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Contro l'oblio del restauro (cop.) - Università di Palermo

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Per la cultura <strong>del</strong>la conservazione<br />

Franco Tomaselli<br />

<strong>Contro</strong> l’oblio <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> critico<br />

Rapporto sull’opera <strong>di</strong> Franco Minissi nell’ambito <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> archeologico in Sicilia<br />

In questi ultimi anni, forse in Italia più che in altri Paesi, la quantità <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> <strong>restauro</strong><br />

<strong>del</strong> patrimonio culturale ha registrato un incremento ragguardevole. Purtroppo il<br />

fenomeno non è esclusivamente conseguente ad una effettiva presa <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong><br />

valore <strong>del</strong>le testimonianze <strong>di</strong> storia, <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> civiltà ma, principalmente per quanto<br />

riguarda gli interventi sulle architetture <strong>del</strong> passato, sembra con<strong>di</strong>zionato da una <strong>di</strong>minuzione<br />

<strong>del</strong>la domanda <strong>di</strong> nuove costruzioni ed infrastrutture, e quin<strong>di</strong> da un <strong>di</strong>verso<br />

orientamento dei flussi <strong>di</strong> finanziamento. La circostanza ha comportato per molti rappresentanti<br />

<strong>del</strong>la classe impren<strong>di</strong>toriale,professionale ed artigianale un imprevisto cambio<br />

<strong>di</strong> prospettive produttive con un “obbligato” accostamento, spesso senza alcuna<br />

precedente esperienza, al settore <strong>del</strong> <strong>restauro</strong>.Al fenomeno è strettamente connesso<br />

quello <strong>del</strong>lo spropositato numero <strong>di</strong> enti committenti e appaltanti (stato, regioni, province,<br />

comuni, università, ospedali, curie, enti morali, etc.) che si avvalgono <strong>di</strong> propri uffici<br />

tecnici e, spesso, anche <strong>di</strong> proprie “linee guida” per l’esecuzione dei restauri.<br />

E’ indubbio, dunque, che il cosiddetto <strong>restauro</strong>, per la quantità <strong>di</strong> risorse economiche<br />

impiegate, stia vivendo una stagione <strong>di</strong> rilancio verso cui sono orientati i più svariati<br />

interessi ma, paradossalmente, che stia anche attraversando la sua più profonda<br />

crisi da quando, alla metà <strong>del</strong> Settecento, si cominciavano ad impiantare le sue<br />

basi teoriche e metodologiche.<br />

Oggi la cultura <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> è in piena decadenza perché ha perso la sua ra<strong>di</strong>ce intellettuale,<br />

il suo essere atto <strong>di</strong> cultura che, nel percorso <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione evolutiva,<br />

era stato alimentato dal continuo confronto tra le speculazioni teoriche e la conseguente<br />

azione pratica.<br />

Cosa gravissima è che si registra un totale <strong>di</strong>sorientamento e le o<strong>di</strong>erne opere che<br />

genericamente sono definite <strong>di</strong> <strong>restauro</strong>, nella maggior parte dei casi sono assolutamente<br />

prive <strong>di</strong> riferimenti alle prescrizioni teoriche e alle norme operative, tanto<br />

faticosamente elaborate ed esplicitate nella Carta italiana <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> <strong>del</strong> 1972, tuttora<br />

vigente ma costantemente trasgre<strong>di</strong>ta.<br />

Operando un’analisi per gran<strong>di</strong> categorie la più parte dei restauri architettonici<br />

contemporanei si caratterizza per il completo rifacimento a nuovo, ovvero per il<br />

ripristino in stile e per la totale sostituzione <strong>di</strong> quanto è percepibile alla vista, senza<br />

affrontare minimamente il tema <strong>del</strong>la permanenza e <strong>del</strong>la conservazione <strong>del</strong>la<br />

materia che sostanzia le opere storico-artistiche e che sta alla base <strong>del</strong>la teoria<br />

<strong>del</strong> <strong>restauro</strong> <strong>di</strong> Cesare Bran<strong>di</strong>.<br />

Il titolo <strong>del</strong>la mostra “<strong>Contro</strong> l’oblio <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> critico” vuole essere un<br />

monito, un richiamo a non abbandonare la via <strong>del</strong> <strong>restauro</strong> tracciata dal <strong>di</strong>battito tra<br />

i più fecon<strong>di</strong> intellettuali <strong>del</strong> Novecento. Quella via oggi rappresenta la nostra ere<strong>di</strong>tà-identità,<br />

il comune patrimonio <strong>di</strong> conoscenze da tramandare a garanzia <strong>del</strong>l’impiego<br />

<strong>di</strong> principi teorici e sperimentate operatività miranti alla conservazione integrale<br />

<strong>del</strong> patrimonio culturale con la sua essenziale autenticità.<br />

Restauro preventivo, opere minimali e semplice e amorevole manutenzione<br />

avrebbero dovuto essere la normale evoluzione per soppiantare gli interventi ra<strong>di</strong>cali<br />

e <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osissimi verso i quali purtroppo, sempre più, il nostro patrimonio culturale<br />

sembra essere condannato.<br />

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