de_la_lengua_castellana

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mente la lingua italiana é assai più ar
moniosa e sonora in bocca di un Tos
cano, che in quella di un Lombardo;
chi non vede, che lo stesso dovrá ve
rificarsi nei versi, l’ armonia dei quali
sará assai piú sensibile nella bella pro
nuncia Toscana, che nella cattiva Lom
barda? Ma quest’ armonia non é piú pro
pria della poesia, che della prosa, e deve
considerarsi come inerente alla lingua
medesima, e alla sua retta pronuncia,
e non giá come una parte dell’ armonia
poetica. E lo stesso é da dirse dell’ ac
cento patetico, tolto il quale si perde
una delle più belle parti della Poesia,
cioé la naturale e viva espressione del
sentimento; ma che appartiene all’ arte
di ben recitare o della declamazione,
non a quella del verseggiare.
Resta dunque da esaminarsi se l’ ac
cento pmsodico contribuisca pini degli
altri due all’ armonia poetica propria
mente detta, á quella cioé che dipende