Vita da medicoSENSO DEL DOVERE E UMANITÀIL RICORDO DI DUE DOTTORESSEL’una psichiatra, l’altraginecologa. Per nontradire la professionesi sono sempre espostein prima persona, finoa sacrificare la propriavita. Così le ricordano iparenti e i colleghidi Carlo CiocciESEMPLARITODAY/SINTESIIn alto Eleonora Cantamessae a destra Paola Labriola.PAOLA LABRIOLA,PSICHIATRA DIPENDENTE A BARI“Non si è mai tirata indietro nonostantelavorasse in un quartiere diBari dove sono presenti diverseproblematiche sociali acuite dalparticolare periodo storico chestiamo vivendo” - dice Vito Calabrese,psicologo, marito della psichiatraPaola Labriola uccisa loscorso 4 settembre all’interno delcentro igiene mentale di Bari in viaTenente Casale. Il dottor Calabreseda noi contattato accetta di parlareal telefono: il tono della voce tradiscel’emozione mentre delinea icontorni della personalità dellamoglie. “A volte i suoi pazienti assumevanotoni intimidatori, maquesto non le ha impedito di fareil medico. Il suo modo di essere,tutto quello che Paola ha seminatoè stato riconosciuto dalle tante attestazionidi stima e affetto neisuoi confronti che mi sono pervenute”.Dopo di che, prima di abbassarela cornetta, guarda al futuroe lancia un monito a tutti i dottori:“Mia moglie lascia una grossaeredità ai colleghi medici. Per lei ilpaziente veniva prima di tutto, loconsiderava un essere umano cheandava valutato a 360 gradi: perfar questo coinvolgeva gli altri specialistiche riteneva potessero essereutili alla cura e i familiari stessidel paziente”.La psichiatra Rossana Germano,che lavorava nello stesso ambulatoriodi Labriola, conferma: “Ilgiorno prima di morire – dice – entrònella mia stanza proponendomidi condividere alcuni suoi pazientiche avevano bisogno di un maggiorsostegno”. “La sua disponibilitàe il suo spirito di servizio eranoi tratti salienti della sua personalità”,aggiunge la dottoressa Germano,che conosceva la suaamica “Paola” da quando avevaundici anni.Lavorava nella stesa èquipe dellapsichiatra uccisa anche il dottor AntonioBlattmann D’Amelj, che puntal’indice sull’insicurezza dei servizidi igiene mentale: “I centri non sonosicuri e questo dipende anche dall’insufficienzadel personale. Se inun servizio lavorano più medici, infermierie assistenti sociali il disagioviene maggiormente contenuto, diluitoe meglio affrontato”. Altrettantoimportante, secondo il dottor Blattmann,è il fatto che “i servizi di16Il Giornale della Previdenza 6 – 2013
Vita da medicoigiene mentale non accolgono piùsolo i pazienti psichiatrici, ma anchele situazioni di grave disagio sociale,tra queste l’alcoldipendenza e latossicodipendenza, che eccedonoil comune interesse della psichiatria”.L’ambulatorio di via TenenteCasale, dove il 4 settembre allenove e mezza del mattino un pazientedi 44 anni ha accoltellato ladottoressa Labriola dopo averlechiesto del denaro, è stato chiusoe il personale temporaneamentecollocato in altre strutture.ELEONORA CANTAMESSA,GINECOLOGA LIBERO PROFESSIO-NISTA A BRESCIA“Un gesto di eroismo e profondagenerosità - dice Luigi Cantamessa,fratello della dottoressaEleonora scomparsa domenica 8settembre mentre soccorreva unferito. Mia sorella ha immediatamentesoccorso l’uomo che ha vistoriverso sulla strada tentandodi comprendere se aveva emorragie.Teneva ancora tra le mani ilcellulare che aveva usato perchiedere ulteriori soccorsi: la suaultima telefonata infatti è diretta aicarabinieri. In quel momento -continua - è stata schiantata daun barbaro: il razzismo non faparte della cultura della nostra famiglia,ma neanche il buonismo.È l’obiettività delle cose”.Luigi Cantamessa ha 36 anni, èdirettore della Fondazione Ferroviedello Stato e mai avrebbe potutoimmaginare che la sua famigliaavrebbe dovuto affrontare una situazionetanto drammatica. “Peri medici mia sorella diventaun’icona perché la maggioranzadelle persone avrebbero tirato diritto– dice al Giornale della Previdenza–. In un periodo comequello che viviamo che tende a farvedere tutto grigio, la triste vicendadi mia sorella significa cheesiste ancora l’Italia del la gentecon un forte senso del dovere,della gente seria, che ha studiato,che lavora, che produce. È da lìche vengono i tesori”.Di forte senso del dovere, dunque,parla il fratellodella dottoressainvestitae uccisa. E laricostruzionedei fatti raccontapropriodella dottoressaCantamessa– 44anni – che nonostantel’ora tarda (sono circa le23) non esita a scendere dall’autoquando, su una strada provincialea poca distanza da Bergamo,vede che sul ciglio della stradagiace il corpo di un ferito. Si trattadi un immigrato indiano che, nelcorso di una rissa, è stato colpitoda suoi connazionali con spranghee coltelli. Mentre la dottoressaCantamessa, che era una ginecologa,presta i primi soccorsi, gliautori dell’aggressione a bordo diun’utilitaria piombano ad alta velocitàsulla scena uccidendo lei eil ferito che stava aiutando. Pressol’Istituto clinico Sant’Anna di Brescia,dove la dottoressa Cantamessalavorava, il sentimento dicommozione tra i colleghi e quantil’hanno conosciuta è forte. Pertut ti parla Marco Centenari, amministratoredelegato dell’istituto.“La dottoressa riuniva in sé dotiprofessionali e umane. Quandoabbiamo annullato i suoi appuntamenti,tante pazienti sono scoppiatea piangere nell’apprenderequello che era accaduto,scon voltedalla scomparsadella loro dottoressa.Il suo ambulatorioera sempreaperto, era semprepronta ad assisteresoprattutto coloro che avevanominori disponibilità economiche.Nello slancio di altruismo che le ècostata la vita c’è tutta la sua figura”.nCOSA PUÒ FARE L’ENPAMIN QUESTI CASINel caso di una scomparsaprematura dell’iscritto, i regolamentidell’Enpam prevedonol’erogazione di una pensione aifamiliari calcolata con criteri difavore e senza bisogno diun’anzianità contributiva minima.Se non ci sono altre fontidi reddito l’assegno sarà di almeno14.500 euro all’anno.La Fondazione eroga anchesussidi assistenziali, come gliaiuti per venire incontro alle difficoltàcontingenti della famigliasopravvenute a seguito del decesso,i contributi per le spesefunerarie, le borse di studio pergli orfani. n6 – 2013 Il Giornale della Previdenza 17