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VIVAVERDI<br />
42<br />
personaggi<br />
RADIO<br />
I MIEI VENTICINQUE ANNI<br />
DAVANTI A UN MICROFONO<br />
di Fiamma Satta<br />
Il primo programma cui presi parte (La<br />
strana casa della formica morta) fu frutto<br />
di sperimentazione estiva (luglio, agosto<br />
e settembre) fortemente voluta dal<br />
Direttore di allora, Corrado Guerzoni e<br />
dalla sig.ra Lidia Motta, storico capostruttura<br />
di Radio2. Affidarono tre ore di<br />
diretta pomeridiana, fra parole e musica<br />
a cinque ragazzi che avrebbero dovuto fingere<br />
di essere rinchiusi in una casa di<br />
campagna, lontani da amici e parenti. Lì<br />
avrebbero messo alla prova la loro compatibilità,<br />
le loro idiosincrasie, le loro capacità<br />
o incapacità nella preparazione di<br />
idee e materiali audio per un programma<br />
che sarebbe andato in onda in ottobre.<br />
Inoltre le loro personali unicità, così lontane<br />
le une dalle altre in fatto di scelte<br />
musicali e non, avrebbero composto tendenze<br />
e gusti giovanili, tutto all’insegna<br />
della diversità come valore. I cinque erano<br />
“inconsapevoli” di essere continuamente<br />
spiati dalla rete con microfoni nascosti<br />
nella casa, in modo che quel loro<br />
stare insieme e quei loro goffi tentativi di<br />
preparazione del futuro programma autunnale<br />
rappresentavano in realtà la diretta<br />
del programma stesso. Oggi è inevitabile<br />
trovare in quell’idea assoluta-<br />
Mi son seduta per la prima volta in vita mia davanti ad un microfono di Radio2<br />
il primo luglio 1985 e mi sono alzata il primo gennaio 2010: venticinque anni<br />
dopo. Una semplice informazione che non serve ad introdurre anniversari o<br />
autocelebrazioni, ma la mia obiettiva opportunità di osservare sul campo<br />
alcuni cambiamenti radiofonici di questi ultimi venticinque anni. Ad esempio la<br />
scomparsa dei rumori, importante ausilio dell’immaginazione e la mancanza di<br />
pause nella conduzione, due dei tanti fattori di un’omologazione dei programmi<br />
radiofonici che puntano ormai, invariabilmente, sull’intervento quotidiano degli<br />
ascoltatori tra mail, sms e telefonate.<br />
mente folle un’eco anticipatrice del Grande<br />
fratello, ma allora la follia di quello<br />
strampalato programma aveva un nome:<br />
sperimentazione. Ma un po’ di ardimento,<br />
di ottimismo e di follia non sono forse<br />
alla base di ogni esperimento? All’epoca,<br />
dunque, davanti ai miei occhi avvenivano<br />
continuamente sperimentazioni<br />
fra i giovani aspiranti autori-conduttori,<br />
con la consapevolezza che i giovani<br />
costituiscono energia vitale che spinge in<br />
avanti il mondo, rivoluzionandolo. Ricordo<br />
bene come storcevo la bocca davanti<br />
ai suggerimenti di chi pretendeva<br />
tra uno spazio e l’altro, una situazione e<br />
l’altra, i cosiddetti “siparietti”. Solo la parola<br />
mi faceva rabbrividire. E allora spingevamo,<br />
noi giovani di allora, sempre un<br />
Fiamma Satta coautrice e conduttrice insiema a Fabio<br />
Visca della notissima trasmissione radiofonica<br />
Fabio e Fiamma in onda su Radio Rai 2 dal 1987<br />
Foto Patrizia Savarese<br />
poco più in là la volontà di annullare quei<br />
benedetti “siparietti” considerandoli reperti<br />
di antiquariato. E venivano inventati<br />
nuovi modi di rivolgersi al pubblico,<br />
magari anche con la rappresentazione di<br />
un finto privato che fosse in grado di<br />
esprimere i cambiamenti reali della società.<br />
Ed è così che sono nate le sit-com<br />
quotidiane di Fabio e Fiamma che hanno<br />
raccontato, per esempio, lo stato dei<br />
single e successivamente la crisi della<br />
coppia, in varie formule: dalla litigiosa<br />
convivenza in casa di due amici non legati<br />
sentimentalmente, alla litigiosa convivenza<br />
dei medesimi davanti ai microfoni<br />
di uno studio radiofonico, alle prese<br />
con una folle e surreale “Posta del cuore”,<br />
in cui i loro problemi tragicomici