Come parlano le immagini Cosa dicono le parole Cosa ... - Babalibri
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BABALIBRI Il raffreddore di Amos Perbacco<br />
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Cinque storie di attenzione, dicevamo. Amos conosce i suoi<br />
amici, <strong>le</strong>gge i loro bisogni, al<strong>le</strong>ggerisce <strong>le</strong> loro debo<strong>le</strong>zze con<br />
azioni minime e costanti. I cinque «quadri» ci rivelano, a<br />
guardarli bene, un identikit a doppia faccia: quello dell’anima<strong>le</strong><br />
che Amos incontra e quello di Amos stesso. Lui e<br />
l’e<strong>le</strong>fante hanno la medesima postura al tavolo degli scacchi,<br />
pur essendo racchiusi da due corpi «pachidermicamente»<br />
diversi 4 . Della tartaruga condivide il volto rugoso e la <strong>le</strong>ntezza<br />
dell’incedere. <strong>Come</strong> il pinguino Amos tiene <strong>le</strong> zampe<br />
e i piedi rivolti verso l’interno, come chi è imbarazzato e<br />
intimorito dallo sguardo del mondo. Del rinoceronte richiama<br />
in maniera buffa il profilo, con il suo gran naso. Ed è la<br />
presbiopia del <strong>le</strong>ttore che lo avvicina alla civetta. Trasmettono<br />
fragilità e delicatezza, anche quando i suoi amici animali<br />
sono per antonomasia il simbolo della forza: l’e<strong>le</strong>fante<br />
che proverbialmente distrugge il negozio del<strong>le</strong> porcellane,<br />
sol<strong>le</strong>va i pedoni degli scacchi come se fossero bambini con<br />
la proboscide, tenendo <strong>le</strong> sue impacciate zampe in grembo.<br />
L’intensità del<strong>le</strong> relazioni scalda, riempie <strong>le</strong> giornate, porta<br />
<strong>le</strong> persone a varcare i propri limiti, proprio perchè di quella<br />
intensità non si può fare a meno. Ecco spiegato perché, dopo<br />
qualche pagina, si ritrova la truppa di animali ben allineata<br />
alla fermata dell’autobus. Amos una mattina non arriva.<br />
«Dov’è Amos?» si chiedono preoccupati e<strong>le</strong>fante, tartaruga,<br />
pinguino, rinoceronte, gufo. Sono in attesa di quel momento<br />
che dà alla loro quotidianità senso e si ritrovano tutti insieme,<br />
con lo stesso identico vuoto 5 . Serve l’autobus cinque,<br />
per non privarsi neanche per un giorno del<strong>le</strong> proprie abitudini,<br />
per non stare gli uni senza gli altri, per arrivare a casa<br />
del loro amico. I ruoli si ribaltano e gli animali si prendono<br />
cura di Amos, pazienti e premurosi con <strong>le</strong> sue debo<strong>le</strong>zze.<br />
Di nuovo cinque quadri in cui è la relazione a due che si ripete<br />
6 ; ancora scacchi, ancora giochi, ancora stare, ancora starnuti,<br />
ancora storie. Il testo e <strong>le</strong> <strong>immagini</strong> sono speculari al<strong>le</strong> cinque<br />
scene precedenti: «Giocava a scacchi con l’e<strong>le</strong>fante (che pensava<br />
e ripensava prima di ogni mossa)» e «L’e<strong>le</strong>fante preparò la scacchiera<br />
e Amos pensò e ripensò prima di ogni mossa»; «Prestava<br />
il fazzo<strong>le</strong>tto al rinoceronte (che aveva sempre la goccia al naso)»<br />
e «“Etciù!”Amos si svegliò con uno starnuto. E il rinoceronte<br />
era già pronto con il fazzo<strong>le</strong>tto»; «E al tramonto [Amos] <strong>le</strong>ggeva<br />
una storia al gufo che aveva paura del buio» e «E [disse] buonanotte<br />
al gufo che sapendo quanto Amos avesse paura del buio,<br />
<strong>le</strong>sse ad alta voce una storia prima di spegnere la luce.»<br />
La casa di Amos è lo zoo e lo zoo è la casa di Amos; sul<br />
<strong>le</strong>tto c’è la coperta blu di Amos, solcata da disegni di piume<br />
di pavone, esattamente come sul cancello del giardino zoologico<br />
in cui è una effige in ferro del pennuto ad accogliere<br />
il visitatore.<br />
Altre storie scorrono paral<strong>le</strong><strong>le</strong> alla principa<strong>le</strong>; si<strong>le</strong>nziose<br />
emergono piano piano all’occhio del <strong>le</strong>ttore bambino, abi<strong>le</strong><br />
nel cogliere i dettagli in formato mignon: un topino che in<br />
ogni scena compie del<strong>le</strong> picco<strong>le</strong> azioni (tenere un orologio,<br />
conversare con un uccellino, fare il tifo per la tartaruga),<br />
i frammenti di tante altre esistenze raccontate dai piccoli<br />
spioncini del<strong>le</strong> finestre dei palazzi che stringono, quasi più<br />
a dar<strong>le</strong> calore che a schiacciarla, la casa del Signor Perbacco.<br />
E un personaggio che sebbene non faccia parte della<br />
relazione uomo-anima<strong>le</strong> di cui narrano queste vicende segue<br />
fedelmente lo svolgersi della storia dal<strong>le</strong> prime pagine:<br />
un palloncino rosso. Potrebbe essere il narratore di tutta la<br />
storia, forse un oggetto sfuggito dal<strong>le</strong> mani di un bambino<br />
7 . O semplicemente il compagno di un pezzo di viaggio.<br />
Un po’ come il <strong>le</strong>ttore, che quando tutti infine dormono ammonticchiati<br />
e felici attorno al <strong>le</strong>tto di Amos, può decidere<br />
come il palloncino di lasciarli al sonno e partire per un’altra<br />
avventura. [I.T.]<br />
7<br />
UN LIBRO PER:<br />
• lavorare sull’idea di accudimento<br />
• raccontare cos’è la quotidianità<br />
• guardare i dettagli<br />
• interrogarsi su cosa è uno zoo e come<br />
vivono gli animali all’interno di esso<br />
• tenere compagnia quando si ha<br />
l’influenza<br />
• prestare attenzione al<strong>le</strong> picco<strong>le</strong> cose<br />
• disegnare e colorare con materiali<br />
diversi per sperimentare <strong>le</strong> possibilità<br />
dei segni<br />
• imparare a prendere l’autobus da soli<br />
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