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1459<br />
L’apparenza mi dice che sono un uomo. Ragioni vere, essenziali, mi avvertono<br />
che la mia essenza è certamente quella di Dio! Poi l’ideale è chiarissimo: io ho il<br />
suo! Pertanto sono un uomo avente l’ideale di Dio e sono stato voluto così da Dio<br />
per poter essere un ideale mediatore.<br />
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Più o meno. Dopo 33 anni in cui mi sono veramente imposto come persona<br />
capace, ho abbandonato ogni ideale di supremazia, per seguire in tutto l’ideale di<br />
Gesù Cristo, e sono divenuto povero, umiliato ed insignificante.<br />
Con la mia perdita di potere reale, è insorto il bisogno ideale dell’esistenza della<br />
grandezza di Dio, ed ho cercata di darle corpo, attraverso il mio. Non si trattava di<br />
un Dio rispettato e potente, ma che umilmente servisse alla vita del prossimo.<br />
Alla fine ho anche tentato di compiere qualche miracolo, e mi sono accorto di<br />
essere come un Ente poggiato su idee grandiose, ma che, tuttavia, era impotente,<br />
dimezzato, come se avesse abbandonato la tastiera del comando reale del mondo e<br />
si fosse collocato solo nel mondo.<br />
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Mi sono data una vera spiegazione. Se Dio ha voluto mettersi da questa parte<br />
del mondo, veramente come uno di noi, ha dovuto e voluto abbandonare la tastiera<br />
di comando. Non poteva tenere i piedi in due scarpe! Non sarebbe stato veramente<br />
un uomo ed avrebbe barato, se fosse saltato a volontà da dentro a fuori.<br />
Finché aveva nel mondo solo Gesù, Egli l’assisteva dal suo posto di comando.<br />
Sceso davvero nel mondo, con la sua Trinità, ha volutamente abbandonato ogni<br />
possibilità di compiere miracoli contro-natura, fintantoché vi fosse rimasto dentro.<br />
In tal modo avrebbe costatato come andassero le cose per quei “poveri Cristi”<br />
che egli tanto ama, dopo di aver dato loro Gesù come via verità e vita.<br />
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L’ho tanto amato da aver voluto che vivesse Egli al posto mio, e così – ad un<br />
certo punto – mi è successo di sentirmi davvero un tutt’uno con Lui!<br />
Molte volte ho avvertito in me stesso un intenso amore, di Dio per me, e mio<br />
per Lui, tanto che se una volta idealmente facevo all’amore con le persone, ad un<br />
certo punto ho cominciato a farlo con la persona stessa di Dio, piangendo e ridendo<br />
nello stesso tempo e cadendo in vere e proprie estasi mistiche.<br />
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