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RITRATTO DI DORIAN GRAY - Psyco

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e mi diressi verso est. Mi smarrii quasi subito in un labirinto di stradine buie e di piazze nere e senza aiuole. Verso le<br />

otto e mezzo passai davanti ad un assurdo teatrino, con grandi lampade a gas ed enormi manifesti. In piedi, davanti<br />

all'ingresso, un ignobile ebreo che indossava il panciotto più stupefacente che mi sia mai capitato di vedere, fumava un<br />

sigaro di poco prezzo. Aveva dei riccioli unti e sul petto della camicia inamidata riluceva un enorme diamante. "Vuole<br />

un palco, mylord?" domandò quando mi vide, togliendosi il cappello con un gesto straordinariamente servile. C'era in<br />

lui qualcosa, Harry, che mi divertiva: era talmente mostruoso. Riderai di me, lo so, ma entrai davvero e pagai un'intera<br />

ghinea per il palco. Ancora oggi non riesco a capire perché lo feci; e tuttavia se non lo avessi fatto, mio caro Harry, se<br />

non lo avessi fatto, avrei perduto la più grande avventura sentimentale della mia vita. Vedo che ridi: è molto brutto da<br />

parte tua!»<br />

«Non sto ridendo, Dorian; perlomeno, non sto ridendo di te. Ma non dovresti dire la più grande avventura<br />

sentimentale della tua vita. Dovresti dire la prima avventura sentimentale della tua vita. Tu verrai sempre amato e sarai<br />

sempre innamorato dell'amore. Una grande passion è privilegio di chi non ha nulla da fare, l'unico scopo delle classi<br />

pigre di un paese. Non temere, ci sono cose squisite in serbo per te. Questo è solo l'inizio.»<br />

«Credi che la mia natura sia così superficiale?» esclamò arrabbiato Dorian Gray.<br />

«No, credo che sia molto profonda.»<br />

«Che cosa vuoi dire ?»<br />

«Mio caro ragazzo, le persone superficiali sono quelle che amano una sola volta nella loro vita. Quella che essi<br />

chiamano lealtà o fedeltà, io la chiamo o letargia dell'abitudine o mancanza d'immaginazione. La fedeltà è, per la vita<br />

emotiva, quello che la coerenza è per la vita intellettuale: una semplice confessione di fallimento. Fedeltà! Un giorno<br />

dovrò analizzarla. C'è in essa l'amore per il possesso. Ci sono molte cose che getteremmo via se non temessimo che<br />

altri, se ne impadronissero. Ma non voglio interromperti. Continua la tua storia.»<br />

«Bene, mi ritrovai seduto in un orrendo palchetto, con un sipario di pessimo gusto davanti agli occhi. Diedi<br />

un'occhiata da dietro le tende e osservai il locale. Era una cosa di pessimo gusto, tutto amorini e cornucopie, come, una<br />

torta nuziale di terza categoria. Il loggione e la platea erano quasi al completo, ma le due file di poltrone consunte erano<br />

completamente vuote e in quelli che immagino chiamino i distinti c'era al massimo una persona. Alcune donne<br />

andavano in giro vendendo arance e birra e si faceva un gran consumo di noccioline.»<br />

«Doveva essere proprio come ai bei tempi della commedia inglese.»<br />

«Proprio così, immagino, è molto deprimente. Cominciai a domandarmi che cosa fare, quando mi capitò sotto<br />

gli occhi il programma. Che cosa pensi che rappresentassero, Harry?»<br />

«L'Idiota, ovvero Sordo ma Innocente, immagino. Credo che ai nostri padri questo genere di commedia<br />

piacesse. Quanto più vivo, Dorian, tanto più avverto la sensazione che quel che andava bene per i nostri padri, non va<br />

più bene per noi. Nell'arte, come nella politica, les grand-pères ont toujours tort.»<br />

«Lo spettacolo andava bene anche per noi, Harry. Era "Giulietta e Romeo". Devo ammettere che ero piuttosto<br />

seccato all'idea di vedere una rappresentazione di Shakespeare in un teatro così scalcinato ma, tuttavia, in un certo qual<br />

modo la cosa mi interessava. Decisi comunque di attendere la fine del primo atto. C'era un'orchestra tremenda diretta da<br />

un giovane ebreo che sedeva a un pianoforte sgangherato. Quasi mi spinse, ad andarmene, ma finalmente il sipario si<br />

alzò e cominciò lo spettacolo. Romeo era un signore anziano e massiccio con le sopracciglia dipinte, una tragica voce<br />

raschiante e la figura di un barile di birra. Mercuzio era più o meno allo stesso livello. Lo interpretava un guitto che nel<br />

testo aveva inserito delle battute sue ed era in ottimi rapporti con la platea. Erano ambedue grotteschi, come le scene<br />

che sembravano tirate fuori da un baraccone. Ma Giulietta! Harry! Immagina un ragazza di neppure diciassett'anni, con<br />

un visino come un fiore, una testolina greca con una pettinatura elaborata di riccioli castano scuri, occhi come pozzi<br />

viola di passione, labbra come petali di rosa. Era la creatura più bella che avessi visto in vita mia. Una volta mi hai detto<br />

che il pathos non ti commuove, ma che la bellezza, la semplice bellezza, ti riempie gli occhi di lacrime. Ti dirò, Harry,<br />

che a malapena riuscivo a vedere questa ragazza attraverso il velo di lacrime che mi era salito agli occhi. E la sua voce...<br />

non ho mai sentito una voce come quella. Dapprima era molto bassa, con note dolci e profonde, che parevano caderti<br />

una alla volta nelle orecchie. Poi diventò un po' più sonora, come un flauto o un oboe lontano. Nella scena del giardino<br />

aveva tutta la tremula estasi che si avverte appena prima dell'alba, quando cantano gli usignoli. E più tardi ci furono<br />

momenti in cui aveva la selvaggia passione dei violini. Sai quanto possa commuovere una voce. La tua voce e quella di<br />

Sibyl Vane sono due cose che non dimenticherò mai. Quando chiudo gli occhi le sento e ciascuna mi dice qualcosa di<br />

diverso. Non so quale seguire. Perché non dovrei amarla? Harry, io la amo davvero. Nella mia vita Sibyl è tutto. Vado a<br />

vederla recitare ogni sera. Una sera è Rosalind, la sera dopo Imogene. L'ho vista morire nelle tenebre di una tomba<br />

italiana, suggendo il veleno dalle labbra del suo amante; l'ho vista vagare nella foresta delle Ardenne, travestita da<br />

ragazzetto, con calzoncini, farsetto e un elegante berrettino. Era pazza e si è presentata di fronte a un re colpevole<br />

dandogli un cilicio da indossare ed erbe amare da assaggiare. Innocente, il suo collo sottile come un giunco è stato<br />

stretto dalle nere mani della gelosia. L'ho vista in ogni epoca e in ogni costume. Le donne comuni non ridestano mai la<br />

nostra immaginazione, sono chiuse nei limiti del loro secolo. Nessun incantesimo le trasfigura. Si conosce la loro anima<br />

con la stessa facilità con cui si conoscono i loro cappellini. Si può trovarle in ogni momento, non c'è nessun mistero in<br />

nessuna di loro. Al mattino vanno a cavallo nel parco, e al pomeriggio chiacchierano al tè. Hanno il loro sorriso<br />

stereotipato, i loro modi educati. Sono completamente prevedibili. Ma un'attrice! Com'è diversa un'attrice, Harry!<br />

Perché non mi hai detto che un'attrice è l'unica persona che valga la pena di amare?»<br />

«Perché ne ho amate tante, Dorian.»<br />

«Oh, sì, donne orribili dai capelli tinti e dal volto truccato.»

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