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Pauleddu dunque stava per giorni e giorni lontano da casa, da solo<br />
nel suo ovile, su cuile, di g<strong>in</strong>epro (spiego brevemente come è fatto<br />
l’ovile, il cerchio di pietre e il tetto di grossi rami di g<strong>in</strong>epro) e un po’ si<br />
annoiava a stare da solo <strong>in</strong> montagna con le capre. Per lui <strong>la</strong> montagna<br />
non aveva segreti, conosceva tutti i sentieri come le capre, e conosceva<br />
tutti i suoni. Il fruscio <strong>del</strong> vento tra gli alberi, il verso degli uccelli<br />
e di altre bestie selvatiche, come il grugnito <strong>del</strong> c<strong>in</strong>ghiale, il suono dei<br />
campanacci <strong>del</strong>le sue capre, era capace di riconoscere ogni s<strong>in</strong>go<strong>la</strong><br />
capra dal suono <strong>del</strong><strong>la</strong> sua campanel<strong>la</strong>. (ecc. ecc., il mondo dei rumori<br />
può essere solo evocato dal narratore, <strong>in</strong>vitando i bamb<strong>in</strong>i a completare<br />
e descrivere quali suoni si possono udire <strong>in</strong> questo ambiente, il<br />
verso degli animali, il soffio <strong>del</strong> vento, e così via).<br />
Ma, un bel giorno, Pauleddu sente un suono nuovo, che non aveva<br />
mai sentito prima, tende l’orecchio e non ha dubbi: è una ragazza che<br />
canta, con una voce così melodiosa che non aveva mai sentito una<br />
cosa così bel<strong>la</strong>, ma una ragazza da quelle parti non s’era mai vista!<br />
Ascolta ancora meglio e riesce anche a capire da dove proveniva il suono,<br />
veniva da una vecchia catapecchia, su una coll<strong>in</strong>etta poco distante<br />
dal suo ovile, ma messa <strong>in</strong> un punto che non ci si poteva arrivare,<br />
tanto era fitta <strong>la</strong> boscaglia che <strong>la</strong> circondava, <strong>in</strong>fatti nessuno andava lì<br />
da molto tempo, il sentiero per arrivarci era sparito, <strong>in</strong>goiato da un<br />
<strong>in</strong>trico di rovi e arbusti.<br />
Il giorno dopo arriva il babbo, per portargli le provviste, un po’ di<br />
carasau, il formaggio, e control<strong>la</strong>re che tutto andasse bene. Pauleddu si<br />
confida con il padre: “Ba’ – gli dice – lo sai che ho sentito una voce, <strong>la</strong><br />
voce di una ragazza che canta, e sembrava proprio venire da …”. Ma il<br />
babbo lo <strong>in</strong>terrompe: “cosa sono queste fantasie, custos mach<strong>in</strong>es, non<br />
c’è nessuna ragazza che canta qui, ci sei solo tu con le capre, e bada che<br />
non te ne manchi qualcuna. Quello che hai sentito sarà stato il vento, il<br />
vento quando si <strong>in</strong>fi<strong>la</strong> nei muretti a secco fischia, e a volte sembra una