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VIVAVERDI<br />
40<br />
cinema<br />
I 60 ANNI DI FILMCRITICA<br />
DA GODARD<br />
A CAMERON<br />
di Franco Montini<br />
Quando nel dicembre 1950 uscì il primo<br />
numero di Filmcritica, che in copertina<br />
aveva una fotografia di Farley Granger e<br />
Adele Jergens, tratta dal film La porta dell’inferno<br />
di Mark Robson, Edoardo Bruno<br />
aveva 22 anni. Da allora la direzione della<br />
rivista non è mai cambiata e anche oggi<br />
il fondatore continua a lavorare alla sua<br />
creatura con l’entusiasmo di un ragazzino.<br />
“Il segreto della longevità di Filmcriticaspiega<br />
Edoardo Bruno, docente universitario<br />
di storia del cinema ed autore nel<br />
1969 di un film come regista, intitolato La<br />
sua giornata di gloria- sta proprio nella voglia<br />
e nella scelta di dedicare la maggior<br />
parte del mio tempo e delle mie energie<br />
creative alla rivista. Confesso che Filmcritica<br />
è la cosa che più mi ha interessato e alla<br />
quale ho sacrificato, senza alcun rimpianto,<br />
numerose occasioni di lavoro e di<br />
carriera.<br />
Ma naturalmente -prosegue Bruno-<br />
Filmcritica non sarebbe potuta vivere tutti<br />
questi anni e continuare a godere di buona<br />
salute, se non avessimo potuto contare<br />
sull’apporto di molti collaboratori illustri<br />
e prestigiosi, a cominciare proprio dalla<br />
nascita. La rivista, infatti, poté avvalersi<br />
della protezione e dell’incitamento di tre<br />
Per il cinema sessant’anni rappresentano uno spazio temporale equivalente ad<br />
un’era glaciale. Fra il cinema del 1950 e quello di oggi le differenze sono abissali,<br />
sia sul versante artistico, che tecnologico, che economico. In questi sessant’anni è<br />
cambiato il linguaggio del cinema; sono tramontati generi di successo e ne sono<br />
nati di nuovi ed inediti; si è registrata una rivoluzione per ciò che riguarda le<br />
tecniche di ripresa e le modalità produttive; sono profondamente mutate le forme<br />
di consumo dei film. Insomma qualsiasi confronto è impossibile, perché ci<br />
troviamo di fronte a due mondi distanti anni luce, senza alcun elemento in<br />
comune, tranne l’eccezione di una rivista, Filmcritica; perché la pubblicazione,<br />
fondata da Edoardo Bruno, che nacque proprio in quel cinematograficamente<br />
lontanissimo 1950, continua regolarmente ad uscire ed ha brillantemente superato<br />
il seicentesimo numero. Ne parliamo col suo direttore.<br />
sacri numi tutelari: il regista Roberto Rossellini,<br />
il filosofo Galvano Della Volpe e il<br />
critico Umberto Barbaro. La presenza di<br />
queste tre figure, tre intellettuali difficilmente<br />
etichettabili, tutti nel proprio campo<br />
in qualche modo eretici, prefigura la<br />
caratteristica saliente della politica culturale<br />
di Filmcritica, che si batte per il buon<br />
cinema, aborrendo ogni ideologismo, spaziando<br />
a 360° in tutti i continenti, mescolando<br />
interessi e attenzione per la produzione<br />
di Hollywood e per quello che fu il<br />
cinema sovietico; per il classicismo e la<br />
sperimentazione; con una particolare sensibilità<br />
a cogliere il nuovo e l’emergente”.<br />
In effetti consultando anche sommaria-<br />
La copertina del primo numero della famosa<br />
rivista cinematografica fondata e diretta fino ad<br />
oggi da Edoardo Bruno. Sui 60 anni della rivista è<br />
uscita in questi giorni una bella antologia dal titolo<br />
Il senso come rischio Le mani editore<br />
mente la collezione di Filmcritica, ci si accorge<br />
che gli autori di culto della rivista sono<br />
numerosi e assai diversi fra loro. Sul<br />
fronte del cinema italiano, i registi sicuramente<br />
più amati sono stati e sono Rossellini,<br />
Pasolini, Bellocchio; per ciò che riguarda<br />
gli stranieri si va da Robert Bresson<br />
e Jean-Luc Godard, ad Alfred Hitchcock<br />
e Clint Eastwood; da Orson Welles<br />
e Manuel de Oliveira, a Straub/Huillet e<br />
Raoul Ruiz; da Blake Edwards ad Amos<br />
Gitai. A conferma delle predilezioni di<br />
Filmcritica basterebbe, del resto, scorrere<br />
l’elenco del premio “Maestri del Cinema”,<br />
ideato dalla rivista con l’appoggio del<br />
Comune di Roma, che, in tredici anni, ha