USM FL P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia Il fascino ...

LA NATURA FRA SCIENZA E SENTIMENTO 11
predecessori ^ ma ciò non è necessariamente da collegare con l'arric­
chimento del vocabolario impiegato, bensì con l'atteggiamento nuovo
assunto di fronte al problema, e di questo sembra esser convinto, in
fondo, anche Sainte-Beuve:
... il est vrai de dire que la première condition de ce culte de la
nature paraìt étre une certaine facilité, un certain abandon confiant
vers elle, de la croire bonne ou du moins pacifiée désormais et
épurée, de la croire salutaire et divine... 26 .
Ma ciò che più conta, è che lo stesso Saint-Pierre era consapevole
di dovere il successo ottenuto con la pubblicazione delle Etudes de la
Nature, al nuovo clima spirituale dell'epoca, che si basava su una diversa
interpretazione della natura:
Je dois ce succès, non a mes émotions personnelies, mais au sen-
timent generai de la nature, qui influe sur mes lecteurs comme sur
moi. Qui sent bien la nature la traduit, et qui la traduit l'explique...
La nature se peint partout d'elle-méme; et quand un de ses rayons
tombe sur mon àme, je la reflète 27 .
L'affermazione, evidentemente, è improntata alla modestia consueta
in simili dichiarazioni, ma non v'è dubbio ch'egli non si rendesse conto
effettivamente che l'eleganza del suo stile non sarebbe stata sufficiente
a determinare il successo dell'opera se già non fosse stata operante una
sensibilità diversa, che aveva consentito ai lettori di comprenderne la
portata innovativa, sebbene egli nell'Avant-propos si paragoni indiret­
tamente ad autori classici come Teocrito e Virgilio, essendo del tutto
evidente che non si trattava più di una indicazione programmatica, ma
semplicemente del rifarsi ad esempi illustri, conosciuti ed ammirati da
tutti 28 .
Se Bernardin de Saint-Pierre poteva ancora, e comprensibilmente,
essere perplesso, almeno agli inizi, sull'indirizzo da seguire: rinnovare
25 « Qu'on lise les belles pages de Volney, de Bernardin de Saint-Pierre et de
M. de Chateaubriand, et qu'on voie si elles ne portent pas le caractère des lieux
où elles furent écrites, et si, pour ainsi dire, le ciel qui les inspira ne s'y réfléchit
pas tout entier ». (SAINTE-BEUVE, Premiers Lundis, ed. cit., I, pp. 65-66).
26 SAINTE-BEUVE, Portraits littéraires, ed. cit., II, p. 104.
27 BERNARDIN DE SAINT-PIERRE, Paul et Virginie, Paris 1966, p. 186.
28 « II ne manque a l'autre partie du monde que des Théocrites et des Virgiles
pour que nous en ayons des tableaux au moins aussi intéressants que ceux de nctre
pays ». (Ibidem, p. 177).