Rivista Accademica n° 31 - accademia dei rozzi
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Benché non sia al momento possibile<br />
stabilire nè l’anno preciso nè le motivazioni<br />
che hanno determinato la rimozione <strong>dei</strong><br />
due doccioni affaccianti sulla Piazza del<br />
Mercato, potrebbe tuttavia essere ipotizzabile<br />
che l’usura del tempo e il lungo periodo<br />
di esposizione agli agenti atmosferici ne<br />
avessero compromesso a tal punto la statica<br />
da rendere rischioso il loro mantenimento<br />
in loco. A tale proposito si ricorda come il 2<br />
febbraio 1717 una delle lupe di marmo<br />
poste sul coronamento della Torre del<br />
Mangia fosse caduta sulla sottostante cappella<br />
danneggiandone la copertura 7 .<br />
Il forte indebolimento delle strutture che<br />
ancoravano le due sculture residue alla<br />
muratura è d’altronde descritta circa un<br />
secolo dopo all’interno di un’inedita relazione<br />
stilata dal provveditore Lorenzo<br />
Turillazzi che, soffermandosi in dettaglio<br />
sull’esame della lupa sovrastante la sala del<br />
Concistoro, la descrive “rotta in maniera<br />
che merita un pronto riparo per evitare qualunque<br />
sconcerto che ne potesse accadere<br />
sostenendosi presentemente col solo punto<br />
di appoggio del capo <strong>dei</strong> due putti che gli<br />
stanno sotto avendo rotte inclusive le<br />
gambe” e propone di munirla di “una armatura<br />
di ferro in parte simile all’altra, ma con<br />
una imbraca di più al corpo per sostenerla”<br />
8 . La testimonianza di Turillazzi si rivela<br />
di particolare interesse in quanto attesta<br />
come agli inizi dell’Ottocento le due gargolle<br />
necessitassero di apparati di rinforzo<br />
atti ad evitarne il crollo.<br />
Già in un’incisione su rame risalente al<br />
7 ASS, Balia 224, c. 181. Come ricordato in una<br />
perizia conservata in due copie risalenti rispettivamente<br />
al 1926 (ASCS Preunitario 1268, cc. 343-344) e<br />
al 1927 (ASCS Preunitario 577, n. 23) le Lupe poste sul<br />
coronamento della Torre del Mangia a quella data<br />
necessitavano di un rifacimento ex novo “essendo<br />
quasi tutte in pezzi e malamente sostenute da debolissime<br />
imbrigliature”. L’intervento di sostituzione è<br />
eseguito nel 1829, data che figura incisa nel travertino<br />
delle mensole che le sorreggono. Si veda in proposito<br />
L. Galli, Sottile più che snella. La Torre del Mangia<br />
del Palazzo Pubblico di Siena, Città di Castello 2005,<br />
pp. 59, 61 note 36 e 37.<br />
8 ASCS Preunitario S76, n. 40, 22 agosto 1815<br />
9 R. Barzanti, A. Cornice, E. Pellegrini, Iconografia<br />
1835 opera di Leon Gaucherelle resa nota<br />
da Alberto Cornice e Ettore Pellegrini è<br />
infatti possibile nitidamente distinguere<br />
come la fiera sulla destra sia solidamente<br />
ancorata alla facciata tramite un tirante,<br />
costituito da una catenella, fissato alla<br />
testa 9 .<br />
La presenza degli apparati di rinforzo è<br />
confermata anche da raffigurazioni successive<br />
relative alla facciata del palazzo, in alcune<br />
delle quali è inoltre possibile notare l’inserimento<br />
di una struttura aggettante simile<br />
ad un rompitratta che, fissata alla muratura,<br />
interseca la catenella di sostegno circa verso<br />
la metà della sua lunghezza 10 .<br />
Il reiterato ricorrere a soluzioni atte al<br />
consolidamento statico delle due fiere gocciolatoi,<br />
denota da parte del Comune di<br />
Siena un forte interesse alla conservazione<br />
delle sculture, divenute con il passare <strong>dei</strong><br />
secoli da semplici complementi esornativi,<br />
parti integranti della facciata.<br />
L’estrema consunzione <strong>dei</strong> due esemplari<br />
deve tuttavia aver suscitato vivo imbararazzo<br />
nell’amministrazione cittadina che, in<br />
nome del rinnovamento del patrio decoro<br />
propugnato dalla nuova estetica purista,<br />
attorno alla metà dell’Ottocento decide di<br />
rimuovere prima l’una e poi l’altra lupa,<br />
entrambe ormai estremamente deteriorate e<br />
strutturalmente instabili, e porre al loro<br />
posto altrettante repliche fedeli.<br />
La prima scultura ad essere sostituita,<br />
secondo quanto è possibile estrapolare da<br />
una deliberazione del Consiglio Comunale<br />
del 1859, coincide con quella posta sul can-<br />
di Siena... cit, pp. 202-203.<br />
10 Oltre che nella citata incisione di Goucherelle<br />
gli apparati di rinforzo sono nettamente distinguibili<br />
almeno nelle seguenti opere: Alessandro Maffei,<br />
Veduta della piazza di Siena nell’atto della corsa del 16<br />
agosto, 1840 ca., incisione acqueellata, ubicazione<br />
sconosciuta; Alessandro Maffei, Il Palazzo Pubblico,<br />
1845 ca., acquerello, Siena Biblioteca Comunale<br />
degli Intronati; Francesco Nenci, Corteo del Palio per le<br />
nozze del granduca 1833, 1849, tela, Collezione Banca<br />
Monte <strong>dei</strong> Paschi di Siena; Nicholas Marie Joseph<br />
Chapuy, Piazza del Campo – Maison de ville, 1850 ca.,<br />
incisione litografica, collezione Comporti; André<br />
Durand, Palais Municipal 1862, litografia, ubicazione<br />
sconosciuta; tutte pubblicate in ibidem.