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Rivista Accademica n° 31 - accademia dei rozzi

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50<br />

serie di loggiati degradanti che si affacciano<br />

verso la valle (ove si organizza un prato per<br />

la recreazione de Seminaristj) e che si protendono<br />

sino alla piazza di Provenzano (accuratamente<br />

delineata con la presenza del<br />

corpo anteriore della chiesa) definendone,<br />

come elemento integrante della proposta<br />

progettuale, il lato opposto al fronte della<br />

chiesa. Qui si prevede un muro di contenimento<br />

del terrapieno che si sviluppa in tre<br />

segmenti con andamento convesso verso la<br />

piazza e al cui centro si apre un nicchione<br />

compreso fra lesene sporgenti dal filo murario.<br />

L’edificio a quindici assi di aperture presenta<br />

nella pianta del piano terra un portale<br />

al centro, con gradini di invito aggettanti<br />

rispetto al filo murario ed affiancato da lesene<br />

che ne sottolineano la posizione. Si accede<br />

ad un androne (antiporto) voltato e profondo<br />

(venti braccia per 6 1/2 ) 14 , che a sua<br />

volta immette in un grande vano rettangolare<br />

(ricetto lungo Braccia 48 largo Braccia 14)<br />

disposto trasversalmente e che funge da spazio<br />

di accoglienza e di distribuzione. I rapporti<br />

dimensionali risultano accuratamente<br />

studiati e le cinque volte rettangolari che<br />

coprono il ricetto corrispondono a una<br />

serie di aperture che verso il retro danno<br />

accesso ad una loggia. L’ala a sinistra dell’ingresso<br />

ospita la prima rampa di uno scalone<br />

di ampie dimensione per l’accesso ai<br />

piani superiori e nell’estrema sinistra le<br />

cucine e altri locali di servizio, che si avvalgono<br />

anche del collegamento con i preesistenti<br />

edifici su via del Moro. Sul retro dell’ala<br />

sinistra una salone lunettato che affaccia<br />

con cinque grandi finestre verso<br />

Provenzano è destinato a refettorio e servito<br />

da una anticamera in cui sono predisposti<br />

i lavamani. L’ala a destra dell’ingresso<br />

prevede la Sala del suono, la Sala del ballo e<br />

all’estrema destra la Congregazione per le<br />

riunioni <strong>dei</strong> Padri Gesuiti, provvista per<br />

questo di una porta laterale dalla quale, tramite<br />

un andito per andare al Collegio de’ Padri,<br />

è consentita un’uscita riservata sulla strada<br />

principale. L’architetto dimensiona accuratamente<br />

gli spazi e tiene conto <strong>dei</strong> dislivelli<br />

prevedendo una serie di scale interne,<br />

mostra una accurata conoscenza del sito.<br />

La qualità della elaborazione progettuale<br />

è rilevabile anche dalla cura attribuita agli<br />

aspetti di servizio e impiantistici: sei vani<br />

ricavati in intercapedine fra muri portanti<br />

sono destinati a ospitare le latrine e gli scarichi<br />

relativi per tutto lo sviluppo in altezza,<br />

in numero tale da dotare largamente l’edificio<br />

su tutti i piani. Gli stessi vani in intercapedine<br />

consentono di realizzare un certo<br />

numero di scale a chiocciola per il collegamento<br />

verticale distinto da quello dello scalone<br />

principale, destinate evidentemente<br />

alla servitù. Dunque i requisiti di qualità di<br />

vita sono definiti tenendo conto del rango<br />

degli ospiti del Collegio, rampolli delle più<br />

ragguardevoli famiglie della nobiltà italiana<br />

e europea, e perciò allineati a quelli delle<br />

residenze nobiliari. Ai piani superiori il<br />

corpo anteriore dell’edificio risulta suddiviso<br />

in sette settori, sei corrispondenti ad<br />

altrettanti cameroni, ampi e ben illuminati,<br />

destinati ai convittori, il settimo occupato<br />

dallo scalone. Sul retro un grande vano disposto<br />

superiormente al refettorio (loggiato<br />

al di sopra) affaccia verso Provenzano, destinato<br />

a funzioni di sartoria e di altri servizi<br />

di pregio, mentre logge chiuse da vetrate<br />

sono previste come affaccio e disimpegno<br />

<strong>dei</strong> cameroni corrispondenti.<br />

Un progetto, dunque, che delinea una<br />

importante sostituzione della maglia edilizia<br />

preesistente con una architettura unitaria<br />

e di alta elaborazione formale; che assume<br />

al tempo stesso i caratteri di una meditata<br />

operazione a scala urbana: ridisegna la<br />

viabilità circostante, si relaziona con i percorsi<br />

di interesse, razionalizza e rettifica la<br />

strada principale sulla quale crea di conseguenza<br />

uno slargo che permetta anche una<br />

migliore percezione di scorcio del nuovo<br />

edificio, cancella una parte della viabilità<br />

minore e di servizio preesistente, conferisce<br />

una forma definita e finalmente completata<br />

alla piazza della chiesa di<br />

Provenzano.<br />

Non è difficile immaginare l’effetto<br />

14 Un braccio senese pari a cm 60.1, per cui le misure dell’androne risultano di m 12 x m 3.90 circa.

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