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unisono - Schweizer Blasmusikverband

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Rivista bandisticaMuseo nazionale svizzero di Zurigo, 16 febbraio – 29 maggio 2005I suoni della dolce linguaIl Museo nazionale svizzero, con sede a Zurigo, ospita dal 16 febbraio al 29 maggio 2005 l’esposizione Ladolce lingua: l’italiano nella storia, nell’arte, nella musica. Documenti storici di inestimabilevalore illustrano l’evoluzione della lingua e della cultura italiane. La mostra rappresenta un importanteevento culturale per la Svizzera e la sua italianità. L’intero Paese può beneficiare della preziositàdi tale patrimonio e apprezzare il significato profondo del proprio quadrilinguismo.Da Firenze a ZurigoDa Firenze, luogo in cui nelTrecento è nata la lingua letterariadegli Italiani, la mostra Dove ilsì suona si trasferisce a Zurigo e,per meglio avvicinarsi alla sensibilitàe alla cultura della Svizzera,assume il titolo La dolce lingua.La mostra è stata allestita aZurigo, invece che nella Svizzeraitaliana, poiché la città svizzerotedescafunge perfettamente dapunto d’incontro tra le varie regionidella Confederazione. Oltrea informare, si spera che una taleoccasione induca le autorità aproteggere con maggior convinzionela rappresentanza italianain Svizzera e che le spinga a effettivamentedialogare con essa. Undialogo che, come hanno fattonotare i curatori della sezione elvetica,non si riduca però ad una«voce nel silenzio». La mostra èstata possibile grazie alla collaborazionedella Società DanteAlighieri, del Museo nazionalesvizzero di Zurigo, delle istituzioniche hanno consentito ilsostegno finanziario dei CantoniTicino e Grigioni, dell’Ufficiofederale della cultura, dell’Ambasciatad’Italia a Berna, del Consolatogenerale a Zurigo, dellaSoprintendenza speciale per ilPolo museale e dell’Ente Cassa dirisparmio di Firenze.Lingua e cultura italianein SvizzeraIn Svizzera l’italiano è dal1848 lingua nazionale, al pari deltedesco, del francese e del romancio.Essa è lingua principaledella Svizzera italiana, ossia delCantone Ticino e di quattro vallimeridionali del Canton Grigioni(Mesolcina, Calanca, Bregaglia ePoschiavo). Accanto a questapresenza nei territori tradizionali,l’italiano si ritrova in Svizzera anchecome lingua d’immigrazione.Nel ventesimo secolo questapresenza è stata tanto forte che ilnumero di italofoni al di fuoridella Svizzera italiana era superiorea quello di chi abitava neiterritori tradizionali. Oggigiornol’italiano è la lingua principaledel 6,5% della popolazioneelvetica.La cultura italiana non haavuto modo di evolversi solo inItalia ma pure in Svizzera. Sipensi al contributo dell’editoria,degli esuli intellettuali e deglistudiosi svizzeri che hanno fattoconoscere la realtà italofona neipaesi germanofoni e francofoni.La dolce linguain musicaMuseo nazionale svizzero di Zurigo. Foto: N. P.La lingua italiana è consideratada secoli una lingua armoniosae dal suono dolce, adattaalla poesia amorosa e alla conversazioneelegante; nel Cinquecentoera bagaglio indispensabileper una buona educazione. Apoco a poco sono emerse pure lesue caratteristiche seducenti: nelSeicento, per esempio, in molteversioni europee del raccontobiblico delle tentazioni di Adamosi possono leggere i discorsi diEva, del diavolo e del serpentescritti in italiano. L’abbondanzadi vocali e la semplificazione deigruppi di due o più consonantidel latino, rendevano la linguaitaliana particolarmente cantabile.Ancora oggi la sua musicalitàè la caratteristica linguisticapiù apprezzata.I grandi compositoriscrivono in italianoNel Settecento l’italiano erauna lingua conosciuta e praticatanei salotti borghesi delle maggioricittà europee, in particolarenegli ambienti musicali di cittàcome Vienna, Dresda e Salisburgo.Molti musicisti e compositorisi servivano dell’italiano per laterminologia del bel canto (soprano,mezzosoprano, tenore) eper i nomi delle forme musicali(barcarola, cantata, canzonetta,capriccio, concerto e stile concertante,sinfonia, sonata). L’italianoera inoltre usato nelle indicazionisul tempo (adagio, allegro, grave,accelerando), sulla dinamica(crescendo, diminuendo), sultipo di esecuzione (legato, staccato,trillo), ecc. L’italiano però,per alcuni celebri autori, non fusolo una lingua professionale:Mozart se ne serviva abitualmentenegli scambi epistolari. Il suoitaliano era una lingua viva, moltolontana dalla convenzionalitàdi tanti manuali di conversazionedel tempo. Egli scriveva in italiano,in tedesco, in francese, in latinoe talvolta combinava le lingue,creando una pseudopolifonialinguistica. Nella sezione dellamostra dedicata alla musica èpossibile scorgere nelle vetrine illibretto di Lorenzo da Ponte, Lenozze di Figaro (1786), Roma,Biblioteca e Raccolta Teatraledel Burcardo, come pure laLettera a Giuseppe Azzeri diPietro Metastasio (Vienna, 1772),Siena, Biblioteca comunale degliIntronati.Musicisti italiani all’esteroTra Sei- e Settecento, l’italianoè diffuso in tutta Europa comelingua internazionale dellamusica. I musicisti italiani hannocompiuto apprezzate tournées espesso trascorso all’estero moltianni della loro vita. PietroTrapassi, più noto come Metastasio,fu per oltre cinquant’anni(dal 1730 fino alla morte) poetacesareo, ovvero poeta ufficiale inlingua italiana alla corte imperialedi Vienna. Accanto a lui, tra ilSettecento e i primi dell’Ottocento,vanno ricordati anche altrigrandi maestri: in Inghilterra troviamoil poeta Paolo Rolli, insegnanteufficiale di corte a Londra,Muzio Clementi e Niccolò Paganini;in Francia Luigi Cherubini,insegnante al Conservatorio diParigi, Ferdinando Paër, GaspareSpontini, Gioacchino Rossini eancora Paganini; in Spagna e inPortogallo troviamo DomenicoScarlatti; a Vienna Antonio Salierie ancora Paër (che fu anche aDresda); a Pietroburgo DomenicoCimarosa e Giovanni Paiesiello.Questi grandi maestri esportaronola tradizione musicaleitaliana, soprattutto operistica eviolinistica, e furono apprezzatidocenti: per esempio Salieriebbe tra i suoi allievi Beethoven,Schubert e Liszt. Molti furono poii librettisti che collaborarono conmusicisti stranieri: LorenzoDa Ponte scrisse i libretti di tre42 UNISONO 8 • 2005

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