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29. Aargauisches Kantonalmusikfest in Brugg Seite 4 Les fanfares ...

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Rivista bandistica<br />

un repertorio serio ed al contempo adatto alla<br />

comprensione musicale delle orde di musicisti<br />

dilettanti, abituati (nel migliore dei casi) alle<br />

familiari e carezzevoli sonorità delle trascrizioni<br />

di musica operistica e s<strong>in</strong>fonica. Jaeggi<br />

si adoperò con determ<strong>in</strong>azione alla creazione<br />

di un repertorio atto a sostituire quello s<strong>in</strong>fonico<br />

delle trascrizioni <strong>in</strong> auge <strong>in</strong> quel tempo.<br />

Nel rapporto della giuria della Festa federale<br />

di Berna, dove Jaeggi eseguì come pezzo a<br />

scelta la sua ouverture «Menschen von Heute»,<br />

si può leggere: «Interpretando <strong>in</strong> prima<br />

esecuzione quest’opera del suo dist<strong>in</strong>to direttore,<br />

la società di Hägendorf ha rotto con la<br />

monotonia del repertorio tradizionale dei<br />

concorsi di musica». Malgrado il successo,<br />

Jaeggi conobbe pure dei momenti difficili,<br />

quando le opere di altri compositori (oggi totalmente<br />

dimenticati) furono preferite alle<br />

sue ed utilizzate come pezzi imposti per le feste<br />

federali. Alla delusione per il rifiuto dei<br />

suoi brani, proposti per la Festa federale di<br />

Berna del 1931, va attribuita probabilmente la<br />

pausa creativa straord<strong>in</strong>ariamente lunga che<br />

conobbe tra quell’anno ed il 1935.<br />

Nel 1933 fu nom<strong>in</strong>ato direttore della<br />

Stadtmusik di Berna, con la quale due anni<br />

dopo trionfò alla Festa federale di Lucerna<br />

ottenendo il primo rango <strong>in</strong> categoria eccellenza.<br />

In quell’occasione eseguì una propria<br />

trascrizione della rapsodia «Italia» di Alfredo<br />

Casella. Jaeggi fu un <strong>in</strong>stancabile trascrittore:<br />

al suo attivo si contano ben 176 trascrizioni<br />

d’opere, per la maggior parte del Romanticismo.<br />

Maggiore maturità con la<br />

«Festliche Ouvertüre»<br />

La pausa creativa term<strong>in</strong>ò con una commissione<br />

di Radio Berna: la «Festliche Ouvertüre»<br />

fu eseguita il 10 dicembre 1935 <strong>in</strong> occasione<br />

dei festeggiamenti dei dieci anni di fondazione<br />

degli studi radiofonici. Quest’opera,<br />

che fu utilizzata più tardi come pezzo imposto<br />

alla Festa federale di Zurigo del 1957, si presenta<br />

più articolata e matura, rispetto alle<br />

composizioni precedenti. La forma è quella di<br />

un tempo di sonata, preceduto da un’ampia<br />

<strong>in</strong>troduzione lenta (simile alla forma prediletta<br />

da Ross<strong>in</strong>i per le sue ouverture). Il l<strong>in</strong>guaggio<br />

musicale è legato allo spirito romantico. In<br />

alcuni passaggi si sente l’<strong>in</strong>fluenza della musica<br />

di Dvorˇák (un motivo della S<strong>in</strong>fonia «Dal<br />

nuovo mondo» che c’è e non c’è), compositore<br />

col quale Jaeggi condivide la propensione alle<br />

melodie modali. La struttura è solidissima,<br />

granitica. Nel f<strong>in</strong>ale il tema pr<strong>in</strong>cipale si presenta<br />

<strong>in</strong> un «grandioso» di grande suggestione.<br />

Diffusione difficile<br />

Le opere di Jaeggi, <strong>in</strong> quegli anni, si diffusero<br />

con molta difficoltà. Le ragioni sono diverse<br />

e soprattutto da attribuire al gusto dei<br />

direttori che non avevano ancora maturato<br />

l’abitud<strong>in</strong>e d’eseguire opere orig<strong>in</strong>ali. D’altronde,<br />

con la Stadtmusik di Berna, Jaeggi<br />

stesso ha sempre privilegiato la scelta di<br />

grandi trascrizioni da presentare nelle occasioni<br />

più importanti, piuttosto di arrischiarsi<br />

ad eseguire dei brani orig<strong>in</strong>ali. Probabilmente<br />

la pressione proveniente dall’<strong>in</strong>terno della<br />

società, <strong>in</strong> nome del rispetto della tradizione,<br />

non fu priva d’<strong>in</strong>fluenza su queste scelte. Non<br />

può sfuggire la scelta coraggiosa di trascrivere<br />

opere quali (oltre alla già citata rapsodia<br />

«Italia» di Casella), la suite da «L’uccello di<br />

fuoco» di Strav<strong>in</strong>sky (eseguita a partire dal<br />

1936), o il tempo f<strong>in</strong>ale del poema s<strong>in</strong>fonico<br />

«La mer» di Debussy. E’ comunque curioso<br />

costatare come Jaeggi, così aperto nella ricerca<br />

di nuove opere da trascrivere, fu <strong>in</strong>vece<br />

estremamente legato alla tradizione classicoromantica<br />

nell’atto della creazione.<br />

Osteggiata riforma<br />

dell’organico<br />

Veniamo ora all’organico: la tradizione<br />

prussiana, importata <strong>in</strong> Svizzera dai numerosi<br />

maestri provenienti dalla Germania (tra i<br />

quali anche Carl Friedemann, predecessore<br />

di Jaeggi a Berna), prevedeva un organico con<br />

relativamente pochi legni e l’esclusione totale<br />

dei politicamente «troppo francesi» sassofoni!<br />

Jaeggi s’adoperò da subito per allargare<br />

il registro dei clar<strong>in</strong>etti (non si dimentichi<br />

che lui stesso era clar<strong>in</strong>ettista) e per <strong>in</strong>trodurre<br />

i clar<strong>in</strong>etti contralti e bassi. La sonorità<br />

guadagnò molto <strong>in</strong> morbidezza e i clar<strong>in</strong>ettisti<br />

non dovevano più forzare il suono per<br />

equilibrare quello degli ottoni. Gli ottoni dovettero<br />

cambiare stile d’esecuzione, curando<br />

maggiormente la sonorità a discapito di quello<br />

stile marziale tipicamente teutonico. Negli<br />

ottoni acuti troviamo, accanto alle trombe, la<br />

cornetta piccola <strong>in</strong> mi bemolle, i flicorni soprani,<br />

i quali spesso sostenevano le l<strong>in</strong>ee dei<br />

clar<strong>in</strong>etti. I corni sono quattro ed occupano il<br />

registro centrale; spesso si trova un’ulteriore<br />

parte di corno detta «Horn-Melodie» (corno<br />

melodico), al quale venivano affidate l<strong>in</strong>ee<br />

cantabili. Troviamo <strong>in</strong>oltre due flicorni tenori<br />

(dei quali il primo ha spesso parti cantabili,<br />

mentre il secondo quasi esclusivamente d’accompagnamento),<br />

il flicorno baritono e i bassi<br />

tuba <strong>in</strong> mi bemolle ed <strong>in</strong> si bemolle. La sezione<br />

degli ottoni è completata dai tromboni,<br />

scritti a tre parti. Tra i legni, oltre alla famiglia<br />

dei clar<strong>in</strong>etti, troviamo flauti, oboi e fagotti,<br />

ma non la famiglia dei sassofoni che Jaeggi<br />

non riuscì mai ad imporre di fronte al rifiuto<br />

più sdegnoso dei musicanti bernesi. In occasione<br />

d’alcuni concerti Jaeggi impiegò anche<br />

strumenti eccezionali quali l’arpa, il pianoforte<br />

ed i contrabbassi (tre <strong>in</strong> occasione di<br />

uno «storico» concerto tenuto alla «Landi» di<br />

Zurigo il 13 agosto 1939 dove eseguì, tra l’altro,<br />

la suite da «L’uccello di fuoco»).<br />

Una visione della banda senza<br />

eguali<br />

Le maggiori differenze con l’organico<br />

moderno consistono qu<strong>in</strong>di nell’assenza dei<br />

sassofoni e nella presenza dei flicorni soprani<br />

e tenori scritti a più voci. Per ragioni di sicurezza<br />

le parti degli ottoni sono scritte <strong>in</strong> modo<br />

da funzionare praticamente da sole; i legni<br />

sono «aggiunti» nel registro più acuto. Le<br />

melodie dei soprani sono spesso raddoppiate<br />

all’ottava bassa, ciò che causa, <strong>in</strong> molti frangenti,<br />

un <strong>in</strong>trico di parti nel registro centrale<br />

e la collisione di parti melodiche con l’accompagnamento.<br />

Questa consuetud<strong>in</strong>e al<br />

raddoppio, così utile nel caso di un organico<br />

lacunoso (come era spesso il caso nelle bande<br />

del tempo), o d’esecuzioni all’aperto, è oggi<br />

causa di non pochi grattacapi, eseguendo<br />

quelle partiture con l’organico moderno. Sicuramente,<br />

questa è una delle ragioni per cui<br />

le sue opere figurano sempre più di rado nei<br />

programmi delle nostre società di musica. Le<br />

recenti azioni di ri-orchestrazione di alcune<br />

sue composizioni, operate nell’<strong>in</strong>tento di «attualizzarle»,<br />

non sono servite a rilanciare la<br />

sua musica, direi piuttosto che ne hanno avvilito<br />

lo spirito orig<strong>in</strong>ario. Infatti non sono riscontrabili<br />

carenze nelle sue partiture, dovute<br />

a mancanza di professionalità: il «difetto»<br />

sta <strong>in</strong> una concezione della banda assai diversa<br />

da quella attuale. La «visione» della<br />

banda ideale di Jaeggi non corrispondeva<br />

completamente a quella dei suoi contemporanei.<br />

Egli ha dovuto comunque attenersi a<br />

certe norme per non allontanarsi dalla realtà<br />

che lo circondava, Altrimenti avrebbe impedito<br />

la diffusione e pubblicazione delle sue<br />

composizioni.<br />

Fama accresciuta<br />

notevolmente<br />

La fama di Jaeggi conobbe, a partire dal<br />

1933, un’impennata di notevoli proporzioni e<br />

le ord<strong>in</strong>azioni di nuove composizioni com<strong>in</strong>ciarono<br />

a divenire più numerose. Malgrado le<br />

sue composizioni si mantenessero <strong>in</strong> ambito<br />

tonale, venivano percepite dal mondo bandistico<br />

come estremamente <strong>in</strong>novative, quasi<br />

rivoluzionarie, ed <strong>in</strong> un certo senso lo erano<br />

per davvero. Le sue opere marcarono <strong>in</strong> modo<br />

<strong>in</strong>delebile lo sviluppo del movimento bandistico<br />

svizzero degli anni Trenta e Quaranta.<br />

Nel 1936 gli furono ord<strong>in</strong>ate due composizioni<br />

per la festa cantonale bernese che si svolse<br />

l’anno successivo ad Interlaken. Si trattava di<br />

«Im Frühjahr» e «Kle<strong>in</strong>e Ouvertüre im klassischen<br />

Stil». Nel 1938 fu la volta di «Improptu»<br />

e «Serenade <strong>in</strong> As» per la festa cantonale lucernese<br />

di Willisau. A partire da quell’anno fu<br />

presidente della commissione tecnica della<br />

Società federale di musica (oggi ABS).<br />

Franco Cesar<strong>in</strong>i<br />

(cont<strong>in</strong>ua)<br />

26 UNISONO 12 •2003

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