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LAUREA E SPECIALIZZAZIONI

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LavoroPrecari del Ssnverso la STABILIZZAZIONEUn freno ai contratti a tempo determinato, proroga delle graduatorie ancora aperte e possibilitàdi bandire nuovi concorsi con posti riservati a chi già lavora. Il Governo lo ha stabilitocon un decreto legge. Ma il nodo resta la copertura economicadi Marco VestriIl Governo ha affrontato il problema dei precari dellasanità con un decreto legge sulla Pubblica Amministrazione,promulgato lo scorso 31 agosto (Dl101/2013). Oltre a prevedere l’emanazione entro tre mesidi un regolamento attuativo ad hoc per i circa 35.000precari del Ssn, il decreto sulla pubblica amministrazionepropone intanto una serie di misure per cercare di arginareil problema. Ecco in sintesi le principali novità. Innanzituttoè stato imposto un freno all’uso dei contrattidi lavoro a tempo determinato, che d’ora in poi potrannoessere fatti solo ed esclusivamente per rispondere a esigenzedi carattere temporaneo o eccezionale. È inoltreprevisto l’avvio di nuove procedure concorsuali utili acoprire il fabbisogno di personale delle pubbliche amministrazioni,con la possibilità di riservare il 50 per centodei posti ai precari che hanno lavorato per almeno treanni nell’ultimo quinquennio. Infine una buona notiziaper chi è stato dichiarato idoneo a un precedente concorsopubblico: il periodo di validità delle graduatorie èstato prorogato fino al 31 dicembre 2015 ed è stato previstol’obbligo di utilizzarle ed esaurirle prima di bandiree procedere a nuovi concorsi. Ciò presuppone, ovviamente,che le risorse economiche a disposizione delleamministrazioni siano sufficienti: altrimenti tutto rimarrebbein sospeso. Le regioni e le province autonomedovranno, comunque, condividere il contenuto del decretocon il Governo.OLTRE 35MILA LAVORATORIPRECARI NEL SSN, IL 68% È DONNASono oltre 35mila i lavoratori precari che prestano servizioall’interno del Servizio sanitario nazionale. Di questi,23mila fanno parte del personale non dirigente, 7.200sono medici, 1.063 dirigenti non medici e 702 sono classificaticome ‘altro personale’. A lavorare con contrattia tempo all’interno di ospedali e aziende sanitarie sonosoprattutto le donne (24.159), circa il 68 per cento deltotale (35.188). È quanto emerge da un’analisi del Contoannuale 2011 della Ragioneria generale dello Stato realizzatada Adnkronos Salute. Secondo la rilevazione dellaRagioneria generale dello Stato, la maggior parte delleunità in lavoro flessibile è a tempo determinato: 29.545operatori di cui 20.758 tra il personale non dirigente,7.240 medici, 933 dirigenti non medici e 611 che figuranocome ‘altro personale’. Tra il personale non dirigente adavere contratti di lavoro a termine sono soprattutto ledonne: ben 14.945 su 20.758. Una differenza che si assottigliaun po’ tra i medici. I camici rosa precari sonoinfatti 4.207 su 7.240. nLE REGIONI DOVE LAVORANO PIÙ PRECARI IN SANITÀ (a tempo determinato)LOMBARDIA (4.016)EMILIA ROMAGNA (1.626)DOVE LAVORANO I PRECARIAsl e ospedali 30.362Istituti di ricovero (Irccs) 1.600Policlinici universitari 1.469LAZIO (2.062)SICILIA (3.185)MARCHE (1.056)PUGLIA (1.398)20Il Giornale della Previdenza 6 – 2013

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