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Federico Marazzi - Le città dei monaci. Storia degli spazi che avvicinano a Dio. (2015, Editoriale Jaca Book) - libgen.li

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Le città dei monaci

stenza – dovevano anche organizzare un flusso d’informazioni su se stesse attraverso

le quali il mondo al di fuori dei propri confini fosse in grado di capirne il ruolo

e la funzione nella società.

Tenendo conto di queste premesse, il fine di questo lavoro non è stato quello di

tracciare una storia del monachesimo, né quello di delinearne una sull’architettura

dei monasteri, argomenti sui quali esiste già una letteratura particolarmente abbondante.

Bensì, prendendo le mosse anche da quanto gli studi su questi argomenti

hanno prodotto, esso vuole piuttosto rappresentare un’occasione per riflettere

su come sia stato concepito lo spazio dei monasteri, come sia stato realizzato e

quindi utilizzato da coloro che vi abitavano o che svolgevano attività che li portavano

a gravitare intorno ad esso.

Negli ultimi due/tre decenni, anche in Italia, seguendo quanto era accaduto in

precedenza in altri Paesi d’Europa, i siti di molti monasteri di età tardoantica e

medievale hanno iniziato ad essere oggetto di studi e indagini di carattere archeologico.

È però capitato spesso che queste ricerche abbiano evitato di porsi qualche

necessaria domanda che andasse al di là del mero riconoscimento delle fasi di frequentazione

dei siti indagati e delle loro componenti funzionali, dimenticando che

questi insediamenti erano innanzitutto stati dei luoghi ‘pensati’ nei minimi dettagli

per costituire lo scenario di un percorso esistenziale di natura del tutto particolare.

Quello che ho cercato di costruire è quindi un tentativo di cucire insieme evidenze

di natura anche molto diversa tra loro, per verificare se fosse possibile giungere

al risultato di comprendere come gli organismi materialmente realizzati delle

famiglie monastiche che hanno popolato il territorio dell’Europa fra iv e xii secolo

avessero o meno dialogato con le idee fiorite in quei secoli sullo svolgimento della

vita ascetica.

È stato un viaggio appassionante, anche se in molte circostanze non è stato semplice

cercare di mettere in relazione fonti diverse senza correre il rischio che tra

loro s’istituisse un dialogo del tutto fittizio. Credo però che, alla fine, sia valsa la

pena avventurarsi su questo percorso, se non altro perché è stata una buona occasione

per riflettere meglio su tante esperienze condotte sul campo e nelle biblioteche,

leggendo documenti e riportando alla luce resti materiali che del mondo monastico

mi parlavano, ma forse non riuscendo veramente a darmi piena percezione

della complessità e della ricchezza di ciò che osservavo.

Come ogni monografia, questo lavoro è stato sì il frutto di un impegno individuale,

ma certamente si è nutrito degli insegnamenti e dei consigli di molte persone che

ho incontrato lungo il cammino del suo concepimento e della sua realizzazione.

Sento perciò doveroso esprimere un sentito ringraziamento innanzitutto a Jaca

Book, a Sante Bagnoli e Vera Minazzi per aver accettato il progetto di questo libro

e averne voluto la pubblicazione. Ma il mio grazie va anche ai molti amici e colleghi

che, a volte anche con una semplice parola o mettendomi a disposizione un proprio

studio, mi hanno messo in condizione di superare un’impasse o di cogliere qualcosa

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Marazzi.In claustro.indb 6 11-02-2015 9:02:42

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