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Come parlano le immagini Cosa dicono le parole Cosa ... - Babalibri

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12<br />

BABALIBRI Chi è il più buffo?<br />

LA TENZONE<br />

Un libro vecchio che sembra sempre nuovo, un grande autore di libri per bambini,<br />

due uomini buffi che più buffi non si può. Una corsa fra <strong>le</strong> pagine, spericolata<br />

e divertente, per giocare con ciò che è eccessivo, ridicolo, divertente.<br />

CHI È IL PIÙ BUFFO?<br />

Testo e illustrazioni di André François<br />

Traduzione di Cristina Brambilla<br />

Cartonato 40 pagine a colori<br />

Formato 25 x 20 cm<br />

ISBN 978 88 8362 247 2<br />

Euro 12,00<br />

1<br />

Non si indica con il dito. È una regola del bon ton che a tutti<br />

i bambini viene ripetuta da madri attente e padri so<strong>le</strong>rti.<br />

Se questa preoccupazione è viva in voi, siete capitati davanti<br />

ad un libro altamente diseducativo. Due dita puntate «l’una<br />

contro l’altra» come due pisto<strong>le</strong>, sono la copertina di questo<br />

libro, Chi è il più buffo? 1 . Chi sia in effetti il più buffo è<br />

diffici<strong>le</strong> a dirsi. Si fronteggiano due personaggi, uno strano<br />

ometto con la faccia a luna e un altro con la testa tonda come<br />

una palla. Uno ha un cappello a cono, l’altro una bombetta,<br />

uno è ciccione, l’altro è bassetto, uno è tutto grigio e nero,<br />

l’altro è arancione e color fragola. Fin dall’inizio l’autore ci<br />

chiama ad arbitrare una partita fra due soggetti che sicuramente<br />

non si troveranno mai d’accordo (e a cui poco interessa<br />

l’arbitraggio del <strong>le</strong>ttore). L’uno si rivolge all’altro: il più<br />

buffo sei tu! No sei tu!<br />

La prima volta che questo libro compare nel<strong>le</strong> librerie è il<br />

1970; esce negli Stati Uniti, ma quasi contemporaneamente<br />

arriva anche in Italia, per i tipi della Emme Edizioni.<br />

Dell’eredità ricchissima e tuttora all’avanguardia di questa<br />

storica casa editrice, <strong>Babalibri</strong> sta ormai da diversi anni ripubblicando<br />

una se<strong>le</strong>zione di titoli (valga per tutti l’operazione<br />

fatta con il corpus del<strong>le</strong> opere di Iela Mari o i grandi<br />

classici di Sendak e Lionni). Chi è il più buffo? compie quarantadue<br />

anni ma sembra conservare lo spirito di un ragazzino<br />

a cui viene troppo da ridere. Forse lo stesso di cui molti<br />

<strong>parlano</strong> ricordando la figura di André François, uno dei<br />

più importanti artisti del secolo scorso; nato come Andreas<br />

Frakas a Timinsoara (all’epoca ancora ungherese) nel 1915,<br />

naturalizzato in Francia, François ha attraversato e vissuto<br />

tutti i domini e <strong>le</strong> esperienze dell’arte, dalla pittura all’illu-<br />

strazione, dalla pubblicità al libro per bambini, dalla grafica<br />

alla satira, dal<strong>le</strong> affiches al<strong>le</strong> copertine, mantenendo intatto<br />

uno spirito curioso e attento a cogliere i dettagli significativi,<br />

capace di mantenere un equilibrio sempre perfetto fra<br />

tenerezza e chirurgica sagacia, che procedono a braccetto<br />

come due facce opposte di una medaglia (come la luna e il<br />

so<strong>le</strong> verrebbe da dire). Poco noto in Italia, se si eccettuano<br />

la prima edizione di questo libro e Il piccolo Marroncini di<br />

Isobel Harris, edito da Einaudi nella collana Tantibambini<br />

nel 1972, François si caratterizza per una cifra stilistica<br />

graffiante e fisica, che utilizza sia che parli agli adulti o ai<br />

bambini, senza differenze. A questi ultimi dedica storie perfette<br />

nella loro costruzione di <strong>immagini</strong> e paro<strong>le</strong>: libri come<br />

Les larmes du crocodi<strong>le</strong>, storia di un’espressione linguistica (<strong>le</strong><br />

lacrime del coccodrillo, appunto) raccontata attraverso un<br />

lungo ed esotico viaggio dentro un cassone a forma di alligatore<br />

e un libro che aperto è lungo quanto questo retti<strong>le</strong> steso;<br />

o Les rhumes, manua<strong>le</strong>tto farmaceutico in cui il raffreddore<br />

viene identificato con una strana bestiola dal naso lungo in<br />

una sequenza di gag buffe e surreali.<br />

Chi è il più buffo? è, a tutti gli effetti, una «singolar tenzone»<br />

fra due strampalati cavalieri, il signor Pulcinella e il signor<br />

Pu. I due si presentano, a una certa distanza, come in un<br />

duello. La sfida si conduce a paro<strong>le</strong> con l’obiettivo di dimostrare<br />

l’uno all’altro chi è il più buffo, in un crescendo<br />

però dove <strong>le</strong> situazioni si confondono spesso e dove la ridarella<br />

sembra prendere il sopravvento sul civi<strong>le</strong> confronto.<br />

E a «chi la fa più grossa» che giocano Pu e Pulcinella, somministrando<br />

al <strong>le</strong>ttore un crescendo di picco<strong>le</strong> follie e di dimostrazioni<br />

e esibizioni 2 . Provate a lanciare la stessa sfida<br />

in una classe o in un gruppo di bambini: l’idea di quello che<br />

potrebbe accadere ci fa quasi venire la pel<strong>le</strong> d’oca. Sì, perché<br />

a vo<strong>le</strong>r vincere una gara di buffonaggine, si può fare di tutto.<br />

Si usa il proprio corpo oltre tutti i limiti possibili (in equilibrio<br />

sulla pancia o sul naso), si esasperano i propri difetti, ci si contorce<br />

in smorfie impensabili, ci si colora, ci si spoglia, si canta,<br />

ci si agita o si sta immobili, si grida 3 . Il botta e risposta fra<br />

Pu e Pulcinella (che poi dei buffoni è uno dei rappresentanti<br />

per antonomasia) non è scomposto né sguaiato, segue un ritmo<br />

da metronomo quasi british, che già dice che non avremo<br />

un vincitore. Solo un sequenza continua di io e tu – tu e io.<br />

I due personaggi hanno corpi sgraziati accentuati dal disegno<br />

di François che sembra molto interessato alla bruttezza,<br />

2<br />

3<br />

13

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