USM FL P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia Il fascino ...

ASPETTI DEL PITTORESCO 33
determinò specificamente una nuova tendenza descrittiva, contribuì tut­
tavia notevolmente al mutamento generale dell'atteggiamento di fronte
alla natura y, poiché la sua esigenza di un'analisi minuziosa pose gli aspet­
ti stessi del paesaggio in primo piano, liberandoli da ogni sovrapposi­
zione intellettuale, vale a dire dalPobbligo di significare qualche cosa che
non fosse appunto un'impressione immediata di forma o di colore; è
chiaro tuttavia che non v'era in questa esigenza alcuna vera intenzione
d'oggettività, in quanto non si mirava ad una descrizione scientifica, ma
più efficace possibile. Pagès si dimostra particolarmente minuzioso nelle
sue immagini, per esempio quando descrive le rocce delle isole Spitzberg,
o quando con maggiore efficacia, ma con altrettanta cura per i particolari,
ci parla della sua navigazione lungo il Mississipi:
Malgré cette peine, le plaisir de voir des lieux aussi nouveaux
pour moi, me dédommageoit de mes fatigues: tantót nous voyions
des plages de sable et de gravier, où le courant plus foible avoit
laissé épars des arbres énormes, qui, étendus avec leurs branches et
leurs racines a demi-pourries, et séchées par le soleil, sembloient
designer, par leur couleur lavée, qu'ils étoient morts depuis plu-
sieurs siecles. Auprès des endroits bas et marécageux, je voyois errer
lourdement des caymans ou crocodiles, abominables par leur puan-
teur et leur figure. Dans d'autres endroits où le fleuve couloit uni-
formement, il nous présentoit des bords unis et couverts de gros •
arbres brutés ou serrés par de grosses lianes, qui, après s'y étre entor-
tillées, retomboient jusques a terre 30 .
Contemporaneamente all'abilità descrittiva si sviluppa anche una sen­
sibilità più acuta, che trova proprio nelle accresciute possibilità espres­
sive un continuo alimento; si consideri per esempio questa straordinaria
descrizione di una fuga effettuata da Pagès, attraverso luoghi sconosciuti;
qui la natura diversa che s'incontra, sembra accompagnare e secondare
29 Occorre tuttavia tener presente anche il contributo dato da Buffon, sia pure
occupandosi della descrizione degli animali, come giustamente fa osservare A.
Cerbi: « Intanto, quando nega l'augusto titolo di " Icone " al puma, e così via, il
naturalista critica la antica confusione nata dall'aver applicato i familiari nomi eu­
ropei a specie nuove, mai viste prima, dal chiamare senz'altro " tigre " il giaguaro,
e " pecora " l'alpaca. " Les noms avaient confondu les choses ", secondo disse il
medesimo Buffon... » (ANTONELLO CERBI, La disputa del Nuovo Mondo, Milano
1955, p. 29); egli aggiunge inoltre: « Da un punto di vista formale, dunque, la
tesi buffoniana nasce dal bisogno di eliminare l'insoddisfazione provocata dalla evi­
dente imperfetta applicabilità di concetti e tipi zoologici del mondo antico alla
realtà naturale del Mondo Nuovo ». (Ibidem, p. 30).
30 PIERRE-MARIE PAGÈS, op. cit., I, pp. 40-41.
3 A. CASTOLDI, /; fascino del colibrì.