione<br />
documentale che diventa<br />
quasi indispensabile se vogliamo<br />
distribuire geograficamente il<br />
nostro BIM, ovvero se vogliamo<br />
che sullo stesso progetto possano<br />
lavorare uffici dislocati al di<br />
fuori della nostra rete LAN.<br />
Elementi parametrici<br />
Nell’ambito del discorso sulla<br />
personalizzazione un capitolo a<br />
parte spetta agli elementi da catalogo,<br />
parametrici e non.<br />
Negli attuali programmi di progettazione<br />
sono presenti delle<br />
tecnologie che permettono di<br />
realizzare elementi geometrici<br />
dalle caratteristiche modificabili<br />
al momento dell’utilizzo.<br />
Con questi strumenti vengono<br />
normalmente realizzate le porte<br />
e le finestre ma ci si può fare<br />
qualunque cosa: scale, ringhiere,<br />
scale mobili, arredi, elementi<br />
impiantistici.<br />
Tutti questi elementi, parametrici<br />
o dalle dimensioni fisse che<br />
siano, vengono archiviati in cataloghi<br />
da cui attinge il progettista<br />
per inserirli nel modello.<br />
Vari di questi cataloghi vengono<br />
forniti con il software e molti<br />
altri si trovano su internet ma<br />
durante il lavoro capita spesso<br />
che si abbia bisogno di un elemento<br />
nuovo, magari simile ad<br />
uno già esistente, ma non proprio<br />
uguale.<br />
Per questo c’è bisogno di una<br />
persona che si specializzi nella<br />
realizzazione di questi elementi<br />
di catalogo personalizzati. In alternativa<br />
ci si può accordare con<br />
un consulente esterno che, su<br />
chiamata, possa farlo per noi.<br />
Preferire software integrati<br />
Un ultimo suggerimento che<br />
voglio dare riguarda l’interoperabilità<br />
dei dati. Alla base della<br />
metodologia BIM c’è<br />
proprio la capacità di<br />
rendere disponibili i<br />
dati di ciascuna disciplina<br />
alle altre tramite<br />
modelli geometrici<br />
connessi con database<br />
alfanumerici. Questa<br />
interoperabilità può<br />
avvenire tramite<br />
formati pubblici di<br />
interscambio di dati<br />
e procedure condivise<br />
all’interno del gruppo<br />
di progetto ma può<br />
avvenire anche in<br />
tutto o in parte attraverso<br />
l’utilizzo di sof-<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
tware integrati che<br />
utilizzano lo stesso<br />
formato per gestire<br />
diverse discipline.<br />
Questa seconda<br />
possibilità, in base<br />
alla mia esperienza,<br />
facilita il lavoro<br />
e contribuisce<br />
all’affermarsi della<br />
metodologia BIM.<br />
Considerando però<br />
che ogni software<br />
house si è specializzata<br />
più su un<br />
aspetto che su un<br />
altro, vale la pena<br />
analizzare con attenzione<br />
le proprie<br />
esigenze prima di<br />
scegliere su quale<br />
programma basarsi.<br />
Questi suggerimenti<br />
non esauriscono<br />
certamente le cose che<br />
conviene sapere per avviare un<br />
processo BIM ma credo che<br />
possano servire ad evitare la<br />
maggior parte degli errori che<br />
comunemente si fanno all’inizio<br />
del cammino. Sono consigli pratici,<br />
forse per qualcuno possono<br />
sembrare scontati, ma si basano<br />
sull’esperienza che ho fatto in<br />
quasi dodici anni di attività<br />
BIM all’interno di una grande<br />
azienda del settore immobiliare<br />
che si occupa di edifici pubblici<br />
non convenzionali.<br />
Ho parlato in questo articolo<br />
solo di un piccolo aspetto legato<br />
al mondo BIM, ma credo che<br />
in questo momento in Italia sia<br />
un argomento molto attuale<br />
proprio perché, come ho scritto<br />
all’inizio, sono in molti ad aver<br />
acquistato ultimamente licenze<br />
BIM o in procinto di farlo.<br />
Ci saranno altre occasioni per<br />
poter approfondire altri temi<br />
altrettanto importanti per il miglior<br />
utilizzo della metodologia.<br />
Per concludere vorrei raccontarvi<br />
un aneddoto che mi da lo<br />
spunto per un’ultima riflessione.<br />
Tempo fa ho incontrato un<br />
amico ingegnere, socio di una<br />
società di ingegneria che lavora<br />
sia in Italia che all’estero, e gli<br />
ho chiesto: ”Voi utilizzate il<br />
BIM nei vostri progetti?”. E lui<br />
mi ha risposto: “Se i clienti ce<br />
lo chiedono lo facciamo, ma<br />
non possono pensare che gli<br />
diamo un progetto BIM allo<br />
stesso prezzo di un progetto<br />
normale. Se vogliono qualcosa<br />
di più devono pagare di più.”.<br />
Questo fa capire che non c’è<br />
stato l’approccio giusto. Il BIM<br />
non può venire “dopo” un progetto<br />
normale, dev’essere fatto<br />
“invece” di un progetto normale.<br />
Il processo BIM si attua non<br />
perché ce lo chiede il cliente,<br />
ne per avere una certificazione<br />
in più, un bollino da attaccare<br />
sui disegni. Il processo BIM si<br />
utilizza perché conviene. Perché<br />
ci fa risparmiare tempo e ci fa<br />
produrre lavori di miglior qualità.<br />
Se non raggiungiamo questa<br />
convenienza vuol dire che nel<br />
nostro processo BIM c’è qualcosa<br />
da rivedere.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
BIM; Avviamento BIM; Progettazione<br />
integrata; Tips and tricks<br />
ABSTRACT<br />
Many companies are beginning to use<br />
BIM software or have already started but<br />
have stalled.<br />
We see 10 rules to follow to ensure that the<br />
transition from CAD to BIM of a project<br />
department can be successful.<br />
Of all the activities related to the life of a<br />
building, embraced by BIM methodology,<br />
we focus today on those related to the<br />
design.<br />
Proceed by steps, to dedicate a small team,<br />
well-chosen and motivated, understand<br />
right away the new workflow, are some of<br />
the tips of the article.<br />
These tips do not cover all the things you<br />
need to know to start a BIM process but<br />
I believe they can help to avoid the most<br />
common mistakes that you make at the<br />
beginning of the journey.<br />
We use the BIM process because it gives us<br />
benefits. Because it saves time and makes<br />
us produce work of the highest quality. If<br />
we do not reach this convenience means<br />
that in our process BIM's about to change.<br />
AUTORE<br />
Ing. Marco Parisi<br />
Bim.marcoparisi@gmail.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 31
REPORTS<br />
Il Caso di Veio<br />
Nuove scoperte archeologiche con APR<br />
di Zaira Baglione<br />
Giuseppe Ceraudo dell’Università del Salento e Gabriele<br />
Santiccioli di FlyTop riferiscono l’esito della missione nel Parco<br />
di Veio a riprova dell’affidabilità della tecnologia UAV per la<br />
documentazione dei siti archeologici.<br />
Negli ultimi anni è cresciuta<br />
significativamente<br />
l’applicazione delle<br />
tecnologie APR (Aeromobili a<br />
Pilotaggio Remoto) nel settore<br />
dei beni culturali. Le declinazioni<br />
del connubio droni e<br />
archeologia sono molteplici, in<br />
continua espansione e riguardano<br />
non soltanto il monitoraggio<br />
e la documentazione ma anche<br />
l’attività di scoperta. Proprio di<br />
quest’ultimo aspetto ci riporta<br />
un’importante testimonianza<br />
il Prof. Giuseppe Ceraudo,<br />
docente di Topografia antica<br />
presso l’Università del Salento,<br />
che ha svolto in collaborazione<br />
con FlyTop una ricognizione<br />
archeologica nella zona del Parco<br />
di Veio. A pochi chilometri<br />
da Roma, in un’area compresa<br />
tra i comuni di Formello e Isola<br />
Farnese, mediante l’utilizzo<br />
dell’APR ad ala fissa<br />
FlyGeo24Mpx, è stato<br />
possibile individuare<br />
l’esistenza di antichi<br />
insediamenti etruschi<br />
e romani, in particolare<br />
resti di strutture di<br />
edifici e strade.<br />
“Questa scoperta nasce da un<br />
progetto di ricerca che l’Università<br />
del Salento conduce da<br />
oltre dieci anni – dichiara Ceraudo<br />
– e la base di partenza è<br />
stato proprio uno studio di un<br />
gruppo di archeologi del laboratorio<br />
di Topografia antica e Fotogrammetria<br />
del Dipartimento<br />
dei Beni Culturali. La missione<br />
si è svolta la scorsa primavera e<br />
ha permesso di confermare la<br />
probabile presenza di un impianto<br />
urbano di epoca etrusca<br />
e romana. Abbiamo esaminato<br />
un territorio di circa quaranta<br />
ettari, un’ampia<br />
superficie che è stata<br />
sorvolata con un drone<br />
FlyTop equipaggiato<br />
con una fotocamera digitale<br />
Sony Alpha 6000<br />
a 24Mpx con obiettivo<br />
a focale fissa. L’operazione<br />
ha interessato<br />
la località Archi di<br />
Pontecchio ed è stata<br />
effettuata nel rispetto<br />
delle specifiche Enac. Il<br />
volo ci ha consentito di<br />
ottenere immagini di<br />
altissima qualità: quasi duecento<br />
foto con una risoluzione di<br />
1,7 cm per pixel, georefenziate<br />
e complete di 3 parametri di<br />
traslazione e altrettanti di rotazione.<br />
Attraverso i fotogrammi<br />
acquisiti c’è stata la convalida<br />
di quelle che finora erano solo<br />
delle ipotesi; osservando dall’alto<br />
la crescita differenziata della<br />
vegetazione, infatti, abbiamo<br />
riconosciuto distintamente parti<br />
dell’antica città etrusca di Veio”.<br />
Per spiegare come viene garantita<br />
l’eccellente precisione dei dati<br />
aerofotogrammetrici interviene<br />
il Geom. Gabriele Santiccioli,<br />
Presidente di FlyTop: “La nostra<br />
azienda è da sempre impegnata<br />
nel coniugare innovazione e integrazione,<br />
per questo abbiamo<br />
utilizzato tutti gli strumenti che<br />
il topografo possiede, giungendo<br />
in poche ore alla produzione<br />
di cartografie di elevata qualità<br />
tecnica”.<br />
Il rilievo aerofotogrammetrico<br />
di prossimità con l’uso degli<br />
APR rappresenta un panorama<br />
interessante dell’indagine archeologica,<br />
nonché un concreto e<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
accessibile sistema per l’approfondimento<br />
di ricerche preliminari.<br />
“Il caso di Veio – prosegue<br />
il Professore – è la dimostrazione<br />
delle straordinarie potenzialità<br />
delle tecnologie APR che, a<br />
mio avviso, non possono essere<br />
limitate alla realizzazione di<br />
foto e video degli scavi in corso<br />
d’opera, ma vanno quanto più<br />
sfruttate per sorvolare aree di<br />
interesse archeologico e riconoscere<br />
l’eventuale presenza di<br />
strutture sepolte. Dalle immagini<br />
digitali elaborate abbiamo<br />
ricavato una nuvola di punti,<br />
un modello 3D, il DTM e il<br />
DSM che ci hanno consentito<br />
di conoscere meglio la morfologia<br />
del terreno. In seguito,<br />
con successivi accertamenti e<br />
attività di scavo, sarà possibile<br />
stabilire con maggiore esattezza<br />
l’epoca di riferimento e altre<br />
informazioni di maggior dettaglio.<br />
Considerati gli scenari futuribili,<br />
non escludo che a breve<br />
prenda piede anche nel settore<br />
archeologico l’applicazione di<br />
sensori termici e multispettrali.<br />
Per il momento lo sviluppo<br />
della sensoristica ha riguardato<br />
prevalentemente il comparto<br />
dell’agricoltura, ma è chiaro che<br />
si apre sempre più lo spazio per<br />
utilizzi diversi”.<br />
Il brillante risultato di Veio dimostra<br />
come il telerilevamento<br />
di prossimità attraverso SAPR<br />
sia vantaggioso in termini di<br />
tempi e costi, soprattutto per<br />
le ispezioni di zone particolarmente<br />
vaste o non facilmente<br />
raggiungibili e per ottimizzare<br />
l’avvio mirato di scavi archeologici.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Archeologia aerea; APR; modelli 3D;<br />
Veio; aerofotogrammetria; topografia;<br />
cartografia<br />
ABSTRACT<br />
Etruscan settlements outside Rome identified<br />
by the use of fixed wing UAV FlyGeo24Mpx.<br />
Prof. Giuseppe Ceraudo from University<br />
of Salento and Gabriele Santiccioli of Fly-<br />
Top explain the results of the mission in<br />
the Veio Park as proof of the reliability of<br />
the UAV technology at the service of the<br />
archeology.<br />
AUTORE<br />
Zaira Baglione<br />
zaira@flytop.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 33
REPORTS<br />
Innovazione e tecnologie avanzate alla 2 a Conferenza<br />
degli utenti Laser Scanner Leica Geosystems<br />
a cura della redazione<br />
Anche quest’anno la 2° User Conference HDS di Leica Geosystems, tenutasi<br />
il 19 Novembre a Roma presso lo Sheraton Golf al Parco dei Medici, ha<br />
alimentato l’interesse dei professionisti e degli emergenti del settore<br />
divulgando e mettendo in mostra le nuove tecnologie e strumentazioni.<br />
Fig. 1 - Apertura della 2 a Conferenza degli utenti Laser<br />
Scanner Leica Geosystems.<br />
Come abbiamo già introdotto<br />
negli highlights<br />
della conferenza (consultabili<br />
sul nostro sito web<br />
www.geoforall.it/k3yrk) l’evento<br />
organizzato dalla Leica Geosystems<br />
Italia, ha incrementato la<br />
volontà del singolo professionista<br />
a lavorare in team utilizzando<br />
nuovi software. É stata<br />
anche molto utile per foraggiare<br />
l’interesse dei giovani, dandogli<br />
la possibilità di rendersi conto<br />
che, il settore, non soltanto è<br />
ancora in via di sviluppo, ma<br />
restituisce tanto alla scienza e<br />
quanto all’uomo grazie anche<br />
alle molteplici ricadute tecnologiche<br />
che si diffondono su tutta<br />
la conoscenza umana.<br />
Fig. 2 - Le categorie delle nuove soluzioni.<br />
Sergio Padovani insieme a Simone<br />
Oppici hanno moderato<br />
l’evento, quest’ultimo ha mostrato<br />
una presentazione introduttiva<br />
che ha posto subito in<br />
rilievo le soluzioni innovative<br />
della conferenza: Terrestrial<br />
Laser Scanning, Multistation,<br />
Mobile Mapping e il Braccio<br />
Portatile.<br />
Le soluzioni innovative<br />
Fra le soluzioni di maggior rilievo<br />
utilizzate dai professionisti del<br />
settore spiccano quelle inerenti<br />
i lavori di rilievo circa il Nodo<br />
ferroviario di Torino, il Cyclone<br />
9.1, i Data-fusion dell’azienda<br />
Prisma in ambito costiero/<br />
portuale e l’applicazione scan to<br />
BIM per la creazione del modello<br />
3D della Chiesa degli Eremitani<br />
di Padova.<br />
Il Nodo Ferroviario di Torino,<br />
collegamento della linea Torino-<br />
Ceres con la rete RFI (passante<br />
Ferroviario) lungo la direttrice di<br />
corso Grosseto, concerne la variante<br />
della linea ferroviaria proveniente<br />
dalle valli di Lanzo che<br />
consentirà il collegamento diretto<br />
con la rete RFI e la metropolitana.<br />
Sostanzialmente il rilievo<br />
ha assistito le fasi di costruzione<br />
di una nuova stazione interrata,<br />
la demolizione del cavalcavia esistente,<br />
la costruzione di un nuovo<br />
sottopasso e di una rotatoria<br />
tra le più grandi d’Europa.<br />
Fig. 3 - Modello virtuale del collegamento della<br />
linea Torino-Ceres.<br />
Questo rilievo topografico<br />
finalizzato alla progettazione<br />
esecutiva è stato commissionato<br />
alla S.T.A. ed è stato eseguito<br />
tramite un laser scanner per<br />
quanto riguarda il rilievo del<br />
cavalcavia, delle aree circostanti<br />
e di due porzioni di galleria ferroviaria;<br />
4 squadre con stazione<br />
totale e uno Strumento Leica<br />
P20 sono scese in campo per la<br />
misurazione della restante parte<br />
e di tutti i chiusini.<br />
L’intervento di Valentina Albano<br />
(architetto di Leica) ha sottolineato<br />
le nuove potenzialità<br />
del Cyclone 9.1, richiamando<br />
l’attenzione su 4 punti chiave:<br />
Serie ScanStation P16/P30/<br />
P40, CloudWorx per Navisworks,<br />
JetStream e Truview Global.<br />
Il JetStream è una piattaforma<br />
software che fornisce un formato<br />
dati più leggero, con una<br />
tecnologia derivata dal Gaming<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Fig. 4 - Schema della presentazione di Valentina Albano.<br />
per le nuvole di punti, denominata<br />
Fly through. Permette<br />
di processare le nuvole di punti<br />
in CloudWorx ad una velocità<br />
tre volte superiore e facilita la<br />
gestione di Dataset complessi<br />
accrescendo la produttività degli<br />
utenti CloudWorx. I vantaggi –<br />
più che evidenti – vanno dal risparmio<br />
di tempo, al risparmio<br />
di spazio fino ad arrivare alle<br />
prestazioni di visualizzazione.<br />
Il Truview Global, un software<br />
disponibile per tutti i tipi di<br />
browser, primo visualizzatore<br />
di rilievi 3D basato su web<br />
browser, introdotto 10 anni fa,<br />
è oggi compatibile con tutti<br />
i tipi di dispositivi e browser;<br />
ed oltre ad avere una completa<br />
compatibilità con tutti i<br />
Truview creati in modo tradizionale<br />
non richiede installazione<br />
di plug-in (Link video:<br />
https://www.youtube.com/<br />
watch?v=zEja9_DsV9U)<br />
L’azienda Prisma ha presentato<br />
un forte contributo al mondo<br />
della geomatica nel corso della<br />
conferenza divulgando una relazione<br />
sul Data-Fusion in ambiente<br />
costiero e portuale.<br />
Per quanto riguarda l’ambiente<br />
Fig. 5 - Slide dimostrativa della fase a mare e delle<br />
soluzioni adottate nella fase a terra. Alcuni numeri<br />
sul rilievo: 6 comuni coinvolti, 33 Km di spiaggia<br />
rilevati, impiegata una squadra composta da 20<br />
rilevatori e l’estensione dell’area rilevata a mare è<br />
stata di circa 50 Km 2<br />
costiero (Grande Progetto<br />
di Salerno), il<br />
processo d’integrazione<br />
dei dati è stato svolto<br />
con differenti sensori.<br />
Le operazioni possono<br />
riassumersi in una<br />
prima fase di rilievi sul<br />
campo (Topografia,<br />
Batimetria, Laser Scanner<br />
Prelievo Campioni, Rilievi SSS,<br />
Rilievi MB, Rilievi SBP, Rilievi<br />
Magnetometrici, Mappatura<br />
delle Biocenosi), una seconda<br />
fase di elaborazione dei dati, ed<br />
una terza di realizzazione del<br />
GIS con i dati acquisiti.<br />
Invece per l’ambiente portuale<br />
è stato effettuato il rilievo<br />
della Gru semi-sommersa del<br />
IV sporgente ILVA nel Porto<br />
di Taranto (incidente dell’11<br />
dicembre 2014). La migliore<br />
soluzione possibile prevedeva<br />
l’integrazione di 3 tipologie<br />
di rilievo: Multi-Beam, Laser<br />
Scanner e Fotogrammetrico.<br />
Il dato finale è stato composto<br />
attraverso la fusione metrica<br />
dei 3 rilievi in data-fusion. Nel<br />
data-fusion rappresentativo assume<br />
un forte valore l’impiego<br />
del Truview. Due sono i punti<br />
di forza: semplicità di realizzazione<br />
e possibilità per il cliente<br />
di usufruire di uno strumento<br />
intuitivo e valido. Lo strumento<br />
è risultato un ottimo software<br />
d’integrazione su SR. La versatilità<br />
d’importazione consente<br />
di ottenere una gran quantità di<br />
formati.<br />
L’ultimo intervento ha trovato<br />
l’applicazione Scan to<br />
BIM come protagonista del<br />
rilievo e del modello 3D della<br />
Chiesa degli Eremitani di<br />
Padova. Il lavoro è stato suddiviso<br />
in 5 fasi principali che<br />
hanno portato allo sviluppo<br />
del modello 3D, l’ispezione<br />
generale e la realizzazione<br />
della documentazione fotografica,<br />
il rilevamento fotogrammetrico,<br />
il rilevamento<br />
elettro-ottico e il rilevamento di<br />
completamento per gli elementi<br />
di dettaglio (al fine di una loro<br />
visualizzazione su device). L’elaborazione<br />
finale dei modelli laser<br />
scanner e fotogrammetrici è<br />
stata conclusa con l’archiviazione<br />
di tutti i dati preposti (Link<br />
video: https://www.youtube.com/<br />
watch?v=cLH5wK8YCo4).<br />
Fig. 6 - Riproduzione dell’ambiente portuale di<br />
Taranto in dissesto.<br />
Le soluzioni innovative presentate<br />
quest’anno alla 2° User Conference<br />
HDS di Leica Geosystems, sono state<br />
molteplici e di varia natura. Nel prossimo<br />
numero di <strong>GEOmedia</strong> si continuerà<br />
l’esposizione relativa alla seconda<br />
parte della Conferenza dedicata<br />
alla soluzioni di ultima generazione.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
laser scanner; rilievo; conferenza<br />
utenti leica geosystem; nuvole di<br />
punti<br />
ABSTRACT<br />
This year the 2nd Leica Geosystems HDS<br />
User Conference, held on November 19<br />
in Rome at the Sheraton Golf, located at<br />
the Parco dei Medici, has fueled the interest<br />
of professionals and emerging industry<br />
by disseminating and showcasing the new<br />
techniques and new instruments.<br />
AUTORE<br />
Redazione <strong>GEOmedia</strong><br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 35
SCHEDA MERCATO TECNICA<br />
Le Soluzioni ME.S.A<br />
ME.S.A. S.R.L.<br />
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ME.S.A. leader nella<br />
vendita di strumenti<br />
di misura e rilievo<br />
tridimensionale per il<br />
territorio, l’architettura,<br />
i Beni Culturali, la geologia,<br />
offre una gamma<br />
di prodotti per la scansione<br />
3D, oltre a Bracci<br />
di misura e Laser Trackers<br />
per acquisizioni ad<br />
altissima precisione. L’azienda<br />
è partner esclusivo<br />
in Italia di operatori<br />
primari del settore come<br />
FARO, TRIMBLE, GE-<br />
OSLAM, GEXCEL.<br />
ME.S.A. supporta il<br />
professionista e l’azienda<br />
con disponibilità, competenza,<br />
flessibilità e formazione,<br />
punti di forza<br />
che la distinguono dal<br />
resto del mercato della<br />
distribuzione.<br />
La distribuzione dello<br />
strumento portatile Freestyle3D<br />
della FARO<br />
persegue il concetto per<br />
cui in ogni strumento<br />
si trova il prezioso aiuto<br />
per svolgere in modo<br />
veloce e preciso l’attività<br />
di MISURAZIONE. Il<br />
Freestyle3D infatti è uno<br />
scanner manuale ad alta<br />
precisione e di eccellente<br />
qualità, che documenta<br />
in modo rapido e affidabile<br />
ambienti, strutture e<br />
oggetti tridimensionali<br />
creando nuvole di punti<br />
ad alta definizione. Grazie<br />
alla sua imbattibile<br />
precisione può essere<br />
utilizzato ogniqualvolta<br />
sia richiesta una misurazione<br />
rapida di installazioni<br />
da diverse prospettive.<br />
Il suo utilizzo estremamente<br />
flessibile consente<br />
l’acquisizione di<br />
informazioni metriche<br />
in diversi settori, dall’edilizia<br />
alla produzione<br />
industriale, dall’interior<br />
design al settore forense.<br />
Il corpo leggero in fibra<br />
di carbonio e il peso inferiore<br />
al chilogrammo<br />
lo rendono infatti estremamente<br />
maneggevole<br />
e mobile. Lo strumento<br />
è caratterizzato da notevoli<br />
vantaggi quali il<br />
rapporto qualità/prezzo,<br />
la determinazione di dati<br />
3D digitali in tempo reale,<br />
la possibilità di lavorare<br />
in modo flessibile<br />
senza target artificiali,<br />
la perfetta integrazione<br />
con i dati del laser scanner<br />
terrestre Focus3D,<br />
un software di scansione<br />
intuitivo utilizzabile<br />
tramite tablet e l’alimentazione<br />
esterna non necessaria.<br />
Tutte queste caratteristiche<br />
permettono<br />
di ottimizzare la produttività<br />
grazie alla rapida<br />
fase di acquisizione dei<br />
dati e il loro trattamento<br />
all’interno software<br />
Scene. Facile da usare, il<br />
Freestyle3D è un laser di<br />
Classe 1 con un raggio di<br />
misurazione incluso tra i<br />
0,5-3m, una risoluzione<br />
laterale di 0,2-1mm e in<br />
profondità di 0,2mm a<br />
una distanza di 0,5m e<br />
una precisione dei punti<br />
3D inferiore a 1,5mm.<br />
Dotato di fotocamera<br />
RGB, permette di ottenere<br />
scansioni texturizzate.<br />
FateVi incuriosire dalle<br />
potenzialità del Freestyle3D<br />
e degli strumenti<br />
distribuiti da ME.S.A.<br />
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36 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 37
MERCATO<br />
Laser Scanner Leica HDS,<br />
attenzione ai dettagli e facilità d'uso<br />
Per i progetti di rilievo c'è bisogno di strumenti<br />
di scansione precisi. Sia che occorra una<br />
rappresentazione dettagliata di una facciata costruita,<br />
una planimetria in 2D o dati 3D per<br />
l’integrazione nella modellazione BIM (Building<br />
Information Modeling), ricostruire una<br />
scena del crimine, acquisire la geometria 3D di<br />
strade, gallerie e ponti.<br />
Teorema srl Milano, distributore per Lombardia<br />
e Piacenza degli Strumenti Topografici<br />
Leica presenta le ultime novità dei Laser Scanner HDS, la scelta giusta<br />
quando i dettagli sono importanti:<br />
• Leica ScanStation P16 - Scansioni laser precise con un solo tasto<br />
• Leica ScanStation P30 P40 - La tua Soluzione Laser Scanner completa<br />
Leica ScanStation P16. L'elevata qualità, le prestazioni e la massima robustezza,<br />
rendono Leica ScanStation P16 lo strumento ideale nel mondo<br />
della scansione laser 3D. Il suo interessante rapporto prezzo-prestazioni e<br />
l'interfaccia semplice, garantiscono una soluzione interessante per tutte le<br />
applicazioni con una portata fino a 40 metri.<br />
Leica ScanStation P16 dispone di un’interfaccia touchscreen pratica ed<br />
intuitiva. Il pulsante di scansione «one-touch» e il software in modalità<br />
procedura guidata garantiscono un flusso di lavoro semplice ed un controllo<br />
rapido dei dati sul campo. Combinato al comando a distanza WLAN, il<br />
sistema Leica ScanStation P16 può essere utilizzato da qualsiasi dispositivo<br />
palmare.<br />
Leica ScanStation P30 è uno scanner ad alta versatilità adatto per una vasta<br />
gamma di tipiche soluzioni di scansione. Con il suo mix ottimale di velocità,<br />
autonomia e precisione ed una robustezza senza pari, è la soluzione<br />
all-in-one per una ampia gamma completa di applicazioni.<br />
Leica ScanStation P40 offre massima versatilità, ottima portata, elevata velocità<br />
di scansione ed eccellente qualità dei dati quando e dove necessario.<br />
E' la soluzione perfetta per qualsiasi attività di scansione laser 3D.<br />
Per maggiori informazioni potete contattare Teorema ai seguenti riferimenti:<br />
Teorema srl Via Romilli 20/8 20139 MILANO Tel 02/5398739<br />
www.geomatica.it<br />
(Fonte:Teorema)<br />
T-50P: nuovo multibeam portatile<br />
ad altissima risoluzione da Reson<br />
“Mai visto dati così” commentano i tecnici. Il nuovo SeaBat T50-P ha<br />
nel nome la P di portatile e nel cuore la tecnologia dei più precisi e performanti<br />
Multibeam Reson, come l’icona 7125.<br />
• Altissima risoluzione<br />
• 512 beam da 0.5°x1°<br />
• 165° di area investigata<br />
• oltre 500 m di range<br />
• frequenza selezionabile on-the-fly da<br />
190 a 420 kHz<br />
• possibilità di distribuire a piacimento<br />
i beam<br />
• possibilità di mantenerne costante<br />
la spaziatura dei beam al variare della<br />
profondità<br />
• visualizzazione della colonna d’acqua<br />
• modulazione FM Chirp per dati incredibilmente puliti…<br />
• e molto altro…<br />
Il tutto in un processore portatile con tutte le connessioni pronte e i cavi<br />
ridotti al minimo per essere rapidamente installato e operativo.<br />
Tutto questo in uno strumento “mai visto prima”, ad un prezzo lancio<br />
fino a fine novembre.<br />
Sul canale YouTube di Codevintec il video di presentazione<br />
https://youtu.be/btxYWmHM_Z0<br />
Codevintec è rappresentante in esclusiva di Teledyne Reson per l’Italia.<br />
(Fonte: Codevintec)<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 39
MERCATO<br />
ENVI 5.3 passa al 3D<br />
Il software ENVI è noto per i<br />
suoi potenti strumenti di analisi<br />
delle immagini geospaziali.<br />
Tuttavia la nuova versione<br />
aggiunge ora funzionalità significative<br />
di analisi e visualizzazione<br />
delle nuvole di punti<br />
LiDAR, precedentemente<br />
disponibili solo nel pacchetto<br />
software ENVI LiDAR.<br />
ENVI, nuovo e migliorato, offre<br />
agli utenti una singola interfaccia software per lavorare con<br />
dati iperspettrali, multispettrali, pancromatici e LiDAR.<br />
"Il software ENVI base offre ora funzionalità significative<br />
subito disponibili per la visualizzazione delle nuvole di punti<br />
3D, la generazione di prodotti di terreni derivati (p. es. DEM)<br />
e l'analisi LiDAR, come l'analisi di visibilità", afferma Adam<br />
O'Connor, Product Manager ENVI e IDL presso Harris. "In<br />
caso di richiesta di nuvole di punti o prodotti derivati in un'area<br />
in cui la raccolta LiDAR risulta impraticabile o troppo costosa,<br />
l'ENVI Photogrammetry Module è in grado di generare<br />
nuvole di punti 3D sintetiche partendo da immagini ottiche<br />
stereo, in modo da sfruttare gli archivi di immagini esistenti",<br />
aggiunge O'Connor.<br />
L'8 ottobre si è svolto a Roma l'evento "ENVI e SARscape<br />
User Group <strong>2015</strong>" promosso da EXELIS (Visual Information<br />
Solutions), azienda produttrice di strumenti e sistemi software<br />
con elevati standard di qualità, che permettono di visualizzare,<br />
analizzare e condividere qualsiasi tipo di dati e immagini sia<br />
nell'ambito di applicazioni civili, sia in ambito di sicurezza e<br />
difesa.<br />
Si tratta del primo evento "user group" promosso dall'azienda<br />
dopo l'acquisizione dell'85% di Exelis da parte di Harris Corporation,<br />
azienda americana leader nell'offerta di soluzione<br />
tecnologiche avanzate, con un organico di oltre 23 mila dipendenti,<br />
di cui 9000 tra ingegnerie ricercatori e clienti in oltre<br />
125 paesi nel mondo.<br />
Come sappiamo oggi i dati telerilevati vengono utilizzati per<br />
prendere decisioni strategiche, fare scoperte e comprendere più<br />
a fondo il mondo che ci circonda. Diversi tipi di dati acquisiti<br />
da piattaforme aeree e satellitari, ottici oppure di altra natura<br />
(come LiDAR e SAR), sono disponibili e utilizzati in maniera<br />
crescente. Utilizzati da soli o integrati insieme per una visione<br />
più completa di una zona geografica, i dati telerilevati consentono<br />
ai professionisti di tutti i settori di prendere decisioni in<br />
maniera più consapevole. Fiore all'occhiello di EXELIS sono<br />
i prodotti ENVI, che consentono di estrarre facilmente le informazioni<br />
dalle immagini geospaziali. Tra i prodotti ENVI<br />
di particolare importanza è certamente ENVI SARscape,<br />
che consente di leggere facilmente e di processare dati SAR,<br />
in modo da poter trasformare un dato difficile da interpretare<br />
in informazioni contestuali significative. Il dato SAR è un<br />
tipo di dato sofisticato che può essere utilizzato per analizzare<br />
una zona di interesse durante il giorno o di notte, indipendentemente<br />
dalle condizioni atmosferiche. E' utile ricordare<br />
che l'impiego dei sensori SAR negli ultimi anni è diventato<br />
sempre più pervasivo, in quanto in grado di offrire ad un vasto<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
ZEB 1 | SURVEY IN MOTION<br />
ventaglio di professionisti un valido approvvio misurabile<br />
ed analitico nella acquisizione di informazioni su un'area<br />
geografica di interesse.<br />
L'evento svoltosi a Roma è stato dedicato alle innovazioni<br />
introdotte nell'ultima evoluzione dei prodotti ENVI (5.3),<br />
nell'ambito dei quali ha fatto il suo ingresso anche l'impiego<br />
del concetto di applicazione basata su cloud (ENVI<br />
Service Engine). ENVI e SARscape User Group è stata<br />
così una occasione preziosa - come tutte le precedenti edizioni-<br />
per la presentazione di alcune esperienze sul campo<br />
utilmente condotte da utilizzatori di dati satellitari e dei<br />
prodotti EXELIS.<br />
Il primo contributo è stato portato da Livio Rossi di e-<br />
GEOS, società Telespazio/ASI leader nell'offerta di prodotti<br />
e servizi nell'ambito della Earth Observation. Rossi ha<br />
parlato diffusamente dell'uso degli strumenti ENVI nella<br />
gestione delle attività legate al programma europeo Copernicus,<br />
con particolare riferimento al ruolo di Copernicus<br />
come supporto alle emergenze nazionali ed internazionali.<br />
Si tratta del "Copernicus Emergency Management Service-<br />
Rapid Mapping", il servizio operativo che fornisce mappe<br />
a richiesta in caso si disastri ad ogni Protezione Civile di<br />
stati membri dell'EU, oppure ad istituzioni internazionali<br />
autorizzate. E' stata analizzata tutta la catena di eventi che<br />
determina il coinvolgimento delle risorse di Copernicus in<br />
un evento di emergenza, come il rilevamento ed il monitoraggio<br />
di una massiccia perdita di petrolio in mare, incendi,<br />
emergenze sanitarie, alluvioni,emergenze umanitarie, etc.<br />
All'interno di questo processo assume ruolo ovviamente<br />
fondamentale la scelta dei dati da acquisire (di tipo radar<br />
oppure ottico, estensione territoriale dell'area di interesse,<br />
risoluzione, etc.), che vengono stabiliti in parte su base di<br />
automatismi, in parte per l'intervento di decisori umani attivi<br />
H24.<br />
E' interessante sapere che il primo mapping utile per l'intervento<br />
viene realizzato entro 3 ore dall'arrivo dei primi<br />
dati dai sensori e cotestualmente viene realizzata (entro 6<br />
ore dall'allarme) anche una mappa "pre"-evento (per gli opportuni<br />
utili confronti) con i dati esistenti in archivio. Per la<br />
produzione delle mappe vengono impiegati oltre ai dati dei<br />
sensori anche tutti i dati "open" disponibili ed ultimamente<br />
anche i cosiddetti "social data" (da fonti come Twitter o<br />
Flicker). I satelliti delle serie Sentinel-1 e Sentinel-2 sono<br />
particolarmente impiegati su questo servizio.<br />
Ad oggi si sono avute 130 attivazioni e circa 500 mappe<br />
prodotte per circa 40 paesi a livello internazionale.<br />
A margine, un dato inaspettato e sorprendente: parlando di<br />
emergenze, la maggior parte del mondo della cooperazione<br />
internazionale (ed italiana) pare non utilizzi o utilizzi scarsamente<br />
la geoinformazione. Dunque è probabile che l'uso di<br />
questi strumenti abbia grandi opportunità di diffusione in<br />
tale ambito nel prossimo futuro.<br />
Il secondo contributo è stato dedicato alla presentazione di<br />
un sistema, basato su dati SAR, per la mappatura di aree<br />
allagate: intervento a cura di Luca Pulvirenti del CIMA Reserch<br />
Foundation di Savona (Centro di Competenza della<br />
Protezione Civile per il Rischio Idrogeologico). Ancora un<br />
esempio di "rapid mapping" focalizzato su una particolare<br />
situazione emergenziale di tipo ambientale, in cui il telerilevamento<br />
di tipo radar assume un ruolo privilegiato, grazie<br />
alla sua sostanziale indipendenza dalla illuminazione sola-<br />
Arriva in Italia il primo laser scanner<br />
handheld per il mobile mapping.<br />
Basato su tecnologia SLAM,<br />
rappresenta la soluzione ideale<br />
per il rilievo 3D rapido e accurato<br />
di realtà complesse.<br />
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Seguirà un programma di roadshow<br />
in Italia nei mesi successivi.<br />
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Italia della Faro Technologies e della<br />
GeoSLAM UK, rinforza la gamma di<br />
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livello mondiale nel campo<br />
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metrologia. ME.S.A. srl si propone sul<br />
mercato nazionale con uno sguardo<br />
all'Europa come supporto<br />
d'eccellenza a tutte quelle aziende<br />
che, resistenti agli anni della crisi,<br />
fanno dell'innovazione il loro cavallo<br />
di battaglia per rendersi altamente<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 41
MERCATO<br />
re e dalle condizioni meteo. In questo caso i prodotti ENVI<br />
sono stati presentati soprattutto nella accezione di "ambiente<br />
di sviluppo" per applicazioni specifiche. E' stata illustrata la realizzazione<br />
in ambiente ENVI-IDL ed ENVI-SARscape di un<br />
modulo software per la generazione di mappe ad alta risoluzione<br />
(provviste di indice di affidabilità) di aree allagate estratte da<br />
immagini SAR provenienti da Cosmo-SkyMed. Lo strumento<br />
realizzato è stato mostrato all'opera nel caso reale dell' alluvione<br />
di fiume Secchia (Emilia Romagna) del 21 Gennaio 2014.<br />
Dopo il tradizionale coffe-break ha avuto luogo la terza sessione<br />
a cura di Alessio Cantone di Sarmap (azienda svizzera<br />
che si occupa della realizzazione di prodotti software avanzati<br />
per il telerilevamento). L'intervento è stato dedicato ad una<br />
presentazione di dettaglio della nuova release di SARScape: la<br />
5.2 rilasciata da poco. Inoltre sono stati presentati alcuni risultati<br />
basati su dati Sentinel-1 e PALSAR-2. Particolare enfasi<br />
è stata posta sui nuovi sensori supportati da SARScape 5.2,<br />
tra cui: Sentinel-1,Kompsat-5,RiSAT-1, ALOS-2 e COSMO-<br />
SkyMed (II Gen.). Molto interessante l'aggiunta nella versione<br />
5.2 di tutti i processamenti di fase, nonchè la possibilità di<br />
effettuare il download automatico all'interno di SARScape dei<br />
dati Sentinel di una particolare area.<br />
Peristono però, a quanto pare, alcuni vecchi problemi di calibrazione<br />
radiometrica dei dati Sentinel e si riscontrano anche<br />
rilevanti effetti atmosferici. Altro aspetto sviluppato nell'intervento<br />
è stato il tema dell'aggiornamento degli algoritmi: molti<br />
componenti sono stati aggiornati, in particolare completamente<br />
rinnovati gli algoritmi di coregistrazione ed interferometria<br />
per poter sviluppare nuovi sensori, con miglioramento di robustezza,<br />
precisione e velocità. Le conclusioni dell'intervento<br />
sono state dedicate ad una carrellata sui temi della ricerca e<br />
dello sviluppo che Sarmap ha in laboratorio sull'elaborazione<br />
delle immagini satellitari.<br />
Il successivo intervento ha aperto una finestra sul mondo militare,<br />
con l'intervento di Sergio De Ceglie, Ufficiale della Marina<br />
Militare ed esperto di optoelettronica del CISAM (Centro<br />
Interforze Studi Applicazioni Militari), dedicato alla elaborazione<br />
di immagini iperspettrali in ambito militare. In questo<br />
caso non si è parlato immagini satellitari, ma telerilevate da<br />
mezzi aerei (sensori SIMGA e SPHYDER).<br />
Gli obiettivi di queste applicazioni sono state: la classificazione<br />
delle aree e la loro sorveglianza, la scoperta di potenziali<br />
minacce e la individuazione di bersagli (algoritmi di Anomaly<br />
Detection, Change Detection e Spectral Matching).<br />
L'impiego di ENVI e del linguaggio IDL di sviluppo in questo<br />
contesto è risultato utile per la relativa facilità nella gestione<br />
delle immagini di grandi dimensioni, nella estrazione di informazioni<br />
di interesse, nella georeferenziazione e coregistrazione<br />
e nella individuazione dei bersagli tramite la loro firma spettrale.<br />
Quest'ultima circostanza non va considerata un'esigenza<br />
strettamente legata ad un teatro bellico: nella individuazione di<br />
un bersaglio ricade anche la necessità di individuare un uomo<br />
in mare (naufrago), tema di grande attualità di questi tempi in<br />
relazione ai processi di migrazione di esseri umani via mare nel<br />
Mar Mediterraneo. E' in atto in questo senso una sperimentazione<br />
che per l'acquisizione delle immagini grezze fa uso di<br />
elicotteri. Dall'esperienza militare scaturisce un suggerimento<br />
per gli sviluppi futuri di ENVI: una integrazione di dati provenienti<br />
da sensori eterogenei in tecnologia e piattaforma.<br />
Penultimo intervento prima della chiusura della interessante<br />
giornata di lavori: quello di Magdalena Stefanova Vassileva di<br />
Ithaca (altro industrial provider del "Copernicus Emergency<br />
Management Service-Rapid Mapping"), con un intervento<br />
dedicato alla gestione delle aree alluvionate in immagini SAR,<br />
nel quale sono stati ripercorsi sostanzialmente i temi del primo<br />
intervento di Livio Rossi di e-GEOS. Infine, a conclusione<br />
l'ultimo affascinante intervento di Chris Stewart (ESA Esrin,<br />
Frascati) dedicato alla elaborazione di dati SAR con ENVI e<br />
SARScape per la Ricerca Archeologica. Stewart ha raccontato<br />
la propria esperienza di una settimana di training presso Sarmap,<br />
in Svizzera, dedicato a studi di prospezione archeologica<br />
utilizzando dati di COSMO SkyMed, ALOS e Radarsat-2 per<br />
il rilevamento di strutture (sepolte o meno) in zone desertiche<br />
e segni di vegetazione archeologica. I test sono stati condotti<br />
su un'area del nord del Sinai (in Egitto),sul Porto di Traiano e<br />
su Torre Angela (in Italia). Le nuove funzionalità di SARScape<br />
hanno consentito di effettuare interessanti test su Analisi di<br />
Artefatti ed analisi di Serie Temporali, con risultati incoraggianti<br />
e di sicuro interesse per approfondimenti futuri.<br />
(Fonte: Redazionale)<br />
42 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 43
MERCATO<br />
Mobile mapping:<br />
presentato il nuovo<br />
MLS-16 mobile<br />
laser scanner 3D<br />
economico, compatto<br />
e leggero<br />
Microgeo ha annunciato<br />
il sistema mobile laser<br />
scanner 3D più economico,<br />
contenuto e leggero<br />
sul mercato. L’esprienza maturata nel settore “mobile<br />
mapping” tramite un network tra aziende del settore,<br />
ha permesso la progettazione e realizzazione del sistema<br />
MLS-16.<br />
Il sistema MLS-16 nasce dalla capacità di Microgeo di poter<br />
realizzare un sistema di rilievo dinamico 3D adatto ad<br />
ogni cliente, potendo installare diversi tipi di hardware,<br />
che consentono una massima personalizzazione.<br />
MLS-16 sposa perfettamente le richieste di un ampio<br />
pubblico, che necessita di raggiungere elevati livelli di produttività<br />
nel mondo del rilievo 3D, mantenendo un ottimo<br />
rapporto qualità prezzo. Progetto, svolto interamente<br />
in Italia, nell’ingegnerizzazione Hardware e nello sviluppo<br />
della parte software, per la massima ottimizzazione del<br />
funzionamento del sistema in fase di acquisizione ed in<br />
elaborazione dati.<br />
SOFTWARE:<br />
3Dcapture: Software dedicato al controllo del corretto funzionamento<br />
dei componenti hardware interni e alla parametrizzazione<br />
dei valori di acquisizione. E’ possibile osservare<br />
la navigazione del tragitto di scansione in tempo reale.<br />
3Dpos: Software per la correlazione tra dati laser scanner,<br />
dati di traiettoria / GPS e dati fotografici.<br />
3Dimage: Software per l’analisi delle immagini acquisite<br />
con possibilità di misura diretta.<br />
CARATTERISTICHE TECNICHE:<br />
Velocita’ di acquisizione: 300.000 pti/sec<br />
Campo di vista: 360°<br />
Multi-Eco: Si<br />
Fotocamera: 30 Megapixel formato sferico<br />
Odometro: Si<br />
Sistema di navigazione INS/GNSS: Novatel; Applanix; ecc.<br />
(scelta personalizzabile da parte del cliente)<br />
PC on board: Si<br />
Sistema di controllo: PC Tablet<br />
Dimensioni: 65x55x45 cm<br />
Peso: inferiore a 8kg<br />
Per maggiori informazioni contattate:<br />
Info@microgeo.it 0558954766<br />
(Fonte: Microgeo)<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
MERCATO OPPORTUNITIES IN EUROPE<br />
13 Progetti Galileo<br />
finanziati in ambito<br />
Horizon 2020 di cui 4<br />
a leadership italiana<br />
Horizon<br />
L'Agenzia europea GNSS<br />
(GSA) ha annunciato i<br />
risultati della valutazione<br />
della seconda call 2020<br />
per applicazioni di Galileo,<br />
con 13 progetti finanziati,<br />
che riceveranno una<br />
sovvenzione cumulativa di<br />
euro 24.894.169. Quattro<br />
di questi sono a leadership<br />
italiana. La seconda call<br />
in oggetto ha ricevuto 91<br />
proposte. Dopo le valutazioni<br />
che hanno avuto<br />
luogo tra il 27 maggio e il<br />
11 giugno scorso, il finanziamento<br />
è andato a quelle<br />
13 proposte che meglio<br />
hanno mostrato un focus<br />
significativo sull’impatto<br />
verso i mercati globali con<br />
una forte innovazione e<br />
l'inserimento di nuove conoscenze.<br />
Delle 91 proposte, 45 nel<br />
tema European GNSS<br />
applications, 31 nel tema<br />
Small and Medium Enterprise<br />
(SME) Based European<br />
GNSS applications e<br />
15 sotto il tema releasing<br />
the potential of European<br />
GNSS applications through<br />
international cooperation.<br />
Il finanziamento per<br />
i 13 progetti scelti con<br />
successo sarà assegnato a<br />
95 diversi partecipanti.<br />
Sotto il primo tema di<br />
applicazioni di E-GNSS,<br />
il finanziamento è stato<br />
assegnato a otto progetti,<br />
che coprono i trasporti,<br />
geodetici, servizi basati<br />
sulla localizzazione (LBS),<br />
agricoltura, servizi di<br />
emergenza e altre applicazioni<br />
professionali. Il contributo<br />
totale raccomandato<br />
dalla UE per questo<br />
argomento è stato pari a<br />
20.357.180.<br />
Per il secondo tema di<br />
applicazioni di e-GNSS<br />
based per Piccole e Medie<br />
Imprese (PMI), tre progetti<br />
sono stati approvati<br />
per il finanziamento, che<br />
coprono applicazioni nei<br />
mercati di nicchia e modelli<br />
di business, mercato<br />
di massa per prodotti<br />
LBS, test di mercato, ecc.<br />
Il contributo totale per<br />
questo argomento è di<br />
euro 2.918.619.<br />
Nell'ambito del terzo e<br />
ultimo argomento di liberare<br />
il potenziale delle<br />
applicazioni E-GNSS<br />
attraverso la cooperazione<br />
internazionale, a due<br />
progetti sono stati assegnati<br />
i finanziamenti, che<br />
riguardano lo sviluppo di<br />
applicazioni internazionali<br />
innovative che porterà<br />
i servizi E-GNSS alla ribalta<br />
della consapevolezza<br />
globale. Il finanziamento<br />
totale raccomandato per<br />
questo argomento è stato<br />
di euro 2.693.639.<br />
Oltre a questi progetti in<br />
lista principale per il finanziamento,<br />
ci sono altri 14<br />
progetti in lista di riserva.<br />
Il contributo finanziamento<br />
totale raccomandato<br />
dell'UE per questi progetti<br />
di riserva viene a euro<br />
30.740.370.<br />
(Fonte GSA)<br />
46 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 47
MERCATO RECENSIONE<br />
GIS Open Source per<br />
geologia e ambiente<br />
Analisi e gestione dei<br />
dati territoriali con QGIS<br />
AUTORE DEL LIBRO:<br />
VALERIO NOTI<br />
EDITORE:<br />
DARIO FLACCOVIO EDITORE<br />
PAGINE: 352<br />
PREZZO: 38€<br />
ISBN: 9788857903392<br />
Fra i professionisti del territorio,<br />
i geologi sono sicuramente<br />
quelli che hanno<br />
maggiore necessità nell'uso di<br />
strumenti GIS e di dati geografici.<br />
Non è un uso di sola<br />
rappresentazione perché, più<br />
di altri, i geologi analizzano il<br />
territorio attraverso modelli e<br />
elaborazioni sofisticate.<br />
Pensate a ciò che succede in<br />
Italia, ormai con periodicità<br />
definita, in fatto di dissesto<br />
idrogeologico. Proprio questo<br />
ci consente di capire l'importanza<br />
del lavoro dei geologi<br />
in fatto di analisi e programmazione<br />
di interventi per prevenire<br />
i disastri derivanti dai<br />
fenomeni naturali e dalla disattenzione<br />
umana.<br />
Quindi direi che Valerio Noti<br />
con il suo libro "GIS Open<br />
Source per geologia e ambiente",<br />
pubblicato da Dario<br />
Flaccovio Editore, ha centrato<br />
l'obiettivo. La necessità di avere<br />
un testo guida che consentisse<br />
di imparare ad usare un<br />
desktopGIS, non solo nelle sue<br />
funzioni di base ma in tutte<br />
le estensioni che consentono<br />
elaborazioni utili all'analisi del<br />
territorio, del suolo e del sottosuolo.<br />
L'occhio agli aspetti utili<br />
e necessari ai geologi è evidente<br />
in molti dei capitoli del libro,<br />
che in 350 pagine offre vari<br />
livelli di studio ed approfondimento.<br />
Il primo capitolo aiuta il lettore<br />
nella comprensione dei<br />
concetti fondamentali dei sistemi<br />
informativi geografici,<br />
di fresca memoria per chi si è<br />
laureato nell'ultimo decennio.<br />
Una piacevole lettura che introduce<br />
con chiarezza anche<br />
aspetti legati all'uso in Italia<br />
dei GIS, come ad esempio: i sistemi<br />
nazionali di coordinate, i<br />
codici EPSG, la conversione di<br />
coordinate usando il Geoportale<br />
Nazionale, i metadati ed il<br />
Repertorio Nazionale dei Dati<br />
Territoriali.<br />
Quasi 150 pagine sono poi dedicate<br />
all'uso del noto software<br />
open source QGIS, disponibile<br />
gratuitamente per Windows,<br />
Linux e Mac. Questo<br />
desktopGIS, precedentemente<br />
denominato Quantum GIS,<br />
nasce da GRASS, uno dei<br />
software GIS storici, nato nel<br />
1982 in ambito militare americano.<br />
A parte gli argomenti da<br />
manuale pratico del software,<br />
si evidenzia un capitolo dedicato<br />
all'uso delle Carte Tecniche<br />
Regionali e dei servizi web<br />
di interoperabilità a standard<br />
OGC.<br />
Seguono quasi 150 pagine dedicate<br />
al geoprocessing. Qui<br />
troviamo un'ampia descrizione<br />
pratica delle tantissime funzionalità<br />
di analisi spaziale dei<br />
plugin GRASS richiamabili da<br />
QGIS. E' questo il vero pane<br />
per il geologo (e non solo!) da<br />
masticare e digerire. La trattazione<br />
passa dalle tecniche<br />
di geoprocessing vettoriale a<br />
quelle raster, evidenziando le<br />
potenzialità delle due tecniche<br />
e le possibili integrazioni.<br />
E per chi analizza il suolo non<br />
poteva mancare un capitolo<br />
dedicato ai modelli digitali di<br />
elevazione nelle loro varie forme<br />
e formati, ed alle funzioni<br />
che consentono di derivarne<br />
informazioni utili per l'analisi<br />
del territorio (analisi di visibilità,<br />
calcolo volumetrico,<br />
estrazione di profili, pendenze,<br />
esposizione dei versanti, ecc.).<br />
Con mia piacevole sorpresa<br />
troviamo anche un capitolo<br />
dedicato al Geoprocessing che<br />
introduce a questo ostico ma<br />
molto utile approccio di studio,<br />
fondamentale per le analisi<br />
spaziali nel campo delle Scienze<br />
della Terra, che fanno uso di<br />
parametri ambientali rilevati in<br />
campo.<br />
Il testo si conclude con tre<br />
esempi concreti di applicazioni<br />
dedicate a temi geologici:<br />
studio della morfologia dei<br />
bacini idrografici, zonizzazione<br />
della suscettività da frana,<br />
individuazione di aree potenzialmente<br />
interessate ai fenomeni<br />
di esondazione dei corsi<br />
d'acqua. In questi tre esempi<br />
troviamo spiegati, con dovizia<br />
di particolari, gli usi concreti<br />
di dati geografici di vario tipo e<br />
natura e di funzioni specifiche<br />
di elaborazione ed analisi.<br />
Quindi, in sostanza, un libro<br />
completo, manuale ideale per<br />
il geologo, ma anche per altre<br />
tipologie di professionisti del<br />
territorio come ingegneri ambientali,<br />
pianificatori, urbanisti,<br />
agronomi, ecc. L'autore<br />
esalta giustamente l'uso avanzato<br />
del GIS, attraverso l'applicazione<br />
concreta delle funzioni<br />
di analisi spaziale. Un testo da<br />
non perdere, ma soprattutto da<br />
consumare. Disponibile anche<br />
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10-11 Dicembre <strong>2015</strong><br />
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Noordwijk<br />
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10-12 Febbraio 2016<br />
Amsterdam<br />
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28 Aprile 2016<br />
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Field Workshop<br />
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17-18 Maggio 2016<br />
Rome<br />
FORUM<br />
TECHNOLOGYforALL<br />
Conference<br />
Web: www.technologyforall.it<br />
20-24 Giugno 2016<br />
36th EARSeL Symposium<br />
Bonn<br />
www.geoforall.it/k3ypr<br />
12-19 Luglio 2016<br />
23rd ISPRS Congress<br />
Praga<br />
www.geoforall.it/k3fcd<br />
27-28 Gennaio 2016<br />
SkyTech Event 2016<br />
London<br />
www.geoforall.it/k3y3a<br />
26-27 Aprile 2016<br />
GISTAM 2016<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/k3hd4<br />
3-5 Maggio 2016<br />
Big Data 2016<br />
Alicante<br />
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2-4 Febbraio 2016<br />
TUSExpo 2016<br />
The Hague<br />
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24-25 Maggio 2016<br />
Geo Business 2016<br />
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