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The Journal of Decorative and Propaganda Arts - UCLA Department ...

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la fine di un'epoca e pud essere visto come un momento simbolico nella storia<br />

della cultura italiana. E un momento in cui i tratti pili utopistici e anche deliranti<br />

del nazionalismo e degli ideali politici ed estetici romantici accumulari a<br />

partire dal Risorgimento diventano Io strumento di un nuovo pragmatismo politico.<br />

D'Annunzio esce di scena con i suoi sogni letterari, ma i miti che ha egli<br />

stesso contribuito a creare con la sua opera e con la sua vita continuano a<br />

svolgere un ruolo fondamentale nell'arena politica italiana.Ironicamente d<br />

proprio il "gran demagogo" che sfrutta le tracce lasciate dai miti dannunziani<br />

nella coscienza collettiva per ottenere il consenso agli "Statuti Nuovi" del regime<br />

fascista. Il mito dell"'eroe", coscienza e artefice di una nuova societ) fondata<br />

sul recupero della gr<strong>and</strong>e tradizione, il mito del corpo bello e vittorioso<br />

d'Italia, del lavoro come opera d'ane che rende l'uomo libero, il mito della<br />

l:ellezza e del significato religioso della guerra e del sacrificio eroico per "la<br />

piri gr<strong>and</strong>e ltalia",vengono ripresi e coltivati dal fascismo. Lo stesso Mussolini<br />

appare come I'incarnazione dell'eroe sovraumano annunciato dal poeta. La retorica<br />

fascista si awale inoltre dei geniali metodi per la comunicazione di<br />

massa e per il coinvolgimento delle folle elaborati da D'Annunzio, us<strong>and</strong>o<br />

spesso espressioni, formule, motti, strutture sintattiche e figure della poesia e<br />

dell'oratoria dannunziane. Il nuovo pragmatismo mussoliniano rende perd<br />

D'Annunzio una figura del passato. E infatti D'Annunzio si chiude in un "teatro<br />

della memoria" in cui sono raccolte le immagini e le testimonianze della sua<br />

vita e della sua opera e in cui si riflettono direttamente o indirettamente i<br />

motivi fondamentali della culturaitaliana fra la fine del secolo e gli inizi del-<br />

I'era fascista. D'Annunzio continua arecitare i suoi molti ruoli, a indossare le<br />

sue molte maschere, a vivere, fare I'amore, scrivere, sempre pif conscio, perd,<br />

che bench€ tutto il mondo sia un palcoscenico, il centro del palcoscenico ita,<br />

liano gli d stato irrimediabilmente tolto. Sulla scena del Vittoriale conrinua a<br />

proiettarsi certo I'attenzione di tutta Italia, non solo per un senso di nostalgia o<br />

per curiosita, ma anche perch6 in alcuni momenti si spera sia a destra che a<br />

sinistra, che D'Annunzio possa assumere un ruolo politico attivo, opponendosi<br />

a Mussolini. Bench6 chiuso sdegnosamente al Vittoriale, D'Annunzio viene,<br />

senza rendersene pienamente conto, sfruttato da Mussolini. La sua fama di<br />

poeta laureato dd al regime un notevole prestigio culturale. D'Annunzio disprezz<br />

fondamentalmente Mussolini, e crede di concedergli un gr<strong>and</strong>e privile,<br />

gio lasci<strong>and</strong>o che il regime finanzi sia i lavori al Vittoriale che la lunga e laboriosa<br />

pubblic azione dell'Edizione Nazionale dell' Opera Omnia, la cui<br />

organizzazione occupa D'Annunzio per tutti gli anni del Vittoriale. In realt)<br />

Mussolini teme D'Annunzio, e se da un lato si awale del suo prestigio a fini<br />

propag<strong>and</strong>istici (come d il caso per la guerra in Etiopia), dall'altro 1o fa conti<br />

nuamente spiare, fino alla morte.<br />

Con il Vittoriale, D'Annunzio crea un "testo" che d la sua ultima opera, e forse<br />

la piri rappresentativa. Come il leggendario "Gran <strong>The</strong>atro" di Giulio Camillo<br />

(ca. 1475-7544), ilYittoriale r.rrole essere una srruttura architettonica in cui la<br />

disposizione strategica di emblemi, immagini, opere d'arte, motti e scritti<br />

enigmatici che svolgono la funzione di chiavi mnemoniche, permetre all"'iniziato"<br />

che vi si trova dentpo di recuperare con la memoria la sostanza e le interconnessioni<br />

possibili di un discorso enciclopedico. Fer Giulio camillo si trafia<br />

del sapere universale del suo tempo rappresentato anche cabalisticamente da<br />

immagini allegoriche, archetipe e mitiche come nei libri di emblemi cinquecenteschi.<br />

Bench€ il Vittoriale possa sembrare invece un semplice teatro<br />

"privato", limitato alla memoria individuale dell'autore, il carattere eccezionalmente<br />

enciclopedico di questa memoria rende ilVittoriale un progetto<br />

non meno ambizioso e utopico di quello di Giulio Camillo. La memoria<br />

DAPA Inverno 1987 29

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