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icchi fiori di loto eri seduto sulla prora del vascello di Adriano e osservavi il torbido verde Nilo. Ti eri chinato sopra la<br />
calma polla di qualche bosco della Grecia e avevi contemplato nel silenzioso argento dell'acqua la meraviglia del tuo<br />
volto. E ogni cosa era come deve essere l'arte: inconscia, ideale, remota. Un giorno - un giorno fatale, penso, a volte -<br />
decisi di dipingere un meraviglioso ritratto di te come sei nella realtà: non nei costumi di età passate, ma nei tuoi abiti e<br />
nel tuo tempo. Non so dire se fosse la tecnica realistica, oppure solo lo splendore della tua personalità che si presentava<br />
direttamente dinanzi a me senza nebbie né veli, ma so che, mentre lavoravo, ogni pennellata, ogni strato di colore mi<br />
pareva rivelassero questo mio segreto. Ebbi paura che gli altri potessero vedere la mia idolatria. Sentivo, Dorian, di aver<br />
detto troppo, di aver messo nel quadro troppo di me stesso. Fu allora che decisi che non avrei mai esposto il quadro. Tu<br />
eri un po' seccato, ma allora non ti rendevi conto del significato che aveva per me. Ne parlai con Harry e lui rise. Ma<br />
non me ne importava. Quando il quadro fu terminato e io mi ci sedetti davanti da solo, capii che avevo ragione... Bene,<br />
dopo pochi giorni il quadro lasciò il mio studio e, appena mi liberai del fascino insopportabile della sua presenza, mi<br />
parve di essere stato sciocco nel vedervi qualche cosa di diverso dal fatto che tu sei bello e che io so dipingere bene.<br />
Anche ora non posso fare a meno di ritenere un errore il fatto che l'emozione provata creando si riveli davvero<br />
nell'opera creata. L'arte è sempre più astratta di quanto immaginiamo. La forma e il colore ci parlano di forma e colore e<br />
basta. Spesso mi pare che l'arte nasconda l'artista molto più di quanto non lo riveli. E così quando ho ricevuto questa<br />
offerta da Parigi decisi che il tuo quadro sarebbe stato il pezzo principale della mostra. Non mi venne mai in mente che<br />
avresti rifiutato. Ma ora vedo che hai ragione: non lo si può esporre. Non devi arrabbiarti con me, Dorian, per le cose<br />
che ti ho detto. Come ho detto una volta a Harry, tu sei fatto per essere adorato.»<br />
Dorian Gray respirò profondamente. Le guance ripresero colore e un sorriso gli giocò sulle labbra. Il pericolo<br />
era passato. Per il momento era salvo. E tuttavia non poteva fare a meno di provare una infinita pietà per il pittore che<br />
gli aveva fatto questa singolare confessione, domandandosi se, a sua volta, sarebbe mai stato dominato dalla personalità<br />
di un amico. Lord Henry aveva il fascino del pericolo, ma niente altro. Era troppo intelligente e troppo cinico per<br />
potersene innamorare. Ci sarebbe mai stato qualcuno capace di fargli provare questa strana idolatria? Era una delle cose<br />
che la vita aveva in serbo per lui?<br />
«Mi sembra straordinario, Dorian,» disse Hallward, «che tu abbia visto questo nel ritratto. L'hai davvero<br />
visto?»<br />
«Vi ho visto qualche cosa,» rispose, «una cosa che mi sembrava molto curiosa.»<br />
«Bene, non ti importa se ora gli do un'occhiata?»<br />
Dorian scosse il capo. «Non me lo devi chiedere, Basil. Non posso lasciarti di fronte a quel quadro.»<br />
«Ma un giorno, certamente...»<br />
«Mai.»<br />
«Bene, forse hai ragione. E adesso arrivederci, Dorian. Sei stato l'unica persona che abbia effettivamente<br />
influito sulla mia arte. Tutto quello che ho fatto di buono, lo devo a te. Ah! Non sai quanto mi è costato dirti quello che<br />
ti ho detto.»<br />
«Mio caro Basil,» disse Dorian. «Che cosa mi hai detto? Semplicemente che sentivi di ammirarmi troppo. Non<br />
è nemmeno un complimento.»<br />
«Non voleva esserlo: era una confessione. E adesso che l'ho fatta, mi pare che qualche cosa sia uscito da me.<br />
Forse non si dovrebbe mai mettere in parole la propria adorazione.»<br />
«È stata una confessione molto deludente.»<br />
«E che cosa ti aspettavi, Dorian? Hai visto qualche altra cosa nel quadro? C'erano altre cose da vedere?»<br />
«No, nient'altro. Perché me lo domandi? Ma non devi parlare di adorazione. È sciocco. Tu ed io siamo amici,<br />
Basil, e dobbiamo rimanerlo sempre.»<br />
«Hai trovato Harry,» disse il pittore tristemente.<br />
«Oh, Harry,» esclamò il giovane con l'accenno di un sorriso. «Harry passa le giornate a dire cose incredibili e<br />
le serate a fare cose improbabili. Proprio il genere di vita che mi piacerebbe fare. Ma non credo che andrei da Harry se<br />
mi trovassi nei guai. Preferirei venire da te, Basil.»<br />
«Poserai ancora per me?»<br />
«Impossibile!»<br />
«Con questo rifiuto, rovini la mia vita di artista, Dorian. Nessuno incontra due ideali. Pochi ne incontrano<br />
uno.»<br />
«Non posso spiegarti, Basil, ma non devo posare per te. C'è qualche cosa di fatale in un ritratto.<br />
Ha una vita propria. Verrò a casa tua a prendere il tè. Sarà altrettanto piacevole.»<br />
«Lo sarà di più per te, temo,» mormorò Hallward in tono di rimpianto. «E adesso, arrivederci. Mi dispiace che<br />
tu non mi permetta di vedere una volta ancora il ritratto, ma non ci si può fare nulla. Capisco benissimo i tuoi<br />
sentimenti.»<br />
Mentre Basil lasciava la stanza, Dorian Gray sorrise tra sé. Povero Basil! Quanto poco sapeva del vero motivo!<br />
E com'era strano che, invece di essere costretto a rivelare il proprio segreto, fosse riuscito, quasi per caso, a cogliere il<br />
segreto dell'amico! Quante cose spiegavano quella strana confessione! Gli assurdi accessi di gelosia del pittore, la sua<br />
devozione sfrenata, gli stravaganti panegirici, le sue curiose reticenze... adesso capiva tutto e gliene dispiaceva. Gli<br />
pareva che ci fosse un elemento tragico in un'amicizia così tinta di sentimentalismo.