32 Fig. 1 Villa La Suvera: particolare della ex torre medievale con fronte speronato.
deva dalla Val d’Elsa alla valle della Merse, inclusa l’intera Montagnola senese. Dominata da questa famiglia era anche la Badia Ardenghesca o di San Lorenzo al Lanzo, sotto Civitella di Pari, che fu donata, con privilegi papali, al castello della Suvera con la chiesa e i beni di Sant’ Andrea della Sugherella nel 1194. Ma la prima memoria documentata su La Suvera, detta anche “Castellaccia” come sede di una corte e, quindi, sede di un castello, si trova in un atto del monastero di Sant’Eugenio, vicino Siena, risalente al 1138. 2 Nel 1216 il castello era già sottomesso a Siena, ma nel 1239 si trovò in attrito con la città, poiché il comune pretendeva di far pagare il dazio ai cittadini senesi che vi possedevano <strong>dei</strong> beni. Nel 1267 il Comune di Siena inviò due messi per far prestare agli abitanti giuramento di fedeltà. Gli abitanti si opposero e, circa un anno dopo, quando il castello apparteneva alla famiglia Saracini, Siena fece distruggere la fortezza. 3 Non risulta che il castello sia stato subito ricostruito se non nel 1382, quando gli abitanti della Suvera e di Pietralata chiesero al Comune di Siena di fortificarsi nel “castellano” della Suvera. 4 Nel 1339 la comunità faceva parte del vicariato e del distretto di polizia di Mensano. Non se ne hanno altre notizie fino a quando entrò in possesso <strong>dei</strong> Chigi della Rovere 5 , dando luogo ad un divertente retroscena che di seguito raccontiamo. A quel tempo si era diffusa una convinzione, in realtà errata, che Giulio II fosse un discendente della famiglia senese <strong>dei</strong> 2 ASS Dip. Monastero S. Eugenio, 1137; Cfr.: L. Cimino E. Gissi Ponzi, V. Passeri, cit. 3 ASS. Bicch., 40 c.40. 4 ASS. Cons. Gen 191, c.98. 5 Archivio Chigi,n 17285/9 “Memorie sopra Porto Ercole e la contea della Suvera” 1514. Trascrizione del testo: “ Possiede anche la famiglia <strong>dei</strong> Chigi nel distretto di Siena la contea della Suvera li beni della quale poi venderono alla repubblica che ne fece dono a papa Giulio II per ricordanza del dominio che vi ebbero…suoi antenati come attesta il Malavolti nella dett parte del terzo lib. 7 fol. 115 sotto l’anno 1507…si può vedere da una deliberazione del collegio di Balia sopra la cessione <strong>dei</strong> beni che ella disegnò di fare a papa Giulio II i quali dicendo essere stati anticamen- Ghiandaroni, antichi proprietari del castello della Suvera, cosicchè il papa volle approfittarne. Sapendo che il Magnifico Pandolfo Petrucci teneva molto ad ingraziarselo, nel 1507, senza troppi complimenti, gli fece sapere che avrebbe molto gradito la restituzione <strong>dei</strong> suoi possessi. Nel 1508, Pandolfo Petrucci, a nome della signoria di Siena, donò, dopo aver acquistato da Aliprando Saracini e Cristoforo Chigi, il castello e l’intera tenuta a papa Giulio II, che si dimostrò estremamente riconoscente alla Repubblica senese dichiarandosi cittadino di Siena. Poiché Sigismondo Chigi, che, insieme a Alessandro Saracini era proprietario della villa, aveva ceduto la sua quota alla Repubblica a bassissimo prezzo, il papa gli si dimostrò molto riconoscente e gli concesse di assumere il nome Della Rovere, di fregiarsi del suo stemma, di cibarsi di latticini nel periodo quaresimale, di conferire la laurea di dottore e professore di teologia, filosofia, legge e medicina e l’autorizzazione a legittimare figli naturali. Giulio II non si mostrò, però, completamente riconoscente alla Repubblica di Siena quando, all’indomani di calorosi ringraziamenti immediati per la donazione della villa, nel 1512, si accordò segretamente con l’imperatore Massimiliano per vendergli la città, vendita poi sfumata per l’improvvisa morte del pontefice (1513). Morto Giulio II, la splendida tenuta passò al padre Nicola della Rovere che la rivendette a Nicola di Sigismondo Chigi il 24 luglio del 1534 per 6600 ducati. 6 Dal te dè conti Castello della Suvera di casa Ghiandaroni, onde traeva origine il papa, convoleva egli restituire, da indizio che fussero stati tolti come in verità fossero à suoi progenitori. Et era la Contea del castello e fortezza della Suvera nel Contado di Siena della famiglia antica <strong>dei</strong> Ghiandaroni et essendosi per la varietà <strong>dei</strong> tempi e le molte vicissitudini <strong>dei</strong> Cittadini nel tumultuare una famiglia con l’altra trasferita in altre persone, comprò la Balia, essendo il Castello e la Fortezza disfatti, le possessioni di quella contea da Alessandro Saraceni e da Mariano Chigi e per mezzo di Domenico Placidi ambasciatore senese in Roma in nome della repubblica le restituisce con autentiche scritture a sua Santità”. 33