Contro l'oblio del restauro (cop.) - Università di Palermo
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<strong>Contro</strong> l’oblio <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> critico<br />
Rapporto sull’opera <strong>di</strong> Franco Minissi nell’ambito <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> archeologico in Sicilia<br />
Sotto l’egida <strong>del</strong>la Direzione Generale <strong>di</strong> Antichità e Belle Arti <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la<br />
Pubblica Istruzione, incaricato da Guglielmo De Angelis D’Ossat, Franco Minissi, con<br />
la consulenza <strong>di</strong> Cesare Bran<strong>di</strong>, è autore <strong>di</strong> quella che oggi consideriamo l’”opera<br />
manifesto <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> critico”(Tomaselli), attraverso la creazione <strong>di</strong> un “museo<br />
naturale” intorno ad un materiale già <strong>di</strong>sposto, ovvero i preziosi mosaici romani,<br />
mettendo in pratica i principi <strong>del</strong> “<strong>restauro</strong> preventivo” in una composizione esemplare<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la conservazione dei siti archeologici, «integralmente moderna e<br />
integralmente modesta, che rimane esemplare» (C. Bran<strong>di</strong>, Archeologia siciliana, in<br />
“Bollettino <strong>del</strong>l’istituto Centrale <strong>del</strong> <strong>restauro</strong>”, n. 27-28, Roma 1957) .<br />
In questa come in altre opere nell’ambito <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> archeologico in Sicilia, Minissi<br />
propone solo un’ipotesi ricostruttiva <strong>del</strong> monumento e per questo utilizza materiali<br />
moderni, sperimentati presso i laboratori <strong>del</strong>l’”Istituto Centrale <strong>del</strong> Restauro” o<br />
presso le <strong>di</strong>tte fornitrici, che siano assolutamente <strong>di</strong>stinguibili e che si pongano solo<br />
come un suggerimento che stimoli la fantasia <strong>del</strong>l’osservatore, senza cadere in pericolosi<br />
arbitrii o ripristini falsificatori: «al fascino dei ruderi si sostituisce così un complesso<br />
<strong>di</strong> volumi mo<strong>del</strong>lati, variamente illuminati e trasparenti, la cui visione può suggerire<br />
all’osservatore un quadro non lontano da ciò che poteva essere il complesso <strong>del</strong>la Villa, se<br />
pur tradotto in termini <strong>del</strong> tutto moderni» (F. Minissi, Progetto per la protezione dei mosaici<br />
romani,ACS, Fondo Arch. Minissi, Busta 5, p. 3). Un analogo tipo <strong>di</strong> intervento, sebbene<br />
<strong>di</strong> minore rilevanza per la complessità concettuale e per gli accorgimenti tecnici<br />
utilizzati, è quello che Minissi svolge nel 1961 su incarico <strong>del</strong> Soprintendente<br />
Luigi Bernabò Brea, per la protezione dei mosaici <strong>del</strong>la Villa romana <strong>di</strong> Terme<br />
Vigliatore, nei pressi <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Messina.<br />
Nel 1960 Minissi viene chiamato dal Soprintendente Pietro Griffo per il <strong>restauro</strong> e<br />
la musealizzazione <strong>del</strong> teatro greco <strong>di</strong> Eraclea Minoa, la cui cavea era costituita da<br />
un calcare marnoso estremamente friabile, considerando che l’alternativa sarebbe<br />
stata quella <strong>di</strong> reinterrare il monumento al fine <strong>di</strong> garantirne la conservazione. Per<br />
questo teatro Minissi realizza una “ideale” ricostruzione grafica <strong>del</strong>la cavea utilizzando<br />
il materiale plastico a lui più caro, il perspex, mo<strong>del</strong>lato sul calcare marnoso: un<br />
involucro perfettamente trasparente che doveva proteggere i resti <strong>del</strong> teatro dagli<br />
agenti atmosferici, senza sottrarre nulla alla visione <strong>del</strong> monumento, consentendone<br />
allo stesso tempo la fruizione da parte <strong>del</strong> pubblico.<br />
Lo stesso materiale plastico viene utilizzato per la ricostruzione <strong>del</strong>la <strong>cop</strong>ertura <strong>di</strong><br />
San Nicolò Regale a Mazara <strong>del</strong> Vallo, sempre come “ipotesi critica” <strong>di</strong>stinguibile:<br />
anche in questo caso Minissi realizza un intervento <strong>di</strong>screto e leggero: venendo<br />
meno lo spessore materico, l’immagine <strong>del</strong>le volte e <strong>del</strong>le cupole perdute si riduce<br />
ad un <strong>di</strong>segno che si staglia contro il cielo. Il <strong>di</strong>segno dei conci costituenti un tempo<br />
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8. <strong>Palermo</strong>, chiesa barocca <strong>del</strong> Santissimo Salvatore, <strong>restauro</strong> ed adattamento ad au<strong>di</strong>torium (1959-63), (foto<br />
Minissi).<br />
9. Eraclea Minoa, <strong>restauro</strong>, protezione e musealizzazione <strong>del</strong> teatro greco (1960-63), (foto Minissi).<br />
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