Rivista Accademica n° 31 - accademia dei rozzi
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noto nel 1681 si risolse di prendere in affitto<br />
il palazzo Papeschi Piccolomini e di adeguarlo<br />
anche con la annessione di alcune<br />
case circonvicine: decisione motivata essenzialmente<br />
da considerazioni di carattere<br />
economico e di rapidità di esecuzione,<br />
favorita dalla collocazione del palazzo in<br />
prossimità della sede <strong>dei</strong> Gesuiti, ai quali il<br />
Collegio era stato affidato.<br />
Il periodo precedente, tuttavia, aveva<br />
visto svolgersi, parallelamente ad una serie<br />
di iniziative per la raccolta <strong>dei</strong> fondi necessari,<br />
un vivace e talvolta appassionato dibattito<br />
e il succedersi di una serie di proposte<br />
progettuali di varia provenienza, per la realizzazione<br />
di un edificio ex-novo o per l’adeguamento<br />
e la trasformazione di contenitori<br />
già esistenti. Di questa fase interlocutoria<br />
ci sono pervenute numerose, seppure<br />
frammentarie, testimonianze documentarie,<br />
anche inedite. L’interpretazione di queste<br />
fonti documentarie consente di ricostruire<br />
almeno in parte le vicende specifiche<br />
relative alla scelta di una sede per il<br />
Collegio e ai settori urbani interessati; offre<br />
inoltre un quadro particolarmente vivace e<br />
prezioso della complessità <strong>dei</strong> contributi<br />
culturali e progettuali messi in atto per l’occasione,<br />
che vedono intrecciarsi, in collaborazione<br />
o in contrapposizione, gli apporti<br />
dell’ambiente professionale senese, di quello<br />
romano e di quello fiorentino.<br />
I PROGETTI.<br />
I progetti che ci sono pervenuti in forma<br />
grafica e-o documentaria, sempre frammentaria,<br />
non sono né datati né firmati, con<br />
un’unica eccezione (di cui si dirà). L’esame<br />
comparato della documentazione (conservata<br />
in diversi archivi) consente tuttavia di<br />
individuare un certo numero di tecnici e<br />
architetti che sicuramente furono coinvolti<br />
con proposte, pareri e elaborazioni progettuali<br />
e di assegnare queste attività ad un<br />
5 Archivio Storico Comunale Siena (ASCSi),<br />
Preunitario 54, c. 395 (con corrispondente in ASSi,<br />
Governatore 1049, c. s. n.), datata 4 marzo 1679 ab Incarnatione,<br />
secondo il sistema fiorentino, dunque 1680.<br />
periodo che va dal 1678 alla primavera del<br />
1680.<br />
Nel marzo di questo anno, infatti, era<br />
stato infine scelto un progetto del Fontana.<br />
Il 4 marzo 1680 5 il segretario di stato granducale<br />
Marucelli scriveva da Livorno a<br />
Siena all’Auditore Gherardini che il<br />
Serenissimo Principe desideroso al par d’ogn’altro<br />
degli incrementi del seminario ha risoluto<br />
anche di darne una prova tale, che possa insieme<br />
fare incito a i personaggi più conspicui, alla<br />
nobiltà, et alla cittadinanza di Siena di concorrere<br />
a gara con adeguate contribuzioni alla spesa<br />
della fabbrica, che per lo stabilimento del prefato<br />
seminario, (...) si tratterebbe di fare secondo il<br />
disegno del signor Cavaliere Fontana: il<br />
Granduca, dunque, offriva per il progetto la<br />
cospicua somma di 5000 scudi, a patto che<br />
i cittadini senesi si impegnassero a contribuire<br />
per il resto dell’importo occorrente<br />
alla realizzazione 6 . La lettera del segretario<br />
di stato, al di là di attestare la presenza dell’architetto<br />
Fontana in relazione ad almeno<br />
uno <strong>dei</strong> progetti per il Collegio, costituisce<br />
una ulteriore testimonianza dell’atteggiamento<br />
granducale nei confronti dello ‘Stato<br />
Nuovo’ senese: se da un lato la prestigiosa<br />
istituzione del Collegio stava a cuore a<br />
Cosimo III, che si presentava come munifico<br />
sostenitore e che nel tempo avrebbe continuato<br />
ad elargire generose donazioni e a<br />
provvedere alla istituzione spazi prestigiosi<br />
(come la villa di S. Colomba e altri) 7 ; d’altro<br />
lato il progetto, nel quale il pubblico, et il<br />
privato deve provedere interesse sì affettuoso, si<br />
prestava anche come opportunità di drenare<br />
risorse alla nobiltà e alle istituzioni cittadine,<br />
facendo leva su quell’orgoglio di<br />
patria che certo contraddistingueva la società<br />
senese, ma anche ponendo i singoli nella<br />
imbarazzante posizione di rispondere direttamente<br />
alle richieste inoltrate tramite la<br />
Balia.<br />
Lo stimolo granducale, infatti, suscitava<br />
l’immediata reazione degli Ufficiali del<br />
6 Seganalate anche in B. MUSSARI, Carlo Fontana<br />
(...) cit.<br />
7 Si veda G. Catoni, Un nido di nobili cit.