Come parlano le immagini Cosa dicono le parole Cosa ... - Babalibri
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BABALIBRI I libri di Stephanie Blake<br />
FACCIAMO CAMBIO?<br />
Testo e illustrazioni di Stephanie Blake<br />
Traduzione di Federica Rocca<br />
Cartonato 36 pagine a colori<br />
Formato 22 x 27,5 cm<br />
ISBN 978 88 8362 245 8<br />
Euro 12,50<br />
capacità di centrare subito il suo obiettivo: quelli di Simone<br />
sono racconti piccoli piccoli che fanno ridere, non per particolari<br />
trovate comiche – o non solo – ma per l’intensità<br />
trasmessa dai personaggi. Il viso di Simone è una cartina<br />
di tornaso<strong>le</strong> di tutti i suoi tumulti interni: quando grida di<br />
paura, la sua bocca s’impadronisce di quasi tutta la superficie<br />
della faccia; quando è perp<strong>le</strong>sso, <strong>le</strong> sue sopracciglia s’infossano<br />
e rendono lo sguardo torvo. Quando è innamorato la<br />
beatitudine si traduce in una bocca dal segno ondulato che<br />
non potrebbe essere più esplicito. «Per disegnare <strong>le</strong> espressioni<br />
di Simone, parto spesso da una frustrazione persona<strong>le</strong>,<br />
da un’arrabbiatura o da altre emozioni, perché l’espressione<br />
sia trasmessa nella maniera più consona, perché possa diventare<br />
quasi rea<strong>le</strong>». Sulla vicinanza al rea<strong>le</strong> dell’espressività<br />
di Simone non ci sono dubbi, è immediatamente e naturalmente<br />
comunicativa, più che sufficiente per costruire una<br />
storia lui da solo.<br />
Il corpo ha una funzione portante della narrazione dei sentimenti<br />
e dei personaggi, così come del modo con cui i bambini<br />
comunicano fra loro o con gli adulti. Nella costruzione del<strong>le</strong><br />
tavo<strong>le</strong> dell’autrice sono sempre pochi e calibrati gli e<strong>le</strong>menti<br />
che s’inseriscono nello spazio dell’illustrazione. Gli sfondi<br />
a colori, i rari oggetti, lasciano spazio al<strong>le</strong> movenze dei personaggi,<br />
alla loro fisicità; in Facciamo cambio?, ad esempio,<br />
per ben 5 pagine, si osservano Simone e Ferdinando che<br />
giocano con la pista del<strong>le</strong> macchinine trattando un possibi<strong>le</strong><br />
e difficilissimo scambio (una macchinina rossa contro tre di<br />
altri colori!). Pur non variando di troppo la propria posizione,<br />
si muovono, si protendono, si schermiscono, passano<br />
da gesti di grande comunicazione (<strong>le</strong> mani che tendono<br />
all’altro) a posizioni di assoluta chiusura (braccia conserte e<br />
muso lungo). Così accade lungo <strong>le</strong> pagine, quando a Simone<br />
viene l’idea «criminosa» che gli permetterà di recuperare<br />
<strong>le</strong> sue macchinine; si può seguire l’evoluzione del pensiero<br />
del coniglio attraverso quattro fermo immagine sulla stessa<br />
pagina: Simone che pensa, trova l’idea maligna e scatta via.<br />
Con il volto e con il corpo. È chiaro che nella rappresentazione,<br />
<strong>le</strong> pose dei personaggi sono sempre fondamentali, ma<br />
per la Blake sono quasi assolute, creano ogni volta uno spazio<br />
diverso che ci chiede di prestare attenzione, lì e adesso.<br />
Il linguaggio per dire <strong>le</strong> cose<br />
I titoli dei libri della saga di Simone derivano sempre da<br />
alcune espressioni pronunciate dal protagonista, che spesso<br />
sono il <strong>le</strong>it motif attorno a cui ruota la storia: Caccapupù,<br />
Pappamolla, No, niente nanna!, Pidocchi!… Non si tratta di<br />
un vezzo dell’autrice ma di un modo per riconosce il peso<br />
fortissimo che quest’ultima attribuisce al linguaggio dei<br />
bambini. La Blake non lo scimmiotta, lo prende e lo distilla<br />
in poche espressioni significative: quando Pappamolla non<br />
ne vuo<strong>le</strong> sapere di dormire senza la sua copertina in No,<br />
niente nanna! la sua voce esce come quella di un piccolo che<br />
ancora non articola <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> perfettamente «Ma iononpossodolmi<strong>le</strong><br />
senza la mia ‘tina! […] NIENTE ‘TINA? Allola<br />
NO, NIENTE NANNA!» Se la Blake è consapevo<strong>le</strong><br />
dell’ilarità che un bambino che ancora non sa parlare suscita<br />
in chi invece ha – anche se da poco – ottenuto il possesso<br />
del linguaggio, usa però queste espressioni per accentuare il<br />
ruolo di Simone nel confronto del fratellino. La copertina è<br />
rimasta nel bosco e Gaspare non riesce a dormire. Bisogna<br />
andare a recuperarla. Allora, chi è il grande? Chi è responsabi<strong>le</strong><br />
di chi? Inuti<strong>le</strong> dire che sarà Simone ad affrontare i<br />
pericoli della notte, tornando incolume con il trofeo, ancora<br />
più eroico agli occhi del fratellino.<br />
Caccapupù è la venuta al mondo di Simone: la sua prima apparizione<br />
su carta e la sua nascita al linguaggio. Caccapupù<br />
introduce Simone ai <strong>le</strong>ttori. Quando si inizia a <strong>le</strong>ggere, non<br />
ha un nome: «piccolo coniglio» è l’appellativo con cui lo<br />
presenta il narratore, è il vezzeggiativo con cui lo interpellano<br />
gli adulti. È nudo, tutto bianco, con la coda a batuffolo,<br />
<strong>le</strong> guance rosa e due evidenti incisivi da roditore; siamo agli<br />
albori di una carriera, che si definirà negli anni successivi<br />
attraverso la messa a fuoco del personaggio. Non sa ancora<br />
parlare o meglio, una cosa sola sa dire: «Caccapupù». Questa<br />
espressione, che dà la rotta all’intero racconto, nasconde<br />
in sé l’attesa, quella di trovare <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> giuste per definire<br />
il mondo. Occorre un’esperienza del<strong>le</strong> cose che marchi un<br />
passaggio: quello in questo caso molto evidente del farsi<br />
mangiare dal lupo. Con un tono molto divertente, che<br />
smorza qualsiasi preoccupazione, Simone viene ingoiato da<br />
un improbabi<strong>le</strong> lupo verde vestito di fucsia, che gli chiede<br />
il permesso prima di mandarlo giù. Passare nella pancia del<br />
lupo, riuscirne fuori, grazie a una indigestione, segna un secondo<br />
venire alla luce: quando il padre medico (non si fa<br />
tutto da soli, a volte un grande serve ad aiutarci a «venire<br />
fuori») estrae dal<strong>le</strong> fauci «il mio piccolo Caccapupù», Si-<br />
NO, NIENTE NANNA!<br />
Testo e illustrazioni di Stephanie Blake<br />
Traduzione di Federica Rocca<br />
Cartonato 36 pagine a colori<br />
Formato 22 x 27,5 cm<br />
ISBN 978 88 8362 220 5<br />
Euro 12,50<br />
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