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Come parlano le immagini Cosa dicono le parole Cosa ... - Babalibri

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58<br />

TOPIPITTORI L'omino e Dio<br />

4<br />

5<br />

“altri” e al tempo stesso non cambia mai. Viene da chiedersi,<br />

a questo punto del testo: che differenza c’è tra una religione<br />

monoteista e una politeista? Il Dio di L’omino e Dio a<br />

qua<strong>le</strong> del<strong>le</strong> due fedi si rifà e perché? Kitty Crowther non<br />

è una teologa né prova a esserlo pubblicando questo libro,<br />

che prima di tutto è la storia di un incontro straordinario,<br />

tra due persone straordinarie. Eppure, al cospetto di questo<br />

Dio, esperto volatore e inesperto nuotatore, come si evince<br />

dal<strong>le</strong> scene a pelo d’acqua e da quel<strong>le</strong> in cima agli alberi, potrebbero<br />

trovarsi anche i pensieri di una eremita del nostro<br />

tempo, Adriana Zarri, la cui <strong>le</strong>ttura è consigliabi<strong>le</strong> insieme a<br />

quella di L’omino e Dio.<br />

Il potere di sintesi di cui sono dotate <strong>le</strong> figure, è invidiabi<strong>le</strong><br />

per chi, per esprimersi, non conosce altro mezzo che il<br />

linguaggio verba<strong>le</strong>. La combinazione di certi segni, colori,<br />

soggetti iconografici, toglie la voce a commenti superflui,<br />

perfino al testo, se ritenuto non necessario, come si verifica<br />

nella sequenza del Dio-<strong>le</strong>pre, Dio-cervo, Dio-cow-boy,<br />

Dio-Apache, Dio-gorilla 4 . Al<strong>le</strong> paro<strong>le</strong> scritte, dunque, si<br />

può rinunciare, senza temere afasia o discontinuità all’interno<br />

di un discorso verbovisua<strong>le</strong>, tipico degli albi illustrati.<br />

Quante paro<strong>le</strong> non scritte, pronunciano i disegni di Kitty<br />

Crowther, a loro volta ispirati da altrettante paro<strong>le</strong> non dette,<br />

raccolte, imparate, a occhi aperti: quercia, abete, betulla,<br />

larice, pino, faggio, arnica, iperico, luparia, sassifraga, erba<br />

stella, erba matta, piantaggine, pappi, viperina, farfaraccio,<br />

strigolo eccetera. Il campo visivo abbraccia misure varie, e<br />

giocare a cercare animali piccolissimi rende evidente la partecipazione<br />

al racconto di esseri minuscoli: co<strong>le</strong>otteri, <strong>le</strong>pidotteri,<br />

termiti, eccetera. Kitty Crowther setaccia il bosco e<br />

<strong>le</strong> sue presenze a trecentosessanta gradi, per disegnare. Chi<br />

vo<strong>le</strong>sse, potrebbe farsi guidare da un botanico a compiere<br />

un’indagine analoga.<br />

È una scelta ricorrente, da parte dell’autrice, quella di accoppiare<br />

visioni a e<strong>le</strong>menti di vita quotidiana, fattori microscopici,<br />

più che macroscopici, contribuiscono a fare, di un nulla,<br />

miracoli 5 . «Fatti pochi passi, Omino chiede a Dio se gli va<br />

di andare da lui a mangiare una frittata. Dio accetta con entusiasmo.<br />

“Sono onorato di accompagnarti, ma che cos’è una<br />

frittata?”», oppure «Il pranzo è finito. Dio si offre di lavare<br />

i piatti. “No, no! Lo faccio io dopo.” Omino dà un’occhiata<br />

fuori dalla finestra. “È bello, andiamo fuori.”», oppure «Seduto<br />

su una pietra, Dio domanda: “Ti piacerebbe volare?”<br />

“No, mi piacerebbe di più nuotare sott’acqua!” Parlano un<br />

po’ del<strong>le</strong> cose che preferiscono. Dio guarda la notte, il cielo<br />

stellato. “Bisogna che rientri, mia moglie mi aspetta.”»<br />

D’altra parte, anche dal pronunciare paro<strong>le</strong> ci si può astenere,<br />

senza perciò far morire una conversazione. Dai si<strong>le</strong>nzi<br />

praticati dall’omino e Dio, il parlato esce intensificato, piuttosto<br />

che affievolito. I personaggi inventati da Kitty Crowther<br />

<strong>parlano</strong> e tacciono a questo modo, nel rispetto reciproco<br />

di rego<strong>le</strong> non scritte, che permettono loro di comunicare,<br />

ancorché in si<strong>le</strong>nzio. Un si<strong>le</strong>nzio di segno positivo, fratello<br />

dei si<strong>le</strong>nzi indicati da Enzo Bianchi, priore della comunità<br />

monastica di Bose, come irrinunciabili. Sono «il si<strong>le</strong>nzio<br />

rispettoso della parola dell’altro, ma anche il si<strong>le</strong>nzio scelto<br />

nella consapevo<strong>le</strong>zza che “c’è un tempo per tacere e un tempo<br />

per parlare”. Un si<strong>le</strong>nzio particolare è quello dell’amicizia<br />

e dell’amore, un si<strong>le</strong>nzio di presenza e di pienezza, in cui il<br />

semplice stare insieme è fonte di gioia. Vi è infine il si<strong>le</strong>nzio<br />

interiore, nel cuore di ciascuno di noi, per accogliere la presenza<br />

degli altri e dell’Altro, Dio.»<br />

Il fina<strong>le</strong> è l’enunciazione ennesima di un valore sposato fin<br />

dal principio da Kitty Crowther: quello dei nomi e dei simboli.<br />

L’omino si chiama Teo «“che vuol dire Dio. Lo sapevi?”<br />

“Sì, sì. Me l’aveva detto mio padre.”» 6 [G.M.]<br />

6<br />

UN LIBRO PER:<br />

• sviluppare un percorso di <strong>le</strong>ttura<br />

dedicato al<strong>le</strong> religioni monoteiste<br />

e politeiste<br />

• raccogliere e confrontare diversi<br />

esempi di rappresentazioni del divino<br />

nella storia dell’uomo<br />

• scrivere in forma di racconto breve<br />

o di fumetto, un incontro unico,<br />

capitato davvero, analogo a quello<br />

tra Omino e Dio<br />

• notare differenze e somiglianze<br />

tra esseri umani e esseri divini<br />

• riconoscere/e<strong>le</strong>ncare certi tipi<br />

di si<strong>le</strong>nzio<br />

• giocare a risalire all’origine del<br />

proprio nome, sull’esempio di Teo-Dio<br />

• aiutarsi con una guida naturalistica a<br />

risalire ai nomi dei fiori e del<strong>le</strong> piante<br />

“detti” da Kitty Crowther attraverso<br />

il disegno<br />

• osservare il modo in cui Kitty Crowther<br />

usa la matita e i colori e sperimentare<br />

la stessa tecnica<br />

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