16.06.2021 Views

Federico Marazzi - Le città dei monaci. Storia degli spazi che avvicinano a Dio. (2015, Editoriale Jaca Book) - libgen.li

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Le città dei monaci

avendo in mente situazioni osservate in Oriente, che aveva potuto constatare di

persona.

La sua lettera, tuttavia, pur se caratterizzata da un tono decisamente apologetico,

affronta in realtà problemi molto concreti, tra i quali emerge la centralità del

tema dei rapporti fra condotta personale del monaco, organizzazione della sua comunità

di appartenenza e della sua sussistenza e gestione delle risorse a tal fine necessarie.

La questione rivestiva al contempo una valenza morale e pratica, nel senso che

il lavoro garantiva sia la sopravvivenza, sia l’indipendenza di una comunità ascetica,

sia infine teneva occupati i monaci nei momenti liberi dalla preghiera, evitando

che nei loro cuori penetrasse l’accidia. Le parole di Girolamo, ma in effetti

anche il breve passo degli Apophthegmata citato in precedenza, alludono però

anche a un altro aspetto, strettamente legato alla produzione e al consumo di beni

all’interno del monastero, e cioè quello della commercializzazione di articoli che,

prodotti dai monaci, erano tuttavia destinati (interamente o in parte) a fruitori

esterni.

È evidente infatti che, per quanti se ne potessero consumare intra mœnia, soprattutto

oggetti come cesti, canestri, corde e reti dovevano essere prodotti per un

mercato esterno e quindi rappresentassero un piccolo surplus destinato a costituire

merce di scambio per ottenere altri beni che i monaci per vari motivi non erano

in grado di prodursi da soli.

Il tema del lavoro e della produzione si lega quindi inestricabilmente con quello

dello scambio e del commercio, aspetto che rappresenta senza dubbio un problema

di natura più complessa, poiché la sua gestione imponeva ai monaci la sfida

dei rapporti con l’esterno, per di più sottoposti a logiche di carattere mercantile

(\ernic 2004).

Infine, il coinvolgimento in attività agricole e artigianali comportava non solo

che essi fossero a tal fine adeguatamente motivati e che il loro tempo fosse organizzato

in modo razionale, ma prevedeva anche che all’interno del monastero vi fosse

una altrettanto accorta organizzazione degli spazi in cui tali mansioni potessero essere

svolte.

Le parole di Girolamo rimandano perciò alla presenza di laboratori, orti e frutteti,

magari accompagnati da aree in cui ricoverare animali da cortile.

Basilio di Cesarea tratta tutte queste faccende al capitolo 38 della Grande Regola,

nel terzo quarto del iv secolo. Similmente a quanto gli accade trattando altri argomenti,

quale ad esempio quello del consumo del cibo, Basilio assume anche in

questo caso un atteggiamento piuttosto pragmatico, affermando che l’opportunità

di praticare all’interno di un monastero determinate attività piuttosto che altre dipende

molto dal luogo in cui esso sorge e quindi dalla disponibilità delle risorse e

dalle caratteristiche che esso offre.

Tuttavia, egli ritiene che un criterio generale possa essere quello di

36

Marazzi.In claustro.indb 36 11-02-2015 9:02:44

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!