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The Journal of Decorative and Propaganda Arts - UCLA Department ...

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La relazione con la gr<strong>and</strong>e attrice tragica Eleonora Duse negli anni tra il 1896 e<br />

rl 1904 (ma si tratta di un legame che, a livello spirituale, durerd fino alla morte,<br />

come dimostra la presenza di un gesso del volto dell'attrice, misteriosamente<br />

velato, fra le icone "sacre" nello studio di D'Annunzio al Vittoriale, fig. 6) contribuisce<br />

a destare l'interesse di D'Annunzio per il teatro come forma estetica<br />

di comunicazione "di massa". Il rapporto "magico" tra la Duse e il pubblico, le<br />

mille maschere tragiche del passato a cui ella d) vita sul palcoscenico coinvolgendo<br />

gli spettatori nel suo gioco illusionistico, affascinano D'Annunzio e<br />

divengono uno dei motivi conduttori del suo gr<strong>and</strong>e romanzo-poema di ambiente<br />

veneziano e di ispirazione wagneriana, Il Fuoco (1900). Nel periodo<br />

della loro relazione, DAnnunzio scrive numerosi drammi per la Duse e progetta<br />

di creare ad Albano, nelLazio, un gr<strong>and</strong>e teatro che sard l'equivalente italiano<br />

di Bayreuth. Questo sogno del teatro continua tutta la vita, fino al teatro<br />

greco per 1500 spettatori, fuoco di tutta la composizione architettonica del<br />

Vittoriale, i cui lavori iniziano nel7934, ma il cui compimento D'Annunzio non<br />

arriver) a vedere (fig. 7) (Il teatro all' aperto, sullo sfondo del lago, viene completato<br />

solo nel 1953,anno in cui iniziano le stagioni estive di prosa che si<br />

tengono tuttora al Vittoriale). I drammi e le tragedie di D'Annunzio, tra cui<br />

La cind. morta, In Gioconda , In. Gloria, F,rancesca dn Rimini, Itt figlirt di Jorio ,<br />

I^aNaue,Fedra, sono completamente privi di realismo, con ambientazioni mitiche<br />

o storiche di gusto antiquario-decadente. I temi della trasgressione, della<br />

violenza e del sacrificio umano derivati direttamente dalla tragedia greca o mediati<br />

dalla tradizione letterafia decadente, vengono svolti in un linguaggio<br />

poetico densissimo, sovraccarico di allusioni e citazioni. Si tratta di testi teatrali<br />

ogp;i spesso giudicati irrappresentabili, e certo molti di essi presuppongono la<br />

presenza di una gr<strong>and</strong>e attrice tragica come la Duse o la Bernhardt perchd la<br />

gr<strong>and</strong>iosa tensione allegorica e la difficolt) del linguaggio possano ricevere<br />

un'efficace interpretazione teatrale. Attraverso la Duse e il teatro, D'Annunzio<br />

si rende conto del ruolo cruciale che i movimenti del corpo, i gesti, la voce e il<br />

rilievo dato alla sostanza fonica del discorso, al suono e alle figure ritmiche<br />

svolgono non solo nel teatro, ma anche nella ricezione dei messaggi della<br />

poesia oratoria e del discorso politico. Si tratta di un tipo di comunicazione<br />

che al di h o anche prescindendo dalla funzione referenziale e mimetica del<br />

linguaggio, crea dei significati e "convince" lo spettatore servendosi dell'effetto<br />

emotivo e di quello poetico del discorso. Mentre I'uso politico e ideologico di<br />

questo tipo di comunicazione"irrazionale" che mobilita le emozioni collettive<br />

e diventa percid produttore di comportamenti reali non d certo un'invenzione<br />

moderna, il suo uso per Ia mobilitazione delle masse popolari, di cui*<br />

DAnnunzio diventa un vero maestro, lo d.<br />

La lettura dei classici e lo studio delle strutture di ogni genere di discorso che<br />

D'Annunzio conduce per la composizione delle sue opere lo rendono sempre<br />

piir conscio della funzione che l'organizzazione retorica del discorso e I'utilizzazione<br />

strategica di "luoghi comuni" del codice culturale con cui si identifica<br />

l'immaginario collettivo svolgono nel dare a una rappresentazione immaginaria<br />

del reale, ciod a un'ideologia,I'apparenza di un resoconto oggettivo, e<br />

l'autorit) di un discorso fondato su validi morivi logici o etici. La manipolazione<br />

demagogica delle masse, e la facilid con cui la "folla" sembra lasciarsi in-<br />

Iluenzare nei suoi comportamenti dall'oratoria politica, affascinano e repellono<br />

D'Annunzio. Fer effetto anche della lettura di alcuni testi di Nietzsche,<br />

D'Annunzio ritiene che i valori etici e morali, il bene e il male, siano categorie<br />

del discorso, ciod convenzioni ed opinioni che mancano di un fondamento oggettivo<br />

che non sia la volont) di potenza, "il superbo disio della possanza"<br />

(Elettra,VersilI,405). Tuttavia, lo spettacolo della manipolazione delle masse<br />

DAPA Inverno 1987<br />

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