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NAZIONALSOCIALISMO<br />
Diverse opinioni<br />
Premessa<br />
Assistiamo ormai da tempo ad un opera di falsificazione<br />
del “fenomeno nazionalsocialista” riconducibile a ciò che<br />
viene comunemente ed ipocritamente riconosciuto come<br />
studio storico oggettivo.<br />
L’utilizzo di libri quali “Behemoth struttura e pratica del<br />
nazionalsocialismo” di F. Neumann e “La politica<br />
sociale del Terzo Reich” di T. Mason” come testi di studio<br />
nelle Università Italiane a discapito di testi con<br />
concezioni di differente taglio sul tipo dell’ottimo<br />
“Comunismo Gerarchico” di S. Michelacci oppure de<br />
“L’ordinamento economico Nazionalsocialista” di R.<br />
Dubail ci fanno intuire cosa la cultura imperante intenda<br />
per “oggettività”.<br />
Viene da pensare che oggi, a oltre sessanta anni dalla<br />
disfatta dei “regimi fascisti”, si moltiplichino le<br />
attenzioni a evidenze storiche non appunto oggettive<br />
ma più che altro riconducibili a feticci o totem che<br />
devono conseguentemente essere la personificazione<br />
del male e dell’oppressione.<br />
Ciò a beneficio non solo della sinistra tradizionale e<br />
radicale ma della stessa socialdemocrazia più o meno<br />
liberale che in tal modo assegna l’opportuna etichetta<br />
esorcizzante di quelle vicende che furono “la negazione<br />
della libertà soggettiva e personale”.<br />
Oggigiorno, inoltre, completano l’operazione di tabula<br />
rasa quella serie di articoli raffazzonati e scandalistici<br />
che riportano il sentito dire, oppure qui programmi<br />
televisivi che ripropongono il sensazionalismo a sfondo<br />
torbido di History Channel, o peggio ancora la storia<br />
parlata in pillole di Radio24.<br />
Tutti echi mediatici che vanno a rivestire il substrato<br />
pseudoculturale dell’odierna concezione modernista ed<br />
egualitarista senza sé e senza ma di fenomeni storici e<br />
spirituali quali il Nazionalsocialismo o il Fascismo.<br />
La tesi che noi riporteremo di seguito sarà invece in<br />
antitesi con le attuali “vere” culture della sinistra o<br />
della destra b<strong>org</strong>hese liberaldemocratica, che<br />
utilizzano da tempo e a spada tratta tutte le<br />
argomentazioni disponibili attingendole a piene mani<br />
dagli svariati testi che in molti casi sembrerebbero<br />
addirittura creati a tavolino!<br />
Affermeremo come il Nazionalsocialismo sia stato<br />
effettivamente “Rivoluzionario”, come lo sia stato<br />
oggettivamente, e come sia stato nel senso radicale<br />
12<br />
Storia e Controstoria<br />
di Matteo Pastori<br />
(Angriff)<br />
veicolo rivolto al capovolgimento dei valori<br />
egualitaristi e b<strong>org</strong>hesi. Come l'esperienza tedesca, già<br />
a pochissimi mesi dalla presa del potere, fosse riuscita<br />
a dare immediata operatività al proprio disegno<br />
politico e a innestare senza traumi sul tessuto<br />
nazionale la propria visione del mondo.<br />
In particolare cercheremo di analizzare il fenomeno<br />
Nazionalsocialista nelle sue <strong>org</strong>anizzazioni e di come,<br />
strumentalmente, si sia voluto porre gli accenti<br />
sottolineando esclusivamente le forme<br />
“compromesse” al fine di far passare sotto silenzio il<br />
fermento che contraddistingueva tutti i campi, dal<br />
filosofico all’artistico, dal legislativo al sociale.<br />
Allo scopo di capire quale sia la base del nuovo<br />
ordinamento Nazionalsocialista è necessario avere una<br />
chiara comprensione di cosa significhi il termine<br />
“Comunità del Popolo” ovvero la Volksgemeinschaft.<br />
LA VOLKSGEMEINSCHAFT<br />
«C'è un simpatico aneddoto di un uomo che, giunto in<br />
un cantiere, domandò a tre persone dello stesso gruppo<br />
di lavoro che cosa stessero facendo. Il primo rispose:<br />
"trasporto pietre", il secondo: "guadagno i miei soldi",<br />
il terzo: "costruisco una cattedrale" (1). Queste risposte<br />
rispecchiano tre concezioni dell'essenza del lavoro che si<br />
possono trovare in tutte le classi sociali: la proletaria, la<br />
b<strong>org</strong>hese e la nazionalsocialista». Mentre i primi due<br />
lavoratori hanno in mente esclusivamente la propria<br />
condizione personale, il terzo «si considera parte del<br />
tutto»(2), partecipa attraverso il suo lavoro alla<br />
realizzazione di qualcosa di grande, e ne è artefice<br />
quanto i suoi diretti superiori, il capocantiere o<br />
l'architetto; il terzo operaio incarna invece il perfetto<br />
Volksgenosse del nazionalsocialismo, un uomo che ha<br />
abbandonato il particolarismo classista per fondersi<br />
nella comunità nazionale.<br />
Il nazionalsocialismo intese perseguire con tutti gli<br />
strumenti necessari un obiettivo primario e<br />
fondamentale: cancellare la divisione per classi della<br />
società tedesca e creare in sua vece una compatta<br />
comunità popolare stretta attorno ai valori della stirpe.<br />
Al centro di questo sistema il riferimento non è più<br />
l’individuo b<strong>org</strong>hese o lo Stato contrattualistico,<br />
pertanto non la società comunemente intesa<br />
(Gesellschaft) “… bensì il Volk e lo spirito del Volk, il<br />
quale realizzandosi come continuità dell’idea in atto,