Processo alla - Avvocato Carlo Priolo
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configurare un'effettiva compatibilità tra élite e democrazia: 1) l'elettorato è in grado<br />
di scegliere tra una pluralità di élites in competizione; 2) le élites non possono rendere<br />
ereditario il loro potere o impedire a nuovi gruppi sociali di accedere alle posizioni di<br />
vertice; 3) le élites raccolgono sostegno da parte di coalizioni mutevoli in modo che<br />
nessuna può diventare permanentemente predominante; 4) le varie élites dominanti<br />
nei diversi settori della società non stabiliscono mai un'alleanza comune.Posta in<br />
questi termini, l'iniziale contrapposizione tra élite e democrazia risulterebbe superata<br />
d<strong>alla</strong> formula 'elitismo democratico' con cui si vuole indicare che in una poliarchia il<br />
potere politico è esercitato mediante un'alternanza tra diverse élites mobili e aperte,<br />
élites che si propongono e non si impongono, e che l'influsso che il popolo in quanto<br />
elettorato opera sul governo dipende in ultima analisi dall'effettivo pluralismo delle<br />
élites e d<strong>alla</strong> competizione reale che si instaura tra di esse. Tutto ciò equivale, come<br />
ha notato Peter Bachrach nel suo lavoro The theory of democratic elitism (1967), non<br />
solo a ripudiare l'ideale etico della democrazia classica e a ridimensionare le istanze<br />
partecipative, ma soprattutto a ribadire l'inalterabilità della dicotomia élite-massa<br />
anche nelle società industriali contemporanee. Nella teoria classica il fuoco<br />
dell'attenzione verteva sul popolo e sulla sua partecipazione al potere; nell'elitismo<br />
democratico l'attenzione si concentra sull'élite e sul suo carattere pluralistico e<br />
competitivo, con il conseguente arretramento del principio egualitario da uguaglianza<br />
di potere a uguaglianza della possibilità di accedere a posizioni di potere.<br />
La caduta degli Dei<br />
Sono caduti rovinando a terra, con la schiena curva, alcuni politici importanti in cerca<br />
di un successo imperituro. Picchiando a quei portoni, dove la legge trova un incerto<br />
asilo, hanno cercato un effimero ristoro, coltivando temerarie illusioni. Sono andati<br />
pellegrini nei luoghi del diritto, dove il dettato della norma si mastica come la gomma<br />
americana, per eludere la forza dei numeri. La figura non è stata delle migliori, un<br />
bagliore, una speranza e di nuovo l’abisso profondo.<br />
Velleitari personaggi, con la pistola di carta bollata, ripetono il gioco eterno del<br />
ritardo, del differimento, per oscurare la dura realtà del fallimento personale. Travolti<br />
da un insolito destino cercano invano un approdo, una spiaggia che possa lenire il<br />
male dentro della inaspettata sconfitta elettorale .<br />
Hanno dimenticato gli studi, l’amore per la professione, la dignità, traendo vantaggio<br />
dal disprezzo altrui, compiacenti del loro improvvido ricorso, del loro incerto<br />
reclamo.<br />
Oscillano tra aspirazioni compensatorie ed un innato istinto gregario bisognevole di<br />
false rassicurazioni. Erratici prigionieri del nulla perpetuano una coazione a ripetere<br />
nel segno dell’insulto, della rapina del giudizio, della mistificazione dei fatti, della<br />
trasparenza dell’inganno. La fotocopia di un rituale antico volto ad inquinare il volto<br />
solare del consenso.<br />
Altri hanno iscenato, ipocritamente, il dibattito sul patto generazionale, sulla classe<br />
dirigente, sulle ragioni del ricambio, sulla competitività generazionale, sulla selezione<br />
dei migliori, sul reclutamento dei meritevoli. Consapevoli che l’apporto di soggetti<br />
responsabili nei posti di vertice, sulla catena di comando è decisivo per lo sviluppo,<br />
per crescere si sono affidati senza convinzione al criterio anagrafico, convinti<br />
comunque <strong>alla</strong> fine di prevalere per mancanza di esperienza delle giovani<br />
generazioni, per l’inadeguatezza di assolvere il compito in un settore operativo, di un<br />
gruppo, di una comunità. Cercano di meritarsi un consenso nei settori decisivi della<br />
società italiana proponendo l’ingresso del ricambio generazionale nel gotha del<br />
mondo industriale e professionale, come pure nel mondo politico, almeno a parole.<br />
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