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Come parlano le immagini Cosa dicono le parole Cosa ... - Babalibri

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BABALIBRI Chi è il più buffo?<br />

4<br />

5<br />

6<br />

alla goffaggine: Chi è il più buffo? si oppone a tutti gli stereotipi<br />

del<strong>le</strong> <strong>immagini</strong> che andrebbero «somministrate» ai<br />

bambini 4 . La deformità è più interessante, ha tanti lati da<br />

indagare, dall’espressività alla fissità dei profili di Pu e Pulcinella<br />

(che sono sempre rappresentati uno di fronte all’altro,<br />

con questa prospettiva). Anche la parola ha un peso nel contrasto:<br />

«Io sto immobi<strong>le</strong> come un burattino». «E io vado al<br />

galoppo con il cavallino». «Io cammino sul soffitto e ti vedo<br />

a gambe in su». «E io rimango bello dritto e ti vedo a testa<br />

in giù». Può la rima rientrare in una sfida di buffonaggine?<br />

François dice di sì.<br />

Quando Pu e Pulcinella constatano che è impossibi<strong>le</strong> arrivare<br />

ad una chiara supremazia, forse troppo presi dal loro<br />

divertimento, si accorgono che il mondo continua oltre la<br />

loro diatriba. Così l’autore inserisce un terzo personaggio<br />

che segna la svolta nel racconto. È un piccolo stratagemma,<br />

un gioco di specchi in cui Pu e Pulcinella incontrano un<br />

drago a due teste, una testa sveglia e una testa addormentata<br />

e russante 5 . Il drago è come una possibilità al cubo di divertimento:<br />

«Io sono il signor Pulcinella. Io sono il signor Pu.<br />

E per essere un drago sei buffo anche tu!» L’autore riproduce<br />

la composizione del<strong>le</strong> pagine precedenti: due personaggi<br />

di profilo su una pagina guardano due facce di profilo sull’altra…<br />

L’inizio di un altro susseguirsi di caprio<strong>le</strong> e stranezze,<br />

di risate da far staccare i piedi da terra, tanto che il <strong>le</strong>ttore<br />

quasi lo pregusta. Invece un drago è un drago, è suscettibi<strong>le</strong><br />

e sputa fuoco, e senza tanti salame<strong>le</strong>cchi si mangia Pu e<br />

Pulcinella, uno per testa. Vediamo i due malcapitati ingoiati,<br />

in una buffa maniera: dal<strong>le</strong> fauci del drago escono una<br />

testa verdognola e una arancio, quasi che Pu e Pulcinella si<br />

fossero infilati dentro ad un costume gigante, un costume da<br />

drago bitesta, per non interrompere l’escalation del gioco 6 .<br />

Infatti così è: calzati i due cappelli (non mangiati, un cappello<br />

si sa, è ben indigesto), una testa si rivolge all’altra con fare<br />

beffardo: chi è il più buffo adesso? Si potrebbe continuare, ci<br />

viene suggerito, all’infinito, dal piccolo del proprio specchio<br />

in bagno al<strong>le</strong> sfere ce<strong>le</strong>sti: nell’ultima pagina infatti ci sono<br />

una luna Pulcinella e un so<strong>le</strong> Pu, con un piccola stella accanto.<br />

Le stella è come il <strong>le</strong>ttore, un osservatore che ha percorso<br />

<strong>le</strong> gag di tutto il libro.<br />

Robert Delpire, storico editore francese di François e soda<strong>le</strong><br />

di una vita, raccontava così una visita allo studio dell’autore:<br />

«E poi improvvisamente vi salta agli occhi un tratto<br />

che vi sembra troppo forte, una macchia che vi sembra<br />

eccessiva, un accordo di masse insolito, come un suono di<br />

piano scordato. È come un altro tempo, un altro mondo.<br />

E allora insistete, spingete oltre il vostro sguardo. E questi<br />

personaggi che fanno smorfie, questi calvari dolorosi, queste<br />

donne dai seni troppo pesanti e <strong>le</strong> labbra troppo rosse – se insistete<br />

– arriverete a inserirli in un percorso, ammetterete la<br />

loro dissonanza, scoprirete <strong>le</strong> loro somiglianze, e li inserirete<br />

in un’opera in perpetuo movimento, senza pace, senza protezione,<br />

ad alto rischio». Il rischio che al bambino dovrebbe<br />

essere dato di correre. André François ci sprona a ridere.<br />

Lo fa senza rassicurare il <strong>le</strong>ttore, anzi spingendolo – ogni<br />

volta in una cornice diversa – oltre ciò che è consentito,<br />

ad esplorarsi senza finzione. Senza false protezioni se non<br />

quella del divertimento. Puro. [I.T.]<br />

UN LIBRO PER:<br />

• scatenarsi a fare cose pazze con<br />

il proprio corpo<br />

• fare <strong>le</strong> smorfie<br />

• ragionare sugli opposti<br />

• parlare di draghi<br />

• ridere forte<br />

• inventare sfide verbali in rima<br />

• capire quando un disegno<br />

è espressivo o meno al di là dello sti<strong>le</strong><br />

• fare un teatrino di Pu e Pulcinella<br />

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