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BIO_SETTEMBRE_2015

rivista Bio - numero di settembre 2015 Edizioni Pei

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Berla direttamente dalla bottiglia o da un bel<br />

boccale ricolmo di schiuma? Basta che sia bio...<br />

CERVELLO DI CAPRA, col latte o PER I QUATTROZAMPE...<br />

Bilk dell’Abashiri Beer Brewpub,<br />

Giappone. Nella regione dell’Hokkaido<br />

ci fu un surplus di latte e il birraio decise<br />

di utilizzarne un po’ per fare una birra al<br />

latte. Bilk: da beer (birra) e milk (latte).<br />

Dock Street Walker, Brewpub Dock<br />

Street, USA. Birra artigianale in edizione<br />

limitata per celebrare la fine della quarta<br />

stagione della serie tv “The Walking<br />

Dead”. Fatta con cervello di capra<br />

affumicato, presenta note di mirtillo.<br />

Boqueron, Microbirrificio Xativa,<br />

Spagna. Realizzata con acqua di mare<br />

del Mediterraneo, poi desalinizzata<br />

e filtrata. Da abbinare a piatti salati,<br />

affumicati, di pesce e crostacei.<br />

Kwispelbier, Arnold Berendsen, Paesi<br />

Bassi. Birra aromatizzata alla carne<br />

di manzo, idea del proprietario di un<br />

negozio di animali che voleva creare una<br />

birra analcolica per i quattro zampe.<br />

LA “DOPPIO MALTO” NON ESISTE<br />

Un errore frequentissimo, commesso<br />

da inesperti ma anche da consumatori<br />

più assidui, nato da un equivoco tutto<br />

italiano. “Doppio malto” è un termine<br />

introdotto dal legislatore nazionale<br />

agli inizi degli anni ‘60, quando fu<br />

stabilita una catalogazione delle birre<br />

ai fini della loro tassazione. Il criterio<br />

era il contenuto di zuccheri presenti<br />

nel mosto prima della fermentazione,<br />

il Grado Plato. Un concetto basato<br />

sul grado alcolico e mantenuto nelle<br />

successive modifiche alla legge.<br />

Le categorie fissate sul parametro<br />

zuccherino e quindi alcolico erano<br />

“analcoliche”, “leggere”, “birre”,<br />

“speciali” e, appunto, “doppio malto”,<br />

contraddistinte da un Grado Plato<br />

superiore a 14,5. Nessuna presenza<br />

raddoppiata di malto o altre fantasiose<br />

caratteristiche, quindi.<br />

LE FURBATE DEL MARKETING<br />

Molte marche industriali hanno<br />

cominciato a produrre birre che si<br />

“vestono” da artigianali, con tanto di<br />

etichette che richiamano l’estetica<br />

vintage. È un’operazione di marketing<br />

che cavalca l’onda del sempre più<br />

fiorito mercato delle birre artigianali; una<br />

contraddizione in termini, considerando<br />

che questi marchi sono spesso colossi<br />

commerciali tutt’altro che “indipendenti”<br />

e autoprodotti.<br />

<strong>BIO</strong> | <strong>SETTEMBRE</strong> | 71

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