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Rivista Accademica n° 31 - accademia dei rozzi

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30<br />

Lupa sinistra:<br />

In migliore stato conservativo rispetto all’altra, la figura è stata eseguita scolpendo un unico<br />

blocco di marmo della Montagnola di colore bianco-ocra, con spesse ed evidenti venature di<br />

giallo ocra molto intenso, che rendono difficoltosa la lettura di certi particolari del modellato.<br />

Anche in questa scultura le orecchie ed il tronco di sostegno sono gli unici elementi scolpiti<br />

separatamente dal blocco.<br />

In questo caso il materiale costituente si presenta in condizioni migliori, anche se i segni del<br />

dilavamento sono ben evidenti soprattutto nella groppa, nella coscia, nelle zampe e negli artigli.<br />

Il danno maggiore riscontrabile sulla scultura era la grossa stuccatura in cemento che ricopriva<br />

tutto il collo, considerevole a tal punto da far sospettare un totale rifacimento del brano<br />

anatomico dell’animale con questo materiale.<br />

Nel corso della definitiva rimozione dello strato cementizio e della conseguente pulitura, è<br />

stato tuttavia possibile rilevare con sollievo che il collo originale in marmo era intatto e si trattava<br />

soltanto di una sottile stesura applicata per uniformare le fratture createsi in precedenza.<br />

Con tutta probabilità questi danni sono stati “restaurati” con un ampio utilizzo di cemento,<br />

sistema alquanto grossolano, ma ritenuto all’epoca molto valido, che bene giustifica la grande<br />

quantità di questo materiale stesa sia superficialmente, che all’interno del canale di scolo all’altezza<br />

della testa. Analizzando gli elementi riscontrati nella testa stessa della lupa possiamo<br />

dedurre come questa si trovasse in condizioni di vero pericolo di distacco, tale da giustificare<br />

l’inserimento di un gancio all’interno della bocca al quale era stato arrotolato un fìlo di ferro<br />

molto spesso a sua volta ancorato ai mattoni inglobati nella malta.<br />

Questo rinforzo, atto a scongiurare il pericolo di crollo, ha tuttavia reso impossibile l’eliminazione<br />

totale del cemento in quel tratto del canale di scolo, in quanto le vibrazioni causate da<br />

qualsiasi strumento usato per rimuoverlo avrebbero provocato il distacco <strong>dei</strong> frammenti tenuti<br />

insieme esclusivamente dal cemento e, di conseguenza il distacco totale della testa.<br />

Anche in questo caso lo sporco superficiale era costituito dall’abbondante presenza di spore<br />

di alghe morte, la cui pulitura, ha permesso di individuare le zone integrate, stuccate e rimaneggiate<br />

in precedenza in operazioni di ordinaria manutenzione.<br />

Estese porzioni di modellato, inviduabili nell’artiglio della zampa destra anteriore, nella<br />

zampa sinistra anteriore, in tutta la superficie della coscia destra (l’unica oggi visibile), in alcune<br />

mammelle e nella parte superiore della testa, erano state, infatti, rifatte completamente usando<br />

gesso-scagliola, probabilmente in occasione della mostra del 1904.<br />

Il canale di scolo di questa figura era totalmente coperto e riempito, al punto che l’animale<br />

aveva subito una mutazione estetica. Con lo svuotamento il suo profilo appare oggi più slanciato<br />

e scattante.<br />

Né al suo interno nè sulla superficie del marmo sono stati riscontrati elementi metallici,<br />

all’infuori di un dado di ferro inglobato nella parte frontale del muso.<br />

Dopo la pulitura sono inolte risultati più evidenti i punti di ancoraggio ed i graffi del compasso<br />

utilizzato per eseguire la quadratura della scultura, che rivelano il processo seguito da Enea<br />

Becheroni per la realizzazione della copia, che attualmente sosituisce l’originale sulla facciata.<br />

Le stuccature in gesso-scagliola esistenti sono state mantenute e, con l’aggiunta di stucco a<br />

base di cellulosa, uniformate con il marmo circostante. Altre nuove stuccature sono, infine, state<br />

eseguite per chiudere fessure, lacune, fratture e tutte quelle zone esteticamente deturpanti, che<br />

disturbavano la lettura omogenea dell’opera.<br />

La patinatura con colori alla caseina ha permesso di mimetizzare al massimo sia le vecchie<br />

che le nuove stuccature.<br />

Come protezione finale è stata applicata la cera microcristallina al 5%.

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