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LAUREA E SPECIALIZZAZIONI

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PrevidenzaMedici dipendenti,a 65 anni rischio diPENSIONEOBBLIGATORIACon le disposizioni approvate dal governo ritorna l’altalenadell’età pensionabile: gli statali che hanno maturatoentro il 2011 i requisiti pre-riforma Fornero nonpotranno restare a lavoro fino a 70 annidi Claudio TestuzzaIdipendenti pubblici, e quindi anchei dirigenti medici assuntidalle Aziende sanitarie, dovrannoandare in pensione a 65anni. È quanto stabiliscono le disposizioniurgenti del Governo (decretolegge 101/2013) che hannointrodotto, di nuovo, ‘pericolose’interpretazioni delle norme previdenziali.Secondoil decreto, i dipendentidella Pubblicaamministrazioneche hannomaturato entro il2011 i requisiti dipensionamentoprevisti in passato (quota 96 – 35anni di contribuzione e 61 annid’età o 36 anni di contribuzione e60 anni d’età – oppure 40 anni dicontribuzione indipendentementedall’età anagrafica) dovranno andarein pensione al raggiungimentodel 65esimo anno di età.In questo modo si ribadisce l’interpretazionerestrittiva che laFunzione pubblica aveva giàCon le nuove disposizioniil collocamento a riposo d’ufficioa 65 anni è ‘un limiteordinamentale’ vigente dalladata di entrata in vigoredel decreto-legge stessoespresso (circolare n. 2/2012) inmerito alla decadenza dal rapportodi lavoro per coloro cheavessero maturato i requisiti primadella riforma Fornero (decretolegge n. 201 del 6 dicembre2011). È proprio a seguito di questainterpretazione che alcuni dipendentipubblici, lo scorso anno,hanno impugnatogli atti di pensionamento‘forzato’e fatto ricorso.E recenteè proprio la sentenzacon cui ilTar del Lazio hadichiarato illegittima l’interpretazionedella Funzione pubblica.Non è strano quindi pensare chele disposizioni siano mirate a reintrodurrequanto il tribunale amministrativoha annullato.Ma non basta. Infatti con le nuovedisposizioni il collocamento a riposod’ufficio a 65 anni è ‘un limiteordinamentale’ vigente dalladata di entrata in vigore del de-creto-legge stesso, non modificabiledall’elevazione dei requisitianagrafici previsti per la pensionedi vecchiaia e non superabile.Il decreto avrebbe quindi conseguenzesulla legge n. 183/2011che consente al medico dipendentedel Servizio sanitario nazionaledi rimanere a lavoro fino allamaturazione di 40 anni di servizioeffettivo. Per conseguire la massimaanzianità contributiva, infatti,il medico oggi ha la possibilità dichiedere di rimanere in serviziofino ai 70 anni d’età, come haconfermato la recente sentenzadella Corte costituzionale (n. 33del 6 febbraio). Se invece fosseesteso ‘un limite ordinamentale’ a65 anni, si profilerebbe un contrastocon la legge 183 e quindi il rischiodi pensionamento ‘forzato’per alcuni medici che avessero giàmaturato i requisiti minimi per lapensione.Di lavoro, per gli esperti e per i sindacati,di qui alla conversione inlegge, tra due mesi, ce n’è tanto. n6 – 2013 Il Giornale della Previdenza 35

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